Angeli e Demoni del restauro…
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Angeli e Demoni del restauro…
28 L’EDITORIALE Angeli e Demoni del restauro… di Cesare Feiffer Tra le molteplici celebrazioni del 450° una certa critica, peraltro “oziosa” e i vani interni voltati e con spazialità chiu- anniversario della morte di Michele auto referenziata, la reale paternità è sa e quelli aperti del peristilio, che non Sanmicheli, quella organizzata in Villa confermata sia da una data in una cam- hanno confini se non nel cielo e nei colli della Torre a Fumane nei pressi di pana del campanile sia dalle strette ana- attorno; tra l’acqua, della quale la Villa Verona è stata sicuramente originale, logie stilistiche e architettoniche con la era ricchissima nelle peschiere e nelle perché nell’ambito di una serata allietata Cappella Petrucci di Orvieto. fontane, e il fuoco dei camini, unici nella da cibi rinascimentali e da una raffinata Ma la Villa della Torre registra anche loro monumentalità e tipologia di deco- enodegustazione ha raccolto i contributi altre importanti influenze: quella di razione. di storici, di tecnici e di restauratori sti- Giulio Romano, attivo all’epoca tra Il gioco delle contrapposizioni e dei molandoli a riflettere su un tema parti- Verona e Mantova, e quella “diabolica” duplici significati continua e si fa più colare. del Ridolfi, che con i suoi camini profondo e ricco di simbologie tra la La Villa, oggi riaperta al pubblico ed alla “mostruosi” contribuisce a conferire al “Cappella bellissima”, luogo di Dio e vita culturale dalla società Allegrini, è complesso di architettura e natura una della purezza per le sue forme architet- una fabbrica cinquecentesca straordina- suggestione a volte inquietante. E que- toniche, e gli elementi mostruosi e dia- ria sia per le valenze architettoniche e sta inquietudine è poi accentuata dalle bolici che in ogni angolo decorano le formali sia, soprattutto, perché è sintesi decorazioni e dalla statuaria della grotta superfici interne ed esterne, le strutture colta di quel connubio tra architettura e e del bucintoro, che sono ovunque arric- e le decorazioni; ci sono camini dalle natura che tanto infiammava i nostri col- chiti da figurazioni “diaboliche e mostr- dimensioni gigantesche a forma di esseri leghi architetti rinascimentali. truose”. infernali, chiavi di volta e mascheroni Il vasto ma misurato complesso architet- La Villa di Fumane, voluta, pensata e che rappresentano soggetti deformi e tonico, che si organizza attorno ad un sorvegliata da Giulio della Torre, che si demoniaci oltre all’apporto decorativo monumentale peristilio centrale, è coro- dilettava anche di arte e architettura, è degli affreschi che, ora poco visibili, nato a nord da un singolare tempietto luogo che si connota per continue e decoravano in origine tutte le pareti. ottagonale che fa da sfondo, quasi ricorrenti duplici significati; in primo Ed è da questo contrasto singolare che come una quinta di teatro, alla Villa; luogo perché coniuga i mondi vasti del- gli organizzatori hanno tratto spunto non è una costruzione anonima, come l’architettura, nella quale si svolgevano per ricordare in modo particolare il avviene spesso nei contesti monumenta- l’otium e negotium, e della natura; Maestro veronese stimolando una rifles- li, ma è segnata da una “grande firma”, quella natura governata dall’uomo che sione di attori diversi sulla “Villa di Dio e perché il Vasari ne da notizia nelle sue avvolge tutto il sito architettonico. dei Demoni”, su quei temi che così pre- “Vite”, dicendo che “Fece Michele ai Ancora, i duplici significati e i contrasti potentemente connotano la fabbrica Signori Conti della Torre veronesi ricorrono tra il linguaggio dello stile rusti- fumanese conferendole un carattere una bellissima cappella ad uso di co, che è grezzo e volutamente non fini- unico. tempio tondo con altare in mezzo, to, degli esterni e del peristilio e le fini Il tema della divinità e del demonio, del nella loro villa di Fumane”, attribuen- decorazioni degli interni, più curati e bene e del male, così come del positivo do quindi direttamente al Maestro vero- decorati; tra la terra coltivata, che quasi e del negativo, con tutte le simbologie nese il disegno e, forse, pure il controllo penetra all’interno della villa, e i lunghi religiose e laiche che coinvolgono da della realizzazione. filari dei vigneti ed i giardini all’italiana millenni, affascina e coinvolge da sem- Anche se l’attribuzione è stata molto che, ora scomparsi, contrapponevano pre progettisti e critici sia in arte sia in dibattuta, e in parte