Anno 2016 - Febbraio

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Anno 2016 - Febbraio
NUTRIZIONE E SALUTE:
L’UNIVERSITÀ DI OXFORD
RIVALUTA LA CARNE
L’industria delle
Carni
Salumi
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no
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Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano
€ 1,81
e
SI CONSOLIDA LA CRESCITA DELL’EXPORT
DI SALUMI NEI PRIMI 9 MESI DEL 2015
F EB B R A I O 2 0 1 6 N ° 0 2
L’industria delle
Carni
Salumi
e dei
F E B B R A I O 20 1 6 N°0 2
Presidenza di Confindustria
Nominati i 3 saggi incaricati per individuare i candidati alla Presidenza di Confindustria
Il consiglio generale di Confindustria ha
scelto i tre saggi che lavoreranno alla
designazione dei candidati per la presidenza di viale Dell’Astronomia. Alla
fine a essere estratti sono stati Adolfo
Guzzini del gruppo Guzzini di Recanati,
il piemontese Giorgio Marsiaj e il campano Luca Moschini.
Da ora, Guzzini, Marsiaj e Moschini dovranno raccogliere proposte, indicazioni e priorità nel sistema
associativo e al termine del giro di consultazioni comunicheranno un numero ristretto di candidati (op-
pure il nome del candidato unico) attorno ai quali è stato riscontrato un “ampio
consenso”, con l’obbligo di presentare
gli aspiranti che hanno riportato più del
20% dei consensi rispetto ai voti rappresentanti dai delegati dell’Assemblea.
I tre saggi non saranno più dei semplici notai come
avveniva con le vecchie regole, ma avranno un “ruolo
proattivo” ed il compito esplicito di “promuovere una
selezione qualitativa di candidati”.
La "trojka" di viale dell’Astronomia dovrà sondare anche il consenso sulle autocandidature.
Organo Ufficiale di:
SOMMARIO
Direzione e amministrazione
Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8
primo piano
20089 Rozzano (MI)
Nutrizione e salute: nuove ricerche rivalutano la carne ....................................................................3
Tel. +39 02 8925901 (6 linee)
Il vero fattore di rischio è una dieta squilibrata.................................................................................3
Fax +39 02 57510607
www.assica.it
La dieta mediterranea: salutare e sostenibile....................................................................................5
3
L’Associazione italiana di oncologia medica sfata il mito del rapporto carne e tumori ....................5
Direttore responsabile
Aldo Radice
Coordinamento redazionale
Alfredo La Stella
Redazione
Andrea Aiolfi
Giada Battaglia
Siglato l’Accordo di rinnovo del contratto degli alimentaristi ...........................................................5
mercati
Si consolida la crescita dell’export di salumi nei primi 9 mesi del 2015 ...........................................6
attualità
Riorganizzata la squadra di Governo ................................................................................................9
Loredana Biscione
Renzi e Martina annunciano il Ministero dell’agroalimentare ..........................................................9
Silvia Bucci
Riforma PA: nasce il comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare .......................11
Davide Calderone
Laura Falasconi
Cooperazione agricola: presentato il rapporto 2015.........................................................................12
Tiziana Formisano
Patent Box: la valorizzazione degli intangibles .................................................................................12
Gianluigi Ligasacchi
Monica Malavasi
Sara Margiotta
Fabio Onano
Giovannibattista Pallavicini
Stefano Parisi
aziende informano
Risco: l’insaccatrice RS 2002 M ........................................................................................................11
Europa
Giulia Rabozzi
Relazione della Commissione europea sulle Pratiche commerciali sleali..........................................14
Viviana Romanazzi
Art. 62: l’Antitrust multa Coop ..........................................................................................................14
Michele Spangaro
Stefania Turco
Registrato presso
il Tribunale di Milano
in data 24 gennaio 1951
con n. 2242
Impaginazione
Studio ABC Zone
Via Angelo Moro 45
20097 San Donato Mil. (MI)
Tel. +39 02 57408447
[email protected]
Stampa
Reggiani S.p.A.
Via Dante Alighieri, 50
21010 Brezzo di Bedero (VA)
Tel. +39 0332 549533
Fax +39 0332 546426
Pubblicità
ASSICA SERVICE Srl
Milanofiori, Strada 4 Palazzo Q8
20089 Rozzano (MI)
Tel. +39 02 8925901 (6 linee)
Fax +39 02 57510607
[email protected]
Le nuove ricerche
rivalutano la carne
interprofessione
Chiuso l’ammasso privato carni suine ...............................................................................................16
comunicazione
Salumi e social media? Mi Piace!......................................................................................................17
6
Continua la crescita
dell’export di salumi italiani
sanitarie
Sostanze aromatizzanti: modifica dell’elenco ..................................................................................19
Estratti di rosmarino - Regolamento (UE) n. 56/2016 .......................................................................19
giuridiche
Molestie e la violenza nei luoghi di lavoro .......................................................................................19
prodotti tutelati
Giuseppe Villani nominato Vice Presidente di isit .............................................................................20
CE: il report sui controlli sui sistemi di qualità DOP, IGP e STG .........................................................20
Mortadella Bologna…che passione a “Cibò. So Good!”..................................................................20
libro del mese
Alimenti di origine animale e salute..................................................................................................21
fiere e manifestazioni
Concluso il Winter Fancy Food ...........................................................................................................23
Elenco prossime fiere ........................................................................................................................23
14
La relazione della
Commissione europea sulle
Pratiche commerciali sleali
primo piano
di Aldo Radice
Nutrizione e salute: nuove ricerche rivalutano la carne
L’Università di Oxford conferma che i dati di mortalità di chi mangia carne e chi non lo fa sono simili
Non esiste alcuna correlazione tra un
consumo di carne moderato in una dieta equilibrata e la riduzione dell’aspettativa di vita. Questo il risultato ottenuto dallo studio condotto
dall’Università di Oxford1 che ha confrontato i
dati di mortalità totale e le singole cause di due
grandi studi prospettici di
popolazione: l’Oxford Vegetarian Study (OVS) e l’EPIC-Oxford (European Prospective Investigation into
Cancer and Nutrition-Oxford).
L’analisi ha riguardato le
abitudini alimentari e il relativo stato di salute di
60.310 adulti, tra vegetariani, vegani e consumatori
di carne del Regno Unito
negli ultimi 30 anni, fornendo alcuni dati percentuali
sull’associazione tra le loro abitudini alimentari e
l’insorgere di malattie.
In particolare, dallo studio emerge che non ci
sono significative differenze di mortalità tra i diversi gruppi di dieta esaminati: i vegani e vegetariani inglesi non hanno una vita più lunga rispetto
a chi mangia carne. Per quanto riguarda le cause
di morte, quelle per cancro pancreatico e per malattie respiratorie nei soggetti che consumavano
carne con moderazione sono addirittura risultate
del 30-45% inferiori rispetto a quanto rilevato fra
chi ne consumava 5 volte alla settimana.
La mortalità per tutti i tumori è risultata inferiore solamente del 10% circa in chi non consuma sostanze di origine animale rispetto agli altri
gruppi. Analizzando separatamente vegetariani e
vegani, tuttavia, non è emersa alcuna differenza
statisticamente significativa nella mortalità per le
prime 6 maggiori cause di morte tra vegani e
consumatori abituali di carne. I dati sono risultati sovrapponibili sia in seguito agli aggiustamenti
statistici riguardanti il peso, il genere, l’abitudine
al fumo, sia confrontando la mortalità prima dei
75 anni e a 90 anni.
Moderazione, all’interno di una dieta varia, è
dunque la parola d’ordine per raggiungere il perfetto equilibrio nutrizionale. Un corretto modello
alimentare deve prevedere, infatti, il consumo di
tutti gli alimenti, senza nessuna esclusione, proprio perché solo dall’equilibrio si riesce a comporre il difficile mosaico di nutrienti, quotidiana-
Il vero fattore di rischio
è una dieta squilibrata
Lo studio del 2016 dell’università di Oxford è solo l’ultima conferma
di una lunga serie di lavori scientifici che mettono in luce quanto
sia complessa la relazione tra nutrizione e salute. Già uno studio della
stessa EPIC condotto in Inghilterra nel 20031 e una approfondita analisi condotta su diversi studi nel 1999 conclusero che, per il cancro al
colon, la mortalità tra i vegetariani e i vegani è esattamente uguale
alla media della popolazione che consuma carne. Tanto da concludere che “non c’è nessuna evidenza in questa analisi tra vegetariani,
non vegetariani e la mortalità derivante da cancro al colon-retto”. Uno
Studio EPIC Oxford del 20092, inoltre, mostrò che, benché vi possa
essere una leggera riduzione (statisticamente non significativa) dei tumori tra i vegetariani, nel campione analizzato, il rischio per queto
tipo di tumori al colon è più alto proprio per coloro che non mangiano carne (1,39, fatto 1 il rischio degli onnivori).
mente essenziali, per mantenersi in salute o per
la crescita e lo sviluppo.
Una tesi questa che sembra sostenuta anche dalle nuove linee guida nutrizionali americane2 che
rappresentano una svolta rispetto alle credenze
del passato. Una di queste, infatti, era quella che
metteva al bando il colesterolo alimentare, portando alla demonizzazione di alcuni alimenti come
uova e carne rossa, mentre è emerso che spesso gli zuccheri sono una delle principali cause
del suo aumento. Il punto nodale del documento
riguarda quelle che sono considerate le peggiori
minacce negli Usa: le calorie totali, la percentuale
di grassi saturi, la percentuale di zuccheri e l’abuso di sale.
Si tratta senza dubbio di ricerche importanti: gli
studi e le linee guida in questione si riferiscono
alle popolazioni britanniche e statunitensi, dove le
abitudini alimentari sono diverse da quelle degli
italiani. Poiché il consumo di carne in Gran Bretagna e Stati Uniti risulta di molto superiore al nostro, per la popolazione italiana si può presumere
che le conclusioni siano ancora più rassicuranti.
1 Appleby PN, Crowe FL, Bradbury KE, Travis RC, Key T.
Am J ClinNutr. 2016 Jan;103(1):218-30. doi: 10.3945/
ajcn.115.119461. Epub 2015 Dec 9
2 http://health.gov/dietaryguidelines/2015/guidelines/
Ma come si spiegano questi dati? La spiegazione più convincente riguarda il campione della popolazione analizzata: gli studi del centro
EPIC di Oxford mettono a confronto vegetariani e onnivori della stessa
area geografica, con livelli di reddito e scolarizzazione (e stili di vita) più
omogenei.
Per cui le differenze delle incidenze dei vegetariani rispetto alla media generale della popolazione che si evidenzia in altri studi potrebbero derivare più che dalle differenze nella dieta da un generale
migliore tenore di vita: cibo migliore fin dalle prime fasi di vita (a prescindere dal fatto che sia di origine animale o vegetale), lavori meno
usuranti, maggiore attività sportiva, ecc.
Infatti, è noto che tra i vegetariani sono sovrarappresentate fasce di
popolazione a più alto reddito e scolarizzazione: quando facciamo il
confronto con onnivori più simili dal punto di vista socioeconomico le
differenze sembrano ridursi, annullarsi o, addirittura, il fattore di rischio
sembra invertirsi.
Questi dati sono peraltro coerenti con uno studio – sempre EPIC – pubblicato il 6 aprile 20103. Gli autori hanno riscontrato solo una "debole"
associazione fra una dieta ricca di frutta e verdura e diminuzione
del rischio cancro (RR tra 0,96 e 0,99, ai limiti della significatività statistica). Correlazioni deboli e incoerenti rispetto ad altri studi (quando
non opposte) si riscontrano anche nella più recente di queste analisi
(2014) sulla popolazione vegetariana e vegana inglese4. Si conferma
quindi che il fattore di rischio principale è determinato da uno stile
di vita scorretto.
Una dieta squilibrata con una assunzione eccessiva di cibo, associata a
una vita sedentaria accresce infatti il rischio legato alle patologie legate
alla nutrizione.
1 Mortality in British vegetarians: review and preliminary results from EPICOxford - Am J Clin Nutr 2003;78 (suppl): 533S–8S.
2 Cancer incidence in vegetarians: results from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC-Oxford) - Am J Clin Nutr
2009;89(suppl):1S–7S.
