Testo per la conferenza su Guadagnare con Internet
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Testo per la conferenza su Guadagnare con Internet
Testo per la conferenza su Guadagnare con Internet tenutasi il 10 Maggio 2003 presso il Webbit a Padova ed il 29 Maggio 2003 presso il Webbit a Napoli di Luigi Manzo Buongiorno a tutti, l'argomento di questo incontro è “guadagnare con Internet”. Anche se questo non è un momento particolarmente felice, in realtà è ancora possibile guadagnare con il web in modo onesto e trasparente. Momenti migliori li abbiamo vissuti tra il 1997 ed il 2000, poi la crisi generale proveniente dagli Stati Uniti ha investito anche l'Italia. Oggi non vi parlerò dei sistemi, innumerevoli per la verità, per guadagnare con Internet, nè di dialer che tra tutti forse è quello più redditizio. Affronterò, invece, la tematica dei Programmi di Affiliazione e dei cosiddetti Pay per sale, click e lead. In principio fu Amazon.com narra il capoverso di un libro che consiglio a tutti di leggere "Le nuove vie del marketing digitale" di Marco Loguercio. In realtà il vero ideatore dei programmi di affiliazione fu Giulio Cesare. Narra il De Bello Gallico che non tutte le battaglie nella Gallia potevano essere vinte con la forza. Così Giulio Cesare ideò tutto un sistema di riconoscimento per le tribù che avrebbero appoggiato il dominio di Roma. In questo modo le tribu' alleate godevano della protezione dei Romani e allo stesso tempo venivano favoriti i commerci e gli scambi. Questa fu, e lo è ancor oggi, la strategia vincente. Una leggenda moderna vuole che Jeff Bezos, fondatore di Amazon.com, nel 1996, durante un party avesse avuto la brillante idea di mettere su un programma di affiliazione durante un dialogo con una donna: lei voleva sfruttare il proprio sito per vendere libri sui divorzi. In questo caso la donna si sarebbe prodigata a esporre libri di Amazon, per ricevere una percentuale in cambio. Amazon.com, per chi non lo sapesse, al momento è una delle più grandi librerie sul web. I programmi di affiliazione, chiamati anche programmi di Partnership sono accordi (scritti con tanto di contratto) tra due siti, che consentono la rivendita dei prodotti di un sito di e commerce, (libri, dischi, o altri prodotti) attraverso un altro sito di un qualsiasi webmaster, in un qualsiasi punto del mondo. La percentuale di guadagno varia a seconda dei casi. Può partire dal 2% per raggiungere il 30% e questo dipende dalla tipologia del prodotto. È implicito che il webmaster, o il responsabile del sito, si prodigherà per vendere più libri possibili, nello specifico caso di Amazon, e guadagnare di conseguenza una bella cifretta. In gergo questa prassi viene definita “revenue sharing” o “Pay per sale”. Oltre al Pay per sale esistono anche il Pay per lead e pay per click, di cui parleremo più avanti. I vantaggi del programma di affiliazione naturalmente ricadono su entrambi i protagonisti: il sito di e-commerce ed il webmaster. Prendendo sempre come riferimento Amazon.com, proviamo ad individuarli: Per Amazon: in questo modo riesce a disporre di tutta una serie di siti disposti a promuovere i suoi prodotti, garantendo, ripetiamo, a questi una percentuale sui profitti. Ma, e questo è l'aspetto più rilevante, anche se i clienti che provengono dal sito affiliato NON comprano in quel momento, comunque visiteranno Amazon e conosceranno Amazon. Questo si tramuta, come primo effetto, in un aumento di visitatori, e di conseguenza, di possibili futuri clienti. Si sviluppa quindi un'incredibile rete di rivenditori a costo quasi zero per l'azienda (Amazon) ed a investimento zero per gli stessi rivenditori che devono solo garantire nel loro sito uno spazio dedicato alla presentazione dei libri di Amazon e averne cura. Nel mondo cosiddetto “normale” questa cosa NON esiste. Provate ad aprire un negozio in Franchising... Tra i vantaggi