E` allarme per i delfini
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E` allarme per i delfini
10 www.unionesarda.it - sabato 26 maggio 2012 CRONACA REGIONALE L’UNIONE SARDA Zifio (Ziphius cavirostris, 1823) Lunghezza 6 metri Peso 3 tonnellate Colorazione Odontoceto Specie Curiosità Sardegna dal grigio al bruno, presenti sulla cute cicatrici femmina sprovvista di denti, due presenti sulla mandibola dei maschi difficile da osservare in mare aperto. Presente nel Mediterraneo le femmine sono più grandi dei maschi, unico esempio nei cetacei 4 esemplari spiaggiati tra il 1997-2012 Autopsia sullo zifio morto sulla costa di Quartu. Decessi anche in Spagna È allarme per i delfini Mediterraneo, un’epidemia minaccia i cetacei? Scatta l’allarme dopo la morte di un delfino zifio sulla costa di Quartu.Anche in Spagna sono stati trovati cetacei della stessa specie agonizzanti in spiaggia. L’hanno dovuto fare a pezzi, i veterinari, per scoprire il male. Per strappare dagli organi interni del grande cetaceo andato a morire l’altra sera sulla spiaggia di S’Oru e Mari, il segreto sul decesso. Si sa che in Spagna, in questi giorni, in queste settimane, altri esemplari della stessa specie (Zifio) abbiano fatto la stessa fine. E si sa anche che le carcasse sono state sezionate, sottoposte alle necroscopie. LA BIOLOGA. «Siamo in stretto contatto con veterinari e biologi iberici - racconta la dottoressa Elisabetta Secci, responsabile della Rete regionale per la conservazione della fauna marina - una volta completati gli esami su tutti gli esemplari morti si potranno confrontare i risultati per capire se esiste una relazione». Timore di un’epidemia? Il pensiero, ieri a Capitana, per chi almeno aveva vissuto gli spiaggiamenti della metà degli anni Novanta, è andato alle stenelle morte in massa in Mediterraneo (in Sardegna, nel resto della penisola, ancora lungo le coste mediterranee di Spagna e Francia), colpite da un’epidemia virale di morbillivirus. Gli specialisti ci I veterinari eseguono la necroscopia e sopra, lo zifio vanno comunque cauti con paure e allarmismi. E rimandano qualsiasi considerazione a quando tutti gli esami eseguiti sui campioni istologici raccolti dai veterinari degli Istituti zooprofilattici di Cagliari e Sassari, dell’Università di Padova, saranno completati. E confrontati. LA TASK FORCE. Per questo a Quartu è arrivata una vera task force di specialisti che hanno dovuto separare gli organi interni, frammenti di tessuti da quel corpo massiccio che la vita aveva abbandonato nel tardo pomeriggio di giovedì, quando il grande cetaceo finito sulla costa di S’Oru e Mari era stato accompagnato al largo da una squadra di subacquei nel [ELISABETTA MESSINA] tentativo di strapparlo alla morte. La morte l’ha raggiunto lo stesso. Poche ore dopo. Il delfino Zifio (Ziphius cavirostris, lo chiamano gli scienziati), quel mammifero del mare lungo sei metri e pesante alcune tonnellate che sembrava sorridere nonostante le sue difficili condizioni di salute, ha nuotato ancora una volta verso la spiaggia, come volesse ricordare le sue origini di mammifero terrestre e sulla terra esalare l’ultimo respiro. L’ALLERTA. Si era fatto notare il primo pomeriggio di giovedì, a pochi metri dalla battigia, a S’Oru e Mari. Sbuffava a fatica, dondolava sulla risacca. Una telefonata in Capitaneria e sono scattati i soccorsi. Un esper- to nel soccorso dei mammiferi marini, Giorgio Zara, per anni nel Centro studi cetacei e oggi nella rete regionale della fauna marina (questo tratto di costa è sotto la diretta competenza dell’Area marina protetta di Villasimius guidata dal biologo Bruno Paliaga), ha raggiunto l’arenile. Servivano rinforzi. Dal Setar hotel sono arrivati