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ARCHITETTURA, ARREDAMENTO, MATERIALI
ABCDEFGHIJLMNOPQRSTUVXYWZ
-AAbaco. Parallelepipedo quadrangolare posto sopra il capitello la cui funzione è quella di facilitare l’appoggio
dell’architrave o dell’arco.
Abbacinato. Dicesi di pietra che ha perso colore e lucentezza (spesso usata per definire marmi).
Abat-son. Nelle coperture dei campanili tavolato ricoperto di lastre di ardesia usato intorno al 1200
realizzato con duplice scopo di indirizzare il suono delle campane verso il basso (costituendone una cassa
armonica) e al contempo sfruttata per proteggere le impalcature di sostegno delle stesse campane.
Abbadino. Lastra di ardesia usata nella copertura dei tetti.
Abbaino. Finestra sporgente rispetto al tetto di una copertura a falde per illuminare il sottotetto.
Abbazia. Complesso architettonico retto da un abate ad uso di un ordine monastico non inferiore a 12
membri. Si distingue per la grande sala capitolare e la chiesa presenta solitamente un grande coro con
chiostro. Originariamente un abbazia era costituita da un villaggio al cui centro sorgeva una basilica.
Abetella, sostacchina. Nella carpenteria del cantiere edile, elemento ligneo di dimensioni che vanno da
11x13 cm, a 13x16 cm e lunga circa 4 metri. Costituisce un elemento standard per lavori vari.
Abrasione. Asportazione di materiale superficiale ottenuta tramite azione di attrito. Erosione provocata
dall’azione meccanica delle acque marine sulle rocce, causa ed effetto. Cancellatura ottenuta da
raschiamento. Grazie ad un movimento meccanico l’abrasione della superficie della lastra di fabbrica si
ottiene la levigatura del marmo e granito.
Abrasivo. Utilizzato per asportare, cancellare mediante l’azione dell’attrito. Le sostanze abrasive sono
durissime servono per levigare, rifinire e lucidare le superfici. Gli abrasivi vengono classificati in naturali
(smeriglio, corindone, silice, quarzo) e artificiali (carburo di silicio o carborundum, ossido di alluminio, vetro
in polvere acciaio e ghisa in grana). Per le operazioni più invasive di sgrossatura vengono utilizzati gli
abrasivi a grana grossa, mentre per le operazioni di finitura e lucidatura si usano quelli a grana via via più
fine.
Abside. Struttura semicircolare o poligonale sporgente esternamente dal perimetro di una costruzione. Nelle
chiese l'abside si trova all'estremità della navata centrale, dietro l’altare maggiore, dove generalmente è
ricavato il coro, sovrastata da una calotta semisferica detta catino. Nelle basiliche romane conteneva i sedili
dei magistrati.
Acanto. Pianta erbacea (dai botanici chiamata acanthus mollis e branca ursina) a lunghe e larghe foglie
intagliate, dai greci originariamente applicata per ornamento del capitello corinzio di cui è la decorazione
basilare. Alterata in seguito nelle sue forme, fu poi riprodotta fedelmente nello stile gotico. Per i greci era
spinosa, per i romani molle nella rappresentazione.
Accanalata. Lo stesso che scanalata.
Accapezzatura. Sbozzamento di pietre in modo che possano combaciare fra di loro.
Acciaieria. Impianto industriale per la produzione di acciaio. Le acciaierie che utilizzano ghisa liquida da
altoforno e il convertitore sono definite a ciclo integrale, quelle che partono da rottame fondendolo al forno
elettrico sono definite acciaierie elettriche.
Acciaio. Lega ferrosa in cui il ferro è l'elemento predominante; il tenore di carbonio è, di regola, minore del
2% e contiene altri elementi. Alcuni acciai legati possono avere un tenore di carbonio maggiore del 2%, ma
tale valore è il tenore limite che separa l'acciaio dalla ghisa.
Acciaio al carbonio. Con il termine acciaio al carbonio si intendono le leghe ferro-carbonio non contenenti
ulteriori elementi di lega (cromo, nichel, ecc.) se non come impurità.
Acciaio alto legato. Classe di acciaio ad alto tenore di elementi di lega. Differiscono tra loro sia per i
metalli aggiunti (molibdeno, tungsteno, vanadio, cobalto, etc.), sia per il contenuto di carbonio, sia per
l'impiego.
Acciaio comune al Carbonio. Categoria di acciai il cui principale elemento alligante è il Carbonio.
Acciotolato. Pavimentazione stradale formata da uno strato di ciottoli posati su un letto di sabbia con la
loro dimensione maggiore perpendicolare al piano stradale.
Accollo. Parte di muro sporgente sostenuta da mensole o altro tipo di supporto.
Accoltellato. Tipo di muratura con i mattoni disposti per ritto: si usa come coronamento di muri o
parapetti, o come pavimentazione in locali terranei sottoposti a rilevante logoramento.
Accorpata. Colonna con entasi, o muro che, per un cedimento, si sia gonfiato in un punto.
Acero. E' un legno compatto di colore chiaro con venature rosate. E' poco resistente all'umidità ed è quindi
adatto soprattutto all'interno.
Acquaio. Bacino di pietra, con apertura sul fondo per lo scarico, nel quale si usano lavare le stoviglie. Voce
disusata che indica la cucina. Anche solco trasversale scavato in un campo, che riceve le acque e le
convoglia al fossato.
Acquedotto. Canale murato, esterno o interrato, per condurre l’acqua da un luogo a un altro. Gli elementi
che costituiscono un acquedotto moderno sono: la presa (od opera di presa), per raccogliere l’acqua da un
luogo dove essa sia presente; la condotta adduttrice, che trasporta l’acqua dal luogo ove avviene il
rifornimento al luogo ove viene utilizzata; il serbatoio, per immagazzinare l’acqua non consumata subito. Poi
avviene l’erogazione ai consumatori mediante una rete capillare di distribuzione. Celebri sono gli acquedotti
romani di cui restano arcate, viadotti, sopraelevate, a testimoniare la perfezione di una tecnica esperta:
undici acquedotti portavano l’acqua a Roma e numerosissimi erano poi quelli che servivano le varie provincie
dell’impero.
Acrolito. Nella scultura greca arcaica, tipo di statua con le parti in vista di marmo, avorio o pietra ed il resto
coperto da panneggi, in legno.
Acropodio. Piedistallo di statua.
Acropoli. La parte alta e fortificata delle città antiche. Generalmente si intende quella di Atene a cui si
accede attraverso i propilei e sulla quale sorgono il Partenone, l’Eretteo, il tempietto di Atena nike e una folla
di statue ed ex-voto, opera dei maggiori scultori, che abbellivano il pianoro.
Acroterio. In architettura elemento decorativo o figurativo che corona il vertice e gli angoli del frontone nei
templi antichi e comunque è ornamento architettonico, di forma geometrica o naturale, posto nella sommità
superiore di edifici.
Addentellato (anche ammorsato). Struttura muraria formata da elementi (pietre, mattoni, ecc.) Variamente
sporgenti, in modo da consentire l’innesto di analoghe strutture. Le pietre sporgenti si dicono borni, gli spazi
intermedi morse e il loro insieme risega.
Adito. Parte più interna dei templi antichi; accessibile ai soli sacerdoti, e da cui era bandito il popolo. L'unico
ben conservato è l'adito del piccolo tempio di Pompei, nell'interno del quale si rinvenne la diana, di stile
arcaico, conservata nel museo di Napoli.
Adobe. Termine arabo che indica una tecnica di costruzione degli edifici in terra. I muri sono realizzati in
mattoni larghi e piatti di terra cruda essiccati al sole, di dimensioni variabili da cm 10 x 20 x 40 e oltre.
Possono essere realizzate (con o senza casseforme) anche volte e cupole. La terra, scelta secondo la sua
consistenza e composizione, viene impastata con acqua e leganti vegetali (paglia sminuzzata). Occorre
prevedere un tetto sporgente per proteggere i muri dalla pioggia, e fondazioni in pietra, per proteggere i
muri dall’erosione da parte delle acque di scolo e dalla risalita dell’umidità per capillarità.
Aedes. Casa e tempio per i romani.
Aerosistilo. Quando l’intercolunnio di colonne abbinate misura un modulo, e da coppia a coppia distano
sette moduli. In genere quando l’intercolunnio è superiore alla misura di tre diametri
Affresco. Tecnica di pittura murale. Sul muro veniva steso un intonaco grossolano e su questo uno più
sottile, su cui veniva disegnata una traccia dell'opera con un solo colore. Su questa, a sua volta, veniva
posto uno strato leggero, costituito di sabbia molto fine e calce. Su questo intonaco bagnato il pittore
dipingeva con colori mescolati ad acqua. Per la necessità di dipingere su intonaco fresco, la porzione di muro
da affrescare veniva preparata giorno per giorno. Questa tecnica richiedeva una pittura rapida e senza errori.
I ritocchi venivano eseguiti a secco, usando colori a tempera. Ovviamente questa pittura a fresco diventava
molto resistente.
Ageminatura. Decorazione dei metalli consistente nell’intarsio di lamine o fili d’oro, d’argento o di rame su
altri metalli, con effetto policromo.
Agenti candeggianti. Il candeggio è l'imbianchimento mediante trattamento con un processo chimico. Per
imbiancare il legno si possono usare anche gli ordinari candeggianti domestici. Comunque, per operazioni più
delicate, come il trattamento di carta e stampe, vengono usati altri e più raffinati sbiancanti. (Vedi le voci
Acido citrico. Acqua ossigenata. Biossido di doro. Ipoclorito di sodio.) Qualunque sbiancante si usi, va
impiegato con moderazione, poiché un uso eccessivo può indebolire un oggetto in modo irreversibile. Come
per gli acidi e gli alcali, si deve fare molta attenzione nell'immagazzinamento degli agenti sbiancanti,
assicurandosi che siano chiaramente etichettati e sicuramente fuori della portata dei bambini. Gli sbiancanti
dovrebbero essere conservati nei contenitori nei quali sono stati acquistati, e mai trasferiti in contenitori di
recupero, perché potrebbero essere scambiati per sostanze innocue.
Aggetto. Sporto di una modanatura o di una cornice o di un elemento architettonico o costruttivo rispetto
alle adiacenti parti della struttura. Nella composizione architettonica ha importanza fondamentale come
elemento determinante degli effetti plastici e chiaroscurali.
Aggettante. Quando un elemento architettonico o strutturale sporge in fuori, rispetto a un piano o
allineamento di riferimento.
Aggottare. Mantenere asciutto il fondo di uno scavo (a sezione obbligata o di sbancamento) in terreno
acquoso per acqua meteorica o di falda.
Aggraffatura. Unione di due lamiere fatta sovrapponendo i lembi e ripiegandoli doppiamente su sé stessi.
L’operazione di chiusura è ottenuta con macchine che tramite rulli schiacciano i bordi ripiegati di due
lamiere. E’ molto usata per tubi di lamiera sottile come quelli per grondaie, canne fumarie, e anche per
scatolame metallico.
Agone. Luogo destinato dai romani e dai greci alle lotte e ai giuochi. Agonale è il circo per le corse delle
bighe costruito nel luogo dell’odierna piazza Navona a Roma.
Agora’. La piazza centrale delle città greche, luogo di riunione e di mercato. Intorno ad essa sorgevano i
monumenti pubblici più importanti.
Agucchia. Apertura di forma stretta e lunga per dare luce.
Alabastro. Nome di due diversi tipi di rocce sedimentarie, una gessosa (meno pregiata) e l’altra calcarea;
entrambe simili al marmo ma più tenere e più trasparenti. Varietà: alabastro occhiuto, venato, cipollato.
Alburno. Parte più esterna del tronco dell’albero; chiara, più leggiera e più umida della parte interna, che è
detta durame.
Alcali. Il termine alcali è applicato all'idrossido solubile di un gruppo di metalli comprendente sodio e
potassio. Gli alcali neutralizzano gli acidi formando con essi dei sali. Sono altamente solubili in acqua. Alcuni
alcali, in particolare la soda caustica, sono molto corrosivi e nocivi; trattandoli si deve avere molta prudenza.
Alcazar. Artistiche fortezze o cittadelle di età musulmana. Famosi gli a. Di Cordova, di Siviglia, di Segovia, di
Toledo.
Alcool butilico. Liquido limpido, incolore, buon solvente per grassi, oli, gomme, resine, cere, ecc.
Alcool denaturato. L'alcool denaturato è composto principalmente di alcool etilico, e contiene additivi e
coloranti che lo rendono non commestibile. È un solvente utile per rimuovere la vernice a spirito e le macchie
di cera, ed è usato per pulire osso, avorio, porcellana, gioielleria, terraglia, specchi ecc. L'alcool denaturato è
infiammabile e quindi deve essere maneggiato e conservato con cura.
Alcool denaturato bianco. È un tipo di alcool denaturato, non commestibile, ma senza il colorante rosso.
È facilmente reperibile in farmacia.
Alcool isobutilico. Liquido limpido, incolore utilizzato come solvente per esteri della cellulosa, etilcellulosa,
ecc.
Alcool isopropilico. Liquido limpido, incolore, con tenue odore caratteristico. Miscelabile con acqua e molti
liquidi organici. Solvente per pitture, oli naturali, tinture, ecc.
Alcool polivinilico. Sostanza ad alto peso molecolare, solubile in acqua. Ha grandi proprietà emulsionanti.
Alesaggio. Diametro interno di un foro cilindrico.
Aletta. Parte di pilastro che fiancheggia una colonna od una parasta.
Allegoria. Relazione di similitudine o di significato stabilita fra oggetti diversi. Fu usata
nell'architettura, specialmente nelle decorazioni del XII secolo. Ben raramente la usarono gli antichi. Ne sono
però un esempio i due templi fabbricati da Marcello in prossimità l'uno dell'altro, e sacri, il primo alla virtù,
l'altro all'onore. Ed il passaggio materiale che era stabilito dal primo al secondo, esprimeva il concetto morale
della virtù: per cui si sale all'onore.
Allettare. Collocare ed assestare nel letto di malta ancora fresca gli elementi che costituiscono un
pavimento od un rivestimento.
Allume di rocca. Usato come collante della carta ed additivo negli intonaci.
Alluminio. Metallo duttile e leggero di coloro argenteo, impiegato per la costruzione di molti utensili. Per gli
infissi, viene verniciato attraverso procedimenti di ossidazione anodica che rende gli strati superficiali
resistenti alla corrosione e ai graffi.
Alluminio in polvere. Per la sua finezza e leggerezza viene utilizzato come additivo nelle malte per
riempimenti delle lacune.
Altana. Costruzione sul tetto di un edificio, aperta ed archeggiata. Anche balcone coperto, sporgente dall’
edificio. E’ caratteristico dei palazzi barocchi dell’Italia centrale, specialmente a Roma. (ad es. Palazzo
Rucellai, Rispoli, Mattei, Altemps, Falconieri).
Altare. L'ara o mensa, sopra la quale si offrivano o si offrono i sacrifici alla divinità. La sua collocazione
spesso dipendeva dal santo al quale era dedicata la cattedrale: veniva infatti allineato al punto in cui sorge il
sole il giorno in cui viene festeggiato il santo del luogo.
Altorilievo. Scultura ricavata da un piano di fondo da cui emerge per più della metà del suo spessore. Il
contrario è bassorilievo.
Alveolare. Materiale che ha struttura ad alveoli, non comunicanti tra loro, sia per sua natura sia a seguito di
specifici processi di lavorazione. Tali materiali hanno un coefficiente di conducibilità termica molto basso
quando sono in stato di quiete; sono generalmente cattivi conduttori di calore e buoni isolanti termici. Tra gli
alveolari naturali, la perlite, la pomice; fra quelli lavorati, il polistirolo espanso, il pvc espanso, lo stesso
calcestruzzo di cemento nel cui impasto è aggiunta polvere di alluminio.
Alzata, elevazione. Si intende la facciata o fronte di un edificio. Per alzata s'intende pure l'altezza, o la parte
verticale di uno scalino.
Amido di riso. Viene utilizzato come collante della carta, nella foderatura dei dipinti su tela e come
addensante.
Amil acetato. Liquido da chiaro a incolore con odore di banana. Ottimo solvente.
Ambone. Podio rialzato (appoggiato su colonne o su basamenti decorati)chiuso su tre lati da un parapetto,
cui si accede attraverso una scala dal quarto lato. Nelle chiese paleocristiane e romaniche c'erano due
amboni ai lati dell'altare: uno a destra per la lettura dell'epistola, uno a sinistra per la lettura del vangelo. Più
tardi fu trasformato in una tribuna elevata, con uno o più leggii per ordinario formante divisione fra il
quadrilatero ed il santuario della chiesa
Ambrogetta. Laterizio per pavimenti o per rivestimenti, di forma ottagonale.
Ambulacro. Luogo coperto, per lo più a portico, formato dalla continuazione delle navate laterali, attorno al
coro, destinato al passeggio. Corridoio tra il colonnato e la cella del tempio periptero.
Amianto. Minerale fibroso, flessibile e tenace, è resistente al calore ed agli acidi, buon isolante termico.
Impastato con cemento forma prodotti del tipo eternit. In polvere è usato per intonaci e stucchi.
Ammantatura. Il procedimento consiste nella stesura sulla superficie lignea di strati sottilissimi di un misto
di gesso di Bologna e colla di coniglio, sino a formare una superficie compatta di alcuni millimetri di spessore
sulla quale si può successivamente colorare a tempera oppure, previa applicazione di bolo armeno dorare a
foglia. Nel caso di laccature dopo la stesura della tempera si procede con l'applicazione di una vernice a base
di sandracca diluita in alcool etilico a 99°, filtrata ed addizionata a trementina veneta (non essenza di
trementina) per evitare successivi sfarinamenti della sandracca nel tempo. Non si usa se non per ottenere
effetti coloristici particolari, la gommalacca poiché altera il tono della tempera. L'ammanitura si esegue
mediante l'applicazione di un primo strato di colla di coniglio molto diluita, e di successivi strati caldi di gesso
di Bologna miscelato a colla di coniglio (operazione da eseguire con delicatezza senza mescolare se non
dopo tempo per evitare la formazione di bolle d'aria). Tra uno strato e l'altro si carteggia in modo da
eliminare qualsiasi imperfezione ed alla fine con raschietti da gesso si ravvivano spigoli e motivi ornamentali.
Nel sito, con riferimento alla doratura, trovi corrette ed esaurienti indicazioni sulla preparazione del gesso e
la sua applicazione. E' un lavoro affascinante, sia per la doratura sia per la laccatura che io adoro: laccherei
qualsiasi cosa.
Ammezzato. Mezzanino
Ammorsamento. Creazione di agganci diffusi fra diversi paramenti murari, oppure parti diverse di uno
stesso paramento, utilizzando come connessione la stessa trama del laterizio.
Anaglifo. Lavoro di rilievo su pietra dura, cammeo e simili.
Anastilosi. Tipo di restauro monumentale e architettonico in cui vengono ricomposti i pezzi originali o le
parti mancanti sostituite con elementi nuovi, rifatti, conformi a quelli antichi o preesistenti.
Ancona. Tavola di legno dipinta raffigurante soggetti religiosi e collocata sopra l'altare. Il suo impiego è
documentato fino dall'inizio del xii secolo. Il termine indica però anche gruppi di statue di marmo o di legno
che, entro cornici architettoniche, vengono sistemati sopra l'altare.
Androne. Quel passaggio a pian terreno degli edifici, che dall'uscio d'ingresso mette al cortile interno; e più
propriamente è detto così quello che nei castelli metteva alle opere interne di difesa.
Andronitide (anche andronitis). Nell’antica casa greca era la parte riservata ai soli uomini.
Anelli. Sono quei tre listelli scaglionati sopra il fregio del capitello dorico, detti anche regoli o gradetti.
Anfiprostilo. Tempio rettangolare con cella fronteggiata su ambedue i lati brevi da colonne, generalmente
quattro, sormontate dal frontone. Pronao è il portico della facciata anteriore, opistodomo quello della
facciata posteriore.
Anfiteatro. Teatro di forma ovale o circolare e privo di scena. Qui, in epoca romana, avvenivano i
combattimenti tra gladiatori, le gare sportive e le battaglie navali. Le sue parti: l’arena, dove si svolgevano i
combattimenti; il podio, sul quale erano i seggi dell’imperatore, con le vestali, consoli, magistrati e sacerdoti;
la cavea, gradinate dove stavano gli spettatori; i vomitatori, da cui entravano e uscivano gli spettatori. Sotto
l’arena si costruiva un complesso di corridoi e ambienti, che serviva per far uscire le belve e sollevare i più
macchinosi apparati."
Anta. Equivalente di pilastro, ma con particolare riferimento all’architettura greca, in cui il capitello dell’anta
è diverso da quello delle colonne che l’accompagnano. Si dice che un muro è in antis quando muri terminali
sporgono a livello delle colonne
Antefissa. Motivo ornamentale in terracotta o marmo con lo scopo di trattenere, sopra la cornice laterale
del tempio, gli èmbrici (coppi) del tetto avente anche funzione di mascherare il vano lasciato dalle tegole alla
parte inferiore. Talvolta l’antefissa è forata e funge da scarico dell’acqua piovana di scolo.
Antemio. Motivo decorativo a palmette e fiori di loto, a rami di acanto per fregi, acroteri, antefisse, capitelli.
Antepagmenta, stipite. Per i romani elementi decorativi fissati agli stipiti delle porte ed alle testate delle
travi principali delle travi del tempio.
Antibecco. Sperone sporgente dalla pila di un ponte che infrange l’impeto delle acque, suddividendole fra le
arcate e attenuandone l’urto.
Antiscenio. Nei teatri antichi era la parte dove gli attori recitavano.
Antitalamo. Stanza, nella casa antica, dove dormivano gli schiavi addetti alla persona del padrone.
Apoditerio, spogliatoio. Luogo della palestra o delle terme, di forma circolare e rettangolare, nel quale si
spogliavano i romani e deponevano le vesti, sia per gli esercizi ginnici, sia per il bagno. Stanza in cui i
battezzandi adulti lasciavano le loro vesti, detta pure apòdito. Nelle chiese orientali, è lo “spogliatoio”
corrispondente alla sagrestia
Apofige (cembra o cimbra). Il raccordo, a forma di quarto di circonferenza, tra il fusto della colonna e la
sua base o con il collarino in alto.
Apofisi. Elemento a fascia incavata che, nell'ordine dorico o corinzio, serve a raccordare il fusto e la base
della colonna o il fusto e il capitello.
Appartamento. L’insieme dei locali che formano l’abitazione di una famiglia.
Appiombo. Posizione perfettamente verticale di elemento architettonico, secondo la direzione del filo a
piombo, con cui si controlla in corso di opera di costruzione.
Apside. Vedi abside.
Aptero (anche attero). Diversamente dal periptero è il tempio antico che ha portici di colonne sulle due
facciate e non sui fianchi.
Ara. Altare pagano destinato al sacrificio agli dèi per mezzo del fuoco. Di più grandi dimensioni e dedicati
anche ad eroi e condottieri sono: l’ara di pergamo, a celebrare la vittoria contro i galli; l’ara maxima,
dedicata ad ercole; l’ara pacis augustae, dedicata ad augusto.
Arabesco, grottesco. Gruppi d'ornamenti formati da graziosi intrecci di fiori, fogliami, frutta, uccelli, ecc.,
svariatissimi nelle loro composizioni. Dopo Raffaello, si dissero anche raffaelleschi. Quelli degli arabi rivelano
uno studio geometrico profondissimo: ma in fatto di buon gustò i migliori modelli sono quelli delle opere del
rinascimento.
Arcale. Ciascuno dei pezzi che compone la centina.
Arcareccio. Nelle coperture a falde di tetto, ciascuna delle travi secondarie disposte parallelamente alla
linea di colmo e ortogonali ai puntoni che ad essi sono fissate. Nell'orditura dei tetti sostengono i correntini, i
listelli e le tegole.
Arcata. Struttura a forma di arco poggiante in genere su pilastri, di diametro piuttosto ampio. Oppure serie
di archi in successione.
Arce. Per i romani era quanto per i greci l’acropoli. Il colle del campidoglio era l’arce capitolina.
Archetto. Motivo decorativo tipico dell’architettura romanica consistente in un piccolo arco poggiante su
capitelli posto solitamente nella parte alta del muro esterno di un edificio, sotto la cornice, la cui ripetizione
crea una nicchia ornamentale. Tale motivo decorativo può anche essere cieco, se incomincia una porzione
della muratura e si appoggia direttamente ad essa, su mensole, senza creare così una galleria: in tal caso si
definisce archetto pensile
Architettura. L'arte dell'inventare, disporre, e ben edificare gli edifici per usi civili, per usi pubblici, per
difesa, e per uso commerciale.
Archi rampanti. Per sostenere il tetto delle cattedrali si usavano contrafforti, grandi colonne esterne, che
scaricavano il peso a terra. Non a caso le cattedrali sono ritenute un'opera di grande ingegneria
dell'equilibrio e della distribuzione dei pesi.
Architrave. Detta dai greci epistilio, e da altri sopracolonnio, è, quella parte che poggia immediatamente
sopra il capitello delle colonne, cioè quel blocco che si pone dall'una all'altra colonna o pilastro sopra un vano
o vero o finto per alzarvi superiormente un muro a volta a mezza botte, od altro edificio in modo da chiudere
superiormente un vano quadrangolare. Negli ordini classici costituisce la parte inferiore della trabeazione.
Architrave-cornice. Trabeazione priva di fregio.
Archivolto. Faccia ornamentale dell'arco. La sua funzione è solo formale in quanto non riguarda solo
l'aspetto esterno e non la parte strutturale.
Arco. Struttura architettonica curvilinea che poggia su due punti (pilastri, colonne ecc.). Secondo
l'incurvatura si distingue una tipologia di archi: a tutto sesto, o pieno centro, con curvatura semicircolare; a
sesto scemo, o ribassato, il quale è minore in altezza della metà della sua larghezza: a sesto rialzato, od a
ferro di cavallo, che ha un'altezza maggiore della metà della sua larghezza, e quindi restringentesi alle
imposte; trilobo o a foglia di trifoglio formato da più lobi; a chiglia, a carèna di nave capovolta. rampante che
poggia su imposte collocate su diversi livelli; polibolo, acuto; ellittico, a manico di canestro, ed altri.
Arco contrafforte, rampante. Arco con gli appoggi a diversa altezza. Cominciarono ad usarsi alla fine del
XII secolo, onde contro bilanciare all'esterno le spinte delle volte interne. Semplici da principio, si
moltiplicarono in seguito l'un sull'altro in proporzione delle diverse altezze dell'edificio. Nel secolo XIV e
seguenti, decorati con lusso, si fecero i loro estradossi servire perdocce di spluvio.
Arco di scarico. Qualunque arco destinato ad impedire che il peso del muro sovrastante graviti su quanto è
sottoposto. Tali sono quei piccoli archi a scarico delle piattabande di qualsiasi apertura.
Arco oltrepassato. Detto anche a ferro di cavallo, quando il centro dell'arco è posizionato al di sopra del
piano d'imposta.
Archi di trionfo. Sontuoso edificio ad archi, innalzato all'entrata delle città o delle piazze come monumento
di qualche pubblico fortunato evento, o per onorare l'ingresso dei trionfanti si dice anche arco trionfale
quello che nelle basiliche formava la divisione fra il quadrilungo e il presbitèro o abside.
Arcosolio. Nelle catacombe, nicchia scavata nella parete e sormontata da un arco che ospita il sarcofago
Ardesia. Pietra lamellare, detta anche lavagna, della famiglia degli argilloscisti, formata, soprattutto, da
quarzo e feldspato. Il colore va dal turchino-grigiastro al nero-plumbeo. Utilizzata principalmente come
manto di copertura per tetti ed anche per pavimentazioni e rivestimenti.
Arelle. Stuoio di canne.
Arena. Spazio di forma ellittica o circolare dell’anfiteatro (vedi), riservato allo spettacolo. Anche luogo in cui
si tengono gare o competizioni di qualsiasi genere.
Arenaria. Roccia sedimentaria, della famiglia delle rocce sabbiose. Possono essere monogeniche quando il
detrito sabbioso proviene dal disfacimento di un solo tipo di roccia, poligeniche invece, da detriti di rocce
diverse (arenaria rossa, arenaria molare, pietra serena, pietra morta).
Ardica. Vedi nartece
Arengario (anche arengo o broletto). Il palazzo dove aveva sede il comune nel medioevo, con porticato al
piano terreno, una grande sala delle riunioni al piano superiore, che dava su di un balcone chiamato parlera
o arringo.
Areopago. Il più antico tribunale di Atene situato su un’altura presso l’acropoli, dove sarebbe stato
giudicato Ares per l’uccisione di Alirrozio.
Areostilo, vedi intercolunnio .
Argilla. Roccia sedimentaria poco coerente, plastica, di aspetto terroso; è composta da idrosilicati di
alluminio e altri elementi quali magnesio, iodio, potassio, calcio e ferro. I principali minerali argillosi sono
caolinite, clorite, il lite e montmorillonite. Sinonimo di creta. L’argilla è una terra facilmente plasmabile usata
nella fabbricazione delle ceramiche e laterizi. L’argilla è il prodotto della disgregazione di rocce ignee
(eruttive). Gli agenti atmosferici come pioggia, vento gas hanno causato la decomposizione della roccia
trasformandola in argilla. Le differenze fra le varie argille sono dovute a diversi processi geologici avvenuti
all’origine ed alla posizione dei depositi. La principale caratteristica dell’argilla è la plasticità cioè la capacità
di prendere qualsiasi forma e di mantenerla. Le argille naturali vengono classificate in base alla loro plasticità
e colore. Le argille dopo cottura, diventano dure tornando ad assomigliare ad una pietra. Le impurità delle
argille sono dovute allo spostamento dal luogo originario ad all’altro e in questo viaggio le argille raccolgono
materiale organico e inorganico. Le argille con meno impurità sono le più bianche dopo la cottura, le meno
plastiche, quelle che cuociono alle temperature più alte ed anche le più rare poiché sono rimaste nei luoghi
dove si sono formate. L’ argilla viene cotta ad almeno 700 gradi circa temperatura necessaria perché diventi
dura e robusta. Più elevata è la temperatura più compatta forte e vetrificata è l’argilla. Quella espansa viene
prodotta in forma di granuli ottenuti agglomerando l’ argilla con poca acqua. Viene usata, quale inerte, per la
confezione di calcestruzzi leggeri, oppure per la fabbricazione di mattoni adatti per la realizzazione di pareti
con elevato potere coibente (mattoni forati).
Armatura. È una struttura provvisoria di sostegno (che permette un appoggio alle opere che devono essere
erette, fino al completamento delle stesse) quando queste sono arhi o volte, l’a. Prende il nome di
centinatura. Non è provvisoria quando invece si indica l’insieme di barre a sezione circolare in acciaio,
utilizzate nel calcestruzzo armato, che conferiscono alla struttura una maggiore resistenza statica. Se lo
sforzo di trazione è rilevante le barre vengono munite di speciali piastre di ancoraggio. Possono essere poste
in opera dentro le casseforme, fissandole con legature provvisorie (copri ferro), oppure fuori opera
preparando le gabbie dell’a. E disponendole già pronte entro le casseforme (ad esempio per i pilastri).
Armille. I conci radiali di uguale altezza di un arco. Nell’edilizia moderna sono così chiamate i collari di ferro
piatto che fissano al muro esterno gli elementi dei pluviali di discesa dell’acqua piovana.
Arpese. Grappa di ferro per tenere insieme pietre nelle costruzioni.
Arpione, pollice. Ferro fissato nel muro per infilarvi l'anello delle bandelle sulle quali girano le imposte delle
porte o delle finestre.
Arricciatura. Lo strato più importante dell’intonaco, costituito da malta di cemento e/o malta idraulica con
inerti di fine granulometria. L’a. Viene distesa o con una cazzuola grande a punta mozza o con intonacatrice
ad aria compressa; lo spessore che ne deriva è di circa 1 cm.
Arrotatura. Lavorazione di rifinitura per alcuni tipi di materiali edilizi, effettuata prima o dopo la posa in
opera in modo che i loro bordi si connettono nella maniera più precisa possibile.
Art deco. E' uno stile dell'arte degli anni '20 e '30 che abbandona le precedenti linee sinuose dell'art
nouveau per una maggiore sobrietà e geometricità delle linee.
Ascialone. Travetto di legno simile alla mensola e al gattello.
Asfalto. Indica sia il bitume, sia la roccia calcarea impregnata di bitume. E’ utilizzato soprattutto per le
pavimentazioni stradali ma anche per impermeabilizzare coperture di edifici, ecc. L’asfalto a freddo è
un’emulsione di bitumi distillati con acqua; ha una breve durata e non può essere applicato con temperature
inferiori a 10 °C ed in l ocali non areati, usato per la rapida riparazione di vecchie impermeabilizzazioni.
Assestamento. Parziale cedimento che una struttura subisce senza per altro compromettere l’equilibrio
dell’edificio stesso. Anche il modo di sistemare i mattoni o i conci in un’opera muraria.
Assito. Parete o pavimento costituito da tavole, semplicemente accostate o connesse in vario modo (a
maschio e femmina, a bietta, a coprigiunto); possono costituire il solaio in legno di un edificio, ed essere
usate nei ponteggi in legno.
