I miracoli - Oratorio di Vimercate

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I miracoli - Oratorio di Vimercate
don Marco j
Catechesi Giovani 2010-11
quarto incontro
I miracoli
Alcune domande per aprire un dibattito:
• cosa è per te un miracolo? un fatto straordinario? la rottura delle regole del gioco? una
illusione ottica?
• credi nei miracoli? E in quelli che Gesù ha compiuto?
• come ti immagini un miracolo di Gesù?
• a cosa serve un miracolo?
• tu crederesti di fronte a un miracolo?
Di cosa stiamo parlando? Una definizione di “miracolo”
Si definisce miracolo (dal latino miraculum, cosa meravigliosa) un evento a volte attestato, a volte
asserito, difficilmente spiegabile secondo cause conosciute, e quindi attribuito a qualche causa
paranormale, e specificamente ad un intervento soprannaturale o divino, e che appare svolgersi in
contrasto con le leggi naturali. Nel linguaggio comune, per estensione, il temine miracolo indica
anche un evento straordinario, che desta meraviglia. In varie religioni il termine ha un significato
più tecnico e la ricerca teologica preferisce utilizzare il termine più generico di segno. Colui che si
ritiene abbia compiuto dei miracoli di natura medica è detto taumaturgo.
Il miracolo nelle religioni
Nell'ebraismo, così come nell'Islam, i miracoli sono considerati segni dell'onnipotenza di Dio. Nella
Bibbia svariati eventi vengono presentati come miracolosi. Per quanto riguarda l'Induismo, si
sarebbero verificati recentemente miracoli da parte del dio Ganesha; tra i più rilevanti quello del 21
settembre 1995, quando ogni statua della divinità - dall'Asia alle comunità induiste europee ed
americane - avrebbe bevuto del latte.
I Miracoli di Gesù
Per capire a fondo Gesù di Nazaret non ci possiamo fermare alle sue parole: le sue opere sono parte
integrante del suo messaggio. Ciò che Gesù compie sembra essere una esplicitazione di quello che
è. Siamo di fronte all’elemento che distingue il cristianesimo da ogni altra religione, ideologia e
filosofia: i creatori di religioni o ideologie non sono parte costitutiva del loro messaggio; essi sono
solo dei maestri che indicano la via da seguire (chi vuol seguire Buddha non ha bisogno di Buddha:
è lui stesso la sua lucerna, come disse lo stesso illuminato prima di morire; chi vuol seguire
Maometto, offenderebbe il profeta se si facesse chiamare maomettano). Per noi, invece, è
fondamentale conoscere Gesù per fare come lui, per seguire lui.
L’agire di Gesù ha alcune caratteristiche: si rivolge ai poveri e ai peccatori, per mostrare la
grandezza dell’amore gratuito di Dio; il superamento di alcuni valori del giudaismo a lui
contemporaneo (tutte le questioni sulla purità); il di stanziamento dalla prassi dei farisei e dei
dottori della legge…
Soffermiamoci proprio sui miracoli compiuti da Gesù. I Vangeli ne riportano più di trenta (3
risurrezioni; 6 miracoli sulla natura, come la tempesta sedata; 24 guarigioni). Per capire il senso
delle guarigioni operate da Gesù, occorre tenere conto che nella mentalità del tempo, alcune
malattie erano collegate con l’azione del demonio (possessioni e mutismi): ogni volta che Gesù
compie una guarigione, il Regno di Satana indietreggia ed avanza il Regno di Dio.
Gesù non è entusiasta dei miracoli, né asseconda le folle quando li chiedono: nel racconto delle
tentazioni emerge bene come Gesù considerasse una tentazione utilizzare la sua forza con fini
propagandistici. Non compie mai i suoi miracoli per convincere chi non crede in lui o nelle sue
parole, ma come segni della vicinanza di Dio a chi già crede in lui, almeno in forma iniziale. Il
miracolo è una risposta, almeno iniziale, data a chi ricorre a Dio con fiducia.
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Chiediamoci, innanzitutto, se sono storici i miracoli operati da Gesù.
