Gli sviluppi futuri delle macchine utensili multitask
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Gli sviluppi futuri delle macchine utensili multitask
APPROFONDIMENTI ASPORTAZIONE DI TRUCIOLO Gli sviluppi futuri delle macchine utensili multitask a c u r a d e l l a r e d a z i o n e RMO numero 88 giugno • 2005 96 Qual è la realtà attuale delle macchine multitask e quale percorso futuro possiamo prevedere per una così interessante tipologia di La tavola rotonda è stata moderata da Giuseppe Pellegrini, professore associato di tecnologie e sistemi di lavorazione presso la facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Bergamo. macchine? Per rispondere a queste e ad altre domande Rivista di Meccanica Oggi ha organizzato una tavola rotonda intitolata “La sfida delle macchine utensili multitask” che si è tenuta nei locali della redazione il 6 aprile scorso. Ai lavori sono intervenuti: Giuseppe Andorlini, direttore sviluppo prodotto di Breton S.p.A.; Maurizio Battello, specialista sistemi modulari Sandvik Coromant; Franco De Bernardi, consulente tecnico in ricerca e sviluppo di Duplomatic Automazione S.p.A., Ugo Ghilardi, direttore commerciale di DMG Italia Bergamo; Giancarlo Lavazza, responsabile equipaggiamento macchine utensili (OTS) Sandvik Coromant; Fiorenzo Magro, responsabile del servizio ingegneria vendite di Yamazaki Mazak Italia s.r.l.; Francesco Romanò, responsabile del servizio tecnologie di fabbricazione e attrezzamento macchine utensili di Iscar Italia; Roberto Zambon, Per meglio definire tipologie e impieghi delle macchine utensili multifunzione, si è svolta recentemente presso la redazione di ‘Rivista di Meccanica Oggi’ una tavola rotonda che ha messo a confronto una serie di esponenti di autorevoli case produttrici. Si annunciano nuove possibilità che prevedono l’arrivo di utensili più avanzati e software di controllo più evoluti all’insegna di una maggiore produttività direttore commerciale della Zeta Emag S.p.A. La tavola rotonda è stata moderata da Giuseppe Pellegrini, professore associato di tecnologie e sistemi di lavorazione presso la facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Bergamo. Giuseppe Pellegrini Le macchine multitask o multifunzione sono di concezione Maurizio Battello (Sandvik Coromant) Sono il responsabile del Sistema Modulare di Sandvik Coromant. Esso rappresenta l’interfaccia ideale tra la macchina e il pezzo da lavorare ed è sul mercato da 18 anni. La nostra azienda focalizza l’attenzione sul settore delle macchine multitask: progettiamo e produciamo utensili dedicati a queste macchine e, in quest’ottica, abbiamo iniziato a rivedere la nostra gamma di testine. Cercando di dare una definizione, viste le potenzialità di lavorazione, si parla di macchine che possano effettuare sia operazioni di tornitura sia di fresatura: le operazioni fisse del tornio e le operazioni rotanti, con la possibilità di sfruttare l’inclinazione dell’asse B e di lavorare nel mandrino e nel contromandrino. Per noi multitask significa montare il pezzo e completarlo in un solo piazzamento. Si tratta di macchine sofisticate dove gioca un ruolo fondamentale anche l’aspetto della programmazione. Osservando il trend del mercato si osserva che, specialmente in Germania e Inghilterra, si è avuta una vera impennata dei consumi di utensili dedicati alle macchine multitask: le statistiche e il desiderio degli utilizzatori di poter avere delle performance notevoli ci inducono a puntare sempre di più su questo tipo di macchine. Giancarlo Lavazza (Sandvik Coromant) Ci occupiamo di primo equipaggiamento delle macchine utensili, offrendo una serie di servizi all’azienda che acquista una macchina nuova. Da questo punto di vista abbiamo una visione ampia del mercato della macchina utensile, dato che non ci rivolgiamo solo a chi acquista multitask ma anche tutte le altre macchine. L’immagine che abbiamo di una macchina multitask è quella del Mazak Integrex e di tutte le sue successive evoluzioni; l’idea è quella di completare un pezzo in una volta (done in one), anche se ci sono lavorazioni nello spazio con 5 assi di movimento. Mazak è stato, in questo ambito, un precursore, ma anche in Italia abbiamo avuto un costruttore importantissimo dell’asse B (Duplomatic) che ha permesso ad altri costruttori di macchine utensili di inserirsi in questo settore. Quando parliamo di multitask dobbiamo sapere di cosa stiamo parlando; a esempio: si può definire multitask un centro di lavoro che abbia la tavola portapezzo con la capacità di ruotare alla velocità di un mandrino e che possa quindi eseguire la tornitura? Si tratta senza dubbio di una macchina multiscopo che è in grado di tornire, fresare, rettificare e di effettuare operazioni specifiche, tipo brocciatura o quant’altro serva a ottenere un componente finito. Sul discorso di cosa abbia di strategico e di importante questa macchina, ovviamente Mazak, dal suo punto di osservazione privilegiato può dire molto di più. Dal punto di vista dei costruttori di utensili essa è importantissima poiché il suo corretto utilizzo implica la necessità di una collaborazione reciproca fra costruttore di macchina, costruttore di utensile e cliente. Alla domanda ‘qual è l’approccio ottimale per ottenere un certo pezzo finito?’bisogna rispondere usando un approccio nuovo. I paradigmi di base: se devo fare un pezzo rotondo lo tornisco e se devo fare un pezzo quadrato lo freso, cadono tutti e si parte da zero! Roberto Zambon è direttore commerciale della Zeta Emag S.p.A., azienda di mercato del Gruppo Emag, leader mondiale nelle soluzioni multifunzionali con mandrino pick up. La Zeta Emag opera sul mercato italiano, quale unità operativa in grado di fornire un servizio completo: studio e avamprogetto; sviluppo progetto esecutivo; automazione e servizi linea; attrezzamento specifico di lavorazione; collaudo e installazione; service e ricambi. Per macchine e celle di lavorazione con processi tecnologici diversi: tornitura; foratura – maschiatura; fresatura; rettifica interna ed esterna; laser. RMO numero 88 giugno • 2005 relativamente moderna e, pur esistendo una certa letteratura sull’argomento, alcuni aspetti del loro funzionamento non sono ancora stati studiati. In primo luogo esiste il problema di fornire una definizione rigorosa di ‘macchina multifunzione’; ad esempio, un tornio che monta un utensile motorizzato è già una macchina multitask? È necessario l’asse B? Questa macchina è più simile a un tornio, a una fresatrice o a una combinazione delle due? L‘altro aspetto da definire è quello delle potenzialità applicative: le lavorazioni che possono essere eseguite sono quelle tipiche della tornitura e della fresatura o possono venire integrate anche lavorazioni di rettifica? Una macchina multitask costa almeno il doppio di un tornio o di un centro di lavoro convenzionale. Perché un utilizzatore dovrebbe spendere così tanto? Chiaramente lo farà se si aspetta una resa almeno doppia in termini di produttività, di geometrie e di qualità. Vorrei avere la vostra opinione sulla definizione di ‘macchina multitask’. 97 Roberto Zambon (Zeta Emag) Il concetto di macchina multitask è per noi l’elemento base. Emag è l’azienda che nel 1992 ha rivoluzionato in maniera epocale il concetto di macchina utensile creando il Sistema Multifunzionale. In casa Emag il multitask non è più un elemento parallelo alla produzione ma ne è l’unico. Dal 1992 sono circa 6000 le macchine installate nel mondo. Emag produce con 6 stabilimenti e circa 2200 dipendenti. Più di 1200 macchine l’anno solo multitask: per noi è il concetto. Creare un nome non è il problema; esiste una realtà mondiale sulla base della quale sono venute poi anche realizzazioni di molti altri concorrenti. In 13 anni lo sviluppo è stato enorme: l’azienda è passata dai 180 dipendenti nel 1992 ai più di 2200 attuali. I modelli di macchina multifunzionali, in particolare le multitask, sono nate dall’assorbimento nel gruppo di molte aziende leader nei propri settori: (Karstens, Reinecker, Kopp, Naxos,per il settore rettificatura combinata, e ,nel mondo dei centri di lavoro, la SW). Siamo passati dal concetto APPROFONDIMENTI RMO numero 88 giugno • 2005 98 che provengono dal mercato si possono descrivere diverse realtà: la tornitura-fresatura è la più significativa. Importante è anche la famiglia di lavorazioni della tornitura-rettifica: il poter tornire dopo il trattamento termico, dovendo solo rettificare le piccole superfici in cui le rugosità sono ristrette, dà dei grandi vantaggi in termini di gestione e di tempo totale di lavorazione. Gli abbinamenti di tornitura e rettifica interna ed esterna sono applicati in maniera larghissima. Per