Passi per Guadagnare Salute-dati 2010

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Passi per Guadagnare Salute-dati 2010
Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia
La sorveglianza PASSI per “Guadagnare Salute”
I dati 2010-2013 nella ASL Roma D
a cura di Rosanna Trivellini e Domenico Follacchio
La sorveglianza PASSI
P.A.S.S.I. (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) è il sistema nazionale
di sorveglianza della popolazione adulta con l’obiettivo di stimare la frequenza e
l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre alla
diffusione delle misure di prevenzione.
I risultati dell’attività del Sistema di Sorveglianza PASSI, condotta dal Dipartimento di
Prevenzione, costituiscono una stima affidabile della popolazione adulta della nostra ASL
in quanto relativi ad un campione, estratto con metodo casuale, rappresentativo della
popolazione residente di età compresa tra i 18 ed i 69 anni.
Nel quadriennio 2010-2013 sono state intervistate 1320 persone, selezionate con
campionamento proporzionale stratificato per sesso e classi di età.
Personale della ASL specificamente formato ha effettuato circa 30 interviste telefoniche al
mese, somministrando un questionario standardizzato. I dati raccolti sono stati poi
trasmessi in forma anonima a un archivio unico nazionale.
Guadagnare Salute: una nuova cultura della prevenzione
Tra le finalità della sorveglianza PASSI è compresa la costruzione di una banca dati
specifica per il livello aziendale, in costante crescita e aggiornamento, che consente di
monitorare anche gli aspetti relativi alle abitudini di vita: fumo, alcol, alimentazione e
attività fisica, che rappresentano le quattro aree tematiche del Programma ministeriale
“Guadagnare Salute. Rendere facili le scelte salutari”.
Il programma, approvato dal Governo con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
il 4 maggio 2007 in accordo con Regioni e Province autonome, si basa sul concetto che
investire nella prevenzione e nel controllo delle malattie croniche, promuovendo stili di vita
sani, migliora la qualità della vita e il benessere degli individui e della società in generale.
L’obiettivo è quello di operare in modo integrato e coordinato sui quattro principali fattori di
rischio modificabili (fumo, alcol, scorretta alimentazione e inattività fisica) che sono
responsabili da soli del 60% della perdita di anni di vita in buona salute in Europa e in
Italia. Questi fattori di rischio devono essere affrontati non solo dal punto di vista sanitario
ma come veri e propri fenomeni sociali. È per questo che la strategia di Guadagnare
Salute ha identificato per le quattro aree tematiche i rispettivi programmi specifici:




promozione di comportamenti alimentari salutari
lotta al tabagismo
contrasto ai consumi rischiosi di alcol
promozione dell’attività fisica
Attraverso una corretta informazione e un efficace sostegno, l’individuo diventa
protagonista e responsabile delle proprie scelte e della propria salute, ottenendo un
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miglioramento della qualità della vita. Nel medio-lungo periodo ne consegue anche una
sostanziale riduzione del costo delle malattie croniche sul sistema sanitario e sulla società.
“Quattro PASSI per Guadagnare Salute”
Il Coordinamento aziendale PASSI, nell’ambito di uno specifico progetto del Piano
regionale della Prevenzione 2010-2012 ha elaborato il documento “Quattro PASSI per
Guadagnare Salute”, in cui sono raccolti i dati aziendali relativi agli argomenti
fondamentali del Programma Guadagnare Salute, estrapolati dalle interviste effettuate,
aggiornati anno per anno.
Il documento è destinato ai Medici di Medicina Generale, il cui contributo è da considerarsi
fondamentale nell’ambito della raccolta dati della sorveglianza PASSI.
I risultati dell’indagine
IL CONSUMO DI ALCOL
Tra i fattori di rischio comportamentali il consumo di alcol rappresenta l’abitudine di cui si
ha meno consapevolezza.
Nella Asl Roma D, il 43% degli intervistati dichiara di essere bevitore, ossia di aver
consumato negli ultimi 30 giorni almeno un’unità di bevanda alcolica che corrisponde a:
una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore.