Occorre evitare un preconcetto: i miracoli non sono possibili e dunque le narrazioni evangeliche dei
miracoli sono necessariamente leggendarie o mitologiche. Il nostro atteggiamento di fronte ai
miracoli è un riflesso del nostro atteggiamento di fronte a Gesù: se uno ha già deciso di dire di no a
Gesù, allora troverà sicuramente argomenti per confutare i miracoli. Questo valeva già per i
contemporanei di Gesù che assistevano ai miracoli: dicevano che operava per mezzo dei demoni.
A favore della autenticità sostanziale dei miracoli si sono:
1. il fatto che la loro tradizione evangelica è unanime;
2. i miracoli sono così profondamente collegati con la trama dei Vangeli, che senza di essi
tutto il resto perderebbe di consistenza (sempre l'agire di Gesù è strettamente collegato con
il suo annuncio);
3. i miracoli di Gesù hanno un carattere pubblico: chi li contesta, non nega il fatto, ma
l’autorità mediante la quale Gesù opera;
4. Gesù compie i miracoli con estrema semplicità e sobrietà e queste caratteristiche sono
rispettate dai racconti evangelici, che non indugiano mai sullo spettacolare;
5. il criterio della differenza: i miracoli di Gesù non sono in accordo con la tradizione
contestuale (nel mondo ebraico i profeti compivano i miracoli in nome di Jhwh, Gesù,
invece, li compie nel proprio nome; nella comunità cristiana primitiva, gli stessi apostoli
compivano miracoli, ma mai in nome proprio, sempre in nome di Gesù);
6. criterio di coerenza: i miracoli di Gesù sono omogenei con il suo messaggio e sono
coerenti con la narrazione evangelica (non sono una sorta di appendice). Gesù parla e agisce
con autorità divina;
7. criterio della molteplice testimonianza: le informazioni che provengono da più fonti
evangeliche (Marco, fonte comune di Luca e Matteo, fonti speciali di Matteo e Luca) e da
altri scritti extra-evangelici.
Dobbiamo però osservare alcune tendenze nei Vangeli:
1. amplificare e moltiplicare i miracoli: confrontando i passi paralleli dei Vangeli si osserva
che a volte un evangelista “esagera un po’” con i dati;
2. nelle tradizioni extrabibliche, per sottolineare la grandezza di un personaggio, gli si
attribuivano miracoli; questa tendenza potrebbe essere stata recepita anche dagli evangelisti;
3. in alcuni casi si proietta l’esperienza pasquale sulla vita terrena di Gesù: ad esempio, i
miracoli operati nella sfera della natura (tempesta sedata, Gesù che cammina sulle acque…).
Tutto questo ci permette di concludere l’autenticità globale dei miracoli; tuttavia, è assai difficile
stabilire l’autenticità del singolo miracolo. Se Gesù non avesse mai dato l’impressione di aver
compiuto nulla di “eccezionale”, difficilmente si spiegherebbe la comparsa della tradizione secondo
la quale Gesù operava miracoli. I Vangeli ci ricordano che Gesù era ancora in vita quando si
iniziava a discutere sul significato delle sue azioni portentose.
La questione fondamentale circa i miracoli di Gesù è relativa al loro significato: cosa voleva dire
con essi Gesù? Essi sono azioni pregnanti che ci aiutano a capire meglio chi è Gesù di Nazaret.
Appare subito evidente che essi non hanno valore terapeutico o assistenziale (Gesù non guarisce
tutti né risuscita tutti): essi simboleggiano la vicinanza di Dio, che si manifesta come nuova
creazione. Essi dicono che il Regno di Dio è entrato nella storia umana.
Essi dicono che Gesù può liberare l’uomo dal male, rendendolo disponibile a credere: non sono mai
un motivo per cui credere. I miracoli di Gesù sono sempre un’anticipazione della pienezza del
Regno di Dio che sta venendo.