quel che concerne la dentatura esistono solo applicazioni a livello di ingranaggi con modulo piccolo. Per Emag la multifunzione è parte integrante della realtà quotidiana. Francesco Romanò è dirigente presso la Iscar Italia, società leader nella ricerca e produzione di utensili per la lavorazione con asportazione di truciolo ad elevato contenuto tecnologico. È responsabile del servizio tecnologie di fabbricazione e attrezzamento macchine utensili. Questo servizio, fortemente in espansione, si prefigge di offrire alla clientela proposte con contenuti tecnologici molto motivanti, costantemente rivolte alla riduzione del costo pezzo. L’obiettivo è quello di creare con i propri partner legami seri e duraturi che possano portare a una sempre maggiore reciproca competitività. tradizionale di macchina utensile (con la problematica di avere un mandrino che deve ricevere gli utensili di diverse lavorazioni) a uno nuovo ove un mandrino offre alternativamente il pezzo ad altri mandrini dedicati, che possono essere anche vere e proprie teste di fresatura, foratura multipla, rettificatura, dentatura e altro. Si tratta dunque di poter movimentare alternativamente il pezzo sulla stessa macchina tra un tornio e un centro di lavoro e portarlo a questa o a quella lavorazione. Partendo da questo presupposto la multifunzione si è estesa a tutte le lavorazioni meccaniche: le macchine possono tornire, fresare, rettificare, dentare, rullare... le ultime applicazioni sono laser. Il concetto multifunzionale Emag ha conglobato tre funzioni fino a oggi distinte: carico e scarico da parte del mandrino porta pezzi di lavorazione; lavorazione (multiprocesso); misurazione in macchina. Per questi motivi la macchina multitask si può associare a un sistema di lavorazione multifunzionale come esso è descritto in tutti i nostri cataloghi. Nell’ottica del tipo di lavorazione effettuabile e osservando le richieste Giuseppe Andorlini, (Breton) Che cosa è una macchina multitask? È quella macchina che riesce a eseguire al suo interno e sullo stesso pezzo diverse tipologie di lavorazione (tornitura, fresatura, rettifica), che in passato venivano eseguite su macchine diverse (torni, fresatrici, rettificatrici). La macchina multitask può assumere diverse configurazioni in funzione della grandezza e del peso del pezzo da lavorare: su geometrie medio-piccole è validissimo il concetto di Emag, per cui è conveniente movimentare il pezzo attraverso le differenti lavorazioni. Al contrario, per geometrie mediograndi è preferibile accostare al pezzo i vari mandrini di lavorazione per lo svolgimento delle relative operazioni. Il concetto è quello di eseguire sul pezzo tutte le lavorazioni possibili per cercare di arrivare dal grezzo al finito sulla stessa macchina, quindi con il minor numero di trasferimenti e posizionamenti possibili. Noi, in particolare, sulla nostra Ultrix eseguiamo tornitura, fresatura e rettifica sia in verticale sia in orizzontale. Grazie alla nuova tecnologia di lavorazione ad alta velocità e allo sviluppo di nuove qualità di utensili, sulle macchine multitask, potendo disporre sulla stessa macchina di differenti tecnologie, si possono sostituire alcune tipologie di lavorazione con altre: utilizzando una tornitura ad alta velocità su pezzi temprati si ottiene una finitura con qualità molto simile a quella ottenibile con una rettifica ma con costi sensibilmente più bassi. Al fine di ottenere il miglior risultato al minor costo possibile, l’utilizzatore di una macchina multitask dovrebbe per prima cosa effettuare una corretta scelta della sequenza e del tipo di lavorazione; a esempio è inutile svolgere un’operazione di fresatura in interpolazione ove sia possibile ottenere la stessa geometria con una operazione, molto più economica, di tornitura. Anche noi crediamo che la multitask sia la macchina in grado di dare ai nostri utilizzatori un impulso verso una maggiore competitività. Pellegrini Semplificando, si mettono insieme sulla stessa macchina un tornio e una fresa: mentre si esegue la tornitura la fresatrice è inutilizzata e, sostanzialmente, serve solo a reggere l’utensile con la conseguenza che la macchina che si sta usando per tornire è molto più costosa di un tornio. Andorlini È più costosa, ma si riducono notevolmente i tempi di set up che si avrebbero movimentando il pezzo da una macchina all’altra. Abbiamo simulato la realizzazione di uno stampo e abbiamo visto che, utilizzando una macchina multifunzionale, si riescono ad abbattere dell’80% i tempi morti! Inoltre, la precisione del pezzo finito è notevolmente superiore dato che si annullano gli errori dovuti ai posizionamenti successivi. Sarebbe un errore giudicare le macchine multitask utili a produrre lotti elevati; esse sono sicuramente vincenti ed eccellenti soprattutto per piccole serie o pre-serie in considerazione del fatto che l’utilizzatore riesce a essere più reattivo nei confronti del mercato e a dare una risposta qualitativamente più efficace e veloce a costi inferiori al proprio cliente. Franco De Bernardi (Duplomatic) Sono attualmente un consulente di Duplomatic di cui, fino a 3 anni fa, sono stato direttore tecnico. Mi occupo soprattutto degli aspetti tecnici e di ricerca e sviluppo. La nostra funzione è quella di supportare i clienti costruttori di macchine: noi produciamo sistemi complessi che completano e caratterizzano le macchine. Vendiamo componenti per sempre più pertinenti ed efficaci. Oggi sull’asse B possiamo effettuare una vasta gamma di lavorazioni in virtù delle notevoli velocità di rotazione e, entro certi limiti, anche operazioni di rettifica e dentatura. Ugo Ghilardi (DMG Italia) Sono direttore commerciale di DMG Italia Bergamo. Multitask per noi significa mettere in gioco delle risorse al fine di avere la completa realizzazione del pezzo. Tali risorse saranno sia fisiche (mandrini, teste, assi), sia appartenenti ad altre categorie (software, collaborazioni tecniche, servizi in genere). Se non si realizza questa sinergia di risorse non è detto che si possano ottenere vantaggi competitivi dall’utilizzo di una macchina multitask rispetto a una convenzionale. La nostra gamma è di circa 100 macchine di cui il 20 % sono multitask. Il mercato ci mostra un trend positivo di queste macchine ma non è chiaro quantificare tale crescita dal momento che non è ancora determinato l’effettivo ritorno sull’investimento. Negli ultimi 2 anni è in forte aumento la richiesta di macchine di dimensioni importanti che permettano di operare su pezzi oltre il metro. Ciò si può spiegare considerando i palesi vantaggi nella gestione e manipolazione del componente con un aumento del grado di automazione e una riduzione del tempo di lavorazione. Su pezzi piccoli, soprattutto per serie di produzione, notiamo invece una relativa stabilità del mercato. Per tali motivi ritengo che l’effettivo vantaggio competitivo si possa conseguire solo a patto di modificare l’approccio globale alla lavorazione meccanica e sono d’accordo con i colleghi nel credere che nel prossimo futuro si avrà una crescita notevole. Tale sviluppo non sarà collegato al vantaggio economico ma a un cambiamento generalizzato del concetto di ciclo di lavorazione legato all’effettiva necessità di ridurre i tempi attivi e passivi finalizzata all’ottenimento di una maggiore flessibilità. Fiorenzo Magro (Yamazaki Mazak) Rappresento la filiale italiana di Yamazaki Mazak Corporation. Mazak è stata pioniera in questo RMO numero 88 giugno • 2005 macchine: le torrette, i sistemi di motorizzazione utensili, l’asse B, quindi gruppi funzionali progettati per le macchine multitask. Duplomatic ha colto questa sfida a partire dagli anni 80 quando sono state concepite le torrette motorizzate ed è nato un primo esempio di multitask, anche se con caratteristiche limitate. Quello di unificare su una sola macchina le lavorazioni a pezzo rotante e quelle a utensile rotante è stato, infatti, un primo esempio di multifunzione. Una delle nostre prime realizzazioni in questo ambito è stata proprio la torretta motorizzata che ha permesso di rendere un tornio capace di svolgere delle operazioni di fresatura, foratura ecc. Siamo passati, in seguito, alle torrette motorizzate con asse Y per poter ottenere anche delle lavorazioni fuori asse. Successivamente, abbiamo realizzato l’asse B sul quale si possono effettuare tutti i movimenti: lavorazioni con utensili inclinati, movimenti di interpolazione ecc. Abbiamo cercato di seguire i costruttori nel realizzare queste macchine fornendo delle risposte 99 APPROFONDIMENTI RMO numero 88 giugno • 2005 Fiorenzo Magro è responsabile del servizio ingegneria vendite di Yamazaki Mazak Italia s.r.l., filiale Italiana della multinazionale Giapponese Yamazaki Mazak corporation, leader mondiale nella produzione di macchine utensili. La filiale Italiana, presente direttamente sul nostro mercato dal 1990, si occupa della commercializzazione dei propri prodotti di provenienza dai vari stabilimenti sia Giapponesi sia europei (Regno Unito), prodotti che abbracciano tutte le necessità produttive nell’ambito delle lavorazioni meccaniche, tornitura, fresatura, macchine multitask, automazione integrata ecc. rivolti sia alla piccola sia alla grande impresa. 