confronto tra medicina accademica e mtc

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confronto tra medicina accademica e mtc
SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE
DELLA CITTÀ DI FIRENZE
ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE:
CONFRONTO TRA MEDICINA ACCADEMICA E MTC
Relatore: Dott. Franco Cracolici
Candidato: Dott.ssa Erminia Luana Panetta
Anno Accademico 2006/2007
SOMMARIO
1. Fisiologia dell’apparato masticatorio
p. 3
2. Epidemiologia
p. 4
3. Articolazione temporo-mandibolare e postura
p. 6
4. Patologie articolari
p. 11
5. Sintomatologia
p. 15
6. Visita gnatologica
p. 15
7. Terapia gnatologica convenzionale
p. 19
8. Considerazioni simboliche
p. 19
9. Punti efficaci
p. 20
10. Terapia auricolare
p. 25
11. Classificazione biotipologica
p. 26
12. Liquidi articolari
p. 32
13. Massaggio
p. 33
14. Considerazioni finali
p. 33
Bibliografia essenziale
p. 35
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1. Fisiologia dell’apparato masticatorio
L’articolazione temporo-mandibolare (ATM) è un’articolazione
molto complessa: si tratta di una diartrosi bicondiloidea doppia che si
stabilisce tra i due condili mandibolari e le fosse glenoidee delle due
ossa temporali, tra cui è interposto un disco articolare. L’articolazione
viene
considerata
bicondiloidea
perché
avviene
tra
il
condilo
mandibolare e quello temporale e doppia in quanto qualunque
movimento mandibolare interessa entrambe le articolazioni destra e
sinistra.
Una delle caratteristiche delle diartrosi è la possibilità di
ottenere ampi movimenti. Il mantenimento della stabilità anatomica e
funzionale avviene soprattutto grazie alla presenza del disco articolare
e delle strutture connettivali (capsula e legamenti che avvolgono e
uniscono
l’insieme).
Il
disco
articolare
è
una
formazione
fibrocartilaginea biconcava non vascolarizzata e con scarse capacità
rigenerative, che, grazie alle sue caratteristiche di comprimibilità, ben
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si adatta morfologicamente e funzionalmente alle due superfici
articolari. Questa sua capacità di adattamento è uno dei principali
fattori che permette la stabilità articolare. Il disco articolare svolge
una
serie
di
funzioni
quali:
assorbire
gli
shock,
l’adattamento tra le superfici articolari, distribuire i pesi
migliorare
su una
superficie più ampia, facilitare i movimenti combinati, proteggere le
superfici articolari, permettere la diffusione del liquido sinoviale. Nella
posizione di riposo mandibolare il condilo risulta centrato nella fossa
glenoidea e la banda posteriore del disco occupa la parte profonda
della fossa, articolando con la faccia postero-superiore del condilo.
Durante il movimento d’apertura, il condilo ruoterà in un primo
momento sotto il disco articolare e successivamente traslerà in avanti,
in direzione antero-inferiore rispetto all’osso temporale.
2. Epidemiologia
In una popolazione adulta non selezionata, dal 40 al 75% dei
soggetti presentano almeno un segno della disfunzione articolare
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(problemi dei movimenti, dolori articolari, sensibilità alla palpazione
ecc.). Segni e sintomi, quali dolori facciali e dolori articolari, sono
osservabili anche in bambini e adolescenti e tendono a incrementarsi
per frequenza e gravità a partire dalla seconda decade di vita. La
severità del dolore è la stessa in tutte le età, mentre limitazioni fisiche
e disfunzioni si riducono con l’età per la capacità di adattamento. Le
donne presentano in misura maggiore: cefalee, click, dolori articolari e
muscolari. Inoltre esistono nella clinica delle malocclusioni dentali
che possono essere considerate predisponenti soprattutto se presenti
in soggetti a rischio. In particolare: le agenesie dell’arcata superiore, il
morso profondo, le disto-occlusioni (classe II, div. 1 e 2), le III classi, il
cross-bite (morso crociato), lo scissor-bite (morso a forbice), l’openbite grave, il morso aperto. Inoltre, particolare attenzione va prestata
nell’utilizzo di forze distalizzanti l’arcata inferiore (come le mentoniere)
o nell’utilizzo della maschera ortopedica di Delaire o degli elastici di III
classe in soggetti con lassità legamentosa perché ciò può comportare
una ricollocazione non solo degli elementi dentali ma anche della
mandibola.
