Alimentazione - Caccia Zoldo
Transcript
Alimentazione - Caccia Zoldo
Alimentazione Il camoscio è un ruminante, dotato quindi di prestomaci (reticolo, rumine, omaso) per la digestione e l’utilizzo della cellulosa contenuta nei vegetali. L’alimento principale del camoscio durante la bella stagione è l’erba (numerose specie), mentre d’inverno a seconda delle disponibilità alimentari, può consumare anche parti di arbusti o di giovani alberi senza tuttavia recare gravi danni alla foresta. In base ad un ampio lavoro scientifico dello studioso tedesco Hofmann, condotto su circa 150 specie di ruminanti, è possibile suddividere tale sottordine in tre categorie principali, in funzione della diversa strategia alimentare adottata: 1. “consumatori di graminacee e foraggio grezzo” (quali il muflone e quasi tutte le specie domestiche ), caratterizzati da una dieta composta da piante ad alto contenuto fibroso. I ritmi giornalieri di alimentazione di questi animali sono contraddistinti da pochi ma lunghi periodi di pascolo alternati ad altrettanto lunghi periodi di riposo e ruminazione; a questo raggruppamento appartiene circa il 25% delle specie; 2. “selettori di alimenti concentrati” (quale il capriolo e l’alce), caratterizzati da una dieta “di alta qualità”, costituita da piante ricche in composti solubili e altamente digeribili. L’alta selettività mostrata da questi ruminanti è basata principalmente su stimoli di carattere olfattivo; i loro ritmi circadiani di alimentazione si distinguono per frequenti periodi di pascolo alternati a brevi momenti di ruminazione. A questa categoria appartiene circa il 40% delle specie, ma nessuna fra quelle addomesticate; 3. tipi intermedi (quali camoscio, cervo, stambecco), adattati ad una dieta con caratteristiche intermedie pur cercando di evitare il più possibile i cibi ad alto contenuto di fibra. Il loro regime alimentare è di tipo “opportunistico” in quanto sono in grado di variare la quantità e la qualità della dieta a seconda delle disponibilità stagionali di foraggio; i ritmi giornalieri di alimentazione, sebbene variabili, sono in generale intermedi tra quelli delle prime due categorie. A tale gruppo appartiene circa il 35% delle specie. Il camoscio è un tipico rappresentante degli “opportunisti” con una strategia alimentare perfettamente adattata ad un ambiente con forti variazioni trofiche stagionali, quale l’ambiente alpino. Si può ipotizzare, come fattori primari che modificano la dieta del camoscio (e di ogni altro erbivoro) l’offerta vegetale (qualità e quantità) e lo stato fisiologico dell’ animale; a questi sarebbero collegati tutti i fattori secondari quali clima, suolo, competizione con altre specie, densità, ecc. In base ad alcuni studi, non meno di 300 specie vegetali possono venire incluse nella dieta del camoscio. Il camoscio dedica gran parte della sua giornata (eccettuati gli spostamenti) all’ alimentazione ( 40-60% del tempo) e al riposo (20-40% ); le ripartizioni percentuali subiscono grosse variazioni giornaliere e stagionali, anche in funzione delle condizioni meteorologiche. Durante i mesi estivi alimentazione e spostamenti tendono a concentrarsi maggiormente all’alba e al tramonto, mentre le ore centrali della giornata sono dedicate al riposo e alla ruminazione; in primavera e inverno questa dicotomia si fa meno accentuata e i ritmi di alimentazione risultano più continui. Il camoscio beve molto di rado in quanto è in grado di soddisfare il proprio fabbisogno idrico con l’acqua contenuta nei vegetali di cui si ciba, oppure, nei mesi invernali, mediante la neve; graditi sono i sali minerali che l’animale ottiene leccando gli affioramenti rocciosi. Ciò tuttavia non giustifica l’utilizzo di saline artificiali che hanno l’effetto di concentare notevolmente gli animali favorendo tra l’altro la trasmissione di patogeni. inverno estate 6h 12h 18h Schema dei tempi di attività giornaliera (da ONC, modificato)