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Mensile gratuito di attualità, informazione e curiosità - Anno V - Giugno-Luglio 2009 n. 3 - N 42
VELVET... FOR AIL
ROCK 4 AIL
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Due giorni di festa per solidarietà
pag. 3
L’edizione di quest’anno si svolgerà in 2 giornata: 12 e 13 giugno in Piazza Giovanni Paolo I (Duomo) a Vittorio Veneto.
Venerdì 12 giugno dalle 18.30:
Spritz hour accompagnato dal
dj set di We.Trademark e RaDj
alle 21.00: “Bring on tomorrow”
– Stelle alla ribalta, commedia
musical in due atti
Sabato 13 giugno dalle 15.00 si
alterneranno i seguenti gruppi:
Skylonger, Slalom, 42, Skattegat, Claymore, Coro col di Lana,
Borderline ed Electrik Sheep.
A seguire i VELVET
(INGRESSO LIBERO)
“ROCK 4 AIL” è una manifestazione musicale ideata da alcuni
gruppi giovanili vittoriesi per raccogliere fondi in favore dell’A.I.L.,
l’Associazione Italiana Lotta Contro le Leucemie-Linfomi.
Le prime due edizioni della manifestazione si sono tenute nel 2007 e 2008
in Piazza Giovanni Paolo I a Vittorio
Veneto (TV) ed hanno permesso di
devolvere complessivamente all’AIL
circa 8.000,00 euro, fornendo un importante contributo per l’acquisto di
apparecchiature mediche ed il sovvenzionamento della ricerca sul cancro.
Considerata l’ottima riuscita delle due
edizioni ed il notevole riscontro del
pubblico, i gruppi giovanili “Spazio
Musica”, “Karpesika” ed “Insieme per
Ceneda Giovani” propongono una
terza edizione della manifestazione da
svolgersi venerdì 12 e sabato 13 giugno 2009 sempre in Piazza Giovanni
Paolo I a Vittorio Veneto. Si intende
così rinnovare la partnership avviata
nell’ambito delle politiche giovanili
partecipate per la promozione della
propositività e della cooperazione tra
realtà giovanili locali, Amministrazio-
ne Comunale e soggetti del territorio
nei diversi ambiti di interesse tra cui
quello artistico-musicale.
L’edizione di quest’anno prevede due
giornate:
- la serata di venerdì 12 con l’esibizione del Musical “Bring on Tomorrow – Stelle alla ribalta”, progetto
che rientra nel Progetto Giovani comunale e coordinato da Aliestese. Si
prevede di far precedere e seguire il
musical da un dj set di musica elettronica che avrà luogo nel rispetto degli
orari della Santa Messa e con conclusione entro le ore 24.00
- la giornata di sabato 13 con una
serie di concerti che avranno inizio
dal pomeriggio e vedranno la partecipazione di gruppi musicali emergenti
della città e dei VELVET, gruppo affermato a livello nazionale.
Si prevede anche per questa edizione,
come segno di integrazione tra giova-
ni e meno giovani, la partecipazione
musicale del Coro Col di Lana e l’intervento del referente dell’Associazione AIL nella giornata di sabato.
I tre stand gastronomici allestiti in
piazza verranno gestiti dalle Associazioni Karpesika e Insieme per Ceneda.
L’ingresso alla manifestazione è gratuito, con offerta libera. Verrà inoltre
allestito in Piazza un banchetto informativo dell’Associazione AIL presso
il quale sarà possibile fare offerte che
saranno anch’esse devolute in beneficienza.
Associazione Italiana contro le
Leucemie-linfomi e mieloma
I fondi raccolti saranno devoluti all’AIL,
Associazione Italiana contro le Leucemielinfomi e mieloma.
Il ruolo fondamentale dell’AIL nazionale e
delle sue 79 sezioni provinciali è l’attività a
favore dei malati, svolta in simbiosi con le
principali strutture di Ematologia sia univer-
la farà… ma la vita nella scuola
non sarà per tutti così semplice.
I ragazzi, oltre ad essere artisti,
dovranno essere prima di tutto
persone e capire che la libertà
si guadagna giorno per giorno
facendo le scelte giuste e non
inseguendo la strada del successo facile.
Trascorsi i quattro anni, gli studenti prenderanno il diploma di
laurea e si accorgeranno che la
loro persona-lità sarà profondamente cambiata.
Durante i concerti saranno pre- TUTTI I GRUPPI EMERGENsenti stand gastronomici.
TI IN RASSEGNA SABATO 13
GIUGNO DALLE 15.30
IL MUSICAL:
SKYLONGER
BRING ON TOMORROW,
Gruppo alla prima esibizione
stelle alla ribalta
live formato da quattro ragazzi
Ven 12 giugno Piazza G. Paolo I vittoriesi, classe 1993: Emilio
ore 21.00
Ambrogi (chitarra & voce), LoIl musical “Bring on tomorrow, renzo Pasquotti (batteria) Anstelle alla ribalta” promosso drea De Poi (chitarra & voce) e
dal Progetto Giovani della Città Nicola Piccin (basso).
di Vittorio Veneto, Assessorato La band si è formata nel 2008 e
alle Politiche Giovanili e realiz- suona un miscuglio di Alternatizato dalla compagnia Aliestese, ve Rock molto coinvolgente!
vede la partecipazione di circa
100 giovani vittoriesi che hanno SLALOM
contribuito attivamente alla re- Gruppo formatosi nell’aprile
alizzazione recitando, ballando, 2008 per iniziativa del battecantando e collaborando per i rista Daniele Da Re, il quale
costumi e per l’allestimento del- contatta Matteo Zanchetta,
chitarrista,che si impegna con
le scenografie.
Partner del progetto: Centro passione nel progetto. In seServizi Città di Criciuma, Istituto guito si arruolano nella band
“S. Giovanna D’Arco” di Vittorio Michele Botteon alla chitarra,
Veneto, I.T.I.S di Vittorio Veneto, Marco Zuccaro alla voce e
RING Rete Informativa Giovani, Francesco Sdao alle tastiere.
Nell’aprile 2009 entra nel grupSpazio Musica Criciuma.