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3. Articolazione temporo-mandibolare e postura
La
più
recente
letteratura
in
posturologia,
osteopatia
e
kinesiologia applicata, mette in relazione le alterazioni posturali
presenti in pazienti affetti da disfunzioni dell’ATM con la disfunzione
posturale stessa. La postura corporea è il risultato dell’integrazione di
informazioni polisensoriali provenienti da tutto il corpo: rappresenta
dunque l’insieme dei rapporti tra le varie parti dell’organismo rispetto
all’ambiente.
Secondo Lazzari, la postura può essere definita come “il modo di
stare in equilibrio del corpo umano”. Nella situazione di stazione
eretta il corpo umano viene paragonato schematicamente ad un
pendolo invertito, il quale oscilla su tutti i piani, ma soprattutto su
quello sagittale, di circa 4°, facendo fulcro sulla caviglia. Per la
regolazione della postura è necessario mantenere continuamente un
corretto equilibrio tra le forze interne al corpo umano, rappresentate
dai carichi e dalle tensioni, le quali devono ottenere un giusto
6
allineamento
del
corpo,
e
le
forze
esterne
al
corpo
stesso,
rappresentate soprattutto dalla forza di gravità. A tale scopo è
necessario un continuo scambio di informazioni tra l’ambiente
esterno del corpo, l’ambiente interno dello stesso e il sistema nervoso
centrale.
Il sistema nervoso centrale, servendosi delle informazioni inviate
dai vari recettori (visivi, cutanei, vestibolari ecc.), regola l’attività
posturale di equilibrio tramite alcuni meccanismi che possono
riassumersi nel seguente modo: riconosce le singole afferenze,
memorizza le esperienze, confronta e integra le varie afferenze,
modula le afferenze con lo scopo di regolarne l’influenza sul sistema,
programma le risposte sia automatiche che volontarie. In questo
modo il sistema nervoso centrale si crea, tramite appositi engrammi,
uno schema di “verticale soggettiva”.
In base a questo modello della “verticale soggettiva”, presente
solamente nell’uomo, il sistema nervoso centrale stesso, servendosi
delle afferenze viste e soprattutto di quelle delle macule otolitiche,
della
retina
e
della
propriocezione,
potrebbe
costruirsi
una
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rappresentazione interna dello spazio, usando come riferimento
soprattutto la posizione della testa dell’individuo relativamente alla
forza di gravità. Secondo Lazzari, in tale ottica appaiono fondamentali,
nel determinare la qualità delle risposte posturali e motorie, il vissuto
pisicoaffettivo, il vissuto motorio e le caratteristiche morfo-funzionali
congenite o acquisite dell’individuo. L’uomo, quindi, orienta prima la
testa nello spazio, servendosi dell’apparato visivo e dell’apparato
vestibolare e in seguito orienta il corpo rispetto alla testa, servendosi
soprattutto dell’apparato propriocettivo della regione cervicale. I piedi
rappresentano, con i propri pilastri, la base di appoggio dei carichi al
suolo. A questo punto risulta evidente come il sistema muscoloscheletrico cranio-cervico-mandibolare sia il nodo cruciale per la
gestione della postura e dell’equilibrio nell’uomo. La posizione della
testa nello spazio è dunque fondamentale per il controllo della
postura nell’uomo. Rocabado è stato tra i primi autori a mettere in
evidenza la correlazione tra disfunzioni del sistema masticatorio e
disfunzioni del collo e la loro importanza nella regolazione della
postura dell’intero corpo umano.
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Anche il Busquet, nella sua analisi delle catene muscolari, ha
evidenziato
come
la
mandibola
rappresenti
l’unità
funzionale
periferica del distretto cranio-cervicale e s’inserisca in un complesso
muscolare il cui equilibrio è strettamente legato alla posizione della
mandibola stessa. Quindi in una relazione maxillo-mandibolare
funzionalmente non equilibrata, le tensioni asimmetriche sui vari
gruppi muscolari determinano uno squilibrio sia tra le catene rette
anteriore e posteriore sia tra le catene crociate, con effetti locali
(cefalea, cervicalgia) e a distanza (dorsolombalgia, sciatalgia, disturbi
alla spalla), nonché l’insorgenza di disturbi a livello delle articolazioni
temporomandibolare.