Assonometria. Rappresentazione grafica di un solido secondo i tre diversi piani di vista (dimensioni) cioè
piano verticale, orizzontale, laterale.
Astilo. Edificio che non ha colonne.
Astragalo, toro. Membratura convessa semicircolare a foggia di un grosso anello, che sta generalmente
nelle basi sopra il plinto. Separa il fusto della colonna dal capitello e dalla base
Ateneo. Edificio destinato a luogo di istruzione superiore, in origine il nome venne dato a un istituto fondato
a Roma dall’imperatore Adriano, dove s’insegnavano lettere e giurisprudenza.
Atrio. Ingresso, prima parte coperta di un edificio, diversamente dal vestibolo che si trova all’esterno. Era
l’antico ingresso nella casa romana e dava accesso al tablinum, la stanza principale, di solito era coperto ma
con una larga apertura nel tetto (compluvium) da cui l’acqua piovana cadeva in una vasca sottostante
(impluvium).
Attapulgite. Argilla con peculiarità assorbenti utilizzata negli impacchi di pulitura di materiali lapidei e per
l'assorbimento dei sali.
Attico. Denominazione di quel rialzo verticale sulle cornici di coronamento degli edifici, per solito
scaglionato; sui fianchi, introdotto originariamente dai greci per mascherare il tetto o per portare iscrizioni; al
quale scopo furono nel medioevo applicate anche le balaustrate e gallerie. Nell’edilizia moderna si intende la
parte costruita al di sopra del cornicione o comunque l’ultimo piano, arretrato rispetto al filo dell’edificio.
Aula. Sala delle udienze nel palazzo dell'imperatore romano. Nell'architettura cristiana indica una chiesa a
navata unica.
Avventurina. Varietà di quarzo molto rara, che presenta un luccichio di vario colore; dal bianco, azzurro,
verde al rosso-bruno.
Azuleio. Piastrella di terracotta maiolicata o verniciata, usata per pavimentazioni, ricche
decorazioni o rivestimenti parietali.
Azzurro della magna. Pigmento stabilissimo. E' utilizzato in ogni sistema pittorico.
Azzurro ceruleo. Pigmento stabile e permanente. E' utilizzato in ogni sistema pittorico.
-BBaccellature. Elementi decorativi tipici dell'arte classica e rinascimentale, raffigurante una serie di
piccoli baccelli (bastoncini), realizzati in rilievo. Possono essere usate nelle decorazioni
architettoniche, ma anche per ornare vasi di diversa forma.
Bachelite. Resina sintetica, insolubile, infusibile. In forma liquida è adatta per vernici, in forma
semisolida o solida è impiegata per laminati plastici e polveri da stampaggio. Essendo un buon
isolante elettrico e termico trova largo impiego per apparecchi elettrici semplici come interruttori,
isolatori, spine ecc.
Bacino. E’ un tipo di volta.
Balastra. Inerte con dimensioni dei pezzi da 35 a 100 mm.
Balaustrata. Parapetto formato da una serie di colonnette, collegate in basso da un basamento
continuo e in alto da un altro elemento continuo che serve da corrimano. La singola colonnetta si
chiama balaustro o pilastrino. La balaustrata di una chiesa divide il presbiterio dalla navata.
Balcone. Spazio calpestabile sporgente a sbalzo dalla facciata dell’edificio, è accessibile
attraverso una o più porte-finestre e circondato da un parapetto in muratura, o da balaustra, o da
ringhiera in ferro. Il ballatoio e la balconata sono termini che indicano un balcone dove la
lunghezza è la dimensione prevalente, e consentono l’accesso a diversi ambienti.
Baldacchino. Elemento di copertura sostenuto da colonne angolari. A partire dal medioevo il
baldacchino fu costruito su altari e sepolcri. Dicesi anche di drappo sostenuto da un telaio che, ai
lati, ricade con frange o tendaggi.
Balestriera. La feritoia del castello da cui si lanciavano le frecce senza essere colpiti da quelle del
nemico.
Ballast. Massicciata del binario ferroviario. E’ costituita da un primo strato di pietrisco o di ghiaia di
media e grossa pezzatura (da 5 a 10 cm), su cui si posano le traverse, che poi si rincalzano e
ricoprono con materiale di pezzatura minore (da 2 a 5 cm), fino a lasciare libera la sola parte
superiore delle rotaie.
Ballatoio. Si chiama comunemente "ballatoio" Un passaggio od un corridoio a sbalzo, sporgente
dal muro portante. Detto anche di balcone
Ballon frame. Sistema costruttivo in legno, diffuso nel nord America fin dai primi dell’800, costituito
da montanti e travetti di sezione ridotta (rispettivamente 2x4 e 2x8 pollici), connessi
esclusivamente mediante chiodi, senza quindi incastri. L’altezza massima di un edificio così
costruito non può superare i due piani, anche se le modifiche apportate nel corso del tempo
permettono di superare questo limite.
Balteo. Era, negli anfiteatri e teatri romani, il gradino più largo degli altri, che separava i sedili d’un
ordine da quelli d’un altro. Anche la fascia ornata che corre in mezzo alla voluta del capitello
ionico.
Banchina. Piano di appoggio della capriata che regge la struttura del tetto. Nelle costruzioni in
legno è la trave orizzontale che serve di appoggio ad elementi verticali che da essa dipartono (es.
il punto in cui i puntoni di una capriata si congiungono alla catena). Dicesi anche dei tratti delle rive
dei porti o delle rade, costituiti da opere murarie o in cemento armato o palafitte e, a volte,
completate da escavazioni del fondo.
Banchinaggio. Armatura provvisoria, in genere per sostegno di opere a notevole sviluppo
orizzontale, che può essere in legno o in acciaio. Sostacchine sono le travi in legno a sezione
rettangolare di cm 13x16, oppure a sezione circolare, con diametro di cm 10 o più.
Bandella. Una delle parti della cerniera degli sportelli e precisamente quella in forma di striscia
forgiata ad occhio all'estremità che va ad infilarsi sul perno infisso nel muro (arpione) o portata
dall'altra mezza cerniera fissata al telaio (ganghero).
Banderuola. Detta anche filattera, è un ornamento in forma di fascia o fettuccia sviluppata,
destinata a ricevere iscrizioni che si riferiscono alle sculture od altro, alle quali essa è unita. Nelle
sculture, e segnatamente nelle pitture del '400, si poneva a mano, o come uscente dalla bocca
delle rispettive figure. Dicesi anche di piccola bandiera metallica girevole intorno all’asta verticale,
che si pone alla sommità dei tetti per indicare la direzione del vento.
Bandinelle. Decorazioni a forma di nastro usate nel rinascimento.
Barbacane. Qualsiasi struttura di rinforzo per costruzioni terrestri o navali (dalla scarpata di
rinforzo ai piedi di un edificio, al puntello collocato obliquamente a sostegno di un muro). Anche
feritoia lasciata nello spessore di un muro per permettere lo scolo delle acque.
Bardiglio. Varietà di marmo di varie gradazioni; comune, con tinta bluastra uniforme; turchino, con
tinta più carica; fiorito, con venature in nero.
Bargello. Il palazzo dove aveva sede il bargello (ufficiale che sovrintendeva alla polizia), e il
carcere che, in genere era situato nei sotterranei dello stesso palazzo. Noto è quello di Firenze
(palazzo del podestà) costruito circa il 1250 in stile gotico.
Barocco. Denominazione generica dello stile capriccioso e bizzarro dominante in Italia nel XVII
sec. esso si trasfuse nelle costruzioni, e singolarmente nelle decorazioni, dove si affastellò quanto
produce natura nei suoi tre regni. Si resero celebri per i concetti di questo stile, il Bernini, il
Borromini, ed il padre Guarini, teatino, nelle sue cappelle del santo sudario e di san Lorenzo in
Torino.
Barra. Profilato metallico ottenuto a caldo per laminazione, oppure a freddo per trafilatura, può
avere sezione poligonale o tonda. Le barre ad aderenza migliorata costituiscono le armature delle
strutture in calcestruzzo armato, la loro superficie è dotata di rilievi che favoriscono l’adesione del
calcestruzzo.
Barriera al vapore. Materiale con bassa permeabilità e quindi alta resistenza al passaggio del
vapore, viene collocato nella parte interna (faccia calda) dell’isolante termico nelle pareti
composte. Generalmente è costituita da carta kraft, con bitume oppure da un sottile foglio di
alluminio o di polietilene.
Barriere architettoniche. Impedimenti che rendono difficile o impossibile l’accesso ad edifici o a
spazi all’aperto e l’utilizzo di servizi ed attrezzature pubbliche, da parte degli utenti portatori di
handicap fisici (utilizzo della sedia a ruote, mancanza della vista, ecc.). L’inaccessibilità riguarda
gradini, rampe troppo ripide, porte, vano ascensore, servizi igienici, parcheggi auto troppo stretti,
pulsanti di comando nel vano ascensore, telefoni pubblici troppo alti per l’uso dalla sedia a ruote,
semafori pedonali con segnali non avvertibili per i privi di vista, ecc. Le norme legislative sono tese
al superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici, privati aperti al pubblico e nel
settore dei trasporti pubblici dettando regolamenti e dimensionamenti da osservare; (vedi: art.27
della L. 30 marzo 1971, n.118; il D.P.R. 27 aprile1978, n.384; L. 9 gennaio1989, n.13; il D.M. 14
giugno 1989, n.236).
Barulla. Arco in muratura che collega le teste dei piloni nelle fondazioni a pozzi o a piloni in
muratura. Anche un tipo di centina per costruire gli archi.
Basalto. Roccia vulcanica povera di silice ma ricca di ferro, magnesio e calcio. E’ molto pesante,
dura e tenace; di colore scuro (verde scuro, bruno rossastro, nero). In genere è impiegata come
materiale per pavimentazioni.
Basamento. Parte inferiore di un edificio o di un monumento che si trova a diretto contatto con il
suolo, avente funzione di sostegno e decorativa. Funge da base per l'intera costruzione. Forme
caratteristiche di basamento sono: il piedistallo di statue o monumenti onorari isolati; il podio del
tempio romano; i piani inferiori di certi palazzi che costituiscono lo zoccolo dell’intera facciata
sovrastante.
Basculante. Sistema di apertura per serramenti di finestre. Movimento che può compiere un'anta
che ha due perni laterali. E' anche un tipo di apertura di finestre e garage.
Base. La base è la parte inferiore di una struttura architettonica, per esempio la base di un pilastro
o di una colonna.
Base (di colonna). I tipi principali sono tre: 1. La base attica, che è la più frequente; si riscontra in
tutti gli ordini, eccetto che nel tuscanico, che consta di due tori separati da una scozia e da due
listelli; 2. La base tuscanica, che consta solo di una scozia e di un listello; 3. Una base formata da
due scozie separate da due astragali, con un toro sopra e uno sotto: la si trova, con varianti, negli
ordini ionico, corinzio e composito
Base d'imposta. Superficie d'appoggio orizzontale dell'arco dove finiscono i piedritti di sostegno.
La linea della base d'imposta è spesso messa in evidenza da una cornice o da modanatura
sporgente.
Basico. Si definisce basico un prodotto avente pH > 7
Basilica. Edificio pubblico romano a pianta rettangolare, con lo spazio suddiviso da file di colonne:
aveva funzione di tribunale e centro commerciale. La chiesa riprese questo motivo per i primi
edifici di culto che ebbero pianta rettangolare divisa in lunghezza da colonne o pilastri in tre o
cinque navate, conclusa in un vano semicircolare detto abside, talvolta tagliata trasversalmente da
un transetto. Sul finire del regno di Costantino, un gran numero di esse furono convertite in chiese
cristiane, come quelle che erano più adatte all'esercizio del nuovo culto. La più antica è quella di
santa croce di Gerusalemme, costrutta in Roma dall'imperatrice Elena, poi restaurata da Gregorio
II, da Lucio II e da benedetto XIV. Sono oggi così chiamate esclusivamente le chiese
longitudinalmente suddivise in navate.
Basolato. Pavimentazione stradale carreggiabile realizzata con basoli; elementi lapidei tagliati a
spacco (porfidi, quarziti, ecc.) A contorno poligonale, murati su sottofondo di calcestruzzo o
poggiati su sottofondo in terra battuta.
Bassorilievo. Scultura eseguita su una superficie piatta, in cui le figure emergono dal fondo con
contorni a rilievo sottile. Il contrario è altorilievo.
Bastione. Opera di difesa e fortificazione, consistente in un terrapieno contenuto in un perimetro
poligonale di grosse muraglie, recinto da un corso d’acqua. La pianta poligonale del bastione
racchiudeva la piazza da difendere. I lati del poligono erano muniti ai vertici di corpi avanzati,
chiamati salienti, di forma trapezoidale o triangolare. La parte centrale dei lati veniva detta cortina.
Il profilo verticale del bastione era costante; la parte inferiore era a scarpata e la superiore
verticale; le due parti venivano separate da un toro o listello orizzontale. Simile era la bastia, ma di
modeste dimensioni e costruita in breve tempo.
Bastarda (malta). Malta nella quale sono presenti, oltre alla calce, altri leganti come cemento e
gesso; nelle malte per stucchi è presente, come inerte, la polvere di marmo.
Bastone. Vedi astragalo.
Battente. Parte del telaio mobile di una porta o di una finestra che si serra contro la battuta.
Battiscopa. Striscia di legno, o grès, o marmo, oppure pietra (di altezza da 6 a 16 cm, e di
spessore circa 2 cm), collocata alla base delle pareti interne e lungo le rampe di scala, che
protegge l’intonaco e la tinteggiatura da urti e da macchie derivanti dalle operazioni di pulizia dei
pavimenti.
Battistero. Edificio a pianta centrale, con copertura a cupola, contenente il fonte battesimale, in
genere accanto alla chiesa.
Battuta. È chiamata quell'intaccatura ad angolo, che riceve il battente, ossia lo spigolo dell'uscio o
della finestra. Può anche ricavarsi dalla muratura invece che dal telaio.
Battuto. Pavimento di conglomerato di cemento e rena mescolati nella proporzione di 1 a 3 usato
per locali a pianterreno. È costituito da un sottile strato (da 1 a 2 cm) di pastina di cemento, su un
sottofondo di conglomerato cementizio (da 8 a 15 cm); lo strato superficiale, dopo il getto, viene
trattato in modo da avere una superficie compatta, e viene rigato a grossi scomparti, per ovviare
agli inconvenienti del ritiro. Il b. può essere anche di argilla, di calce, di asfalto, o semplicemente di
terra.
Bauletto. Può significare sia il laterizio utilizzato per copertina a parapetti, a muriccioli, ecc., sia la
protezione alle tubazioni orizzontali che sopportano carichi potenzialmente dannosi; costituita da
un sottofondo, da un rinfianco e da una cappa, per uno spessore medio di circa 15 cm.
Beccatello. Mensola che rinforza e sostiene una trave infissa nel muro, in genere sostiene i
correnti in aggetto del tetto. Nel medioevo mensola o peduccio posto a sostegno degli archetti
delle cornici, come si vede in molti castelli ed edifici di stile romanico e gotico.
Becco di civetta. Modanatura convessa, formata di due o più archi raccordati fra loro (concavo
contro concavo). Si usa nella sommità della campana del capitello corinzio, nei finimenti o labbra
dei vasi e delle vasche, nelle cornici delle balaustrate, nelle intavolature e simili ed è
frequentemente intagliata con ovoli, scanalature e fogliami.
Bernardino. Con questo termine si indica un quarto di mattone. Nella muratura si impiegano infatti
il quadrello, il mezzo quadrello ed il bernardino.
Bentonite. Roccia composta essenzialmente di un minerale argilloso, montmorillonite o beidellite.
Ha la proprietà di assorbire acqua fino ad un massimo di 20 volte il volume iniziale.
Beola (anche bèvola). Roccia metamorfica gneissica a tessitura tubolare. Facilmente separabile in
lastre piane, e per questo usata principalmente per pavimentazioni di scale, marciapiedi, ecc.
(utilizzata soprattutto in Lombardia).
Bertesca. Parte delle fortificazioni: specie di torre munita di feritoie. Anche balcone in legno di
alcuni palazzi pubblici del medioevo; o ancora impalcatura sospesa.
Bestiario. Nel medioevo motivo ornamentale in rilievo con rappresentazione di animali e mostri.
Beton. Termine francese che significa calcestruzzo.
Biacca. Carbonato basico di piombo. Usatissima in passato come pigmento base (bianco) per
vernici ad olio, ma annerisce alterando i colori ed è velenosa; per questo oggi è sostituita
dall’ossido di zinco e il bianco di titanio.
Bianco di Spagna. Il bianco di Spagna è carbonato di calcio. È usato come pigmento e come
lucido per metalli, non tanto per le sue deboli qualità abrasive quanto per il suo carattere alcalino,
che lo rende utile per rimuovere qualsiasi restante traccia di acido rimasto sul metallo. Inoltre viene
utilizzato per asportare tracce di grasso e impronte delle dita.
Biblioteca. Edificio dove si leggono e custodiscono libri. Le antiche biblioteche erano organizzate
in modo che gli studiosi prendessero loro stessi i libri dagli scaffali, quindi era costituita da grandi
sale, di nobile architettura, con ricche scaffalature alle pareti (es. La laurenziana a Firenze, la
malatestiana a cesena, la marciana a Venezia, ecc.). le moderne biblioteche, aperte a tutti, sono
costituite da magazzini per la custodia del materiale bibliografico, uffici e laboratori, sale per il
pubblico, abitazione per il personale di custodia e servizi.
Bicottura. Tipo di piastrella ottenuta mettendo in cottura supporto e strato superficiale in momenti
diversi. La prima cottura serve a consolidare il supporto, mentre la seconda alla stabilizzazione
dello smalto superficiale.
Bicromia. Pittura o decorazione, per sintesi sottrattiva, con due tirature soltanto (es. arancio e il
verde-blu).
Bietta. Barretta metallica, detta anche chiavetta o chiavella, che serve ad impedire lo scorrimento
o la rotazione di due pezzi a contatto. Anche il laterizio che è fra due volterrane.
Bifora. Finestra divisa verticalmente in due luci da un pilastrino o da una colonnina, su cui posano
le imposte del doppio arco. Molto usata nel periodo romanico, gotico e nel rinascimento. Oltre alla
sua funzione estetica, ha pratica utilità nell’essere, spesso, supporto dell’infisso.
Bigemina. Apertura, che sia porta o finestra, suddivisa in quattro parti. Esempio sono quelle del
palazzo Venezia a Roma.
Bilobato. Vedi lobo
Binate. Si dice sia di colonne disposte a due a due; sia due finestre separate da breve spazio.
Binda. Elemento sagomato a farfalla, di gesso o di vetro, fissato a cavallo di una lesione muraria
per controllare gli eventuali allargamenti.
Binder. Conglomerato bituminoso, a base di bitume, sabbia e pietrisco, che si applica, in uno
strato di 5-10 cm di spessore, tra fondazione e strato d’usura nelle pavimentazioni che debbono
sopportare un traffico pesante per evitare cedimenti, ondulazioni o fratture del manto stradale.
Bioarchitettura. Disciplina che studia le proprietà fisiche dei materiali usati nell’edilizia in relazione
alla salute dell’uomo.
Biscotto. Terracotta o terraglia o porcellana dopo la prima cottura.
Bisellio. Sedile usato nella Roma antica nel quale potevano sedere due persone; in genere largo
sedile, riccamente decorato. Due magnifici esemplari furono ritrovati a Pompei.
Bisello. Bordo molato della lastra di vetro.
Bitume. Miscela untuosa, nera e fragile; liquida o solida (ammollisce a circa 50 °C), utilizzata per
ricoprire la massicciata delle strade. Il bitume è contenuto nell’asfalto."
Bizantino. È lo stile che si formò nell'impero romano orientale, i cui caratteri principali sono le
maestose costruzioni a cupola.
Blinda. Tavolato o assito usato per realizzare muri portanti o pareti interne; formato da tronchi
d’albero appena sgrossati, oppure tavoloni piallati e squadrati. Tali elementi sono sovrapposti l’uno
sull’altro nel senso della lunghezza; la connessione è assicurata da incastri più o meno complessi,
effettuati nell’intera lunghezza, oppure da linguette longitudinali inserite in appositi alloggiamenti.
Blocco. Pieno e semipieno. Elemento in laterizio, impiegato nelle murature portanti, di forma
parallelepipeda recante sulla fascia o piatto, incavi di limitata profondità oppure fori verticali
passanti; che nel blocco pieno costituiscono una superficie inferiore o uguale al 15% della
superficie della stessa fascia; nel blocco semipieno invece costituiscono una superficie compresa
fra il 15% e il 45% della superficie della stessa fascia.
Bocca di lupo. Apertura che si pratica nella parete verticale di un locale sotterraneo o interrato,
per dare aria e luce dal piano stradale.
Bocchettone. Elemento di raccordo tra il canale di gronda o il piano in pendenza della terrazza e il
pluviale. In genere anche il giunto che collega tubi e rubinetti ad altri tubi, negli impianti idraulici.
Bocciardato. Superficie, spesso lapidea, trattata con la bocciarda; grosso martello avente
l’estremità della bocca dotata di più punte piramidali l’una accanto all’altra. Tale strumento rende
zigrinata la superficie e viene utilizzato nella lavorazione dei prodotti di fabbrica marmi e graniti.
Tale lavorazione può chiamarsi anche picchiatura.
Boiacca. Impasto molto fluido di un legante con acqua (ad es. boiacca cementizia).
Boiserie. Pannello o superficie in legno (o altro materiale) lavorato, dipinto o laccato, applicato alla
parete come decorazione e protezione.
Bollettonato (o bullettonato). Pavimento costituito da pezzi irregolari di marmo o travertino (di
dimensioni variabili da 6 a 15 cm, e di spessore da 2 a 4 cm); allettati e stuccati i giunti con malta
di cemento.
Bolo. Nella doratura a bolo il supporto viene ricoperto da una o più stesure di bolo - una terra
argillosa. Una volta asciugato lo strato così preparato si stende una preparazione a base di chiara
d'uovo e acqua su cui viene fatta aderire la foglia d'oro; infine si brunisce con dente di cane o di
lupo (normalmente con pietra d'Agata).
Bolo armeno. E' una terra argillosa particolare che si usa come base per la foglia d'oro nella
tecnica della doratura, conferisce trasparenza all'oro e determina la tonalità cromatica. Si trova in
commercio in varie colorazioni. Permette di trattenere la foglia d'oro con molta aderenza. Si
prepara mettendo della Colla di Coniglio molto diluita in un barattolino aggiungendo il bolo in giusta
quantità. Si deve ottenere una soluzione liquida a tal punto da coprire il bianco del gesso senza
lasciare pennellate troppo pastose.
Bolzone. Testa posta ad entrambi i lati della catena, in ferro o acciaio, con funzione di ancoraggio
alla muratura. Il bolzone tradizionale è un'asta in ferro a sezione quadrata o rettangolare, inserita
in una chiave ricavata nella catena e tesata con tagliole in ferro. Può essere collegato anche alle
estremità dei travi in corrispondenza degli orizzontamenti. Sono diffusi anche bolzoni in piastra
rotonda con foro controfilettato per l'aggrappaggio alla catena, utilizzati dalla fine del secolo
scorso.
Borace. Il borace è disponibile sotto forma di cristalli bianchi; è un debole alcalino che toglie le
macchie d'acido, e il suo principale uso è nel restauro di pezzi d'antiquariato, come pellicola
protettiva per la saldatura, o come additivo per rinforzare gli stampi di gesso.
Borchia. Piastra metallica, in genere circolare e convessa, con funzione estetica per coprire la
testa di uno stelo penetrato in un materiale più tenero.
Bordo sgreggiato. Quando una lastra di vetro è tagliata senza eccessiva rifinitura.
Bordonale. Trave maestra.
Botola. Apertura sul pavimento, di dimensioni ridotte con chiusura che ristabilisce la continuità del
pavimento, e mette in comunicazione, per mezzo di una scala, ai vani di sotto. Anche le aperture
che si trovano sulle strade e permettono l’accesso alle fogne.
Bottazzo. Marmo del colore dell’ardesia chiara.
Botte, (volta a). Copertura curva di un ambiente o di una campata costituita di una struttura
semicilindrica che scarica su due muri di imposta paralleli i carichi cui è sottoposta.
Bottone. Ornamento di scultura, che rappresenta generalmente un bottone di fiori, molto usato
nella decorazione architettonica nel secolo XII, ed in principio del XIII.
Bouclè. In francese vuol dire "arricciare". Indica un filato che presenta dei nodini e anellini. Si usa
in maglieria e per rivestimenti tessili, come la moquette.
Bow window. Balcone, chiuso da finestre, sporgente per uno o più piani della facciata di un
edificio; costituisce un’appendice dello spazio interno, fortemente illuminata, ragione per cui venne
introdotta nei paesi nordici, ma diffusa dappertutto con l’architettura moderna; sia per l’esigenza
estetica (più che funzionale) di vaste aperture vetrate, sia per la buona adattabilità ai sistemi
costruttivi odierni. Si chiama anche bay-window.
Bozza, bugna. Pietra o parte di muratura, che con maggiore o minore aggetto sporge in fuori delle
fabbriche con varie sorta di spartizioni. Oltre alle rozze (rustiche), si hanno quelle a spigolo
arrotondato, e quelle a spigolo spuntato.
Bozzi, uncinetti. Nello stile romanico e gotico sono così chiamati quei fogliami rigonfi cantonali con
cui sono guarniti gli spigoli dei frontespizi e delle aguglie, o formanti i frontoni terminali,
brachettone. Tutto ciò che fascia un arco, e ne fa l'ornato.
Braga. Colonna di scarico generale dei water.
Brillantezza. Proprietà di una superficie di riflettere la luce su essa incidente.
Bronzina. La bronzina mescolata con acetato di amile fornisce un'imitazione per il ritocco della
vernice a lustro sulle ceramiche. Si può ottenere in una gran varietà di colori. Deve essere evitato il
contatto fra la bronzina e i vapori di zolfo, o gli acidi, perché ciò è causa di ossidazione e
scoloramento.
Bronzo. Categoria di leghe metalliche costituita principalmente da rame, che conferisce
malleabilità con proporzione superiore al 70%, e da stagno, che conferisce durezza. Il termine
viene usato anche per le leghe rame-silicio (bronzo al silicio), rame-berillio (bronzo al berillio),
rame-manganese (bronzo al manganese).
Bruciatura della tinta a calce. Fenomeno di alterazione delle tinte a base di calce, dovuto in
genere ad un' applicazione della tinta in presenza di temperature troppo alte o troppo basse.
Questo fenomeno è riconoscibile dal manifestarsi di macchie biancastre sulla superficie e dal
rapido degrado cui la tinta è soggetta.
Buccia d’arancia. Trattamento delle superfici di pareti appena tinteggiate; battute con le setole di
una spatola, l’aspetto diventa simile alla buccia di un’arancia.
Bucranio. Decorazione plastica con teschi di bue frequente nelle metope del fregio dorico.
Variamente ornati e alternati con festoni, formano la decorazione plastica di molti monumenti
antichi soprattutto romani.
Bugna (anche bozza). Concio sporgente con regolarità dal vivo del muro, per accentuarne il
contrasto chiaroscurale. La bugna, generalmente di forma quadrata o rettangolare, può essere:
piana, con contorni netti e superficie levigata; a cuscino, con superficie convessa e forme
mollemente arrotondate; sagomata, quando il rilievo è a più piani; a punta di diamante, se
sfaccettata come il diamante. Il bugnato è il trattamento di una parete con un insieme di bugne.
Insigni esempi sono i palazzi Strozzi e Rucellai a Firenze, il palazzo dei diamanti a Ferrara.
Bugnato. Opera muraria (o sua imitazione) in cui i punti di combaciamento tra le pietre sono
volutamente accentuati da rientranze o in cui le pietre sono lasciate allo stato grezzo o sbozzate in
modo da ottenere un efficace effetto strutturale. Restituisce alle costruzioni un carattere robusto
Buleuterio. Edificio nell’antica Grecia adibito alle riunioni del consiglio cittadino, che sorgeva per lo
più nell’agorà.
Bulldog. Sistema di unione dei vari componenti di una costruzione in legno lamellare. I vari pezzi
convergenti in un nodo, vengono fresati e nella fessura risultante sono introdotte lamine di acciaio
sagomate, fissate al componente mediante perni passanti. Il risultato è un nodo senza elementi
metallici affioranti.
Bullone. Elemento di collegamento, formato da uno stelo metallico cilindrico, recante ad una
estremità una testa quadrata o esagonale, e all’altra una filettatura a vite, più o meno estesa, su
cui si avvita un dado per stringere l’accoppiamento. Possono essere grezzi, calibrati o ad alta
resistenza. Utilizzati principalmente nella costruzione di edifici a struttura metallica.
Bulzone. Barra metallica di ancoraggio di una putrella alla muratura portante.
-CCaelata. Capitello a forma di calice che poggia sulla testa di cariatidi o canefore (portatrici di
canestri).
Calcare. Roccia sedimentaria per la maggior parte composta da calcite e in percentuale minore da
dolomite, argilla, bitume. La sua origine può essere: chimica, organogena e clastica. Il calcare
come deposito chimico si ottiene dal bicarbonato di calcio solubile che precipita in aggregati
sferoidali sotto forma di carbonato di calcio. Il calcare di origine organogena e’ formato da spoglie
calcaree animali e vegetali. Il calcare di origine clastica proviene da rocce che vengono definite
brecce, conglomerati, puddinghe, e viene utilizzato come pietre ornamentali, da costruzione, per
fabbricare calce e cemento. Il calcare di natura metamorfica è conosciuto come marmo la cui
struttura saccaroide si ottiene da processi di cristallizzazione di calcare organogeno. Il
metamorfismo lamina la roccia oltre a cancellare ogni traccia fossile.
Calce. Componente "legante" delle malte. Le calci si ottengono dalla cottura di pietre e marmi.
Sono costituite principalmente da ossido di calcio e si dividono, a seconda della composizione, in
calci aeree e calci idrauliche. Le prime fanno presa in presenza di aria e le seconde anche di
acqua.
Calce aerea. Sostanza a reazione fortemente alcalina, che reagisce chimicamente con l'anidride
carbonica che è nell'aria. Allo stato anidro prende il nome di calce viva e deriva dalla cottura del
calcare. Le calci aeree si suddividono in calci grasse, magre e forti in funzione della percentuale di
argilla e del calcare di base (la calce grassa deriva da un calcare quasi puro contenente circa il
95% di carbonato di calcio e meno del 5% di argilla).Il processo di cottura avviene in genere molto
lentamente per produrre, durante la fase di spegnimento (trasformazione della calce viva in idrato
di calcio) un grassello perfettamente bianco e omogeneo (privo di granuli). La calce aerea viene
generalmente impiegata per malte da intonaco o come legante per le tinteggiature di tipo
tradizionale.
Calce idrata. Si ottiene quando, durante l'evaporazione di spegnimento della calce, l'acqua
impiegata è quella stechiometrica. Si presenta sotto forma di pasta plastica ed untuosa.
Calce idraulica. La calce idraulica deriva dalla cottura di un calcare ricco di argilla (calcare di tipo
dolomitico e quindi ricco di carbonato di magnesio MgCO3). Il calcare cotto ed estinto e quindi,
polverizzato, viene passato attraverso fitte maglie di rete metallica e separato in fior di calce e
grappier.Le calci idrauliche si suddividono in calci “semplicemente idrauliche” ed “eminentemente
idrauliche” in funzione della quantità di argilla contenuta nel calcare di base. La calce idraulica
viene di solito utilizzata per la formazione di malte bastarde. La calce idraulica può essere ottenuta
miscelando argille e calcari, sottoposto quindi a cottura e spegnimento, in tal caso il prodotto
ottenuto si definisce "calce idraulica artificiale".
Calce invecchiata - grassello di calce invecchiato. E' il grassello di calce fatto invecchiare per
mesi o anni, fino a quando la reazione da ossido ad idrossido non si sia completata
definitivamente. Il grassello invecchiato assume una forma delle particelle di tipo lamellare, ed è
particolarmente indicato per ottenere pitture, stucchi, e rasanti di ottima qualità.
Calce magnesiaca. Per calce magnesiaca s'intende un grassello di calce contenente oltre
all'idrossido di calcio, anche l'idrossido di magnesio in una percentuale del 20-30%.
Calce spenta. Termine usato in gergo per indicare l'idrossido di calcio (Ca(OH)2).
Calce viva. Termine usato in gergo per indicare l'ossido di calce (Ca0).
Calcestruzzo. Struttura formata da un impasto di elementi lapidei di dimensioni relativamente
piccole con una malta normalmente idraulica. Le malte più usate sono quelle di calce o pozzolana,
di calce idraulica e di cemento idraulico a lenta presa tipo portland, o di altri tipi.
Calcestruzzo romano. Malta ottenuta con grassello di calce, sabbie, cocciopesto, sabbie
pozzolaniche, cocci di mattone cotto, le dimensioni degli inerti in questo caso erano superiore ai
5mm.