3 Fruit and Vegetable Intake and Overall Cancer Risk in the European Prospective Investigation Into Cancer and Nutrition (EPIC) - JNCI Journal of the
National Cancer Institute, doi:10.1093/jnci/djq072
4 Cancer in British vegetarians: updated analyses of 4998 incident cancers in
a cohort of 32,491 meat eaters, 8612 fish eaters, 18,298 vegetarians, and
2246 vegans - Am. J. Clin. Nutr. Am J Clin Nutr 2014 Jun 4;100(Supplement
1):378S-385S
Febbraio 2016
3
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primo piano
La dieta mediterranea: salutare e sostenibile
Un consumo di carne moderato non solo
apporta benefici all’organismo, ma è anche
sostenibile per l’ambiente come viene mostrato dalla Clessidra Ambientale, che rappresenta graficamente l’impatto ambientale
del consumo di cibo per una settimana: la
moltiplicazione degli impatti dei singoli alimenti per le quantità settimanali suggerite
dai nutrizionisti, ad esempio per mezzo della
piramide alimentare proposta dal CRA-NUT
(oggi CREA), porta a far osservare come
mangiare carne in giusta quantità non comporti un aumento significativo dell’impatto
ambientale.
La Clessidra Ambientale è il fulcro del progetto Carni Sostenibili promosso dalle tre
associazioni che rappresentano tutte le filiere delle carni in Italia (bovino, suino e avicolo) che ha l’obiettivo di trattare in modo
trasversale tutti gli argomenti legati al mondo delle carni: un progetto senza precedenti
in Italia che, con un approccio formativo e
informativo, vuole contribuire ad una informazione equilibrata su salute, alimentazione
e sostenibilità.
L’Associazione italiana di oncologia medica
sfata il mito del rapporto carne e tumori
Dal consumo di carne alla melatonina, sui tumori ci sono alcune credenze e
falsi miti. Eccone 5 sfatati dall’agenzia ANSA con Carmine Pinto, presidente
Aiom, Assocaizione italiana di oncologia medica, in occasione della giornata mondiale sul cancro dello scorso 5 febbraio.
1 La carne fa male? "È come pensare di dire che mezzo bicchiere di vino fa
venire il cancro. Probabilmente fa venire il cancro al fegato, la cirrosi, berne
due litri al giorno. Tutto va fatto con moderazione all’interno di una dieta
equilibrata".
2 Basta mangiare bene per non incorrere in un tumore? "È una parte dell’equilibrio che bisogna avere negli stili di vita, una dieta equilibrata che abbia
componenti vegetali, proteiche, contenga vari alimenti. Tra gli stili di vita
che è importante modificare vi è ad esempio però anche il fumo: non fumare ridurrebbe in maniera importante il tumore alla vescica e non solo,
evitare l’obesità e abitudini come l’alcol può sicuramente ridurre l’impatto
del tumore o migliorarne l’esito".
3 La chemioterapia e’ tossica? "La chemioterapia ha permesso di migliorare,
guarire i pazienti malati di tumore e ridurre il rischio che la malattia possa
ripresentarsi. Oggi insieme alla chemioterapia abbiamo anche terapie target e l’immunoterapia che rafforza, modifica, riattiva l’immunità cellulare
contro il tumore. La chemioterapia non ha più le tossicità importanti del
passato perché soprattutto allora avevamo pochi farmaci sintomatici, ad
esempio per il vomito, oggi è cambiato completamente quello che possiamo fare".
Siglato l’Accordo di rinnovo del contratto
degli alimentaristi. Il nuovo CCNL varrà
fino al 30 novembre 2019
Al termine di una lunga trattativa, è stato siglato venerdì 5 febbraio l’Accordo di rinnovo del CCNL alimentare. La durata prevista è di quattro anni,
con decorrenza dal 1° dicembre 2015 al 30 novembre 2019.
L’Accordo prevede a regime un aumento economico di 105 euro a parametro
medio 137, per una durata di quattro anni. Quest’ultimo è l’aspetto più innovativo di tale rinnovo, allungando di un anno la consueta vigenza contrattuale
triennale.
Le tranches di aumento saranno così ripartite:
- 20 euro dal 1° gennaio 2016;
- 15 euro dal 1° ottobre 2016;
- 20 euro dal 1° ottobre 2017;
- 25 euro dal 1° ottobre 2018;
- 25 euro dal 1° settembre 2019.
Tali importi raggiungono un montante complessivo di 2815 euro nel quadriennio, compatibile con le esigenze di contenimento dei costi in una fase di
faticoso rilancio, dopo lunghi anni di stagnazione produttiva e di crisi.
4 La melatonina previene il cancro? "Non ci sono dati scientifici che dimostrino questo".
Sulla parte normativa gli elementi più significativi hanno previsto: l’assenza di
deviazioni dal Jobs Act; nessuna deroga né eccezione alle norme in materia
di mansioni del lavoratore; maggiore flessibilità, con ulteriori 16 ore (che portano il totale delle ore contrattualmente previste a 88) al di sopra del limite
delle 40 ore settimanali. Esse saranno retribuite con una maggiorazione inferiore rispetto agli straordinari (20% invece di 45%).
5 Se ho un genitore col cancro lo avrò per forza anch’io? "Assolutamente no.
Nei tumori in cui l’ereditarietà è riconosciuta, come quello della mammella,
non è oltre il 4-5%. In generale, il tumore non è una malattia che si eredita.
Le forme ereditarie sono basse, intorno al 3-4%,e per particolari tumori. Ci
sono gruppi che possono essere maggiormente a rischio di predisposizione, ma non è che sia una cosa automatica, intervengono delle concause".
È prevista inoltre una moratoria (ultra attività) di un anno sulla contrattazione
aziendale di secondo livello e la non sovrapponibilità fra materie e costi della contrattazione nazionale con la contrattazione aziendale. Le parti hanno
anche svolto interventi positivi di rilancio e di valorizzazione del welfare contrattuale, volti a favorire il ricambio generazionale delle aziende e il percorso
di uscita del personale.
Febbraio 2016
5
mercati
a cura dell'Ufficio economico ASSICA
Si consolida la crescita delle esportazioni italiane
di salumi nei primi 9 mesi del 2015
Secondo i dati elaborati da
ASSICA su base ISTAT nel periodo gennaio settembre 2015 l’export salumi ha
registrato un +6,3% in quantità per
116.230 ton e un +4,3% in valore per
960,1 milioni di euro.
Un trend in miglioramento rispetto al
già buono risultato del primo semestre
(+5,9% in quantità e +3,9% in valore)
che, stando ai primi risultati relativi al
mese di ottobre, avrebbe mostrato una
ulteriore accelerazione nell’ultimo trimestre dell’anno.
Fondamentale per la performance del
settore si è confermata la domanda dei
partner comunitari che ha continuato a
beneficiare della circostanze eccezionali
che hanno fatto volare le esportazioni di
prosciutto cotto verso la Spagna, ma comunque positiva e solida anche al netto
di questo exploit.
Un contributo importante è arrivato anche dal notevole risultato degli USA
(+19,9% in quantità e +23,8% in valore).
Un successo, questo, che non è bastato
a compensare il rallentamento di alcuni importanti partner emergenti nonché
le difficoltà legate all’inasprimento delle
barriere non tariffarie in primis l’embargo
Russia. La domanda dei Paesi terzi, infatti, ha continuato a mostrare difficoltà
soprattutto in termini di quantità.
Nel corso dei primi nove mesi del 2015
l’import ha registrato un +4,3% in quantità per 37.230 ton, ma un -4,4 % per
136,5 mln di euro.
Il saldo commerciale del settore ha registrato un importante incremento (+5,9%)
per 823,7 milioni di euro. Le esportazioni
del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più lento rispetto
all’industria alimentare (+6,2%) ma in
linea con quello del Paese che ha chiuso il periodo gennaio-settembre con un
+4,3%.
”I dati, dunque, confermano ancora una
volta che l’export è un driver fondamentale per la crescita del settore – ha dichiarato il direttore di ASSICA, Davide
Calderone - ASSICA si sta adoperando
per rendere i mercati extra Ue sempre
più accessibili. Il lavoro che stiamo facendo, in particolare quello sugli USA,
ci ha confermato che i nostri sforzi devono procedere sia sui mercati maturi,
dove abbiamo ancora molti margini di
miglioramento, sia sui mercati emergenti. Riuscire a far arrivare i nostri prodotti
sugli scaffali in tutto il Mondo, non è importante solo per contrastare i momenti
di crisi, è fondamentale per far conoscere i veri salumi Made in Italy e valorizzare al meglio le nostre produzioni. In definitiva è l’unica vera arma che abbiamo
per contrastare tutti i fenomeni di italian
sounding e contraffazione di cui spesso
ci lamentiamo“.
Prodotti
Ottima performance dei prosciutti crudi
stagionati. Nei primi nove mesi dell’anno gli invii di prodotti con e senza osso
hanno evidenziato un +5,7% in quantità e
+4,2% in valore.
Bene in particolare le esportazioni di prosciutti disossati (la voce comprende anche speck, coppe e culatelli) che hanno
raggiunto quota 45.590 ton (+7%) per un
fatturato di 487,5 milioni di euro (+5,5%),
mentre i prosciutti in osso hanno perso
terreno.
Considerando l’insieme delle due voci
doganali sono risultati molto positivi e in
accelerazione gli invii verso i Partner co-
Ripartizione percentuale export salumi
Salsicce e salami
stagionati
17%
(valori espressi in tonnellate e migliaia di euro)
quantità
valore
VAR % gen-set
2015-gen-set2014
quantità
valore
Prosciutti crudi
48.544
504.021
5,7%
4,2%
Mortadella, wurstel,
cotechini e zamponi
24.595
87.951
-1,0%
-0,6%
Salsicce e salami stagionati
19.253
187.094
3,8%
2,3%
Prosciutti cotti
14.522
86.819
40,0%
20,4%
Pancette
3.124
23.529
-2,3%
-3,4%
Bresaola
2.266
39.814
8,0%
5,7%
Altri salumi
3.925
30.904
-9,1%
-0,3%
116.229
960.133
6,3%
4,3%
Totale salumi
Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT
6
Altri salumi
3%
Prosciutti cotti
12%
Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT
Esportazioni salumi gennaio-settembre 2015
gennaio- settembre
2015
Prosciutti crudi
42%
Mortadella, wurstel,
cotechini e
zamponi
21%
munitari e, sulla scia del buon parziale del
secondo trimestre, hanno evidenziato un
andamento ancora vivace i Paesi terzi.
Nella UE si è rafforzata la buona performance verso la Francia (+16,9% in quantità e +6,1% in valore). Sono tornate a crescere almeno in quantità - dopo un primo
semestre negativo - le spedizioni verso
la Germania (+0,7% e -1,8%). Hanno accelerato le spedizioni verso Regno Unito
(+19,7% in quantità e +14,5% in valore)
e Belgio (+16,1% e +8,1%). Sono tornati in terreno positivo anche gli invii verso
i Paesi Bassi (+3,5% e +9,8%). Hanno
chiuso in flessione, infine, Austria e Croazia. Fra i Paesi terzi, molto sostenute
sono risultate ancora le spedizioni verso
gli USA (+22,1% in quantità e +24,7% in
valore per 70,5 mln di euro). In crescita,
grazie all’ottimo parziale del primo semestre, sono apparsi anche gli invii verso il
Canada (+26,5% in quantità e +28% in
valore). Hanno evidenziato, invece, un
trend cedente Giappone, Svizzera Brasile e Hong Kong.
Positivo e in accelerazione nel periodo il trend
delle esportazioni di
salami, arrivate a superare quota 19.250 ton
(+3,8%) per 187,1 milioni di euro (+2,3%). Passo meno sostenuto per
la UE28: +3,3% in quantità e +1,1% in valore.
All’interno del mercato
unico si è consolidata la
crescita del Regno Unito (+14,8% in quantità
e +15,3% in valore). Ottimo e in miglioramento
l’andamento della Francia (+9,8% e +6,8%).
Hanno confermato il calo
del primo semestre, in-
(in quantità)
Pancette
3%
Bresaola
2%
vece, Germania, Austria e Belgio, mentre hanno evidenziato ancora incrementi
a 2 cifre Svezia e Paesi Bassi. Passo più
veloce per le esportazioni verso i Paesi
extra UE: +6,5% in quantità e +7,4% in
valore. Superato il problema Russia, gli
invii di salami hanno tratto slancio dalla domanda di Giappone e Hong Kong.
Incerto, infine, il risultato dalla Svizzera,
che a causa della caduta del secondo
trimestre, ha mostrato ancora una flessione in quantità e un progresso in valore
(-3,8% e +1,8%).
Primi nove mesi del 2015 in salita per
mortadella e wurstel. Nel periodo gennaio-settembre, infatti, le esportazioni di
questi prodotti hanno registrando un -1%
pari a 24.595 ton in quantità e un -0,6%
in valore per 88 mln di euro.
A determinare questo risultato è stata principalmente la flessione degli invii
verso la UE28, dove i risultati positivi
dei primi quattro mercati di riferimento,
Croazia, Germania, Francia e Spagna
non sono bastati a compensare i cali di
Regno Unito, Grecia e altri mercati meno
rilevanti.