Inoltre,
alterazioni
dell’equilibrio
occlusale
possono dare origine a modificazioni nel movimento cranio-sacrale,
determinando disfunzioni suturali e limitazioni nella fisiologica
espansione cranica con conseguente sintomatologia algica. Ancora ,
gli
stretti
rapporti
anatomo-funzionali
tra
mandibola,
muscoli
sovraioidei e vertebre cervicali giustificano un’influenza reciproca tra
postura del rachide cervicale e postura mandibolare con influenza di
quest’ultima
sull’occlusione.
L’osso
ioide
avrebbe
un
ruolo
9
fondamentale come anello di congiunzione tra distretto cervicale e
mandibolare.
Una
condizione
paradigmatica
di
patologia
rappresentata dalla postura anteriorizzata
discendente
è
del capo, tipica, ad
esempio, dei soggetti con difetti visivi come la miopia o l’astigmatismo.
La postura anteriorizzata del capo determina un’inversione della
lordosi cervicale a cui consegue (a causa della trazione causata dal
sistema
muscolo-legamentoso)
una
retrusione
mandibolare
ed
un’alterazione dell’occlusione con contatti prevalentemente in zona
molare. Ancora: pazienti che presentano uno slivellamento delle spalle
per differente lunghezza degli arti inferiori o scoliosi, per mantenere la
linea bipupillare orizzontale e la testa diritta, presentano il collo
deviato verso la spalla più alta, che in questo modo appare più corta;
ne può conseguire un sovraccarico muscolare con rachialgia,
cervicalgia e mialgia dei muscoli masticatori. Un altro esempio di
patologia discendente riguarda individui predisposti a somatizzare
l’ansia con parafunzioni dei muscoli masticatori, i quali possono avere
la tendenza a incrementare l’attività dei muscoli lunghi del collo con
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conseguente
comparsa
di
alterazioni
della
postura
del
capo,
cervicalgia e rachialgia.
4. Patologie articolari
L’American Society of TMJ Surgeons nel 2003 ha evidenziato che
la bassa incidenza di patologie articolari nei bambini può farla
considerare un disturbo acquisito e non congenito; che la patologia
articolare e discale è più diffusa nel sesso femminile; che il 30% degli
adulti asintomatici presenta una dislocazione discale; che il 90% degli
adulti con sintomi strettamente articolari presenta una patologia
discale; che l’età media dei soggetti che necessitano d’intervento
chirurgico si aggira intorno ai trent’anni.
Clinicamente la patologia si manifesta con dolore localizzato in
sede articolare, irradiato alle tempie, ai lati del collo, alle spalle o di
tipo cefalalgico. Generalmente il dolore d’insorgenza articolare è
esacerbato in massima apertura e durante la masticazione. Il rumore
caratteristico è costituito da click (che segnala il momento della
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ricottura del disco da parte del condilo durante la funzione articolare)
e crepitii.
Altra manifestazione clinica è la limitazione funzionale, che, in
un primo momento riducibile, si evolve spesso in coordinazioni
irriducibili (locking).
Possiamo dividere le patologie in:
Patologie intrarticolari:
- patologie di in coordinazione condilo-disco-temporale
- patologie articolari infiammatorie
Patologie extrarticolari:
- patologie miogene o miotensive
Tra le patologie infiammatorie si ricorda la sinovite, infiammazione
acuta del tessuto sinoviale, che può rappresentare lo stadio iniziale di
patologie degenerative a carico delle strutture ossee articolari
(osteoartriti). Può essere conseguente a stress meccanici ripetuti,
traumi diretti o indiretti sull’ATM, infezione batterica per diffusione da
un focolaio vicino (per esempio, otite esterna). I segni principali, che
caratterizzano il quadro, sono il dolore e la limitazione funzionale. Il
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dolore è dovuto alla pressione esercitata dall’essudato infiammatorio
sulle terminazioni nervose e dall’effetto diretto dei mediatori chimici;
esso ha una localizzazione precisa e non s’irradia alle strutture
adiacenti.
Tra le patologie muscolari più frequenti si ricordano il bruxismo e il
serramento,
parafunzioni
legate
a
iperfunzione
dell’apparato
masticatorio.