Presso una prestigiosa scuola po Andrea Da Re come bassid’arte e spettacolo si aprono le sta. Dopo poche cover iniziali
severissime audizioni per i nuo- e qualche arrangiamento blues
vi corsi dell’istituto. Centinaia di cominciano a produrre canzoni
giovani aspiranti cantanti, attori proprie in un rock molto vario
e ballerini si presentano davanti caratterizzato da influenze hard
alla commissione di insegnanti rock, progressive rock e blues.
per cercare di guadagnarsi un 42
posto nella scuola e realizzare I 42 sono un Gruppo Tributo ai
così il proprio sogno… diventa- Coldplay. L’idea nasce dall’inre una stella! Solo qualcuno ce contro di Marco Simeoni (Voce,
sitarie che ospedaliere, presenti sul territorio
italiano. Il malato, infatti, è al centro degli
sforzi dell’Associazione, diretti a migliorarne
la qualità della vita e ad aiutarli nella lotta che
egli conduce in prima persona per sconfiggere la malattia. L’AIL ha fatto tanto e può fare
ancora di più contro le leucemie, i linfomi e
il mieloma grazie ai contributi di molti italiani
che hanno sentito e sentiranno il bisogno di
Piano e Chitarra Ritmica) con
Pietro Azzalini (Chitarra Solista)
ai quali si unisce fin da subito
Alessandro De Savi (Basso).
L’entusiasmo dei primi mesi di
prove è confermato dalla successiva entrata nel gruppo di
Andrea Maset (Batteria), che
ne completa la formazione.
Dopo il debutto all’Art Cafè “Le
Maschere” e la performance
al Gands, i 42 procedono con
convinzione nel loro progetto di
suonare la musica dei Coldplay,
dando a volte anche qualche
tocco di originalità ai brani,
coinvolgendo e stupendo il pubblico. VIVA LA VIDA!!!
giare impavido sui tamburi di
guerra, Chaos impugnare con
indomita tenacia il basso elettrico, Nemesis The Revealing
sguainare fiero il liuto ritmico
e brandire l’elsa delle seconda
voce, Thrudhgelmir cavalcare
impetuosamente il liuto solista
lungo le scale pentatoniche,
Spawn declamare con ferocia l’inno delle loro gesta. Con
questa invincibile formazione i
nostri eroi riporteranno l’Hard
Rock e l’Heavy Metal alla gloria
di un tempo.
BORDERLINE
I Borderline si formano agli inizi
del 2005 da un’idea di 3 compagni di Università: Riccardo PiaSKATTEGAT
Il progetto SKATTEGAT nasce ia, Alessandro Bolzan e Stefano
nell’agosto 2007 quando Costa Dal Pra’. Dopo breve tempo si
(Manuel Costa - Chitarra), Ranky unisce al gruppo la bassista
(Alessandro Rancan - Voce), Martina Marin. L’idea è quella di
e Manuello (Manuel dal Mas proporre musica rock: oltre alle
- Basso) cominciano a lavora- cover di gruppi che hanno sere e mettere in piedi le proprie gnato la storia del rock anni ‘70
idee includendo subito Francè (Led Zeppelin, Cream, Creeden(Francesco Neglia - Batteria). ce, AC/DC..), i Borderline inseriDopo aver chiuso le collabora- scono nel loro repertorio anche
zioni con i gruppi precedenti i brani di propria composizione,
quattro si dedicano pienamen- e sono gli unici brani in italiano
te al progetto Skattegat fino al suonati dalla band. I testi delle
10 Settembre ‘07. Quando, en- canzoni sono ispirati alla realtà
trati nella band Lollo(Lorenzo quotidiana, e spesso sono una
de Luca-Sax), Markez(Andrea denuncia di alcuni mali della
Marchetti-Chitarra) e Eric(Eric società moderna.
Felet-Sax), il gruppo si completa ELEKTRIK SHEEP
e inizia a comporre musica ska- Abbiamo iniziato spinti dalla
core/ska-punk cercando di far passione e la passione non si è
coesistere nel proprio sound sia mai affievolita; abbiamo cercala cattiveria del punk-core che to cuori disposti a battere forte
la nitidezza dello ska con can- e abbiamo messo l’energia di
zoni che vogliono coinvolgere e ogni anima, e l’energia è crecaricare il pubblico.
sciuta senza conoscere limiti
al ritmo sincopato dei nostri 5
CLAYMORE
Claymore è l’armata artistico- cuori; abbiamo ricercato suoni,
musicale nata nell’A.D.2006, dinamismo, pezzi e autori… e
meglio definita come l’unione poi, mescolando tutto, abbiamo
di cinque audaci combattenti scoperto che una minima vibraaccomunati dal desiderio di zione faceva scoppiare tutto.
salvaguardare il vero spirito del Allora, iniziamo con un potente
Metallo. L’assetto principe vede assolo di batteria, e vediamo
Kronos, Lord Of Time, troneg- che succede!!!
dare. Così, negli ultimi venti anni, grazie ai
risultati straordinari della ricerca scientifica
e di terapie sempre più efficaci - compreso il
trapianto di cellule staminali - hanno reso leucemie, linfomi e mieloma sempre più curabili.
Ma questo risultato non è sufficiente: l’obiettivo dell’AIL è curare al meglio tutti i pazienti
aumentando, non solo la durata, ma anche la
qualità della vita e la percentuale di guarigio-
ni. Il progetto 2009 dell’associazione presieduta dalla sig.ra Maria Teresa Pelos intende
raccogliere fondi per finanziare l’acquisto di
apparecchiature per il controllo dei tumori
al seno presso l’Ospedale di Vittorio Veneto.
Proseguirà inoltre il piano triennale di finanziamento della ricerca sui tumori al cervello
presso il centro di ematologia dell’ospedale
Ca’Foncello di Treviso.
VELVET
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PIERLUIGI FERRANTINI (voce e chitarra, 1974) GIANCARLO CORNETTA (batteria, 1970)
PIERFRANCESCO BAZZOFFI (basso, 1977) ALESSANDRO SGRECCIA (chitarra, 1974)
Velvet è la storia di quattro artisti che inizia a Roma nel
1998. Una storia scritta e vissuta con passione, musica,
gavetta, sogno e strada da percorrere insieme: quella degli interminabili kilometri dei tour ma soprattutto quella
della crescita umana e artistica di una band.