non riconosciuta da alla natura libera il disegno razionale; tra architettura. Nell’ambito dei rispettivi 29 ruoli, essi hanno sempre trovano terreno gini. Con non poca ironia, si può rilevare ta oppure cambiato il colore dei prospet- fertile per spaziare nel campo pressochè che agli “Angeli” appartiene un mondo ti, ne vengono proposti impossibili ripri- sterminato della creatività, i primi, e del- vasto e variegato di operatori culturali, stini, antichi splendori, si ri-creano o si l’interpretazione i secondi, affrontando ma dove ognuno possiede particolari e creano ex novo porzioni prendendo di volta in volta i riferimenti religiosi e diverse convinzioni, nel senso che non ci spunto dall’analogo o da modelli astrat- quelli laici, i temi concreti e quelli teorici, sono conformità di atteggiamenti e uni- ti, si demolisce e si ricostruisce arrivando gli approfondimenti culturali e quelli sto- cità di pensiero oltre ad un certo limite al paradosso di rifare il nuovo simile rici, oltre a quelli materici e simbolici. né principi che valgano in modo assolu- all’originale demolito. E allora questi In queste culture anche il restauro ha to. Troppe sono le tendenze e le correnti sono i veri “demoni” del restauro, colo- trovato linfa vitale, spunti per pensare o della conservazione e del restauro con- ro che non accettano la supremazia del- ripensare i rapporti con la storia, o servativo che dovrebbero essere intese l’esisitente ma vogliono trasformarlo e meglio con le storie, dell’arte e dell’ar- con una cultura a maglie lar- chitettura e ai modi con i quali queste ghe, perché sono finalità e cri- sono state interpretate e giudicate nel teri non manualizzabili né sche- tempo e, quindi, ai modi di intendere e matizzabili. Questi “buoni” cre- valutarne i “valori”. dono in un restauro che tenti di La riflessione alla quale hanno partecipa- massimizzare la permanenza to “teorici” e “pratici”, appartenenti agli architettonica anche se stratifi- Enti di Tutela e alla professione libera, cata, ne rispetti le vicende che oltre a storici e restauratori, è iniziata ogni epoca ci scrive o ci riscrive dalla figura di Sanmicheli architetto reli- sopra, e massimizzi l’autenticità dell’inte- modificarlo, che non intendono limitare gioso passando poi a quello civile, esten- ro edificio non solo delle immagini este- la propria creatività ed il proprio estro dendosi dopo ai restauri e ai restauratori riori ma anche di quella “civilisation compositivo, che vogliono aumentare le (fini restauratori e grossolani demolitori e materielle” che permea le nostre archi- valenze storiche e artistiche del bene ripristinatori) del Sanmicheli, per ricorda- tetture “minori”, i nostri centri storici e con ricostruzioni storiche ormai bandite re il deleterio lungo abbandono della possiede la medesima intensità testimo- da secoli, che inventano la storia man Villa fino al restauro degli anni ’60, che niale dell’aspetto formale. Agli “Angeli” mano che la interpretano, che massa- manifesta oggi più che mai in tutte le del restauro, a coloro che ne hanno a crano in nome dell’adeguamento tecno- sue contradditorietà. cuore la permanenza, si contrappone un logico e del consolidamento strutturale. L’evento Villa di “Dio e dei Demoni” ha altro mondo, anch’esso particolarmente Così, partendo dal Sanmicheli e dai temi portato quindi la riflessione anche sui lidi disomogeneo, quello dei “Demoni”, profondi dell’analisi storico-critica dell’ar- del restauro, dove la storica contrapposi- che pare abbia come denominatore chitettura, anche in questa occasione si zione tra “angeli e demoni” (per essere comune quello di far di tutto per non è arrivati al restauro, quel restauro che più attuali citando Dan Brown), e cioè conservare l’architettura del passato. Per non può che coincidere, per dirla con il tra i sostenitori del rispetto e della con- questi “cattivi” la preesistenza storica Codice, con la conservazione della “con- servazione degli edifici storici e quelli deve essere riprogettata, riconfigurata sistenza materiale” deibeni architettoni- della demolizione, della modificazione e tipologicamente, nell’edificio viene sosti- ci, senza il quale anche “Dio e i del ripristino, è una caratteristica che tuito lo scheletro portante, ne viene Demoni” … scomparirebbero. connota il restauro fin dalle lontane ori- svuotato l’interno e mantenuta la faccia- TROPPE SONO LE TENDENZE E LE CORRENTI DELLA CONSERVAZIONE E DEL RESTAURO CONSERVATIVO CHE DOVREBBERO ESSERE INTESE CON UNA CULTURA A MAGLIE LARGHE, PERCHÉ SONO FINALITÀ E CRITERI NON MANUALIZZABILI NÉ SCHEMATIZZABILI Cesare Feiffer