i subacquei del diving center e da Cagliari i sommozzatori dei Vigili del fuoco, mentre in mare ha operato una motovedetta della Guardia costiera. Lo zifio è stato imbracato e accompagnato al largo. Tutto inutile. Ha riguadagnato la spiaggia. I soccorsi sono ripartiti da zero. «Solo a tarda sera, quand’era ormai buio, abbiamo dovuto fermarci», spiega Zara. Salvo? La speranza è durata poche ore. Durante la notte il delfino era di nuovo a terra. Morto. I RANGER. È stata la pattuglia della Forestale a trainare la carcassa con un gommone verso le banchine del porto turistico di Capitana della Saromar. In stretta collaborazione con la Polizia municipale e il servizio ambiente di Quartu. E lì, legato al pontile, lo zifio è rimasto fino a ieri mattina, quando i veterinari Antonio Pintore di Sassari, Manuel Licciardi di Cagliari e Caterina Falconi (presente anche il responsabile del Servizio sanità animale della Asl 8, Mario Lai) hanno eseguito la necroscopia. Adesso si attendono gli esiti. Con una speranza. Che non ci sia in atto, in Mediterraneo, in Sardegna, alcuna epidemia. Andrea Piras Gli esperti. Dal 1987 ad oggi sono quattro gli esemplari trovati “spiaggiati” in Sardegna Un “becco” che sembra sorridere Ancora scarse le conoscenze su questo mammifero del mare La chiamano balena, balena dal becco. Ma balena non lo è affatto, lo zifio, quel bestione capace di raggiungere i sei, sette metri di lunghezza e le tre tonnellate di peso che il Cuvier - era il 1823 - classificò e battezzò col nome di Ziphius cavirostris. Cetaceo odontoceto, cioè armato di denti come tursiopi, stenelle, delfini comuni, capodogli, orche e pseudorche, questo possente mammifero, nonostante abiti gli oceani e i mari di tutto il mondo, Mediterraneo compreso, non è facile da osservare in natura, tanto da venir indicato, dagli stessi biologi, come specie poco conosciuta. E dunque scarsamente studiata. Il rapporto diretto con l’uomo avviene più in occasione di spiaggiamenti che nell’osservazione in mare aperto, dove le batimetrie sprofondano verso gli abissi, in corrispon- <DATE>bR5OyWiPjlwjJnot249HOQ==|||ygnTXvuWF8o=|||7fx/Sd/Q0RU=|||9vWMnzo2r71pDOB1H8JczQ==|||v1eoLwNuauh1YIW19vPTm1erXw8yr1Hh</DATE> denza con la piattaforma continentale. Sempre, comunque, dove l’acqua ha profondità di mille e passa metri. «Raramente - spiega il cetologo Giuseppe Notarbartolo di Sciara nella sua guida dei mammiferi marini del Mediterraneo - si avventura vicino alla costa». Lo ha fatto diverse volte, dal 1987 ad oggi, in Sardegna (stando almeno alla documentazione raccolta dagli studiosi), ma quando è avvenuto per quegli esemplari la vita era diventata davvero difficile. Erano finiti sulla costa perché malati. Avevano tentato, sulle spiagge, di trovare sostentamento ed evitare di annegare quando le forze erano venute meno e difficile era restare a galla, con lo sfiatatoio fuori dall’acqua per riempire d’aria i polmoni. Lo ha fatto, probabilmente, anche lo zifio che l’altro po- meriggio ha toccato terra a S’Oru e Mari, sul litorale di Quartu. Saranno le analisi a dire perché la balena dal becco è morta. Perché non ce l’abbia fatta nonostante gli aiuti, i soccorsi messi in atto dalla Guardia costiera, dagli esperti dell’Area marina protetta di Villasimius, dai sub del diving center del Setar Hotel e dei Vigili del Fuoco. Restano intanto i misteri, le molte, troppe pagine bianche mai scritte sulle conoscenze di questo magnifico cetaceo che sembra sorridere per via della linea della sua bocca a forma sigmoide, quasi “a sogghigno”. Il vuoto di informazioni che i biologi marini vorrebbero poter colmare per rendere, il cetaceo che sorride, lo Ziphius cavirostris, non più uno sconosciuto. A. Pi.