Nell’estate del 2000 esce in radio Tokyo Eyes, prima vera
hit della band, che resta per più di venti settimane in classifica. Nel 2001 i VELVET partecipano alla 51ª edizione
del Festival di Sanremo con “Nascosto dietro un vetro”.
Pochi mesi dopo viene pubblicato “VERSOMARTE”
(Emi, 2001), primo album del gruppo: dodici canzoni che richiamano la passione per il brit sound, dove le
chitarre sono attrici protagoniste. Nello stesso periodo i
VELVET partecipano al Brand New Tour organizzato da
MTV sui palchi dei più prestigiosi club italiani.
Nell’estate 2001 arriva la consacrazione del grande pubblico con l’ironia della hit “Boyband”. Inizia per i Velvet
il momento d’oro: partecipazioni a grandi eventi e alle più
importanti trasmissioni tv, due nomination nelle categorie “Miglior gruppo” e “Miglior rivelazione” agli Italian
Music Awards, l’inizio del “VERSOMARTE TOUR” che
raggiunge le principali città italiane.
Nell’Ottobre del 2002 i VELVET incontrano un loro idolo storico, Edoardo Bennato, nella cover-tributo “Una
settimana, Un giorno”, brano che riscuote un grande
consenso di pubblico e critica e che anticipa l’uscita del
secondo album della band, “COSE COMUNI” in cui il
sound Velvet si evolve verso un rock più convinto e maturo. Il successo si cristallizza in “Funzioni Primarie”.
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VELVET - Nella lista delle cattive abitudini
Chiusa la collaborazione con Emi
il gruppo romano torna in studio e
all’insegna del motto “nel dubbio
distorci” prende vita “10 MOTIVI”
(Universal, 2004): il disco della svolta, tormentato e colmo di risentimento ma, nelle parole della band, “liberatorio”. “Dovevo dirti molte cose”
partecipa a Sanremo e viene definita
da alcuni critici la “canzone del decennio”.
Il “10 MOTIVI TOUR” attraversa
tutto il bel paese. I Velvet diventano
protagonisti di acclamati concerti e
piazze colme per eventi come Mtv
Day, Primo Maggio, Cornetto Free
Music Live, LIVE 8.
Pier, Gianka, Ale e Poffy tornano
sul palco sanremese con “Tutto da
rifare” che anticipa VELVET, quarto album della band che include un
omaggio al maestro della musica inglese: lui è John Lennon, la cover è
Beautiful Boy.
Nell’agosto del 2008 la band rientra
in studio affrancandosi da qualsiasi
influenza esterna con la forte volontà
di iniziare un nuovo percorso.
All’inizio dell’autunno i Velvet approdano all’ombra della Mole Antonelliana. Torino, una nuova atmosfera,
la produzione di Ale Bavo e Gianni
Condina (Casasonica), dissonanti
stimoli creativi: l’inizio di una rivoluzione. Nasce così NELLA LISTA
DELLE CATTIVE ABITUDINI in
uscita il 17 aprile 2009, anticipato dal
singolo Tutti a casa, in rotazione nelle radio dal 15 marzo.
Ogni disco dei Velvet è stato un ritratto fedele di ciò che è successo nel periodo trascorso a comporlo, provarlo, suonarlo ed infine registrarlo.
“Nella Lista Delle Cattive Abitudini” non è da meno: è la reazione di quattro
ragazzi che hanno guardato il mondo con una nuova sensibilità, che hanno
lottato, che a volte hanno sbagliato a fidarsi ed altre volte hanno fatto la scelta giusta incrociando sguardi che meritavano e restituivano fiducia. Quattro
ragazzi che hanno creduto in se stessi prima di tutto, nel loro essere band.
“Nella Lista Delle Cattive Abitudini” non è un disco che vuole indicare una
strada, proporre delle soluzioni. È un invito a tenere gli occhi aperti sapendo
che è molto probabile che ciò che vedremo non ci piacerà, forse ci porterà
al disgusto. Tuttavia capire è l’unica strada per essere critici e poter essere
lucidi, per reagire e agire senza lasciarsi tentare dalla via più breve, quella
dell’abitudine allo stato delle cose e all’indifferenza. Capire come resistenza
e speranza.
Il nuovo album dei VELVET si costruisce sulla rabbia verso un sistema universalmente condiviso che non mantiene nessuna delle proprie promesse, che
non ha cura del proprio futuro e che irresponsabilmente lo inquina come se
domani ci fosse la possibilità di trasferirsi su un altro pianeta senza pagare
il conto.
Non parlare, non credere, non protestare, non interessarsi se non alle proprie
strettissime esigenze, mentire, dare valore al niente, non ricordare, ascoltare
ma non sentire, evitare di comprendere. Abbiamo tutti una lista delle cattive
abitudini. Siamo tutti coinvolti stavolta.
“Nella Lista Delle Cattive Abitudini” è il quinto lavoro della band, composto
da nove brani più uno – ovvero una nuova versione di Nascosto Dietro Un
Vetro, canzone contenuta nel primo album VERSOMARTE (EMI 2001). Nella
versione digitale l’album comprenderà Io sto bene, l’incontro inedito e pungente tra i Velvet e il mondo Hip Hop dei Corveleno.
Un album dove la capacità compositiva - sia testuale che musicale - raggiunge forme e vette nuove dando grande spazio alla creatività e alla ricerca
sonora, vestite stavolta di un sound meno comodo. La produzione è scarna
ma di stile e porta la firma di Ale Bavo e a Gianni Condina di Casasonica.
“Nella Lista Delle Cattive Abitudini” pone una grande attenzione alla struttura delle canzoni, dove i tappeti di sintetizzatori e i filtri elettronici si affiancano
e sostituiscono le parti campionate.
Un lavoro dove il brit pop degli esordi si tramuta talvolta in rock venato di delicate melodie, altre volte coglie le chitarre indie d’oltremanica senza perdere
la migliore tradizione italiana, fatta di canzoni d’autore e d’impegno.
“Nella Lista Delle Cattive Abitudini” è un album ricco e solido, dove l’impianto
sonoro si nutre della realtà per coglierne i suoi ritmi frenetici e li ripercuote
modulati nel linguaggio estremamente consapevole della band.