100 Magro Abbiamo modelli fino a dodici assi, gli assi aggiuntivi servono a completare tutte le operazioni in un unico piazzamento. Ciò significa che all’interno della macchina utensile il pezzo può essere scambiato tra i mandrini oppure gestito attraverso la rotazione dell’asse B; in pratica possiamo raggiungere tutte le posizioni nello spazio e garantire tutte le lavorazioni. Osserviamo spesso, durante le dimostrazioni presso i clienti, quanto essi siano impressionati al primo impatto con queste macchine e quanto siano poi sorpresi nello scoprire che una tecnologia così avanzata e complessa possa essere gestita più facilmente del previsto. Il lavoro molto duro degli ultimi anni è stato volto a integrare l’architettura della macchina, la tecnologia meccanica, la parte elettrica e la parte software: oggi possiamo generare direttamente a bordo macchina i percorsi utensile su piani inclinati potendo gestire le lavorazioni direttamente in officina. Pellegrini Per un cinque assi è più semplice? settore. Dal lontano 1991 ha infatti introdotto una famiglia di macchine multitask: la Integrex, di cui stiamo producendo la terza serie. Abbiamo un parco macchine installato di oltre 15.000 unità nel mondo, di cui circa 600 in Italia. Su una macchina Multitask si articolano teste di tornitura (proprie del tornio) e motomandrini (propri dei centri di fresatura), che possono garantire come risultato finale prestazioni e qualità di lavorazione che sono la sintesi delle varie famiglie di macchine. La nostra esperienza ultradecennale non si è limitata alla progettazione delle sole macchine multitask ma si è estesa all’unità di governo. Noi forniamo unità di governo proprietarie, con una interfaccia che consente all’utilizzatore di operare a bordo macchina in maniera molto confortevole. Si comprende sempre più la necessità di integrare queste macchine con un linguaggio che possa garantire una effettiva semplicità di programmazione. Pellegrini Si tratta di macchine a cinque assi? Magro Sì. Se, però, consideriamo i cinque assi simultanei e tutti interpolabili, la generazione di percorsi utensile va effettuata su dispositivi come sistemi CAM dedicati, con post-processore che sono esterni alla macchina. Pellegrini La sua definizione di multitask è sostanzialmente diversa da quella di De Bernardi tendendo a porre come limite una macchina estremamente complessa. Magro Sì. Io definirei multitask solo quella macchina che possa completare la lavorazione su tutte le 6 facce del pezzo autonomamente. Sebbene anche un tornio a due assi rappresenti un innalzamento delle capacità operative potendo effettuare lavorazioni che prima dovevano essere necessariamente effettuate su più macchine, restringerei la definizione di multitask a una tecnologia più avanzata. Francesco Romanò Sono dirigente presso la Iscar Italia e ho la responsabilità del servizio metodi di fabbricazione e attrezzamento macchine utensili. Ci siamo inseriti in questo settore piuttosto tardi rispetto ad altri nostri concorrenti. Oggi, dopo aver osservato il mercato e i suoi sviluppi, Iscar si propone al costruttore di macchine utensili, attraverso questo nuovo servizio, con soluzioni competitive proiettate nel futuro. Stiamo investendo moltissime risorse in questo progetto. Lo scopo è quello di supportare sempre più la propria clientela attraverso la collaborazione nello studio di nuove metodologie produttive, la ricerca di utensili speciali sempre più sofisticati e la loro sempre più accurata realizzazione. Il fine ultimo è quello di fornire un servizio che punti alla riduzione dei costi di produzione e quindi del costo pezzo. Parlando delle multitask, condivido quello che è stato detto finora, in particolare metterei in risalto le potenzialità legate al minor tempo di set up e alla maggiore precisione, qualora le condizioni di lavoro lo permettano. Tuttavia, penso che queste macchine non possano sostituire quelle più convenzionali sino a oggi utilizzate, ma sicuramente dovranno affiancarsi e integrasi a esse. Ma fino a che punto? Il limite dovrebbe essere cercato in corrispondenza del minor costo/pezzo. In prima analisi direi che la condizione ottimale dovrebbe aversi in corrispondenza alle lavorazioni di piccoli lotti ripetitivi, di particolari lavorati su tutte e sei le facce ove vi sia un generale equilibrio tra le operazioni di tornitura e fresatura. Osservando al nostro interno, le lavorazioni di tornitura e fresatura di utensili speciali non vengono quasi mai interamente eseguite su un’unica macchina: si predilige operare fino a un certo punto su macchine multitask, dove vengono creati dei riferimenti precisi che permettano un riposizionamento su altre macchine dedicate a lavorazioni specifiche, a garanzia di uno standard qualitativo molto elevato. Secondo il mio parere, per un’azienda che gestisce un proprio prodotto e lavora per piccoli lotti, la macchina multitask può dare grandi vantaggi. Contrariamente, per il chi lavora conto terzi, non potendo pianificare e organizzare il proprio lavoro nel medio periodo, risulta difficile investire in questa costosa Pellegrini Per risolvere le problematiche legate al lavoro del tornio? Romanò Sì. Credo che oggi una buona parte di costruttori stia procedendo verso tale direzione. Noi personalmente abbiamo delle importanti collaborazioni in atto, finalizzate allo sviluppo di questo sistema. Finalmente un sistema di utensili o portautensili unificato che possa essere gestito simultaneamente su macchine tornitrici, centri di lavoro, macchine multitask ecc. Pellegrini Per quanto riguarda la gamma di lavorazioni effettuabili mi sembra di capire che la rettifica entrerà a buon diritto nella famiglia di operazioni della macchina multitask. Magro Riguardo ulteriori applicazioni tipo rettifica e dentatura da effettuare su macchine multitask bisogna fare alcuni distinguo: pur essendo possibili già da tempo, esse richiedono una valutazione economica. Il mio parere è che tali lavorazioni debbano essere effettuate solo quando i numeri non sono elevati. Al contrario, per lotti di decine di migliaia di pezzi diventa antieconomico fare un’operazione specializzata, quale può essere la rettifica, su una macchina multitask rispetto a una macchina dedicata. Pellegrini Il problema è quello di capire come un utilizzatore possa aumentare la sua competitività investendo in una macchina utensile multitask. Lavazza Sebbene noi ‘utensilieri’arriviamo dopo che la macchina sia stata acquistata, capita che il cliente ci chieda se una multitask possa essere una soluzione conveniente dal punto di vista economico. Tale fatto ci fa capire che certe scelte, pur costando parecchio, spesso vengono fatte anche emotivamente, per la voglia di essere innovativi e di avere macchine che gli altri non hanno. Pellegrini Venti anni fa si diceva questo anche dei sistemi CAD che poi, spesso, sono rimasti inutilizzati... Lavazza Chi acquista una multitask intravede istintivamente una potenzialità notevole: spesso è incapace di RMO numero 88 giugno • 2005 tipologia di macchine. Sicuramente, la tendenza odierna di ridurre i magazzini, la ricerca esasperata della massima flessibilità e l’elevato costo dello spazio occupato per produrre, sono fattori di importanza determinante verso questo tipo di approccio. La scelta di una macchina multitask, potrebbe essere vista allora come una scelta strategica più che economica. Iscar sta guardando con attenzione alla crescita di questo mercato e sta investendo molto nella ricerca e realizzazione di un programma di utensili mirato per le macchine mutitask. Il sistema offerto è quello dello standard DIN69893 HSK63 modificato secondo nuove specifiche che prevedono cave di posizionamento di tolleranza ristretta, questo per migliorare il posizionamento del tagliente utensile rispetto all’asse di rotazione del pezzo. 