Il serramento è una parafunzione statica che si attua attraverso
una contrazione isometrica della muscolatura masticatoria, di cui il
paziente è spesso consapevole; all’ispezione non si riscontrano in
genere faccette dentali di usura, ma, alla palpazione, si evidenzia
ipertono muscolare a carico degli elevatori, con algie spontanee o
provocate dei muscoli masticatori e posturali del collo.
Il bruxismo è una parafunzione dinamica che si attua durante il
movimento, per frizione interarcata. Può avere luogo durante il giorno
o la notte e, in quest’ultimo caso, il paziente spesso non ne è
consapevole, in quanto bruxa durante la fase REM del sonno. I loro
effetti si manifestano sia sulla muscolatura (spesso alterando la
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posizione articolare in maniera più o meno permanente) sia sugli
elementi dentari determinando delle faccette di usura talvolta così
marcate da generare ipersensibilità dentinale e necrosi pulpare.
Esiste una duplice ipotesi eziopatogenetica della parafunzione
centrale e periferica, in particolare considerando l’effetto che la rabbia
e l’ira represse, la paura, l’ansia e la depressione latente possono
avere sulla struttura muscolare. Condizioni di stress (psicologicoemozionale, dietetico-alimentare, climatico, strutturale ecc. o ancora
un’alterazione
funzionale
di
organi
e
apparati,
possono
frequentemente creare patologie a carattere bruxante o serratorie
anche in soggetti con occlusioni ottimali. Potremo quindi avere terapie
occlusali con split e riabilitazioni occlusali di vario genere e terapie
non occlusali: farmacologiche, strumentali, psicologiche, interventi
posturali, terapie agopunturistiche, omeopatiche, tutte indirizzate
principalmente al raggiungimento di uno stato di rilassamento
profondo.
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5. Sintomatologia
Segni e sintomi di disordini dell’ATM sono: i rumori tipo “clic” o
“pop” accompagnati da dolore durante il movimento di apertura o
chiusura della bocca. Digrignamento dei denti durante le ore
notturne, indolenzimento della muscolatura masticatoria al risveglio.
Difficoltà all’apertura massima della bocca. Dolore alla pressione della
regione articolare. Episodi di blocco nell’apertura o chiusura della
bocca. Frequenti dolori alla testa o al collo.
6. Visita gnatologica
La visita gnatologica inizia dall’anamnesi, che non dev’essere
mirata solo alle eventuali patologie cranio-cervicali, ma riguardare lo
stato generale dell’individuo, focalizzando quindi l’attenzione non più
sull’organo malato ma sull’individuo portatore di un disturbo,
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potenziando la capacità di “saper ascoltare” anche al di là delle parole
del paziente.
I dati anagrafici sono importanti per le molteplici considerazioni
che possono essere fatte in base all’età, sesso, professione ed
eventuali hobby praticati. Per esempio, tra le ballerine, si riscontra
un’alta percentuale di problematiche articolari all’ATM e a molte altre
articolazioni (ginocchio, caviglia, spalla, polso ecc.) correlate a
iperlassità legamentosa sistemica. Tra calciatori, problematiche
muscolo-tensive concomitanti a tensioni agonistiche. Tra praticanti
discipline di combattimento, quali arti marziali e pugilato, numerosi
esiti post-traumatici. Alterazioni dell’ATM in suonatori di strumenti a
fiato e di violino. Microtraumi ripetuti per sarte (per l’abitudune di
spezzare il filo con i denti), falegnami, tappezzieri (per la consuetudine
di tenere i chiodi tra i denti).
La valutazione clinica comprende l’ispezione del volto, del
distretto
endorale,
della
dinamica
mandibolare,
la
palpazione
articolare e muscolare, l’auscultazione, l’esame della lingua secondo
la medicina tradizionale cinese, che può evidenziare meglio patologie o
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disarmonie esistenti al momento della visita e aiutare così nella
diagnosi differenziale, inquadrando l’individuo secondo la biotipologia
e in base alla turba energetica presente.