Come una polaroid che mette a fuoco con colori caldi un frammento di realtà, “NELLA LISTA DELLE CATTIVE ABITUDINI” è un paesaggio della ragione
umana non sempre facile da osservare, con sfumature spigolose e scorci
dipinti con occhio espressionista.
“Quando abbiamo iniziato a suonare non avremmo mai pensato di fare tutta
la strada che abbiamo fatto, anzi a dirla tutta lo pensavamo eccome, ma non
eravamo così sicuri di riuscirci. Avremmo giurato comunque su una cosa:
avremmo voluto diventare quello che siamo oggi” raccontano i Velvet. E c’è
da credergli.
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Giacomo Tonon
Andare via: trovare un seme da far
germogliare a casa
Grazie al progetto
Erasmus, ho vissuto ad Amburgo in
Germania da ottobre
2007 a fine luglio
2008. Sono partito
perché volevo andare davvero lontano
e stare da solo. Mi interessava anche
imparare una lingua difficile che non
avevo mai avuto occasione di conoscere. Ciò che mi attirava di più però
era mettere in gioco me stesso in una
situazione un po’ difficile e nuova. Ho
trovato una città fantastica e molto
vivibile nonostante Amburgo sia una
metropoli di quasi 2 milioni di abitanti. Io ho sempre fatto questo paragone:
è grande e offre come Milano, ma con
la tranquillità di Vittorio Veneto. Una
città confortevole, multietnica, pulita
e verde. Ho incontrato anche persone
molto disponibili e gentili dai ragazzi
ai professori universitari; questi ultimi,
compreso il mio coordinatore Erasmus
tedesco, sono stati davvero aperti e
sempre pronti a offrire il loro aiuto per
una permanenza produttiva. Il lato me-
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raviglioso è senza dubbio trascorrere il
proprio tempo con persone da tutto il
mondo ti aiuta a essere mentalmente
più aperto e “tollerante” e capisci che
siamo veramente tutti identici, con gli
stessi problemi, pensieri, voglia di fare e
di stare bene. Dal punto di vista scolastico ho incontrato un modo differente
di fare lezione, con maggior apertura al
dialogo, alla discussione in classe e alla
creazione di ricerche da presentare in
gruppo; modi del tutto assenti nel mio
percorso scolastico e che credo siano
invece molto utili e propedeutici per il
futuro professionale. Oltre ad imparare
una lingua nuova, ciò che più mi è rimasto sono i rapporti che ho stretto con
alcune persone diventate ora mie amiche. Spesso essere lontani da casa crea
molta vicinanza e sostegno reciproco.
Alla fine sono però tornato a casa. Una
cosa fondamentale che ho capito stando
lontano è quanto fossero importanti le
persone e le “cose” che ho qui. E queste
persone non possono essere sostituite da
niente al mondo. Vivendo in un altro
posto puoi anche scoprire la voglia di
stare via per sempre, ma nella maggior
parte delle persone che ho conosciuto
ho riscontrato un desiderio di voler tornare sempre alle proprie “radici”. Molte
volte i ragazzi di oggi hanno un forte
desiderio di “fuggire” dal luogo in cui
sono nati perché ritengono che ciò che
si ha qui non è abbastanza e non offra
stimoli. Credo però che questi non abbiano “costruito” (in tutti i sensi) sufficientemente nel loro luogo d’origine;
non è detto che andare lontano offra la
possibilità di costruire un proprio progetto di vita e trovare nuovi stimoli. A
volte può succedere di cominciare una
vita diversa e che sembra migliore, ma
spesso si torna a casa nella stessa situazione di come si era partiti.
ManuelaZandonella
Viaggi, sogni e bimbi disabili
Fin da piccola ho
sempre avuto un sogno: lavorare per e
con i bambini…del
mondo! E il mio sogno si è finalmente realizzato, nell’ottobre del 2006, quando
sono partita alla volta dell’Ecuador per
fare un anno di servizio civile internazionale con un’ONG che si occupa di
bambini disabili. Per me, fisioterapista,
questa occasione calzava a pennello e
non potevo proprio farmela scappare,
anzi, mi sono fermata in quella verde
terra costiera anche qualche mese in
più, su richiesta dei volontari al fine di
aiutarli a concludere al meglio il progetto nel quale ero inserita. È difficile per
una chiacchierona come me riassumere
in poche righe questa esperienza unica
e che consiglierei a qualsiasi giovane che
ha voglia di mettersi in gioco, mettersi a
servizio dell’Altro e al tempo stesso fare
un vero cammino di crescita e maturazione, avvenuta per me sotto molteplici
aspetti: personale, professionale, spirituale, culturale, ecc. E dall’altra parte
del mondo mi sono immersa in una
cultura povera economicamente ma
umanamente ricchissima, riscoprendo
la bellezza nelle piccole cose, nella quotidianità, nell’ospitalità e nell’accoglienza, valori fondanti di questo popolo così
“caliente” (= caldo). Sono partita con il
mio sogno di bambina e sono ritornata
una donna nella quale si mescolano in
armonia la cultura ecuadoriana e quella
italiana, una persona nuova con la voglia di trasmettere a chi mi circonda le
molteplici cose imparate e di portare
avanti in ogni luogo del mondo una cultura di rispetto, accoglienza e apertura
all’Altro. Oggi il lavoro, la famiglia, le
persone care e le belle colline vittoriesi
mi hanno riportato in Italia, anche se il
mio cuore è rimasto a ballare fra le onde
dell’oceano Pacifico… e chissà in quali brillante caratteristica del popolo geraltri luoghi del Mondo che spero presto manico.
di poter conoscere e vivere!