Un contributo negativo in quantità e positivo in valore è arrivato dai Paesi extra
UE. Fra questi Paesi hanno mantenuto un
trend vivace le spedizioni verso la Svizzera. Buona la performance verso la Bosnia
Erzegovina e il Canada. Risultati, questi,
che non sono però bastati a compensare, almeno in volume, le flessioni di Libano, Hong Kong e di altri mercati minori.
Ottimo gennaio-settembre per le esportazioni di prosciutto cotto: +40% in
quantità per oltre 14.520 ton e +20,4%
in valore per 86,8 milioni di euro. Una
performance eccezionale, questa, determinata dallo straordinario aumento della
domanda proveniente dalla Spagna che
ha fatto crescere in maniera sostenuta la
Febbraio 2016
mercati
Export salumi verso UE gen-set 2015
(valori espressi in tonnellate)
Polonia
Danimarca
Malta
Grecia
Slovenia
Paesi Bassi
Svezia
Croazia
Belgio
Austria
Spagna
Regno Unito
Francia
Germania
0
5.000
Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT
UE (+43% e +21,3%). Al netto del risultato spagnolo il trend si sarebbe comunque mantenuto positivo e solido (intorno
al 2,5%) grazie ai buoni risultati registrati
sui mercati di Francia e Belgio che hanno
più che compensato le flessioni di Germania, Austria e Regno Unito. In forte aumento anche gli scambi con i Paesi terzi,
che grazie al risultato del terzo trimestre,
hanno registrato un +10,9% in quantità (per 1.060 ton) e un 13,6% in valore
per 9,7 milioni di euro. Bene in particolare USA, Libano e Federazione Russa,
mentre hanno mostrato un calo Svizzera,
Giappone e Canada.
Chiudono faticosamente il periodo gennaio-settembre le esportazioni di pancetta
stagionata. Penalizzati dal confronto con
l’ottimo 2014, gli invii di questi prodotti si
sono fermati a quota 3.124 ton (-2,3%)
per 23,5 milioni di euro (-3,4%), mostrando grazie al parziale del III trimestre un miglioramento dei trend rispetto al dato del I
semestre. Un contributo positivo è arrivato dall’Unione europea (+3,6% e +2,2%)
e, pur registrando ancora una decisa
flessione, si è attenuato il trend negativo
della domanda dei Paesi terzi (-20,7% in
quantità per 620 ton e -23,7% in valore
per circa 4 milioni di euro). A determinare
il risultato dei mercati extra UE, invece,
è stata la flessione del Giappone (che da
solo rappresenta l’86% di questi mercati)
che ha mostrato un rimbalzo rispetto alla
eccezionale crescita dei primi nove mesi
del 2014, fermandosi a 532 ton (-26,6%)
per un valore di 3,5 milioni euro (-26,1%).
Nella UE, segno positivo per quasi tutti i
principali mercati di riferimento con incrementi anche a due cifre, bene in particolare Regno Unito, Francia e Belgio.
Brillante risultato per le esportazioni di
bresaola. Grazie ai buoni risultati maturati in particolare nel primo e terzo trimestre
la voce ha registrato +8% in quantità e
un +5,7% in valore. Nel periodo considerato l’export verso la UE ha continuato ad
Febbraio 2016
quelli tedesco e austriaco.
+5,9% per 216,6 milioni di euro. Nonostante i vantaggi derivanti dal minieuro e
il successo conseguito in Nord America,
la performance ha continuato a risentire
dell’embargo Russia e del rallentamento
economico di alcuni partner emergenti.
Si sono confermate, infatti,
in calo, seppur ridimensiogen-set 2014
nato rispetto al primo semestre, le spedizioni verso
gen-set 2015
la Germania: -0,8% per
Si è confermata brillante la performan22.725 ton e -3,6 per 198,7
ce verso gli Stati Uniti, primo mercato di
mln di euro. Sulla performandestinazione oltre i confini della UE con
ce hanno pesato i cali di sa6.300 ton (+19,9%) per oltre 76 milioni di
lami e prosciutti cotti. Molto
euro e un (+23,8%). Risultato notevole,
buono e in accelerazione,
soprattutto se si considera che il confroninvece, il risultato verso la
to è con il già ottimo gennaio-settembre
Francia che ha registrato un
2014, che il provvedimento 100% rein+12,4% per 21.330 ton e un
spection rimodulato in maggio è venuto
+6,7% per 171,2 milioni di
meno definitivamente solo a partire dal 6
euro, grazie agli incrementi
luglio 2015 e che -di fatto- fino all’autunregistrati da tutte le princino del 2015 non erano partite le esporpali categorie di prodotti.
10.000
15.000
20.000
25.000
tazioni di prodotti a breve stagionatura.
Trend positivo e in acceleStraordinario traino su questo mercato
razione anche per le esporsono stati i prosciutti crudi stagionati
tazioni verso il Regno Unito
evidenziare un passo più veloce rispetche hanno evidenziato, mentre hanno
che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno
to alla media: +12,7% per 1.890 ton e
mostrato qualche difficoltà mortadelle e
con un +4,3% per 9.980 ton e un +9,5%
+9,5% per 32,2 milioni di euro, mentre i
wurstel. Sulla scia del risultato USA ha
per 110,3 mln di euro. Un risultato, quePaesi terzi hanno mostrato una flessione.
mostrato un importante consolidamento
sto, che continua a risentire dal lato delle
All’interno del mercato unico determinananche l’export verso il Canada grazie alle
quantità del calo degli insaccati cotti e dal
ti sono stati i progressi di tutti
i principali Paesi di riferimento:
Export salumi principali Paesi extra UE gen-set 2015
Francia (+13,6% e +7,1%) pri(valori espressi in tonnellate)
mo mercato di destinazione;
Germania (+30,9% e +14,5%)
Norvegia
in ripresa dopo il difficile 2014;
gen-set 2014
Regno Unito e Belgio. In geneFed. Russa
gen-set 2015
rale hanno mostrato un andaBosnia Erze.
mento positivo tutte le piazze
comunitarie più significative.
Brasile
Hanno continuato ad evidenHong Kong
ziare, invece, qualche difficoltà i mercati extra UE: -10,5%
Canada
in quantità e -8,1% in valore.
Libano
La perdita del mercato russo
Giappone
ha, infatti, continuato a pesare moltissimo. A questo si è
Svizzera
sommato il deterioramento del
Stati Uniti
trend delle spedizioni verso la
Svizzera risultate nel comples4.000
0
1.000
2.000
3.000
5.000
6.000
7.000
so dei nove mesi comunque
Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT
stabili in quantità +0,3% e positive in valore (+4,8%).
lato del valore degli incrementi di prospedizioni di prosciutti crudi e salami.
Paesi UE
sciutti crudi e soprattutto salami pancetPrimi 9 mesi del 2015 faticosi, ma in mite e bresaola. In salita per l’export verso
Ottimo gennaio-settembre per le esporglioramento per gli invii di salumi verso la
l’Austria (-11,1% per 6.755 ton e -14,4%
tazioni di salumi verso la UE che hanno
Svizzera che hanno registrato un -2,9%
per 45,8 mln di euro) che ha registrato
registrato un +8,4% in quantità per circa
contrazioni per tutte le principali categorie
e un +2,3%. Dopo l’iniziale raffreddamen94.500 tonnellate e un +3,9% in valore
to degli scambi dovuto alla crisi generata
di salumi. Molto bene le spedizioni verso
per 743,5 mln di euro.
sull’economia elvetica della rivalutazione
la Croazia (+7,4% in quantità per 4.906
del franco decisa in gennaio, gli scambi
ton ma -1,6% per 14,2 mln di euro) grazie
All’interno della UE determinante è stato
sembrano aver ripreso vigore. Bene in
alla buona dinamica negli invii di insaccati
il risultato della Spagna la cui domanda
particolare insaccati cotti e bresaola.
cotti. Risultato positivo anche per il Belè balzata a 7.386 ton dalle circa 3.187
gio, i Paesi Bassi e la Svezia.
ton dei primi nove mesi del 2014 per
Gennaio-settembre in calo anche per le
28,2 mln di euro. L’ottima performance
Paesi terzi
spedizioni verso Giappone, Brasile e
ha continuato a beneficiare dello stimolo
Repubblica Sudafricana. Sui mercati più
sulla domanda di prosciutto cotto eserciPeriodo dal duplice volto per gli scambi
piccoli, spicca l’incremento di Hong Kong.
tato da alcuni eventi straordinari verificacon i Paesi extra UE. Nei primi nove mesi
Segno positivo anche per Bosnia Erzetisi nel Paese.
dell’anno, infatti, le esportazioni verso i
govina e Libano. Ha chiuso, infine, con
Paesi terzi si sono fermate a 21.730 ton
Al netto del risultato spagnolo il trend delun -59,8% in quantità per 304 ton e un
dalle 22.150 ton (-1,9%) dello stesso
la UE è stato positivo (attestandosi intor-56,9% in valore per 4,1 milioni di euro la
no al 3,5-4%) nonostante le flessioni regiperiodo del 2014, ma hanno mostrato
Federazione Russa a causa dell’embargo.
una crescita in un valore segnando un
strate su diversi mercati, in particolare su
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05.02.2016 10:52:22
attualità
di Giovannibattista Pallavicini
Riorganizzata la squadra di Governo
Il Consiglio dei Ministri nelle due riunioni di fine gennaio 2016 riorganizza i sottosegretari e un Ministro
Un rafforzamento nelle seconde file del governo Renzi in
questo inizio di 2016: si rinsalda la compagine dei sottosegretari e
viceministri con alcuni cambiamenti anche molto significiativi.
La prima manovra ha toccato il viceministro allo sviluppo economico
Carlo Calenda che forte degli ottimi rapporti internazionali consolidati nell’esercizio della delega al commercio estero è stato nominato
a capo della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’UE a
Bruxelles.
Uno spostamento che se indubbiamente giova all’immagine del Paese sul fronte comunitario, parimenti lascia (temporaneamente) orfano
di uno dei suoi primi ideatori il Piano straordinario di promozione del
made in Italy che tanto ha finora fatto anche per l’agroalimentare. Al
suo posto è atteso l’insediamento al Ministero dello Sviluppo Economico di Ivan Scalfarotto, anche se la nomina non ha ancora potuto
essere formalizzata in attesa che il viceministro Carlo Calenda si insedi nel suo nuovo ruolo a Bruxelles il prossimo 18 marzo.
Completate invece tutte le rimanenti nomine della squadra di governo a cominciare dal nuovo Ministro agli Affari Regionali, Enrico
Costa, proveniente dal ruolo di viceministro alla Giustizia. Sono poi
stati nominati nuovi sottosegretari e viceministri a rafforzare, tra gli
altri, l’operato del governo sul fronte dello sviluppo economico, degli
affari esteri, della giustizia e dei trasporti e infrastrutture, ministero
quest’ultimo a cui approda Simona Vicari dopo l’esperienza fin qui
svolta allo Sviluppo Economico.
Le nuove nomine
Carlo CALENDA
Capo della Rappresentanza permanente
dell’Italia presso l’UE
Tommaso NANNICINI
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Mario GIRO
Viceministro del Ministero degli Affari esteri e
della cooperazione internazionale
Vincenzo AMENDOLA
Sottosegretario al Ministero degli Affari esteri e
della cooperazione internazionale
Enrico ZANETTI
Viceministro del Ministero dell’Economia e delle finanze
Federica CHIAVAROLI
Sottosegretario al Ministero della Giustizia
Gennaro MIGLIORE
Sottosegretario al Ministero della Giustizia
Teresa BELLANOVA
Viceministro al Ministero dello Sviluppo economico
Antonio GENTILE
Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico
Antimo CESARO
Sottosegretario al Ministero dei Beni,
delle attività culturali e del turismo
Dorina BIANCHI
Sottosegretario al Ministero dei Beni,
delle attività culturali e del turismo
Simona VICARI
Sottosegretario al Ministero dei Trasporti e
delle infrastrutture.
Via Partigiani d’Italia, 6
Renzi e Martina annunciano il
Ministero dell’agroalimentare
Nuovo credito alle imprese e un Ministero più orientato
alla filiera. Obiettivo: 50 miliardi di export
L’occasione è quella della firma del protocollo di intesa tra
Mipaaf e Banca Intesa San Paolo
per l’accesso a linee di credito in
agricoltura per circa 6 miliardi di
euro. Un’iniziativa che, come spiega
il Ministro Martina, rientra nella strategia del Mipaaf per ridare respiro e
possibilità di sviluppo alla produzione
agricola di base verso nuove opportunità e mercati. Il riferimento all’export è
chiaro e proprio pensando a quello e
all’ambizioso obiettivo di governo di arrivare quanto prima a 50 miliardi di export
(sono 36 miliardi nel 2015, ndr) il premier Renzi annuncia un cambiamento
importante nell’assetto del Dicastero
agricolo di via XX settembre: la trasformazione in Ministero dell’agroalimentare.