del webmaster che decide di rivendere i prodotti di Amazon, possiamo individuare: a) Nessun capitale da investire, se non un po' di tempo per piazzare banner o quanto altro fornito da Amazon, e cominciare a rivendere i prodotti. b) Offrire valore aggiunto al proprio sito e nuovi contenuti, dando l'impressione al visitatore di visitare un sito sempre aggiornato e valido, da tutti i punti di vista. c) Guadagnare sempre e comunque sul venduto, anche mentre si dorme :-) E' implicito, infatti, che durante la notte, mentre voi dormite, il vostro sito continua ad essere online, quindi, per la prima volta nella vostra esistenza, avrete la possibilità di guadagnare anche mentre sognate. La formula del “revenue sharing” non è stata affatto compresa nel nostro Paese, sia da parte della quasi totalità delle piccole e medie aziende presenti sul web, sia da parte dei webmaster, i quali si ostinano ancora a cercare sponsor che paghino per click o per impression (tra l'altro il pay per impression è scomparso o quasi). Rimanendo sempre in Italia, prendiamo atto che il mercato dei pay per click è dominato da dialer e surrogati. Dati alla mano, posso anche dimostrarvi come una gestione dei vari pay per click può essere fallimentare per entrambi i casi, o almeno nella maggior parte di essi: fallimentare soprattutto per il webmaster. Il costo di un click è molto basso, e non è detto che tutti clicchino; molto più remunerativo impegnarsi nella rivendita di prodotti per conto altrui. I programmi di Partnership sono quindi delle ottime soluzioni per le aziende: avrete in questo modo la possibilità di creare una rete di rivenditori nella Rete. Il sistema è fondamentalmente onesto: tu mi porti i clienti ed io ti pago sul venduto, o anche sulle registrazioni. Faccio un esempio: ai primi di Luglio dell'anno scorso una societa' regalava 0,01 Euro per ogni visitatore che gli veniva mandato. Questi doveva semplicemente iscriversi per ricevere un biglietto omaggio per una festa all'idroscalo di Milano. Il programma di affiliazione sfruttava la formula del pay per lead. Seppur il merito della nascita del programma di affiliazione sia attribuito ad Amazon, questo è vero solo in parte. In realtà esperimenti di programmi di affiliazione risalgono ancora a qualche anno prima dell'entrata in scena di Amazon con il suo programma (1996), e furono pcflowers.com (autunno '94), autoweb.com (autunno '95), kbkids.com (inverno '95/'96), ep.com (primavera '96). La madre di tutti i programmi di affiliazione sembra sia stata Cybererotica, uno dei più famosi siti per adulti, che nel 1994 lanciò il primo sistema di retribuzione basato sul "cost per click" . Che sia stato un sito a carattere pornografico a proporre per primo questo sistema non deve stupire. Proprio da un mercato molto competitivo come quello dell'erotismo online sono venuti, e vengono tuttora, alcuni dei migliori -e dei peggiori- concetti di digital marketing, ripresi ed applicati poi con successo (grazie alle dovute ottimizzazioni) ad altri tipi di mercati; in effetti sono soprattutto i sistemi con cui questi siti a luci rosse si promuovono ad essere tenuti sotto attenta osservazione dagli specialisti di web marketing. Questa, naturalmente, non deve essere una scusa per cominciare a frequentare assiduamente siti pornografici! ;-) Tornando ad amazon.com, sembra invece che dietro a tutto questo vi siano stati precisi studi dello staff marketing del sito che, seppur già impegnato in costosissime campagne di online promotion, ha intuito come la maniera migliore per diffondere in maniera capillare il proprio brand, nonchè aumentare le vendite in modo esponenziale ed a costi ridotti fosse quello di permettere ai semplici webmaster di poter rivendere libri ed altri prodotti. Fu così che iniziò l'avventura. Si cominciò con l'incoraggiare i piccoli webmaster a porre sul loro sito dei link (in forma di immagine o come