La mia fortuna comunque è stata quella
di riuscire a trovare alloggio all’interno di una casa dello studente adibita
esclusivamente a studenti erasmus. 40
appartamenti da 4 persone ciascuno,
Erasmus: il binario parallelo
popolati da giovani provenienti da quaL’idea della mia “fuga” lunque parte del mondo. L’atmosfera
è nata nel bel mezzo era qualcosa di unico: nei corridoi si
degli anni all’univer- mescolavano voci francesi, odori di cibi
sità. Molta gente elo- spagnoli, risate italiane, accenti amerigiava il mito dell’Era- cani o musiche inglesi. Una volta rotsmus e anch’io mi to il ghiaccio e fatta amicizia abbiamo
sono lasciata contagiare dall’entusiasmo cercato quanto più possibile di creare
verso questa avventura. La motivazione gruppo. Si organizzavano viaggi, feste a
era principalmente la voglia di miglio- tema, cene tipiche di un paese piuttosto
rare il tedesco. Poi c’era senza dubbio la che di un altro, riuscendo a legare e crevoglia di cambiare aria, dato il periodo are rapporti di amicizia che tuttora renon particolarmente ricco di stimoli e sistono e vengono coltivati nonostante
la voglia di dimostrare a me stessa che la distanza. La cosa che maggiormente
avrei saputo cavarmela in un paese stra- ricorderò è questa condivisione, questa
voglia di socializzare in ogni momento
niero, pur non conoscendo nessuno.
E così con una valigia carica di pesan- perché in fondo sapevamo fin troppo
tissimi maglioni sono salita completa- bene che l’Eramsus non era altro che
mente sola su un aereo diretto verso la una parentesi, un binario parallelo che
fredda Hannover. Il primo mese è stato correva in fianco a quello della vita reaun trauma: a causa della puntigliosa ed le. Inutile dire che è stata senza dubbio
estenuante burocrazia tedesca, ho pas- l’esperienza più bella della mia vita: ero
sato giorni interi girando per uffici a sempre accompagnata dalla splendida
compilare documenti. L’ospitalità verso sensazione di essere completamente
gli stranieri non è sicuramente la più padrona del mio tempo, di non avere
Martina Zanella
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impegni al di la di quelli strettamente
necessari, di poter essere soddisfatta di
me stessa per come stava andando e per
quello che stavo facendo. Del ritorno
ricordo l’assoluta incapacità di riuscire
ad esprimere e raccontare quei mesi a
chi aveva la curiosità di sapere e sogghignava nella convinzione che l’Erasmus
fosse semplicemente una lunga, continua festa. Tutto ciò è in parte vero ma
molto riduttivo: un’esperienza all’estero
è, oltre che un semplice percorso di studio/lavoro, un’esperienza di vita unica
ed estremamente arricchente.
Silvia Rispoli
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fatto suo”, per la voglia di scoprire cose
nuove. Non so se l’aver fatto un’esperienza del genere ti renda davvero così,
o l’essere in un certo modo ti porti ad
intraprendere un certo percorso. Ma
sono certa che vivere all’estero, anche
solo per pochi mesi sia qualcosa a cui
nessuno deve rinunciare, per capire che
non esiste solo il nostro piccolo mondo
perfetto, fatto di quotidianità, di cose
sicure. Chissenefrega se si perde un
anno, se si rimane indietro di qualche
esame…staccare il cordone ombelicale e
mettersi alla prova è un’esperienza che
niente e nessuno potrà ripagare.
Eleonora Segat
A Lisbona per sperimentare e speri- Partire e sapere che al ritorno non sei
mentarmi
più….la stessa
Oltre per i soliti motivi (imparare la lingua,
conoscere una nuova
cultura…) io sono
partita con il progetto Erasmus per sfida;
vuoi che io non ce la faccia a vivere da
sola lontana da tutto ciò che riguarda
il concetto di “casa”? Sono partita circa
2 anni fa per 8 mesi a Lisbona, in Portogallo. Ho scelto una località che non
conoscevo, totalmente a scatola chiusa,
per aumentare le difficoltà del gioco.
I miei genitori ovviamente non erano
d’accordo, e questo non ha fatto che
moltiplicare la voglia di sperimentare,
sperimentarmi. Ma io avevo in mente
quella frase che mi aveva detto mia sorella qualche anno prima “non sprecare
questa occasione, sarà l’anno più bello
della tua vita”. Lo è stato. Lisbona è
diventata per me come una persona, a
volte nemica, a volte in grado di farmi
entrare in contatto diretto con la sua
Terra. Ho scoperto un Paese incredibile, che considero oggi come la mia
“seconda casa”. Ho incontrato molte
persone che hanno fatto l’Erasmus, e
ho sempre pensato che le avrei riconosciute, per quel modo di fare di chi “sa il
18 anni, questo il traguardo? Per cosa? Per
partireee!
Eh sì, molto difficile
cercare di partire da
minorenni,
troppi
ostacoli, nessuno che si prenda la responsabilità e troppa burocrazia da superare. E allora… ho atteso per lunghi
anni la maggiore età!
Fin da piccola ho pensato che un giorno
avrei preso il largo per terre lontane, così
quando in quarta superiore mi proposero uno dei campi estivi di volontariato
della Caritas di V.V. , esultai di gioia.
La destinazione? Mhmh…. qualcuno
di voi forse storcerà il naso…. Albania,
il paese delle aquile! In quel momento
non era importante il luogo, essenziale
era partire, viaggiare, scoprire. Da allora
sono passati sei anni, sei estati, e anche
quest’anno trascorrerò le mie vacanze in
questa terra.
Perché preferire questo paese rispetto
a delle vacanze nelle spiagge nostrane?
Non so se sia possibile spiegare, forse
saranno i 1200 km macinati sul lungo costa balcanico, fra un caffè e tante
chiacchiere per rimanere svegli durante la guida notturna, o forse superare
4 dogane (Slovenia esclusa) e sentire
la cara Italia allontanarsi dietro di me,
finché arrivando alla dogana Albanese, quasi allo stremo, devi spiegare che
tutto quello che trasporti (3 macchine
e un furgone carico di materiale) non
è merce di contrabbando, ma serve per
attività ludiche. Spiegaglielo in albanese!!! Ma non è detto che ti facciano
passare!! Allora ti armi di pazienza e
alle 4 di mattina te ne ritorni indietro
e cerchi un’altra dogana, magari più a
nord, dove ti fanno meno storie. Finalmente si arriva, stanchi a dir poco, ma
la felicità dei ragazzi e dei bambini che
ti accolgono ti riempie il cuore. Perché
loro sono lì, da mesi attendono il nostro
arrivo e noi (volontari) attendiamo tutto l’anno la loro compagnia. Ciò che mi
spinge ogni anno a partire è il viaggio,
l’andare verso qualcosa di “diverso” da
noi, dalla nostra città, dai nostri soliti
pensieri e preoccupazioni; il desiderio
di ritornare in un paese, dove ci si sente
accolti, dove si ascoltano storie di uomini partiti per cercare fortuna, come
i nostri bisnonni e storie di donne che
sussurrano, solo a noi italiane, la voglia
di emancipazione, di un futuro diverso
dall’essere solo mogli e madri. La certezza di questo viaggio? Il tornare Diversi, totalmente “scombussolati” dentro, acquisire occhi nuovi, per ciò che si
ha visto, ascoltato e vissuto….. banale
dirlo, ma ritornati in Italia tutto sembra
diverso da come appariva prima. Provare per credere. Partite!
