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COME SI ESEGUONO I COMPITI Questo documento è diretto a Te! Si proprio a te studente di prima superiore. Leggilo bene e con attenzione, mi raccomando! Sembra banale ma non sempre i compiti si eseguono nel migliore dei modi. In particolare perché “fare i compiti” non vuol dire “fare gli esercizi”, ma significa seguire fasi ben distinte (che poi sono le stesse che si seguono durante una lezione a scuola). Inoltre è sempre importante ricordare che i compiti non sono mai fine a loro stessi ma sono fondamentali per comprendere, consolidare, memorizzare un argomento trattato, anzi, per padroneggiarlo. Vediamo le fasi: 1) FASE DI COMPRENSIONE (entro un giorno dalla spiegazione) • Rivedi, rileggi il paragrafo/capitolo spiegato in classe e con l’evidenziazione, da parte dell’insegnante, dei punti importanti; • Integra, eventualmente, gli appunti presi in classe con il libro di testo; • Fai una mappa concettuale del paragrafo/capitolo rivedendo e sapendo rifare (tenendo il libro o gli appunti sotto mano) gli esercizi pilota1; 2) FASE DI CONSOLIDAMENTO • Svolgi autonomamente (cioè libro e quaderno chiusi) gli esercizi pilota; • Svolgi gli esercizi lasciati dall’insegnante (e se ti si senti insicuro svolgine almeno il doppio a tua scelta); • Evidenzia gli esercizi che non sono chiari o scrivi a margine le motivazioni del perché non riesci ad andare avanti (così da chiederlo a lezione); 3) FASE DI MEMORIZZAZIONE (per la preparazione della prova orale e/o scritta) • Ripeti ad alta voce, usando un linguaggio specifico (cioè relativo alla disciplina, un “misto” di italiano e di termini matematici quello che io scherzosamente chiamerò “matematichese”) le definizioni e i teoremi; Attenzione perché “ripetere” non significa “leggere più volte” (magari al mattino un quarto d’ora prima dell’inizio della scuola!) o peggio ripetere “a pappagallo” senza sapere minimamente quello che stai leggendo! Occorre leggere con attenzione, lentamente, chiedendoti se conosci il significato di tutte le parole della lingua italiana incontrate e poi se ti sono chiare le definizioni di tutti gli enti matematici trovati: ti consiglio di sottolinearli e di cercare la loro definizione sul quaderno di disciplina che avrai Per “esercizio pilota” si intende un esercizio ideato apposta per illustrare una proprietà o una peculiarità o spiegare un concetto appena visto; rappresentano il minimo indispensabile del sapere dell’argomento trattato. 1 1 opportunamente redatto o sul libro di testo prima di andare avanti nello studio se non te li ricordi! Ti faccio un esempio per chiarire. Nel teorema “In un triangolo isoscele l’altezza è anche mediana della base e bisettrice dell’angolo al vertice” occorre sapere il significato di tutte le parole sottolineate e non solo cosa afferma il teorema. Spesso l’insegnante quando ti interroga va in profondità e non si limita ad ascoltare, ma vuole sincerarsi che tu abbia veramente capito. Se ti sono stati assegnati 10 esercizi e se ne sai risolvere solo 2 è impensabile sperare che la “fortuna” ti assisterà e quindi che l’interrogazione o il compito in classe andranno bene. Cosa fare allora? • Non disperarti e non pensare di essere “stupido”; • Non aspettare troppo a lungo a chiedere spiegazioni all’insegnante: fallo subito, nella lezione successiva! Esci alla lavagna dicendo, senza timore, cosa non hai capito e senza timore fai domande pertinenti; • Durante la correzione degli esercizi da parte di un compagno o dell’insegnante non distrarti chiacchierando con i vicini perché potresti perdere occasioni importanti! Gli errori reiterati, nonostante le spiegazioni, sono i peggiori perché dimostrano all’insegnante il tuo disinteresse nel voler migliorare. Per ultimo ricorda che non puoi capire ciò che non vuoi veramente studiare! In altre parole devi essere disposto a far fatica per imparare altrimenti nessun metodo di spiegazione può essere efficace. Se hai provato veramente e con serietà a fare i compiti allora potrai dire di non aver capito. Milano, Agosto 2014 Prof. Oreste Fabio Fanelli 2