Le guarigioni che Gesù opera ci suggeriscono una seconda interpretazione: Gesù è l’uomo per gli
altri. Tuttavia, egli non guarisce tutti, ma solo alcuni, come segno di qualcosa d’altro: Gesù non
mira ad un mondo migliore, ma ad un mondo nuovo. Il miracolo allora testimonia l’autorità
escatologica di Gesù:
1. Gesù adempie le profezie dell’Antico Testamento: “i ciechi guariscono, gli zoppi
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camminano, i lebbrosi sono guariti…” sono tutte citazioni di Isaia;
2. nei miracoli di Gesù la potenza di Dio si manifesta nel nascondimento: non sono mai una
prova della divinità di Gesù, ma un segno dell’unicità di Gesù;
3. il fine dei miracoli è quello di rendere l’uomo disponibile alla fede. Ciò avviene in un
duplice modo: da un alto, il miracolo deve condurre alla fede; dall’altro, per riconoscere il
miracolo come tale, ossia come opera di Dio, bisogna credere.
I miracoli nel tempo della Chiesa
Nella tradizione cristiana il miracolo non è mai stato identificato meramente con un fatto prodigioso
o inspiegabile. Tale caratteristica, da sola, non è sufficiente né pertinente a qualificarne la natura
teologica e religiosa. Il miracolo deve essere dunque in grado di “puntare” verso una causa
corrispondente ed adeguata, che possa essere riconosciuta, in modo non ambiguo, nell’azione
personale di Dio. L’azione divina, in quanto personale, non si esaurisce nel semplice fatto
prodigioso in quanto tale, ma possiede una dimensione ed una finalità rivelative, è una
comunicazione in favore dell’uomo. La teologia ha tentato di sistematizzare i tre precedenti criteri
(carattere inusuale, azione divina e dimensione intenzionale) distinguendo nella fenomenologia
del miracolo tre aspetti: psicologico, ontologico e semiologico. Il primo di essi indica la
dimensione di sorpresa e di meraviglia di fronte ad un evento totalmente inaspettato, mediante la
quale il soggetto si pone psicologicamente in una situazione di ascolto e di apertura ad una
rivelazione del divino. Deve tuttavia trattarsi di un’opera la cui realizzazione sia ontologicamente
possibile solo a Dio, e dunque in certo collegamento con il suo potere creatore (donare l’essere, la
vita, manifestare signoria ed onnipotenza su un creato che gli appartiene perché da lui dipende in
modo radicale). La sua funzione non è stupire o sconcertare, ma trasmettere un messaggio: è un
segno portatore di intenzionalità, che l’immagine biblica di Dio assicura essere un’intenzionalità
benevolente e salvifica. Il contenuto trasmesso partecipa delle diverse valenze di cui si avvale il
linguaggio, e dunque può includere anche una dimensione simbolica (una guarigione corporale, ad
esempio, può rimandare simbolicamente alla capacità di conferire una salvezza spirituale, una
moltiplicazione dei pani rimandare al cibo spirituale dell’Eucaristia, ecc.).
Nelle dichiarazioni del Magistero ecclesiale non troveremo, neanche in passato, una “definizione”
del miracolo, ma solo chiarimenti riguardanti i suoi contenuti e la sua finalità. Se ne sostiene la
storicità e la non assimilazione a narrazioni di ordine puramente simbolico o perfino mitologico; il
valore di prova, certamente in sinergia con altri fattori, per muovere gli uomini verso la fede; la non
praticabilità di una posizione ove la fede sia pronta a riconoscere il miracolo, ma la ragione ne neghi
la conoscibilità sulla base di un agnosticismo scientifico. In ogni caso, vi si rintracciano nel
complesso i criteri psicologico, ontologico e semiologico, benché espressi in modo non sistematico.