semplice testo) puntati -all'interno di amazon.com- direttamente alle pagine descrittive di libri e stando attenti che a loro volta questi link puntassero a libri attinenti il contenuto del sito, o scelti e consigliati dal webmaster stesso. Tutti i libri erano acquistabili online dal navigatore con pochi click ed Amazon premiava webmaster capaci di generare vendite con una percentuale sul valore del venduto. Questo sistema è tuttora applicato con successo da amazon.com, nonostante la concorrenza si stia facendo sempre più spietata (solo in Italia 5-6 librerie on line ricorrono a questo sistema). Il grande vantaggio di Amazon fu quello di avere all'interno del proprio staff un gruppo di programmatori che si occupò di questo aspetto: oggi non tutte le aziende sono in grado di programmare e gestire una cosa simile: quindi o ci si affida a siti specializzati, o si paga un collaboratore, o piu' collaboratori, esterni. Questo è il motivo per cui molti temporeggiano e rimandano. Sull'esempio di Amazon nacquero poi quelle aziende che si sarebbero sviluppate solo in questa direzione: Commission Junction, Linkshare, Shareasale, Be Free: alcune proponendo banner advertising con la formula del pagamento per performance, ovvero in base ai risultati ottenuti; altre come CJ con l'obiettivo di gestire in outsourcing, per conto delle aziende interessate, e facendo leva sul contatto con molti webmaster che si sarebbero prodigati a rivendere prodotti. Nel 1997 nasce www.Refer-it.com, una sorta di "motore di ricerca" dedicato ai programmi di affiliazione. L'idea venne a James Marciano il quale, non riuscendo a trovare il modo di pubblicizzare il programma di affiliazione da lui lanciato online, prese come modello Yahoo! per aprire un sito che recensiva, con tanto di schede e valutazioni, i programmi ai quali era possibile affiliarsi, suddivisi per varie categorie. E così, ecco nato un punto di riferimento sia per i tanti webmaster in cerca di un sistema per generare ricavi dal proprio sito, sia per gli affilianti (merchant o chi per loro) alla ricerca di un modo economica per pubblicizzare il proprio affiliate program. I programmi di affiliazione non sono stati, e non lo sono tuttora, un sistema esente da difetti: le difficoltà maggiori sono rappresentate dal tracciare correttamente le vendite e dalla successiva fase di pagamento delle commissioni maturate dall'affiliato. Tra gli affiliati molti sono rimasti scottati in questi anni da commissioni maturate, ma mai pagate da aziende poco serie o, purtroppo molto spesso, fallite nell'arco di pochi mesi (in Italia si sono verificati parecchi casi: controllate i forum dedicati come quello di www.alverde.net ); tuttavia il sistema sta prendendo sempre piu' piede, tanto che agli inizi del 2000 fa la sua comparsa TradeDoubler, una rete di affiliazione con sede a Stoccolma e leader in Europa del settore; oppure, nello specifico italiano, di PiazzaDuomo.com ai primi del 2001; aziende che, oltre alla gestione tecnica del programma, forniscono agli affilianti anche la gestione di tutta la parte economica del sistema. Adesso passiamo a spiegare meglio il cosidetto Pay per... seguito dai seguenti titoli: click, sale e lead. Pay per click significa che ci sono aziende o società, i “merchant” che sono disposti a pagarvi per ogni persona che clicca sul loro banner posizionato nelle vostre pagine; non solo i banner, anche bottoni e link testuali possono generare guadagni. Solitamente il prezzo del click è bassissimo, si parte da un 0,01 Euro a 0,10 per click, anche se ci sono delle eccezioni. Molti merchant scelgono questo tipo di partnership perché l'equazione sembra semplice: se il sito di tizio ha generato 10 click, vuol dire che mi ha mandato 10 visitatori e per questi dieci visitatori il merchant pagherà magari 10 centesimi di Euro. Tuttavia nel 2001, con una decisione a sorpresa, Commission Junction, forse