San Giorgio - Comune di Mazzarrà Sant`Andrea

Transcript

San Giorgio - Comune di Mazzarrà Sant`Andrea
San Giorgio
San Giorgio
San Giorgio di Carlo Crivelli (1472)
Megalomartire
Nascita
Morte
Venerato
da
275-285 circa
303 (?)
Tutte le Chiese che
ammettono il culto dei
santi
Ricorrenza 23 aprile
Attributi
Patrono di
14 agosto
Drago, palma, stendardo
costituito da una croce
rossa in campo bianco
Arcieri, cavalieri,
soldati, alabardieri,
armaioli, piumaroli
(elmo), movimento
scout; Catalogna,
Georgia, Inghilterra,
Lituania, Portogallo,
Repubblica di Genova;
numerose località (vedi
Patronati)
San Giorgio (Cappadocia, 275-285 circa – Nicomedia, 23 aprile 303) è stato, secondo una
consolidata e diffusa tradizione, un martire cristiano, venerato come santo megalomartire da
quasi tutte le Chiese cristiane che ammettono il culto dei santi[1]. San Giorgio è inoltre onorato
dai musulmani con il titolo di "profeta"[2]. Morì prima di Costantino I, probabilmente sotto le
mura di Nicomedia, secondo alcune fonti nel 303. Il suo culto è molto diffuso ed è antichissimo
risalendo almeno al IV secolo.
Cenni biografici ed agiografia]
La tomba di san Giorgio presso Lod (Israele)
In mancanza di notizie biografiche certe su san Giorgio, le principali informazioni
provengono dalla Passio sancti Georgii, che però già il Decretum Gelasianum del 496
classificava tra le opere apocrife. Secondo questa fonte, Giorgio era originario della
Cappadocia (regione dell'odierna Turchia), figlio di Geronzio, persiano, e Policromia,
cappadoce, nato verso l'anno 280. I genitori lo educarono alla religione cristiana. Trasferitosi
in Palestina, si arruolò nell'esercito dell'imperatore Diocleziano, comportandosi da valoroso
soldato fino al punto di giungere a far parte della guardia del corpo dello stesso Diocleziano,
divenendo ufficiale delle milizie.
Il martirio sarebbe avvenuto sotto Diocleziano stesso (che però in molte versioni è sostituito
da Daciano imperatore dei Persiani), il quale avrebbe convocato settantadue re per decidere
che misure prendere contro i cristiani.
Giorgio donò ai poveri tutti i suoi averi e, davanti alla corte, si confessò cristiano; all'invito
dell'imperatore di sacrificare agli dei si rifiutò: secondo la leggenda venne battuto, sospeso,
lacerato e gettato in carcere, dove ebbe una visione di Dio che gli predisse sette anni di
tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione.
Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, Giorgio resuscitò operando la
conversione del magister militum Anatolio con tutti i suoi soldati, che vennero uccisi a fil di
spada; entrò in un tempio pagano e con un soffio abbatté gli idoli di pietra; convertì
l'imperatrice Alessandra che venne martirizzata.
A richiesta del re Tranquillino, Giorgio risuscitò due persone morte da
quattrocentosessant'anni, le battezzò e le fece sparire. L'imperatore Diocleziano lo condannò
nuovamente a morte e il santo, prima di essere decapitato, implorò Dio che l'imperatore e i
settantadue re fossero inceneriti; esaudita la sua preghiera, Giorgio si lasciò decapitare
promettendo protezione a chi avesse onorato le sue reliquie, le quali sono conservate in una
cripta sotto la chiesa cristiana (di rito greco-ortodosso) a Lydda (l'odierna Lod, in Israele).
Culto
Il mito di san Giorgio
culto per una Repubblica marinara
«San Giorgio trafigge il drago».
Affresco nel prospetto principale di
Palazzo San Giorgio di Genova.
Anticamente nella "Superba", la
repubblica marinara di Genova - il cui
vessillo era appunto una croce rossa in
campo bianco - la venerazione di san
Giorgio era riconosciuta a livello
istituzionale, tanto da identificare
l'immagine di san Giorgio e la bandiera
rossocrociata con la Repubblica
genovese. Il simbolo di san Giorgio
ricorre ancor oggi nello stemma
comunale del capoluogo ligure.