Oltre a ciò, è importante sottoporre il paziente ad un test
kinesiologico, utilizzando il punto 2 del canale di vescica biliare
oppure ricorrendo al cosiddetto test di Meersseman. Questo test serve
per
valutare
un’alterazione
se
un
problema
stomatognatica
strutturale
responsabile,
è
in
quindi,
relazione
di
ad
tensioni
strutturali anche in segmenti lontani. Si esamina il paziente in
posizione supina e si valuta se è presente una dismetria degli arti
inferiori (fisiologica fino al mezzo centimetro, patologica oltre); si
valuta l’entità dell’escursione dell’articolazione coxo-femorale (l’angolo
che la gamba abdotta forma con la linea mediana di simmetria del
corpo) e l’intrarotazione passiva delle gambe (se un piede è in grado di
ruotare più dell’altro).
Si valutano i dolori evocati da determinati
movimenti attivi del collo e del rachide, quindi si pongono tra i molari
del paziente (sdraiato supino) due rulli salivari, in modo da frapporre
uno spessore che impedisca il contatto interdentale; in certi casi, si
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rende necessario chiudere anche gli spazi dove mancano i denti per
fare funzionare la lingua durante la deglutizione. Facendo deglutire
ora il paziente, si inizia una sorta di resettaggio delle informazioni
dirette, in arco riflesso, ai muscoli cranio-facciali, consentendone un
simmetrico riallineamento. A questo punto il paziente sarà invitato ad
alzarsi dal lettino e a passeggiare avanti e indietro nell’ambulatorio,
fino ad avere compiuto ancora almeno due deglutizioni, per il
resettaggio finale della muscolatura del rachide. Il paziente potrà, a
questo punto, sdraiarsi ancora sul lettino e ripetere i movimenti e le
manovre precedentemente risultate dolenti; se la causa del dolore
risiede
nell’apparato
stomatognatico,
i
dolori
saranno
receduti
nettamente (a volte scomparsi) e i movimenti risulteranno molto più
facili e morbidi, sia nella mobilizzazione attiva che in quella passiva.
Se
ciò
accade,
il
primo
trattamento
è,
ovviamente,
quello
odontoiatrico.
Per l’indagine strumentale ci si avvale di: OPT, ecografia, Tac,
RMN. Teleradiografia latero-laterale, teleradiografia postero-anteriore.
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7. Terapia gnatologica convenzionale
L’approccio terapeutico in ambito gnatologico può comprendere:
- Dispositivi
terapeutiche
occlusali:
(placche
placche
di
diagnostiche
svincolo,
di
e
placche
riposizionamento,
di
stabilizzazione, dispositivi di distrazione articolare).
- Trattamento farmacologico.
- Trattamento manuale.
- Trattamento chirurgico.
- Trattamento riabilitativo dell’occlusione.
8. Considerazioni simboliche
Per l’agopuntura classica le articolazioni sono barriere (guan) che
si oppongono al procedere in profondità delle energie perverse (xie) e
che si dividono in grandi (da) e piccole (xiao).
Le piccole articolazioni sono quelle di mani e piedi e le articolazioni
vertebrali; tutte le altre si considerano grandi.
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Mentre le piccole articolazioni sono globalmente controllate dal
punto GB-39 xuanzhong, le grandi sono regolate dal punto TE-5
waiguan. Pertanto, il punto TE-5 va sempre impiegato nella patologia
algica e disfunzionale dell’ATM.
9. Punti efficaci
Altri punti generali sono:
- in caso di forte dolore con sensazioni di febbre GB-41 zulinqi
- in caso di riduzione del liquido intrarticolare (per esempio per
aderenze temporo-discali in fase iniziale) TE-2 yemen
- in caso di segni locali di flogosi LI-11 quchi
- in caso di dolore o rigidità cervicale SI-3 houxi
- in caso di patologie che compromettono il trofismo locale dei
tessuti (ossei, muscolari, tendinei) è utile il punto LI-6 pianli, che
porta, essendo punto luo, energia nutritiva ying alle strutture
articolari dell’ATM.
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Come punti locali si possono utilizzare i punti GB-3 shangguan e
ST-7 xiaguan dal lato dolente (mentre i punti generali visti prima
sono da trattare bilateralmente).
Guillaume sostiene che in caso di forte contrattura muscolare
sino al trisma sono utili i punti locali ST-6 jiache e ST-7 xiaguan.
Recenti
lavori
(D’Ammassa,
Di
Stanislao
e
coll.