Iscritto al numero 14 del Registro Stampa del Tribunale di Treviso il 14.05.2005 Periodico Patrocinato
dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune
di Vittorio Veneto Direttore responsabile: Fulvio Fioretti Editore: Karpesika Redazione: via della Chiesa,
6 - 31029 Vittorio Veneto TV Collaboratori: Silvia Albrizio, Claudia Baccichet, Andrea Condotta, Federico
Campo dall’Orto, Piero Della Giustina, Alberto Ferri,
Diego Fioretti, Manuel Gentile, Lorenzo Liguoro, Andrea Maroelli, Chiara Perin, Barbara Stella, Staff Criciuma, Viviradio Progetto grafico: Alberto Ceschin.
[email protected] - www.jabadabadoo.it
PRIMA DEL
VIAGGIO
I pensieri dei ragazzi che si preparano
alla maturità
Silvia Balbinot
Piero Della Giustina
Silvia Lena
Maturità, temutissima maturità, o per lo
meno temutissima da
molti di noi che sotto
il sole di giugno si accingeranno a prendere
il sospirato diploma.
Finalmente superato
anche il colloquio orale saremo pronti e più
vogliosi che mai di iniziare una nuova vita: ci
sarà chi cercherà di intraprendere la strada
universitaria e chi cercherà di lanciarsi nel
mondo del lavoro. In
ogni caso, qualunque
sia la difficile scelta
il primo ostacolo da
superare sarà quello
di decidere se “abbandonare” o rimanere
“fedeli” alla ridente
cittadina vittoriese.
Alcuni ragazzi e ragazze che tra qualche
mese dovranno sostenere le varie prove
dell’esame di Stato
ci hanno raccontato
come stanno vivendo
la loro scelta per il
futuro e cosa ne pensano dell’andarsene
da Vittorio o del continuare ad abitarci.
“Non ho una gran
voglia di andarmene
da Vittorio, ma se è
necessario, lo farò.
Sebbene Vittorio sia
una piccola città, mi
piace e tutto sommato
è tranquilla”. Questi i
pensieri di una maturanda del Liceo Scientifico “M.Flaminio”,
Silvia Balbinot; caso,
tuttavia, abbastanza
anomalo dal momento
che moltissimi coetanei non vedono l’ora di
andare all’università
per essere lontani da
casa e dalla propria
città, per sentirsi più
indipendenti e fare, o
per lo meno cercare di
fare, ciò che vogliono.
Infatti, Veronica Tonon
che frequenta l’ultimo
anno di Ragioneria
dice: “allontanarsi da
casa permette di vivere situazioni diverse
dal solito, che consentono ai ragazzi di crescere e pian piano di
divenire adulti. Nella
vita bisogna sempre
guardare avanti, non
ci si può mai voltare
indietro per vedere
ciò che si ha lasciato”.
Giorgia Rossi del Liceo
Scientifico afferma
che “la paura di sbagliare è tanta di fronte
ad una scelta così importante, ma la voglia
di sperimentare qualcosa di non conosciuto
e la speranza di avere maggiori probabilità di successo portano
noi giovani ad essere
molto attratti dalla
possibilità di studiare
all’estero”.
Silvia Lena, che tra pochi mesi si diplomerà
al Liceo Classico, alla
domanda “che cosa
ne pensi della “fuga”
post maturità?”, ci ha
risposto così: “La prima cosa che prenderò
in considerazione sarà
la distanza della facoltà da casa. Ho sempre
voluto andare a studiare all’estero ma, se
questo non è fattibile,
allora sceglierò una
sede universitaria più
possibile lontana. Questo perché ho voglia di
essere indipendente e
crearmi qualche cosa
di diverso da quello
che ho qui”. Dello
stesso avviso sono
Giada Zanetti e Fede-
Federica Masut
Chiara Perin
Giorgia Rossi
Giada Zanetti
rica Masut, sempre
del Liceo Classico: “Io
vorrei andare all’estero, magari in Francia,
perché sono stufa
di tutto e non voglio
continuare a studiare
discipline teoriche”
dice Giada. Continua
Federica “Vittorio è
una città poco stimolante, non offre opportunità. Dopo la maturità voglio stabilirmi
in una nuova città,
anche perché l’unica
possibilità di restare a
Vittorio sarebbe la vita
da pendolare, ipotesi
che preferisco scartare, perché trovo che
sia una gran perdita di
tempo e non aiuti a diventare indipendenti”.
Ed infine concludiamo
con due esponenti del
sesso forte vittoriese
Paolo Prevedello e
Piero Della Giustina,
entrambi frequentanti
l’ultimo anno del Liceo Scientifico; Paolo
sostiene che la cosa
migliore sia andarsene da Vittorio perché
vorrebbe fare nuove
esperienze:
“L’idea
di studiare all’estero
sarebbe molto interessante, ma per il
momento mi limiterò a
frequentare un’università qui in Italia”. Piero
è dello stesso avviso:
“Escludo subito l’idea
di fare il pendolare
perché secondo me è
noioso e non permette
di integrarsi al meglio
nell’ambiente universitario. Mi piacerebbe, dopo la laurea,
trascorrere un periodo
all’estero, magari fare
un master, per potermi
lanciare al meglio nel
mondo del lavoro e
fare nuove esperien-
ze.”
Per quanto riguarda
me dopo la maturità
Classica voglio intraprendere la strada
universitaria in una
grande città, lontano
da casa per fare nuove
esperienze, conoscere
gente nuova e diventare più indipendente;
l’idea di spostarmi non
mi preoccupa affatto e
sento il bisogno aprire
una nuova pagina della mia vita.