101 APPROFONDIMENTI RMO numero 88 giugno • 2005 102 quantificarne immediatamente i benefici che, però, emergono poi durante l’effettivo utilizzo della macchina. A esempio, è difficile affermare quanto valgano la crescita professionale del personale, che è obbligato a modificare l’approccio alle lavorazioni nei tempi e nei metodi, il risparmio nello spazio e la programmazione più semplice del flusso della produzione. Avendo una sola macchina sarà inoltre molto più semplice gestirne il grado di saturazione. Per contro, il costo orario è maggiore. Al fine di valutare la convenienza dell’acquisto di una macchina multitask, la realtà aziendale andrebbe esaminata caso per caso. Pellegrini Romanò ha affermato che una macchina ‘dedicata’a una particolare lavorazione potrebbe offrire un livello di qualità superiore rispetto a una macchina multitask dato che è stata progettata solo per quella funzione. Cosa ne pensa lei? Una macchina multitask tornisce bene come un tornio e fresa bene come una fresatrice? Lavazza Dovremmo definitivamente chiarire quale è il nostro concetto di multitask. Definirei con questo termine macchine che hanno l’asse B e che sono in grado di lavorare con 5 assi simultanei; le altre potranno essere macchine multiscopo o per applicazioni speciali, che eviterei però di chiamare multitask. In ogni caso, per quello che ho potuto sperimentare la risposta è affermativa: fresa bene quanto un centro di lavoro e tornisce bene quanto un tornio; anche dal punto di vista del volume di truciolo asportato per me non ci sono differenze. Pellegrini A parte i costi, si tratta quindi di un vero tornio e una vera fresa? Lavazza Sì, se si tiene conto dei moderni metodi di asportazione di truciolo, che prevedono velocità di taglio alte, avanzamenti elevati e bassa profondità di passata. In questo contesto la macchina multitask è assimilabile a un centro di lavoro moderno o a un moderno tornio. Magro A mio avviso nella realtà quotidiana c’è ancora molto da imparare su quello che sono le reali possibilità delle macchine multitask. Concordo con Lavazza sulla capacità di effettuare tutte le operazioni, dalla fresatura alla tornitura, dalla foratura fino alla lavorazione in alta velocità, non solo perché hanno un mandrino con un alto numero di giri, ma perché gli assi che lo sostengono sono progettati con gli stessi concetti del centro di lavorazione. La scelta di spostarsi su una macchina dedicata per effettuare una particolare lavorazione è soggettiva e può essere fatta per motivi contingenti. Zambon La nostra posizione è sicuramente diversa da tutte quelle proposte: il concetto di Emag ha le sue radici nelle linee a u e nelle unità monofunzionali introdotte all’inizio degli anni 80; in Italia non sono state molto popolari ma in America, per un periodo abbastanza lungo, hanno goduto di un indiscutibile successo. Ogni unità, che doveva essere ‘dedicata’, effettuava esclusivamente una certa lavorazione: l’operatore caricava e scaricava manualmente il pezzo portandolo a fare la fresatura, la tornitura e tutte le altre lavorazioni. Emag ha sostituito l’operatore con un mandrino pick up che, in automatico, porta il pezzo alle successive fasi di lavorazione. È per tale motivo che il concetto Emag di multitask è sostanzialmente diverso da quello esposto da Magro e che le nostre macchine sono decisamente orientate al mercato dell’alta produzione. Il 5 assi non è per noi l’elemento determinante, se non in applicazioni molto speciali; il 50-60% del totale è rappresentato da normali applicazioni di fresatura, tornitura, foratura e maschiatura. Affrontando il problema con il nostro concetto di pick up, si ottengono indiscutibili vantaggi quali: l’eliminazione totale di tutti i sistemi di carico e scarico, una riduzione degli spazi impegnati con lay-out molto contenuti, meno personale impegnato nella gestione di queste linee e, infine, una qualità prodotto molto più controllata, a causa del minor numero di passaggi da macchina a macchina effettuati dagli stessi mandrini, dunque molto più precisi rispetto ai classici posizionamenti effettuati da robot o da altri sistemi. La grossa fetta delle soluzioni approcciabili con le macchine multitask Emag ricade nel campo dell’automotive con dimensioni lavorabili generalmente comprese tra i 250 e 400 mm. Si tratta di grandi serie ed esistono stabilimenti interi che lavorano con questi sistemi. Pellegrini Come cambiano le caratteristiche del prodotto in termini di precisione e accuratezza geometrica? È chiaro che se si riducono i piazzamenti successivi e i relativi errori, ci si guadagnerà anche in qualità. Zambon Sicuramente. Bisogna considerare però che completare un componente complesso in un unico piazzamento non è cosa usuale. Quello che si ha è una forte riduzione del numero di piazzamenti: anziché passare su 10 macchine convenzionali il pezzo passerà su 5 macchine che sono multitask. Esisteranno alcune macchine multitask con caratteristiche più vicine al tornio e alla foratura-maschiatura, altre alla tornitura-rettificatura ecc. Un esempio calzante è quello della produzione di una scatola differenziale: essa va lavorata su macchine che, oltre a permettere la tornitura e avere le torrette, abbiano le unità laterali per finire tutti quegli elementi che prevedano lavorazioni ortogonali rispetto a quelle standard di un tornio. Torno a ribadire che noi sviluppiamo progetti intorno a un pezzo: all’interno del centro tecnologie Emag esistono 12 gruppi tecnologici ognuno dei quali è dedicato allo sviluppo di macchine adatte alla produzione di pezzi strategici dedicati all’automobile. Pellegrini Per cui lei concorda con il sig. Lavazza che diceva di poter includere un transfer flessibile all’interno della definizione di multitask? Zambon Il transfer flessibile è una soluzione a metà strada, tra la macchina multitask in senso stretto e queste linee di lavorazione di prodotti. APPROFONDIMENTI RMO numero 88 giugno • 2005 104 Esso offre una ampia gamma di possibilità su famiglie di pezzi risultando estremamente flessibile a effettuare altre produzioni. Magro Direi che Zambon ha fatto un quadro molto chiaro. In Mazak l’espressione multitask non è nata intorno a un pezzo specifico ma intorno al concetto di macchina utensile, curando la sezione dedicata al tornio, alla fresatura, all’asservimento e al cambio utensili. È stato creato un prodotto che dal giorno della sua presentazione sul mercato ha permesso di esplorare nuovi modi di produrre. L’architettura della macchina resta legata a una scelta di mercato. Pellegrini Sia l’aspetto di come afferrare il pezzo sia quello di come gestire la cinematica sono preziosi al fine di definire e circoscrivere il mondo del multitask. Andorlini È indiscusso il fatto che la multifunzionalità possa portare dei vantaggi all’utilizzatore. Non importa se essa è approcciata secondo il modello proposto da Emag in cui l’architettura della macchina si sviluppa intorno a un pezzo da produrre in larga scala oppure se essa ha origine da una scelta del costruttore tipo Breton, Mazak o DMG di cercare di creare un vantaggio competitivo per il cliente indipendentemente dal pezzo da produrre. Pellegrini È chiaro che tutte queste idee sono legittime e provano che le macchine multitask sono vincenti dal punto di vista commerciale. Battello Tra i maggiori costruttori che in questi anni si sono orientati verso le macchine multitask, figurate voi di Emag e Breton. Ma so che anche un altro vostro concorrente sta cercando di mettere insieme una macchina con l’asse B, con una testa unica che tornisce e fresa. State progettando di costruire anche voi una macchina simile? Zambon Siamo molto vicini alla realizzazione di questo tipo di macchina. L’interesse di Emag è quello di allargare il campo applicativo a più pezzi possibile, spostando soluzioni che fino a ieri erano proprie delle macchine convenzionali all’interno del confine di quelle ottenibili con le macchine multitask. Crediamo che la soluzione sia quella di lavorare all’interno di standard produttivi evitando di produrre macchine speciali monoutente i cui costi ne rendono impensabile l’utilizzo nel mondo moderno. Battello Posso confermare che dal 1991 l’elenco dei costruttori di macchine multitask è aumentato di giorno in giorno. Per fare un esempio, Padovani, diventata ora Emco, costruiva torni montando le torrette Duplomatic che potevano sia tornire sia fresare; anche se, a mio avviso, avere un mandrino che fresa offre risultati migliori rispetto a una unità motorizzata. Ghilardi Volevo esporre i criteri che secondo noi servono a definire o meno una macchina multitask. Innanzitutto la macchina deve avere la possibilità di 5 assi di lavorazione simultanea e il pezzo deve poter essere lavorato sia da fermo che in rotazione. Anche l’utensile deve lavorare sia da fermo sia in rotazione e deve esserci una serie di asservimenti alla macchina quale il cambio utensile e il carico e scarico automatico del pezzo. Deve avere tutta una serie di software