Una trasformazione che, nelle parole del
premier, dovrebbe avvenire in attuazione
della riforma della Pubblica Amministrazione e quindi a stretto giro. Il passaggio
significativo dovrebbe consentire all’Italia di disporre di un interlocutore unico
per gli operatori della filiera alimentare e
con le istituzioni europee.
Tuttavia il preciso perimetro delle competenze che assumerà il rinnovato
Febbraio 2016
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MACELLAZIONE
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INDUSTRY
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Dicastero agroalimentare è ancora in
corso di definizione e molte incognite
permangono circa le specificità oggi in
capo ad altri ministeri (Sviluppo Economico e Salute in primis). Se è indubbio
che la centralizzazione delle scelte strategiche in materia agroalimentare possa
portare benefici all’intero sistema nazionale, ammodernando le logiche di sostegno e sviluppo all’imprenditoria italian
del food e superando visioni a volte anacronisticamente contrapposte, restano
da sciogliere i temi più di dettaglio e di
merito circa, ad esempio, la definizione
delle necessarie professionalità derivanti dalle nuove competenze, nonché il
rapporto con le Regioni le quali ad oggi
hanno piena giurisdizione, tra gli altri, sui
Piani di Sviluppo Rurale e sui controlli in
ambito fitosanitario e veterinario, due
temi cruciali per il lineare funzionamento
di tutte le filiere produttive di quel cibo
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attualità
Riforma PA: nasce il comando per la tutela forestale,
ambientale e agroalimentare
Il Corpo forestale dello Stato confluisce nell’Arma dei Carabinieri e cambia nome, ma non professionalità
La riforma della pubblica
amministrazione introdotta con L.
124/15 ha segnato uno storico passaggio nell’organizzazione delle forze
a tutela dell’ambiente. La norma ha disposto infatti la riorganizzazione del
Corpo Forestale dello Stato facendolo
confluire principalmente nell’Arma dei
Carabinieri (salvo alcune funzioni specifiche trasferite ai Vigili del Fuoco o
altri). Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha quindi reso nota la nascita del Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare, all’interno
dell’Arma dei Carabinieri.
"Con la riforma - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina
- riorganizziamo le funzioni di polizia impegnate sul fronte
agroambientale, dotando l’Italia di una moderna struttura
in grado di assicurare sempre meglio prevenzione e repressione su questo fronte. Uniamo le forze e potenziamo
gli strumenti operativi. Il nuovo Comando assicurerà professionalità, specializzazione e un ramificato presidio del
territorio rappresentando di certo una delle esperienze
più avanzate d’Europa".
Il nuovo Comando rappresenta una grande forza che potenzia le capacità dell’Italia di preservare e difendere il suo
patrimonio paesaggistico, ambientale e agroalimentare.
7.000 uomini specializzati impiegati sul campo.
Viene potenziato il livello di presidio del territorio attraverso il rafforzamento dell’attuale assetto con la
cooperazione della capillare rete di
strutture dell’Arma, delle sue capacità investigative e delle sue proiezioni
internazionali per le attività preventive e repressive.
Nel nuovo comando viene assicurata
la specializzazione attraverso l’impiego del personale del
Cfs e anche i nuovi immessi verranno specificamente formati, così da garantire un alto livello professionale nelle
materie agroambientali.
Il personale mantiene le competenze possedute e viene
impiegato nell’attuale sede di lavoro e incarico ricoperto.
Nascono per questa ragione i Ruoli forestali nell’Arma.
Anche le progressioni di carriera vengono salvaguardate
rispettando i criteri attualmente esistenti. La riorganizzazione prevede poi il trasferimento di 750 agenti ad altre forze
di polizia o amministrazioni.
Con la riorganizzazione del Cfs e le altre misure contenute
nel decreto legislativo vengono efficientati i costi di gestione. Il nuovo comando è posto alle dipendenze funzionali
del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali a
conferma dello stretto collegamento del comparto di specialità con le competenze, le tematiche e gli obiettivi del
Ministero.
LE PRINCIPALI NOVITÁ
DELLA RIORGANIZZAZIONE
Potenziata la tutela agroambientale Dalla
riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato
nell’Arma dei Carabinieri nasce il Comando per
la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare.
Perchè i carabinieri Negli anni proprio i Carabinieri hanno sviluppato anche competenze
specifiche in questo campo con Nuclei specializzati come i Nac, Noe, Noes.
Rafforzato il presidio territoriale Attraverso il rafforzamento dell’attuale assetto con la
cooperazione della capillare rete di strutture
dell’Arma.
Mantenuta la specializzazione Così da garantire un alto livello professionale nelle materie agroambientali.
Valorizzate le professionalitá Il personale
mantiene le competenze possedute e viene
impiegato nell’attuale sede di lavoro e incarico
ricoperto.
Efficientati i costi e confermata la dipendenza funzionale dal Ministero delle Politiche
Agricole.
Aziende
no
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all’insacco di Mortadella di qualità superiore
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Nel corso degli anni l’azienda, grazie alla sua propensione alla ricerca e innovazione, si è guadagnata un
ruolo di spicco in ambito nazionale e soprattutto internazionale. L’attenzione al cliente e alle sue esigenze ha
portato allo sviluppo di nuove soluzioni a livello di prodotti e processi.
Risco, tuttavia, considerando la sua matrice italiana
ha mantenuto e consolidato la sua totale dedizione e
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11
attualità
di Giovannibattista Pallavicini
Cooperazione agricola: presentato il rapporto 2015
Buona tenuta della produzione e soddisfacenti risultati nell’export.
Ma con ancora diversi limiti strutturali per il settore
Lo scorso 28 gennaio al Palazzo della
Cooperazione è stato presentato l’annuale rapporto sulla cooperazione agricola in Italia: un’occasione per fare il punto sul contributo all’agroalimentare che proviene dai movimenti cooperativi
consolidati nel nostro Paese.
Tanti i numeri e le cifre in gioco, presentate in questo interessante incontro da Ersilia di Tullio che
cura per Nomisma l’analisi del settore cooperativo. Un settore che nell’agroalimentare registra
5.024 realtà operative in grado di sviluppare un
fatturato di oltre 36 milioni di euro e garantire impiego a più di 92.000 addetti.
vo cooperativo è fatto dunque per i due terzi da piccole
realtà che, per quanto importanti, difficilmente riescono
a uscire dai confini nazionali e a competere sui mercati
esteri.
Fatturato agroalimentare - percentuale
sviluppata dalle cooperative
Cooperative
24%
Mercati in cui la dimensione cooperativa assume ben
altre forme: le cooperative europee leader dei propri
settori registrano infatti fatturati quasi pari alla somma
dei fatturati delle grandi cooperative italiane dello stesso settore. Di fronte a una tale diversità dimensionale
si comprende come sia complesso competere e affrontare la sfida dell’ulteriore sviluppo sui mercati internazionali.
Altre forme
societarie
76%
Fonte: elaborazioni di Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana
Numeri importanti che collocano l’Italia ai vertici delle
graduatorie europee del movimento cooperativo: in particolare l’Italia è al terzo posto per fatturati generati
dalla cooperazione agroalimentare e raggiunge addirittura il primo posto per numero di aziende cooperative
attive sul mercato.
Un primo posto che tuttavia lascia un po’ di amaro in
bocca. Se infatti è vero che analizzando i dati si registra-
Export agroalimentare - quota %
di contribuzione al valore esportato
Cooperative
18%
Altre forme
societarie
82%
Fonte: elaborazioni di Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana
no tante note positive specie con riferimento alle perfoIl settore cooperativo dunque avrà da sciogliere un immance che le cooperative italiane realizzano sul mercato
con tassi di sviluppo molto
positivi (a volte anche suDistribuzione del numero di cooperative e del fatturato
periore a quelli delle azienper classi dimensionali d’impresa
de non cooperative) e con
3%
importanti quote di contri10%
> 40 mio €
buzione all’export (in media
7 - 40 mio €
21%
pari al 18% circa), è altresì
64%
2-7 mio €
vero che la gran moltitudi< 2 mio €
ne di aziende facenti parte
del panorama cooperativa presenta una
66%
realtà ancora molto
21%
frammentata e che a
11%
fatica riesce a com4%
petere con gli omolonumero imprese
fatturato
ghi europei.
Fonte: elaborazioni di Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana
Entrando più in dettaglio sull’analisi dimensionale
delle imprese si scopre infatti che il 64% del fatturato cooperativo agroalimentare è realizzato
dal 3% delle imprese, mentre il 66% di queste si
divide il 4% del fatturato totale. Il tessuto produtti-
Patent Box: la valorizzazione degli intangibles
portante nodo se vorrà rilanciarsi verso performance
ancora e sempre migliori nei prossimi anni, cioè il superamento dell’attuale soglia dimensionale per riuscire
a fare massa critica, requisito indispensabile per ambire
alla competizione con gli omologhi comunitari.
a cura dott. Gianluigi Borghero - Jacobacci&Partners SpA
Esenzione fiscale per le innovazioni aziendali
La recente introduzione nell’ordinamento Italiano di un regime opzionale di
tassazione agevolata per i redditi derivanti dall’uso diretto e indiretto di
opere dell’ingegno, brevetti industriali, marchi, disegni o modelli, nonché di
processi, formule e informazioni relative ad esperienze acquisite nel campo
industriale o scientifico giuridicamente tutelabili, consente al nostro Paese di
dotarsi di un efficacie strumento di politica industriale e di attrazione di capitale immateriale sulla falsa riga di quanto in precedenza fatto in altri Paesi
europei.
Il Patent Box Italiano è stato introdotto con l’art. 1, commi 37-45, della Legge
23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di stabilità 2015), poi modificato dal decretolegge del 24 gennaio 2015 (convertito con legge 24 marzo 2015 n. 33) e attuato
con il D.M. 30 Luglio 2015 che fissa presupposti oggettivi e soggettivi per la sua
applicabilità.
Il regime italiano estende il suo ambito applicativo alla gran parte dei diritti di
proprietà intellettuale.
I beneficiari del Patent Box possono identificarsi in tutti i titolari di reddito
d’impresa (a prescindere da dimensioni, regime contabile e forma giuridica)
unitamente anche agli enti e imprese i quali, ancorché non residenti nel
nostro Paese, hanno la propria sede in Paesi nei quali è in vigore un accordo
che vieta la doppia imposizione e con i quali vi sia un effettivo scambio di
informazioni.
L’ammontare dell’agevolazione, per esempio per il caso di utilizzo diretto
12
degli intangibles, consiste
nell’esclusione da imposizione fiscale della quota parte
del reddito generato dall’uso diretto dei beni immateriali. Tale reddito deve essere
di volta in volta determinata
sulla base di una procedura
di ruling internazionale, svolta in contradittorio con l’Agenzia delle Entrate; l’esenzione fiscale si potrà quindi godere nella misura
del 30% nel 2015, 40 % nel 2016 e 50 % nel 2017.
L’accesso al Regime è frutto di un articolato procedimento che richiede una
preventiva e attenta due diligence finalizzata a verificare la consistenza dei
beni immateriali, la fruttuosità di una tale operazione e i costi che l’adesione a
questo regime comporta per chi intende aderirvi.
Pur non volendo in questa sede entrare nella disamina dei complessi meccanismi necessari ad effettuare la valutazione di opportunità preventiva caso per
caso, si può tuttavia affermare in linea generale che si tratta di una iniziativa
complessivamente positiva che mette a regime una leva fiscale che ha il
dichiarato intento di ridurre la pressione tributaria sulle imprese del nostro
settore che investono nell’innovazione, oltre a rappresentare un vantaggio
che auspicabilmente dovrebbe altresì attrarre capitali e ricerca dall’estero.
Febbraio 2016
Europa
di Michele Spangaro
Relazione della Commissione europea
sulle Pratiche Commerciali Sleali
Nel luglio 2014 la Commissione aveva adottato una comunicazione dal titolo "Affrontare le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare tra imprese" che proponeva una combinazione di iniziative
volontarie e di misure normative per contrastare le pratiche commerciali sleali. Nel 2015 il dibattito si è ulteriormente inasprito culminando in particolare con la dichiarazione congiunta dei Ministri dell’Agricoltura di
sette Paesi (Bulgaria, Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia) in cui chiedevano
alla Commissione di approfondire la sua analisi sulle
pratiche commerciali sleali e proponevano l’adozione di
una legislazione dell’UE diretta a contrastare dette pratiche.
La relazione recentemente presentata - gennaio 2016
- dalla Commissione europea è incentrata sui quadri in
essere per contrastare le pratiche commerciali sleali. È costituita da due principali elementi:
1) una valutazione dei quadri
normativi e di controllo del rispetto delle norme predisposti
dagli Stati membri;
2) una valutazione dell’impatto
dell’iniziativa volontaria a livello
dell’Unione, Supply Chain Initiative (SCI - iniziativa della catena di approvvigionamento) e
delle piattaforme nazionali della
SCI che sono state istituite.
rimedi giudiziali, affrontando in tal modo il "fattore paura" delle vittime potenziali di pratiche commerciali sleali.