la più grande agenzia ADV dell'universo, decretò la morte apparente del pay per click, annunciando che dal 1 agosto dell'anno corrente tutti i suoi programmi pay per click sarebbero stati di fatto aboliti. La scelta di questa azienda fu in realtà un atto dovuto proprio per dare uno scrollone ad un mercato, in quel momento, ristagnante. Non solo: fu un modo per intervenire contro anche quell'insana abitudine, che si era diffusa nel frattempo, di cliccare più volte lo stesso banner nello stesso giorno, truffando così di fatto i merchant. E' vero che CJ garantiva una certa protezione (ad esempio tutti i click che provenivano dallo stesso IP nello stesso giorno erano invalidati); tuttavia qualcuno aggirò questo problema, manipolando le impostazioni del browser, riuscendo, di conseguenza, ad eludere anche questo controllo. Detto per inciso, se il pay per click può attirare la sete di denaro dei webmaster che vogliono tirar su qualche soldino grazie a questi sponsor, in realtà è una scelta perdente, e ve lo dimostrerò conti alla mano. Il sito di Pincopallino parla di musica ed ha 500 visitatori unici solo nella home page, dove ha posizionato tre banner, di cui due che pagano per click. Se guardiamo di dati di qualche anno fa, un banner per avere un click through medio deve avvicinarsi all'1%. Dico di qualche anno fa perché adesso si aggira intorno ad uno 0,30% tranne rari casi. Significava, per mantenerci sul dato dell'1%, che su 500 persone che avessero visitato quella pagina, solo 5 avrebbero potuto cliccare quel banner. Il pay per click che ha scelto Pincopallino paga 1 centesimo per ogni click che genera. Facciamo un rapido conto: 1 centesimo per 100 click (ipotesi inverosimile, tragicamente ottimista) viene fuori un incasso (lordo) di 100 centesimi al giorno. Moltiplichiamolo per 30 giorni ed avremmo un incasso mensile di 30 Euro! Praticamente Pincopallino non si paga nemmeno l'hosting di un anno! Ecco il motivo per cui ritengo fallimentare la scelta del pay per click, perché anche se trovaste sponsor che vi pagherebbero 0,10 Euro per click, comunque sarebbe sempre difficile raggiungere quella somma di denaro mensile che potrebbe assicurarvi una discreta tranquillità finanziaria, giusto quella che vi serve per ripagarvi le spese. Ma non solo: occorre anche tener presente che nel momento in cui avete un banner che vi paga per click, sarete invogliati in qualche modo ad invitare che i visitatori clicchino su quel banner; ma, attenzione, una volta che avranno cliccato su quel banner, comunque usciranno dal vostro sito, per viaggiare su altri lidi, e così vi ritrovate anche ad aver perso, in questo modo, anche i vostri visitatori! Prima parlavo di morte apparente del pay per click. In effetti mentre in altri Paesi, sull'esempio di Commission Junction, diminuisce il numero delle aziende a pagare per click, in Italia, con la discesa in campo dei dialer, è avvenuto l'esatto opposto. Il pay per lead. Il pay per lead è un altro servizio che ha quasi la medesima funzione del precedente, solo che, anziché pagarvi per ogni click che generate, vi paga per visitatori che gli mandate e si registrano sul loro sito a qualche servizio. Lead sta, infatti, per registrazione o contatto. Tempo addietro su CJ veniva sponsorizzato un programma per Lead molto interessante: Webzip, ovvero un software shareware che scaricava interi siti sul vostro hard disk. Ebbene Webzip offriva (mi pare) qualche centesimo (di dollaro) per ogni persona che avesse scaricato il software e si fosse registrata al servizio, decidendo di utilizzare il programma anche se in modalità shareware. Io utilizzai quest'opportunità agendo così: scrissi una guida dettagliata su Webzip in italiano, correlata dalle immagini ed abbinai il link che mi aveva fornito CJ. In questo modo chiunque si fosse scaricato quella guida, se si fosse convinto della bontà del prodotto, avrebbe