Calcina. Nome con cui viene comunemente indicata la calce spenta e anche la malta confezionata
con essa.
Calcinarolo. Difetto che si presenta sugli intonaci, che consiste nel distacco di pezzettini
d'intonaco, di forma all'incirca circolare, che lasciano spesso vedere al di sotto del distacco, un
punto bianco centrale polveroso, costituito da ossido di calcio. Tale inconveniente si verifica
usando a volte grassello di calce non invecchiato, o calce idrata difettosa, ossia contenente ancora
CaO.
Calco. Impronta di una scultura o rilievo ricavato in cera, argilla, gesso o gomma per trarre dalla
forma così ottenuta copia dell'oggetto originale.
Caldana. Piano rettificato che costituisce il fondo del pavimento. Viene realizzato con una malta
"magra" costituita, in genere da sabbione e calce.
Calo. Parziale assorbimento del film di un prodotto verniciante da parte del supporto, evidenziato
da differenze localizzate nella brillantezza e nella rugosità.
Campata. Spazio sottostante le volte a crociera (termine derivante da "campo" ovvero area
definita).
Campire. Riempire una superficie ben delimitata, con un colore uniforme.
Cancerogeni. Le sostanze o i preparati che per inalazione, ingestione, o penetrazione cutanea,
possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza.
Canniccio. Struttura simile all'arellato ma più resistente, realizzato con liste ottenute spaccando in
quattro le canne palustri del diametro di circa 4 cm; fissato sull'orditura lignea, serve da supporto
all'intonacatura. Con il canniccio venivano realizzati controsoffittature, pareti e solai a scarsa
resistenza.
Caldaie a bassa temperatura. Dette anche caldaie a temperatura scorrevole, sono progettate e
realizzate in modo tale da poter variare la temperatura dell’acqua in base al fabbisogno. Ciò
significa che, se la richiesta di calore per riscaldare l’immobile è elevata, la caldaia produrrà acqua
a temperatura elevata, mentre al diminuire del fabbisogno di calore diminuirà anche la temperatura
di mandata dell’acqua. In pratica la caldaia si comporta in maniera intelligente scaldando l’acqua
quel tanto che basta per rispondere alla richiesta di calore. Il comportamento di queste caldaie è
ben diverso da quelle standard che, producendo acqua calda in base alla temperatura per la quale
sono regolate, restano accese più o meno a lungo in base alla quantità di calore richiesto per il
riscaldamento dell’immobile. Una volta impostata la temperatura di mandata dell’acqua, l’unico
parametro sul quale le caldaie convenzionali intervengono è infatti la quantità di acqua riscaldata.
Ciò comporta rendimenti medi piuttosto bassi, poiché questo tipo di caldaia spesso (ovvero nei
periodi meno freddi) porta l’acqua a temperature più elevate rispetto a quanto sarebbe sufficiente.
A parità di calore da fornire, è infatti più impegnativo (quindi dispendioso ed antiecologico) portare
poca acqua a temperature elevate che scaldare a temperature più basse quantità maggiori di
acqua.
Caldaie a condensazione. Fra i generatori di calore ad alto rendimento oggi presenti sul mercato,
particolarmente interessanti sono le caldaie a condensazione. Queste caldaie hanno rendimenti
elevatissimi (maggiori del 100%) in quanto, facendo condensare i fumi (ovvero facendoli passare
dallo stato gassoso a quello liquido), recuperano il calore latente dei gas di scarico. A differenza
degli altri tipi di caldaia per i quali molto del calore viene disperso con la produzione di fumi ad alte
temperature, le caldaie a condensazione producono fumi la cui temperatura può essere anche di
soli 40°C.
Caldaie premiscelate. Hanno un particolare bruciatore all’interno del quale il combustibile viene
miscelato con l’aria comburente in quantità tali da garantire una perfetta combustione. La resa di
tali caldaie è buona e l’emissione di sostanze inquinanti è molto bassa. A differenza delle caldaie
standard, il rendimento di tali caldaie è buono anche durante i periodi non particolarmente rigidi.
Calettatura. Unione di due pezzi fatta introducendo la sporgenza di uno di essi in una
corrispondente cavità dell'altro.
Calidario, calidarium. Sala riscaldata a temperatura alta, contenente una vasca per abluzioni in
acqua fredda (labrum) e una per abluzioni in acqua calda (alveus).
Calotta. Copertura che ha per superficie una porzione di sfera. La calotta absidale, cioè la
copertura dell’abside, corrisponde a un quarto di sfera
Caminetto. Cavità ricavata nel muro dove si accende un fuoco per riscaldare gli ambienti.
Campanella. Membratura degli ornamenti che si fanno sotto i triglifi, detti anche chiodi, e più
spesso gocce o gocciole.
Campanile. Torre dove si tengono le campane sospese. L'uso delle campane non essendo
invalso che dopo l' VIII secolo, non si vedono prima di quell'epoca le chiese che hanno il
campanile. Solo nel XII secolo si cominciarono a fondere le grosse campane, ed allora si dovettero
fare i campanili di maggiori dimensioni, dapprima staccati, e più tardi uniti alle chiese.
Campanulata. Dicesi della forma a campana, che prende il capitello di una colonna, sopra il
collarino.
Campata. Porzione di spazio in cui risulta divisa una navata, individuata dall’incontro di due archi,
longitudinali o traversi. Più precisamente la campata è la distanza lineare tra due piedritti.
Campigiana. Elemento in laterizio di formato variabile da cm 28x14 a cm 30x15, spessore cm 22,5, usato come sottomanto di coperture in laterizio. Usato anche come elemento da
pavimentazione (in tal caso chiamato anche pianella).
Campitura. Colore steso su uno spazio determinato e chiaramente circoscritto.
Canalatura. È quella concavità che forma la scanalatura delle colonne. Dicesi pure dell'incavo
sotto il gocciolatoio, che fa spiccare a piombo le gocce d'acqua.
Candelabra, candeliera. Composizione ornamentale in bassorilievo o pittura, usata nell'arte
classica e rinascimentale come ornato di elementi architettonici o decorazione di superfici di volte
e pareti, infissi, mobili etc. La sua disposizione verticale entro fasce richiama la forma di
candelabri.
Cane-corrente. Detto anche voluta di Vitruvio, è quel fregio decorativo a forma di “s”; ripetute in
successione appaiono come un nastro a spirale ondulato.
Canefora, vedi calato. Cannucciato graticcio di cannette palustri del diametro di una sigaretta,
legate in stuoia con fibre vegetali; fissato sull'orditura lignea serve da supporto all'intonacatura.
Con il cannucciato venivano realizzati controsoffittature ed anche pareti. Un sinonimo dello stesso
termine è arellato.
Canna fumaria. Condotto che serve a disperdere i fumi all'esterno prodotti dalla combustione
della legna nei camini o del gas negli impianti di riscaldamento. Il camino deve sempre avere una
canna fumaria indipendente.
Canone: schema cui si riferisce come regola di un arte: canone pittorico.
Cantiere. Il termine ha due significati: il primo indica il luogo proprio dell'attività edile. Il secondo è
riferibile ai legni di copertura che sorreggono le tempie o rigotti sui quali è appoggiato il manto in
coppi o tegole.
Cantoria. Tribuna riservata ai cantori nella chiesa.
Caolino. I caolini primari sono argille che si trovano nel punto dove si sono formate, non hanno
subito alcun spostamento e non hanno inglobato nessuna impurità. Sono le più rare e pure, quelle
che cuociono restando bianche e sono anche le meno plastiche. Vengono utilizzate per la
fabbricazione di porcellane. I caolini si classificano secondari quando sono stati spostati dal luogo
di formazione, pertanto sono meno puri e dopo cottura diventano giallognoli, ma appena più
plastici e meno refrattari dei caolini primari. I caolini diventano compatti alla temperatura di 1480
°C.
Capacità termica. È un indice di quanta energia può accumulare un chilogrammo di materiale
sotto forma di calore.Dal punto di vista numerico indica la quantità di calore necessaria per
riscaldare 1 kg di un determinato materiale di 1°K (equivalente a 1°C).La Capacità termica,
comunemente trascurata nella progettazione convenzionale, è di grande influenza soprattutto sul
comfort termico estivo e di conseguenza ha importanti ripercussioni anche sul risparmio
energetico.
Capitello. È la parte più alta e più ornata della colonna sopra la quale posa l'architrave. Si
compone, secondo la natura degli ordini, di collo, regolo, ovolo, abaco, ed ornamenti. I cinque
ordini architettonici hanno ognuno un loro capitello. I capitelli tuscanico e dorico (romano) sono
assai simili, poiché constano entrambi essenzialmente dell’abaco, dell’ovolo e, più in basso, di un
astragalo. In confronto a quello tuscanico, il capitello dorico presenta un numero maggiore di sottili
modanature. Il capitello ionico si distingue per le volute, ossia le estremità a spirale di un elemento
inserito tra l’abaco e l’ovolo. A volte, tuttavia, le volute si formano separatamente dall’ovolo. Il
capitello corinzio è adorno di una duplice fila di foglie d’acanto, mentre volute simili a felci
sporgono dagli angoli dell’abaco. Il capitello composito unisce alle foglie corinzie le volute ioniche.
Si dice anche capitello quella fascia che si pone immediatamente sotto il triglifo. Capitello, a
bottoni, a gemme. Il capitello a calice dello stile tardo romanico, terminato superiormente da
quattro foglie in forma di volùta.
Capitello a stampella. Capitello tipico dell'architettura medievale. Sui lati più corti presenta delle
sporgenze a mensola, assomigliando così alle vecchie stampelle in legno.
Capocroce. Sezione della chiesa comprendente coro, abside e deambulatorio
Cappella. Piccolo ambiente destinato al culto, isolato o facente parte di un complesso
architettonico. S'intende anche un altare nella chiesa o un oratorio. I fedeli con maggiori possibilità
economiche spesso offrivano denaro per far costruire una cappella votiva in loro memoria.
Capreolo, vedi caulicolo.
Capriata. Struttura architettonica lignea a forma di triangolo isoscele (incastellatura) posta a
sostenere le falde del tetto a doppio spiovente. Rimane a vista.
Carborundum. Composto chimico di durezza prossima a quella del diamante, utilizzato come
abrasivo e in radiotecnica come materiale refrattario. Il carburo di silicio, si ottiene riscaldando in
forno elettrico a ca. 2000 °C una miscela di carbon e e sabbia quarzosa.
Cardinale. Vedi stipite.
Cardo maximus. Nella pianta di una città etrusca o romana indica la strada principale, in direzione
nord-sud, che interseca ad angolo retto il decumano.
Cariatidi. Figure femminili scolpite che sostengono una trabeazione, modiglioni, cornici od altro,
terminata in basso per lo più con un pilastro piramidale, con la base all'insù. L’esempio più celebre
è quello dell’Eretteo di Atene. Il termine generico trae origine dall’arbitraria supposizione di
Vitruvio, secondo il quale le figure ivi rappresentate erano donne della caria.
Carotatura. Perforazioni lineari e profonde, a volte passanti, lungo l'asse della muratura, in
materiali lapidei o nel legno, dove inserire barre di rinforzo o cavi per la messa in tensione. Può
essere inteso anche come saggio realizzato con punte da trapano cave allo scopo di verificare la
consistenza o prelevare materiale da sottoporre ad analisi fisiche.
Carpenteria. Tecnica di allestimento di strutture provvisorie, composte da elementi lignei o
metallici disposti ad appoggio e sostegno per la formazione di strutture permanenti come muri,
volte, gabbie in cemento armato, ecc.
Cartapesta. Pasta formata da carta mescolata con gesso e sostanze gommose, che viene poi
modellata e dipinta. Viene usata per la costruzione di giocattoli, maschere, eccetera.
Carta smeriglio. Definizione impropria frequentemente impiegata per la carta vetrata.
Vedi la voce Carta vetrata.
Carta vetrata. In commercio vi sono vari tipi di carta abrasiva e per utilizzarla adeguatamente
bisogna conoscerne le caratteristiche. La carta abrasiva si differenzia, da un tipo all’altro, a
seconda della sostanza applicata su di essa, della grossezza dei granuli di tale sostanza abrasiva
e del tipo di supporto sul quale la sostanza è applicata. Il supporto può essere in carta ma anche in
tela (ed altri materiali flessibili). Su di esso vengono incollati i granuli abrasivi con collanti speciali
ad alta tenuta. Il variare della grossolanità della sostanza abrasiva determina la capacità di
eseguire finiture più o meno raffinate con asportazione di materiale maggiore o minore.
Per distinguere tale caratteristica le carte abrasive sono dotate di una numerazione:
più “grossolana” è la sostanza più basso sarà il numero della carta (es. 40, 80, ecc.);
più fine è la sostanza abrasiva e più alto risulterà il numero della carta (es. 240, 400, ecc.).
Lo “scatto” da un valore all’altro va di 20 in 20.
Cartella. Vedi banderuola.
Cartellone. Piano riquadrato, sul quale è scritta o incisa qualche iscrizione. Mensola posta
lateralmente al sopra-ornato delle porte per sostenere la cornice.
Cartiglio, vedi banderuola.
Cartocci. Ornamenti architettonici, avvolti di cartelle, armi e simili, specialmente in architettura
barocca. Si dice anche di quelle parti degli ornamenti di stile barocco che si ripiegano su loro
stesse in vario senso, come si vedono nelle targhe, volute, e stemmi di quello stile.
Cartocciame. Lavoro ornato con sovrabbondanza di cartocci.
Cartone. Nel campo operativo, il termine viene adoperato per definire in negativo le caratteristiche
di opacità, compattezza e mancanza di vibrazione cromatica di una tinta. Normalmente sono
peculiari della maggior parte dei prodotti sintetici in commercio, ma può essere riferito ad una
cattiva applicazione di una tecnica tradizionale. Il significato tradizionale del termine è riferito al
disegno preparatorio per la realizzazione di un apparato decorativo.
Cartongesso. Materiale costituito da pannelli prodotti in varie misure e spessori, composti da un
sandwich con anima in gesso e trattato con resine speciali che gli conferiscono la robustezza, più
due superfici di cartone pressato. Viene usato per rivestire rapidamente pareti e soffitti o per
realizzare controsoffitti e divisori.
Cassettoni, lacunari. Incavi regolari geometrici a forma quadrata, rettangolare o poligonale, che
adornano gli elementi di cupole, soffitti, archi, volte, gocciolatoi dei cornicioni ecc.; utilizzano come
ripartizioni la parte inferiore dell'orditura principale dei solai. Possono essere realizzati in stucco, in
muratura, in arellato ed in legno. Spesso sono adornati da motivi classici come ovuli, dentelli e
cornici modanate.
Catacombe. Escavazioni nelle quali si rifugiavano ed attendevano agli esercizi del nuovo culto i
primitivi cristiani durante le persecuzioni, e se ne servivano per sepoltura dei martiri e proprie.
Sono celebri quelle di san Sebastiano a Roma.
Catena. Asta di diverse dimensioni e forme, tesa a contrastare le spinte oblique che si verificano
nelle strutture architettoniche. Le catene sono quasi sempre presenti nell'imposta degli archi e
delle volte. L' asta nelle parti terminali è munita di un ' asola nella quale è inserito il bolzone. La
catena può essere messa in trazione con diversi sistemi; un modo empirico utilizza le deformazioni
del metallo a calore, prima scaldandolo con contenitori riempiti di braci fino ad ottenere una
dilatazione; il successivo raffreddamento provoca la trazione necessaria. Una alternativa
meccanica è la messa in opera di tagliole in ferro inserite a forza nella chiave o più recentemente,
a partire dal secolo scorso, la filettatura delle estremità che permette una. Messa. In tensione
attraverso l'avvitamento del bolzone in piastra con bullone controfilettato.
Catino. Cupola a quarto di sfera che copre l'abside.
Cattedra. Seggio in legno, marmo, avorio, generalmente decorato con intarsi o bassorilievi, posto
dietro l'altare, in fondo all'abside, destinato al vescovo nelle funzioni religiose.
Cattedrale, duomo. Da cattedra, seggio vescovile, è la chiesa dove officia il vescovo. Può avere
pianta basilicale, a croce latina o greca. In genere è la chiesa più grande ed è sempre la più
importante in una diocesi.
Caulicoli. Steli che, uscendo tra le seconde foglie del capitello corinzio, ne formano le otto volute
che sostengono l'abaco; diconsi pure caulicoli quei viticci che s'avvolgono sotto le volute ed in
mezzo alla fronte nello stesso capitello, ed in quello dell'ordine composito.
Cava. Luogo a cielo aperto di estrazione (escavazione) di rocce e minerali. Esiste in legislazione
mineraria una distinzione tra cava e miniera basata sul tipo di materiale estratto. Si hanno cave di
materiali inerti per conglomerati cementiti, di materiali per laterizi (argille) o cemento (calcari) di
marmi e pietre ornamentali, e cave per costruzioni di strade (terre, pietrisco, pietrame).
Cavaliere. Piccolo campanile collocato come a cavallo dei comignoli degli edifici, nello stile gotico
specialmente. Essi non solo si trovano sui tetti delle piccole chiese, ma anche sopra quelli delle
torri e delle porte di città. Il luogo che particolarmente viene loro assegnato nelle chiese di
Germania, è il centro delle braccia minori della croce. In Francia e sopratutto in Inghilterra, questo
centro è ordinariamente occupato da una torre.
Cavea. Nei teatri, anfiteatri e circhi la cavea è la parte in cui sedevano gli spettatori, costituita da
gradini concentrici. Era suddivisa, partendo dal basso, in ima, media e summa cavea e, in pianta,
in cunei.
Cedro. Legno di origine libanese di colore scuro con venature tendenti al rosso.
Cella. Spazio dove si conservava l’immagine della divinità rinchiuso tra le mura dei tempi antichi di
Grecia e di Roma, fra il pronao ed il posticum, contenente l'adito o luogo sacrosanto.
Cemento armato. Materiale da costruzione artificiale costituito da calcestruzzo e ferro.
Cenacolo. Vedi triclinio.
Cemento. Legante ottenuto per cottura di diverse materie prime, a seconda degli usi cui è
destinato. Può essere ottenuto cuocendo calcare e materiale argilloso.
Cenelec. È’ la sigla del Comitato Europeo di Normalizzazione Elettrotecnica, ente analogo del Cen
per il settore elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni.
Cenotafio. Tomba vuota, che s'innalzava ai cittadini morti in mare, in guerra, in paese lontano, e
che non avevano ricevuti gli onori della sepoltura.
Centauri. Enti mitologici, formati da mezza figura umana e da mezza d'un cavallo, generalmente
rappresentati con arco e frecce come combattenti.
Centina. Struttura in legno, fissa o mobile, impiegata come controforma e piano di appoggio nella
costruzione di cupole, volte, archi e piattabande. Per esteso, il termine a indicare ogni struttura
arcuata non provvisoria, nonché la parte superiore di manufatti che terminano ad arco. Nel caso ad
esempio di pale d’altare o di finestre con queste caratteristiche, si usa dire pala centina o finestra
centinata.
Cera Carnauba. È una cera molto consistente, ottenuta dalla Copenicia cerifera, una palma
brasiliana. Viene aggiunta ai lucidanti a cera per renderli più consistenti.
Cera d'api. È la cera prodotta dalle api quando costruiscono il favo. È disponibile sotto forma di
cera bianca pura, o in un colore naturale bruno-giallognolo, ed è usata come base di parecchi
lucidanti per mobili e pavimenti. Un ottimo lucido per mobili può essere fatto mescolando tre parti
di cera d'api e nove parti di trementina pura. Si scioglie la cera (punto di fusione 65 °C) a
bagnomaria in un recipiente di latta posto in un pentolino d'acqua, e quindi vi si mescola la
trementina. Non si deve mai riscaldare la miscela su fiamma libera, perché la trementina è
infiammabile. Si può aggiungere della cera carnauba per dare una finitura più resistente. Per un
lucido scuro si usa la cera d'api naturale, oppure, se si desidera una finitura più chiara, la cera
d'api raffinata. Si può anche aggiungere della paraffina: è meno costosa, e schiarisce il colore, ma
riduce la consistenza del lucido. Si deve utilizzare una quantità sufficiente di trementina in modo
che la cera, quando è raffreddata, abbia la consistenza di un impasto duro. Il lucido va conservato
in un recipiente di latta a chiusura ermetica e applicato con un panno morbido. Questo lucido è
utile anche per dissimulare i vecchi buchi dei tarli, e può essere usato come rivestimento protettivo
per alabastro e marmo, bronzo, ferro e acciaio, e cuoio.
Cera vergine. Prodotto naturale che opportunamente preparato (disciolto con piccole quantità di
cera di Carnauba ed essenza di trementina) è in grado di conferire al mobile una finitura calda e
soffusa. L'uso della cera per la lucidatura si perde nei secoli.
Cera microcristallina. La cera microcristallina è usata per lucidatura a cera. Serve a rimuovere lo
sporco in superficie e a dare una finitura protettiva a una vasta gamma di materiali, come
cuoio,metalli vari, marmo e pietra. Per stabilizzare superfici dipinte o verniciate, si usa un
composto di cera microcristallina con cera sintetica.
Cera derivata da glicole polietilenico. I glicoli polietilenici sono materiali sintetici che hanno le
proprietà fisiche della cera,ma sono facilmente solubili in acqua. Sono disponibili in diversi tipi, i più
utili sono: Polietilenglicol 4000, resistente, bianco, solido, con un punto di fusione di 54°;
Polietilenglicol 1500, una miscela in parti uguali di cera solida e di glicole polietilenico liquido,
largamente usato nel trattamento degli oggetti di cuoio; Polietilenglicol 6000, una cera
particolarmente resistente.
Cerchiatura. Operazione consistente nel rinforzare una struttura soggetta a sollecitazioni radiali
mediante anelli di materiale resistente a trazione, di solito si impiega l'acciaio.
Ceritificato di conformità Ce. Contiene: Il nome e l’indirizzo dell’organismo di Certificazione Il
nome e l’indirizzo dell’organismo di Certificazione; Il nome e l’indirizzo del fabbricante o del suo
mandatario Il nome e l’indirizzo del fabbricante o del suo mandatario; La descrizione del prodotto
(tipo, impiego, ecc) La descrizione del prodotto (tipo, impiego, ecc); Le disposizioni cui risponde il
prodotto Le disposizioni cui risponde il prodotto; Le condizioni particolari di utilizzazione Le
condizioni particolari di utilizzazione; Il numero del certificato Il numero del certificato; Le eventuali
condizioni di durata e di validità Le eventuali condizioni di durata e di validità; Il nome e la qualifica
della persona autorizzata a firmare la Il nome e la qualifica della persona autorizzata a firmare la
dichiarazione a nome del fabbricante o del suo mandatario dichiarazione a nome del fabbricante o
del suo mandatario.
Certosa. Costruzione di convento secondo le regole dell'ordine di san Bruno. La più bella è quella
di Pavia, la facciata della quale è di bellissima architettura del rinascimento.
Chiaroscuro. In pittura è il passaggio graduato e alternato di luci ed ombre, ovvero di chiari e
scuri.
Chiavarda. Grosso perno metallico.
Chiave, bolzone. Elemento costruttivo di ferro (profilato o tondo) che si dispone orizzontalmente
secondo le corde di un arco, ancorandolo alle murature che lo fiancheggiano al fine di contrastare
sui piedritti. Termina all'estremità con degli occhi nei quali vengono introdotte delle spranghe di
ferro (bolzoni) poste verticalmente per ancorare la chiave nella muratura.
Chiave di volta, serraglia. Pietra posta nel mezzo di un arco o di una volta, più acuta nella parte
inferiore che nella superiore, per chiudere così, e tener ferme tutte le altre pietre o mattoni. Quelle
adoperate nelle volte dello stile gotico sono talvolta anulari, tal'altra a rosone d'intaglio ed a fioroni
pendenti, singolarmente caratteristiche del gotico inglese.
Chiesa. Tempio destinato agli esercizi del culto. Si chiama semplice quella composta da una sola
navata e del coro; a croce greca, quando ha quattro navate tutte eguali e disposte a croce; a croce
latina, se la navata dl mezzo è più lunga delle altre tre; rotonda, se la pianta presenta un circolo
perfetto; si dice a sala, se le navate laterali sono a pari altezza della navata centrale.
Chiosco. Piccolo edificio ed elegante padiglione posto sui terrazzi o nei giardini delle case dei
popoli orientali.
Chiostrino. Diminutivo di chiostro, e dicesi anche per quei pozzi di luce, che servono ad illuminare
gli interni delle costruzioni.
Chiostro. Cortile chiuso nei conventi o monasteri; d'ordinario contornato da porticati.
Ciborio. Variatissimo di forme ed ubicazione nel medio evo, oggi è quell'edicola cubica in marmo
o in legno, detta tabernacolo, sovrapposta all'altare, e serve a riporvi il ss. Sacramento.
Ciclopiche mura. Mura di antichissime costruzioni pelasgiche ed etrusche, fabbricate con grandi
macigni senza cementazione di sorta.
Cicogne. Elementi in piattina metallica sagomata atti a sorreggere la grondaia, spesso fissati ai
correnti lignei del tetto. Vengono anche chiamati ferri a collo d'oca per la forma piatta nella parte
da fissare al corrente e semicircolare per l'alloggiamento del canale di gronda.
Ciglio. Cornice a forma generalmente curva che sovrasta le finestre al posto del frontone
triangolare al quale viene generalmente alternato.
Cimasa. Nell’ordine classico è la modanatura superiore, cioè il terzo elemento, sporgente, della
trabeazione.
Cipolla. Termine riferito ad oggetti di forma tondeggiante. In arredamento: tipo di appoggio in terra
arrotondato di gambe di tavoli, mobili, eccetera.
Cippo. Colonna tronca, sormontata talvolta da un busto di statua, oppure portante solo nella parte
anteriore un' iscrizione sepolcrale, od altra. Dicesi anche del parallelepipedo che forma il
piedistallo di vasi, statue, e simili.
Circo. In epoca romana indicava lo stadio dove si tenevano le gare di corsa coi cavalli. La sua
forma era in genere ovale e molto allungata e prevedeva una pista per i cavalli e una tribuna per gli
spettatori. Equivale al nostro stadio per le gare di atletica. Il più ampio e grandioso è il circo
Massimo.
Cleristorio. In una chiesa a tre o cinque navate di altezza differente, è la parte corrispondente alla
navata centrale che si erge al di sopra delle altre, ed è generalmente dotata di finestre per
illuminare l’interno
Clipeo. Medaglione recante un ritratto. Nell'età romana il clipeo era uno scudo di forma rotonda e
di grande dimensioni sul quale veniva riportato il ritratto del proprietario. Con immagini clipeate si
intendono ritratti sia pittorici che scultorei, inseriti in uno scudo che funge da cornice alla
raffigurazione. Nelle croci dipinte del secolo XIII, elemento di forma circolare posto a coronamento
del braccio verticale.
Cob. Noto anche come massone, bauge, Wellerbau è una tecnica del costruire con la terra che
consiste nel realizzare murature portanti mediante l’utilizzo di un denso impasto di terra e paglia.
L’impasto, viene posato senza casseri per strati successivi che vengono compattati camminandoci
sopra. Le superfici della muratura vengono poi parificate utilizzando dei bastoni quando l’impasto è
ancora molto umido. Infine, per ogni strato, a muro quasi asciutto, viene asportato il materiale in
eccesso tramite taglio con pale o lame affilate.
Coclide. Colonna spiraliforme.
Coccio pesto. Conglomerato di piccoli frammenti di materiale edilizio e malta fine, fortemente
battuto. È usato sin dall'antichità come rivestimento impermeabile di pareti o pavimenti che siano
esposti ad umidità.
Coefficiente di accumulo del calore o capacità termica volumica. Indica quanta energia può
accumulare un metro cubo di materiale sotto forma di calore. Tiene conto sia della densità che
della capacità termica. Esistono infatti materiali caratterizzati da una buona capacità termica, ma
da una scarsa massa e viceversa.
Collarino. Piccola cornice che separa il fusto della colonna dal capitello.
Collo. Parte inferiore del corpo del capitello, che ha grandezza uguale al sommoscapo della
colonna, al quale è sovrapposta.
Colmo. Livello più alto raggiunto dalle falde di un tetto coincidente con una linea orizzontale nei
tetti a una a o due falde, nel qual caso la struttura interna è costituita di solito da una trave.
Colonna. Sostegno di edifici, per lo più in pietra, di figura cilindrica, destinato a reggere le
coperture degli edifici, od anche a puro ornamento. Si divide in base, fusto o tronco, e capitello.
Quando progressivamente la sua sezione si restringe verso l’alto si dice rastremata.
Colonna a spirale, torta, a chiocciola. Colonna nella quale sono profondamente intagliate poche
ma grosse spire.
Colonnato. Elemento architettonico costituito da una serie di colonne, per lo più identiche,
collocate ad intervalli regolari e talvolta alternate, secondo un dato ritmo, con pilastri.
Colonne binate, geminate, doppie. Quelle che a due a due si innalzano talora su di un solo
piedestallo, talora su due distinti, ma vicinissimi, a fascio. Appartenenti allo stile gotico, sono
composte di una pila centrale, rotonda o poligona, alla quale sono intorno applicate od incassate
più colonnette che formano così una specie di fascio.
Coltello da doratore. Si usa per tagliare la foglia d'oro. Va usato con estrema cura, la lama non
va toccata con le dita, in tal caso va sgrassata con alcool. E' utile anche per prelevare la foglia
d'oro dal libretto e porla sul cuscinetto.
Compluvio. Cortile coperto nel centro degli edifici romani, nel quale si radunava l' acqua cadente
dai tetti, e si raccoglieva nelle cisterne.
Composito. Ordine di architettura della decadenza romana e del rinascimento, formato con ionico
e corinzio.
Conca. Vedi abside.
Conchiglia. Ornamento nella scultura, imitante la conchiglia marina, molto usato nel rinascimento
aureo e nel barocco.
Conci d’angolo. Posti in genere agli angoli esterni di un edificio, specie quando sono messi in
rilievo dal bugnato.
Concio. Blocco di pietra facente parte di una struttura muraria e a tal fine lavorato in modo da
assumere forme definite più o meno regolari, sia nelle superfici di combaciamento con gli altri
analoghi elementi contigui, sia soprattutto nelle facce esterne. Secondo le particolari funzioni
architettoniche il concio prende nomi particolari come "cuneo" negli archi, "tamburo" o
"rocchio"nelle colonne, "bozza o bugna" nelle strutture rustiche, e così via.
Conduttività termica. È un parametro importante soprattutto nel determinare il “potere isolante” di
una struttura nel periodo invernale ed è quindi strettamente legato al tema del risparmio
energetico. A parità di spessore infatti, più il valore della trasmittanza è basso, meno calore passa
attraverso il materiale.
Console. Mensola a forma di s, con un estremità più larga dell’altra. La console può essere usata
in vari modi, sia verticalmente (per esempio contro un muro per reggere un busto), sia
orizzontalmente (come parte visibile di una trave che sostiene una tribuna). Le chiavi di volta degli
archi sono spesso a foggia di console.
Consolidanti. Sostanze che vengono fatte penetrare allo stato fluido all'interno delle porosità del
legno con lo scopo di ricostruire attraverso un procedimento di presa, una struttura dotata di
coesione.
Contabilizzazione del calore. Si tratta di impianti centralizzati dotati di contatore per ogni utenza
e di possibilità di gestione individuale. In pratica per un edificio di più appartamenti c’è un solo
generatore di calore al quale ciascun utente (appartamento) fa ricorso secondo le proprie
necessità
Contrafforte. Elemento costruttivo a pianta generalmente quadrangolare e a forma di sperone o
arco rampante che dall'esterno dell'edificio ha il compito di contrastare le spinte delle volte e degli
archi.
Controfilo. Taglio di un materiale naturale, come legname o marmo, operato in senso
perpendicolare alla venatura.
Controsoffitto. Struttura leggera distaccata dal soffitto con lo scopo di realizzare un'intercapedine
termo-acustica, di mascherare le travature dei solai e di formare un piano orizzontale per
l'applicazione dell'intonaco.
Controventatura. Allestimento di membrature o elementi di collegamento atti a conferire ad una
struttura particolare resistenza alle sollecitazioni orizzontali.
Conversa. Canale di raccolta delle acque posto nel compluvio della copertura. Generalmente è
realizzato in lastre metalliche di piombo o di rame copertina protezione degli aggetti architettonici
esterni realizzata con lastre di piombo o rame, in modo da impedire i ristagni delle acque
meteoriche. Per il piombo si impiegano spessori che variano dai 10 ai 20 decimi mentre per il rame
dai 4 agli 8 decimi. Il sinonimo è scossalina.
Coppo. Laterizio impiegato nella copertura del tetto fatto a forma di tronco di cono sezionato
longitudinalmente. Già diffuso tra romani ed etruschi, il coppo è il tipo di copertura più diffusa
nell'edilizia storica.
Cordolo. Bordatura in cemento armato con barre in ferro per il collegamento di parti strutturali e
per la distribuzione dei pesi tra solaio e muratura o tra muratura e fondazione.
Cordone. Qualsiasi elemento architettonico cilindrico sia in funzione di modanatura sia con scopi
pratici.