Considerati gli sviluppi positivi in alcune parti della filiera alimentare e dato che le pratiche commerciali sleali
potrebbero essere contrastate efficacemente ricorrendo ad approcci differenti, la Commissione non ritiene
pertanto che uno specifico approccio normativo armonizzato a livello dell’UE offrirebbe in questa fase
un valore aggiunto. Tuttavia, poiché in numerosi Stati membri la legislazione è stata introdotta solo molto
recentemente, la Commissione riconosce che occorre
procedere a un attento monitoraggio dei risultati e, se
necessario, a un loro riesame.
Nelle sue conclusioni la Commissione sottolinea che il
Belgio e i Paesi Bassi non dispongono di un quadro normativo, ma hanno optato per una piattaforma volontaria
Quadri normativi
Secondo la Commissione il
fatto che la grande maggioranza degli Stati membri abbia
introdotto misure di regolamentazione e sistemi pubblici
di controllo del rispetto delle
norme costituisce uno sviluppo
molto importante. Alcuni Stati
membri sono più avanti di altri,
ma quasi tutti i sistemi introdotti per assicurare il rispetto delle
norme vanno al di là dei normali
nazionale. I pochi Stati membri che non dispongono
di una legislazione in materia di pratiche commerciali
sleali potrebbero, secondo la Commissione, seguirne
l’esempio e valutare la possibilità di istituire come minimo una piattaforma volontaria nazionale.
Il rapporto evidenzia che la maggior parte degli Stati
membri ha affrontato il problema delle pratiche commerciali sleali adottando approcci diversi, per lo più
di tipo normativo, mentre alcuni hanno fatto ricorso a
iniziative di autoregolamentazione tra gli operatori di
mercato. Sotto il profilo normativo negli ultimi anni si
sono registrati notevoli cambiamenti. Più in particolare,
dei 20 Stati membri che già dispongono di una legislazione in materia 15 l’hanno introdotta negli ultimi 5 anni.
Qualche altro Stato membro sta valutando se adottare
una legislazione nel prossimo
futuro mentre altri paesi negli
ultimi 5 anni hanno aggiornato
i loro quadri più antiquati. La
tabella in pagine delinea il quadro della situazione attuale.
Secondo la Commissione la
varietà degli approcci non
sembra avere conseguenze
negative per il mercato unico.
Sebbene la valutazione globale dei quadri normativi a livello
nazionale sia soddisfacente, il
Rapporto individua nei quadri
normativi di alcuni Stati membri aspetti suscettibili di possibile ulteriore miglioramento
e mette in luce le opportunità
di collaborazione tra gli Stati
membri.
La relazione evidenzia inoltre
che sebbene gli Stati membri abbiano scelto strategie e
tecniche legislative differenti,
conformemente alle rispettive consuetudini giuridiche, le
Art. 62: l’Antitrust multa Coop per interruzione unilaterale del rapporto commerciale
Qualcosa si muove anche in Italia nel contrasto alle pratiche commerciali sleali
della Grande distribuzione. A gennaio 2016 l’Autorità garante della concorrenza
e del mercato multa Coop Italia e Centrale Adriatica per aver violato l’art. 62.
In particolare l’Antitrust ha rilevato che “l’interruzione unilaterale, da parte
di Coop Italia e Centrale Adriatica, del rapporto di fornitura con Celox Trade
avvenuta tramite: I. l’annullamento degli ordinativi relativi alle pere estere e
la sensibile riduzione di quelli relativi alle pere nazionali, da parte di Centrale
Adriatica, nei primi mesi dell’anno 2014, a fronte della mancata pattuizione ex
ante di quantitativi di fornitura (o perlomeno, di criteri in base ai quali definirli)
e nonostante fossero state definite le condizioni commerciali valide per tutto il
2014; II. la concessione di un preavviso non adeguato in relazione al peculiare
rapporto tra le parti, nella lettera di formale disdetta al contratto di fornitura
inviata da Coop Italia a Celox Trade solo il 21 luglio 2014, integra una violazione
dell’art. 62, comma 1 e comma 2, lettera e) del D.L. 1/2012”.
Il collegio giudicante ha quindi comminato una sanzione amministrativa pe-
14
cuniaria di quasi 50.000 euro totali (26.000 euro per Coop e 23.000 euro per
Centrale Italiana). Nel Bollettino Antitrust numero 19 del 18 gennaio 2016 viene
inoltre segnalato che Coop Italia avrebbe imposto a Celox “sconti contrattuali
incondizionati e compensi per attività di co-marketing e per analisi qualitative sui prodotti, ingiustificatamente gravosi per la parte debole del rapporto
di fornitura” e “ulteriori sconti extracontrattuali, aggiuntivi rispetto agli sconti
contrattuali”.
Il caso è sicuramente interessante (le 35 pagine del provvedimento mostrano
uno spaccato molto chiaro dei rapporti di forza tra fornitori e Gdo). Tuttavia
l’episodio mostra anche chiaramente i limiti della normativa legata all’Art. 62:
in primo luogo la denuncia da parte di Celox è avvenuta solo perché la società
è sostanzialmente fallita (e quindi non aveva più niente da perdere). L’impossibilità di segnalazioni anonime (o tramite le associazioni di categoria) rende la
normativa sostanzialmente inefficace. In secondo luogo l’entità delle ammende è molto bassa e sostanzialmente inadatta a fungere da deterrente.
Febbraio 2016
La N. 1 per l’industria della carne
Francoforte sul Meno, 7 – 12. 5. 2016
Sono stati individuati alcuni punti di forza e di debolezza per quanto riguarda
l’efficacia della SCI nel contrastare le pratiche commerciali sleali.
Tra i punti di forza innanzitutto la SCI promuove il cambiamento culturale in
materia di pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare; inoltre le opzioni
in merito alla risoluzione delle controversie promosse dalla SCI offrono in generale un’alternativa più rapida e meno costosa di qualsiasi azione giudiziaria.
Per concludere la SCI è un’iniziativa a livello dell’UE e potrebbe pertanto facilitare l’eliminazione di pratiche sleali che presentano una dimensione transfrontaliera.
I principali punti deboli individuati sono: la SCI non dispone di strumenti dissuasivi efficaci contro le pratiche commerciali sleali; la SCI non prevede singole denunce riservate da parte delle potenziali vittime di pratiche commerciali
sleali né indagini condotte di propria iniziativa da un organismo indipendente;
il ricorso alle opzioni disponibili per la risoluzione delle controversie è stato
limitato nei primi due anni di esistenza della SCI.
La Commissione conclude che, sebbene la SCI abbia già conseguito alcuni
risultati, esistono ancora margini di miglioramento. Al fine di aumentare la
credibilità dell’iniziativa e di accrescerne l’efficacia nel contrastare le pratiche
commerciali sleali, la Commissione propone di intavolare - con le parti interessate in seno al Forum di alto livello per un migliore funzionamento della filiera
alimentare - una discussione su come migliorare la SCI. L’obiettivo è quello
di migliorare la sensibilizzazione sulla SCI, in particolare tra le PMI, di garantire
l’imparzialità della sua struttura di governance, di consentire alle presunte vittime di pratiche commerciali sleali di presentare una denuncia in via riservata e
di attribuire a organismi indipendenti poteri di indagine e sanzionatori.
In particolare la Commissione suggerisce quanto segue:
intensificare gli sforzi per pubblicizzare la SCI, soprattutto tra le PMI;
garantire l’imparzialità della struttura di governance, ad esempio istituendo un presidente indipendente che non appartenga a specifici gruppi di interessati;
consentire alle presunte vittime di pratiche commerciali sleali di presentare denunce in via riservata; designare un organismo indipendente cui
è attribuito il potere di svolgere indagini e irrogare sanzioni;
migliorare i processi interni al fine di verificare che i singoli operatori rispettino i propri impegni e di monitorare l’insorgenza e la composizione
delle controversie bilaterali in modo riservato.
In ogni caso, prima della fine del suo mandato la Commissione riesaminerà il
potenziale valore aggiunto dell’azione dell’UE nel contrastare le pratiche commerciali sleali alla luce di nuovi sviluppi o della mancanza di progressi.
Febbraio 2016
Il centro del settore
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DU: 22.12.2015
Secondo la Commissione c’è una prima indicazione che la SCI abbia stimolato
la discussione sulle migliori pratiche e sulle pratiche commerciali sleali tra gli
operatori ed abbia cominciato a determinare un cambiamento culturale nella
filiera alimentare. Nell’ambito dell’iniziativa a livello dell’UE sono state istituite
diverse piattaforme nazionali, il che costituisce un altro segnale positivo. La
relazione ha riscontrato che le iniziative volontarie sembrano funzionare meglio in alcuni paesi che in altri. L’iniziativa in Belgio rappresenta un esempio
di piattaforma volontaria che sembra costituire un approccio efficace di contrasto alle pratiche commerciali sleali senza dover ricorrere a un sistema di
regolamentazione. In altri paesi, come ad esempio il Regno Unito, le iniziative
volontarie hanno avuto minore successo, confermando la necessità di adottare misure di regolamentazione e un controllo del rispetto delle norme efficace
ed indipendente.
Italien
Valutazione dell’impatto dell’iniziativa volontaria a
livello dell’Unione - Supply Chain Initiative (SCI)
61935-024_IFFA_Industrie_L_Industria_Delle_dei_Salumi_130x365_Italien • CD-Rom • ISO 39 • CMYK • yi: 17.12.2015
principali tipologie di pratiche commerciali sleali sono generalmente considerate da tutti i quadri normativi. Queste sono essenzialmente 4: la prima riguarda una parte non dovrebbe indebitamente o ingiustamente scaricare sulla
controparte i suoi costi o i rischi inerenti all’attività imprenditoriale. La seconda
specifica che una parte non dovrebbe chiedere alla controparte vantaggi o
benefici di qualsiasi natura senza prestare un servizio correlato al vantaggio o
al beneficio richiesto. Una parte non dovrebbe apportare modifiche unilaterali
e/o retroattive a un contratto, salvo che il contratto non lo consenta espressamente a condizioni eque, è la terza tipologia.
Infine non vi dovrebbe essere alcuna cessazione ingiustificata - né la minaccia
di una siffatta cessazione - di un rapporto contrattuale.
interprofessione
di Laura Falasconi
Chiuso l’ammasso privato carni suine
Stop all’ammasso privato. La Commissione Agricoltura dell’UE
ha chiuso ufficialmente lo stoccaggio lo scorso 3 febbraio
L’ammasso, operativo a partire dal 4 gennaio 2016, è dunque rimasto aperto per meno di tre settimane. La chiusura ufficiale, infatti, è arrivata – come
da prassi – a una settimana di distanza dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’ Unione europea del
Regolamento (di esecuzione (UE) 2016/85) che ha sospeso la presentazione delle domande di aiuto nel periodo dal 27 gennaio 2016 al 2 febbraio 2016, respingendo contestualmente tutte le domande presentate a
partire dal 21 gennaio.
17 giorni sarebbero, dunque, bastati secondo la Commissione a produrre effetti positivi sul mercato. Effetti
che - si legge nel regolamento - dovrebbero tradursi in
una stabilizzazione dei prezzi.
Un giudizio, questo, non condiviso da tutti gli Stati
membri in particolare dalla Francia che, stando alle prime indiscrezioni, intenderebbe chiedere già nel prossimo Consiglio Agricoltura la riapertura dello stoccaggio.
I numeri di questo ammasso sono in effetti importanti. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Commissione europea, le richieste di aiuto all’ammasso privato suino
hanno riguardato complessivamente 90.025 tonnellate
contro le 63.874 tonnellate dell’ammasso del 2015 rimasto effettivamente aperto per ben 49 giorni.
I maggiori utilizzatori della misura sono stati i tedeschi con una quota del 29% seguiti da Spagna (21,4%),
Danimarca (13,0%) e Paesi Bassi (12,0%). L’Italia si
è posizionata solo al sesto posto dietro alla Polonia
con richieste per 5.758 ton (6,4%). Peggio di noi, fra i
Paesi a suinicoltura rilevante, hanno fatto solo Francia
(2,6%) e Irlanda (1,8%).
Per quanto riguarda le categorie di prodotti, la più richiesta è stata quella dei prodotti disossati (prosciutti,
spalle, parti anteriori, lombate con o senza il collare,
oppure i collari soli, lombate con o senza scamone disossati) con una quota del 53,7%, seguita dal lardo
con o senza cotenna con 9,7%, dai prosciutti con osso
con 8,3%, dalle pancette (sia quelle senza la cotenna e
le costole che quelle tali quali o in taglio rettangolare)
con 14,6%. Il restante 13,7% è stato suddiviso tra tutti
gli altri prodotti.