Il 14,9% degli intervistati può essere classificabile come consumatore di alcol a maggior
rischio o perché fa un consumo abituale elevato (2,4%) o perché bevitore fuori pasto
(8,5%) o perché bevitore binge (6,5%) oppure per una combinazione di queste tre
modalità.
Il consumo di alcol a maggior rischio è associato in maniera statisticamente significativa
con la giovane età (18-24 anni), senza un particolare gradiente socio-economico.
ASL ROMA D - PASSI 2010-2013 (n=1320)
Consumo alcolico a maggior rischio
(ultimi 30 giorni) ASL Roma D
Consumo a maggior rischio*
14,9%
- Consumo abituale elevato **
2,4%
- Consumo fuori pasto
8,5%
- Consumo binge***
6,5%
*consumo abituale elevato e/o bevitore fuori pasto e/o bevitore binge.
** più di 2 unità alcoliche in media al giorno per gli uomini e più di 1 per le donne
*** chi negli ultimi 30 giorni ha consumato almeno una volta in una singola occasione 5 o più unità alcoliche (uomini)
e 4 o più unità alcoliche (donne)
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L’atteggiamento degli operatori sanitari
Nella ASL Roma D, oltre un terzo degli intervistati (35,2%) riferisce che un operatore
sanitario si è informato sui comportamenti in relazione al consumo di alcol.
La percentuale di bevitori a rischio che ha ricevuto il consiglio di bere meno da parte di un
operatore sanitario è dell’8,1%.
Tra i fattori di rischio comportamentali il consumo di alcol rappresenta l’abitudine di cui si
ha meno consapevolezza.
I dati mettono in risalto uno scarso interesse dei medici e degli altri operatori sanitari
rispetto al consumo di alcol dei propri assistiti: solo pochi bevitori a rischio riferiscono di
aver ricevuto dal proprio medico un consiglio di bere meno.
L’ABITUDINE AL FUMO
Secondo i dati PASSI 2010-13, nella ASL Roma D il 27,2% degli adulti tra 18 e 69 anni
fuma sigarette *.
Il 13,8% è invece ex fumatore** e il 59% non ha mai fumato***. Nella Regione Lazio la
percentuale di fumatori è del 31%, mentre nel Pool di ASL la percentuale è del 28%.
*Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno,
oppure soggetto che attualmente non fuma, ma ha smesso da meno di 6 mesi
**Ex fumatore: soggetto che attualmente non fuma, da oltre 6 mesi
***Non fumatore: soggetto che dichiara di non aver mai fumato o di aver fumato meno di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non
fuma
L’abitudine al fumo è più diffusa negli uomini che nelle donne (rispettivamente 28,9% e
25,7%), nei 18-24enni (32,1%), nelle persone con una scolarità media-inferiore (32,2%) e
in quelle con molte difficoltà economiche riferite (39,9%).
Il numero di sigarette fumate in media al giorno è pari a 13,3. Tra i fumatori, il 28,3% è un
forte fumatore (più di un pacchetto di sigarette al giorno). L’1% è invece un fumatore
occasionale (meno di una sigaretta al giorno).
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L’attenzione degli operatori sanitari
Tra gli intervistati che negli ultimi 12 mesi hanno avuto un contatto con un operatore
sanitario, al 63,9% è stato chiesto se fumano e tra i fumatori il 56,9% ha ricevuto il consiglio
di smettere.
Nella maggior parte dei casi il consiglio è stato dato per motivi di salute (24,8%).
SITUAZIONE NUTRIZIONALE E ABITUDINI ALIMENTARI
Nella ASL Roma D più di un terzo della
popolazione risulta essere di peso
superiore alla
norma: il 29,3% è
sovrappeso e il 6,4% è obeso.
L’eccesso ponderale è più frequente
nei soggetti adulti (50-69 anni) rispetto
ai giovani (49% vs 17,1%). Gli uomini
sono
in
sovrappeso/obesi
in
percentuale maggiore rispetto alle
donne (46,8% vs 25,3%).