Il miracolo (quando è tale, ossia non sempre) è sempre opera di Dio anche se può avvenire tramite
l'intercessione di uomini santi come la Madonna, don Bosco, e Padre Pio... Secondo la procedura
attuale, definita nel 1983, l'inchiesta compiuta dalla Chiesa per accertare la verità del miracolo si
basa, nei casi di guarigione inspiegabile, su un'attenta analisi dei fatti da parte di una consulta
medica nominata dalla Congregazione per le cause dei santi composta da specialisti sia credenti sia
non credenti, la quale verifica se il caso in esame soddisfi i sette criteri definiti dal cardinale
Prospero Lambertini, poi papa Benedetto XIV, nel De servorum beatificatione et beatorum
canonizatione (1734). Fondamentale il 7º e ultimo punto: la guarigione deve dimostrarsi
permanente, e ciò richiede un periodo d'osservazione (follow up) notevole, convenzionalmente sui
20-25 anni. In caso di responso positivo, si valuta se le circostanze dell'evento sono compatibili con
un intervento divino (ad esempio se la persona guarita miracolosamente stava pregando o era in
pellegrinaggio in un santuario, o se qualcuno aveva fatto una di queste cose per lei) altrimenti la
guarigione, anche se avente tutte le caratteristiche oggettive per esser dichiarata miracolosa è
archiviata come remissione spontanea.
In senso lato, parte della Chiesa cattolica considera come miracoli anche eventi non prettamente
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fisici come le guarigioni corporali ma vi include anche i così detti "miracoli spirituali" o "interiori",
come per esempio la improvvisa e completa conversione alla fede di persone fino a un istante prima
incredule, atee, fortemente e dichiaratamente ostili e nemiche della fede. Il fatto più famoso è nella
Bibbia, la Conversione di Saulo sulla via di Damasco. Altri casi moderni sono stati la conversione
di Alphonse Marie Ratisbonne e quella di Bruno Cornacchiola. Naturalmente per tali "miracoli" non
sono possibili verifiche da parti di commissioni mediche.
In conclusione, la Chiesa cattolica non impone nessun miracolo come obbligatorio da credersi,
in quanto ritiene che la Fede in Dio può essere aiutata, ma non sostituita, da un evento
materiale ancorché miracoloso.
La teologia non ha alcun interesse a parlare dei miracoli come puri eventi straordinari e portentosi,
se non in riferimento a ciò che essi rivelano di Gesù Cristo e a ciò che Gesù Cristo rivela per mezzo
di essi. In teologia il miracolo deve restare ancorato al suo significato di segno che interpella
l’uomo, che rimanda ad un’irruzione di Dio nella storia, segno la cui finalità non è sorprendere
l’uomo provocando la sua ammirazione, ma mostrargli tutto il suo amore salvifico liberandolo dal
peccato e dalla morte. La comprensione del miracolo cristiano non si limita ad inverare la
conclusione che Dio è in mezzo a noi, ma vuole far davvero intendere che Dio è per noi.
Vi sono anche critiche al miracolo provenienti dalla stessa teologia. Sul versante biblico, a
partire dalla fine dell’Ottocento la critica al miracolo è confluita all’interno del programma di
«demitizzazione» della Sacra Scrittura e del Nuovo Testamento in particolare, prima con Adolf von
Harnack (1851-1930) e poi con Rudolf Bultmann (1884-1976).
Con frase provocante, Bultmann ribadisce: «Non ci si può servire della luce elettrica e della radio,
o far ricorso in caso di malattia ai moderni ritrovati medici e clinici, e nello stesso tempo credere al
mondo degli spiriti e dei miracoli propostoci dal Nuovo Testamento». Il tentativo di Bultmann
vorrebbe così superare la difficoltà contemporanea di proporre i miracoli come deroghe all’ordine
delle leggi naturali (eccezioni che la mentalità scientifica riterrebbe non possibili), non obbligando
l’interlocutore a prestar fede a narrazioni incredibili, ma orientandone piuttosto la sensibilità verso il
riconoscimento di “segni” soggettivamente ed esistenzialmente significativi. Esso reca però con sé
un’inevitabile conseguenza. Assieme ai miracoli viene indebolita (quando non del tutto rimossa) la
storicità della vita e della predicazione di Gesù Cristo, che con quei miracoli risultava strettamente
intessuta, assimilando facilmente nel proprio processo demitizzante anche l’Incarnazione e la
Resurrezione, la cui corretta comprensione e collocazione storica hanno per il cristianesimo un
valore fondativo.