a corredo che permettano il controllo dell’utensile durante qualsiasi tipo di movimento nello spazio e il controllo delle tolleranze nel raggio di azione dell’utensile. Dovrebbe, infine, essere corredato dell’MF-Programmer che è il sistema di programmazione a bordo macchina. Pellegrini Questa è la definizione di una fresatrice a 5 assi... Ghilardi: No, il pezzo può essere lavorato sia da fermo sia in rotazione. Il problema della fresatrice a 5 assi è che non può tornire, oppure non può scambiarsi il pezzo tra più mandrini; nei nostri modelli si possono anche fresare pezzi molto grandi, fino a 2,5 m con la possibilità di avere un monitoraggio durante la lavorazione. De Bernardi Ho sentito tante definizioni e vorrei astenermi dall’esercizio dialettico di porre un limite alla definizione di macchina multitask. A mio avviso, la macchina multitask è nata come esigenza di mercato da una parte e proposta dei costruttori dall’altra. Credo che essa possa essere caratterizzata da molti aspetti, dei quali i principali sono le funzioni di tornitura e fresatura, e altri sono il carico e scarico automatico e la misura dei pezzi. Dal punto di vista dei produttori di utensili, possiamo fare qualche osservazione sulle difficoltà con cui ci siamo scontrati quando abbiamo voluto fare un sistema di attacco utensile per macchine multitask con l’asse B. Il primo problema che abbiamo affrontato è stato quello di poter bloccare l’utensile di tornitura su un mandrino che era nato per la fresatura, problema che come approfondiremo più avanti è stato poi risolto. Battello Il concetto di macchina multitask sconvolge un po’: di solito un cilindro si ottiene su un tornio. Sarebbe possibile, invece, ottenerlo per fresatura, tornendo? Questa può sembrare una provocazione, ma serve per introdurre il tema dell’accuratezza geometrica. Pellegrini Questo è un argomento che trovo centrale. Che cosa cambia oltre alla produttività? Le forze scambiate, la deflessione del pezzo e quindi l’accuratezza geometrica? Volevo sentire il vostro parere. Ho già raccolto un commento di Lavazza che diceva che non cambia sostanzialmente nulla e che le prestazioni delle macchine multitask sono equivalenti alle altre. Lavazza Intendevo le prestazioni in termini di volume di truciolo; non mi riferivo alla precisione geometrica. Pellegrini Però la precisione geometrica è qualcosa che si vende. La capacità di stare in tolleranze più strette, in termini di competitività, può essere un punto a favore del multitask? De Bernardi Riguardo la competitività della macchina multitask basta ricordare che anche configurazioni semplici, come un tornio con l’asse B con interpolazione su cui sia posizionata una torretta al posto di un elettromandrino, possono fornire prestazioni molto valide con costi di poco superiori a quelli di una macchina con torretta motorizzata. Questa macchina, adatta alla foratura-fresatura contribuisce ad arricchire il campo delle possibilità che può avere l’utilizzatore. Esistono parecchie configurazioni di costo che possono permettere a un utilizzatore di fare scelte sempre più appropriate. Ghilardi Avendo a catalogo macchine multitask derivanti sia dal concetto principale di tornitura sia da quello di fresatura, possiamo disporre di una vasta gamma nel caso in cui un cliente decida di investire nel multitask. L’esempio a cui faceva riferimento l’ingegnere è un entrylevel del multitask che è già molto conosciuto nel mercato italiano: i numeri sono consistenti, soprattutto se parliamo di lavorazione da barra, di macchine con asse B, due torrette e contromandrino. A mano a mano che si sale di livello ci si rende conto che esistono settori applicativi che rispondono meglio di altri: ad esempio il settore aerospaziale, aeronautico, oppure alcuni settori specializzati legati alla generazione di energia elettrica tipo la produzione di turbine, ove chiaramente necessità e geometrie sono già determinate. Pellegrini Questa macchina ha delle potenzialità: bassi tempi di taglio, bassi tempi morti, possibilità di realizzare superfici complesse. Mi sto convincendo sempre più dell’idea che queste macchine assomiglino a un super centro di lavoro. Quando si cominciava a parlare di centri di lavoro, circa 25 anni fa, si facevano esattamente gli stessi discorsi; la differenza sta nel fatto che oggi le multifunzionali sono utilizzate e si trovano già nei capannoni. Ghilardi Abbiamo notato che la macchina multitask provoca una grande necessità di revisione dei processi per gli utilizzatori andando a impattare tutte le funzioni aziendali. Questo rappresenta un segno di cambiamento radicale e crescita determinante per il futuro. Come costruttori, ci stiamo sforzando di Ugo Ghilardi è direttore commerciale di DMG Italia Bergamo con sede in Brembate Sopra (BG). DMG Italia è l’azienda di vendita e servizi del gruppo DMG (Deckel Maho Gildemeister) per il mercato italiano. DMG produce, in Germania, negli stabilimenti di Pfronten, Seebach, Geresteried, Bielefeld e in Italia negli stabilimenti Gildemeister Italiana e Graziano. Oltre 5.000 macchine anno e un miliardo di euro di fatturato sono i numeri che fanno di DMG un leader del mercato mondiale nel settore delle macchine utensili per asportazione di truciolo. RMO numero 88 giugno • 2005 Andorlini La macchina multifunzionale è sicuramente più competitiva in quanto ha maggiore precisione, versatilità e rapidità di risposta. La nostra Ultrix, essendo derivata da una fresatrice, unisce alle precisioni geometriche e dimensionali di una fresatrice quella di un tornio di qualità. Potendo tornire in orizzontale e verticale, fresare in cinque assi continui, rettificare in tondo e in rettilineo, Ultrix mette realmente a disposizione dell’utilizzatore un patrimonio di concorrenzialità. Sebbene io ritenga che qualsiasi attrezzista dovrebbe averla, capita che l’utilizzatore non riesca a percepirne i vantaggi: è spaventato dal costo e dalla presunta difficoltà di utilizzo, fattori che sono solo apparenti. L’acquisto di una macchina multitask infatti non rappresenta solo un aspetto produttivo, ma coinvolge tutta la struttura aziendale a partire dall’ufficio tecnico, la programmazione, fino a impattare sull’organizzazione dell’officina. Se con l’acquisto di una macchina multifunzionale si guarda quindi tutto il processo è facile apprezzarne subito i vantaggi tecnici ed economici. Punti di particolare importanza sono il sistema CAM che deve riuscire a eseguire operazioni di fresatura e tornitura sullo stesso oggetto solido e l’aspetto di gestione della produzione: la possibilità di eseguire l’insieme delle lavorazioni su una sola macchina può portare a ridurre notevolmente il personale necessario. La possibilità di non dover spostare il pezzo da una macchina a un’altra può consentire anche operazioni non presidiate o controllate a distanza tramite un telefono cellulare. Quindi oltre alle potenzialità intrinseche della macchina ne esistono tutta una serie a margine. Al fine di sfruttare al meglio questi vantaggi, l’acquisto di una macchina multitask andrebbe effettuato contestualmente a una riorganizzazione della parte tecnica/tecnologica e alla formazione del personale. 105 stabilire una relazione globale con il cliente che possa spaziare dal servizio commerciale a quello tecnico e di approvvigionamento. Questo per noi è un elemento molto importante. Romanò Volevo riallacciarmi agli interventi inerenti alla qualità riprendendo un discorso che inizialmente avevo lasciato in sospeso: la mia osservazione in merito alla maggiore qualità derivante da operazioni di ripresa realizzate in fasi successive, non vuole mettere minimamente in discussione la precisione di queste macchine ma vuole evidenziare il fatto che esistono problematiche tecnologiche che ne limitano l’applicazione. Se la necessità è quella di ottenere un pezzo finito partendo da barra o spezzone con una notevole massa di asportata, tornita e fresata, il taglio delle fibre del materiale lavorato e il calore apportato durante il processo di truciolatura generano nel manufatto tensioni e deformazioni tali che ne impediscono il completamento. È per questo che in presenza di strette tolleranze costruttive nasce l’esigenza di arrivare sino a un certo punto del APPROFONDIMENTI RMO numero 88 giugno • 2005 106 tornitura sia di fresatura. La macchina multitask ha permesso di portare avanti il concetto di lavorazione non presidiata che, con il tornio a controllo numerico, ancora oggi non è stato affrontato e risolto completamente dal punto di vista della vita dell’utensile. Il tornio a controllo numerico, infatti, non prevede il cambio utensile e quindi, dopo alcune ore di lavorazione, la macchina deve