È emerso dunque, da
questa piccola indagine, che noi diciottenni
vittoriesi saremo tutti
dei “fuggitivi” tra pochi mesi perché l’idea
di allontanarsi da casa
è senza dubbio molto
più allettante.
Chiara Perin
una propensione dei giovani stessi a “partecipare creativamente”
allo sviluppo sociale e culturale del territorio.
Perché allora non promuovere
qualcosa
che potesse unire tali spinte creative attraverso un laboratorio giornalistico
Si tratta di
per permettere anche ad altri giovani potenzialmente interessati
di conoscere e toccare con mano il mestiere del giornalista?
tutti gli
Sulla base di tale fermento e di tali motivazioni i promotori
del progetto FUORI DI PENNA hanno deciso di utilizzare
nei confronti dell’informazione e dall’altro
difficile ma piena di fascino.
da un lato un grosso interesse da parte del tessuto giovanile
professione
sono nati nel corso degli ultimi anni, dimostrando
canonica di apprendimento ma di cogliere un primo assaggio di una
Giornali, radio, siti internet, blog ed addirittura una televisione
In questo modo si intende non limitare l’esperienza ad una strutturazione
situazione con i tutor addetti a seguirli. La giornata seguirà però un iter
apprendimento di gruppo, attraverso lezioni
quantitativa e qualitativa di strumenti informativi giovanili.
dinamico in base alle occasioni di lavorare sul campo che si presenteranno.
I ragazzi e le ragazze coinvolti si troveranno la mattina per fare il punto della
finalizzato all’avvicinamento dei giovani alla scrittura
frontali,
finalizzato all’avvicinamento dei giovani alla scrittura
Il progetto Fuori di Penna intende organizzare
il format del Campus Giornalistico per coniugare
soprattutto grazie ad una sorprendente crescita
in tutte le sue forme (giornalismo, web, professionale, creativa).
step necessari alla pubblicazione finale di un articolo.
o se del caso, per altre testate giornalistiche locali, seguendo passo per passo
di inchieste/indagini giornalistiche territoriali che si concretizzeranno nella
produzione di articoli per il mensile di informazione giovanile Jabadabadoo,
e di momenti di azione sul campo che si tradurranno nella conduzione
2 weekend in cui i giovani vivranno insieme
un’esperienza innovativa, che li vedrà protagonisti di momenti di
in tutte le sue forme (giornalismo, web, professionale, creativa).
un “campus giornalistico giovanile” nella città di Vittorio Veneto,
socializzazione e apprendimento, coinvolgimento
attivo e formazione tradizionale, creatività e
professionalità.
del progetto FUORI DI PENNA hanno deciso di utilizzare
Sulla base di tale fermento e di tali motivazioni i promotori
per permettere anche ad altri giovani potenzialmente interessati
Perché allora non promuovere
l
di conoscere e toccare con mano il mestiere del giornalista?
Perché allora non promuovere
e di momenti di azione sul campo che si tradurranno nella conduzione
di inchieste/indagini giornalistiche territoriali che si concretizzeranno nella
produzione di articoli per il mensile di informazione giovanile Jabadabadoo,
o se del caso, per altre testate giornalistiche locali, seguendo passo per passo
tutti gli
step necessari alla pubblicazione finale di un articolo.
I ragazzi e le ragazze coinvolti si troveranno la mattina per fare il punto della
situazione con i tutor addetti a seguirli. La giornata seguirà però un iter
dinamico in base alle occasioni di lavorare sul campo che si presenteranno.
In questo modo si intende non limitare l’esperienza ad una strutturazione
canonica di apprendimento ma di cogliere un primo assaggio di una
professione
difficile ma piena di fascino.
Per maggiori informazioni scrivi a [email protected]
frontali,
di inchieste/indagini giornalistiche territoriali che si concretizzeranno nella
frontali,
apprendimento di gruppo, attraverso lezioni
apprendimento di gruppo, attraverso lezioni
un’esperienza innovativa, che li vedrà protagonisti di momenti di
un’esperienza innovativa, che li vedrà protagonisti di momenti di
2 weekend in cui i giovani vivranno insieme
Il progetto Fuori di Penna intende organizzare
il format del Campus Giornalistico per coniugare
del progetto FUORI DI PENNA hanno deciso di utilizzare
Sulla base di tale fermento e di tali motivazioni i promotori
qualcosa
2 weekend in cui i giovani vivranno insieme
allo sviluppo sociale e culturale del territorio.
nei confronti dell’informazione e dall’altro
sono nati nel corso degli ultimi anni, dimostrando
Si tratta di
Si tratta di
un “campus giornalistico giovanile” nella città di Vittorio Veneto,
socializzazione e apprendimento, coinvolgimento
attivo e formazione tradizionale, creatività e
professionalità.
di conoscere e toccare con mano il mestiere del giornalista?
per permettere anche ad altri giovani potenzialmente interessati
una propensione dei giovani stessi a “partecipare creativamente”
da un lato un grosso interesse da parte del tessuto giovanile
finalizzato all’avvicinamento dei giovani alla scrittura
in tutte le sue forme (giornalismo, web, professionale, creativa).
e di momenti di azione sul campo che si tradurranno nella conduzione
che potesse unire tali spinte creative attraverso un laboratorio giornalistico
un “campus giornalistico giovanile” nella città di Vittorio Veneto,
Giornali, radio, siti internet, blog ed addirittura una televisione
quantitativa e qualitativa di strumenti informativi giovanili.
Mountain Bikers, centauri delle due ruote ecologiche, amici della bici vicini e lontani, avete finito di
massacrare sci e snowboard sulle ultime nevi primaverili? Avete già iniziato a rispolverare e riassettare
le vostre “moto a pedali”? E allora siete pronti per affrontare il “programma escursioni in MTB” per la
stagione 2009, promosso dal CAI di Sacile ed organizzato da Alessandro Nadal, profondo conoscitore
dei migliori percorsi ciclabili delle Prealpi venete e friulane e delle Dolomiti. Il programma prevede
escursioni di ogni genere e per tutti i livelli, dalle montagne “fuori porta” fino a toccare le nostre mitiche
Dolomiti. “Questi percorsi – racconta Alessandro - saranno un’ottima occasione per approfondire la
tecnica di guida, ma soprattutto grandi occasioni per apprezzare gli aspetti ambientali, storici e paesaggistici dei percorsi che affronteremo”.