2005)
propongono, per gli stati muscolari tensivi con irradiazioni alle
arcate dentarie, prevalentemente nel serramento, il punto ST-5
daying in trattamento con aghi o massaggio. Inoltre i punti GB-3
shangguan e ST-7 xiaguan trattano le condizioni con dolore
irradiato all’orecchio e alle arcate dentarie.
Alcuni punti di agopuntura stabiliscono delle relazioni anatomofunzionali ben precise con le strutture dell’ATM:
SI – 19 tinggong: questo punto è localizzato nella depressione
tra il centro del trago e il condilo della mandibola a bocca aperta.
Punto di unione tra i meridiani di triplice riscaldatore e vescica
biliare.
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Azioni: giova nei disturbi uditivi di qualsiasi tipo, anche gli
acufeni. Elimina le ostruzioni dal meridiano.
Indicazioni: ipoacusia, sordità, acufeni, dolori alle orecchie, otite,
nevralgia trigeminale, mal di denti, paresi facciale, patologie
cefaliche da vento interno di fegato.
Anatomicamente
potrebbe
essere
collocato
tra
la
zona
bilaminare, la sinovia posteriore e il legamento retrodiscale; quindi
essere usato per trattare patologie di tali strutture con dolore
irradiato verso il viso e l’orecchio.
GB-2 tinghui: si localizza, con la bocca spalancata, nella cavità
posta tra l’incisura intertragica posteriormente e il processo
condiloideo della mandibola anteriormente.
Azioni: espelle il vento, stimola il libero fluire del qi, giova alle
orecchie.
Indicazioni: acufeni, ipoacusia, otorrea purulenta, spasmi dei
muscoli masticatori, lussazione dell’ATM, mal di denti, crampi,
paralisi facciale, nevralgia trigeminale, parotite.
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Anatomicamente potrebbe essere collocato tra la sinovia
posteriore inferiore e la zona bilaminare e quindi essere usata nelle
patologie di tali aree con dolore e risentimento all’orecchio e forte
spasmo muscolare.
TE-21 ermen: si localizza nella depressione anteriore all’incisura
sopra tragica e leggermente sopra il processo condiloideo della
mandibola. Il punto va trovato ed infisso a bocca aperta.
Azioni: giova alle orecchie, purifica il calore.
Indicazioni: acufeni, infiammazioni e ulcerazioni dell’orecchio,
otorrea purulenta, ipoacusia, gengivite ulcerativa, otite media.
Svolge azione locale per patologie da risalita di yang di fegato.
Anatomicamente
potrebbe
essere
collocato
tra
la
sinovia
posteriore superiore e il legamento retrodiscale e quindi trattare
queste strutture.
ST-7 xiaguan: si localizza sotto il bordo inferiore dell’arcata
zigomatica, nella depressione davanti al condilo della mandibola.
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Anche se questo punto si punge a bocca chiusa, è utile chiedere al
paziente di aprire la bocca per localizzare meglio il processo
condiloideo. Punto di riunione col meridiano di vescica biliare.
Azioni: tonifica e rinforza milza, polmone e rene. Espelle
l’umidità-calore, rimuove le ostruzioni dal meridiano.
Indicazioni: lussazione della mandibola, otorrea, gengiviti, mal di
denti, dolori all’orecchio, ipoacusia, acufeni, paralisi facciale,
spasmi del muscolo massetere, nevralgia trigeminale, problemi
nell’apertura e chiusura della bocca. Esso porta lo yang dall’alto in
basso. È indicato per le disfunzioni craniofacciali e per le algie
facciali atipiche. Anatomicamente potrebbe essere collocato nella
sinovia anteriore superiore e quindi essere utile per lassità
legamentose e dolori irradiati ai denti e per trattare le sequele
secondarie a lussazione mandibolare.
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10. Terapia auricolare
Secondo le mappe più utilizzate, le aree attive nei DTM sono due:
- la prima sulla faccia anteriore esterna della radice dell’elice, nel
passaggio tra questa e il lobulo dell’orecchio. Essa controlla
funzionalmente l’ATM.
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- La seconda, che tratta i dolori dei mascellari, sulla parte media
al terzo interno del lobulo dell’orecchio.