La maggioranza delle richieste (il
67,2%) hanno riguardato contratti a 90 giorni, il 24,9% domande
a 150 giorni e solo l’8% contratti
a 120 giorni. Ciò significa che le
carni dovrebbero ritornare sul
mercato nel periodo compreso
fra la metà di maggio e la metà
di luglio, cosa che potenzialmente rischia di appiattire la curva dei
prezzi dei suini nel momento in cui
solitamente registrano un picco.
Italia - Domande per ammasso privato
ripartizione per categorie (ton)
Lardo
25,9%
Prosciutti
disossati
45,8%
Prosciutti in osso
24,1%
A preoccupare i Paesi che intenSpalle in osso
Pancette in osso
derebbero chiedere un nuovo
0,2%
1,4%
intervento, non sarebbero solo i
Lombate
0,3%
numeri dell’ammasso rispetto alle
Fonte: Commissione europea
proprie esigenze interne, ma anporre fine al regime di ammasso “avrebbero dovuto
che gli altri fattori che influenzano
dare qualche spiegazione ai loro produttori di suini”.
il mercato in primis l’andamento delle macellazioni e la
questione dell’embargo Russia.
Secondo quanto appreso, i dieci Paesi che avrebbero
votato contro la fine del regime d’ammasso sarebPrime fra tutte le macellazioni che, secondo le prebero: Danimarca, Estonia, Irlanda, Francia, Ungheria,
visioni degli esperti, dovrebbero nel primo semestre
Croazia, Austria, Polonia, Portogallo, Romania.
2016 attestarsi poco al disotto di quelle del 2015. Secondo i dati presentati dalla Commissione nell’ambito
Avrebbero, invece, votato a favore della chiusura
dell’ultimo comitato di gestione, infatti, le macellazioni
dell’ammasso Regno Unito, Belgio, Repubblica Ceca,
di suini dell’UE dopo aver registrato un incremento del
Germania, Grecia, Spagna, Italia, Cipro, Lituania, Lus3,3% nel 2015 starebbero diminuendo solo dello 0,2%
semburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Finlandia e
nel primo trimestre del 2016 e dovrebbero continuare a
Svezia.
calare della stessa percentuale nel secondo trimestre.
Secondo le informazioni raccolte, a favore della riapertura dell’ammasso sarebbero sia i Paesi che come la
Francia si sono opposti alla proposta di chiusura del
regime di aiuto sia i produttori di suini di Paesi che si
sono schierati a favore della chiusura.
Fra questi produttori, particolarmente attiva è risultata
l’Associazione dei produttori di suini del Regno Unito
(NPA) che dopo aver descritto la cessazione del PSA
come uno vero e proprio shock per il mercato ha aggiunto che i ministri dei Paesi che hanno votato per
Richieste di aiuto all’ammasso privato per Stato membro
Periodo 4-20 gennaio 2016 (ton)
Romania
Belgio
Certo fa riflettere che fra i Paesi più attivi nella richiesta di un nuovo ammasso ci siano Francia, Irlanda e
Austria che hanno presentato richieste per quantitativi
piuttosto limitati. È infatti legittimo chiedersi se il provvedimento sia stato poco utilizzato a causa di problemi
organizzativo – burocratici interni o se la misura non sia
rispondente alle reali esigenze degli operatori.
Per quanto riguarda l’Italia, il ricorso all’ammasso
come abbiamo già detto è stato limitato: appena 5.758
ton, il 6,4% del totale delle richieste presentate a livello
comunitario. Un quantitativo di poco superiore a quello
richiesto in occasione del precedente provvedimento
(5.595 ton pari all’8,8% del totale), nonostante gli importi più alti dell’aiuto e la introduzione del lardo fra le
categorie beneficiarie del provvedimento.
Con riferimento alle categorie di prodotti ammassati,
nel nostro Paese, come ci si poteva aspettare, a fare la
parte del leone sono stati i prosciutti. Il 24,1% delle domande presentate ha riguardato, infatti, i prosciutti in
osso, il 45,8% i prosciutti disossati, il 25,9% il lardo il
2,2% le pancette disossate, l’1,4% le pancette in osso
il restante 0,7% middles, spalle e lombate.
Il dato sembra dunque confermare che l’intervento, pur
apprezzabile, non viene giudicato decisivo dal mercato.
Austria
Irlanda
Francia
Altri Paesi
Italia
Polonia
Paesi Bassi
Danimarca
Spagna
Germania
0
Fonte: Commissione europea
16
Middles
0,2%
Pancette disossate
2,2%
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
La partita dunque è tutt’altro che chiusa, le criticità
sono sul tavolo e a breve la discussione all’interno
della UE riprenderà. La sfida è sempre più quella di
trovare una politica che coordinando strumenti rodati
come l’ammasso e misure nuove riesca a dare a tutto
il settore risposte concrete.
Febbraio 2016
comunicazione
di Fabio Onano
Salumi e social media? Mi Piace!
L’interazione è la chiave: per conoscere, approfondire, condividere e apprezzare
Il mondo della comunicazione digitale è oggi
molto frequentato anche da
realtà storicamente meno
propense all’impiego delle
nuove tecnologie. Per questo, mentre nessuno si stupisce più di trovare la pagina
Facebook di un artista famoso o il profilo Twitter di una
casa automobilistica, fino a
qualche tempo fa era meno
frequente che ciò accadesse
per le rappresentanze istituzionali del settore alimentare, come per esempio i Consorzi di Tutela DOP e IGP o
gli istituti che si occupano di
promozione agroalimentare.
GEN
2016
IL DIGITALE IN ITALIA
PANORAMICA DEI PRINCIPALI INDICATORI STATISTICI
popolazione
totale
italiani con
accesso a internet
utenti attivi
sui social media
(account)
numero dei
dispositivi mobili
connessi
utenti attivi
sui social media
da mobile
59,80
37,67
28,00
80,29
24,00
MILIONI
Negli ultimi anni, si è registrato un significativo aumento della presenza sul web
nelle cosiddette piattaforme ’social’ del mondo dei salumi italiani: spazi virtuali dove gli utenti entrano in contatto
fra loro e dove ormai si aspettano di trovare le realtà
commerciali o istituzionali con la medesima semplicità. Il
successo di questi strumenti in chiave di business, oggi
imprescindibili per supportare l’attività di comunicazione
di un’azienda o un’istituzione, è basato in larga parte sulla
possibilità da parte degli utenti di fruire ’senza filtri’ delle
informazioni messe a disposizione, entrando in contatto
diretto con la fonte, commentando quanto condiviso e
prendendo parte alla storia di ciascun attore di questo
palcoscenico virtuale. Così, si arriva a conoscere le attività di un consorzio, i dettagli sul prodotto che tutela,
la sua storia, la tradizione che lo ha portato fino a noi e
l’impegno quotidiano dei produttori per mantenerlo vivo:
uno strumento dai grandi potenziali, non c’è che dire.
I dati di Wearesocial (agenzia internazionale esperta di
comunicazione digitale) di gennaio 2016, mostrano che
la situazione italiana del panorama dei Social Media è
effettivamente di grande interesse, con oltre 28 milioni
di utenti attivi su queste piattaforme dei quasi 38 milioni
che hanno accesso ad internet.
A differenza però di pagine e profili creati per scopi commerciali e gestiti dalle aziende, le rappresentanze istituzionali del mondo dei salumi hanno dovuto strutturare
la propria presenza sui social media in modo da poter
raccontare il prodotto con uno stile tutto nuovo, creando
community virtuali interessanti per chi spesso scopre di
MILIONI
MILIONI
MILIONI
fonte: “DIGITAL IN 2016” - WE ARE SOCIAL - www.wearesocial.com/it
conoscere ancora troppo poco di questi prodotti. Così,
dopo aver selezionato le piattaforme da presidiare, il
passo successivo è stato quello di comprendere e fornire agli utenti i contenuti di cui erano alla ricerca, per dare
risposta alle tante domande che ogni giorno si pongono.
In questo modo, le pagine sui social network sono diventate il veicolo per diffondere tradizione, rapporto dei salumi con il territorio di origine, ma anche ricette, iniziative,
concorsi e dettagli sulla partecipazione a fiere in Italia
e all’estero di ogni rappresentanza del settore. Inoltre,
grazie alla grande interazione consentita da questi strumenti, il canale "social" - frequentato nel 95% dei casi
da dispositivi mobili - è quello preferito dagli utenti per
approfondire, chiedere informazioni, entrare in contatto.
Gli esempi di come il mondo salumi si sia mosso sono
numerosi e così, oltre ai conosciutissimi Prosciutto di
Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP, presenti entrambi sui principali social media con un ampio
seguito (anche all’estero), ci sono casi virtuosi, come la
Mortadella Bologna IGP, che utilizza Facebook, Twitter,
Instagram e Youtube per tenersi in contatto col pubblico di appassionati, per proporre ricette, segnalare gli
eventi a cui partecipa durante l’anno, fino ad arrivare a
trasmettere una sorta di diretta via web dell’evento MortadellaBò, la festa che si tiene abitualmente nel mese di
ottobre ogni anno a Bologna. Oppure la Bresaola della
Valtellina IGP, che via Facebook offre spunti creativi in
cucina con l’aiuto di una foodblogger e fra i tanti contenuti, propone anche le ’pillole del nutrizionista’, cioè
brevi interventi di carattere nutrizionale in cui un esperto consiglia come consumare la bresaola in una
dieta corretta, unendo gusto ed equilibrio: un’iniziativa, questa, che denota la grande attenzione
per il tema nutrizionale e che infatti aveva già
trovato spazio sul sito del Consorzio, dove gli
utenti possono chiedere un consiglio personalizzato all’esperto che è stato messo
a loro disposizione.
E ancora, c’è chi anima la propria
community con idee innovative, senza dimenticare il comparto trade, come
il Prosciutto Toscano DOP, che tiene aggiornati i fan su Facebook e Twitter circa le
manifestazioni a cui partecipa il Consorzio e
Febbraio 2016
MILIONI
ha indetto il concorso fotografico
’La vetrina più bella del Natale
2015’ nel dicembre scorso, aperto a tutti gli operatori del dettaglio
tradizionale o della ristorazione.
Altri interessanti spunti vengono
poi dalla pagina Facebook del
Consorzio Zampone Modena
Cotechino Modena IGP, che
pubblica illustrazioni divertenti e
diffonde in modo creativo le informazioni sui salumi che tutela, con
l’obiettivo di condividere ricette
diverse dal solito e destagionalizzare il consumo del prodotto, per
portare cotechino e zampone sulle tavole italiane anche nei periodi
lontani dalle feste natalizie.
Come non citare il salame italiano
DOP più amato, il Salame Cacciatore, che su Facebook ha oltre 20mila fan - fra cui
moltissimi giovani - a cui sottopone simpatici quiz, suggerisce accompagnamenti particolari o ricette semplici e
veloci per spuntini in compagnia, senza dimenticare di informare il consumatore sul tema degli aspetti nutrizionali,
sempre attuale. Il Prosciutto di Modena DOP invece, ha
avviato di recente le attività sulle principali piattaforme,
ma molto rapidamente ha registrato risultati positivi,
come su Facebook (5000 fan), dove condivide ricette e
idee creative, oltre a fare un grande lavoro di informazione sul sistema di tutela e garanzia proprio della DOP, con
cenni storici sul Consorzio e il rigore con cui viene lavorato secondo regole condivise dai produttori dal 1969.
Il Consorzio Salumi DOP Piacentini oltre a raccontare
attraverso il proprio sito la storia dei tre salumi DOP, dà
la possibilità di scaricare una serie di interessanti pubblicazioni come “I Salumi piacentini nella Storia” o “L’analisi sensoriale dei Salumi Piacentini DOP”. La pagina
Facebook (circa 3000 fan) è molto attiva.
Diverso invece l’esempio dello Speck dell’Alto Adige
IGP, che ha scelto fare sistema con gli altri prodotti tipici
della zona del Sud Tirolo e promuovere sui social media
in Italia e nel mondo (con la versione inglese del profilo
Twitter) un esempio di coesione territoriale delle produzioni agroalimentari, per creare un filo diretto fra gli utenti
e un intero paniere di prodotti tradizionali.