essere necessariamente fermata per ripristinarne il tagliente. Con la macchina multitask, invece, ho la possibilità di raggiungere un’autonomia molto maggiore grazie all’esistenza del magazzino utensili, che consente di caricare utensili di tornitura multipli. Franco De Bernardi è consulente tecnico e in ricerca e sviluppo di Duplomatic Automazione S.p.A., azienda che dal 1952 produce e commercializza componenti per macchine utensili di ogni tipo: torrette portautensili, sistemi di motorizzazione utensili, l’unità multifunzione Asse ‘B’ e la tavola wireless W20. Da sempre in rapporto di partnership con i costruttori, Duplomatic è in grado di offrire un affiancamento tecnico costante e in ogni fase, una territorialità del servizio attraverso la presenza locale nei cinque continenti e una gamma diversificata di prodotti tecnologicamente avanzati. ciclo per poi togliere il pezzo dalla macchina, controllarne la geometria per poi completare la parte di finitura su una macchina dedicata. A esempio, nella produzione di pezzi per l’industria aerospaziale, esistono materiali (superleghe) dove queste problematiche sono molto esasperate. Il fenomeno delle deformazioni è così alto che rendono impossibili delle lavorazioni ‘done in one’(fatte in un solo piazzamento) proprie delle macchine multitask. Ribadisco comunque che investire in macchine multitask è di importanza strategica a condizione di creare sistemi produttivi ben integrati, strutturati e ottimizzati. Lavazza Riguardo alla competitività delle macchine multitask vorrei parlare un momento di lavorazioni non presidiate. Da parecchi anni è possibile realizzarle senza alcun problema sul centro di lavoro, mentre risulta un po’più complicato sul tornio a controllo numerico tradizionale. Ho avuto occasione di incontrare aziende che hanno acquistato il multitask non solo per la necessità di lavorare il pezzo su 5 assi, ma soprattutto perché sul pezzo sono previste sia lavorazioni di De Bernardi Non sono d’accordo su questa affermazione: noi stiamo fornendo alcune torrette motorizzate su macchine con cambio utensili, che tengono conto del tempo di usura del tagliente. Attrezzando un tornio a controllo numerico con queste torrette e rifornendo il magazzino utensili si può avere un prolungamento notevole del tempo, delle funzioni e quindi del numero dei pezzi ottenibili senza presidio. Andorlini Riguardo alla competitività delle macchine multitask, almeno per quanto riguarda la filosofia di Breton per questa tipologia di macchine, vorrei aggiungere che la capacità di ispezione e controllo del pezzo in process nel prossimo futuro sarà una funzione da non trascurare. Battello Un’altra domanda importante è: perché azzerare un utensile e non utilizzare invece un presetting fuori macchina, al fine di recuperare i tempi? Mi riferisco al chip che è stato introdotto all’inizio degli anni 90 sugli FMS, cioè sulle linee del settore automobilistico. Bisogna sottolineare che però anche in tale settore si sta cercando di separare il discorso della produttività da quello della gestione del magazzino utensili, collegandola prevalentemente al concetto di alta velocità. Pellegrini Alta velocità vuol dire alto numero di giri del mandrino? Andorlini Per Breton il concetto di alta velocità è un concetto di alta velocità globale. È tutto il processo che deve aumentare la sua velocità se vogliamo aumentare la nostra competitività. Ecco perché secondo noi per fare alta velocità non serve solo un mandrino che gira velocemente, ma anche una macchina con una dinamica che permetta sia alte velocità del percorso utensile sia di completare tutte le lavorazioni richieste sul pezzo nel minor tempo possibile. Battello L’asse B della macchina multitask può tornire e fresare con lo stesso mandrino; usando gli utensili giusti, quindi, si può anche indexare e ottenere dei vantaggi ruotando il tagliente, o utilizzando mini-torrette direttamente sulla macchina. Per sfruttare al meglio le possibilità dell’asse B, abbiamo introdotto degli utensili bitaglienti. Uno dei problemi principali è stato quello di gestire la posizione del mandrino in fresatura e tornitura: durante la tornitura, infatti, occorre bloccare meccanicamente il mandrino e liberare i cuscinetti dai carichi dovuti all’asportazione. Pellegrini Il problema è evidentemente che sull’asse B vengono utilizzati utensili che hanno esigenze diverse tra loro: un buon tornio deve tenere fermo l’utensile e, al limite, gestire la possibilità di una compensazione mentre una buona fresa deve fare girare l’utensile il più forte e il più regolarmente possibile. Tenere l’utensile al tornio è radicalmente diverso da tenerlo alla fresa. Aggiungo che è differente gestire una mola e credo che esistano delle teste apposite dato che l’asse B non può girare così velocemente come necessario. Questo è il cuore del problema ed è evidente che il mandrino diventa elemento critico. Io mi chiedo se il mandrino possa determinare il successo della macchina e il livello delle sue prestazioni e mi rivolgo a tutti gli utensilieri che si trovino ad affrontare il problema di come afferrare l’utensile in macchina. De Bernardi Definiamo le caratteristiche Andorlini Fino a pochi anni fa gli elettromandrini erano poco performanti dal punto di vista della velocità rotazionale; sulle macchine utensili si usavano essenzialmente dei motomandrini e mandrini meccanici. Solo negli ultimi 6-7 anni l’elettromandrino si è sviluppato notevolmente, fino ad arrivare a potenze e coppie molto elevate con ingombri limitati. Per tale motivo, sulla nostra macchina Ultrix forniamo al cliente due possibilità: utilizzare un mandrino per fresatura e tornitura utilizzando lo stesso attacco utensile sull’elettromandrino e con il quale si possono utilizzare anche mole da rettifica fino a 18000 giri, oppure, per chi vuole andare a velocità superiori, un bareno di tornitura a fianco del mandrino di fresatura e rettifica che permette di operare in un ‘range’di velocità fino a 40000 giri/min. Magro Un punto critico legato all’asse B è il contenimento delle dilatazioni termiche che si creano su questa unità in quanto supporta l’elettromandrino: RMO numero 88 giugno • 2005 peculiari di un asse B con un elettromandrino. L’elettromandrino diventa il cuore del sistema, esso deve essere un ottimo mandrino per fresatura e un eccellente supporto per l’utensile di tornitura. Esitono due esigenze da soddisfare: la rotazione, magari ad alta velocità, e la lavorazione a utensile fisso per cui è necessario bloccarlo rigorosamente nello spazio. Queste due caratteristiche sono state coniugate in maniera eccellente. Oggi forniamo elettromandrini per asse B che possono arrivare a 30-40 kW con velocità fino a 12.000 giri/min. Anche la mola può essere utilizzata dato che ci sono le velocità necessarie. Questo mandrino è in grado di bloccarsi in una posizione e sostenere l’utensile per la tornitura. Il problema è sorto a livello di giunzione tra mandrino e utensile; dopo molti sforzi, si è giunti a una soluzione assieme a Sandvik. L’elettromandrino può essere montato su una tavola rotante asse ‘B’, in grado di avere un posizionamento continuo e poter fare l’interpolazione, ma al momento della tornitura deve essere bloccato rigidamente per poter eseguire le sue funzioni con efficienza in ogni condizione di lavoro. 107 APPROFONDIMENTI RMO numero 88 giugno • 2005 108 15000. Il raggiungimento di queste condizioni, vicine alla soglia di criticità assieme all’esigenza di fornire al cliente una garanzia oltre le 8000 ore, rende necessario focalizzare l’attenzione su questo componente. Giuseppe Andorlini è direttore sviluppo prodotto di Breton S.p.A. L’azienda è attiva nella progettazione e produzione di macchine e impianti per la lavorazione della pietra naturale; impianti per la fabbricazione della pietra composita; centri di lavoro multifunzionali e fresatrici per l’alta velocità. Le principali soluzioni fornite nel settore delle macchine utensili sono: Matrix 1300, Matrix 1000, Matrix 800, Xceeder 1200, Xceeder 900, Xceeder 900 RT, Xceeder 900 RT Micron, Ultrix 1000, Ultrix 800, Ultrix 800 RT. nel momento in cui si porta in rotazione l’utensile per un tempo lungo e ad alto numero di giri, inevitabilmente si origina calore. È fondamentale disporre di una termoregolazione costante e di una gestione software con delle sonde di rilevazione della temperatura come nelle soluzioni proposte da Mazak. Pellegrini Il sig. Battello ha affermato che il mandrino è il cuore della macchina. Siete d’accordo con questa affermazione? Ghilardi Si tratta di una parte importante della macchina ma pur sempre di una parte. Un buon mandrino su una macchina scadente fornice