11. Classificazione biotipologia
Lo studio biotipologico permette d’individuare le caratteristiche
salienti fisiche e comportamentali di ogni paziente assistito e può
aiutarci attraverso questa decodifica individuale a comprendere come
mai occlusioni perfette possano accompagnare problematiche delle
ATM
o,
viceversa,
occlusioni
disequilibrate
ed
estremamente
compromesse no. Allo stesso modo potremmo capire perché alcuni
pazienti
riferiscono
aggravamenti
sintomatologici
in
particolari
momenti dell’anno, in particolari condizioni climatiche o a seguito di
particolari emozioni o sentimenti. Naturalmente, in assenza di cause
scatenanti precise (traumi ecc.).
L’individuazione delle predisposizioni biotipologiche di ciascuno
può aiutare a preservare meglio l’equilibrio individuale in caso di
patologie non conclamate o di migliorare le capacità reattive in caso di
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manifestazione patologica. I cinque tipi umani sono descritti dal
capitolo 64 del So Wen; si basano sui cinque movimenti e sono
indubbiamente i più seguiti in Cina, Vietnam e nel mondo
occidentale. Comunque bisogna ricordare che raramente, nella
pratica, si trovano tipi puri, ma in genere si osserva la combinazione
di due o tre tipi assieme. Nella clinica è però importante la ricerca
della predominanza di uno o due biotipi per instaurare un
inquadramento corretto e un trattamento adeguato.
Biotipo legno: statura media, spalle larghe, dorso dritto e rigido,
mani e piedi piccoli (i nodi interfalangei della mano danno un aspetto
nodoso caratteristico); viso quadrato, sguardo vivace, capelli ispidi
forti.
Può
essere
ansioso,
collerico,
facilmente
preoccupato,
aggressivo, allergico (allergie alimentari, punture d’insetti, polline
medicamenti). Ha uno spirito creativo e artistico, immaginazione
sviluppata, ama la poesia e la libertà; sta meglio in primavera e in
estate, mentre non sopporta il periodo autunnale e l’inverno.
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Caratteristiche gnatologiche: denti regolari, incisivi e canini molto forti,
tendente al bruxismo e alle parafunzioni.
Strutture dell’ATM collegate: tendini e articolazione motoria dei
muscoli masticatori.
Patologie dell’ATM più frequenti: parafunzioni, dolori dell’ATM a
carattere nevralgico, tendinite.
Biotipo fuoco: alto, armonioso, elegante. Sguardo intelligente,
aperto,
magnetico;
movimenti
lenti,
molto
avvolgenti;
emotivo,
idealista, fragile; fronte grande, viso triangolare, mento appuntito,
naso lungo e sottile con narici non grandi, oppure gobbuto e aquilino.
I piedi e le mani sono piccoli. Spirito vivo, carattere impetuoso, va
facilmente in collera. Ama la primavera e l’estate.
Caratteristiche gnatologiche: denti stretti e appuntiti, limitazioni
all’apertura della bocca e serramento dei denti. Le disfunzioni
dell’ATM danno dolori cefalalgici irradiati al vertice.
Strutture dell’ATM collegate: vasi e zona bilaminare.
Patologie dell’ATM più frequenti: vasculiti, patologie dell’area vascolare.
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Biotipo terra: robusto, viso rotondo, testa grande, colorito
giallo. Spalle e dorso ben fatti, ventre grosso, cosce e gambe ben
sviluppate, mani e piedi piccoli, palmo della mano quadrato e spesso,
dita corte e grassocce. Scarsa capacità manuale. Fedele e sincero,
altruista calmo e tranquillo; non sopporta primavera ed estate,
sopporta autunno e inverno.
Caratteristiche
gnatologiche:
denti
corti
e
quadrati.
Soffre
di
reumatismi e disfunzioni (lassità o rigidità) peggiorati dall’umidità.
Strutture dell’ATM collegate: tessuto connettivo periarticolare.
Patologie
dell’ATM
più
frequenti:
reumatismi
degenerativi
con
coinvolgimento dei connettivi. Interessamento del disco articolare.
Connetiviti.
Biotipo metallo: alto, astenico, longilineo, flemmatico. Colorito
bianco, testa piccola, viso oblungo (che è possibile inscrivere in un
rettangolo). Spalle, dorso, ventre, mani e piedi piccoli. Tende alla
tristezza. Grande senso della giustizia.
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Caratteristiche gnatologiche: denti lunghi e rettangolari. Arcate
dentarie serrate. Le problematiche gnatologiche sono secondarie a
deformità scheletriche (cifosi, carenatura sternale) o respiratorie
(diaframmatiche).