I presidi social attivi del settore salumi ad oggi, quindi,
sono davvero tanti: fra questi ad esempio ricordiamo
anche il gruppo LinkedIn L’Industria delle Carni e dei
Salumi (aperto dall’Associazione Industriali delle Carni
e dei Salumi), che riunisce più di 320 professionisti del
settore, oppure SalumiAmo®, creato dall’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (oltre 26mila fan su Facebook
e 1500 iscritti al canale Youtube, con un totale di 950mila
visualizzazioni dei video pubblicati). A questi vanno poi
aggiunti i tanti canali aperti da realtà meno strutturate: nel
complesso si parla di un pubblico che, sommando il numero degli utenti iscritti alle varie pagine/canali esistenti,
supera agevolmente le 500mila unità: una platea di tutto
rispetto, che dimostra il grande interesse per questi prodotti e il desiderio dei consumatori di tenersi informati attraverso i new media, anche sul mondo dei salumi italiani
tradizionali …certo, ma mai così moderni.
17
sanitarie
di Stefania Turco
Sostanze aromatizzanti: modifica dell’elenco
Effettuata la valutazione di sostanze indicate come aromatizzanti
Nel corso degli ultimi mesi con la pubblicazione sulla Gazzetta dell’Unione di alcuni provvedimenti, è
stato modificato l’elenco delle sostanze aromatizzanti di
cui al Regolamento UE n. 872/20121.
Tale elenco può essere aggiornato sia per iniziativa della
Commissione sia su richiesta di uno Stato membro o di
una parte interessata, a norma della procedura uniforme
di cui al Reg. (CE) n. 1331/20082.
Reg. (UE) 2016/54 del 19 gennaio
2016
Con l’emanazione del Reg. (UE) 2016/54 è stato modificato l’allegato I del regolamento (CE) n.1334/2008
includendo la “sostanza gamma-glutamil-valil-glicina”
nell’elenco dell’Unione delle sostanze aromatizzanti.
Il regolamento stabilisce le condizioni d’uso riferite
esclusivamente all’utilizzo della sostanza in qualità di
sostanza aromatizzante. Inoltre, essendo soggetta a limitazioni d’uso può essere inserita solo nelle categorie
alimentari elencate e alle condizioni d’uso specificate:
es. nella categoria 8 “carne” non oltre 45 mg/kg.
Il regolamento è entrato in vigore il 9 febbraio 2016.
Regolamento (UE) 2016/55
del 19 gennaio 2016
È stato portato a termine da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) il processo di valutazione del
rischio di 5 sostanze attualmente indicate
nell’elenco come sostanze aromatizzanti in corso di valutazione: sostanze n. FL 07.041, n. FL
07.224, n. FL 07.099, n. FL 07.101 e n. FL 16.126.
L’EFSA è giunta alla conclusione che tali sostanze aromatizzanti non destano preoccupazioni in materia di sicurezza ai livelli di assunzione alimentare stimati. Pertanto, tali sostanze sono state inserite nell’allegato I, parte
A, del Regolamento (CE) n. 1334/2008.
Il regolamento è entrato in vigore il 9 febbraio 2016.
Regolamento (UE) 2015/1760
del 1° ottobre 2015
La modifica apportata dal Regolamento (UE) 2015/1760
all’allegato I del regolamento (CE) n. 1334/2008 riguarda l’eliminazione dall’elenco dell’Unione della “sostanza aromatizzante p-menta-1,8-dien-7-ale” (numero
FL05.17). Tale disposizione è stata adottata seguito del parere dell’EFSA
che ha valutato la sostanza numero FL05.17 genotossica in vivo.
Ai sensi dell’art. 2 del Regolamento (UE) 2015/1760, i
prodotti alimentari cui è stata aggiunta la sostanza aromatizzante in questione e già immessi legalmente sul
mercato prima della data di entrata in vigore del presente regolamento, possono essere commercializzati fino
al termine minimo di conservazione o la data limite di
consumo. A tal fine, il Ministero della Salute ha chiarito
in una nota del 13/01/2016 che vale la definizione di
“immissione sul mercato” di cui all’art. 3, punto 8 del
Reg. (CE) 178/2002.
1 Regolamento di esecuzione (UE) n. 872/ 2012, che adotta l’elenco
di sostanze aromatizzanti di cui al regolamento (CE) n. 2232/96, lo
inserisce nell’allegato I del regolamento (CE) n. 1334/2008 e abroga il regolamento (CE) n. 1565/2000 e la decisione 1999/217/CE ;
2 Regolamento (CE) n. 1331/2008 che istituisce una procedura uniforme di autorizzazione per gli additivi, gli enzimi e gli aromi alimentari.
IN BREVE
Estratti di rosmarino - Regolamento (UE) n. 56/2016
Lo 20 gennaio 2016 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il Regolamento (UE) n. 56/2016 che modifica l’allegato II del
regolamento (CE) n. 1333/2008 per quanto riguarda l’uso degli estratti
di rosmarino (E 392) nei grassi da spalmare.
comprese le paste da spalmare, quali definite dal regolamento (CE)
n. 1234/2007 ed emulsioni liquide», alla quale è stata aggiunta la seguente voce dopo l’additivo E 385 con i relativi limiti di impiego:
Il nuovo regolamento autorizza l’impiego degli estratti di rosmarino (E
392) come antiossidanti, per mantenere e migliorare la qualità dei grassi
da spalmare con un tenore di grassi inferiore all’ 80%.
La modifica apportata all’allegato II del regolamento (CE) n. 1333/20081
riguarda la categoria alimentare 02.2.2 «Altre emulsioni di oli e grassi
E 392
Estratti di rosmarino 100
(41) (46)
Solo grassi da spalmare
con un tenore di grassi inferiore all’80 %
Il Regolamento (UE) n. 56/2016 è entrato in vigore il 9 Febbraio 2016.
1 Regolamento (CE) n. 1333/2008 del 16 dicembre 2008 relativo agli additivi alimentari
NORMATIVA IN BREVE
Recepimento dell’Accordo quadro delle Parti sociali
europee sulle molestie e la violenza nei luoghi
di lavoro
Il 25 gennaio scorso, Confindustria ha sottoscritto con CGIL, CISL e UIL un’intesa con cui si dà attuazione all’Accordo quadro delle Parti sociali europee del
26 aprile 2007 sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro.
casi di molestie
e violenza occorsi.
Nell’intesa viene sottolineato che ogni atto o comportamento che si configuri
come molestia o violenza nei luoghi di lavoro sia inaccettabile e che la dignità
delle lavoratrici e dei lavoratori non possa essere violata da atti o comportamenti che configurano molestie o violenza, così come definiti nell’Accordo
delle Parti sociali europee del 26 aprile 2007, di cui si è provveduto a redigere
una traduzione concordata, allegata all’intesa.
In base all’Accordo europeo
del 2007, le
aziende sono,
inoltre, chiamate
ad adottare una dichiarazione che sottolinea che le molestie e la violenza non
verranno tollerate. A questo fine, le Parti firmatarie dell’intesa hanno condiviso un modello di dichiarazione che potrà essere direttamente adottato
in azienda (cfr in allegato all’intesa). Resta salva la facoltà, per ogni singola
impresa, di adottare autonomamente una dichiarazione e procedure interne,
nel rispetto dei contenuti dell’Accordo.
Le Parti firmatarie si impegnano a dare un’ampia diffusione all’accordo, nonché a promuovere incontri fra le rispettive articolazioni territoriali, entro tre
mesi dalla sottoscrizione della dichiarazione, per individuare le strutture più
adeguate allo scopo di assicurare un’assistenza, sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista legale, a coloro che siano stati vittime di molestie
o violenza nei luoghi di lavoro.
Le parti potranno, quindi, concordare, a livello territoriale, una procedura informale, ai sensi del Punto 4 dell’Accordo quadro, proprio per la gestione dei
Febbraio 2016
L’intesa verrà ora trasmessa alle Parti sociali europee e alla Commissione europea, che redige un apposito rapporto di monitoraggio e valutazione sull’attuazione nazionale degli accordi di dialogo sociale europeo.
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prodotti tutelati
di Tiziana Formisano
Giuseppe Villani nominato Vice Presidente di ISIT
Il Presidente del Consorzio del prosciutto di San Daniele
ai vertici dell’Associazione che coordina la salumeria italiana DOP e IGP
L’Istituto Salumi Italiani Tutelati (ISIT), l’Associazione
che riunisce 14 consorzi della
salumeria italiana DOP e IGP,
rende noto che nell’ambito della
ultima Giunta, è stato nominato
Vice Presidente dell’Istituto Giuseppe Villani, attuale Presidente
del Consorzio del Prosciutto di
San Daniele.
Villani affiancherà quindi il Presidente Lorenzo Beretta, che
presiede il Consorzio Cacciatore DOP, alla guida di ISIT per il
triennio 2015-2018.
Giuseppe Villani, Amministratore Delegato della Villani
Spa, ha in verità già ricoperto numerose e importanti
cariche in ambito associazionistico: è stato Presidente
di ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei
Salumi) e di IVSI (Istituto Valorizzazione Salumi Italiani) ed è anche l’attuale Presidente della Commissione
Unica Nazionale (CUN) Tagli di carne suina.
“Ho accolto con molto piacere
la nomina a Vice Presidente.
ISIT è l’Associazione di riferimento dei Consorzi DOP e
IGP, che riunisce i Presidenti di
questi e quindi gli imprenditori,
ovvero coloro che direttamente
investono sul territorio e contribuiscono a portare il nostro
Made in Italy nei mercati italiani e stranieri. Credo quindi
che insieme potremmo fare utili
strategie per il mercato dei salumi DOP e IGP, coordinandoci
e sfruttando tutte le possibili sinergie e sensibilizzando inoltre
sempre di più le Istituzioni sui
temi per noi di grande interesse. Metto quindi volentieri la mia esperienza al servizio dei consorzi della
salumeria italiana e ringrazio per la fiducia accordatami”, ha affermato Giuseppe Villani.
“Tra i nostri obiettivi futuri c’è sicuramente anche
quello di aumentare sempre di più la nostra rappre-
La Commissione europea pubblica il nuovo
Report sullo stato dei controlli ufficiali sui
sistemi di qualità DOP, IGP e STG
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OF ORIGIN
“Ringrazio Giuseppe Villani, che stimo molto sia professionalmente sia umanamente, per aver accettato con entusiasmo l’incarico alla Vice Presidenza di
ISIT. Con la sua esperienza imprenditoriale ed istituzionale, sono certo che riusciremo a raggiungere gli
obiettivi ambiziosi che l’Istituto si è prefissato per il
sostegno e lo sviluppo della salumeria tutelata” ha
continuato Lorenzo Beretta, Presidente di ISIT.
“Con la recente nomina di Giuseppe Villani, che affianca Lorenzo Beretta, possiamo dire di avere alla
guida dell’Istituto due imprenditori di successo, rappresentativi tra l’altro di due aziende di famiglia tra
le più affermate in Italia e nel mondo” ha concluso il
Direttore di ISIT Gianluigi Ligasacchi.
Mortadella Bologna…che passione a
“Cibò. So Good!”
Si è svolto a Bologna dal 22 al 24 gennaio “Cibò. So Good!”, il Festival
dei sapori di Bologna, interamente incentrato sulle eccellenze enogastronomiche tipiche del territorio bolognese.
In questo tripudio di sapori, la Mortadella Bologna IGP è stata una
delle protagoniste indiscusse. Infatti, nella suggestiva cornice di Palazzo Re Enzo - dove si è svolto l’intero evento - il Consorzio Mortadella Bologna ha proposto due momenti dedicati alla regina rosa di
Bologna.
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SIGNATI
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Il quadro che ne emerge del comparto è sostanzialmente positivo e la relazione conclude evidenziando che
i controlli ufficiali delle autorità nazionali competenti, svolti in collegamento con le attività dei Consorzi di
Tutela e degli Organismi di controllo,
assicurano un adeguato livello di garanzia e sicurezza sui prodotti DOP,
IGP e STG, per quanto concerne l’adempimento degli obblighi giuridici
previsti dalla normativa comunitaria.
OTECTED
PR
La Commissione ha recentemente
pubblicato la relazione finale - frutto dell’audit su 8 Stati membri - sullo
stato di attuazione dei controlli ufficiali
per i sistemi di qualità (DOP, IGP e STG).
sentatività per fare davvero sistema tra di noi e nei
confronti di Enti e Istituzioni. Abbiamo già all’interno
14 consorzi che rappresentano 20 salumi DOP e IGP,
capaci di generare circa 2 miliardi di euro di valore al
consumo e che costituiscono la maggior parte delle principali produzioni di salumeria tutelate italiane
presenti sui mercati. E puntiamo a numeri ancora più
alti” ha proseguito Villani.
Directorate-General
for Health
and Food Safety
Overview repOrt
Geographical
Indications
and Traditional
Specialities
Health and
Food Safety
Il primo è stato un cooking-show condotto dalla food blogger Monica
Bergomi che ha realizzato live “Gnocchi ripieni di
Mortadella Bologna IGP”
e nel secondo appuntamento i numerosi visitatori hanno invece potuto
prendere parte ad una
degustazione guidata di
Mortadella Bologna IGP.