La grande diffusione del culto di san
Giorgio, originariamente venerato in
Oriente, si ebbe inizialmente in Europa
in conseguenza delle Crociate in
Terrasanta, e più precisamente ai tempi
della battaglia di Antiochia. Accadde
che, nell'anno 1098, durante una delle
più furiose battaglie, i cavalieri crociati e
i condottieri inglesi vennero soccorsi dai
genovesi i quali ribaltarono l'esito dello
scontro e consentirono la presa della
città, ritenuta inespugnabile. Secondo la
leggenda il martire si sarebbe mostrato
ai combattenti cristiani in una
miracolosa apparizione, accompagnato
da splendide e sfolgoranti creature
celesti con numerose bandiere in cui
campeggiavano croci rosse in campo
bianco.
La festa liturgica si celebra il 23 aprile. La sua memoria è celebrata in questo giorno anche nei
riti siro e bizantino. Viene onorato, almeno dal IV secolo, come martire di Cristo in ogni parte
della Chiesa.
Nel 1969 la Chiesa cattolica declassò il santo nella liturgia a una memoria facoltativa, ma la
devozione dei fedeli è continuata.
La leggenda aurea
Si narra che in una città chiamata Selem, in Libia, vi fosse un grande stagno, tale da poter
nascondere un drago, che, avvicinandosi alla città, uccideva con il fiato tutte le persone che
incontrava. Gli abitanti gli offrivano per placarlo due pecore al giorno, ma quando queste
cominciarono a scarseggiare furono costretti a offrirgli una pecora e un giovane tirato a sorte.
Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, la principessa Silene. Il re, terrorizzato, offrì il
suo patrimonio a metà del regno, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi
figli. Dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane si avviò verso lo
stagno per essere offerta al drago. In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il
quale, saputo dell'imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo
intervento per evitarle la brutale morte. Poi disse alla principessa Silene di non aver timore e
di avvolgere la sua cintura al collo del drago; il quale prese a seguirla docilmente verso la
città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li tranquillizzò
dicendo loro di non aver timore poiché «Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se
abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro». Allora il re e la
popolazione si convertirono e il cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città
trascinato da quattro paia di buoi.
Questa leggenda era sorta al tempo delle Crociate, e probabilmente, fu influenzata da una
falsa interpretazione di un'immagine dell'imperatore cristiano Costantino, trovata a
Costantinopoli, in cui il sovrano schiacciava col piede un enorme drago, simbolo del «nemico
del genere umano». La fantasia popolare ricamò sopra tutto ciò, e il racconto, passando per
l'Egitto, dove san Giorgio ebbe dedicate molte chiese e monasteri, divenne una leggenda
affascinante, spesso ripresa nell'iconografia. San Giorgio tuttavia non è l'unico personaggio
che uccide un drago: anche ad altri santi le leggende riconoscono simili imprese. È facile
confondere san Giorgio con san Demetrio o san Teodoro.
Nell'iconografia San Giorgio spesso compare con l'epiteto "O Τροπαιοφόρος" (il vittorioso).
Nel Medioevo la lotta di san Giorgio contro il drago diviene il simbolo della lotta del bene
contro il male e per questo il mondo della cavalleria vi vide incarnati i suoi ideali. La leggenda
del soldato vincitore del drago contribuì al diffondersi del suo culto che divenne popolarissimo
in Occidente ed in tutto l'Oriente bizantino, ove è per eccellenza il «grande martire» e il
«trionfatore». Rapidamente egli divenne un santo tra i più venerati in ogni parte del mondo
cristiano. Vari Ordini cavallereschi portano oggi il suo nome e i suoi simboli: l'Ordine della
Giarrettiera, l'Ordine Teutonico, l'Ordine Militare di Calatrava; il Sacro Militare Ordine
Costantiniano di San Giorgio e molti altri.
Secondo vari studiosi, San Giorgio e San Michele sono eredi dell'immagine dell'eroe radioso
che uccide un drago, parte della fase solare del mito della creazione il cui archetipo fu il dio
babilonese Marduk[3].