downloadato Webzip tramite il mio link. Così accadde e i risultati non tardarono a venire. Con lo stesso criterio potrete selezionare nei vari “affiliate programs” quei servizi che reputate utili e che vi pagano per lead: è molto più remunerativo del pay per click. Il pay per sale Ovvero siete pagati per ogni vendita generata. È questo il programma che preferisco perché permette realmente di trasformare il vostro sito in un negozio virtuale senza investire un solo Euro, ma semplicemente tanta fantasia, offrendo anche prodotti di qualità. Di sistemi pay per sale ne trovate veramente un'infinità. Adesso il 99% dei merchant di Commission Junction paga per vendita. I settori sono diversi: si va ad esempio da www.il-vino.com che paga il 5% per ogni vendita generata attraverso il vostro sito. Chiaramente se gestite un sito sulla gastronomia, questo è il programma che fa per voi! Molti siti, grazie ai cookies, riescono a riconoscere i visitatori che provengono dal vostro sito e quindi accreditarvi l'eventuale commissione. Nel Gennaio del 2002 Manuali.net ha dato vita ad un propro programma di rivendita che offre il 10% su ogni prodotto rivenduto tramite un codice personale. La vera novità sta nel fatto che l'utente, che tramite il vostro sito (lo chiameremo Referred), va nel sito di Manuali.net e decide di acquistare un prodotto, si iscrive con il vostro codice, e resta legato con voi a vita. Di qualsiasi prodotto che acquisterà, tra un giorno, una settimana, un mese, due anni, voi riceverete sempre una percentuale fissa del 10%. Quindi il problema dei cookies viene eliminato alla radice. Questo fatto è importante, perché non tutti gli utenti che arrivano su un sito di e-commerce acquistano al primo colpo. Ma di questo ne parleremo tra poco. Il pay per sale ed il pay per lead: vantaggi e svantaggi Abbiamo parlato per sommi capi dei vari “pay per... “. Vediamo i vantaggi e gli svantaggi di queste due forme di promozione. Pay per lead vuol dire quindi invitare gli utenti che visitano il vostro sito ad iscriversi ad un particolare servizio. Con l'iscrizione a questo servizio, voi guadagnerete una commissione. Alcuni servizi sono indubbiamente utili. Mi viene in mente un Marketplace tutto italiano che paga un euro per ogni utente iscritto, più un bonus ogni 250 utenti che arrivano attraverso il vostro sito. Il marketplace in questione e' Qxservice.com il quale, tra l'altro, offre anche un ottimo servizio, mettendo a disposizione degli iscritti forniture di servizi (idraulici, elettricisti, baby sitter ed altro) a prezzi concorrenziali. Se gestite un portale può essere interessante dedicare una pagina a questo servizio, invitando i vostri utenti ad iscriversi. Il vantaggio quindi sta nel fatto che voi fate da intermediari tra clienti ed aziende senza rischiare nulla, proprio nulla, se non il tempo di creare una pagina ad hoc per quel tipo di attività. I vantaggi sono anche da parte dell'azienda che in questo modo raccoglie nominativi (sempre nel rispetto della legge sulla privacy), che devono valere molto di più che un euro, poiché sono utenti che si registrano volontariamente. Il pay per lead può essere applicato, ad esempio, anche a software, come nel caso citato di Webzip. Mettiamo che Pincopallino abbia creato un software utile alla maggior parte dei navigatori, non so, uno spider che si collega ai motori di ricerca per trovare particolari immagini da collezionare. Pincopallino decide di rivendere il suo software a 15 Euro, in modalità shareware. Può optare per la seguente soluzione: implementa sul proprio sito un programma di affiliazione e poi fa in modo che tutti coloro che aderiscono a questo programma di affiliazione, possono pubblicizzare questo software, invitando gli utenti a scaricare la versione shareware, naturalmente registrandosi prima: dà, ad esempio, 0,50 Euro per ogni iscritto che si scarica il programma. In