Cornice. Ornamento e quasi cintura di fabbriche e di edifici, che sporge in fuori. Dicesi più
specificatamente di quella parte posta superiormente al fregio, che varia di aggetto e di profilo a
seconda dell'ordine nel quale è impiegata.
Cornice centinata. Cornice che presenta una leggera piegatura o curvatura.
Cornicione. Coronamento decorativo di un edificio, valorizzazione o mascheratura dello sporto di
gronda nel manto di copertura.
Cornice architravata. Quella che è posta immediatamente sull'architrave, cioè senza
l'interposizione del fregio.
Cornucopia. Vaso a forma di corno, riempito di frutti e coronato d’erbe e di fiori, simbolo della
prosperità e della fertilità e attributo iconografico delle divinità ritenute dispensatrici dei beni della
terra.
Coro. Parte della chiesa riservata ai cantori, posto dietro l'altare, nell'abside; generalmente è
costituito di stalli lignei spesso intagliati o intarsiati e aveva al centro un leggio per i corali. Nelle
cattedrali dei paesi protestanti verrà sostituito dall'organo.
Coro laterale. Viene così denominato il prolungamento della navata laterale oltre la trasversale.
Corona. La parte di una cornice che
Corona, coronamento. Usasi per cornicione, ed anche per quel membro del cornicione che, a mò
di dado, sporge in fuori e forma un improvviso aggetto sopra una modanatura a cuscinetto.
Corrente. Elemento costruttivo edilizio con funzione di collegamento orizzontale che indica tanto
parti singole, come i correnti dell'orditura lignea dei tetti (tra il tavolato su cui si dispongono i manti
di copertura e gli arcarecci), quanto ricorsi in pietra nelle strutture murarie.
Corte. Spazio scoperto entro il perimetro di un fabbricato, per dar luce e aria agli ambienti che vi si
affacciano.
Cortile. Spazio interno scoperto, talvolta contornato da portici, logge, o semplicemente da muri
perimetrali o dall'abitato.
Cortina. Nell'architettura militare del passato per cortina si intendono i tratti di una cinta muraria
compresi secondo i casi tra le torri o i bastioni, le cui caratteristiche strutturali, sia come planimetria
sia in alzato, risultano strettamente legate ai diversi sistemi difensivi ed offensivi in uso nelle varie
epoche.
Costolone. Elemento architettonico in uso nell'architettura romanica e gotica, che suddividendo la
superficie di una volta a crociera o di una cupola ne scarica il peso sui capitelli dei pilastri
sottostanti. L'insieme dei costoloni o nervature è detto costolatura.
Costruzione reticolata. Modo di costruzione romana, formata con pietre tagliate in quadrati, e
disposte in modo che nelle linee di congiunzione i vertici stessero all'insù, e quindi ne venisse
l'apparenza di una rete o di una scacchiera. L'opus spicatum è composto di mattoni posti
verticalmente gli uni a fianco degli altri in modo dà costituire fra loro un angolo o retto o quasi detto
opus incertum o antiquum. La più usata costruzione, consistente nel disporre le pietre come
uscivano dalla cava, adattandole le une sopra le altre senza ordine nello assetto.
Cotto. Argilla cotta nella fornace, opportunamente modellata come materiale edilizio (mattoni,
tegole, tubi, pavimentazioni, etc.)
Craquelè. Termine francese che vuol dire "screpolato". Procedimento per ottenere cavillature sugli
oggetti in ceramica per avere un effetto anticato. E' tipico nei quadri ad olio antichi.
Crepidine. In architettura, basamento, zoccolo, gradino.
Cretto, crepa. Sinonimo di lesione o fessurazione, indica quelle soluzioni di continuità che si
verificano nelle murature soggette ai dissesti statici, provocati da cedimenti delle fondazioni, spinte
di strutture arcuate, cattiva qualità dei materiali.
Cristallo. E' una qualità di vetro con la presenza di ossido di piombo che conferisce al materiale
maggiore densità e quindi maggiore brillantezza.
Cristallo temperato. La massa vetrosa semifusa viene sottoposta a un brusco raffreddamento
che rende il materiale molto resistente. In caso di rottura si riduce in piccolissimi frammenti non
taglienti.
Cripta. Ambiente posto sotto al presbiterio della chiesa, ove sono i resti del santo martire cui la
chiesa è dedicata. Potevano esservi sepolti anche alti prelati o altri personaggi di rilievo religioso o
politico. A volte si estende fino a diventare una vera e propria chiesa sotterranea.
Crisografia. Arte di miniare in oro gli antichi codici in pergamena, riferita spesso all'epoca
bizantina. Crisografia. Tipo di decorazione a filamenti d'oro, utilizzata nella pittura bizantina di
icone per sottolineare le pieghe degli abiti dei personaggi sacri.
Cristo pantokrator. Tipo iconografico diffuso nella pittura bizantina, che caratterizza cristo come
giudice universale (letteralmente significa cristo signore del mondo). Vi è rappresentato
solitamente a mezza figura, vestito di tunica e imatio, nell'atto di benedire con la mano destra,
mentre nella sinistra regge un libro aperto o chiuso.
Croce. Simbolo religioso di molti popoli. Si distinguono due croci in architettura, la greca
e la latina; la prima ha le quattro braccia di uguale lunghezza, la seconda ha una di esse
più lunga delle altre.
Croce, pianta a. La pianta a croce di un edificio di culto si definisce: a croce greca,
quando l'edificio ha quattro bracci delle stesse dimensioni; a croce latina, quando in un edificio
una, tre, o cinque navate longitudinali vengono tagliate da una o più navate trasversali (transetto);
a croce immissa, quando l'edificio assume forma di t poiché il transetto si trova all'estremità della
navata longitudinale.
Crociera, volta a. Volta costituita dalla intersezione ad angolo retto di due volte a botte.
Cromatura. Applicazione di un sottile strato di una lega a base di cromo sulle superfici metalliche
che le rende lucenti e ne impedisce l'ossidazione.
Cyma recta. Modanatura concava nella parte superiore e convessa nell’inferiore.
Cubicolo. Piccola stanza da dormire.
Cubiforme o cubico. Il capitello romanico avente la forma di un cubo, sul quale furono arrotondati
a porzione di superficie sferica i quattro spigoli inferiori. Caratteristico del primo periodo romanico.
Cuci-scuci. Operazione di ripristino della cortina muraria in zone lesionate, ottenuta con due fasi
ripetute sequenzialmente: smontaggio di parti di muro e ricostruzione delle stesse con malte
nuove, avendo cura di ricostruire tutti gli ammorsamenti dei mattoni e senza. Interessare le zone
circostanti del paramento.
Cunei. Così si dicono per la loro forma i materiali resistenti, impiegati per formare il masso di un
volto; se sono di grandi dimensioni ed in pietra da taglio, si chiamano anche conci.
Cupola. Struttura architettonica di copertura, di forma emisferica o ogivale o troncoconica, spesso
impostata su una base anulare in muratura (tamburo), che la raccorda all'edificio sottostante. Alla
sommità può trovarsi una piccola edicola, detta lanterna. Può essere circolare o semicircolare in
pianta, ogivale o bulbiforme in sezione. Alla sommità può aprirsi una piccola edicola detta lanterna,
la struttura può presentare delle aperture chiamate oculi.
Cuspide. Elemento architettonico triangolare, generalmente posto a coronamento di una facciata,
di un portale, di una tavola dipinta, impiegato anche in tabernacoli e cibori. Tipico elemento
ornamentale gotico.
-DDado. Elemento di pietra posto fra la base del piedistallo e la colonna o la statua. Il termine può
essere usato anche in riferimento a strutture mediane del capitello o dell'abaco.
Dardi. Ornamenti a foggia di frecce, che si scolpiscono in mezzo agli ovoli o èchini.
Davanzale. Cornice di pietra su cui posano le finestre.
Deambulatorio. Ambiente di passaggio posto lateralmente ad uno o più locali di un edificio, quindi
in generale porticato o corridoio coperto di forma circolare o semicircolare o con sviluppo
longitudinale. Nelle chiese romaniche e gotiche è il prolungamento delle navate laterali oltre il
transetto, che isola l'altare e il coro sul cui lato esterno si aprono una serie di cappelle radiali.
Decastilo. Facciata d'un tempio, così denominata perché ha dieci colonne.
Decumano. Ciascuna delle vie che attraversavano gli accampamenti o le città romane in direzione
est-ovest.
Delùbro. Parte del tempio romano, che serviva ad accogliere la statua del nume.
Densità. Indica il peso di un metro cubo di materiale. ad esso sono legati sia la possibilità di
accumulare calore (in linea di massima, i materiali pesanti accumulano più calore di quelli leggeri)
che di isolare acusticamente.
Dentelli. Ornato tagliato a foggia di dente formando piccoli parallelepipedi a distanza ravvicinata,
che costituiscono uno degli elementi della cornice negli ordini ionico, corinzio, composito e, più
raramente, in quello dorico. Il Vignola l'usa pure nel dorico.
Deumidificazione. Operazione intesa ad eliminare l'eccesso di umidità negli ambienti in cui
l'umidità si è formata o per gravità dalle coperture, o per capillarità dalle fondazioni.
Diamante (a punta di). Termine per designare una specie particolare di figura aguzza a guisa di
piramide quadrangolare schiacciata, spesso usata per ornamentazione nell'architettura romana ed
in quella del Rinascimento. Molti palazzi di questo stile sono coperti da pietre a punta di diamante.
Il palazzo dei Villa a Ferrara è conosciuto, per questa decorazione, col nome di Palazzo dei
Diamanti.
Diastilo. Uno dei cinque modi di distanziare fra loro le colonne, usato dagli antichi. Vitruvio dice
essere l'intercolunnio diastilo di tre diametri, ossia l'intermedio fra il sistilo e l'areostilo, quest'ultimo
essendo il più largo di tutti.
Diffusività termica. È il rapporto fra la conduttività e la capacità termica volumica. Indica la
rapidità con la quale il calore si diffonde in profondità nel materiale. Quanto più è basso il suo
valore, tanto più lentamente il calore esterno si propagherà all’interno dell’edificio.
Dima. Sagoma generalmente di cartone o legno che serve per riportare una forma su un pezzo da
lavorare.
Dipingere. Sinonimo di colorare e pitturare, ma più propriamente riferito nel campo edile ad una
attività di decoro.
Diptero o Dittero. Tempio greco che aveva una doppia fila di colonne. Il tempio di Diana in Efeso
era diptero.
Displuvio. Spigolo di intersezione delle due falde del tetto che favorisce lo scolo dell'acqua
piovana.
Distacco. Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale sia tra loro che rispetto al
substrato; prelude in genere alla caduta del materiale stesso. Il termine si usa in particolare nel
caso degli intonaci, nel caso dei materiali lapidei naturali le parti distaccate assumono forme
specifiche in funzione delle caratteristiche strutturali e tessiturali, si preferiscono allora termini quali
crosta, scagliatura, esfoliazione, etc.
Dittico. Immagine sacra dipinta su due tavole collegate l'una all'altra con una cerniera, usato
anche come piccolo altarolo portatile.
Doccia, Gronda o Buttafuori. Canale di pietra, di terra cotta o di metallo, attraverso il quale si fa
scorrere l'acqua. Nella architettura ogivale si chiama Gronda, una scultura in forma fantastica,
grottesca, ed a corpo allungato, avente molta sporgenza, che getta l'acqua a conveniente distanza
dal monumento.
Dorico. Il più antico ordine greco, il più semplice, ed il più severo.
Dormeuse. Divano allungato con schienale laterale. Era utilizzata nel XVII secolo per i riposi brevi
durante la giornata.
Dormiente. Elemento lineare disposto orizzontalmente su un appoggio continuo (muro, terreno),
col fine di ripartire i carichi concentrati di travi, di capriate, etc.
Dossale. Elemento decorativo, in stoffa, dipinto o scolpito, posto dietro la mensa d'altare, spesso a
sostegno di statue e reliquari.
Duomo. Da Domus Dei (Casa di Dio) o Domus Ecclesiae. E' la chiesa principale di una città. Non
è cattedrale se non è sede vescovile.
Durabilità. Indica la capacità di un manufatto di mantenere integre nel tempo le caratteristiche
strutturali ed architettoniche per cui è stato progettato. Ha valenza non solo tecnica ed estetica, ma
anche commerciale, in quanto da essa dipende il tempo ed il numero delle operazioni di restauro e
ripristino.
Durezza. Resistenza che un prodotto oppone a diverse sollecitazioni meccaniche, quali,
abrasione, scalfittura e graffiatura.La durezza si misura secondo la scala Mohs. Alcuni esempi di
durezza espressa in Mohs: Talco 1, Gesso 2, calcite 3, fluorite 4, apatite 5, ortoclasio 6, quarzo 7,
topazio 8, corindone 9, diamante 10.Un prodotto duro tuttavia può essere fragile, come la
ceramica, il vetro, etc.; o tenace come l'acciaio.
-EEbanisteria. Arte del lavorare l’ebano e altri legni pregiati.
Ebano. Legno molto duro e pregiato di colore nero.
Eburneo. Che ha il colore dell’avorio.
Echino. Elemento dei capitelli dorico e ionico, di forma convessa, intagliato a forma di altrettante
uova poste in fila, posto sotto l’abaco. E’ detto anche ovolo.
Ecologia. Studio delle relazioni tra organismi viventi ed il loro ambiente.
Ecologico. E' un materiale o un processo di lavorazione che non altera il sistema clima, suolo,
acque, piante, animali, uomo.
Edicola. Struttura architettonica di piccole dimensioni a forma di tabernacolo, nicchia o tempietto
formata da un basamento, agli angoli del quale si elevano colonnette sormontate da arcate, da
pinnacoli, terminate da una copertura piramidale, che generalmente sono destinate a proteggere
dalle intemperie le statue o i dipinti che accoglie. Alcune volte non vi è il basamento e nemmeno le
colonnette e perciò la costruzione si appoggia semplicemente ad una mensola o ad una piramide
capovolta, oppure si compone di una colonna, sulla quale poggia la statua, e la copertura vi
prende la forma di un baldacchino.
Effetto filtro. Effetto provocato spesso da supporti molto assorbenti, per cui i liquidi di una pittura
o vernice, vengono assorbiti dal supporto, mentre le polveri e le sabbie rimangono in
superficie.Tale effetto può avere due conseguenze aspetto del colore diverso da quello desiderato,
ed effetto polveroso.
Effetto gelo-disgelo. S'intende l'effetto causato dall'acqua infiltrata in una muratura o in un
materiale assorbente, a seguito di due passaggi di stato: da liquido a ghiaccio e da ghiaccio a
liquido. Nel passaggio dallo stato liquido a quello di ghiaccio si verifica un aumento di volume, poi
passando nuovamente allo stato liquido, si nota la disgregrazione del materiale interessato al
fenomeno fisico.
Effetto goffrato. Caratteristico effetto di finitura caratterizzato da microbugnatura uniforme,
ottenuto per spruzzatura di un prodotto.
Effetto martellato. Effetto di una finitura simile al ferro battuto.
Effetto satinato. Finitura avente u aspetto serico.
Efflorescenza salina. Formazione di un deposito di sali che si manifesta su una superficie
muraria. Generalmente la si trova in paramenti murari soggetti ad umidità di risalita.Ma anche in
casi d'infiltrazione di piogge acide, e di spandimenti di tubazioni d'acqua.
Effusivo. Terminologia specifica utilizzata per definire il processo di consolidamento di magmi, in
superficie, o zone limitrofe ad esse e di rocce derivanti. Si definisce porfirica la struttura
caratteristica delle rocce effusive.
Elici. Voce greca che significa una specie di edera, che ha lo stelo attorcigliato. Elici si chiamano
anche le volute minori del capitello corinzio.
Embrice. Tegola piatta in laterizio a forma di trapezio con bordi laterali rialzati, utilizzata per
incanalare le acque. Vi sono due tipi di copertura che utilizzano l'embrice: la prima consiste nel
creare la tenuta incastrando filari coi bordi rivolti verso l'alto con altri capovolti, la seconda più
diffusa consiste nel sistemare gli embrici a filari con i coppi che fanno da copertura nelle giunzioni.
È un sistema tipico delle aree del centro Italia.
Emiciclo. Gradinate disposte a semicerchio.
Emplecton. Tipo di struttura muraria greca; consiste in due cortine di lastre piatte, il cui spazio
intermedio è riempito da una miscela di frammenti di pietre e malta.
En. Identifica le norme elaborate dal Cen. Le norme En devono essere obbligatoriamente recepite
dai Paesi membri Cen e la loro sigla di riferimento diventa, nel caso dell'Italia, Uni En o Cei En.
Queste norme servono ad uniformare la normativa tecnica in tutta Europa, quindi non è consentita
l'esistenza a livello nazionale di norme che non siano in armonia con il loro contenuto.
Encausto. Tecnica pittorica molto diffusa in Grecia e a Roma in età classica. Non si conosce
l'esatto procedimento, ma probabilmente i colori, sciolti con cera ed olio, venivano applicati a caldo
sulle pareti.
Entasi, Ventre. Rigonfiamento del fusto della colonna a circa un terzo dell'altezza, usato per
eliminare l'illusione ottica che a distanza fa apparire la parte centrale della colonna più stretta di
quelle terminali.
Epistilio. L’architrave delle antiche costruzioni greche, interamente costituito dai blocchi di marmo
poggianti orizzontalmente sulle colonne.
Erma. Nome che i Greci davano a Mercurio. In architettura è un pilastrello tronco rastremato al
basso, a cui sta sovrapposto un busto, e talvolta anche più d'uno. I Greci ed i Romani le
piantavano nelle crociere delle strade maestre. Il Rinascimento le adoperò molto per decorazione
di porte e finestre.
Erma. Scultura su pilastro, raffigurante una testa umana e l’inizio del busto.
Eruttivo. Prodotto da eruzione in relazione a un’eruzione vulcanica. Dal raffreddamento di magmi
in profondità (intrusive) o in superficie (effusive) si formano le rocce eruttive magmatiche o
endogene.
Esastilo. Edificio antico greco o romano, ornato con sei colonne di fronte.
Esedra. Generalmente, nell’età romana, ambiente all'aperto di grandi dimensioni a forma di
emiciclo destinato a luogo di ritrovo e di conservazione all’interno degli edifici pubblici e privati.
Nell’età greca, parte della palestra, ornata di sedie per servire alle dispute filosofiche ed agli
esercizi dei rètori
Esergo. Lo spazio in cui viene posta la data, la denominazione della zecca, o un’iscrizione in
genere, nelle monete e nelle medaglie, separato o meno da una linea (linea d’esergo).
Esfoliazione. Degradazione che si manifesta con distacco, spesso seguito da caduta, di uno o più
strati superficiali subparalleli fra loro (sfoglie). Le singole sfoglie hanno spessore uniforme,
generalmente dell'ordine di qualche millimetro. Sono costituite da materiale sia apparentemente
integro che alterato.
Essenza di Trementina. E' un liquido aromatico estratto dal legno di pino. È il più comune dei
solventi e diluenti di pitture e vernici. Serve anche per pulire, smacchiare e per sgrassare.
Bisogna chiuderla bene dopo l’uso altrimenti ingiallisce ed evapora. Se si toglie la pittura dalle
mani con l’acquaragia bisogna poi lavarsi con acqua e sapone. Qualche goccia di acquaragia
ammorbidisce i pennelli secchi. E’ fortemente infiammabile.
Estradosso, Sopraimbotte. Superficie esterna della struttura di una volta o di un arco. Riesce
male identificabile nelle volte interamente ricoperte dalla muratura di rinfianco: è evidente invece
nelle volte dette appunto estradossate, nelle quali la struttura resistente resta esternamente libera.
Si contrappone a intradosso.
Etagère - Termine francese per indicare una mensola o uno scaffale.
Etrusca architettura. Architettura che precedette la romana. Si hanno resti importanti di questo
modo di costruire nelle città di Perugia, Cortona, Volterra.
Eustilo. Uno dei cinque modi di distanziare le colonne presso gli antichi, cioè quello di due
diametri ed un quarto della colonna. Secondo Vitruvio, è il più giusto intercolunnio.
-FFabbrica. Nello stabilimento Iris Fabbrica Marmi e Graniti nel quale attraverso impianti
all’avanguardia coperti da brevetti, vengono prodotte lastre di fabbrica.
Facciata, Prospetto anteriore. Struttura esterna di un fabbricato corrispondente ad un lato del suo
perimetro, intesa sia in senso costruttivo di muro perimetrale esterno, sia soprattutto in senso
architettonico dato che in genere, con questo termine, si intende la parte frontale più importante di
un edificio in cui si apre l'ingresso principale. Per le chiese si definisce "a capanna" la facciata
costituita di due spioventi che segue la forma della navata maggiore; "a salienti" quella che segue
le differenti altezze delle navate. La facciata assume un significato simbolico, quale parte più
rappresentativa e immediatamente visibile.
Facciata vista. Tipo di muratura di pietrame impiegato, laddove quest'ultimo è abbondante per le
sue qualità estetiche abbinate ad un costo non eccessivo. Può essere seguito in vari modi: a corsi
regolari, ad opus incertum, a corsi interrotti e, infine, può essere ciclopica.
Faggio. Legno molto compatto, resistente agli urti e flessibile. Viene usato per costruire mobili,
sedie, sculture e vari oggetti da cucina.
Falda. Superficie inclinata di un tetto compresa fra la linea di gronda o di compluvio e la linea di
colmo o di displuvio.
Fango. Usato anticamente per rivestire pareti e coperture di legno o di paglia, o come cemento di
murature.
Faro, Fanale. Torre con lume, che originariamente si eresse nell'isola di Faro per richiamo dei
naviganti. E quindi la derivazione di tal nome, dato in seguito a simili costruzioni. D'ordinario, nel
Medio Evo, è in forma di colonna, che forata in più parti serviva a collocarvi un lume. Alcune volte,
queste colonne si trovavano nell'interno delle chiese, e portavano la lampada, che, secondo l'uso
presente, si tiene sospesa presso il coro altre volte poi, si erigevano nei cimiteri prossimi alle
chiese.
Fascia. Membratura piana rettangolare disposta orizzontalmente, di maggiore larghezza del listello
ma di minor aggetto o grossezza. Di solito l’architrave consta di due o tre fasce, ciascuna in lieve
risalto rispetto a quella sottostante e talora separata da essa mediante una sottile modanatura. Si
trovano le fasce negli architravi, stipiti di porte, finestre, ecc.
Fastigio. Vedi Frontone.
Feldspato. Insieme di minerali monoclini, triclini, silicati di alluminio e potassio, calcio, sodio e
bario. I principali sono l’ortoclasio e la serie isomorfa dei plagiocasi calciosodici: albinite e anortite.
Fermatura. Indica l'assieme delle operazioni necessarie a fissare un intonaco, una pellicola
pittorica o un elemento in stucco, che sia in procinto di cadere o di disgregarsi.
Ferro battuto. Tecnica di lavorazione del ferro con martellatura a caldo che permette di ottenere
sbalzi e intagli. E' utilizzato per ringhiere, cancelli, inferriate ed anche per realizzare complementi
d'arredo.
Ferromicaceo. S'intende un particolare tipo di smalto sintetico, contenente mica, che conferisce
allo smalto sia al tatto che alla vista, un effetto quasi metallico. L'introduzione della mica nel
formulato, aumenta anche la resistenza alla penetrazione dell'acqua, e ne migliora l'adesione al
supporto e la resistenza all'abrasione.
Fessurazioni. Fessure di ampiezza superiore ad 1 mm, per lo più ad andamento lineare, se vi
sono problemi statici, ad andamento incrociato quando sono stati applicati spessori troppo elevati
di materiale in una sola mano, o quando è stata utilizzata una eccessiva quantità d'acqua
nell'impasto delle malte o del calcestruzzo.
Festone Elemento decorativo, per lo più a forma di ghirlanda di rami, frutti e fiori ben ordinati, veri
o finti, col quale si adornano le mura e i vani degli archi o porte in occasione di feste od apparati.
Quando il festone era senza frutti, si chiamava anticate corymbus; se invece era presente la frutta
si chiamava eucarpus. In genere questo termine è usato per descrivere fregi decorativi costituiti
dalla raffigurazione pittorica o scultoria di motivi tolti dalla flora o ad essa ispirati.
Fiammeggiante Stile. Distintivo dato dagli archeologi al terzo periodo dello stile gotico, dominante
singolarmente in Francia nella seconda metà del secolo Decimo Quinto.
Fibula. Spilla utilizzata nell'antichità come ornamento o come fermaglio per gli abiti.
Fiore crociforme. Determina il finimento vegetale delle guglie, dei frontoni (nello stile gotico), dei
pinnacoli, ecc.; visto da qualunque lato, presenta la forma di una croce. Si usano per tale
ornamento anche i vocaboli gruppo di fiori e pennacchio.
Fiore del capitello. Rosoncino a foggia di fiore, col quale si adorna il mezzo dell'abaco del
capitello delle colonne corinzie e composite.
Fittile. Qualsiasi oggetto costruito in terracotta. Usato anche come aggettivo.
Foglia curva o rampante. È l'ornamento vegetale dello stile gotico, che adorna i frontespizi o
spluvi dei pinnacoli o edicole e dei frontispizi di ogni forma, come pure gli spigoli od angoli dei
coperti piramidali, campanili e guglie appartenenti ai pinnacoli.
Fondaco. edificio medioevale pluriuso (magazzino, deposito merci, e spesso alloggio) che i
mercanti aprivano negli empori commerciali stranieri.
Formaldeide. La formaldeide è un gas irritante che agisce sugli occhi e le vie respiratorie. È
incolore ed ha un caratteristico odore pungente ed è la causa più frequente di disagi negli ambienti
interni perché estremamente diffuso, sia negli ambienti domestici che lavorativi. Viene infatti
utilizzata in moltissimi settori fra cui: produzione di resine sintetiche, isolanti, colle, vernici, carte,
tessuti. Le principali fonti principali in uffici e ambienti residenziali, sono: tappezzerie, truciolari,
isolanti, coloranti, materie plastiche, moquette, tessuti, detersivi, conservanti, disinfettanti e fumo di
tabacco.
Fondo oro. Fondo costituito di foglia d'oro che veniva fatta aderire al gesso, che copriva la tavola
lignea per mezzo di una sostanza rossastra: il bolo. Serviva per dare un particolare splendore alle
tavole dipinte.
Formella. Elemento decorativo di dimensioni ridotte, di varia forma e vario materiale, con
figurazioni dipinte, scolpite o incise, che orna portali, pareti, soffitti, architravi e altro.
Fornice. Spazio aperto di un arco. La luce di un arco o di una porta ornamentale.
Foro. Antica piazza romana di forma rettangolare con doppio ordine di colonne dove si giudicava
e si negoziava. Intorno ad esso si trovavano i principali edifici politici e civili: la basilica, il tempio, il
mercato. I Greci usarono fare il Foro quadrato, con ampi e doppi portici
Foyer. Ambiente antistante la sala del teatro dove ci si intrattiene prima dello spettacolo o
nell'intervallo.
Frattazzatura. Tecnica di finitura dell'intonaco, la frattazzatura, ottenibile con frattazzi di legno di
dimensioni diverse, deve essere eseguita quando il fenomeno di presa della malta non è ancora
terminato e in particolare quando la malta comincia ad asciugare. Questa tecnica contribuisce a
rendere la superficie “vibrata” e particolarmente adatta all'applicazione dei tinteggi di tipo
tradizionale.
Freccia, Freccetta. Vedi Dardi.
Fregio. Parte intermedia tra architrave e cornice nella trabeazione classica, ornata d'ordinario con
figure simboliche a bassorilievo e con poco aggetto a decorare cornici e superfici lineari. Si
usarono molto alti nello stile del Risorgimento.
Frenelli. Muretti di mattoni, pieni o forati, dello spessore usuale di cm 13x15, disposti
ortogonalmente alle generatrici di una volta sull'estradosso di questa con interasse di cm 80 - 100.
Sostengono un impalcato orizzontale ed assolvono anche a funzioni di irrigidimento della volta.
Frescante. Pittore di affreschi.
Fresco su fresco. Procedimento di applicazione che consiste nell'applicazione di una mano di
prodotto, su un'altra precedente ancora in fase di essiccazione.
Frigidarium. Sala non riscaldata con vasca per il bagno freddo: era il passaggio dopo il calidarium
e il tepidarium.
Frons scenae. Indica la parete di fondo della scena, corrispondendo all’odierna scenografia. Su di
essa si aprivano da tre a cinque porte, di cui la centrale rappresentava in genere la residenza del
re o il palazzo del personaggio protagonista, mentre quelle laterali erano riservate al coprotagonista
e alla servitù. Nelle porte laterali poteva essere presente un períaktos, ovvero un
prisma girevole a tre facce con scenografie dipinte. Nel mondo romano la scena veniva decorata
con veri e propri elementi architettonici, come colonne, pilastri e nicchie.
Frontespizio. La parte superiore di un edificio o di una porta.
Frontone. Struttura architettonica triangolare (a volte spezzato, oppure ad arco ribassato) a
coronamento del tempio classico posta tra la trabeazione e gli spioventi del tetto (racchiude al
centro il timpano). Spesso decorato da statue e rilievi. In generale però si indica la sommità di una
facciata coperta da tetto a doppio spiovente e il coronamento di porte, finestre, nicchie, edicole.
Scamozzi fissa l'altezza di un frontone ai 2/9 della cornice, rapporto che effettivamente si trova nel
Pantheon a Roma. È caratteristica degli stili medioevali romanico e gotico la rimozione delle cornici
orizzontali su cui gli antichi basavano le cornici inclinate formanti il frontespizio.
Frottage. Tecnica consistente nello strofinare con una matita un foglio di carta posto su una
superficie non perfettamente liscia.
Fusaiòlo, Tondino. Modanatura convessa, semicircolare, che ha un aggetto uguale al raggio del
semicircolo generatore. In essa sono spesso intagliati globetti, girellini, olive od altro.
Fusto. La parte della colonna compresa tra la base ed il capitello. È detto anche scapo. Porzione
del fusto dicesi tronco o rocco di colonna.
-GGalleria. In generale ampio corridoio o loggia con le finestre da un lato. Fungeva da ambiente di
rappresentanza nelle dimore signorili. Nelle basiliche paleocristiane indica lo spazio sulle navate
minori, che si affaccia sulla nave maggiore mediante arcate (dicesi matroneo). A partire dal
romanico divengono frequenti anche sulla facciata e sui muri esterni della chiesa, con funzione
decorativa.
Ganghero. Uno dei due pezzi che formano la cerniera delle imposte di usci ed altri infissi.
Ganosis. Termine usato nelle fonti antiche per indicare una patina di cera ed olio che si dava
sopra le statue per ravvivarne la delicata policromia e per conferire una superficie lucida e calda.
Gargame. Scanalatura verticale entro cui scorre ciascun lembo di una paratoia piana.
Gattello. Mensola di legno in forma di prisma triangolare opportunamente sagomata per il
sostegno di strutture lignee.
Geison. Nome del cornicione sporgente sul fregio, nella trabeazione dei templi antichi.
Geroglifico. Scrittura ideografica dell’antico Egitto.
Gesso. In generale minerale cotto e ridotto in polvere che miscelato con acqua indurisce
velocemente. Viene utilizzato anche per realizzare decorazioni per pareti e soffitti. È ottenuto dal
solfato di calcio anche nella forma di legante tramite la cottura del composto biidrato. A seconda
della temperatura di cottura si ottiene gesso a pronta presa per stucchi e modelli (120.- 180 gradi),
gesso da murare (200 - 250 gradi); gesso morto usato come sottofondo per alcuni tipi di
pavimentazioni (600 gradi); gesso idraulico (800 - 1000 gradi). Come legante può essere
impiegato solo in ambienti coperti e perfettamente asciutti per cementare pietre, laterizi, ferro ma
non il legno. Mescolato con acqua e coloranti, da solo o con legante idraulico, è anche impiegato
per la tinteggiatura d'interni e spesso per il trattamento delle superfici dette a buccia d'arancio.
Gesso e cemento: rapida presa e forte resistenza.
Gesso di Bologna. Gesso di Bologna. E' la forma stabile del gesso. Può essere mescolato a
qualsiasi legante senza che ne alteri le caratteristiche. Si tratta di solfato di calcio idrato. Ha una
morbidezza al tatto unica dovuta alla finezza della grana di cui è composto. Viene usato per
ottenere lo stucco ed anche nella tecnica di Doratura.
Gesso comune. Questo gesso, noto anche come scagliola, è una polvere fine che forma una
massa dura e porosa quando è mescolata con acqua. Si solidifica in cinque-quindici minuti ed è
utile per fare stampi, ma non è abbastanza forte per essere usato come stucco. L'aggiunta del 10
di borace all'acqua, durante la composizione, lo rende più resistente.
Getto. Indica il conglomerato cementizio che si cola nelle apposite casseformi.
Ghiera. Insieme delle pietre che costituiscono un arco. In particolare è la cornice esterna di un
arco (posta sull’estradosso: archivolto) che si ottiene lavorando il mattone o la pietra della parete in
modo da evidenziare lo stesso arco, seguendone il profilo. Può assumere valore decorativo e
comparire perciò in diverso modo (per es. dentata o doppia)
Ghimberga. Elemento decorativo caratteristico dell’architettura gotica, di forma triangolare posto a
coronamento di portali e finestre; è costituito da un frontone appuntito fiancheggiato da due guglie
o pinnacoli, tanto che sia rettilineo quanto curvilineo.