Reliquie
Grande venerazione riscosse il sepolcro del martire; le sue reliquie furono trasferite,
probabilmente durante l'invasione persiana all'inizio del sec. VII o, poco dopo, all'arrivo dei
musulmani in Palestina.
A Roma, Belisario (ca. 527) affidò alla protezione del santo la porta di san Sebastiano e la
chiesa del Velabro, dove venne poi trasferito il cranio di san Giorgio, trovato in Cappadocia
da papa Zaccaria (744–752).
Il nome di san Giorgio era invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra e la sifilide e,
nei paesi slavi, contro le streghe[4].
Dal 1996, dietro autorizzazione ecclesiastica, san Giorgio è il santo protettore delle "Guardie
Particolari Giurate".
Edifici religiosi
Numerosi sono gli edifici religiosi dedicati a San Giorgio nel mondo.
Patronati
In Italia
In Italia il culto per san Giorgio è assai diffuso e le città e i comuni di cui è patrono sono più di
cento, di cui uno capoluogo di regione (Campobasso), e tre capoluoghi di provincia (Ferrara,
Ragusa e Reggio Calabria), inoltre si contano ben ventuno comuni che portano il suo nome[5].
Appignano del Tronto
(AP)
Donori (CA)
Pagnacco (UD)
Dorsino (TN)
Paderna (AL)
Arcinazzo Romano
(RM)
Endine Gaiano (BG) Pau (OR)
Arcole (VR)
Eupilio (CO)
Arena Po (PV)
Faggeto Lario (CO) Pereto (AQ)
Bagolino (BS)
Pecorara (PC)
Fontanafredda (PN) Perfugas (SS)
San Giorgio in Bosco
(PD)
San Giorgio Ionico
(TA)
San Giorgio La
Molara (BN)
San Giorgio
Monferrato (AL)
Petrella Tifernina (CB) San Giorgio Morgeto
(RC)
Balsorano (AQ)
Piana degli Albanesi
San Giorgio
Gropello Cairoli
(PA)
Piacentino (PC)
Baressa (OR)
(PV)
Piedimulera (VB)
San Giorgio di Susa
Barbianello (PV)
Hône (AO)
(TO)
Pignataro Maggiore
Battifollo (CN)
Lessolo (TO)
(CE)
Sanguinetto (VR)
Bergantino (RO)
Liscate (MI)
Piovà Massaia (AT)
San Roberto (RC)
Bernate Ticino (MI)
Liveri (NA)
Pizzo (VV)
Sassuolo (MO)
Beura-Cardezza (VB) Lodine (NU)
Pollein (AO)
Scapoli (IS)
Bitti (NU)
Loseto (BA)
Porcia (PN)
Segariu (VS)
Boltiere (BG)
Lozzolo (VC)
Porto San Giorgio (FM)
Sessame (AT)
Bonnanaro (SS)
Lurago Marinone
Portofino (GE)
Sestu (CA)
(CO)
Brozolo (TO)
Preone (UD)
Siliqua (CA)
Lusevera (UD)
Carpeneto (AL)
Prizzi (PA)
Solza (BG)
Luzzara (RE)
Casalbuttano ed Uniti
Quartucciu (CA)
Stazzano (AL)
Maccastorna (LO)
(CR)
Ragusa (RG)
Suelli (CA)
Casale Corte Cerro (VB)Maropati (RC)
Riano (RM)
Tarano (RI)
Casale di Scodosia (PD) Martone (RC)
Reano (TO)
Tavenna (CB)
Caselette (TO)
Maserada sul Piave
Bairo (TO)
Frabosa Sottana
(CN)
Casaletto Vaprio (CR)
(TV)
Reggio Calabria
Terdobbiate (NO)
Casorezzo (MI)
Matino (LE)
Rhêmes-Saint-Georges
(AO)
Tires (BZ)
Castegnero (VI)
Menconico (PV)
Torresina (CN)
Riofreddo (RM)
Castel Giorgio (TR)
Mezzano (TN)
Trecenta (RO)
Ripi (FR)
Castello-Molina di
Fiemme (TN)
Mirabello Sannitico
(CB)
Roccabascerana (AV)