un risultato mediocre. Tutti i componenti concorrono a costituire un insieme di un certo livello: a partire dal basamento fino a tutte le parti di controllo delle temperature, dai cuscinetti fino al software che consente alla macchina di dialogare. Nel multitask assistiamo a un’attenzione maggiore sui mandrini perché le potenze in gioco sono aumentate moltissimo (noi siamo in media intorno ai 30 kW), e il numero di giri/minuto ha ormai ampiamente superato il valore di Battello Ritengo che il cuore della macchina sia il mandrino dal momento che ospita l’utensile. Bisogna ricordare che è l’utensile a effettuare la lavorazione: si trova tra la macchina e il pezzo da lavorare! Perché l’HSK, che è un sistema con delle chiavette, deve essere utilizzato nella tornitura? Quanto è importante l’utensile per voi costruttori? Siete d’accordo che se si ottimizza l’utensile si possono sfruttare al meglio anche le caratteristiche della macchina? Si può garantire al cliente una maggiore produttività con un sistema di attacco standardizzato? Potrebbero sembrare questioni provocatorie... ma io sono, ovviamente, di parte. Vorrei sottolineare che il Capto, per come è stato progettato e costruito, può fornire delle prestazioni davvero molto elevate e chi ha potuto provarlo ne ha constatato i benefici. Abbiamo creato un meccanismo con una molla a gas al posto delle tradizionali molle a tazza che mantiene il grado di bilanciatura, insieme a un’ottima facilità di cambio, a qualsiasi numero di giri. In questo modo si ottengono durate del meccanismo di bloccaggio fino a 5 volte superiori. Purtroppo non sempre c’è stato un effettivo lavoro di team tra noi utensilieri e i costruttori di macchine. Zambon Noi instauriamo uno stretto rapporto di collaborazione con il costruttore di utensili fin dal primo giorno: questo è elemento essenziale nell’approccio al sistema macchina – utensile – pezzo. Ghilardi Voglio chiarire che per i nostri costruttori gli utensili sono sempre stati importanti. È necessario poi considerare una differenziazione tra i diversi tipi di forniture: quelle definite chiavi in mano e quelle che dipendono da una libera scelta del cliente. Il cliente spesso si orienta verso una soluzione che è determinata dalla sua organizzazione aziendale, dalle sue risorse e dalle immobilizzazioni in termini di attacchi utensile; tale soluzione a volte può essere discutibile dal punto di vista tecnico. Battello Queste scelte non comportano esiti negativi sulle prestazioni della macchina? Ghilardi Ritengo che, come costruttori, abbiamo la responsabilità di informare il cliente di quali siano le eventuali caratteristiche di ogni soluzione tecnica ma la decisione finale spetta al cliente. È indubbio che il sistema HSK, capillarmente diffuso tra le aziende, determini una quota di mercato significativa. Battello Capisco che possa accadere per i centri di lavoro, ma per queste macchine… Ghilardi Bisogna considerare che spesso i clienti hanno immobilizzazioni di centinaia di attacchi HSK che possono essere utilizzati anche su altre macchine multitask e noi abbiamo il dovere e la necessità di offrire tutte le soluzioni che la tecnologia mette a disposizione. Battello Posso comprendere la logica che spinge il cliente a chiedere attacchi HSK. Questo tipo di attacco è nato in Germania e da lì si è diffuso. Si stanno affermando, però, nuovi sistemi di attacco che, sfruttando sistemi di accoppiamento diversi, permettono di ottenere le massime prestazioni dalla macchina. I produttori di utensili e di macchine si rivolgono allo stesso cliente, dunque è auspicabile che l’utensile diventi un argomento importante anche per il costruttore. Magro Credo che Ghilardi abbia ragione nel senso che aziende, soprattutto come Mazak o DMG, che operano nel mercato globale, debbano fornire un elevato numero di alternative. Gli standard cambiano da continente a continente e addirittura da Paese a Paese: gli utilizzatori americani e asiatici non sono molto propensi a utilizzare l’HSK, non lo considerano Battello Questo è vero. Capita anche che molti clienti comprino una macchina utensile senza neanche preoccuparsi del tipo di attacco. Magro Ma oggi si sta migliorando: vi è un coinvolgimento sempre maggiore tra l’utilizzatore, il costruttore di macchine e quello di utensili. Sono sicuro che il cliente finale possa beneficiare di questa collaborazione e credo che sia giusto proseguire su questa strada. Pellegrini La questione secondo me è indipendente dal Capto. Esso è stato progettato per usi diversi per poi trovare un posto di rilievo nell’ambito degli attacchi di queste macchine. Battello Il Capto è nato per tornire e fresare e possiede, inoltre, il grande vantaggio di essere modulare. Pellegrini Capisco benissimo il vostro problema: se non si è capaci di fornire il mandrino che vuole il cliente, il cliente non compra la macchina. Avete difficoltà particolari con alcuni tipi di innesti? Magro Noi abbiamo una gamma abbastanza ampia costituita dagli attacchi standard più comuni e non facciamo attacchi specifici. Spaziamo dal DIN all’HSK, dal KM al Capto al Big Plus e questa gamma riesce ad accontentare un po’tutti. Pellegrini Le differenze costruttive tra uno standard e un altro non possono provocare problemi? Magro Non dal punto di vista della produttività delle macchine. De Bernardi Anche i nostri mandrini si adeguano alla scelta del cliente: abbiamo prodotto elettromandrini con l’attacco Capto, HSK, ISO e DIN. Pellegrini Quale è il sistema di attacco che lei preferisce? De Bernardi Non nascondo che il Capto mi sembri il più adatto alle macchine multitask. Se il cliente però chiede un HSK o un ISO, noi possiamo accontentarlo e anche questi attacchi vanno bene, anche se con qualche limitazione in tornitura. Battello Confermo che il Capto va molto bene; anche l’utilizzo di altri tipi di attacco può fornire buoni risultati ma, a mio avviso, inferiori. Romanò Se consideriamo l’HSK quale è la normativa DIN69893A63 posso essere d’accordo sul fatto che esistono dei limiti specialmente in RMO numero 88 giugno • 2005 idoneo soprattutto per la tornitura. Al contrario, in Italia è difficile proporre qualcosa di diverso dall’HSK. Il problema non è prettamente tecnico: quando ci si presenta in un’azienda che ha un parco utensili consistente può diventare difficile vendere una macchina nuova se non si può offrire un sistema di attacco coerente. 109 APPROFONDIMENTI Maurizio Battello è specialista sistemi modulari Sandvik Coromant. RMO numero 88 giugno • 2005 110 Giancarlo Lavazza è responsabile equipaggiamento macchine utensili (OTS) Sandvik Coromant. Il Gruppo Sandvik Coromant è il maggiore produttore e fornitore mondiale di utensili e tecnologie per la lavorazione produttiva dei metalli: utensili da taglio per tornitura, fresatura e foratura, inserti di metallo duro e ceramica, sistemi di attrezzamento modulari (Coromant Capto) per macchine utensili e sistemi di gestione utensili. Sandvik Coromant è una società globale presente con la propria organizzazione di vendita in 60 Paesi con 3 magazzini centrali e 19 Centri di Produttività. Sandvik Italia, Divisione Coromant, presente dal 1950, è la filiale italiana del Gruppo. tornitura. Il problema è noto: la tolleranza piuttosto ampia delle chele di trascinamento crea un errore di posizionamento angolare che si amplifica aumentando la sporgenza radiale, generando un errore di allineamento rispetto all’asse di rotazione del pezzo. Oggi tale inconveniente è stato superato con l’introduzione della nuova norma DIN69893WH. Tale innovazione è stata positivamente recepita anche in Giappone, Paese notoriamente molto attento agli standard di qualità. Alcuni importanti costruttori di macchine di quel Paese hanno adottato l’HSK63 costruito secondo il nuovo standard WH. Osservando i dati che ci provengono dal mercato, la tendenza di molti costruttori è quella di proporre come prima scelta il nuovo standard HSK63WH. Si tratta di un sistema a normativa unificata, libero quindi da qualsiasi royalty, che permette di abbattere i costi dell’attrezzamento della macchina e soprattutto di poter allargare i confini legati alle molteplici tecnologie di taglio che il mercato può e potrà offrire. Con l’HSK63WH, Iscar propone soluzioni modulari molto flessibili, utensili integrali molto rigidi e una nutrita gamma di geometrie di taglio in continuo sviluppo e penso che in questo campo Iscar sia tra i top 3 nel mondo. Prima si diceva che queste macchine non nascono per fare grandi volumi di truciolo o lavorare in condizioni molto gravose per cui non esiste l’esigenza di utilizzare sistemi portautensili che esaltino caratteristiche come elevate profondità di