Ghirlanda. Vedi Festone.
Ghisa. E' una lega di ferro contenente carbonio, ferro e altri elementi. Viene impiegata per la
produzione di acciaio e di manufatti attraverso la colata in stampi. E' molto resistente al calore.
Ginnasio. Era anticamente il luogo dove si esercitavano gli atleti.
Girale. Motivo decorativo costituito dalla raffigurazione di elementi vegetali che si svolgono a
forma di voluta.
Giunto. Discontinuità tra due elementi di una costruzione.
Giunto di dilatazione. Nelle costruzioni di grande estensione sono i tagli costruttivi delle strutture
aventi lo scopo di consentire, sia pure parzialmente, la dilatazione ed i ritiri indotti dalle variazioni
tecniche.
Giunto murario. In opere in muratura di pietra o di mattoni sono le superfici lungo le quali, con
interposizione di malta, sono a contatto i conci o i mattoni. I giunti di malta sulla parte in vista
possono essere: a vaso, a gola, a toro sporgente.
Glifo. Qualsiasi incavo a sezione tonda o angolare, come ornamento architettonico. Vedi Triglifo.
Gloss. Il Gloss è misurato in una scala che va da 0 a 100. Un prodotto dicesi normalmente opaco
se ha un gloss da 1 a 10; opaco con gloss da 11 a 30; medio opaco con gloss da 31 a 40; semiopaco
con gloss da 41 a 50; semilucido con gloss da 51 ad 80; brillante con gloss maggiore di 80.
Glossmetro. Strumento che misura la brillantezza della superficie di un prodotto, in base alla
valutazione della riflessione della superficie stessa sotto a determinati angoli di incidenza.
Goccia, Gocciola. Elemento di motivo ornamentale a forma di foglia. Nell’architettura dorica,
Ornamento cilindrico od a tronco di cono o di piramide, posto sotto il gocciolatoio, e sotto il listello
in corrispondenza a ogni triglifo.
Gocciolatoio. Parte di cornice sporgente, e sotto intagliata, onde l'acqua sgoccioli non rimonti. Si
fa questa membratura più o meno aggettata, secondo la natura degli ordini. Negli ordini
architettonici è anche elemento ornamentale.
Gola. Doppia modanatura composta di mezzo ovolo e di un guscio, posti l'uno sotto l'altro in modo
che il suo profilo è a un dipresso quello della lettera S. Si distingue in Diritta e Rovescia.
Gommalacca. Sostanza resinosa di origine vegetale preparata per la preparazione di vernici ad
alcool. Si presenta in scaglie da sciogliere in alcool, capace di creare un sottilissimo strato di
finitura lucidissima e di grande effetto, ma estremamente delicato, basta molto poco per rovinare la
lucidatura. Usata per tecniche di restauro.
Gneiss. Roccia metamorfica olocristallina, i cui componenti essenziali sono uno o più feldspati e
diversi minerali. Si definiscono ortogneiss se derivano da rocce eruttive, paragneiss quando
derivano da rocce sedimentarie, infine metagneiss quando originano da rocce metamorfiche.
Gotico, Stile. Architettura ogivale. Denominazione dello stile dominante nei paesi settentrionali, e
trasfuso in Italia dal XIII al XVI secolo. Ne sono elementi caratteristici l'elevatezza delle
proporzioni, l'adozione dell'arco acuto anche nelle volte, e singolarmente il sistema delle
controspinte praticato all'esterno cogli archi rampanti, e coi contrafforti molto sporgenti. Originato in
Francia, si distinse in varie fasi: quella del gotico puro o primitivo, più semplice, detto dagli Inglesi a
lancetta, per le acuminate figure delle finestre del XIII secolo; quella del gotico più ornato, e
perfezionato nel XIV secolo; quella del gotico trasmodato nelle decorazioni, detto fiammeggiante,
del secolo XVI.
Gradetto. Vedi Anelli.
Grafite. È uno stato fisico del carbone. Se in polvere fine, è un lubrificante utile in circostanze in
cui oli minerali o vegetali potrebbero attrarre la polvere.
Graniglia. Tritume di pietra formato da piccoli frammenti uniformi; in particolare impasto di
cemento con marmi triturati a imitazione del granito, è usato per elementi di rifinitura (marmette di
pavimento, davanzali, gradini, etc.)
Granito. Roccia intrusiva cristallina formata da quarzo, mica e feldspato, è usata come materiale
da costruzione per murature, rivestimenti etc. per le sue ottime qualità meccaniche e di resistenza
agli agenti atmosferici infatti i graniti presentano una buona resistenza agli agenti atmosferici. Sono
diffusi nella crosta terrestre e sono utilizzati come materiale da costruzione e rivestimento.
Granito di fabbrica. Materiale sottoforma di lastre di diverse dimensioni, prodotte in fabbrica con
tecnologie all’avanguardia, capaci d’offrire una valida alternativa ai marmi di cava. Le lastre di
fabbrica, simili dal punto di vista estetico, ma superiori per le caratteristiche tecniche, come la
resistenza all’abrasione, alla flessione, al gelo, ai prodotti chimici, alle macchie e all’assorbimento
dell’acqua.
Graffito. Sorta di pittura fatta con linee profonde, incise con una punta di ferro sull'intonaco fresco
e colorito in oscuro. Questo metodo di decorazione, più semplice che il buon fresco, ha ancora il
grande vantaggio di resistere più a lungo alle ingiurie del tempo, ed è un processo del tutto italiano
dell'epoca del Risorgimento.
Grappa. Elemento metallico inserito in una struttura muraria con accorgimenti atti ad assicurarne il
rigido collegamento con essa, e destinato ora a tenere uniti i singoli elementi della struttura stessa,
ora a sostenere oggetti appesi esternamente. È un sistema antico che utilizza il piombo fuso come
materiale di tenuta nei fori.
Grate. Serie di aste incrociate atte a creare una chiusura di sicurezza in vani aperti. Possono
essere in legno di un essenza dura, in ferro, ghisa e bronzo. In genere le parti perimetrali sono
fissate nella muratura.
Graticcio. Tipo di struttura in travi di legno e muratura.
Green man. Mascherone scolpito, tipico dell'arte romanica, circondato da fogliame e raffigurante
un volto umano dalla bocca e dalle narici del quale escono le foglie.
Grès porcellanato. E' un materiale ceramico ottenuto dalla cottura a temperature molto elevate di
argille contenenti sostanze che fondono. Le piastrelle realizzate sono adatte sia per interni che per
esterni.
Grünlingen (mattone crudo trafilato). È una tecnica del costruire con la terra che consiste nel
realizzare murature portanti mediante l’utilizzo di mattoni trafilati di terra cruda. I mattoni vengono
prodotti da fabbriche di mattoni del tutto analoghe a quelle di mattoni convenzionali, ovvero cotti.
L’unica differenza è che non avviene la cottura, pertanto l’impatto ambientale della fabbricazione
del mattone risulta notevolmente ridotto ed inoltre si mantengono inalterate tutte le caratteristiche
della terra cruda (alta inerzia termica, regolazione dell’umidità,
Grifone. Animale fantastico, che ha la parte anteriore di un'aquila con ali, e la parte posteriore di
leone, con quattro piedi. Esso veniva impiegato nell'ornamento dell'architettura greca ed assira.
Gronda, grondaia. Canale per la raccolta delle acque piovane posto al margine inferiore delle
falde di copertura. La grondaia può essere in pietra, inserita nei conci del cornicione, in metallo di
diverse sezioni, tonda o ad "U". Nel restauro degli edifici storici è sconsigliabile l'utilizzo di acciaio
inox e lamiera preverniciata, più corretto l'impiego di lattoneria in rame.
Guglia, Cuspide. Finimento architettonico decorativo di forma piramidale o conica , posto a
coronamento di strutture verticali come campanili, torri, contrafforti. Consta essenzialmente di due
parti: l'inferiore, detta corpo, e la piramidale soprastante, detta gigante.
Guscio. Incavatura longitudinale in forma di canale, della quale il profilo o la sezione è un quarto di
circolo.
-HHabillèe. Tavolo o altro elemento d'arredo ricoperto da un drappo che lo nasconde
completamente.
Holzlehm (terra-legno). È un metodo del costruire con la terra che consiste in una variante della
tecnica della terra-paglia, ovvero nel riempire lo spazio fra due casseri con fibra di legno (al posto
della paglia) bagnata con terra liquida (barbottina). La tecnica della terra-legno può essere vista
come una rielaborazione del torchis dal quale si differenzia per il basso contenuto di terra, infatti si
utilizza poca terra con la sola funzione di tenere unite le fibre di legno e di proteggerle. L'argilla
infatti, assorbendo l'umidità dal legno (o da altre sostanze organiche) fa sì che non sorgano
problemi dovuti a micosi ed insetti.
-IIcona. Immagine sacra dipinta generalmente su tavola di legno, spesso con fondo dorato, tipica
dell'arte bizantina. Dal 730 all'843 la distruzione di queste immagini fu chiamata iconoclastia.
Iconografo è il pittore; iconografia la scienza che studia questo tipo di arte, i cui significati vogliono
essere simbolico-religiosi.
Iconostasi. Struttura architettonica divisoria adorna di immagini sacre; nelle chiese cristiane
orientali separa come una parete il presbiterio dalle navate. Normalmente vi sono delle colonne
che sorreggono un architrave. Vi vengono esposte immagini sacre (icone).
Idropittura. Pittura in cui il legante è costituito da una resina in dispersione acquosa.
Idrorepellente. Additivo utilizzato nei prodotti avente la funzione di aumentarne la resistenza alla
penetrazione dell'acqua. Impregnate idoneo a conferire resistenza alla penetrazione
dell'acqua.Caratteristrica di resistenza alla penetrazione d'acqua, propria di determinali materiali.
Iec. E’ la sigla dell'International Electrotechnical Commission, analogo dell'Iso per il settore
elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni.
Igrometro. Strumento per misurare l'umidità relativa contenuta nell'aria od in un materiale. Ne
esistono di vari tipi a seconda della precisione e del campo d'impiego.
Igroscopico. Caratteristica di vari materiali, consistente nella capacità di assorbire umidità
dall'aria.
Imbotte, Intradosso. La superficie interna concava di una volta.
Imbiancatura. Tinteggiatura di superfici intonacate, in genere con bianco di calce, che si usa
come operazione di finitura o di preparazione di ulteriori trattamenti.
Immagine bidimensionale. Immagine rappresentata con due sole dimensioni (altezza/lunghezza)
priva del volume o terza dimensione.
Immagine tridimensionale. Raffigurazione che evidenzia la profondità, ovvero la terza
dimensione.
Immorsatura. Nome dato ai diversi sistemi di collegamento tra le singole parti di una struttura
muraria.
Imoscapo. Estremità inferiore del fusto di una colonna; opposta all'altra detta sommoscapo per la
parte superiore, sotto al collarino.
Impannata. Infisso di chiusura per finestre formato da un telaio al quale sono applicati riquadri di
stoffa o di carta. Si chiama così anche l'infisso a vetro.
Impiallacciato. Pannello di legno, truciolare, compensato o massello, rivestito con fogli più
pregiati.
Impiantito. Pavimento per ambienti interni costituito da elementi piatti di piccole dimensioni
disposti sopra un letto di malta.
Impluvio. Nell'atrio della casa romana bacino di forma regolare (spesso rettangolare) ricavato nel
pavimento dell’atrio della casa destinata a raccogliere le acque piovane che cadevano e scolavano
dal soprastante compluvio.
Imposta, Pulvino. Membratura sporgente, sulla quale si appoggia l'arco, cioè dove nasce l'arco.
Dicesi anche imposta o pulvinare la modanatura superiore dei piedritti o di uno stipite all’inizio di
un arco, da dove s'innesta la volta.
Impregnante. Prodotto atto a penetrare nelle porosità del materiale trattato con lo scopo di
modificarne le caratteristiche, senza formare pellicola.
Incannucciata. Controsoffitto formato da una camera d'aria compresa fra il soffitto e uno strato di
cannucce e di stuoie. Incassatura. Nicchia o solco per l'intersezione di travi, colonne, montanti, etc.
Incapsulamento. Trattamento di manufatti in cemento -amianto, che servono a ricoprire e fissare
l'amianto, in modo duraturo e sicuro.
Incatenatura. Collegamento effettuato congiungendo due parti di una costruzione mediante sbarre
di ferro ancorate alla muratura.
Incavatura. Solco o infossatura fatta nel legno, nella pietra, nei metalli.
Incavigliatura. Collegamento degli elementi lignei di un traliccio o di una struttura, effettuato per
mezzo di speciali cunei in legno o ferro detti caviglie.
Incavo. Cavità, scanalatura.
Inchiavardatura. Sistema di collegamento realizzato tramite l'uso di un tipo speciale di bulloni
(chiavarde).
Incisione. Tecnica consistente nell'eseguire un tracciato su pietra o un disegno, mediante solchi
prodotti da acidi o strumenti a punta.
Inerte. Componente della malta, fisicamente non attivo, di completamento volumetrico; variabile a
seconda del tipo di utilizzo, generalmente è costituito da sabbia più o meno fine, pietrisco o
similari, ma anche polvere di marmo o cotto utilizzati per finiture superficiali.
Infisso. Opera di finitura predisposta alla chiusura di vani di porte e finestre, costituita da un telaio
fisso e da elementi mobili. Iniezioni di cemento. Tecnica usata per consolidare artificialmente
terreni incoerenti in modo da renderli più resistenti alla compressione e più idonei alla costituzione
di fondazioni di fabbricati, per rafforzare le fondazioni di edifici pericolanti a causa di cedimenti del
terreno, per restaurare muri con malte degradate e in disfacimento.
Ingobbio. Procedimento con il quale si ricopre la ceramica, prima della cottura, con una pasta non
trasparente sulla quale vengono dipinte le decorazioni.
Intaccatura. Incavo o gradino praticato nel legno, pietra o altro materiale per collegarvi un altro
elemento che vi introduce ad incastro.
Intarsio. Opera decorativa a disegni ornamentali ottenuta inserendo negli intagli preparati su una
superficie dura levigata (pietra, legno, avorio) elementi di colore e di materia differenti.
Intercolunnio. Lo spazio tra colonna e colonna, misurata dall'estremità inferiore. Il diametro delle
colonne è adottato come unità di misura o modulo. Secondo Vitruvio in base al rapporto tra
intercolunnio e diametro della colonna, si distinguono cinque tipi di templi, cioè: pienostilo, sistilo,
eustilo, diastilo ed areostilo.
Intonachino. Finitura superficiale dell'intonaco esterno, ottenuta attraverso la rasatura in spessore
(variabile da 2 a 5 millimetri) di una malta colorata composta da calce aerea, polveri di marmo o
altri inerti. La lisciatura è realizzata direttamente nella stesura con cazzuola tradizionale,
americana, oppure con frattazzatura a legno.
Intonaco. Termine dai diversi significati, l'intonaco è lo strato di malta, di spessore compreso
generalmente tra i 2 ed i 6 centimetri, che ricopre una superficie o la struttura di un edificio. Inoltre
il termine è riferito frequentemente alla malta utilizzata per eseguirlo. La parola intonaco indica
alcuni dei vari strati che lo compongono, rinzaffo, intonaco di fondo e intonaco a finire. Intonaco
inoltre allude ad un tipo di rugosità superficiale data dagli inerti e dalla finitura a frattazzo. Gli
intonaci lisciati, pur essendo costituiti dagli stessi componenti, vengono denominati stucchi. Questa
molteplicità di significati, diffusinell'uso corrente, generano spesso equivoci ed imprecisioni;
l'utilizzo del solo nome non è sufficientemente chiaro, in quanto non univoco.
Intonaco esterno. L'intonaco delle mura esterne e del soffitto (per es. sotto balconi e passaggi)
deve possedere le seguenti qualità: resistere alle condizioni climatiche, al gelo e alla temperatura
(intonaci esterni di colori chiari sono da preferire a quelli scuri, in quanto riflettono i raggi solari),
non deve scolorire, deve avere una buona aderenza, non formare crepe (che altrimenti permettono
un passaggio capillare di umidità nelle mura) e salmastro ed essere eventualmente "auto pulente".
Intradosso. Superficie interna di una volta o di un arco, detta anche Imbotte. Superficie interna del
vano di una finestra o di una porta corrispondente allo spessore del muro; essa ha la forma
strombata, di pianta trapezoidale in modo da ridurre (anche ai fini dell'illuminazione naturale)
l'ingombro delle spalle laterali del vano, all'interno dell'ambiente.
Intrusivo. Si definisce processo intrusivo il complesso di fenomeni che si susseguono durante il
consolidamento del magma in diverse zone più o meno profonde della litosfera. Nel primo stadio
chiamato ortomagnetico agenti mineralizzatori diminuiscono la viscosità del magma formando dei
cristalli grazie al graduale raffreddamento della massa fusa. Le altre due fasi pegmatitica e
pneumatolitica sono entrambe caratterizzate da una considerevole azione degli agenti volatili che
aumentando di concentrazione rendono più fluida la massa residua che spostandosi forma nelle
rocce filoni differenziati con cristalli di dimensioni notevoli.
Ionico. Uno dei tre ordini dell'architettura greca classica: le colonne (il cui fusto è scanalato) sono
più leggere e più snelle di quelle doriche, con modanature concave e convesse; il capitello
presenta due volute laterali e l’abaco sottile si raccorda al fregio; caratteristica è inoltre la
trabeazione con architrave diviso in tre zone sovrapposte con fregio a dentelli o figurato a rilievo, e
con cornice.
Ipetro, Iptero. Significa scoperto. Vitruvio chiama così un tempio avente la cella o naos scoperta, e
nel suo interno due ordini di colonne l'uno sovrapposti, aveva in genere dieci colonne di fronte. Un
esempio di questa specie di templi si vede nella città di Pesto.
Ipogeo. Ambiente sotterraneo costituito da vani diversi tra loro comunicanti adibito ad abitazione o
a luogo di sepoltura.
Ipostilo. Di ambiente, per lo più di notevoli dimensioni, il cui tetto, piano, sia sostenuto da più file
di colonne.
Iso. individua le norme elaborate dall'Iso (International organization for standardization). Queste
norme sono un riferimento applicabile in tutto il mondo. Ogni Paese può decidere se rafforzarne
ulteriormente il ruolo adottandole come proprie norme nazionali, nel qual caso in Italia la sigla
diventa Uni Iso (o Uni En Iso se la norma è stata adottata anche a livello europeo).
-JJubé. Parete divisoria fra la navata ed il coro. Il termine è stato tratto dalla frase latina "Jube
domine benedicere", normalmente pronunciata dal sacerdote prima dell'inizio della lezione mentre
era ancora di fronte al divisorio che lo separava dai fedeli.
-KKalyptér hegemón. Kalyptér è la tegola semicilindrica (coppo) che copre le giunture delle tegole
piatte. Il kalyptér hegemón copre le giunture alla sommità del tetto.
-LLabirinto. Sul pavimento di molte cattedrali medievali si trova disegnato un labirinto il cui percorso
era un simbolo del pellegrinaggio in Terra Santa.
Laccato. Finitura superficiale a base di lacca che conferisce al mobile un aspetto più lucido.
Laconicum. Ambiente riscaldato con aria calda, sudatorio.
Lacunare. Riquadro del soffitto, in legno o altro materiale, spesso decorato con pitture. Vedi
Cassettoni.
Laminato. E' un pannello legnoso rivestito su uno o entrambi i lati con un sottile foglio di resina
melaminica, rendendo la superficie dura e resistente.
Lanceolato. Elemento decorativo a forma di lama di lancia.
Lanterna. Elemento architettonico posto all’estremità della cupola di forma cilindrica o poligona,
assimilabile ad un tiburio, spesso terminante a sua volta con una piccola cupola e munito di
finestre. Aperta con finestre su ogni lato, dalle quali entra la luce.
Lappatura. Processo di superfinitura realizzata con particolari macchinari (lappatrici) mediante
abrasivi a grana finissima. Tale processo consente di ottenere lastre di fabbrica con ridotta
scabrosità di superficie.
Lastricato. Tipo di pavimentazione realizzata con grosse pietre (graniti, selce, pietra serena)
squadrate con la martellina o segate.
Laterizi. Prodotti manufatti per indurimento naturale e artificiale dell'argilla, precedentemente
modellata e destinati a sostituire la pietra naturale nelle costruzioni.
Lavagna. Roccia metamorfica di colore nero, simile all'ardesia. Viene impiegata per lavagne e
pavimenti. Il suo nome deriva dall'omonima città ligure da cui viene estratta.
Led luminoso. Spia luminosa.
Legante. Sostanze come cementi, calce, gesso, etc. che, mescolate con acqua o da sole, sono
atte a fare presa sugli elementi litici e laterizi e ad indurire successivamente collegandoli in un
unico complesso resistente.
Leggio. Mobile sacro, situato o nel centro, od agli angoli degli amboni delle chiese, oppure anche
isolato, sorreggente i libri corali. Ve ne sono di marmo e di bronzo, ma generalmente sono di legno
scolpito.
Leichtlehm (terra-paglia o terrepaille). È una tecnica del costruire con la terra che consiste nel
riempire lo spazio fra due casseri con paglia a fibra lunga bagnata con terra liquida (barbottina).
Lenòs. Vasca molto grande usata come sarcofago dai romani.
Lesena. Semipilastro o semicolonna addossata a una statua, provvista di base e capitello, a volte
liscia e a volta ornata, con funzione puramente decorativa, molto usato per spezzare estese
superfici ed animarne così l'effetto monotono. (Vedi parasta)
Lesione. Qualsiasi soluzione di continuità delle strutture murarie o di cemento armato, non
predisposta all'atto della progettazione, che si manifesti nell'atto della costruzione o
successivamente.
Levigatura. Processo di finitura di superficie tipica anche delle lastre di marmi e graniti, con
aspetto speculare e rugosità contenuta nell’ordine di pochi micron, ottenuta mediante l’azione
meccanica di pietre abrasive tenere e di grana finissima. Processo che rende la superficie priva di
ogni asperità, o ruvidezza. Limare, lisciare.
Lingua. Dicesi della parte rovesciata delle foglie del capitello corinzio o composito.
Linoleum. E’ un vero prodotto naturale composto da olio di lino ossidato al quale vengono aggiunti
farina di legno, resine naturali, inerti e pigmenti coloranti naturali, il tutto calandrato viene spalmato
su telo di juta. Può essere in piastre o in teli, con spessori variabili da 2-2,5-4 mm. E’ un prodotto
ecologico ed è un materiale con un ottimo coibente termico ed acustico.
Liparite. Roccia effusiva neovulcanica corrisponde al magma granitico nettamente acido, contiene
quarzo e felspati associati ad elementi accessori. Vengono classificati e pertanto distinti a seconda
della loro struttura e dal prevalere di alcuni elementi.
Listello. Sottile modanatura piatta che separa modanature ricurve più grandi. Dicesi pure di quella
lista che si trova fra due scanalature di una colonna.
Livellamento. Insieme di operazioni atte a render un terreno piano, mediante lo sterro dei rialzi e
la colmata delle depressioni, eseguito con tecnica manuale o con l'uso di macchine livellatrici.
Lobo. Nei trafori gotici si dice lobo l'elemento architettonico a forma di piccolo arco lo spazio
traforato o semplicemente profondato compreso nella cornice degli archi, che secondo il numero
dei lobi si chiamano trilòbi, quadrilobi, polilobi.
Loggia, loggiato. Struttura architettonica aperta in arcate poggiante su colonne o pilastri, a se
stante o facente parte di un edificio.
Longherina. Profilato di acciaio, o travetto o tondino di legno, disposto longitudinalmente e
sostenuto da puntelli.
Losanga gradonata. Motivo decorativo consistente in una serie di rombi, il profilo dei quali è
formato da cornici digradanti a forma di scalini.
Lotto di produzione. Indica il quantitativo di marmi, graniti o pietre di fabbrica prodotto in un
momento determinato.
Lumeggiatura. Effetto pittorico che per mezzo di colori più chiari, sciolti nella gomma, mette in
ulteriore evidenza le parti più luminose della composizione pittorica.
Lunetta. Porzione di parete costituita dall'intersezione di una volta col piano della parete stessa,
spesso decorata con pitture, mosaici e rilievi; a forma di mezzaluna posta sopra una porta o una
finestra serve a lasciare penetrare la luce nell'interno dell'edificio. Tuttavia, è anche lo spazio tra
l'architrave di una porta e l'arco sovrastante, nonché la tavola semicircolare posta a coronamento
di una pala d'altare.
-MMadonna glykophilousa. Tipo iconografico diffuso nella pittura bizantina, in particolare nelle
raffigurazioni a destinazione devozionale, a partire soprattutto dal secolo X. La Vergine e il
Bambino vi sono rappresentati guancia a guancia, per sottolineare il rapporto di intimità tra la
Madre e il Figlio e mettere così in evidenza il ruolo fondamentale di Maria come mediatrice a
favore degli uomini peccatori.
Madonna Hodighitria. Tipo iconografico diffuso nella pittura bizantina, che trae il nome da una
celebre icona miracolosa venerata a Costantinopoli nel monastero degli Hodigì. La Vergine vi è di
solito rappresentata a mezza figura, con il Bambino sul braccio sinistro e la mano destra protesa
nel gesto dell'intercessione. Il Figlio, caratterizzato come persona atemporale, veste l'imatio e la
tunica e calza sandali allacciati, ha la fronte alta e i capelli crespi, benedice con la mano destra
mentre regge il rotulus nella sinistra.
Maestranza. Società, corporazione operaia, che lavorava nelle costruzioni del Medio Evo, avente
speciali segni per distinguersi l'una dall'altra. Originate nei chiostri, specialmente in quelli dei
Benedettini, in progresso si emanciparono nel XIII secolo. Fra le varie maestranze laicali che
costruirono le Cattedrali tedesche, erano famose quelle di Strasburgo, di Vienna, di Colonia e di
Zurigo.
Magma. Si definisce in geologia una massa di roccia fusa e incandescente sita entro o sotto la
crosta terrestre. Il magma presenta una composizione chimica variabile, alcuni elementi invece
sotto forma di ossidi sono fissi. I magmi di definiscono acidi o basici a seconda della percentuale di
silice. Il medesimo magma può dar luogo a due tipi di rocce a seconda che solidifichi all’interno
della litosfera (rocce intrusive) o all’esterno (rocce effusive). I magmi possono prendere il nome
della roccia intrusiva a cui danno origine : magma basaltico,magma granitico. I magmi misti sono
magmi che hanno subito fenomeni di contaminazione.
Magmatico. Costituito formato da magma.
Maiolica. Tipo di ceramica rivestita di smalto stannifero (cioè con aggiunta di stagno),
generalmente bianco, o decorato a colori.
Malta. Impasto di un legante (cemento, calce, etc.) con acqua, o di un legante con sabbia ed
acqua. Può essere impiegata per murature di vario tipo sia all'asciutto, sia in presenza di acqua,
oppure per eseguire intonaci o murare pavimentazioni e rivestimenti. Genericamente le malte si
dividono in malte aeree e malte idrauliche a seconda che il fenomeno di presa avvenga in
presenza di acqua. Le prime possono essere di gesso, di calce o di leganti idrocarburi (es.
bituminose); le seconde possono essere di calce idraulica, cemento e agglomerato cementizio.
Quando le malte vengono eseguite con l'aggiunta di altri leganti oltre a quella fondamentale in
modo da conferire loro particolari requisiti di idraulicità e resistenza, prendono il nome di malte
bastarde.
Malta autolivellante. Malta avente la caratteristica, di distendersi perfettamente, nelle applicazioni
su superfici orizzontali.
Malta bastarda. Malta composta con diversi tipi di legante e inerte. Generalmente risulta dalla
composizione di calce aerea e calce idraulica o di calce idraulica e cemento. La malta bastarda
viene utilizzata di solito per rinzaffi o sottovalli. L'aggeragato per le malte di solito non supera le
dimensioni di 5 mm.
Malta di calce (aerea). Si ottiene dalla composizione di grassello di calce stagionato e di inerti
(cariche, con funzione di ossatura) generalmente scelti tra sabbia silicee di fiume o di cava. La
malta subisce un processo di solidificazione di tipo chimico-fisico (trasformazione dell'idrato di
calce in carbonato ed essiccamento in presenza di aria); la malta, in funzione del tipo di inerte
utilizzato può essere impiegata per rinzaffi, sottovalli ed arricciature.
Malta pozzolanica. Malta ottenuta con l'impiego di grassello di calce, pozzolana ed acqua. Questa
tipo di malta è quella adoperata per lo più dai Romani, anche nelle opere idrauliche. Essa ancor
oggi ha una notevolissima validità, e viene adoperata, soprattutto nelle zone vulcaniche, ove la
pozzolana è reperibile facilmente ed a basso costo.
Malta premiscelata. Malta dosata e miscelata nello stabilimento di produzione.
Malte da fissaggio. Malte idonee all'ancoraggio di elementi metallici o di altri materiali, sulle
pareti.
Mandorla. Elemento decorativo tipico del gotico a forma ogivale, dipinta o a rilievo collocata sopra
porte o finestre contente in generale l'immagine della Madonna.
Manto. Strato di tavole, talora ricoperto di terra battuta, disposte al di sopra dell'armatura
provvisoria (centina) di una volta in modo da costituirne la forma intradosso.
Marmetta. Mattonella da pavimento, formata da uno o due strati di cemento e sabbia e da uno
strato di graniglia di marmo o pietra di vario colore e pezzatura.
Marmo. Nome generalmente utilizzato per definire rocce calcaree compatte e rocce non calcaree,
di facile lavorazione. Grazie all’effetto del metamorfismo tali rocce hanno acquistato una struttura
cristallina a grana più o meno fine. I marmi si definiscono monocromi se la colorazione è uniforme,
policromi a seconda della presenza di venature, screziature. La natura differente e la diversa
distribuzione dei componenti accessori come quarzo grafite pirite conferisce al marmo vari colori
dal rosso al giallo, dal grigio al verde, mentre crea motivi ornamentali la disposizione di questi
minerali intorno a venature. I marmi vengono utilizzati per pavimentazioni, rivestimenti,usi
ornamentali, ma non hanno un’elevata resistenza agli agenti atmosferici. I marmi presentano una
resistenza alla compressione che varia da 900 a 1200 kg/cm2, e un peso specifico tra 2400 e 2700
kg/m3. L’estrazione del marmo avviene generalmente in cave a cielo aperto con filo elicoidale che
permette di ricavare blocchi di grandi dimensioni. Tali blocchi vengono trasportati per slittamento
su un letto di detriti tagliati alla segheria. Qui vengono tagliati in lastre secondo la tinta, la giacitura
e i difetti presenti da lame bagnate da una pioggia d’acqua e sabbia quarzosa. Per la levigatura
vengono utilizzati dischi al carborundum, mentre la lucidatura viene ottenuta per mezzo di polveri
abrasive sempre più fini applicando al disco girevole un feltro umido.
Marmo di fabbrica. Materiale sottoforma di lastre di diverse dimensioni, prodotte in fabbrica con
tecnologie all’avanguardia, capaci d’offrire una valida alternativa ai marmi di cava. Le lastre di
fabbrica, simili dal punto di vista estetico, ma superiori per le caratteristiche tecniche, come la
resistenza all’abrasione, alla flessione, al gelo, ai prodotti chimici, alle macchie e all’assorbimento
dell’acqua.
Marmo pentelico. Marmo bianco a grana fine. Ricavato da cave aperte nel versante est del monte
Pentelico, 15 km a nord-est di Atene.
Mansarda (tetto alla). Copertura d'un edificio con un tetto, del quale una falda ha due pendenze
(una meno obliqua dell'altra) per poter ricavare un sotto-tetto di maggiore altezza. L'architetto
Mansard ne fu l'inventore.
Mascherone. Elemento decorativo a figura umana, usato come mensola o come chiave di volta.
Talora nelle fontane è adoperato per farne uscire l'acqua dalla bocca.
Masonite. E' un materiale da costruzione formato da un conglomerato di trucioli e corteccia.
Generalmente viene usato come isolante per soffitti e pareti.
Massello. E' il legno che si ricava dallo strato interno, più duro e compatto, del tronco di un albero.
Mastice epossidico. È il mastice più resistente e più indicato per la riparazione delle ceramiche,
particolarmente di quelle più opache (per la porcellana traslucida è preferibile la resina acrilica). Il
mastice si prepara mescolando un adesivo epossidico con tanto pigmento al biossido di titanio
quanto basta a ottenere un denso color bianco. Quindi si aggiunge una quantità di caolino
sufficiente a ottenere una pasta consistente. Per piccole fenditure o scheggiature, è sufficiente la
resina epossidica mescolata con polvere di biossido di, titanio. Se è necessario un mastice
colorato, vi si può mescolare del colore in polvere fino a raggiungere l'esatta sfumatura. Poiché
questo mastice tende ad attaccarsi - a ogni cosa, si devono spolverare le dita e ; gli utensili per
modellare con talco o caolino. La sua ottima adesività permette di aggiungere strati successivi
dopo che il primo ha fatto presa.