In quest’ottica appare più equilibrato e di maggiore interesse il pensiero di Maurice Blondel (18611949). Egli ha posto l’attenzione sul valore di “segno” che il miracolo riveste per il soggetto,
rivalutando così le sue dimensioni personaliste ed esistenziali — nelle quali, in definitiva, si gioca
l’opzione della fede — ma senza per questo rinunciare al suo legame con la storia. «Lungi dal
negarne la realtà o la discernibilità, mi sono sempre premurato di stabilire che il miracolo non è
soltanto un prodigio fisico pertinente esclusivamente ai sensi, alla scienza o alla filosofia, ma che
esso è nello stesso tempo un segno rivolto ad ogni uomo, un segno di ordine spirituale e di carattere
morale e religioso, un segno che non rivela tanto l’esistenza della Causa prima (di cui i fatti naturali
possono bastare a rendercene certi), quanto la bontà di un Dio-Padre che segna il suo intervento
speciale e che autentica così un dono soprannaturale» (“Revue du Clergé français”, 15.4.1904, p.
405).
Nella dinamica fra fede e ragione, i miracoli non bastano, da soli, a determinare l’opzione della
persona umana verso la fede. I Vangeli mostrano una chiara “circolarità fra fede e segni”: i segni
sono compiuti affinché si creda, ma per riconoscerli come segni occorrono opportune disposizioni
del cuore. Come già segnalava Blaise Pascal, i miracoli danno prove ma non sono assolutamente
probanti, scuotono ma da soli non bastano alla fede. È necessario il giudizio del cuore, non solo la
razionalità della logica, ed occorre il dono della grazia (cfr. Pensieri, nn. 803, 843). Le disposizioni
necessarie per “riconoscere i miracoli” sono un’apertura alla fede, non una manifestazione di fede
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già formata: essi mantengono il loro appello come preamboli alla fede. Sebbene da soli siano
insufficienti né sono determinanti, la persona può ragionevolmente impiegarne l’appello nella
logica di quella «strategia per convergenza di indizi» (cff. J.H. Newman). L’itinerario della ricerca
di Dio è quello di non fermarsi ai miracoli, ma di saperne cogliere l’intimo nesso e dai “miracoli”,
risalire pazientemente e con passione verso il “Miracolo” di Gesù Cristo stesso, della sua identità e
credibilità, della sua resurrezione; solo questo “miracolo” può, da solo, qualificare come
pienamente “ragionevole e umanamente adeguata” un’opzione verso la fede il cui prodursi
compiuto resta sempre un dono di grazia.
I miracoli secondo la filosofia e la scienza
I filosofi razionalisti, in particolare David Hume, identificando il Creatore con le sue leggi, hanno
opposto obiezioni alla possibilità di eventi miracolosi. La tesi razionalista indica che un evento si
può considerare miracoloso solamente perché l'uomo in quel momento non possiede una
conoscenza piena ed esaustiva delle leggi della natura che lo regolano. Rifacendosi a Spinoza, che
afferma che il richiamo alla volontà divina non sarebbe altro che una scusa per i limiti della nostra
conoscenza, il razionalismo afferma che appellarsi a un miracolo è semplicemente un'ammissione di
ignoranza.
Tale punto di vista è condiviso da una larga parte degli scienziati contemporanei, per i quali non è
possibile parlare di miracolo. Ciò che alcuni considerano un miracolo è semplicemente un fatto per
cui ancora non sono note le leggi naturali ordinarie che lo regolano, oppure un fatto la cui
spiegazione con leggi naturali ordinarie è ben nota alla comunità scientifica, ma questa spiegazione
è ignorata dalle persone che credono a quel miracolo, oppure una leggenda non avvenuta realmente.
La scienza rifiuta infatti di considerare qualsiasi ipotesi di intervento soprannaturale e quindi il
concetto stesso di miracolo inteso come intervento divino, perché tale concezione contraddirebbe il
metodo scientifico e l'approccio razionalista che non contempla la possibilità di una causalità non
materiale. Alcuni scienziati sono però possibilisti, tenendo comunque sempre ben distinti il campo
dei fenomeni (talora apparentemente inspiegabili) e quello delle possibili interpretazioni.
