Un approccio globale nella gestione dei rapporti con i
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Un approccio globale nella gestione dei rapporti con i
Un approccio globale nella gestione dei rapporti con i retailers VALUE RETAIL - Locations 1 VALUE RETAIL Il modello di business Un rapporto di partnership con il Brand - Obiettivi comuni: • Massimizzare la redditività dell’investimento • Proteggere la «brand equity» degli Affittuari e di Value Retail • Garantire ai Clienti una indimenticabile esperienza di shopping (servizio, prodotto, shop-fit, ospitalità) Servizi forniti da Value Retail al Brand • Supporto agli Head Offices per ottimizzare: • la performance di vendita del negozio • la selezione, la formazione e la valutazione del personale del negozio • l’eventuale processo di internazionalizzazione del Brand • Supporto allo staff del negozio per gestire: • i rapporti con i Clienti; • il visual merchandising del negozio (interno e vetrine) • gli obiettivi di performance; • la formazione di Store Managers e Store Assistants 2 VALUE RETAIL Il modello contrattuale 1/2 Forma contrattuale: affitto di ramo d’azienda Durata standard: 10 anni Canone: minimo garantito + percentuale sulle vendite (*) Altre spese: costi per il servizio (uguali per tutti gli Affittuari) Possibilità di recesso semplice: sempre a favore del Landlord (con preavviso da 3 a 6 mesi), può essere concessa ad alcuni Brand ma solo in caso di performance di vendita insoddisfacente Possibilità per il Landlord di rilocare il Brand in una unità differente: sempre Pagamento dei costi: anticipato per canone minimo e costi per il servizio, posticipato per canone sul fatturato, frequenza mensile (es.: Germania) o trimestrale (es.: Italia) (*) In Francia e Belgio il contratto prevede l’addebito di una royalty, che include i costi per il servizo. 3 VALUE RETAIL Il modello contrattuale 2/2 Sconto minimo richiesto su prezzo retail: 33% Prodotti commercializzabili: articoli provenienti da collezioni di anni precedenti o realizzati con materiali utilizzati per collezioni di anni precedenti Marchi commercializzabili: tutti quelli di cui l’Affittuario è proprietario o licenziatario e che sono stati inseriti nell’elenco previsto nel contratto. Altre spese: costi per il servizio (uguali per tutti gli Affittuari) Clausole di non concorrenza: limiti all’apertura di punti di vendita in strutture concorrenti nell’ambito di un determinato raggio dal Village (es.. 100 km in Italia, 150 km. in Germania) (*) In Francia e Belgio il contratto prevede l’addebito di una royalty, che include i costi per il servizo. 4 Pratiche contrattuali nel settore degli outlets in Germania 1/2 Durata contrattuale standard: 10 anni (possibilità di contratti temporanei fino a 12 mesi per testare la performance del Brand) Canoni di affitto: da un minimo di 350 fino a 900 €/mq/anno, con percentuale sulle vendite che può variare dall’8% sino al 13% Costi per il servizio: da un minimo di 120 fino a 300 €/mq/anno Opzione di recesso anticipato: sempre a favore del Landlord, con un minimo di 30 e fino a 180 giorni di preavviso. Talvolta viene concessa anche all’Affittuario ma solo se le vendite risultano inferiori ad un livello prefissato. tutti quelli di cui l’Affittuario è proprietario o licenziatario e che sono stati inseriti nell’elenco previsto nel contratto. Nessun avviamento viene riconosciuto all’Affittuario. Opzione di spostamento: il Landlord si riserva generalmente il diritto di ricollocare l’Affittuario in uno spazio diverso, facendosi carico delle relative spese Garanzie: l’Affittuario deve fornire una fideiussione bancaria a prima richiesta o un deposito infruttifero di importo pari ad almeno 3 mesi di canone (talvolta fino a 12 mesi) 5 Pratiche contrattuali nel settore degli outlets in Germania 2/2 Regolamentazione date e orari di apertura: l’apertura domenicale è consentita soltanto in un numero limitatissimo di domeniche durante l’anno (da 6 a 8 a seconda della regione di appartenenza), mentre non vi sono limiti sostanziali al numero di ore d’apertura nella singola giornata. Prodotti commercializzabili: Il settore è ancora scarsamente regolamentato. L’unica vera limitazione è quella relativa alla vendita di prodotti alimentari (ammessa solo se usati anche per la somministrazione al pubblico in bar e ristoranti). Lo sconto minimo richiesto (30% sul prezzo retail) spinge tuttavia i Brands a vendere principalmente prodotti di collezioni passate Clausole di non concorrenza: il basso livello di saturazione del mercato (alla data odierna esistono solo 14 outlet di livello medio e medio-alto) spinge i Landlords ad inserire nei contratti un limite all’apertura di punti di vendita in strutture concorrenti nel raggio di 150 km 6 Minacce ed opportunità future per il settore degli outlets in Germania Regolamentazione regionale delle nuove aree commerciali: nonostante il livello di saturazione del mercato sia decisamente inferiore a quello dell’Italia, le singole regioni tedesche hanno negato, negli ultimi anni, lo sviluppo di nuovi centri. Questo renderà ancora più difficile e costoso per i Retailers l’ingresso negli «outlet Village» di qualità. Uniformità di giudizio in caso di contenzioso legale fra Landlord ed Affittuari: Le decisioni dei tribunali regionali non tengono conto della giurisprudenza riferibile a contenziosi che si sono svolti in altre regioni. Non è raro che operatori di centri commerciali ubicati in regioni differenti si trovino di fronte a decisioni diverse ed opposte anche se i procedimenti legali in corso riguardano lo stesso Affittuario. E-commerce: alcuni operatori stanno cercando di affiancare al canale di vendita tradizionale – basato sulla massiccia presenza di visitatori nell’outlet Village – quello virtuale dell’e-commerce, con piattaforme dedicate che mettano in contatto i Retailers con clienti che non visitano l’outlet. E’ il caso del Metzingen Outlet City, che da un paio d’anni ha implementato una piattaforma di e-commerce per conto dei propri Affittuari. 7 VALUE RETAIL Grazie per l’attenzione. 8