Il mastice epossidico necessita di un supporto finché non sia essiccato, e, per la modellatura, di
una solida base. Si assesta lentamente, lasciando ampiamente il tempo di modellare, a meno che
non sia vicino a una fonte di calore. Infatti, si dovrebbe lasciare sempre un'ora di presa a freddo,
perché il calore immediato provoca ammorbidimento e cedimento. Quando è asciutto ha una
superfide liscia e fornisce un'eccellente base per una successiva mano di colore.
Mastio. torre principale - la più alta e munita - del castello medioevale o della rocca
rinascimentale.
Materia prima. sostanza grezza presente in natura o parzialmente lavorata.
Mattone crudo trafilato (Grünlingen). È una tecnica del costruire con la terra che consiste nel
realizzare murature portanti mediante l’utilizzo di mattoni trafilati di terra cruda. I mattoni vengono
prodotti da fabbriche di mattoni del tutto analoghe a quelle di mattoni convenzionali, ovvero cotti.
L’unica differenza è che non avviene la cottura, pertanto l’impatto ambientale della fabbricazione
del mattone risulta notevolmente ridotto ed inoltre si mantengono inalterate tutte le caratteristiche
della terra cruda (alta inerzia termica, regolazione dell’umidità, del microclima interno alle
abitazioni, ecc…).
Matroneo. Galleria riservata alle donne. Nelle chiese paleocristiane e romaniche a pianta
basilicale è posto sulle navate laterali e si affaccia su quella centrale. Negli edifici a pianta centrale
si affaccia sul vano della cupola.
Mausoleo. Deriva da Mausolo re di Alicarnasso, a cui Artemisia, sua moglie, eresse un magnifico
e celebrato sepolcro. Si adopera questo vocabolo per indicare un edificio sepolcrale, innalzato alla
memoria di qualche illustre defunto.
Mazzetta. Parti in muratura che delimitano un'apertura e permettono l'appoggio di un telaio ligneo
su cui si innestano gli infissi.
Meandro. Ornamento greco, formato da uno o più listelli piegati e ripiegati simmetricamente,
lasciando generalmente uno spazio di pari larghezza fra i loro rivolgimenti. Il nome fu derivato dalle
tortuosità del fiume Meandro.
Medaglione. Decorazione architettonica per quadri o bassorilievi di forma circolare od ovale, che
ornano internamente od esternamente gli edifici
Mensola Elemento architettonico incastrato a un estremo e libero all’altro avente funzione di
sostegno di sovrastanti strutture in oggetto. Essa differisce di stile secondo il paese e l'epoca.
Merli. Ordinario coronamento delle torri e delle mura dei castelli. D'origine antichissima, giacchè
se ne vedono nei bassorilievi Assiri e Greci, divennero all'epoca romana l'unica guarnizione delle
mura delle città. Consistono in rialzi di muro intercalati a distanza, ed hanno l'altezza per fare
schermo ai balestrieri dietro ai quali si nascondevano: quindi erano spesso aperti con feritoie.
Coll'invenzione della polvere da sparo ne cessò l'opportunità e l'uso, e le antiche merlature si
riempirono nei loro interstizi, per potervi poggiare i tetti. La loro forma indicò nel Medio Evo il partito
o Guelfo o Ghibellino.
Metopa. Lo spazio quadrato fra due triglifi nel fregio dell’ordine dorico. Spesso liscio, ma a volte
decorato con bucrani, trofei, rosoni, teste, pàtere o altri motivi ornamentali.
Mezz'ovolo. Modanatura simile al toro ed al tondino, la sezione del quale è un quarto del circolo,
la convessità all'infuori: tale è l'echino del capitello dorico.
Midollino. Deriva da una palma rampicante: il rattan o canna d'India da cui si ricavano dei sottili fili
facili da intrecciare e usati per le parti decorative dei mobili.
Mihrab. Nicchia ricavata nello spessore della parete più importante della moschea, detta Qibla,
dove si focalizza la preghiera. Questo elemento si ritrova anche nelle sinagoghe e nelle chiese
cristiane.
Minareto. Torre che sorge a fianco delle moschee, dall'alto della quale si invita, fra i Musulmani, il
popolo alla preghiera in ore determinate.
Minerale. Corpo omogeneo in cui due porzioni ugualmente orientate hanno le stesse proprietà
fisiche e chimiche. Si classificano in inorganici , organici, solidi, liquidi aeriformi. In base alla loro
origine vengono definiti primari (singenetici o epigenetici) se si trovano dove si sono formati,
secondari se sono stati trasportati, spostati generalmente tramite acqua dal luogo di origine a
quello di rinvenimento. Da un punto di vista industriale si definisce un minerale ricco o povero a
seconda della percentuale di minerale utile contenuta. Si intende minerale grezzo, qualsiasi
minerale estratto dalla terra.
Miniatura. Arte di origine orientale con cui si decorano e illustrano soprattutto i manoscritti. Indica
anche un dipinto di piccole dimensioni, generalmente ad acquerello, su avorio, pergamena, carta,
rame o altro.
Modanatura, Sàgoma, Membratura. Elemento decorativo più o meno sporgente che aggiunto ad
un elemento architettonico concorre a dargli una certa forma. Può essere semplice oppure ornato.
Esse sono: listello, ovolo, guscio o cavetto, toro, tondino o fusajòlo, scozia, gola rovescia, e gola
diritta.
Modanatura a cuscinetto. Le modanature situate fra la corona e il fregio in ogni trabeazione.
Modello. Sinonimo di plastico. Costruzione tridimensionale che riproduce l’edificio in piccola scala.
Modiglione. Motivo ornamentale nella cornice degli ordini corinzio e composito. Ha d'ordinario la
forma di una S coricata o mensola con volute, che sembra sostenere la corona della cornice. I
modiglioni sono scaglionati in modo da lasciare nell’intradosso una rientranza di forma quadrata fra
ogni coppia di essi.
Modulo. In architettura la misura convenzionale che stabilisce il rapporto fra le varie parti di un
edificio e una unità di base di misura.. Negli ordini architettonici, il modulo corrisponde al raggio
della colonna e su questa misura si stabilivano, per esempio, l'intercolumnio, il ripetersi delle
distanze tra metopa e metopa, etc.
Monaco e ometto. Elemento verticale delle capriate su cui si attestano ad incastro, all'estremità
superiore i puntoni e a quella inferiore i saettoni.
Monogramma. Cifra che contiene le prime lettere del nome di qualche persona. Sono soventi
diverse lettere intrecciate insieme. Molto usate nello stile bizantino, specialmente sui capitelli.
Dicesi anche dei segni usati dalle maestranze o corporazioni del Medio-Evo.
Monolite. Elemento architettonico o statua di pietra d'un solo pezzo. Sono celebri monoliti gli
obelischi egiziani.
Monoptero. Tempio circolare, che ha la cella attorniata da una fila di colonne.
Monotriglifo. Unico triglifo, ed anche intercolunnio della larghezza di un triglifo e due mètope.
Monumento. Opera architettonica o scultorea destinata a perpetuare il ricordo di un avvenimento,
di una cosa o di una persona. Edificio o manufatto di rimarchevole interesse archeologico, storico,
artistico, estetico, classificato e protetto ai sensi della legge n. 1089/39. (oggi T.U. 490/1999).
Monta, Sfogo o Saetta. Si chiama così la maggior perpendicolare, che dall'imbotte si può condurre
sul piano determinato dai punti più bassi della linea d'imposta di una volta.
Mordente. Il mordente è un colorante che viene applicato su legno per conferirgli un colore
particolare o semplicemente per scurirlo. L'applicazione del mordente è una operazione
irreversibile in quanto vengono coloratele fibre del legno.
Mordente ad acqua. E’ facile da stendere, ma presenta il problema che le varie zone del legno
possono assorbire in modo diverso l'acqua e quindi assumere una colorazione più o meno intensa.
Pertanto un mordente all'acqua è da usare su legni poco porosi e quindi poco assorbenti.
Mordente ad alcol. Asciuga molto rapidamente ma bisogna fare attenzione a quando si applica
perché se si passa due volte sullo stesso punto la zona risulterà più scura di altre, quindi la tecnica
di applicazione deve essere più accurata. In compenso la superficie trattata con mordente ad alcol
risulta molto brillante.
Mordente diluito in olio. È facile da stendere, ha un assorbimento più lento e quindi più uniforme
su tutta la superficie, ma presenta il problema che bisogna attendere alcuni giorni prima di passare
a fasi ulteriori di finitura in quanto l'asciugatura avviene durante questo tempo.
Mosaico, Musaico. Tecnica figurativa artistica d'origine orientale, che consiste nel fissare piccole
tessere o frammenti di pietra, marmo o pasta vitra su una superficie (stucco), ingegnosamente
combinati per formare disegni policromi od altro; adoperato nella decorazione di pareti e di
pavimenti.
Moschea. Tempio maomettano, privo di altari, figure e immagini. Elementi costanti sono la sala
con il colonnato, il cortile con la vasca per le purificazioni, la cella che indica l'oriente, il pulpito e
l'alta torre detta minareto.
Mostra. Riquadro, liscio o decorato, in cui si sono inserite porte e finestre.
Motivi ornamentali. Certi tipi fissi di motivi ornamentali scolpiti si adattano a determinati elementi
architettonici. Così l’echino è ornato con ovoli e dardi, la cyma reversa con foglie d’edera,
l’astragalo con perline e rocchetti. Per la cyma recta in cui le decorazioni sono meno frequenti,
sono indicate foglie d’alloro o caprifoglio. In altri elementi dell’ordine vi è ampio margine nella
scelta dei motivi ornamentali.
Monofora. Finestra a un’unica luce
Multistrato. Pannello ottenuto incollando sottili fogli di legno con le fibre incrociate. E' una
versione più resistente del compensato dato il suo spessore superiore formato da una maggiore
quantità di fogli.
Muratura. Insieme di pietre o mattoni legati con malta o cemento.
Muro. Struttura composta da elementi di materiale inerte e resistente riuniti in modo da formare un
unico insieme costruttivo caratterizzato dall'avere due dimensioni rispetto al piano verticale
prevalenti sullo spessore.
Muro di mattoni di pietra. Muratura costituita da strati di pietrame grezzo alternati a ricorsi di
mattoni che conferiscono una maggiore resistenza alla struttura.
Muro a secco. Sistema usato per costruire muri senza l'impiego di materiali leganti: in tal caso i
muri sono di spessore maggiore degli altri e richiedono materiale scelto ad un'accurata
esecuzione.
Mutulo. A forma di modiglione è l’ornamento dell'ordine dorico consistente in un risalto sporgente
al di sotto del gocciolatoio, in corrispondenza dei triglifi e del metope del fregio, ed avente la faccia
piana rettangolare. Si dice anche falso modiglione.
-NNartèce, ardica . Nelle basiliche romaniche indica l'atrio antistante l'ingresso della chiesa destinato
ai catecumeni non battezzati, diviso dalle navate da elementi fissi. Può essere interno
(endonartece) o esterno (esonartece) all’edificio. Vedi Paradiso.
Nàos. Nel tempio greco è la cella nella quale era custodita la statua della divinità. Poteva essere
divisa in due o tre navate da una fila di colonne.
Nasi. Vennero così chiamati dagli scalpellini delle maestranze germaniche quegli angoli formati
all'interno di arcature più grandi dall'innesto di altre minori, ovvero nelle combinazioni geometriche
dei polilobi dei trafori.
Nastrino. Intervallo fra una bozza e l'altra, che ha sezione o trapezia, o rettangolare, o triangolare.
Nastro. Vedi Banderuola.
Natura morta. Genere pittorico raffigurante fiori, frutta e oggetti d'uso quotidiano.
Navata, Nave. Parte di chiesa o d'altro edificio, suddivisa longitudinalmente da colonne o pilastri.
Si distinguono perciò nelle chiese la navata centrale (quasi sempre più alta di quelle laterali), la
navata trasversale, o transetto, che alla prima è perpendicolare, e le navate laterali, dette
propriamente ali o navatelle. Nelle chiese poi a cinque navi, quelle fra la centrale e quelle d'ala si
dicono intermedie. La navata si divide a sua volta in campate. Oggi vi si trovano panche per
sedersi, ma in origine era una zona libera ove si stava in piedi.
Necropoli. Città dei morti, modernamente Camposanto, Cimitero. La scoperta delle necropoli si
deve alla ricerca dei vasi di terra cotta, ornati di disegni e pitture, che si trovarono dapprima nella
Campania e nella Sicilia; lo stile di alcuni dei quali li aveva fatti impropriamente chiamare Etruschi
(poichè se ne rinvennero in Etruria), ma che in maggior parte avevano un carattere greco. Questi
vasi trovandosi sempre sottoterra coi morti, la loro ricerca diede luogo alla scoperta di campi
mortuari, dette Necropoli.
Nervature. Vengono così denominati i costoloni delle volte, che ne formano l'ossatura. Si
distinguono in trasversali, ed in diagonali. In grado di resistere alle sollecitazioni di flessione;
possono anche sporgere dalla struttura muraria creando un motivo decorativo, come accade nei
pilastri e nelle volte a crociera degli edifici gotici e romanici.
Neutro. Il termine indica una zona lacunosa all'interno di una superficie decorata, colmata con un
colore o con un intonaco di tinta unita. La parola negli ultimi anni ha assunto anche un significato
improprio ma diffuso, riferendosi all'intonaco colorato in impasto steso direttamente sull'arriccio
nelle zone mancanti. Nella preparazione dell'impasto alcuni operatori preferiscono adoperare
intonaci antichi di risulta macinati e legati con calce idraulica e/o con resine acriliche in emulsione.
Nevera. Luogo sotterraneo in cui un tempo si raccoglieva la neve.
Nicchia. Cavità più o meno profonda aperta nel vivo di un muro che contiene il più delle volte una
statua: può avere pianta semicircolare, rettangolare o poligonale, generalmente con terminazione
a catino. In origine erano dipinte con colori vivaci.
Ninfeo. I Greci chiamarono ninfèi le grotte naturali delle montagne ove scaturiva una fonte viva,
alle quali aggiunsero gli abbellimenti dell'arte. I Romani, ad imitazione dei Greci, fecero di queste
grotte ameni ritrovi, decorandoli splendidamente. Chiamarono poi ninfèi i tempietti di pianta
circolare usati per ornare i giardini.
Noce. E' un pregiato legno europeo dal colore marroncino con venature. Per ottenere un materiale
di buon livello è molto importante la stagionatura del legno.
Nylon solubile. Il nylon solubile è ottenuto trattando il nylon 66 con la formaldeide. Nel lavoro di
restauro e di conservazione, si usa il tipo disponibile in polvere bianca. Viene preparato in
soluzione al 2 o al 5 versando la polvere in un solvente come alcool denaturato, riscaldandola
moderatamente in un recipiente e mescolando spesso. Raffreddando, indurisce fino ad avere la
consistenza di una gelatina, e dev'essere riscaldato a circa 40° per essere applicato. La soluzione
va conservata ben tappata. Il nylon solubile è usato per consolidare le superfici fragili o che si
sfaldano di materiali quali l'osso, la ceramica, l'avorio, la pietra e i tessuti.
-OObelisco. Monumento commemorativo dell’antico Egitto, poi imitato anche in Etiopia costituito da
un pilastro monolitico, con base rettangolare che si restringe nella parte superiore e terminante con
punta piramidale. Quelli egizi erano decorati di geroglifici.
Ocarelle. Elementi in ferro o in bronzo destinati a fermare gli scuri o le persiane quando sono
spalancate. Sono anche chiamati fermaimposta.
Occhio, Oculo. Apertura circolare od ellittica, praticata in una parete o in una cupola. Nella voluta;
è il centro quindi l'origine della stessa.
Ocula. Finestra rotonda ad ovale.
Odeon. Piccolo edificio presso i Greci ed i Romani, a pianta rettangolare con colonne, dove
avevano luogo i concorsi di poesia e di musica
Ogiva. Arco a sesto acuto, caratteristico dell'architettura gotica. In origine il termine indicava le
nervature o costoloni di una volta a crociera gotica.
Olocristallino. Caratteristica struttura delle rocce eruttive intrusive dove tutti i componenti sono
allo stato cristallino.
Opistodomo. Parte posteriore della cella del tempio greco; aperto all'esterno era di rado
comunicante con la cella e serviva come deposito delle offerte votive o per custodire i tesori.
Opus. Termine usato per indicare i diversi tipi di opere murarie.
Opus alexandrinum. Pavimentazione a tasselli di marmo di due colori a base di mosaico.
Opus caementicium. Muro costituito con una gettata di pozzolana (polveri vulcaniche) quale
legante di materiale incoerente, di sassi e frammenti di mattoni.
Opus incertum. Muro costituito da due parametri esterni in blocchi di pietra squadrati e
successivamente in blocchetti di tufo piramidali squadrati alla meglio, contenenti un nucleo
centrale formato da un calcestruzzo a base di scaglie di pietra.
Opus mixtum. Murature miste di mattoni o tufo; in particolare l'opus mixtum è formato da strati di
opus reticulatum o di liste di mattoni.
Opus quadratum. Muro etrusco in blocchi di tufo disposti a strati alternati uno per lungo ed uno
per largo (IV sec. a.C.).
Opus reticulatum. Perfezionamento dell'opus incertum, ottenuto regolarizzando la faccia
quadrangolare dei prismi di tufo in modo che i lati risultino a quarantacinque gradi rispetto al suolo,
realizzando così un vero e proprio reticolato.
Opus signum. Pavimentazione romana in coccio pesto usata per ambienti modesti.
Opus sectile. Pavimentazione di marmi policromi a disegni geometrici.
Opus spicatum. Pavimentazione di mattoni disposti per taglio a spina.
Opus testaceum, Latericium. Murature costituite esclusivamente da mattoni cotti.
Orchestra. Nei teatri greci, luogo ove stava il coro; nei romani, luogo dove i Senatori e le Vestali
assistevano alle rappresentazioni.
Ordine. L’insieme di tutte le parti che compongono la colonna e la relativa trabeazione. Le
suddivisioni principali della colonna sono la base, il fusto e il capitello. Le suddivisioni principali
della trabeazione sono l’architrave, il fregio e la cornice. Un piedistallo sotto la colonna non
costituisce una parte essenziale dell’ordine, ma, a partire da Serlio, i teorici indicano piedistalli
adatti a ciascun ordine. A seconda del tipo di colonna e di trabeazione si contraddistingue, in:
dorico, ionico, corinzio, tuscanico.
Ordine composito. Quest’ordine, che unisce elementi dell’ordine ionico con quelli del corinzio,
non è descritto da Vitruvio e probabilmente si sviluppò più tardi. Fu identificato per la prima volta
da Leon Battista Alberti (1450 circa) e riprodotto per la prima volta da Serlio come il quinto e più
elaborato dei cinque ordini.
Ordine corinzio. Quest’ordine fu inventato ad Atene nel V secolo a.C., ma negli esempi più antichi
si differenzia dallo ionico soltanto per il capitello decorato a foglie arrotolate. Lo stesso Vitruvio, nel
I secolo d.C., descrisse soltanto il capitello “perché l’ordine corinzio non si differenzia nelle cornici
e negli altri motivi ornamentali”. Tuttavia, in seguito, nell’architettura romana, la trabeazione
corinzia si concretò in forme proprie. La creazione di questo capitello è attribuita da Vitruvio allo
scultore Callimaco che, a suo dire, fu ispirato dalla vista di un canestro di giocattoli, protetto da una
lastra di pietra (l’Abaco), che era stato deposto sul sepolcro di una fanciulla corinzia e intorno al
quale era cresciuto acanto selvatico. L’ordine corinzio, secondo l’uso fattone del XVI secolo in poi,
si basa su esempi romani, particolarmente i templi di Vespasiano e quello di Castore e Polluce nel
Foro.
Ordine dorico. Sia il dorico greco che quello romano hanno in sostanza origine greca, ma si
svilupparono in modo diverso. Hanno in comune: la presenza dei triglifi nel fregio, con mutuli e
gocce sull’intradosso del coronamento ed inoltre il fatto che il capitello consta di poco più di un
abaco retto da una modanatura o da modanature. L’ordine dorico greco non ha base, né essa è
prescritta da Vitruvio, benché in pratica il dorico romano abbia sempre una base e quello greco
mai. Poiché solo nel tardo secolo XVIII si approfondì la conoscenza dell’ordine greco e lo si
apprezzò appieno, è raro incontrarlo nell’architettura del mondo moderno prima del 1800 circa.
Ordine gigante. Ordine in cui le colonne s’innalzano da terra lungo una fronte a vari piani.
Ordine ionico. Quest’ordine, che ebbe origine nell’Asia Minore verso la metà del VI secolo a.C., si
distingue negli esempi romani per due caratteristiche fondamentali quali il capitello e le sue volute
ed inoltre per l’uso di dentelli nella cornice. Vitruvio ne da una descrizione dettagliata.
Ordine tuscanico. Quest’ordine deriva da un antico tipo di tempio etrusco e, secondo la
descrizione di Vitruvio, ha un carattere primitivo, con ampi spazi tra le colonne, che
necessariamente comportavano travi lignee. I teorici del XVI secolo lo consideravano un ordine
protodorico e il più rozzo e il più massiccio dei cinque ordini.
Orecchione. Ripiegatura della cornice di porte e finestre.
Ornamento. Nome particolare di alcuni membri d'architettura, come foglie, fiori, cartocci, volùte,
ed altri.
Ornato. Complesso di elementi compositivi o solo ornamentali (sculture, stucchi, pitture) che
abbelliscono una facciata o una parete.
Ortoclasio. Di colore dal bianco–roseo al grigio; questo minerale trisilicato di potassio e alluminio
monoclino appartiene strutturalmente ai tectosilicati. I suoi cristalli prismatici sono facilmente
sfaldabili in due direzioni ad angolo retto e si trovano in geminati che sono caratteristici nei graniti
di Baveno e Montorfano.
Ortostata. Lastra o blocco di pietra squadrata disposto nel senso della lunghezza del muro; in
particolare gli o. posti verticalmente formano lo zoccolo.
Ossatura. Lo scheletro di una costruzione, come ad esempio gli archi diagonali, gli archi doppi, o
sporgenti, quelli della volta, e tutte le altre nervature.
Ottastilo. Disposizione di un edificio con otto colonne. Il Partenone di Atene ed il Panteon di Roma
sono ottastili
Ottone. Lega di rame e zinco. Grazie all'aggiunta di altri elementi come rame, stagno, ferro,
eccetera, si ottengono ottoni più resistenti.
Ovolo. Motivo ornamentale tipico dell'architettura classica e ripreso poi nel rinascimento. Consiste
in una serie di elementi ovoidali circondati da foglie e alternati da dadi.
-PPadiglione. Costruzione isolata o addossata all'avancorpo di un edificio, spesso collegata ad altre,
che sorge in un giardino o in un cortile. Dicesi anche di tetto costruito generalmente su pianta
rettangolare, le cui falde si riuniscono superiormente in uno o due punti; e quindi sono o tutte
triangolari, o due triangolari e due trapezi.
Pagòda. Tempio degli idoli Cinesi o Indiani.
Pala. Tavola dipinta o scolpita, in legno, marmo, terracotta, posta sull'altare e spesso inserita in
una cornice architettonica. Talvolta è costituita di più pannelli. Può essere anche un bassorilievo in
marmo o legno. E' sinonimo di "ancona".
Palanca, Palancola. Grossa tavola in frassino o abete, terminante in punta e protetta all'estremità
con un rinforzo di acciaio. Viene infissa in serie nel terreno per la costruzione di opere murarie in
presenza di acqua per formare una parete continua che ne contrasti il passaggio. È usata anche
come ponteggio provvisorio per il passaggio di un corso d'acqua o di una gora.
Palestra. Edificio spazioso, eretto per coloro che attendevano agli esercizi ginnici.
Palificazione. Operazione che consiste nel creare fori di diverse dimensioni ed inclinazioni nel
terreno, nelle quali inserire un'armatura in acciaio ed iniettare cemento o altro materiale resistente.
Le palificazioni sono essenzialmente impiegate in restauro per creare un rinforzo alle fondazioni
con problemi statici.
Paliotto. Parte anteriore dell'altare decorata con diversi materiali (marmo, metallo, legno, tarsie in
stoffa ecc.).
Palissandro. Legno pregiato di colore violaceo scuro, molto resistente adatto ad ambienti come
cucina e soggiorno.
Palma, Palmetta. Pianta dattilifera, molto usata come motivo decorativo nei vari stili di architettura.
Pancone. Asse di legno di notevole spessore usato nelle costruzioni lignee (solai, ponti,
sterramenti, pluviali mobili etc.).
Pannelli solari termici. I pannelli solari termici sono delle apparecchiature il cui scopo è quello di
sfruttare l’energia della radiazione solare al fine di scaldare l’acqua.
Paradiso. Nome che talvolta si dava al cortile ed al portico precedente le chiese paleocristiane e
romaniche, perché era originariamente piantato a giardino simboleggiante quello terrestre
dell'Eden, o perché spesso nel secondo era dipinto l'Eden ed il peccato di Adamo.
Paramento. Costruzione senza rivestimento d'intonaco esterno, che si usa specialmente nelle
costruzioni, nelle quali le pareti vedute sono a soli mattoni. Si chiamano così anche gli addobbi di
una chiesa.
Parasta. Elemento verticale sporgente dal vivo del muro, un quarto od un quinto della sua
larghezza, per lo più sotto forma di pilastro con base, fusto e capitello;simile alla lesena se ne
differenzia per la sua funzione portante, infatti può servire di rinforzo a una parete o come
elemento di appoggio per un arco, una colonna, una trave o una finestra..
Pastiglia. Pasta simile allo stucco di gesso e colla, viene modellata o dipinta per decorare a rilievo
cornici, mobili e oggetti d'arredamento in legno.
Passo rapido. Tipo di scarico del vaso. In questo caso è visibile solo il pulsante o la maniglia che
serve per avviare l'adduzione dell'acqua.
Pàtera. Vaso presso gli antichi, destinato ai sacrifici, servendo od alle libagioni o per ricevere il
sangue delle vittime. Esse differiscono nella forma e nell'ornamento. Si trovano spesso scolpite
nelle mètope dei templi antichi, poiché la loro forma si adatta assai bene allo spazio quadrato che
le riceve.
Pavimento. Struttura di rivestimento di una strada o di una stanza eseguito allo scopo di ottenere
una superficie piana e liscia ottimale per il passaggio di veicoli o persone In terra battuta è il tipo di
pavimento più semplice utilizzato nell’antichità. I pavimenti alla veneziana erano costituiti da
frammenti di marmo colorato disposti a caso in uno strato di cemento. Di origine veneta anche i
pavimenti alla palladiana oggi utilizzati nell’edilizia moderna associati a materiali nuovi come il
linoleum, e la gomma. Sono tre le categorie in cui si possono suddividere i pavimenti: a elementi,
in teli, monolitici. I pavimenti a elementi possono essere in piastrelle di gres, piastrelle di marmo o
di pietra levigata, in marmette, di vetro porcellanato o tessere di gres porcellanato. Di gomma,
materie plastiche o linoleum sono i pavimenti in teli. Le lastre di fabbrica hanno tutte le
caratteristiche tecniche idonee a garantire pavimentazioni di alta qualità.
Pedata. Larghezza, ossia la parte orizzontale del gradino su cui posa il piede.
Peduccio. Piccola base rettangolare sporgente da una parete avente spesso forma di capitello
pensile: può sostenere una trave, l’imposta di un arco o di una volta a crociera o può portare un
busto od una piccola figura.
Pennacchi, Angoli Peducci. Si dicono quelle parti di forma triangolare della volta a vela che stanno
sotto il tamburo, e che servono da raccordo tra la calotta della cupola e il quadrato (o poligono) su
cui essa si imposta
Peperino. Conglomerato vulcanico costituito da una massa tufacea di colore grigiastro; è usato
come materiale di rivestimento ben lavorabile ma non molto durevole.
Percolazione. È la tecnica di applicazione di un prodotto liquido, generalmente un consolidante,
ottenuta con un abbondante scorrimento dello stesso sulla superficie, in modo che la porosità del
materiale ne venga impregnata in profondità. Normalmente si utilizza come tramite un impacco a
base di pasta di carta tenuto costantemente irrorato, o più semplicemente si mette in opera con un
pennello facendo scendere il prodotto per gravità.
Periptero. Tempio greco cinto da ogni parte da un ordine di colonne isolate.
Peristilio. Cortile circondato da colonne, costruito tanto all'esterno che nell'interno di un edificio.
Pergamo: Assume il senso di "edificio posto in alto" e infine "ballatoio", "pergamo". Sinonimo di
pulpito.
Perle. Piccoli ornamenti sferoidali, che uniti fra loro adornano i collarini, le costole delle foglie od
altro.
Perlinato. Tipo di rivestimento formato da tavolette di legno (perline) unite con congiunzione a
maschio e femmina.
Perno. Pezzo di ferro fucinato, acciaio, legno, metallo in genere o attualmente di vetroresina,
inserito in fori appositamente realizzati al fine di connettere saldamente due o più pezzi tra loro. I
materiali impiegati per intasare i fori e permettere la tenuta sono malta di calce, piombo fuso,
resine di vario tipo. Attualmente è in corso una giusta reprimenda, da parte degli organi di
controllo, sull'abuso dei perni nel restauro statico ed anche sulla discutibile prassi di togliere perni
e grappe antichi in ferro, anche se in buono stato di conservazione.
Perpendicolare (stile). È così denominato lo stile tardo-gotico in Inghilterra, dal 1377 al 1509,
perché in esso predomina la linea perpendicolare.
Persiana. Imposta di finestra in legno, formata da un telaio munito di stecche trasversali inclinate
in modo da lasciar filtrare parzialmente la luce e da riparare dalla pioggia battente. La persiana è
anche chiamata gelosia.
Peristilio. Era il cortile interno nella casa romana ed era circondato da un portico a colonne.
Piano. Scomparto in cui è diviso un edificio.
Pianta. Rappresentazione grafica in scala ridotta della sezione orizzontale di un edificio come se
fosse vista dall'alto. Si possono avere vari di pianta: centrale, quando ciascun punto del perimetro
dell'edificio è simmetrico di un altro rispetto al centro; longitudinale, quando si sviluppa
simmetricamente rispetto all'asse centrale.
Piantone, Pilastrino. Dicesi dei pilastrini nelle finestre dello stile gotico, o nelle porte principali dello
stesso stile, che servono a dividerle in due o più parti.
Piattabanda. Sistema architravato realizzato in mattoni o in pietra che funziona con il sistema
dell'arco: chiave di volta al centro e conci inclinati, che permettono però una chiusura orizzontale
del vano. Spesso è abbinata ad un arco di scarico nella muratura superiore che assolve alle reali
funzioni statiche.
Picchiotto. Arnese metallico pendente alla porta di casa, usato per bussare. Chiamato anche
battaglio, battente.
Picnostilo. Uno dei cinque modi di distanziare le colonne, ed è quello nel quale l'intercolunnio è
una volta e mezza il diametro della colonna; tale è il tempio di Giulio Cesare.
Piedestallo, Stilobate. Base rettangolare di pietra o di altro materiale più alta che larga, su cui
posa una colonna, una statua o un piedistallo di marmo, ecc. Si divide in basamento, dado e
cimasa.
Piedritto, Spalla. Denominazione generica di ogni elemento architettonico verticale con funzione
portante (colonna, parasta, pilastro), considerate in rapporto a quelle orizzontali. Piedritto di un
ponte sono le spalle e le pile; di una struttura a portale, le colonne; di un edificio in genere, le
mura; di una galleria, le sue pareti laterali. Le condizioni di stabilità a cui i devono in genere
soddisfare, sono quelle relative alle sollecitazioni di compressione dovute a carico su di esse
insistenze e quelle relative al rovesciamento per effetto di spinte orizzontali indotte sia dalle
strutture sostenute, sia direttamente da altre forze esterne.
Pietra. Termine utilizzato per definire alcuni tipi di rocce compatte utilizzate soprattutto come
materiale da costruzione.
Pietra di fabbrica. Materiale sottoforma di lastre di diverse dimensioni, prodotte in fabbrica con
tecnologie all’avanguardia, capaci di offrire una valida alternativa ai marmi di cava. Le lastre di
fabbrica, simili dal punto di vista estetico, ma superiori per le caratteristiche tecniche, come la
resistenza all’abrasione, alla flessione, al gelo, ai prodotti chimici, alle macchie e all’assorbimento
dell’acqua.
Pietra di tramezzo. Nei muri è detta quella pietra più lunga delle altre, tale da investire tutto lo
spessore del muro, collocata a intervalli regolari, con la funzione di render il muro più consistente.
Pietra serena. Arenaria grigia-azzurrognola, formata da frammenti di quarzo, silicati, saldati da
cemento calcareo-argilloso. Ha scarsa resistenza agli agenti atmosferici. Venne usata nel passato
per elementi architettonici contrastanti cromaticamente con pareti a intonaco bianco.
Pietra serena di fabbrica. Lastre di diversi formati dalle elevate prestazioni tecniche,
rappresentano una valida alternativa alla pietra di cava, caratterizzate da un colore grigio freddo
omogeneo.