Tra i soggetti con basso livello di
istruzione oltre il 55% risulta essere
sovrappeso/obeso rispetto ai livelli di
cultura maggiore, in particolare rispetto
ai laureati (tra i quali solo il 27% circa è
sovrappeso/obeso).
La popolazione in eccesso ponderale
sembra essere meno numerosa fra chi
dichiara di non avere difficoltà
economiche.
Nel quadriennio 2010-2013 secondo gli ultimi dati disponibili, nella Regione Lazio e nelle
ASL partecipanti al sistema PASSI a livello nazionale, la percentuale di intervistati che ha
presentato un eccesso ponderale è stata, rispettivamente, del 40,6% e del 42% (31,4% in
sovrappeso e 10,5% obesi).
Riguardo al consumo di frutta e verdura la quasi totalità degli intervistati ha dichiarato di
mangiare frutta e verdura almeno una volta al giorno. Il 57,1% ha riferito di mangiare 3-4
porzioni al giorno e solo l’ 8% le 5 porzioni raccomandate.
Il consumo di frutta e verdura risulta essere più diffuso tra le persone con alto livello di
istruzione. Non risultano invece differenze significative nelle diverse fasce di età e tra
uomini e donne.
I consigli degli operatori sanitari: dieta ed attività fisica
La dieta per ridurre o controllare il peso è praticata solo dal 24,4% delle persone in
eccesso ponderale, mentre è più diffusa la pratica di un’attività fisica moderata (61%).
Nella ASL Roma D ben il 63,2% delle persone in eccesso ponderale ha riferito di aver
ricevuto il consiglio di perdere peso da parte di un medico o di un altro operatore sanitario;
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in particolare hanno riferito questo consiglio il 57,1% delle persone in sovrappeso e
l’89,3% delle persone obese.
ATTIVITÀ FISICA
Il 35,2% degli intervistati riferisce uno stile di vita attivo: svolge infatti un’attività lavorativa
pesante o pratica l’attività fisica raccomandata; il 28,4% si considera parzialmente attivo in
quanto pratica attività fisica in quantità inferiore a quanto raccomandato ed il 36,4% è
completamente sedentario. La sedentarietà rimane stabile nelle diverse fasce d’età ma è
più diffusa nelle donne, nelle persone con basso livello d’istruzione e in quelle con
maggiori difficoltà economiche.
Livello di attività fisica
ASL ROMA D - PASSI 2010-13 (n=1320)
attivo
35,2
parz. attivo
28,4
sedentario
36,4
0
20
40
60
80
100
Nel quadriennio 2010-2013, nella Regione Lazio e nelle ASL partecipanti al sistema
PASSI a livello nazionale, la percentuale di intervistati risultata sedentaria è stata,
rispettivamente, del 34% e del 31,1%.
La promozione dell’attività fisica da parte degli operatori sanitari
Tra gli intervistati della nostra ASL, il 56,8% dichiara che un medico o un altro operatore
sanitario ha chiesto loro se svolgono attività fisica.
Al 52,5% è stato consigliato di praticare regolare attività fisica.
Gli operatori promuovono l'attività fisica ?
ASL Roma D - 2010-2013 (%)
43,2
domandano se fa
attività fisica?
56,8
no sì
47,5
consigliano di fare
attività fisica?
52,5
0
10
20
30
40
50
60
5
70
80
90
100
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In ambito sanitario, gli operatori hanno la possibilità concreta di promuovere più
diffusamente uno stile di vita attivo fra i propri assistiti favorendone, quindi, l’adozione.
Gli effetti positivi di una diffusa attività fisica nella popolazione sono evidenti sia a livello
sociale, sia economico. Lo sviluppo di strategie per accrescere la diffusione dell’attività
fisica (attraverso l’attivazione di interventi di dimostrata efficacia) è un importante obiettivo
che può essere raggiunto solo con l’applicazione di strategie intersettoriali, intervenendo
sugli aspetti ambientali, sociali ed economici che influenzano l’adozione di uno stile di vita
attivo (ad es. politica di trasporti, ambiente favorente il movimento).
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