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La riduzione IMU/TASI del 25% assicura una redditività senza precedenti all’affitto a
canone concordato
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mettere in affitto il proprio immobile
Affittare la propria seconda casa assicura un bel guadagno, ma la vera
soddisfazione è sapere di poterci pagare anche poche tasse sopra. Questo
desiderio, condiviso da tanti italiani, si sta via via realizzando. La cedolare
secca al 10% sui contratti a canone concordato e la riduzione per il 2016
dell’IMU/TASI sugli immobili locati con questa tipologia contrattuale rendono
l’affitto convenzionato una forma di investimento interessante e di tutto
vantaggio per quanto riguarda la fiscalità.
L’ultimo Report Solo Affitti sul mercato della locazione in Italia ha rivelato il
crescente successo del canone concordato come forma contrattuale per
gli affitti nel nostro Paese. Le scelte fiscali dei vari governi che si sono
succeduti dal 2011 in avanti e la rinnovata attenzione di tante associazioni di
categoria sul territorio al rinnovo degli accordi territoriali sono stati i veri fattori
determinanti per questo trend di progressiva crescita degli affitti agevolati.
Trend che ha portato nel 2015 al sorpasso del canone concordato (43,1%)
sul canone libero (42,1%) per i contratti di locazione di nuova stipula nelle
città capoluogo di regione.
Imu, tutto quello che c’è da sapere sul
Le previsioni parlano di un prosieguo di questa tendenza. E come potrebbe
nuovo tributo
Politiche abitative, tra canone
concordato e housing sociale
Casa, in affitto o di proprietà, ha
raggiunto costi insostenibili
non essere così, viste le positive novità introdotte dalla Legge di Stabilità
2016? La decisione di abbassare del 25% l’aliquota IMU/TASI stabilita dai
Comuni sugli immobili affittati a canone concordato non potrà che
agevolare ancora di più il ricorso a questa forma contrattuale, ormai
sostanzialmente favorita dal punto di vista fiscale, rispetto a qualche anno fa.
Infatti, confrontando l’imposizione fiscale dedicata ai contratti a canone
concordato del 2011, anno di introduzione della cedolare secca (IMU
applicata in misura piena e cedolare secca al 19% sui redditi da locazione),
e quella attuale (IMU ridotta del 25% e cedolare secca al 10%), la differenza
appare fin da subito evidente.
Dal punto di vista economico quanto si riduce oggi, in via tendenziale, il
carico fiscale sulle locazioni concordate? E, soprattutto, quale impatto avrà
la Legge di Stabilità sul guadagno di un proprietario derivante dall’affitto di
casa, al netto dell’imposizione fiscale? L’Ufficio Studi Solo Affitti ha provato
a confrontare alcune tra le principali città del Paese, applicando a ciascuna
di esse – e al relativo accordo territoriale – un esempio comune, basato su
queste semplici ipotesi:
appartamento da 70 mq, arredato, in zona centrale, con caratteristiche
normali dal punto di vista delle dotazioni, affittato con canone concordato
di 3 + 2 anni di durata;
cedolare secca al 10% sul reddito da locazione a canone concordato,
calcolato in base agli accordi territoriali dei diversi Comuni;
IMU/TASI scontata del 25% rispetto all’imposta versata sul medesimo
immobile nel 2015. Ci siamo avvalsi dello studio elaborato a tale
proposito dall’Ufficio Studi di Confedilizia.
Ecco il confronto che emerge nel campione di città analizzate:
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Come si può comprendere dall’immagine dei redditi da locazione lordi, tutti
ricompresi tra i 4.000€ circa di Torino e i quasi 8.000€ di Roma, nel 2015 la
patrimoniale sulla seconda casa contribuiva non poco ad abbattere la
redditività netta dell’immobile affittato. Ogni 100€ di reddito lordo da
locazione, nel 2015 ciò che rimaneva in tasca al proprietario a seguito del
pagamento delle tasse erano mediamente 65€. Era possibile notare punte
positive a Firenze (73%) e Palermo (71%), contro invece situazioni
particolarmente gravose dal punto di vista fiscale a Bologna e Roma (61%).
Una differenza sostanziale si riscontra, grazie al consistente sgravio
IMU/TASI introdotto sui contratti di locazione calmierati, per il 2016.
Già visivamente risulta evidente come, in ogni città, il reddito da locazione al
netto delle imposte subisca un incremento non indifferente. Le cifre parlano
chiaro: circa 380€ di reddito non più soggetto all’imposizione fiscale e
destinato a rimanere in tasca al locatore.
Un risparmio non da poco, se si pensa che in media, rispetto al conteggio
che facevamo poco sopra, quei 65€ di reddito netto ogni 100 di reddito
lordo da locazione del 2015 sono destinati a diventare oltre 71€, in media,
da quest’anno. Roma, con 568€ di minore carico fiscale, e Bologna, con
503€, guidano la classifica delle città che maggiormente beneficeranno
della riduzione del 25% delle aliquote IMU/TASI dedicate agli affitti
concordati.
I conti tornano. Canone più basso di quello di mercato per avvantaggiare
l’inquilino e affittare più facilmente e velocemente l’immobile. Reddito netto
dall’imposizione fiscale spesso più alto, grazie alle consistenti agevolazioni
di cui si può godere attenendosi agli accordi territoriali per le locazioni del
proprio Comune. Perché non valutare, per la casa che devi o vorresti
affittare, questa conveniente forma contrattuale?
F o n t e : http://www.blogaffitto.it/statisticamente/fisco-immobiliare-lariduzione-imu-tasi-del-25-assicura-una-redditivita-senza-precedenti-allaffitto-a-canone-concordato.html
Solo Affitti
Nata a Cesena nel 1997, l’azienda conta oggi 350
agenzie di cui 40 in Spagna.
La focalizzazione sul settore dell’affitto consente agli
agenti Solo Affitti di tutelare gli investimenti dei
proprietari e curarsi dei bisogni degli inquilini.
Per trovare l’elenco completo delle agenzie www.soloaffitti.it
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