taglio. Lavorando in condizioni di piccole e medie asportazioni, si predilige utilizzare maggiori velocità di taglio e maggiori avanzamenti dell’utensile. Iscar propone in questo caso una nutrita gamma di prodotti che chiama con il nome di ‘FMR’ (fast metal remove). Con questa metodologia di lavoro, il sistema HSK63WH esprime al meglio le sue caratteristiche. La soluzione standard DIN - HSK permette di interfacciarsi con tutto quello che il mercato può e potrà sempre più offrire, dando all’utilizzatore di questo sistema, una maggiore possibilità di risolvere problematiche quali: tecnologie di taglio, approvvigionamento, maggiore competitività di acquisto e conseguentemente di puntare a una riduzione del costo pezzo. Battello Noi non seguiamo questa linea e non crediamo sia opportuno utilizzare l’HSK in tornitura. Il mio collega potrà aiutarmi certamente a definire meglio i dettagli tecnici... Lavazza Il ragionamento è complesso! Non è solo tecnico ma intervengono anche argomenti ‘politici’che hanno a che fare con l’unificazione e la creazione di uno standard e con l’evoluzione stessa della macchina utensile. Anni fa è nato il Capto con l’obiettivo di essere una valida interfaccia macchina sia in tornitura sia in fresatura; in qualunque macchina, infatti, non solo multitask, è importantissimo realizzare un corpo unico fra macchina e utensile. Con l’introduzione di questo attacco, molti problemi di lavorazione sono stati risolti in modo molto efficace. Il sistema ha avuto l’inconveniente di appartenere a un’unica azienda e, specialmente nel mercato tedesco e americano, tale fatto non è ben visto, soprattutto se il brevetto proviene da un altro Paese. Io penso che questo sia il motivo per cui in Germania si è sentita l’esigenza di sviluppare un altro tipo di attacco, l’HSK appunto. Se consideriamo l’evoluzione di questo sistema dalla nascita a oggi notiamo che ne sono state già commercializzate otto o nove varianti, a seconda della macchina e dell’applicazione che tali attacchi andavano poi a realizzare. Il grande vantaggio di Capto, invece, è proprio quello di avere un’unica versione per tutte le applicazioni. L’HSK, poi, ha avuto una diffusione notevole per quanto riguarda la macchina rotante, perché specificatamente rivolto alla fresatura piuttosto che alla tornitura. Ma nel momento in cui le due applicazioni si sono riunite sulle macchine multitask, il sistema Capto - specificatamente studiato per entrambe le lavorazioni - è risultato tecnicamente più valido. Non mi risulta infatti che Mazak e Mori Seiki propongano macchine con attacco HSK. Pellegrini Questo significa che l’HSK non piace ai giapponesi. Lavazza Piace di più ai tedeschi. Forse anche per un fattore strategico e commerciale: se mi presento a un utilizzatore che vuole un attacco HSK e sono in concorrenza con Mazak o Mori Seiki, ho maggiori APPROFONDIMENTI RMO numero 88 giugno • 2005 112 possibilità di vendere la macchina. Magro Attenzione. Possiamo proporre delle scelte ma non imporle … Lavazza Oggi ci troviamo in una fase di transizione. Esistono, infatti, parecchi utensilieri che propongono al cliente l’attacco Capto. Non è assolutamente vero, però, che se un’azienda sceglie una macchina con attacco Capto, sia poi vincolata ai prodotti Sandvik Coromant; anzi ha un incredibile ventaglio di possibilità tra cui scegliere. Nei prossimi anni, poi, esso sarà di libera circolazione, dato che il brevetto decade, e giocheremo tutti perciò una partita importante al fine di convincere l’utilizzatore finale del vantaggio di scegliere una macchina con attacco Capto. Pellegrini In conclusione di questa tavola rotonda vorrei trattare la parte di stesura cicli e programmazione. Mi sembra di capire che il cliente al momento dell’acquisto di una macchina multitask si preoccupi delle difficoltà di programmazione. Diventa allora critico aiutarlo e guidarlo attraverso lo sviluppo dei cicli. Chi produce in casa propria il software è avvantaggiato e lo presenta al cliente come un valore aggiunto. Magro Per promuovere al meglio questo tipo di tecnologia riteniamo che sia indispensabile fornire al cliente un supporto a 360°. L’unità di governo e di dialogo tra macchina e operatore dovrebbe essere il più semplice possibile. Le macchine sono piuttosto simili a livello di architettura hardware e quello che fa la differenza è proprio la parte software. Romanò Iscar è sensibile a questo problema e ha introdotto all’interno della sua organizzazione una specifica figura per interfacciarsi con il cliente. Abbiamo un contratto internazionale con una casa che sviluppa risorse dedicate alla modellazione solida, con la quale collaboriamo, e abbiamo allestito una stazione appositamente per questo scopo. Tale investimento ci permette di supportare il cliente, che solitamente è uno stampista o costruttore di particolari aeronautici o del settore energia, nella creazione di percorsi utensile dedicati alla lavorazione su un cinque assi continuo. Magro Il cinque assi simultaneo non lo considererei legato specificamente al multitask e le reali necessità di utilizzarlo sono abbastanza limitate a specifiche nicchie di mercato. Pellegrini La mia preoccupazione è legata al fatto che concettualmente il tornio e la fresa hanno una gestione della posizione dell’utensile diversa. Per semplificare, nel tornio si fa riferimento a una punta teorica coincidente con la punta dell’utensile, mentre nella fresa il movimento è gestito comandando l’asse dell’utensile e attivando poi delle funzioni di compensazione raggio. Esiste la necessità di produrre un codice di calcolo standard capace di gestire contemporaneamente i movimenti propri dell’utensile in tornitura e in fresatura, coniugando i due differenti approcci. Il tutto è complicato dalle rotazioni dell’asse B. Il problema è anche quello di insegnare a utilizzare il linguaggio del tornio a chi ha sempre programmato la fresa e viceversa. Avete qualche argomento in merito all’evoluzione del software? Battello Ricordo che la prima versione di macchina Integrex, aveva problemi ad accettare lo spostamento in Y. Magro Faccio una precisazione. Esisteva qualche problema solo utilizzando il linguaggio conversazionale Mazatrol che evidentemente non prevedeva questo utilizzo. Alcune soluzioni base preconfezionate non possono permettere tutte le funzioni e quella cui lei accennava poteva essere validamente svolta utilizzando un linguaggio ISO. Da allora vi è stata una forte evoluzione dei linguaggi. Con l’utilizzo di software specifici riusciamo a definire il modo in cui impiegare l’utensile, la macchina stessa poi ne elabora e ne simula l’impiego. In conclusione, oggi siamo in grado di dimostrare al cliente la facilità con cui gestire utensili rotanti e utensili fissi multitagliente, attraverso un’interfaccia appositamente sviluppata per le sue esigenze. Pellegrini La discussione deve terminare per problemi di orario. È un peccato aver dovuto sacrificare i temi legati alla programmazione, che siamo riusciti solo ad accennare, ma il fatto che il tempo sia corso così in fretta mostra l’interesse rivolto a questo tema da parte di molti soggetti (produttori di macchine, di componenti e di utensili, utilizzatori finali). L’argomento è attuale e effervescente, tanto che i punti di vista su diversi aspetti del tema sono ancora oggetto di dibattito. Le potenzialità di impiego di una macchina multitask sono davvero notevoli e vanno ben al di là di quanto ci si può aspettare inizialmente. Non solo si combinano funzioni di tornitura e fresatura riducendo il numero di posizionamenti in macchina, che è il primo motivo che ha spinto a realizzare dispositivi di questo tipo, ma si conseguono vantaggi di varia natura: sono emersi vantaggi legati alla produttività, alle lavorazioni non presidiate, alle precisioni geometriche ecc. Sembra che le difficoltà maggiori da parte degli utilizzatori siano legate ai maggiori investimenti iniziali e al timore di incontrare problemi nella programmazione. Per questo motivo diventa ancora più importante il rapporto costante tra costruttori e utilizzatori. È probabile che restino ancora margini per un migliore utilizzo delle macchine multitask, che prevedano lo sviluppo di utensili e di software di controllo sempre più in grado di adattarsi al ‘carattere’di questa categoria di macchine utensili. Non si può non registrare un clima di generale ottimismo in questo settore, con operatori che dedicano risorse alla ricerca e sviluppo su questo tema. È stato davvero un piacere partecipare a una discussione così. readerservice.it Breton n.110 DMG Italia n.111 Duplomatic Automazione n.112 Iscar Italia n.113 Sandvik Coromant n.114 Yamazaki Mazak n.115 Zeta Emag n.116