Castellucchio (MN)
Modica (RG)
Treglio (CH)
Tresnuraghes (OR)
Roccaforte Ligure (AL)
Trinità (CN)
Cavallermaggiore (CN) Molteno (LC)
Rovagnate (LC)
Cellatica (BS)
Moncenisio (TO)
Ruinas (OR)
Cerreto Grue (AL)
Monforte San
Giorgio (ME)
Valduggia (VC)
San Giorgio a Cremano
(NA)
Valgreghentino (LC)
Tricerro (VC)
Chiauci (IS)
Chieuti (FG)
Chieve (CR)
Montagna in
Valtellina (SO)
Montanaso
Lombardo (LO)
Chions (PN)
Montappone (FM)
San Giorgio a Liri (FR) Varenna (LC)
San Giorgio Canavese
(TO)
San Giorgio della
Richinvelda (PN)
Chirignago(VE)
Varzo (VB)
Venegono Superiore
(VA)
Vicari (PA)
Cicerale (SA)
Montechiaro d'AcquiSan Giorgio delle
(AL)
Pertiche (PD)
Cino (SO)
Montecilfone (CB)
Vico nel Lazio (FR)
Coggiola (BI)
San Giorgio del Sannio Vigolo Vattaro (TN)
(BN)
Montegiorgio (FM)
Villanterio (PV)
San Giorgio di Lomellina
(PV)
Nerola (RM)
Villaputzu (CA)
Corte Palasio (LO)
Neviglie (CN)
Cossignano (AP)
Niella Belbo (CN)
Claut (PN)
Costa di Mezzate (BG) Orio al Serio (BG)
Credaro (BG)
Oriolo (CS)
Croviana (TN)
Oriolo Romano (VT)
Cumignano sul Naviglio Ovodda (NU)
(CR)
Dello (BS)
San Giorgio di Mantova Viola (CN)
(MN)
Zandobbio (BG)
San Giorgio di Piano
(BO)
Zimone (BI)
Zumpano (CS)
La sua croce rossa in campo bianco è simbolo anche di Genova, Bologna, Milano e
dell'Inghilterra.
Negli altri stati
Il Santo cavaliere che guidò
la vittoria sui Saraceni
Icona custodita nella chiesa di San
Giorgio Extra, che raffigura San Giorgio
mentre uccide il drago; sullo sfondo il
Duomo e la città di Reggio Calabria.
L'origine dell'antichissimo culto reggino
a san Giorgio risale agli inizi dell'XI
secolo ed è legato all'episodio che portò
Reggio Calabria ad infliggere una
sconfitta ai saraceni che insidiavano le
coste calabresi. Nel 1086 il saraceno
Bonavert di Siracusa sbarcò a Reggio
distruggendo il monastero di San Nicolò
sulla Punta Calamizzi e la chiesa di San
Giorgio danneggiando le effigi dei Santi,
ma il duca Ruggero Borsa contrattaccò
ed inseguì Bonavert, lo uccise in
battaglia e conquistò Siracusa. Per
questa vittoria i reggini adottarono san
Giorgio a loro protettore, si dice infatti
che Ruggero sarebbe stato assistito dal
Santo contro Bonavert. Proprio a questo
periodo corrisponde infatti
l'antichissima devozione della città a
Giorgio, documentata anche dal fatto che
al santo furono dedicate molte chiese
della città (tra cui San Giorgio di
Sartiano in La Judeca, San Giorgio di
Lagonia, San Giorgio intra moenia e San
Giorgio extra moenia). In particolare
nella chiesa di San Giorgio al Corso,
tuttora esistente nel cuore della città, nel
medioevo si eleggevano i tre sindaci della
città con un solenne atto ai piedi
dell'altare del santo patrono.
San Giorgio è patrono dell'Inghilterra[6], del Portogallo, della Lituania, del Montenegro, della
Georgia e dell'Etiopia.
