Non un semplice festival ma una scuola di cinema
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Non un semplice festival ma una scuola di cinema
EXTRA 8 N.46 del 13 novembre 2014 RAssEgnE Non un semplice festival ma una scuola di cinema Sabato 15 novembre a Bellinzona il via alla 27. edizione di Castellinaria, che si ripropone di far scoprire ai giovani il fascino della settima arte giovAnni vAlERio [email protected] Il documentario su uno scultore non vedente. Che può essere “visto” pure con il commento audio per ipovedenti. Davvero un modo insolito per inaugurare un festival cinematografico. È la scelta (intelligente e curiosa) dell’edizione numero 27 di Castellinaria che si apre sabato 15 novembre, alle 18, con Un albero indiano, l’ultimo documentario di Silvio Soldini. Il regista di Pane e tulipani, assieme al fido collega Giorgio Garini, ha seguito lo scultore non vedente Felice Tagliaferri (che compariva già nel precedente documentario Per altri occhi) nel nord-est dell’India, in occasione dell’apertura di un atelier di scultura in una speciale scuola per ragazzi ciechi, sordi e sordo-ciechi. La proiezione di Un albero indiano verrà replicata il giorno successivo, domenica, alle 14, con una modalità più che mai necessaria (se non obbligatoria) per un documentario simile: ovvero, con il commento audio per non vedenti. I cosiddetti “normodotati” potranno “vedere” il film come un’esperienza sensoriale diversa, con gli occhi bendati. Il tutto si inserisce perfettamente nello «spirito» del festival giovane di Bellinzona, una rassegna che da anni fa scoprire il cinema ai più giovani (e non solo). Con uno dei metodi didattici più efficaci: facendo toccare con mano. Come dice il proverbio: «se ascolti, dimentichi; se fai, impari». Per questo, il programma gRAndi ospiTi E TAnTi film impERdibili Tra gli ospiti attesi per questa edizione c’è Luigi Lo Cascio, famoso come interprete di La meglio gioventù, Luce dei miei occhi e I cento passi. L’attore italiano sarà a Bellinzona giovedì 20 novembre alle 20.45 per presentare Marina. Il film rievoca la storia di Rocco Granata, figlio di emigranti calabresi nel Belgio degli Anni Sessanta, autore della famosa canzone intitolata proprio Marina. Lo Cascio è anche interprete (assieme a Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Gassmann) de I nostri ragazzi, che verrà riproposto da Castellinaria dopo la prima alla Mostra del cinema di Venezia. Tra gli altri film da non perdere, nella “finestra del concorso 16-20”, i francesi Bande de filles (dall’ultimo festival di Cannes) e Le dernier coup de marteau (premio all’interprete a Venezia), l’americano Whiplash (dal Sundance Festival, la vetrina del film indipendente USA). Oltre a Deux jours, une nuit dei fratelli Dardenne (quelli di Rosetta, Il figlio e Il ragazzo con la bicicletta, per intenderci), che chiuderà Castellinaria il 22 novembre. Qui sopra, nelle foto di Tatiana Scolari, alcune immagini dell’edizione 2013 di Castellinaria. Nella pagina a lato, pellicole e volti della rassegna che prenderà il via sabato 15 novembre. Da sinistra in senso orario il film d’apertura Jimmy’s Hall di Ken Loach; Luigi Lo Cascio, attore italiano del quale verranno proiettati due lavori che lo vedono protagonista; Bande de filles, reduce dal Festival di Cannes; l’attesa pellicola americana Whiplash e Deux jours, une nuit dei fratelli Dardenne. Castellinaria propone anche quest’anno atelier per imparare le professioni del cinema, dai mestieri sul set fino al produttore (con incontri con i professionisti ticinesi) e al critico (con la presenza di Christian Jungen, caporedattore cinema della NZZ e presidente dell’Associa- zione Svizzera dei Giornalisti Cinematografici). Sempre con lo stesso obiettivo, Castellinaria invita a scoprire le origini del cinema attraverso la mostra interattiva in programma a Castelgrande fino al 30 novembre (vedi box a lato). Ancora, per imparare come nasce un film, EXTRA 9 N.46 del 13 novembre 2014 colti s c’è pure un atelier con la “Se a i, se fai sceneggiatrice Marianna ich t o n e Cappi, a partire dal film dim È il metod er Amori elementari (da lei i”. ia p impar astellinar nel scritto), che potrebbe dida C azzi ventare il soggetto di un usato trare i rag a con eventuale seguito. Quan e e e r in le migliore occasione per fa c m o d o del entrare dentro la macchimond tive in gra na-cinema? inizia involgerli Infine, per ripercorrere la stoo c di ria del cinema, perché non celebrare i cent’anni della nascita di Charlot? Il mitico omino con i baffetti e la bombetta incarnato da Charlie Chaplin è protagonista di una micro-rassegna con capolavori come Il monello, Vita da cani e Giorno di paga. Pur con budget ridotto (solo quest’anno è giunto il riconoscimento, anche economico, da parte del Cantone, che ha raddoppiato il suo sostegno), da oltre un quarto di secolo, Castellinaria ha saputo anticipare quella che è la tendenza dei grandi festival. Ovvero, aprirsi ad altre forme d’arte come teatro, letteratura, fotografia, musica (quest’anno con il documentario Fuoriscena, girato dietro le quinte dei corsi dell’Accademia Teatro alla Scala, preceduto da un’esibizione dal vivo della soprano Ludmilla Bauerfeldt). La rassegna bellinzonese ha saputo anche intrecciare relazioni con il territorio, estendendo la durata della rassegna nel corso di tutto l’anno e non soltanto durante la settimana festivaliera. Tra i film e gli eventi in programma (in dettaglio su www. castellinaria.ch), la 27. edizio- ne non poteva che aprirsi con un film di Ken Loach, quasi un appuntamento fisso della rassegna. Sabato alle 20.45, riflettori puntati dunque su Jimmy’s Hall, l’ultimo film di «Ken il rosso» che prende spunto da una storia vera per torna- re all’Irlanda degli Anni Trenta. Protagonista il Jimmy citato nel titolo, che torna in patria dagli Stati Uniti e apre una “hall”, una sala in cui è possibile suonare, ballare, studiare, discutere. Insomma, pensare… proprio come fa Castellinaria. A cAsTElgRAndE Le immagini in movimento prima dei Lumière Ufficialmente, il cinematografo nasce con la famosa proiezione al caffè parigino di Boulevard des Capucines, la sera del 28 dicembre 1895. In realtà, l’invenzione dei fratelli Lumière è il risultato di decenni di esperimenti in campo fotografico e di tecniche secolari nate con lo scopo di mostra- re immagini in movimento. Dal teatro d’ombre, con proiezioni tramite specchi (note già a Egizi e Babilonesi), fino alla lanterna magica, a partire dai primi anni dell’Ottocento è tutto un susseguirsi di invenzioni: il fenachistoscopio (che sfrutta il fenomeno della persistenza dell’immagine sulla retina), lo stroboscopio, il revolver fotografico dell’astronomo Janssen, il fucile fotografico del fisiologo Marey, il kinetoscopio di Edison e altro ancora. Dal 15 al 30 novembre, a Castelgrande, la mostra Aspettando i Lumière espone proprio le macchine del pre-cinema. I visitatori potranno giocare con gli apparecchi e riscoprire tutta la magia delle immagini in movimento. Per poi accomodarsi in un ricostruito caffè parigino per assistere ai primi film dei Lumière, dal famoso L’arrivo del treno alla stazione de La Ciotat fino alla farsa L’arroseur arrosé.