La relazione offre preziosi spunti ai singoli Stati per implementare o
comunque migliorare il proprio sistema legislativo in materia di controlli e costituisce un valido strumento per favorire una cultura “europea” sul tema.
Nei report sono contenute anche alcune “good practices” in tema
di organizzazione e coordinamento degli attori coinvolti nel sistema
dei controlli: importante sottolineare che in tali disposizioni l’Italia è
menzionata ben due volte sulle cinque riportate, con particolare riferimento alla realizzazione di un sistema centralizzato per la raccolta
di tutti i dati ufficiali relativi ai controlli e all’obbligo per i produttori di
DOP, IGP e STG di comunicare annualmente le quantità di prodotte.
L’esperienza Italia dimostra quanto Istituzioni e Consorzi siano impegnati e abbiano come prioritario lo sviluppo, la valorizzazione e la tutela del comparto delle produzioni a denominazione tutelata, settore
sempre più rilevante e di traino per l’agroalimentare italiano.
Il Report è disponibile sul sito della Commissione europea, nella sezione “Food and Veterinary Office FVO”
20
Febbraio 2016
libro del mese
Alimenti di origine animale e salute
Questo volume tratta l’argomento degli
alimenti di origine animale e salute dell’uomo a trecentosessanta gradi, mettendo in evidenza come la
stessa alimentazione degli animali giochi un importante ruolo nella qualità finale dei prodotti, ed analizzando per ciascuna tipologia di alimento di origine
animale gli aspetti salutistici positivi, nonché le problematiche correlate.
Difficilmente ASPA e ASSALZOO avrebbero potuto cogliere un momento più appropriato per la pubblicazione del volume Alimenti di origine animale e
salute. A pochi mesi dalla chiusura dell’esposizione
mondiale – EXPO 2015 – che aveva come tema
“Nutrire il pianeta, energia per la vita”, è sempre
più evidente il ruolo fondamentale, sia dal punto di
vista nutrizionale che etico-sociale, dell’alimentazione.
Mentre per i Paesi in via di sviluppo si conoscono
i drammatici effetti legati alla mancanza di cibo e in
particolare di fonti proteiche, nelle aree sviluppate
del mondo è in corso un ampio dibattito sugli stili
dietetici più favorevoli per la salute umana e sul significato etico dei consumi alimentari.
Questo volume rappresenta uno strumento di serio
aggiornamento scientifico e culturale sugli alimenti
di origine animale per studenti, imprese delle filiere
agrozootecniche, professionisti e comuni cittadini.
Marcello Mele, laureato in Scienze agrarie e dot-
Hipered_HYF_268x200_01.indd 1
Febbraio 2016
tore di ricerca, è professore di Zootecnica speciale
dell’Università di Pisa. L’attività di ricerca riguarda
lo studio dei principali fattori genetici e nutrizionali
che influenzano la qualità delle produzioni zootecniche, il metabolismo lipidico dei batteri ruminali, in
relazione agli effetti sulla qualità dei prodotti e sulle
emissioni di metano, la valorizzazione delle razze
autoctone bovine ed ovine e l’applicazione di sistemi di allevamento a basso impatto ambientale.
È coordinatore della Commissione scientifica “Alimenti di origine animale e salute umana” dell’ASPA
il cui lavoro ha dato origine a questo testo. È deputy
editor della rivista Italian Journal of Animal Science
ed è stato recentemente selezionato dalla commissione europea come esperto del panel “emissioni
di metano da parte dei bovini” nell’ambito del partenariato europeo per l’innovazione (EIP-AGRI).
Giuseppe Pulina, laureato in Scienze agrarie e dottore di ricerca, è ordinario di Zootecnica speciale
presso l’Università di Sassari, presidente emerito
dell’ASPA e accademico ordinario dei georgofili.
Attualmente coordina il Comitato Scientifico per
l’Innovazione di ASSALZOO. Nell’attività scientifica si occupa di qualità degli alimenti e alimentazione animale, di benessere animale, di etica delle
produzioni animali con particolare riferimento alla
sostenibilità sociale e ambientale delle produzioni
zootecniche, e di paesaggistica zootecnica
Editore: FrancoAngeli
Autore: Marcello Mele, Giuseppe Pulina
Pagine: 402
Prezzo 48 €
30/03/15 22:47
21
CAMERA DI COMMERCIO DI PARMA
Sede delle Commissioni “tagli di carne suina”
e “grasso e strutto”
La Borsa Merci di Parma è stata istituita
dalla Camera di Commercio nel 1967.
Prima di spostarsi nell’attuale sede presso
Fiere di Parma, dove sono ospitate anche
le CUN, ha operato all’interno della stessa
Camera di Commercio.
È aperta il venerdì, dalle 9 alle 15.30. Nel corso delle contrattazioni sono rilevati i prezzi di undici tipologie di prodotti agroalimentari: salumi, carni fresche suine, suini, carni
grassine, derivati del pomodoro, foraggi, granaglie farine
e sottoprodotti, zangolato, siero di latte, formaggio e uve.
Numero e qualità dei prodotti rilevati ben
rappresentano l’importanza della piazza di
Parma legata alla straordinaria vocazione
agroalimentare del suo territorio.
I listini settimanali dei prezzi rilevati sono pubblicati sul sito Internet www.borsamerci.pr.it.
Presidente delle Commissioni Prezzi della Borsa Merci è il
Segretario Generale della Camera di Commercio o un
suo delegato. L’Ufficio Borsa Merci si trova nella sede della Camera di Commercio di Via Verdi, nel centro storico
di Parma.
Le Commissioni Uniche Nazionali
La “Commissione Unica Nazionale dei tagli di carne suina” e la “Commissione Unica Nazionale grasso e strutto” si riuniscono settimanalmente a Parma.
Le Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nascono in attuazione del Protocollo d’intesa
sottoscritto il 5 dicembre 2007 dal tavolo tecnico della filiera suinicola. Le due CUN operano il venerdì mattina parallelamente alle attività della Borsa Merci; il loro compito è
di prendere atto di una panoramica del mercato dei tagli di carne suina e di grasso e
strutto, fissandone i relativi prezzi per la settimana successiva.
L’attività di segreteria è svolta da Borsa Merci Telematica Italiana, su incarico del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Come arrivare
Modalità di ingresso
Nella localizzazione, di 1.200 mq, sono disponibili:
• n. 400 posti auto • 90 box • area ristoro
Sede contrattazioni:
Borsa Merci della Camera
di Commercio
presso Fiere di Parma
Via Fortunato Rizzi 67/a
43126 Parma
www.borsamerci.pr.it
fiere e manifestazioni
Concluso il Winter Fancy Food, la grande manifestazione
della West Coast dell’agroalimentare
Un’edizione molto importante per l’Italia, che ha rivestito il ruolo di Country Partner
Un’edizione molto importante per l’italia,
che ha rivestito il ruolo di Country Partner.
Il Padiglione Italia, sotto la bandiera ”The
Extraordinary Italian Taste“ ha visto oltre
60 espositori provenienti da tutte le regioni italiane.
Il successo della manifestazione è stato
oltre dai numeri supportato da un importante presenza di buyers internazionali,
sempre più interessati ad incontrare le
aziende italiane per chiudere deal e partnership.
”Secondo i dati del US Department of
Commerce l’interscambio continua a registrare una forte accelerazione a livello
mondo (+14,4%), nei confronti della UE
(+21,3,%) e le esportazioni alimentari
italiane sono salite del 22,6% nei primi
undici mesi del 2015“ dichiara - Maurizio
Forte Direttore Agenzia ICE New York e
Coordinamento USA.
”È partito negli Stati Uniti, grazie al forte
impulso dato dal Ministero italiano dello
Sviluppo Economico - continua Maurizio
Forte - il più importante piano di promozione del settore agroalimentare mai realizzato dal Governo Italiano dove l’ICE
in collaborazione con Federalimentare,
Cibus, Tuttofood e Vinitaly è lieta di comunicare la sua partecipazione su larga
scala ai Fancy Food Show”.
”Negli Stati Uniti, mai come adesso si ha
fame d’Italia, – ha dichiarato Donato Cinelli, Presidente di Universal Marketing,
agente esclusivo italiano della Specialty
Food Association – e per noi, che da tanti anni portiamo in USA il meglio dell’Italia
è una grandissima gioia”.
Febbraio 2016
”Quest’anno il Winter Fancy Food vede
l’Italia Country Partner, – continua Cinelli – e con nostra grande soddisfazione
abbiamo registrato l’adesione dei grandi
players del Food Italiano“.
Il supporto di Federalimentare alla significativa presenza delle aziende alimentari
italiane ad un evento di richiamo come
la Winter Fancy Food è chiaramente riscontrabile nelle strepitose performance
dell’export del settore verso gli USA che
ha toccato la quota stimata di 3,65 miliar-
di di euro nel 2015, con un incremento
del +23% sull’anno precedente – ha dichiarato il Presidente di Federalimentare
Luigi Scordamaglia. Uno straordinario
segno di apprezzamento del cibo italiano
da parte degli Stati
Uniti che non solo
si sono riconfermati
come il primo mercato del food and
drink nazionale fuori
dalla Comunità ma,
per la prima volta,
hanno raggiunto il
secondo posto assoluto dopo la Germania, superando
anche la Francia.
Gli USA, al momento, sono la locomotiva del commercio mondiale, capace
di offrire opportunità di business per le
imprese e di compensare le perdite del
fronte russo. Tale successo è stato indubbiamente catalizzato dal massiccio
impegno promozionale del “Programma
Straordinario USA“ promosso dal MISE.
Ma ciò non sarebbe stato possibile senza la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti. La vasta campagna educational a
sostegno del prodotto alimentare italiano “autentico“ in USA mira, infatti, a
sensibilizzare il consumatore locale sulle
insidie dell’Italian Sounding e a favorire
l’introduzione del vero prodotto “made in
Italy“ in quei territori del Midwest ancora
poco presidiato. L’impegno delle nostre
Aziende associate sarà quello di organizzarsi al meglio per sviluppare piattaforme
distributive in grado di rendere disponibili i prodotti a scaffale. In quest’ottica di
integrazione tra produttori italiani e retailers americani, i negoziati del TTIP (Trattato transatlantico sul commercio e gli
investimenti) debbono essere orientati a
mitigare gli ostacoli occulti delle barriere
non tariffarie e ad armonizzare gli standard di sicurezza, favorendo l’export e la
collaborazione reciproca fra le due aree.
Sulla base di ciò anche per Fiera di Milano Winter Fancy Food è un evento imperdibile per presentare prodotti italiani
di alta qualità. "Partecipare è per noi di
fondamentale importanza”, sottolinea l’AD
Corrado
Peraboni
sostenendo
che “questa iniziativa ben si inserisce
nelle attività che Fiera Milano sta attuando sul fronte internazionale. Il nostro
obiettivo è quello di rafforzare la vocazione di hub internazionale di Milano e
accompagnare i nostri espositori nei
mercati più attraenti e il nostro
portafoglio di manifestazioni legate all’intera filiera agroalimentare, che comprende TUTTOFOOD, rappresenta lo strumento
con cui realizziamo tale finalità
anche attraverso iniziative come
questa. I consumatori americani
amano molto i prodotti agroalimentari made in Italy e, grazie alla
nostra partecipazione a Winter
Fancy Food, le aziende alimentari italiane possono disporre di un
ulteriore canale di accesso ad un
mercato in crescita come quello
statunitense. Auspico che gli sforzi del
MISE per una maggiore sinergia tra le
fiere italiane producano presto benefici
effetti anche sul territorio“.
Prossime fiere e manifestazioni di settore
21 - 25 FEBBRAIO
Dubai (Emirati Arabi)
GULFOOD
www.gulfood.com
(Food & hospitality)
6 - 8 MARZO
Milano
IDENTITÀ GOLOSE
www.identitagolose.it
(Congresso della cucina d’autore)
8 - 11 MARZO
Tokyo (Giappone)
FOODEX JAPAN
www3.jma.or.jp/foodex/en
(Food & beverage)
12 - 15 APRILE
Singapore (Cina)
FOOD HOTEL ASIA
www.foodnhotelasia.com
(Food & hospitality)
2016
Si è svolto al Moscone Center
di San Francisco dal 17 al 19 gennaio
scorsi la Winter Fancy Food: il più grande
evento commerciale dedicato alle specialità alimentari della West Coast. L’edizione si è conclusa con la presenza di
circa 20000 visitatori.
13 - 15 APRILE
Montreal (Canada)
SIAL CANADA
www.sialcanada.com
(Food & beverage)
18 - 20 APRILE
Birmingham (Regno Unito)
FOODEX
www.foodex.co.uk
(Food, beverage & processing)
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chi sale a bordo con noi non scende più.
affidabilità, professionalità, competenza.
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