Il santo, assieme a san Paolo apostolo, è compatrono di Malta, mentre è il patrono principale
dell'isola di Gozo, il cui capoluogo, Victoria, ospita la chiesa protoparrocchiale di San Giorgio,
edificata nel XVII secolo, dal 1958 basilica minore pontificia. La sua festa patronale esterna
ricorre la terza domenica di luglio, con apparati solenni e un notevole concorso popolare, a
testimonianza della sentita devozione dei gozitani verso il martire di Cappadocia[7]. San
Giorgio è anche il santo titolare di una fra le più importanti ed antiche parrocchie maltesi,
Qormi, la cui comunità lo festeggia solennemente l'ultima domenica di giugno.
In Serbia San Giorgio è uno degli due santi patroni (l'altro è san Sava).
Il santo è anche posto a protezione della Catalogna e il 23 aprile (in catalano: diada de Sant
Jordi) i catalani, con una tradizione che risale probabilmente al secolo XV, festeggiano la
giornata degli innamorati, in cui le coppie di amanti, ma anche gli amici, genitori e figli, si
regalano delle rose e dei libri. La festa è molto popolare e, dal punto di vista dei catalani, è
anche diventata una rivendicazione della loro cultura e valori nazionali. A san Giorgio Antoni
Gaudí dedicò la Casa Batllò a Barcellona.
In Germania sono a lui dedicate molte acque ritenute miracolose. La città tedesca di Friburgo
in Brisgovia ha lui come santo patrono.
Tra gli Slavi di Carinzia assume l'aspetto folcloristico di un rito per ottenere la pioggia
(Giorgio verde); tra i Georgiani, invece, si celebra il 14 agosto e ha preso il posto di una festa
al dio Luno (Giorgio bianco). Altri paesi slavi sostituirono il culto di Jarylo con quello di san
Giorgio.
In Istria la leggenda racconta che il santo avrebbe ucciso un drago anche presso la città di
Pirano (Piran) in cui gli è dedicato il duomo e un capitello con dipinto raffigurante l'impresa,
vicino alla piazza.
In Croazia san Giorgio è il santo patrono del comune di ðurñevac e del comune di Sveti ðurñ
(San Giorgio). San Giorgio è stato il santo patrono della città croata di Sussak (Sušak)[8].
San Giorgio è inoltre il patrono dei Rom, i quali lo celebrano il 6 maggio con la loro più
importante festa, detta in romanè Gurgevdan (pronuncia: Giurgevdan).
Altre località non italiane
Buttenheim (Germania)
Catalogna (Spagna)
Friburgo in Brisgovia (Germania)
Mosca (Russia)
Pirano (Slovenia)
Sušak (Croazia)
Mosul (Iraq)
Festeggiamenti
Nella provincia di Ferrara il culto è particolarmente diffuso poiché spesso, nella credenza
popolare dell'Alto Medioevo, il Po ed altri corsi minori venivano considerati la tana di un
drago che san Giorgio avrebbe ucciso salvando gli abitanti. In realtà il drago è stato
identificato come metafora della pericolosità delle piene del fiume che rischiavano di
distruggere Ferrara e gli altri centri della zona. A Ferrara le due chiese principali gli sono
dedicate. Ad Argenta invece, è presente la pieve di San Giorgio, addirittura precedente alla
nascita della città di Ferrara, a provare l'antichità del culto del santo.
Gli è dedicato il palio di Ferrara nel quale il premio è appunto il drappo del "santo Zorzo"
(san Giorgio nel locale dialetto).
A Gubbio è uno dei tre santi nel cui nome si svolge la festa dei ceri (o "corsa") ogni 15
maggio[9].
A Siena, in ricordo della battaglia di Montaperti, si celebravano ogni anno a settembre i
Giochi di San Giorgio.
A Soriano nel Cimino, a san Giorgio è dedicata un'antica chiesa romanica risalente all'XI
secolo e porta il suo nome una delle quattro contrade che partecipano alla "Sagra delle
Castagne", una delle più importanti manifestazioni medioevali in Italia. Durante il corteo
storico viene rievocata la battaglia del santo contro il drago, con un grande carro allegorico in
cui compaiono i protagonisti della vicenda.
A Porto San Giorgio la chiesa principale è dedicata a San Giorgio e inoltre il 23 aprile si
festeggia il santo patrono con una fiera e una processione che attraversa la città.