Pietrisco. Insieme di pezzetti di pietra impiegati nella composizione del calcestruzzo, insieme al
bitume, per la pavimentazione stradale.
Pigna. Ornamento architettonico che ha una forma simile a quella della pigna.
Pigmenti e paste coloranti. I pigmenti sono prodotti capaci di colorare un altro materiale.
Possono essere di origine minerale, vegetale ed animale. Il colore di un pigmento è contraddistinto
per convenzione dal "color index".I pigmenti possono presentarsi sotto forma di polvere o di pasta;
la pasta non è altro che una dispersione della polvere di un dato pigmento. La dispersione (pasta)
si dice ad acqua se il pigmento è disperso in acqua, se invece è disperso in altri solventi si dice a
solvente. Esistono particolari dispersioni (paste), contenenti resine o sono a sistema misto, queste
ultime vengono definite "universali", poichè possono essere utilizzate sia in prodotti ad acqua che
in prodotti a solventi, ma hanno dei limiti riguardante in particolare la concentrazione massima
utilizzabile, oltre la quale si può avere incompatibilità con il sistema del prodotto che s'intende
colorare. Ogni pigmento è caratterizzato anche dalla resistenza agli UV, dalla resistenza alle
intemperie, dalla resistenza agli acidi ed agli alcali, resistenze determinate dalla natura fisicachimica
e dalla concentarzione del pigmento nel formulato; normalmente più bassa è la
concentrazione (rispetto al titanio) tanto più bassa è la resistenza agli UV. Pertanto, esistono
pigmenti (o paste) detti "per interni" e pigmenti detti "per esterni". In base alla loro composizione
chimica possono essere definiti ossidi o organici. I pigmenti ossidi vanno bene in qualsiasi
prodotto, ma gli organici generalmente non funzionano bene in prodotti con pH molto elevato o
molto basso, pertanto nei prodotti a base cemento, calce, silicati etc, che hanno un pH molto alto,
vanno utilizzati soltanto i pigmenti "ossidi".
Pigmenti fluorescenti. Pigmenti aventi proprietà di fluorescenza.
Pignatta. Mattone forato usato nella costruzione di solai misti in cemento armato e laterizi o di
voltine con intradosso piano.
Pilastrata. Ordine di pilastri.
Pilastro. Elemento architettonico verticale, a base rettangolare o poligonale, con la funzione di
sostegno per archi, volte, architravi. I principali tipi di pilastro sono il pilastro cruciforme proprio
dello stile romanico, il pilastro a fasce o polistilo usato nello stile gotico formato da più colonne
riunite.
Pilone. Pilastro smussato agli angoli, e talvolta rotondo, molto usato nello stile gotico. Nome dato
alle porte colossali dei templi egizi.
Pinnacolo. Elemento architettonico a forma di piccola torre con cuspide (guglia piramidale o
conica), posto al vertice di un edificio; può anche essere un piccolo obelisco a forma di campanile,
che fiancheggia i frontoni di stile gotico, e che serve di finimento a baldacchini, a tabernacoli, alle
edicole, ai contrafforti, ed a simili costruzioni.
Piramide. Monumento sepolcrale dell'architettura egizia.
Piolatura. Inserimento di barre o perni all'interno di travi in legno o nella muratura, al fine di creare
collaborazione statica fra una struttura originale ed una di rinforzo abbinata. Generalmente i "pioli"
sono collegati a reti metalliche o a barre trasversali.
Piombatura. Termine impiegato in cantiere per indicare la messa a piombo di una struttura o di un
elemento. Per eseguire l'operazione viene adoperato il filo a piombo, traguardando con un occhio
solo il filo e una linea verticale da aggiustare in base al riferimento dato dal filo a piombo stesso.
Pisè. Nota come terra battuta è un impasto di terra argillosa battuta e modellata al suo posto. È
usata nell'edilizia popolare. È una tecnica del costruire con la terra che consiste nell'estrazione
della terra e nel successivo versamento della stessa (proseguendo a strati di circa 20 cm)
all'interno di casseri.
A tal punto la terra viene compattata tramite pressione. Si procede per strati successivi. La tecnica
del pisè è adatta sia per la realizzazione delle pareti portanti che dei tramezzi. Per quanto riguarda
le pareti esterne è bene applicare un'intonacatura e, nei climi freddi, è consigliato anche un
isolamento termico (posto all'esterno delle stesse, ovvero di un isolamento a cappotto).
Plafone. E' l'adattamento italiano della parola francese "plafond", cioè soffitto, volta.
Plexiglas. E' il polimetilmetacrilato: materia plastica infrangibile e trasparente spesso utilizzata al
posto del vetro.
Plinto. Zoccolo o dado di forma quadrangolare, sul quale posa la colonna od il piedistallo; detto
anche di massiccia, che fornisce una piattaforma su cui sorge un edificio classico.
Plùteo. Balaustra di forma parallelepipeda in legno, metallo, pietra o marmo, a rilievo, intarsio o
mosaico, con motivi simbolici, che separa il presbiterio nelle chiese paleocristiane e medievali.
Nelle biblioteca, scansia o leggio che accoglie antichi manoscritti di grande valore.
Pluviale. Tubatura verticale di convogliamento delle acque piovane ricevute dalla gronda verso gli
scarichi a terra, è chiamato anche discesa.
Polipropilene. E' un particolare tipo di polimero caratterizzato da buone qualità di resistenza
meccanica. E' usato nella fabbricazione sia di materie plastiche sia di fibre sintetiche.
Poliuretano. E' un materiale chimico schiumoso. Quello espanso è utilizzato come imbottitura dei
divani e poltrone perché indeformabile e molto resistente alle pressioni.
Polittico. Dipinto o rilievo formato di tre o più pannelli incernierati tra loro, suddivisi da cornici
riccamente decorate.
Pontile. Struttura architettonica praticabile e sopraelevata, con funzione di ambone, posta a
separazione della zona riservata al clero
Porfido. Roccia vulcanica vetrosa. È usato per l'ottima resistenza all'usura, sotto forma di cubetti
per pavimentazioni stradali.
Porfido di fabbrica. Pietra di fabbrica realizzata in lastre di diversi formati dalle elevate
caratteristiche tecniche (vedi Pietra di fabbrica).
Porfirico. E' detta porfirica la struttura di rocce eruttive effusive, o di alcune rocce filoniane.
Caratteristica è la presenza di cristalli più grossi (fenocristalli) immersi in una pasta fondamentale
composta da una fitta trama di individui cristallini molto piccoli, creando una massa che a occhio
nudo appare compatta.
Portale. Porta monumentale d'ingresso a un edificio civile o religioso di rilevante valore
architettonico. In genere è posto sul lato ovest, onde permettere al fedele di entrare rivolto verso
est (di qui il carattere "orientato" delle chiese romaniche).
Portico. Parte di un edificio, generalmente sul piano del suolo, con un lato aperto ad arcate o ad
architrave, poggiante su colonne o pilastri, con funzione decorativa o di riparo. I portici si
distinguono, secondo il numero delle colonne sulla facciata, in tetrastilio (4), esastilio (6), ottastilio
(8), decastilio (10), e dodecastilio (12). Quando vi sono soltanto due colonne fra pilastri o ante, le
denominazione in uso è distilio in antis.
Portico. Edificio aperto, con colonne ed arcate, per passeggio, o per disimpegno di appartamenti.
Pozzolana. Roccia vulcanica tufacea, viene impastata con acqua e calce e dà malte
prevalentemente idrauliche. Resiste bene all'azione dissolutrice delle acque marine.
Predella. Base dipinta, più di rado scolpita, di un polittico o di una pala di altare oppure ampio
gradino in legno dell’altare. Inoltre sgabello di legno su cui, sedendo, si appoggiano i piedi ed infine
tavolato rialzato da terra su cui poggia un mobile.
Presbiterio. Le chiese antiche si componevano di due parti: il quadrilatero o quadrilungo verso
l'ingresso, destinato al popolo; il presbitero o santuario per i ministri del culto. Il presbiterio è perciò
lo spazio attorno all'altare destinato al clero. Il coro faceva parte di questo. Nelle chiese grandiose,
spesso una nave trasversale, detta transetto, stava tra il quadrilungo ed il santuario.
Prismatiche (modanature). Modanature a forma di prismi usate negli archivolti, specialmente nello
stile romanico. Queste modanature caratterizzano più specialmente lo stile fiammeggiante sul
finire del secolo XV, ed in principio del XVI.
Profilo. Linea che rappresenta in alzata il contorno di una sèzione, di una membratura di
architettura od altra, prodotta da un piano verticale.
Progettazione bioclimatica. L'architettura bioclimatica è un approccio mirato al problema della
regolazione del clima interno agli edifici basato sul presupposto di lavorare con le forze della
natura, non contro di esse, e sfruttare le loro potenzialità per creare migliori condizioni di vita.
Pronao. Dal greco pronaos, posto davanti (pro) al tempio (naos), il pronao è la parte anteriore del
tempio classico, solitamente un atrio di ingresso colonnato, sormontato da un frontone e da
almeno due colonne sui lati. Successivamente il pronao passa ad indicare la parte anteriore di un
edificio con facciata colonnata e frontone
Proporzione. Rapporto sistematico di misura tra due elementi in relazione tra loro e tra le diverse
parti di un insieme regolato da un’educazione artistica ovvero dall'applicazione di sistemi
geometrici come il modulo per l'architettura, il canone per la scultura, la sezione aurea per la
pittura. Il fine della proporzione è quindi il raggiungimento dell’armonia.
Proscenio. La parte anteriore del palcoscenico.
Prospettiva. Tecnica che consente di rappresentare su una superficie piana, spazi e oggetti
tridimensionali. Si hanno due tipi di prospettive: assonometrica e centrale.
Prospetto. Disegno architettonico dell'esterno di un edificio.
Prostilo. Portico od ingresso ornato sul fronte da colonne. Tempio avente colonne sulla faccia
anteriore d'ingresso: tali sono i templi di Giove e del Fauno in Roma.
Protiro. Piccolo ingresso coperto antistante la porta principale della chiesa e appoggiato alla
parete, chiuso da un arco appoggiato su due colonne, alla base delle quali sono posti due leoni di
pietra (detti leoni stilofori). Nella casa romana è il vestibolo d'ingresso.
Provini. Saggi di esecuzione diversi e comparabili per determinare le scelte operative finali.
Pseudo-arco. Di forma uguale o simile all'arco, ma con comportamento statico corrispondente al
trilite (assenza di spinte orizzontali).
Pseudo-cupola. Struttura primitiva formata da anelli di lastre o di blocchi, che si sovrappongono
sporgendo progressivamente in modo da formare una copertura a forma di cupola sostenuta per
gravità e non per mutuo contrasto.
Pseudo-periptero. Falso periptero. Tempio che invece di avere un ordine di colonne tutto
all'intorno, le aveva incastrate nei muri della cella. Il tempio di Giove Olimpico, ad Agrigento in
Sicilia, è pseudo-periptero.
Pseudo-volta. Copertura a forma di volta, ottenuta non mediante cunei sostenuti per spinta, ma
attraverso la progressiva sporgenza di conci sovrapposti, la cui stabilità è assicurata dalla gravità.
Pulpito, Pergamo. Cattedra. Nelle chiese cristiane è una struttura isolata in legno, marmo o pietra,
a pianta in genere poligonale da cui parla il predicatore; solitamente posta fuori dal presbiterio è in
genere addossata a una colonna nella navata centrale.
Pulitura. La pulitura consiste nella rimozione dei depositi non originali accumulatisi su di una
superficie, senza per questo togliere la patina assunta col tempo dal manufatto.
Pulvino. È il cordone che cinge il cartoccio della volùta del capitello d'ordine ionico. Dicesi anche
per imposta. Nell'architettura bizantina elemento della colonna posto tra il capitello e l'imposta
dell'arco, a forma di piramide tronca rovesciata, decorato con motivi fitoformi o d'animali.
Puntale. Elemento di puntellatura verticale localizzata, costituito da una trave o palo in legno,
oppure da tubi regolabili in altezza muniti di vitone per esercitare una pressione. Per la stessa
funzione può essere utilizzato il cristo.
Puntello. Elemento di appoggio o di sostegno di un opera muraria o in cemento armato,
generalmente a carattere provvisorio.
Puntoni. Travi sottoposte esclusivamente a pressione.
Punzonatura. Incisione a stampa di una lastra metallica per mezzi di una punta d'acciaio, detta
punzone, che viene battuta con un martello di legno. é una sorta di marchio.
Puteale. Parapetto circolare o poligonale di un pozzo fatto per lo più di marmo e ornato di fregi.
Putrella. Profilato metallico con sezione trasversale sagomata a doppia T. Viene impiegata per la
costruzione di solai ed altro. Le due parti parallele tra loro sono dette ali, mente la parte centrale
della doppia T, è detta anima.
-QQuadrato normale. È quello formato nelle chiese dall'incrocio della nave trasversale col
prolungamento della longitudinale; questo quadrato fu detto fondamentale o normale, perché
serviva di modulo o misura per le proporzioni di molte chiese romaniche e gotiche. Su questo
quadrato sorge normalmente la cupola.
Quadrello. Sinonimo di mattone, in molte aree viene chiamato col termine dialettale di "pietra".
Vedi Listello.
Quadricello. Vedi Peduccio.
Quadrilobato. È un elemento architettonico, come un arco o una finestra, con quattro lobi.
Quadriportico. Portico costruito lungo i quattro lati di un cortile; in particolare nelle basiliche
paleocristiane delimita il paradiso.
Quarzite. Roccia metamorfica prevalentemente costituita da quarzo e povera o priva di mica.
Quarzite di fabbrica. Lastre di diversi formati dalle elevate prestazioni, caratterizzate da una varia
granulometria e da una venatura passante in tutto lo spessore.
Quarzo. Costituito da anidride silicica è un minerale molto diffuso in natura. Allo stato puro è
incolore,
Quinta. Nella scenografia teatrale è un pannello mobile posto a lato del palcoscenico per
delimitare la scena. In architettura d'interni, con quinta si intende un tramezzo che separa, almeno
in parte, diversi ambienti.
-RRacemo. Motivo ornamentale a forma di grappolo con tralci, foglie e fiori.
Radica. È la parte del tronco più pregiata per venatura e gioco di nodi che si ricava dalla zona in
cui si diramano le radica; veniva utilizzata in particolar modo per realizzare le parti di lastronatura
che decorano i mobili pregiati.
Rame. Metallo ottimo conduttore di calore ed elettricità usato proprio per questo anche per la
costruzione di caldaie.
Rampa. Una serie continua di una gradinata o scala.
Rampante: In architettura arco che si imposta su due basi, situate a diversa altezza.
Rapporti aeroilluminanti. E' il rapporto tra la superficie delle finestre di una stanza e la superficie
della stanza stessa. Modificando quest'ultima è necessario che all'ambiente vengano garantite la
corretta illuminazione e aerazione.
Rasatura. Applicazione di un sottile strato di malta su di un supporto al fine di rettificarlo, oppure di
modificarlo esteticamente.
Rastremazione. In architettura, leggero e progressivo assottigliamento, dall’alto verso il basso, di
colonne, pilastri, piedritti e muri.
Rattan. Palma rampicante di origine asiatica. La sua polpa interna si usata per ottenere il
midollino.
Reseca. Indica il punto di giunzione di due piani paralleli posti su livelli diversi.
Resina vinilica (per modellare). Una resina sintetica termoplastica recuperabile con un basso
punto di fusione di 180-200° che raffreddando da un o stampo flessibile e riusabile. I suoi vantaggi
risiedono nella grande varietà di forme che può ricoprire e nella vasta gamma di materiali con i
quali è compatibile. Si acquista in grossi pezzi solidi, e si fonde riscaldandola in un pentolino di
alluminio su un normale fornello a gas o elettrico, frapponendo una reticella per assicurare un
calore uniforme. Maneggiando questo materiale si devono prendere alcune precauzioni, e seguire
attentamente le istruzioni. Si deve evitare di respirare i vapori emanati mentre il materiale sta
fondendo (il surriscaldamento rende i vapori più dannosi), lavorando in una camera ben ventilata.
Una volta fusa, la resina vinilica è molto infiammabile. In caso di incendio, si deve usare sabbia
asciutta per estinguere le fiamme, e assolutamente mai acqua.
Resine acriliche. La resina acrilica è trasparente e incolore,con una consistenza simile alla
melassa. Fra le principali, il polimetilacrilato, reperibile sia in polvere sia liquido, si solidifica in venti
minuti circa, a temperatura ambiente. Può essere usato come stucco per vetro e ceramiche, per
rinforzare oggetti di bronzo, o come adesivo. In soluzione al 5 in acetone serve a fissare
l'inchiostro prima di sbiancare i manoscritti
Resina alla resorcina formaldeide. È usata come stucco, nella riparazione della vernice
trasparente vetrificata delle ceramiche. Indurisce a freddo, e resiste all'acqua bollente.
Resine al polimetilacrilato. Vedi la voce Resine acriliche.
Resine Epossidiche. Vedi la voce Adesivi epossidici.
Resine sintetiche. Un vasto gruppo di materie plastiche derivate da prodotti chimici o sostanze
naturali,con caratteristiche specifiche per l'uso a cui si intendono destinate. Le resine sintetiche si
dividono in due categorie: termoplastiche e termoindurenti. Le resine termoplastiche si
ammorbidiscono con il calore, e possono essere poi stampate a pressione in qualunque forma
richiesta. Quando sono già indurite, o vulcanizzate, possono ancora essere, se necessario, rifuse
e riformate. Le resine termoindurenti richiedono, generalmente, l'aggiunta di un catalizzatore;
forniscono la base di una vasta serie di adesivi, riempitivi, lacche e vernici. Devono essere
accuratamente selezionate, in funzione delle condizioni alle quali saranno usate, perché hanno
una diversa tolleranza al calore, al freddo, all'umidità, ecc. Vi sono qualità indurenti a freddo e
qualità indurenti a caldo: una volta vulcanizzate, non possono essere rifuse sebbene in alcuni casi
possano essere sciolte.
Resistenza alla diffusione del vapore. Questo parametro indica la resistenza che il materiale
oppone al passaggio del vapore. Più il suo valore è elevato, maggiore è la resistenza opposta dal
materiale al passaggio del vapore. Indica quante volte in meno, rispetto ad uno strato d’aria dello
stesso spessore, il materiale permette il passaggio del vapore. Dal punto di vista numerico la
resistenza alla diffusione del vapore corrisponde quindi allo spessore (espresso in metri) dello
strato di aria che oppone alla diffusione del vapore la stessa resistenza opposta da 1 metro di
materiale. Ad esempio, uno spessore di 1 cm di materiale con resistenza alla diffusione del vapore
=10 oppone al passaggio del vapore la stessa resistenza che oppone uno strato di 10 cm di aria.
Rigole. Canali posti sul piano di colata in cui scorrono la ghisa liquida e la loppa, appena uscite
dallo stesso.
Rinfianco. Rinforzo di murature posto ai fianchi delle strutture murarie, attuato mediante un
allargamento decrescente dello spessore a partire dalla base, per controbilanciare le spinte o le
azioni non verticali dei carichi.
Ringrosso. Elemento aggiuntivo che serve a rinforzare lo spessore di una struttura muraria.
Rinvenimento. Operazione di trattamento termico successiva a quella di tempra, che ha lo scopo
di aumentare la tenacità e di ridurre le tensioni interne dell'acciaio.
Rinzocco. Zoccolo di rivestimento posto a rinforzo di un altro.
Ripristino. Lavoro di restauro di un edificio o di una parte di esso, per riportarlo nelle condizioni
originarie.
Risanamento. Riportare ad un livello di efficienza e recuperare al tessuto urbano, un edificio o un
intero quartiere che a causa del deterioramento o della inefficienza delle condizioni statiche o
igieniche, non sia ritenuto compatibile con gli standards attuali.
Risega. In una struttura architettonica, e in particolare in un muro o in un pilone, è il punto in cui lo
spessore della struttura stessa varia, diminuendo dal basso verso l'alto.
Rinzaffo. Colmatura di fori e di interstizi di una superficie muraria irregolare con malta. Il rinzaffo
ha significato anche di approntare un fondo scabro ma regolare sul quale applicare un ulteriore
strato di malta. Rinzaffo viene anche chiamata una spruzzatura di malta caricata con ghiaietto o
sabbione, allo scopo di favorire l'aggrappaggio di un successivo strato.
Rivestimento. Materiale con cui è ricoperta una superficie, interna o esterna, di un edificio a
scopo protettivo o decorativo.
Roccia. Nome con cui vengono indicati i minerali e gli aggregati da essi ottenuti , che compongono
la maggior parte della crosta terrestre. A seconda della loro composizione chimica si suddividono
in: semplici formate da un solo minerale, e rocce composte quando sono costituite da un’insieme
di minerali. In base alla loro origine si classificano in eruttive o ignee, sedimentarie e metamorfiche.
Le rocce eruttive derivano dalla consolidazione dei magmi, quelle sedimentarie da depositi chimici,
clastici piroclastici e organogeni. Le metamorfiche si originano dalla trasformazione delle
precedenti. Anche per la fabbricazione delle lastre di fabbrica vengono utilizzate materie prime di
alta qualità come quelle estratte dalle rocce di cava.
Rosone. Nell'arte romanica grande finestra di forma circolare posta al centro della facciata sopra
la porta centrale somigliante a un fiore, caratterizzata da motivi ornamentali (archetti, colonnine)
disposti a raggiera, aperta al centro della facciata della chiesa romanica e gotica.Ornamento fatto
a foggia di fiori, situato nell'arte romana o nei lacunari; o sotto i gocciolatoi delle cornici tra i
modiglioni.
Rotonda. Edificio isolato a pianta centrale oppure scala centrale circolare tipica del rinascimento
veneto. Il Panteon di Roma è una rotonda.
Rovere. E' un'essenza di colore giallo-bruno proveniente da Europa, Asia e Nord America. Ha una
buona resistenza meccanica e viene utilizzata per mobili, parquet e infissi.
Rustica. Nell'arte romana tipo di rivestimento con pietre grezze sporgenti dei muri esterni.
Rustico. Complesso delle strutture di un edificio (ossatura portante e muratura) prive di intonaco e
delle altre opere di finitura
Rostro. In architettura elementi ornamentali. Nell’antichità classica, sporgenza uncinata di bronzo,
a forma di becco, fissata alla prima delle navi da guerra per speronare le navi nemiche.
Rotulus. Antica forma di documento scritto, costituito da sezioni di papiro o pergamena avvolti
intorno a un cilindro ligneo. E' utilizzato sin dall'epoca paleocristiana come segno distintivo di
Cristo in quanto maestro e sovrano.
Rudente. Elemento decorativo a motivo di corda attorcigliata o di bacchetta che riempie per un
terzo la parte inferiore delle scanalature di una colonna, detta rudentata.
-SSabbiatura. Operazione di spruzzatura a pressione di sabbia o altro inerte mediante l'impiego di
aria compressa contro una superficie sporca, al fine di pulirla attraverso l'abrasione degli strati
superficiali. La sabbiatura che impiega sabbia di fiume e compressori industriali è stata proibita nei
centri storici a causa della grande quantità di polvere provocata. Questo tipo di pulitura selvaggia
non deve essere certamente usato nei cantieri di restauro e nemmeno sul paramento da
rintonacare. La tecnologia attuale ha messo a punto metodologie più sofisticate, che utilizzano
quantità calibrate di acqua nebulizzata ed inerte di varie durezze per ottenere puliture
soddisfacenti su materiali particolarmente in buono stato. Nel campo specifico del restauro di
opere importanti è diffuso l'utilizzo di micro sabbiatrici che utilizzano inerti come ossido di zinco,
sfere di vetro, particelle di resina, polvere di quarzo ecc. L'operazione è certamente delicata ed il
buon esito è affidato all'abilità ed alla sensibilità dell'operatore.
Sacello. Nell'arte romana spazio recintato e scoperto con un altare per i sacrifici.
Sacrario. I Romani chiamavano Sacrarium una piccola cappella che avevano in casa. Si dava lo
stesso nome nei templi al luogo ove si conservavano gli arredi sacri, luogo press'a poco
corrispondente alle nostre sacrestie.
Saettone, Saetta. Elemento costruttivo lineare inclinato che serve per rinforzo alle travi o ai
puntoni delle capriate.
Sàgoma. Vedi Modanatura.
Sagramatura. Tipo di finitura applicabile sulla muratura di mattoni, atta a rettificarla proteggerla ed
aumentarne la resa estetica. Una caratteristica della sagramatura è la trasparenza, cioè lascia
visibile la sottostante trama dei mattoni. Viene realizzata applicando con lama metallica o cazzuola
un impasto a base di calce aerea ed inerti a granulometria fina.
Sacrestia. Ambiente annesso alla chiesa, situato per lo più a fianco dell'altare maggiore, dove
vengono conservati i paramenti sacri.
Salienti. Nella facciata di una chiesa le linee oblique che definiscono le altezze delle navate
interne.
Sampietrino. Cubetti di selce impiegati per la pavimentazione di molte strade e piazze romane.
Santuario. Il sito dell'altare detto presbitero, dove generalmente si conservano reliquie. Anche il
coro della chiesa viene chiamato così. Chiesa isolata, retta e officiante in modi speciali.
Sarcofago. Urna sepolcrale in legno, terracotta, materiale calcareo, pietra o metallo variamente
lavorato, in cui erano poste le spoglie del defunto. E' ornata da figure allegoriche, realizzate con
basso o altorilievi.
Sbalzo. Tecnica con cui si lavora il metallo in lamine. Con martello e scalpellini si batte la parte
posteriore della lamina fino ad ottenere una decorazione sbalzata nella parte anteriore.
Scala. Serie continua di gradini o scala avente la funzione di raccordare in un edificio i diversi
piani.
Scalinate. Sono l'unica via di accesso al tetto, spesso con centinaia di gradini. Molte cattedrali
sono andate distrutte dagli incendi proprio perché era impossibile portare acqua in alto
rapidamente.
Scamillo. Blocco di pietra su cui poggia il piedistallo di una statua o il plinto di una colonna
Scanalatura. Solchi verticali a sezione curvilinea nel fusto delle colonne. Non si trovano mai
nell’ordine tuscanico e sono facoltative negli altri ordini. Talvolta la parte inferiore delle scanalature
è occupata da elementi geometrici a forma cilindrica (colonna rudentata).
Scapo. Vedi Fusto.
Scapolo. Elemento di pietra naturale o artificiale, di forma irregolare, usato per murature a sacco,
murature miste o vespai.
Scarnitura. Rimozione parziale delle malte ammalorate di una muratura per aumentare l'aderenza
di un successivo intonaco o per poter nuovamente stuccare i giunti.
Scena. In un teatro, piattaforma (di solito sopralevata rispetto alla platea) completa di frontale e di
quinte, su cui recitano gli attori.
Schiuma di lattice. Materiale ottenuto aggiungendo aria e sottoponendo a vulcanizzazione il
lattice sintetico o naturale.
Scialbatura. L'etimologia della parola significa "imbiancare", riferito ad uno strato coprente
realizzato con corposo latte di calce. Oggi non viene riferito alla sola applicazione di bianco, ma
anche a tinte di diversi colori. Ancor più impropriamente lo si riferisce a tinte liquide, che sarebbe
più opportuno chiamare velature, in quanto la scialbatura è coprente.
Scialbo. Ultimo strato molto sottile di malta fine sull'intonaco. Questo termine si usa anche per
indicare un affresco riaffiorato dallo strato di intonaco o calce con il quale era stato
precedentemente coperto.
Scistosità. Caratteristica di alcune rocce metamorfiche che si dividono secondo piani paralleli o
quasi, a causa dell’azione costante di pressioni agenti sempre nella medesima direzione.
Scomparto. Parte di muro delimitata da una cornice in rilievo o dipinta.
Scorcio. Artificio prospettico che consiste nel rappresentare una figura collocata su un piano
obliquo rispetto all'osservatore, cosicché alcune parti risultino effettivamente accorciate.
Scorniciatura. Motivo architettonico ottenuto con la sagomatura dei contorni di una superficie
mediante una progressione di curve emergenti e rientranti. È usata nel Rococò.
Scossalina. Lastra inserita al di sotto della parte finale del manto di copertura ed all' interno della
gronda, in modo che l'acqua piovana non tracimi dal lato interno. Il termine è usato anche come
sinonimo di copertina.
Scozia. Modanatura concava,.
Scozia. Modanatura concava, avente una superficie curva situata (in verso opposto) fra i tori nella
base della colonna nelle basi attiche o corinzie. Essa è semplice o composta a seconda che sia
formata di uno o più archi di circoli raccordati tra loro.
Screziatura. Presenza su fondo unito di un’ insieme di macchie multicolori. La screziatura è il
punto dove appaiono tali macchie.
Scuci cuci. Vedi Cuci scuci.
Scudo, Stemma. Cartella di forme svariatissime, ora rettangolare aggraziata in basso ed in alto,
avente contorni misti, ora ovale terminata a cuspide, dove sono scolpite le insegne gentilizie di una
o più famiglie. La loro foggia serve spesso a rilevare l'epoca di antiche sculture.
Scuro. Anta di finestra in legno per oscurare gli ambienti e per proteggere dalle intemperie e dalle
dispersioni di calore.
Sedimentario. Formatosi per sedimentazione, composto da sedimenti. Si definisce processo
sedimentario l’insieme dei processi che portano al deposito di materiale che proviene dallo
sgretolamento delle rocce preesistenti. Tale processo si definisce meccanico se il deposito di
materiale avviene per opera del vento, del mare dei ghiacciai o per opera delle acque continentali.
Il processo è chimico se il deposito è conseguenza di evaporazione del solvente o per il
cambiamento delle condizioni ambientali o per reazioni chimiche intercorse fra i componenti
chimici disciolti. La natura organogena del processo sedimentario è dovuta all’accumulo di resti
organici.
Semicolonna (o lesena). Colonna tagliata in senso verticale e addossata a un pilastro o a una
parete con funzione generalmente decorativa.
Serigrafia. Tecnica che si serve di una tela a maglie sottilissime attraverso la quale viene fatto
passare il colore.
Serliana. Apertura tripartita, costituita da un vano centrale caratterizzata da un arco a pieno centro
e due vani laterali, di minor ampiezza, architravi
Serraglia, Chiave. Concio di chiave di un arco.
Sesto. La curvatura interna di un arco o d'una volta: ad esempio il tutto sesto, il sesto acuto, usato
nell'architettura gotica, ed il sesto scemo.
Setto. Termine usato a volte come sinonimo di quinta, indica un elemento verticale, in muratura o
cartongesso, che separa due ambienti. In alcuni casi, è semplicemente un muretto.
Sezione (o spaccato). Rappresentazione grafica in scala ridotta della sezione verticale di un
edificio o di una sua parte. E' come se l'edificio venisse "spaccato" in verticale per mostrarne
l'interno.
Sfasamento. Indica la differenza di tempo fra l’ora in cui si registra la massima temperatura sulla
superficie esterna della struttura e l’ora in cui si registra la massima temperatura sulla superficie
interna della stessa. Il valore ottimale dello sfasamento è di 12 ore ed è importante avere uno
sfasamento di almeno 8 ore e non minore di 10 ore in quelle con climi estivi più impegnativi. Con
tali valori di sfasamento, il calore entrerà nelle ore notturne durante le quali può essere smaltito
con ricambi di aria. Il suo valore, comunemente trascurato nella progettazione convenzionale, è di
grande influenza soprattutto nel determinare il comfort termico estivo e quindi ha notevoli
ripercussioni anche sul risparmio energetico.
Sferisterio. Luogo ove giocasi alla palla, al pallone, e ad altri giochi di agilità.
Sifone. Conduttura idraulica sagomata in modo che l'acqua o il liquido scaricato nel condotto, crei
una barriera contro la risalita di effluvi o esalazioni.
Sigillatura. Si intende generalmente il consolidamento dei bordi di un intonaco lesionato ottenuto
mediante l'applicazione di malte apposite.
Silice. Esiste in varie forme cristalline (quarzo, tridimite, cristobalite) criptocristalline e amorfe.
Composto chimico più abbondante della crosta terrestre. La forma cristallina più diffusa in natura è
il quarzo usato nella fabbricazione dei cementi dei vetri, dei refrattari e di alcuni abrasivi. Anche
nella fabbricazione delle lastre di fabbrica vengono utilizzate silici di altissima qualità.
Silicato di Magnesio. Il silicato di magnesio, conosciuto anche come saponaria, steatite ecc., è
una pietra estremamente morbida, facilmente lavorabile; preparata in polvere, è venduta come
talco. La sepiolite è un silicato di magnesio venduto in forma di polvere; mescolata con acqua
distillata è usata per la pulizia di marmi e ceramiche.
Silice idrolizzata. Biossido di silicio mescolato con acido fluoridrico, la silice idrolizzata è usata
come agente opacizzante, per esempio nel ritocco delle ceramiche. Viene aggiunta alla vernice
per creare una finitura opaca.
Siliceo. Formato da silice.
Silicone. Composto siliconico fluido e pastoso che serve per sigillare. Ha un'ottima resistenza
all'acqua ed esiste trasparente e bianco.