questo modo il merchant sa quali dei siti affiliati gli mandano più utenti, quante persone scaricano il software per provarlo, e quanti di loro, al termine dei giorni stabiliti per l'utilizzo shareware, decidono di acquistarlo. Questo tipo di prodotto, presentato in questo modo, catturerebbe l'attenzione di molti webmaster che gestiscono siti tematici. Basti pensare ai soli siti italiani come www.programmi.com, o www.programmigratuiti.com, oppure www.quellicheilpc.it, o www.ilsoftware.it ed www.ilsoftware.net. E così via... Ripetiamo: tentar non nuoce: l'obiettivo del merchant è pubblicizzare il proprio prodotto e raccogliere iscritti al servizio. Per tale motivo è disposto a pagarvi per ogni contatto che voi gli portate. Sta a voi sfruttare questa opportunità. Noi abbiamo fatto due esempi, uno molto semplice (iscriviti al marketplace ed usufruisci dei loro servizi), uno più complesso (iscriviti per scaricare la versione shareware del software). E' indubbio che la prima soluzione vi dà maggiore impressione di facilità di guadagno, ma è anche vero che esistono mezzi e modi (tutti leciti) per favorire anche l'iscrizione a siti che a prima vista sembrano poco interessanti. Tra i vari pay per lead di Tradedoubler.com, figurava Sony Entertainment, la quale offre ai soci una commissione di 0.78 Euro per ogni nuovo visitatore che si iscrive su sonyhomecinema.com. Vende videoproiettori, un prodotto non proprio semplice da piazzare, però risulta un servizio interessante perché coloro che si registrano possono partecipare ad un concorso e vincere proprio un videoproiettore. Vediamo il pay per sale. I vantaggi del pay per sale, in questo caso sono quasi tutti del merchant. Infatti egli pagherà solo se effettivamente vende il prodotto. Però è anche vero che le percentuali delle commissioni sono alte. Pensate ad un corso che costa in media 20 Euro. Se la vostra percentuale e' del 10%, significa che guadagnerete 2 Euro per ogni corso venduto. E di certo non dovete mettervi porta a porta per rivendere corsi. Potete ricorrere agli stessi strumenti degli altri “pay per...”, ovvero banner link testuali o bottoni, oltre a spot in newsletter e recensioni. Un programma pay for sale è “Guadagna con noi” di Manuali.net, del quale vi accennavo prima: vi permette di guadagnare il 10% su ogni prodotto venduto nella loro area e-commerce. Manuali.net è il primo portale in Italia che si occupa di manualistica e tutorial; dal giugno del 2001 ha organizzato diversi corsi on line su Director 8.5 ed Excel, ottenendo un discreto risultato. Dal settembre dello stesso anno si sono aggiunti corsi su: Flash, Access, Premiere 6, Lightwave, Word 2000, Reti informatiche, Dreamweaver, Paint Shop Pro, masterizzazione, Linux, Photoshop 6 ed altri ancora, che possono essere seguiti comodamente a casa e che hanno due livelli di servizio. Nel Formato Base si ricevono solo le lezioni (solitamente in formato pdf oppure in formato interattivo leggibili con un plug-in di Flash 5); nel Formato Tutor arrivano sempre le lezioni, ma vi è anche l'assistenza del docente tramite Forum ed e-mail e costa un po' di più. Oltre ai corsi on line, si rivendono anche corsi, di un'apposita collana, su CD Rom. Il prodotto è valido e può essere rivenduto anche in portali non strettamente a tema. In sintesi i programmi di affiliazione funzionano, basta lavorarci con tenacia e pazienza e studiare, con mirata attenzione, tutti i meccanismi. Purtroppo in Italia ancora non c'è la mentalità per sfruttare tutte le potenzialità di questo sistema; poche sono ancora le società che propongono programmi di affiliazione, quasi tutte passate in secondo piano con l'esplosione dei dialer e conseguenti nascita di circuiti di promozione solo per questo prodotto. Ma ogni cosa a suo tempo. Bene, io avrei finito. Se avete qualche domanda sono disponibile a rispondervi in privato o presso lo stand di Manuali.net .