San Giorgio martire è il Santo Patrono di Villaputzu. Si festeggia il 15 maggio con l'uscita del
santo in processione su un carro sardo trainato da una coppia di buoi, accompagnato oltre che
dai fedeli, dal suono delle launeddas e gruppi in costume sardo. Segue la Santa Messa Solenne
e successivamente proseguono i festeggiamenti nel sagrato della Chiesa.
Vi è una processione anche a Vieste, in Puglia, una a Ragusa (nell'antico quartiere di Ibla) ed
a Modica in provincia di Ragusa ed un'altra a Prizzi ed a Piana degli Albanesi provincia di
Palermo, in Sicilia. Viene festeggiato inoltre a Marineo, il 23 aprile.
A Caresana, paesino della provincia di Vercelli, ogni anno l'ultima domenica di aprile si
scioglie il voto a san Giorgio con la centenaria Corsa dei Buoi, che consiste nel far correre gli
animali per duecento metri partendo dalla Chiesetta del Santo.
A Chieuti, in provincia di Foggia, il 23 aprile si svolge l'annuale corsa dei buoi. Carri trainati
da buoi e cavalli vengono fatti gareggiare lungo le strade della città.
A Locorotondo san Giorgio è il Patrono principale, mentre San Rocco è il compatrono. In
questo borgo ci sono molti festeggiamenti per san Giorgio e la comunità vanta una bellissima
statua lignea.
La sera del 23 aprile di ogni anno vi è una processione con carro trionfale sormontato dal
quadro di S. Giorgio Martire nel grazioso borgo di Loseto, comune autonomo fino al 1937 ed
ora quartiere di Bari, dove il santo martire è venerato come santo patrono. Il quadro
raffigurante il santo nell'atto di uccidere il drago è conservato sul marmoreo altare della
settecentesca Chiesa Matrice di S.Giorgio. Vi si venera anche una bella statua del martire
cristiano.
A Martone il 23 aprile si venera con la solenne messa e la processione. La 2ª domenica di
agosto al rientro degli emigranti la festa dura 3 giorni Venerdì taglio da ntinna (albero della
cuccagna) Sabato Arzata da ntinna (alzata dell'albero della cuccagna) molto caratteristico
alto 26 m. Domenica processione per le vie del paesino, la sera alle 22,00 la discesa, il santo
dalla chiesa matrice rientra nella sua chiesetta.
Patrono degli Scout
San Giorgio è da sempre considerato santo patrono degli Scout e delle Guide. Questo non per
le origini inglesi del movimento, bensì per la simbologia a lui legata dei cavalieri e del bene
che sconfigge il male[10]. Nella tradizione italiana la Festa di san Giorgio è il giorno del rinnovo
dedicato al rinnovo della promessa, proprio per la vicinanza del cerimoniale della promessa a
quello della cavalleria. Nei pressi di questa data spesso vengono organizzate attività
intergruppo chiamate Campo San Giorgio, che si svolgono attorno al 23 aprile. Anche nelle
associazioni scout non confessionali (come per esempio quella britannica o il Corpo Nazionale
Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani) il giorno di san Giorgio viene sempre festeggiato,
con attività spesso in gemellaggio tra diversi gruppi.
San Giorgio di Donatello
Curiosità
In Italia nel 1996, su richiesta di alcuni appartenenti alla vigilanza privata, il Vescovo di
Piacenza, mons. Luciano Monari, si fece promotore verso i vertici ecclesiastici per fare
riconoscere San Giorgio martire di Lydda come patrono della Guardie Particolari Giurate. Il
Vescovo propose San Giorgio perché in vita svolgeva un lavoro che potrebbe paragonarsi a
quello delle GPG.
Secondo l'iconografia dei Santi, San Giorgio era un personaggio che difendeva terreni e
villaggi tanto che uccise un drago per salvare una fanciulla d'un villaggio da lui difeso. È
conosciuto principalmente come l'uccisore del drago e il salvatore della fanciulla. Egli è uno
dei Santi Cristiani più popolari, venerato in epoche diverse nelle tradizioni cristiane, orientale
ed occidentale; occupa anche un posto nell'agiografia islamica che gli dà il titolo onorevole di
Profeta.