Strutture dell’ATM collegate: cartilagine articolare.
Patologie dell’ATM più frequenti: degenerazione della cartilagine
articolare. Condropatie.
Biotipo acqua: alto, volto grande e quadrato, sguardo autoritario,
andatura marziale, colorito scuro. Caparbio, determinato, spesso di
scarso senso morale. Enigmatico, raggiunge sempre il suo scopo.
Conserva un aspetto giovanile fino a tarda età. La mano è corta (a
spatola) e sembra essere imbibita di acqua, molle. Sopporta bene
autunno e inverno, non sopporta primavera ed estate.
Caratteristiche gnatologiche: denti morfologicamente molto belli, forti,
solidi, bianchi. Arcate dentarie molto ampie. Spesso tensione non solo
all’ATM, ma a tutta la catena posturale posteriore.
Strutture dell’ATM collegate: osso.
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Patologie
dell’ATM
più
frequenti:
patologia
ossea
imponente.
Osteopatia.
Volendo creare delle correlazioni tra i modelli esposti, si può
paragonare il soggetto metallo al dolico facciale astenico, pallido, con
problemi respiratori e lassità ligamentosa; il soggetto legno al
brachifacciale con muscolatura tonica; il normofacciale potrebbe
essere un soggetto milza. Quindi, è sicuramente opportuno integrare
terapie localizzate sull’ATM a riequilibri delle logge energetiche
interessate.
Inoltre,
per
quanto
riguarda
le
due
principali
parafunzioni, considerate in ambito gnatologico, potremo associare al
serramento una caratterizzazione prevalentemente TERRA (trofismo
muscolare,
forza,
caratterizzazione
movimento).
statica,
isometria)
prevalentemente
Inoltre,
è
molto
e
LEGNO
frequente
al
bruxismo
una
(dinamicità,
tendini,
associare
attività
parafunzionante a collera trattenuta, rabbia, concentrazione o
rimuginazione che è tipica dell’asse legno-terra.
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12. Liquidi articolari
Sono deputati al ruolo di lubrificazione. In medicina cinese sono
definiti profondi e torbidi (ye) e sono controllati dal triplice
riscaldatore. Questo è in collegamento col fuoco e risente quindi sia di
eccessi che difetti di questo movimento e dei meridiani collegati. In
caso di flogosi vi sarà un’eccedenza di liquidi, mentre, nel caso di
difetti (a causa di turbe metaboliche o alimentari), un difetto. Il
meridiano del triplice riscaldatore è dotato di punti che possono
ridurre i liquidi in eccesso o incrementarne la produzione in caso di
difetto. Nel primo caso sarà utile il punto TE-10 tianjing, nel secondo
il punto TE-2 yemen. Anche il piccolo intestino controlla, secondo il
Sowen, i liquidi profondi. Il massaggio lineare lungo questo meridiano
sarà molto utile nelle forme artrosiche o degenerative con riduzione
dei liquidi sinoviali o nelle situazioni artritiche con essudazione e
aumento dei liquidi articolari.
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13. Massaggio
Molto utile il micromassaggio per normalizzare l’ATM: si
massaggia linearmente, con l’aiuto di pollice e indice, da ST-4 dicang
a ST-5 daying; da questo punto si sale verso GB-2 tinghui e da qui si
sale ancora verso SI-19 tinggong e TE-21 ermen. Si eseguono tre
passaggi per ogni lato. Il micromassaggio può essere effettuato con oli
essenziali. Per l’azione decongestionante e decontratturante è utile
associare l’olio essenziale di pino a quello di ginepro.
14. Considerazioni finali
In conclusione, integrare le varie conoscenze può aiutarci molto
a valutare quanto le problematiche possano dipendere da disequilibri
generali o semplicemente locali. In quest’ottica l’agopuntura, nel
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trattamento dell’ATM, non deve essere considerata una terapia di
approccio esclusiva, ma può molto bene integrarsi con terapie
convenzionali gnatologiche biomeccaniche. In altri termini, essendo
ormai certa la multifattorialità eziopatogenetica della patologia
dell’ATM, un approccio integrato è estremamente importante per
comprendere le caratteristiche di una problematica socialmente
sempre più diffusa.
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