Citazioni sul miracolo
• A differenza della natura, la storia è piena di eventi: il miracolo del caso e dell'infinitamente
improbabile vi ricorre con tale frequenza da far sì che parlare di miracoli sembri assurdo.
(Hannah Arendt)
• Chi crede nei miracoli li accetta (a torto o a ragione) perché sono evidenti per lui; chi non ci
crede li nega (a torto o a ragione) perché ha una dottrina contro i miracoli. (Gilbert Keith
Chesterton)
• È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano
assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere
nell'intima bontà dell'uomo. (Anna Frank)
• È miracolo ciò che è al di fuori del potere dell'uomo. (Ostad Elahi)
• I miracoli non possono guarire chi non crede. (Fulton J. Sheen)
• Il volgo chiama miracoli o opere di Dio gli eventi straordinari della natura. (Baruch
Spinoza)
• Nessun giorno è uguale all'altro, ogni mattina porta con sé un particolare miracolo, il proprio
momento magico, nel quale i vecchi universi vengono distrutti e si creano nuove stelle.
(Paulo Coelho)
• Non c'è nulla di quanto Dio ha fondato su una causa naturale costante, e che perciò avviene
ogni giorno, che non ci sembrerebbe un miracolo degno di ammirazione se avvenisse una
sola volta. (John Donne)
• Non credete ai miracoli: contateci ciecamente. (Legge di Murphy)
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Per la maggior parte degli uomini solo la cessazione del miracolo sarebbe miracolosa, e il
perpetuo esercizio del potere divino sembra meno meraviglioso di quanto non sarebbe la sua
assenza. (Henry Wadsworth Longfellow)
Raramente ci rendiamo conto che siamo circondati da ciò che è straordinario. I miracoli
avvengono intorno a noi, i segnali di Dio ci indicano la strada, gli angeli chiedono di essere
ascoltati. (Paulo Coelho)
Si parla di miracolo quando Dio batte i suoi record. (Jean Giraudoux)
Si può correggere l'orgoglio, le bizze, la gola, la pigrizia; ma la conversione di un cuore
invidioso e cattivo è una specie di miracolo. (Carlo Collodi)
Siamo tutti in fondo a un inferno, dove ogni attimo è un miracolo. (Emil Cioran)
Sii il tuo miracolo! (Una settimana da Dio)
Viviamo circondati da miracoli e non ce ne rendiamo conto. (Ernesto Cardenal)
Il miracolo, esaminato attentamente, null'altro esprime se non appunto la potenza
taumaturgica della fantasia, che senza contraddizione adempie tutti i desideri del cuore.
(Feuerbach)
Il miracolo scaturisce dal sentimento, e finisce nel sentimento. Il modo stesso in cui è
narrato rivela questa sua origine. La narrazione che gli si conviene è soltanto la narrazione
sentimentale. (Feuerbach)
L'oggetto caratteristico della fede è il miracolo, fede è fede nel miracolo, fede e miracolo
sono assolutamente inscindibili. (Feuerbach)
Siti
Definizione e aspetti teologici: http://www.disf.org/Voci/86.asp
A favore
• http://www.corriere.it/sport/10_dicembre_25/monique-cammina_4e745384-1050-11e093e1-00144f02aabc.shtml
• http://www.padrepio.catholicwebservices.com/miracoli.htm
contro
• http://www.albanesi.it/Mente/miracoli.htm
folkloristici:
• presentazione del miracolo di S. Gennaro:
manifestazioni/il-miracolo-di-san-gennaro/
http://www.bella.napoli.it/eventi-e-
Video
• tratto da un film di Massimo Troisi, Ricomincio da Tre: http://www.youtube.com/watch?
v=78hR452CD1U
• tratto da un esperimento fatto all'Aquafan di Riccione a cura del mensile Focus, in cui si
“crea” un miracolo: http://www.metacafe.com/watch/1734874/aquafan_il_miracolo/
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