Sinopia. Disegno murale eseguito sull'arricciato (il secondo intonaco) con il colore di una speciale
terra rossa. Il disegno così ottenuto costituiva una sorta di prova generale per la composizione
dell'affresco da realizzare.
Sguancio, Squarcio, Strombatura. Spalletta di porta o finestra. Viene così denominata quella parte
del muro tagliata a sghimbescio dietro l'architrave e gli stipiti delle porte, finestre, o simili. Nell'arte
romanica e gotica lo sguancio nei portali presenta figure ed altri motivi decorativi.
Simbolo. Immagine od oggetto, cui è applicata un'idea di convenzione, ed una significazione
morale. Tale è la palma, simbolo del martirio; là rosa della bellezza; il cane, della fedeltà; il giglio,
del candore, ecc.
Sinagoga. Tempio dove gli Ebrei convengono per l'esercizio del loro culto.
Sinopia, Ocra rossa, Bolo armeno. Terra rossa adoperata per eseguire il disegno preparatorio
dell'affresco, direttamente sull'intonaco e più specificatamente sullo strato dell'arriccio.
Sistilo. Una delle cinque specie di tempio distinte da Vitruvio, ed è quella in cui l'intercolunnio è di
due diametri.
Smorzamento. Dal punto di vista numerico, questo parametro, indica di quanto, all’interno
dell’edificio, viene ridotta la temperatura esterna in relazione alla temperatura media della
superficie interna. Il suo valore, comunemente trascurato nella progettazione convenzionale, è di
grande influenza soprattutto nel determinare il comfort termico estivo e quindi ha notevoli
ripercussioni anche sul risparmio energetico. A parità di trasmittanza, più elevato è il livello dello
smorzamento, minore sarà all’interno dell’edificio, la ripercussione della variazione della
temperatura esterna, ovvero la temperatura interna tenderà a rimanere costante. Viceversa, a
bassi livelli di smorzamento, soprattutto se abbinati a sfasamenti minimi, si registra il cosiddetto
“clima da baracca”, ovvero ogni variazione all’esterno si ripercuote rapidamente, e pressoché
integralmente, anche all’interno dell’edificio.
Smusso. Smussatura; Una regolare sottrazione o rimozione di uno spigolo, generalmente
praticato nello stile gotico coll'inclinazione di 45°.
Soffitta della cornice. Parte di sotto della cornice fra un modiglione e l'altro, nella quale sogliono
intagliarsi rosoni od altri simili ornati.
Soffione. Punto di erogazione dell'acqua in una doccia. Un sinonimo è doccetta.
Soffitto. Palco che si fa sotto l'ultima copertura; o tetto degli edifici. Impalcatura che fa cielo ad
una stanza, e serve a sopportare l'impiantito della stanza; superiore.
Solaio. Struttura orizzontale portante che, in un edificio, separa un piano da un altro. Può essere
realizzato con materiali differenti, in genere cemento armato ed elementi in laterizio.
Solvente. Sostanza che è in grado di scioglierne un'altra, sia essa solida o liquida. Nella comune
pratica fai-da-te si viene a contatto con un gran numero di solventi, alcuni dei quali molto usuali,
altri più specifici. Sono ottimi solventi: l'alcol denaturato, la benzina, l'ammoniaca, l'acqua ragia, la
trementina, ecc. I solventi servono anche per diluire sostanze diverse, scioglierne altre, eliminare
macchie, pulire e lubrificare oggetti di diverso tipo. In generale i solventi (a parte il più comune che
è l'acqua) sono tossici e molti sono infiammabili è pertanto utile individuare un posto sicuro in cui
collocare tutte queste sostanze in modo da poterle chiudere ed impedirne l'accesso a persone non
autorizzate. Tutti i più importanti solventi usati nella pulizia e nel restauro dei pezzi d'antiquariato
hanno condizioni d'impiego distinte.
Solventi per ruggine. Vedi la voce Prodotti per rimuovere la ruggine.
Sordino. Arco di scarico.
Soglia, Limitare. Parte inferiore dell'uscio ed anche di una finestra, ove posano gli stipiti.
Somaro. Fermatura di contenimento costituita da puntelli o travi di legno posti come rinforzo
obliquo a strutture verticali.
Sommier. E' un letto a divano senza sponde e pediera.
Sommoscapo. Parte superiore della colonna, dove essa si restringe e termina nel collarino.
Soppalco. locale secondario ricavato mediante un solaio praticabile, in un locale più vasto e
sufficientemente alto.
Sopraciglio, Sopralimitare, cornice superiore di coronamento alle finestre e porte.
Sopraimbotte, Estradosso. Superficie esterna e convessa di una vòlta o di un arco.
Sopraornato, Cimàsa. È quel fregio e cornice composta di corona e cimasa che si usa
sovrapporre all'architrave di una porta o finestra. Qualche volta si aggiungono delle zanche od
orecchioni all'estremità "del sopracciglio, e spesso anche cartelle o modiglioni posti ai fianchi del
fregio, come sostegno della, corona, e questi rimangono talvolta prolungati con alette.
Sordino. Vedi Arco di scarico.
Sostruzione. Parte di un edificio costruita sotto terra.
Sottogola. Gola rovescia sotto il dèntello.
Sottogrondaie. Vedi Gocciolatoio.
Sottopuntone. Elemento che nelle capriate di notevole luce viene affiancato al puntone.
Sottotrave. Elemento posto al di sotto di una trave con funzione di sostegno; simile a una mensola
con una estremità incastrata e una libera.
Spalla. Piedritto di architrave o di arco. Le spalle di porte e finestre indicano generalmente le facce
verticali interne alla luce del vano.
Spoglio. In architettura, materiali di spoglio sono quelli ricuperati da edifici antichi (colonne,
capitelli o frammenti di trabeazione) riutilizzati per l’esecuzione di nuovi edifici.
Spolvero. Tecnica di traduzione di un disegno mediante la bucatura dei tratti dello stesso realizzati
su carta o altre superfici. La traccia del disegno si ottiene appoggiando lo spolvero nella zona
voluta e tamponando con cencio carico di polvere colorata.
Staffa. Elemento in ferro ad "V" o ad "O" inserito come sostegno o rinforzo nelle strutture lignee
delle capriate.
Staggiare. Operazione che consiste nell'ottenere un piano rettificato facendo scorrere una riga
detta staggia su due guide parallele poste a distanza, in modo da togliere le eccedenze di malta
fresca. Questa tecnica viene adoperata sia in verticale per realizzare l' intonaco, sia in orizzontale
per ottenere piani per la successiva posa dei pavimenti.
Stalattite. Volta molto usata nell'architettura araba-moresca, formata con una riunione di piccoli
alveoli a cupolette progressivamente ascendenti, che pendono al basso, ad imitazione delle
stalattiti naturali.
Stampo. Modello negativo di una forma che consente la riproducibilità in più copie del soggetto
originale. Stile. In architettura il carattere che fa distinguere fra loro le diverse scuole ed epoche.
Stilobate. Vedi Piedistallo
Stele. Lastra eretta verticalmente su un basamento o infissa nel terreno, con funzione votiva,
commemorativa e, soprattutto, funeraria (per indicare il luogo di una sepoltura).
Stiliforo. Elemento posto a sostegno di una colonna. Generalmente riferito agli animali, di solito
leoni, sul dorso dei quali appoggia la colonna di un protiro o di un pulpito.
Stilobata. Basamento della colonna, negli antichi templi greci oppure basamento del tempio che
sul davanti prende forma di gradinata.
Stipiti. Piedritti verticali situati fra porte, finestre o altre aperture. Essi fanno parte costantemente
della struttura portante di un edificio e possono, o meno, essere uniti o ricoperti con pilastri, mezze
colonne, tre quarti di colonna, e così via. Detti da Vitruvio Antepagmenta
Strappo. Procedimento con il quale di stacca dall'intonaco affrescato solamente lo strato di colore,
per mezzo di colle animali che applicate su un telaio vengono fatte aderire all'affresco, quindi fatte
seccare per eseguire lo strappo vero e proprio. La superficie distaccata viene così applicata su un
supporto, generalmente di tela. Questo metodo rende possibile il recupero della sinopia (disegno
sottostante l'affresco).
Stria. Vedi Scanalatura.
Strigilature. Scanalatura ondulata che ripetuta in successione è simile alla forma dello strigile: uno
strumento dell'antichità usato dagli atleti per detergere la pelle. Il motivo ornamentale è tipico dei
sarcofagi romani e dell'arte italiana, in particolare modo di quella rinascimentale.
Strohlehm (torchis o wattle and daub). È una tecnica del costruire con la terra che consiste nel
rivestire con un impasto a base di terra e paglia una griglia di legno o altro materiale (rami di
nocciolo o salice) fissata ad una struttura portante in legno. Si tratta di una tecnica molto antica e
diffusa in passato in molte parti del mondo.
Strombatura (sguincio o sguancio). Sagomatura svasata verso l'esterno o l'interno di porte e
finestre, allo scopo di offrire una migliore illuminazione dei vani.
Strombo. La parte di un muro obliqua ai lati di porte e finestre, che nell’architettura romanica e
gotica può essere anche molto profonda e arricchita di elementi decorativi
Stuccatura. Lavoro fatto di stucchi. Se ne sono trovate resti in diversi scavi di Roma, e
specialmente nelle terme di Agrippa. Bramante fu il primo ad adoperarlo nella decorazione delle
volte in San Pietro. Nelle logge del Vaticano sono famosi gli stucchi di Raffaello.
Stucco. Parola dai diversi significati. Riferito a decori a rilievo realizzati con malte di calce e gesso,
generalmente dipinti a calce o a tempera. Viene riferito ad un tipo di malta dalle caratteristiche
plastiche e dalla presa sufficientemente lunga da poter essere modellata. È impropriamente
adoperato per indicare elementi prefabbricati ottenuti per colaggio di scagliola entro stampi. Lo
stucco indica un intonaco lisciato a base di grassello di calce e polveri di marmo, lucidato a freddo
o a caldo con lama metallica, cere e saponi.
Stucchi alla cellulosa. Gli stucchi alla cellulosa, costituiti da cellulosa solubile in acqua, additivata
con solfato di calcio, sono particolarmente adatti per la riparazione di materiali porosi, come per
esempio terracotta, terraglia, ceramica. Non si contraggono, ne si dilatano; e, una volta induriti,
sono assolutamente insolubili nell'acqua. Lo stucco si compone mescolandolo con acqua, fino a
ottenere una consistenza soda, simile alla pasta da pane. Rimane malleabile per almeno
mezz'ora.
Stucco romano. Rifinitura superficiale per intonaco formata da una miscela di calce spenta grassa
e polvere di marmo.
Suppedaneo. Panchetto ove appoggiare i piedi. Indica anche la tavoletta nella croce dove Cristo
appoggia i piedi.
Supporto. Identifica un elemento di base sul quale ne viene applicato un altro.
Sverniciatore. Sostanza chimica che, applicata su una superficie pitturata o verniciata, è in grado
di asportare la pittura o la vernice. Tra i più comuni svernicianti vi sono le paste semiliquide che
vengono applicate a pennello su superfici di legno o metallo pitturate, e lasciate agire. La pittura,
così aggredita, si stacca e si arriccia e viene facilmente asportata con una spatola.
-TTabernacolo. Piccola edicola a forma di tempietto, posta sull'altare, racchiudente una o più
nicchie o spazi, che debbano contenere qualche oggetto sacro. Le forme e destinazioni dei
tabernacoli sono variatissime. Vedi Faro, Edicola, Ciborio, Baldacchino.
Tablino. Parte della casa dei Romani situata mediatamente dopo l'atrio; dove erano collocate le
statue degli antenati.
Tamburato. Pannello costituito da un telaio in listello chiuso da due fogli di compensato. Lo spazio
vuoto interno è riempito con una struttura cellulare a nido d'ape. Il pannello ha in genere uno
spessore di 15/30 mm, è leggero e adatto per porte e divisori.
Tamburo. Organismo a forma cilindrica o poligonale che raccorda gli appoggi dell'edificio
sottostante con la cupola, direttamente sopportata dai pennacchi.
Targa. Vedi Scudo.
Tarsia. Sorta di mosaico eseguito con pezzetti di diversi tipi di legno. L'operazione dicesi intarsiare
o lavoro d'intarsio.
Tassellatura. Inserimento di un tassello a scopo di rafforzamento o di riparazione di un guasto.
Per le costruzioni antiche si procede alla tassellatura per sostituire parti litiche deteriorate.
Tassello. Termine dai diversi significati: integrazione di una lacuna preesistente, realizzata con
analogo materiale, oppure parte componente di uno stampo smontabile; infine è riferito ad un
sistema attuale di ancoraggio che utilizza un foro nel quale inserire un elemento cilindrico ad
espansione munito di gancio od occhiello. Piccolo pezzo di pietra o di legno che si adopera sotto
varie forme e per usi tecnici diversi nelle opere di pietra, nelle costruzioni, nei lavori di finimento e
nei mobili. Nella lavorazione dei materiali naturali da costruzione il tassello è un blocchetto di
roccia generalmente di forma prismatica, usato per mascherare una cavità esistente in una pietra
ornamentale e costituente un difetto della pietra stessa. Il tassello viene preparato con materiale
della stessa natura e incollato con mastice nella cavità ridotta anche essa in forma prismatica. Con
lo stesso nome si indicano anche i rappezzi che si applicano talora a statue o parti architettoniche
di pietra per riparare lesioni o ricoprire grappe metalliche interne. Tasselli lignei si usano con
funzione del tutto diversa, si murano nelle strutture murarie per permettere l'applicazione di ganci e
altri elementi metallici a vite.
Tavella. Laterizio forato usato in edilizia per rivestimenti o per strutture orizzontali.
Tavolato. Piano parete o soffitto composto di assi fissate ad un orditura. Nei solai un sinonimo di
tavolato è assito.
Teak. E' un tipo di legno proveniente dal sud-est asiatico. Resiste bene all'esterno, all'acqua e
all'umidità anche senza che venga pre-trattato grazie all'olio di resina di cui è impregnato
naturalmente.
Teatro. Edificio destinato a spettacoli di musica, lotta od altri. Gli antichi teatri erano scoperti.
Teca. Custodia in cui generalmente sono contenute le reliquie, in marmo, avorio, vetro o altro
materiale.
Teflon. E' il politetrafluoroetilene. E' un materiale antiaderente utilizzato soprattutto per il
rivestimento di pentole e tegami. Viene impiegato anche per il trattamento di tessuti.
Tegola. Laterizio di forma rettangolare usato nella copertura del tetto, nell'uso comune è riferito
alla "marsigliese". Tipo di tegola con nervature, due scanalature e incastri sui tre lati. La
marsigliese nelle sue attuali fogge ha avuto grande diffusione a partire dalla fine del secolo scorso.
È quindi proponibile solo su di un tipo di edilizia relativamente recente.
Tempera. Con questo termine si identifica una specifica tecnica di tinteggio che utilizza una base
pigmentabile bianca legata con colle di diverso tipo.
Tempio. Edificio consacrato ad una divinità per il culto religioso. La disposizione delle colonne
intorno ai templi ha dato origine alla nomenclatura seguente: un tempio con un portico solamente
nella parte anteriore si chiama pròstilo; con portici anteriormente e posteriormente si dice
anfipròstilo; con portici collegati da colonnati aperti lungo i fianchi, perìttero; con portici collegati
soltanto da pilastri o colonne in rilievo, pseudoperìttero; con portici collegati da una doppia fila di
colonne lungo i fianchi, dìttero; con la stessa disposizione relativamente allo spazio, ma senza file
interne di colonne, pseudodìttero.
Tepidario. Stanza dei bagni antichi, dove erano le vasche dell'acqua calda. Terme. Costruzioni di
Roma antica per uso di bagni pubblici o privati.
Terital. E' una fibra tessile sintetica utilizzata per confezionare indumenti.
Terra Ombra. La terra d'ombra è un pigmento di origine naturale composto in prevalenza da
ossido di ferro, entrano nella sua composizione altri elementi chimici quali il manganese, ad
esempio, che ne rafforza le caratteristiche siccative. Grazie a questa proprietà la terra d'ombra è
un pigmento che aiuta ad asciugare le pitture ad olio molto più in fretta. E' molto indicato per
colorazioni a pittura, quindi unito ad un legante. Meno indicato per mordenzare il legno, in quanto
non essendo solubile in acqua e rimanendo in sospensione non colora effettivamente il legno ma
crea un leggero velo superficiale facilmente asportabile. Discreto per colorare la gommalacca,
ottimo nella formulazione di stucchi a gesso e di patine anticanti.
Terzo. Uno dei due modi di voltare l'arco.
Tesatura. Messa in tensione di catene o cavi in acciaio.
Tetrastilo. Edificio contenente quattro colonne o nella facciata, o nel compartimento interno.
Tiburio. Struttura esterna a sezione poligonale o circolare, con un tetto di copertura, che
maschera all’esterno la cupola
Tiglio. E' un legno tenero e resistente alla flessione. Si presta particolarmente per lavori di intaglio.
Timpano. Superficie triangolare racchiusa nella cornice del frontone e che sovrasta la trabeazione.
E' spesso ornato con affreschi o sculture in altorilievo. In seguito assunse forme diverse, per lo più
con andamento curvilineo, divenendo pura membratura ornamentale in uso specifico nel barocco e
nel XlX sec. Indica anche la cornice superiore di portali e finestre.
Tinta. Termine dai molteplici significati; può identificare il liquido usato per colorare, ma è anche
riferito alla qualità di un colore (tinta fredda, calda, luminosa, opaca). Infine può essere sinonimo di
colore.
Tinteggio. Applicazione sulla superficie di un manufatto architettonico di una o più mani di tinta.
Tirante. Elemento soggetto ad una sollecitazione di tensione impiegato a seconda dei casi in verie
forme (chiavi, catene, aste di travature reticolari, etc.) con lo scopo di contrastarla.
Tonalizzare. Rendere la gradazione di colore di un elemento nuovo uguale o simile ad una già
esistente.
Tondino, Fusajòlo. In architettura, sottile modanatura semicircolare convessa, detta anche
"astragalo" e "bastoncino" che separa il fusto della colonna del capitello e dalla base.
Top. E' il piano superiore di un mobile da cucina e bagno. A seconda dell'uso può essere di diversi
materiali.
Toro. Modanatura a profilo semicircolare usata nei basamenti delle colonne.
Toscano, Tuscanico. Ordine di architettura di proporzioni più semplici, meno elevate, più tozze di
quelle degli altri ordini. Un bell'esempio di quest'ordine si ha in Roma nel piano del teatro Marcello.
Toub (ladiri, adobe, Mattone in terra cruda). Ricorso a mattoni di terra cruda (adobe) per
realizzare murature portanti è una della tecniche del costruire con la terra.
Trabeazione. Struttura orizzontale del tempio, costituita di architrave, fregio e cornice. In generale
è l'insieme degli elementi orizzontali sostenuti da colonne, pilastri e piedritti.
Trachite. Roccia magmatica effusiva neovulcanica formata da magma sienitico. Le trachiti sono
composte da feldspati, sanidino e plagioclasi. Le trachiti si presentano di colore chiaro, grigio
giallognolo, rossiccio abbondano nella zona dei colli Euganei e dei monti Cimini. Alcune trachiti
hanno una struttura vacuolare e sono ruvide al tatto, altre presentano una pasta vetrosa
predominante, per questo motivo vengono definite vetrofiriche, ossidiane rachitiche.
Traliccio. Struttura costituita da incroci di aste o travi. usato in giardino per dividere ambienti o
come appoggio per piante rampicanti.
Transenna. Parapetto di marmo o di legno, lavorato con trafori e intarsi, che, nelle antiche
basiliche cristiane, separa il presbiterio dalla navata.
Transetto. Navata trasversale che interseca il corpo longitudinale della chiesa, di cui ha la stessa
altezza, dando all'edificio forma a croce. Il transetto può essere a più navate.
Trasmittanza. Indica la capacità di una struttura di lasciare passare il calore. Indica cioè quanta
energia (sotto forma di calore) passa attraverso un metro quadro di struttura nell’unità di tempo
quando la differenza di temperatura dell’aria a contatto sulle due superfici che la delimitano è di un
grado. Quanto più il valore è basso, più l’effetto isolante della struttura è elevato. La Trasmittanza
è strettamente legata al tema del risparmio energetico soprattutto nel periodo invernale, mentre,
per quanto riguarda il risparmio energetico durante l’estate, devono essere presi in considerazione
anche altri parametri quali capacità termica, coefficiente di accumulo del calore o capacità termica
volumica, diffusività termica, sfasamento, smorzamento
Trasparente. Significa "attraverso l'apparente". Indica una superficie, un colore, una finitura,
composti di due elementi fusi assieme eppur distinguibili sotto stante denso o coprente, il superiore
sottile e permeabile. Una sagramatura è trasparente, un intonaco non lo è.
Traversa. Si dicono traverse nelle strutture orizzontali a due ordini di travi, fra di loro ortogonali
con due dimensioni diverse, quelle travi disposte secondo la dimensione minore, distinguendole
dalle altre dette correnti.
Travicelli. Piccole travi secondarie.
Trementina. Essenza di trementina, derivata da alcune conifere. Principale diluente per la
preparazione della cera. Ottimo prodotto da usare per la pulitura di un mobile (in modo particolare
se era trattato a cera) se non vi è la necessità di ricorrere a sistemi più energici come sverniciatori
e simili. Nella maggior parte dei casi è altrettanto efficace un sostituto della trementina, come la
benzina avio. La qualità della trementina si può controllare lasciando cadere una goccia su una
carta assorbente pulita; se evapora senza lasciare segno, è di buona qualità. La trementina
dev'essere conservata in luogo buio, perché tende ad addensarsi e a scolorire, se esposta alla
luce del sole.
Tribuna. In una chiesa medioevale sta ad indicare la zona presbiteriale, riservata cioè al
clero,specie se sopraelevata rispetto al resto dell’edificio; oppure può essere la galleria posta
sopra le navate laterali, aperta sulla navata centrale, e corrispondere quindi al matroneo. In Grecia
luogo elevato da dove anticamente gli oratori parlavano al popolo. Palco in legno o gradinata in
muratura lungo le fasce laterali di una piazza.
Triclinio. Sala da pranzo e di ricevimento presso i Romani. Nelle basiliche cristiane era il luogo
ove si ricevevano i pellegrini.
Trielina. E' un liquido incolore non infiammabile ma tossico. Viene utilizzato come solvente e come
agente pulente.
Trifora. Finestra divisa verticalmente in tre luci da colonnine o pilastrini su cui posano i piccoli
archi. A volte è incorniciata da un arco ulteriore.
Triforio. È un corridoio arcato che si trova a mezza altezza sulle pareti delle chiese romaniche e
gotiche. Con o senza finestre forma come un piano di mezzo fra le grandi arcate e le finestre delle
navi.
Triglifo. Ornamento del fregio dorico, consistente in un elemento verticale con due profonde
scanalature anch’esse verticali e due mezze scanalature ai bordi. Il triglifo si trova sotto al mutulo e
sopra le gocce. Tutto l’insieme costituisce, nelle costruzioni in muratura, una parafrasi di elementi
derivati da quelle in legno.
Trilite. Sistema strutturale elementare formato da due blocchi lapidei monolitici verticali, sormontati
a copertura da un terzo orizzontale e basato, dal punto di vista statico, sulla trasmissione di sforzi
verticali con esclusione di qualsiasi sforzo spingente.
Trilobo. In architettura, di arco che presenta sotto la linea dell’intradosso tre archetti in funzione
ornamentale.
Triportico. Ambiente limitato su tre lati da una serie di colonne e pilastri, che formano un
passaggio coperto.
Trittico. Polittico, pittorico o scultoreo costituito di tre pannelli uniti fra loro.
Trochilo. Vedi Scozia.
Trofeo. Ornamento composto di spoglie campali, come spade, targhe, elmi, corone, ecc. Si fanno
pure i trofei analoghi alle arti ed alle scienze, aggruppando quegli strumenti od emblemi che sono
propri a ciascuna.
Trompe-l’oeile. Locuzione francese che indica il virtuosismo prospettico usato con l’intento di dare
l’illusione della realtà.
Tronco. Vedi fusto.
-UUncinetti. Vedi Bozzi.
Unghiata. Si dice di una volta che si appoggia lateralmente su una ogiva.
Ugnatura. Taglio trasversale che consente di innestare tra loro, ad angolo acuto ed ottuso, due
pezzi di legno o di altro materiale; è impiegato in architettura nel collegamento degli elementi di un
telaio o di una capriata.
Uovolo. Vedi Echino.
Urna. vaso contenente le ceneri del defunto. Di varie forme, con coperchio.
-VVela. Uno dei quattro spicchi a superficie sferica della volta a crociera.
Velario. Copertura. Il termine trae origine dall'uso di innalzare coperture su pali ancorati alla zona
alta ed esterna dell'anfiteatro.
Velatura. La velatura è un sottile strato di una sostanza fortemente diluita che, pur lasciando
trasparire il supporto, ne modifica le caratteristiche. Un esempio pratico: si vela un intonachino
applicando a pennello una tinta ottenuta stemperando un cucchiaio di pigmento naturale in un
secchio d'acqua.
Velinatura. Messa in opera con adesivi reversibili di veline (carta giapponese, ed altri tipi analoghi
di carte) in modo da evitare la caduta di intonaci, pellicole pittoriche o altro materiale incoerente. La
velinatura è un operazione provvisoria in attesa del consolidamento.
Vena, venatura. Rigatura o segno di colore differente da quello della base, nei marmi e nei legni
prende il nome di venatura.
Venato. Che presenta venature, rigature di colore diverso.
Venatura nel marmo di fabbrica. Segni di colore differente che attraversano in tutta la profondità
le lastre di fabbrica.
Veneziana. Tenda fatta con listelli orizzontali di materiale leggero e regolabili per il passaggio della
luce.
Ventaglio. Grata a forma di semicerchio posta a chiusura di porte e portoni ad arco. La maggior
parte è in ferro battuto, può essere in ghisa e più raramente in bronzo. Fissata con murature al
paramento, il margine inferiore serve da battuta per la chiusura delle ante.
Vernice poliuretanica. È una vernice trasparente, che da una finitura estremamente resistente al
calore, al l'acqua, alle abrasioni. È disponibile sia già mescolata, sia in confezione separata:
vernice e catalizzatore (indurente), che è la sostanza che rende la finitura così resistente.
Utilizzando quest'ultima confezione, si deve sempre seguire attentamente il foglio di istruzioni
durante la preparazione, perché le proporzioni richieste variano da una marca all'altra. La vernice
poliuretanica è usata anche come finitura protettiva su ottone e bambù, una volta completata la
pulizia e il restauro.
Vernici a olio. Le vernici a olio sono composte da resine sciolte in olio di semi di lino e da una
piccola quantità di trementina. Una buona vernice di questa varietà è ottenuta dal coppale, una
resina dura, traslucida, di odore delicato, proveniente da diversi alberi tropicali. È in vendita con il
nome di coppale.
Vernice a spirito. Si produce sciogliendo la gomma lacca (la resina del Ficus religiosa e del
Croton lacciferus) in alcool denaturato. È preparata usualmente dai lucidatori di professione per
proprio uso personale, ma si può acquistarla anche già pronta. Vi sono tré tipi di vernice a spirito.
Vernice bianca (semitrasparente). Fatta da gomma lacca sbiancata, dona una finitura lattiginosa,
semitrasparente, abbastanza delicata. Dev'essere usata solamente su oggetti da non maneggiare
troppo, o su intarsi. La versione trasparente ha un color giallo paglierino dorato. Vernice alla
gomma lacca naturale. È la vernice che da la finltura più resistente, ed è usata per legni di colore
dorato, come, per esempio, la quercia. Vernice rossa. Questo tipo è il più indicato per legni di un
caldo colore scuro, come il mogano e il noce. Sono disponibili in commercio le versioni trasparenti
sia della vernice rossa sia di quella naturale. In alcune occasioni, la vernice a spirito può essere
anche usata come vernice su oggetti di cuoio.
Vescica di pesce. Vano lasciato tra regoli o bastoncelli nelle finestre dello stile gotico, formato da
due o più archi, avente la forma di una fiamma o d'una vescica di pesce.
Vespaio. sottostante un pavimento.
Vespaio. E' una intercapedine di circa 50-60 cm tra il terreno e la soletta del primo piano di un
edificio. Come una camera d'aria consente all'aria di circolare e assolve funzione di isolamento dal
terreno per evitare la penetrazione di umidità e di basse temperature. Si realizza scavando al di
sotto della soletta. Il vespaio è collegato all'esterno per mezzo di bocchette di aerazione per
garantire la ventilazione.
Vestibolo. Vedi Pronào.
Vetrata. Insieme di tasselli di vetro colorato, uniti da una legatura di piombo in modo da formare un
disegno prestabilito. La vetrata è fissata alla intelaiatura in ferro di finestre e rosoni.
Vetroceramica. Materiale infrangibile e antigraffio che sopporta altissime temperature e il brusco
passaggio dal freddo al caldo e viceversa. Usato per realizzare piani di cottura e piastrelle.
Vetro acidato. Tipo di vetro in lastra trattato con acido fluoridrico attraverso immersione per
rendere la superficie opaca.
Vetrofania. Tecnica per dare al vetro una colorazione che lo renda trasparente alla luce ma non
alla vista, mediante l’applicazione, su una delle due facce della lastra, di una pellicola di carta. Per
estensione, il foglio di carta.
Vintage. Termine inglese che indica una certa datazione di oggetti e cose, annata.
Viticcio. Ornamento formato da fila, steli, o striscioline contorte come i caulicoli. Vedi Caulicoli.
Volta. Dicesi volta una copertura intera o parziale di un edificio eseguita in muratura, ed i cui
materiali, distribuiti in modo da potersi reggere in virtù del loro mutuo contrasto, costituiscono un
insieme ben solido con una forma conveniente all'uso ed alla destinazione della copertura
medesima. Le volte che sono più comunemente adoperate si possono distinguere in semplici o
composte (derivanti dall'intersezione di volte semplici). Delle prime fanno parte quelle a bacino, a
botte, a catino, a cupola, a vela; delle seconde fanno parte quelle a crociera, a padiglione
Volta a botte. Dicesi di volta cilindrica, la cui sezione retta, oltre ad aver gli estremi posti su una
medesima orizzontale, ammette come linea di simmetria la perpendicolare innalzata sul mezzo
dell'indicata orizzontale.
Volta a bacino. Su pianta circolare. è quella di cui l'imbotte è una superficie di rivoluzione
generata quasi sempre da un quarto di circolo, o di elisse o di ovale. Su pianta elittica, è quella di
cui l'imbotte è un mezzo elissoide avente due dei suoi semiassi eguali a quelli dell'elisse che serve
di base alla volta, ed il terzo uguale alla monta della volta stessa.
Volta a catino. A forma di quarto di sfera
Volta a cupola. Definita dalla rotazione di una curva intorno a un asse verticale
Volta a vela. Generalmente sferica o ellittica, è quella che risulta dalla superficie di una semi-sfera
o d'un semi-elissoide di rivoluzione insistente su di un circolo circoscritto al poligono di base, dal
quale, mediante piani verticali passanti pei lati della base, si suppongono tolte tante semi-calotte
quanti sono i lati del poligono.
Volta a padiglione. È quella costituita da tanti fusi cilindrici quanti sono i lati del poligono di base o
formata da più porzioni di botti, che si tagliano secondo spigoli salienti.
Volta a schifo, o a conca, o a botte, con teste di padiglione. È quella la cui superficie d'intradosso
consta di una parte di mezzo, che è quella di una volta a botte, e di due parti laterali appartenenti
ad una volta a padiglione.
Volta a crociera. Generalmente è quella costituita. da tante unghie cilindriche quanti sono i lati
della pianta; oppure formata. da. più porzioni di botti, che si tagliano secondo spigoli rientranti.
Volta stellata, o a stelle. Volta nella cui imbotte le nervature s'intrecciano in modo da formare delle
stelle; usata specialmente nello stile gotico.
Volta a rete. Volta a crociera con cordonature trasversali che si intrecciano come le maglie di una
rete. Molto in uso nello stile gotico, specialmente in Germania.
Voluta. Ornamento dell'ordine ionico e composito. rappresentante una corteccia d'albero
attorcigliata e voltata a spirale. Essa si distingue in angolare, piana o non sporgente, di mensola è
di modiglione, sporgente, rientrante, ed ovale. vedi capitello.
Vomitorio. Parte dell'anfiteatro romano, che conduceva ai cunei ed alle gradinate.
-WWhirlpool - Bocchetta di tipo orientabile presente nell'idromassaggio. Eroga miscele di acqua e
aria.
-ZZanca. Vedi Orecchione.
Zig-Zag. Ornamento comune a molti stili, formato di linee che fanno tra loro angoli retti od acuti.
Zigrinato. Superficie ruvida e granulosa.
Zoccolo. Parte più bassa di una costruzione. Basamento di un edificio, di un pilastro, di una statua
(si chiama plinto quando sorregge la colonna).
Zonatura. Nei minerali, (pietre, marmi, graniti) s'intende per "zonatura" un'alternanza di strati di
diversa composizione chimica.
Zooforo. Vedi Fregio. Fregio decorativo con figure d'animali.