Vediamo allora alcune delle mete principali:
14 Giugno 2009: percorso “Per l’uomo che non deve chiedere mai”, una traversata del Piancavallo
12 Luglio 2009: percorso “Il Bike Italia”, tappa di Forni Avoltri – Casera Melin
11 Ottobre 2009: percorso “Ai piedi del Dolada”, nell’area Nord – Ovest dell’Alpago
Alessandro, come l’intera sezione CAI di Sacile, vi invitano a consultare periodicamente il sito internet
www.caisacile.org, in quanto sarà organizzata anche qualche escursione “fuori programma” che per motivi tecnico – organizzativi non è possibile
programmare con così largo anticipo.
Per informazioni su percorsi, requisiti e dettagli, il numero di riferimento è il seguente: Alessandro Nadal: 329 4146207
nel campo della partecipazione giovanile alla vita del territorio,
il format del Campus Giornalistico per coniugare
soprattutto grazie ad una sorprendente crescita
Percorsi tra lo sportivo e lo storico. Questo è quello che offre il CAI di Sacile per gli amanti della Mountain Bike nel 2009
Il territorio vittoriese ha dimostrato di essere assai vivo ed attivo
socializzazione e apprendimento,
coinvolgimento attivo e formazione tradizionale,
creatività e professionalità.
nel campo della partecipazione giovanile alla vita del territorio,
Voglia di MTB? Il CAI di Sacile ha quello che fa per te!
Ti piace scrivere?
Il progetto Fuori di Penna intende organizzare
Il territorio vittoriese ha dimostrato di essere assai vivo ed attivo
Scuola Primaria:
dal 15 giugno al 7 agosto 2009 con il primo turno dal 15 giugno al 26 giugno, il secondo turno
dal 29 giugno al 10 luglio, il terzo dal 13 luglio al
24 luglio, ed il quarto dal 27 luglio al 7 agosto,
tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30
alle ore 17.30. Per le classi prime e sconda alla
Scuola “Francesco Crispi” , per le terze, quarte
e quinte alla scuola “Ugo Foscolo”, con l’opzione: intera giornata o solo pomeriggio Molteplici
le attività svolte: pallavolo, calcio, basket, golf,
judo, pittura, giornale, radio, televisione, fotografia, musica, canto, ballo, creatività, cucina,
gelato, equitazione, camminate, nuoto, visite
guidate e ovviamente tanto gioco.
Ti piace scrivere?
Scuola dell’Infanzia:
dal 6 luglio al 28 agosto 2009 con il primo turno
dal 6 luglio al 31 luglio ed il secondo turno dal
3 agosto al 28 agosto, tutti i giorni dal lunedì al
venerdì dalle ore 7.30 alle ore 17.30. Il primo turno si svolgerà nelle scuole dell’Infanzia “Gianni
Rodari” e “Marco Polo”, mentre il secondo solo
alla scuola dell’Infanzia “Marco Polo” . Il tutto
con giornate all’insegna di disegno, pittura,
fotografia, musica, canto, ballo, corse, riposo,
creatività, lavoretti con materiali riciclati, giochi
di gruppo, racconti, giochi con l’acqua, fiabe,
piccole passeggiate, filastrocche divertenti,
risate, cucina e tanto tanto gioco!
qualcosa
Partono anche per l’estate 2009 i centri estivi comunali per i bambini delle scuole primarie (6/11 anni) e dell’infanzia (3/6 anni), avvalendosi dell’Associazione culturale “Officine
per lo Spettacolo”, e alla scelta di personale esperto nella conduzione di attività ludicoricreative. Le attività si svolgeranno, per i bambini delle scuole primarie, dal 15 giugno al
7 agosto presso le scuole Francesco Crispi e Ugo Foscolo e, per i bambini della scuola
dell’infanzia, dal 6 luglio al 28 agosto presso le scuole Marco Polo e Gianni Rodari secondo questo programma:
che potesse unire tali spinte creative attraverso un laboratorio giornalistico
pag. 10
pag. 12
pag. 13
Il turismo
che rispetta
l’ambiente
(e le culture)
Serena Ceschin parla del turismo responsabile
L’ecosostenibilità si misura anche attraverso il turismo.
Da diversi anni sono nate associazioni sul turismo responsabile, come “Viaggi e Miraggi” (www.viaggiemiraggi.org),
società cooperativa sociale ONLUS che promuove, attraverso i suoi soci, un nuovo modo di viaggiare. Serena Ceschin,
ventiduenne di Tarzo si occupa proprio di questo tipo di promozione nella zona, collaborando inoltre con la Bottega del
commercio equo e solidale a Vittorio Veneto, appartenente
alla Cooperativa “Pace e Sviluppo” di Treviso.
Cosa vuol dire essere turista responsabile?
Viaggiare significa scoprire. Il viaggiatore responsabile, prima di partire, s’interroga sulle motivazioni che lo spingono al viaggio e s’informa sulla storia e sulla cultura del paese che intende visitare. Spesso
con i pacchetti all-inclusive, o soggiornando nei villaggi turistici, si
rischia di stare per settimane in una nazione senza conoscerne neppure un abitante, totalmente avulsi dalla realtà locale. Il turista responsabile alloggia presso strutture ricettive locali a basso impatto
ambientale prediligendo i mezzi di trasporto della zona. Presta molta
attenzione alla trasparenza del prezzo, per sapere quale percentuale
di esso rimane alle comunità ospitanti. Non assume comportamenti
offensivi per gli usi e costumi del posto, cerca prodotti e manifestazioni espressione di quella cultura per salvaguardarne l’identità, ne
rispetta l’ambiente e il patrimonio storico-monumentale.
Quali sono le mete preferite del turismo responsabile?
Principalmente quelle appartenenti al sud del mondo: Africa, Sud
America, Sud-est asiatico. Lì si visitano progetti di commercio equo
volti allo sviluppo e al miglioramento delle condizoni di vita locali, o
ad Ong e/o associazioni non lucrative. Tuttavia anche in Italia si può
fare turismo responsabile: sono sempre di più le proposte di weekend in angoli sconosciuti del nostro paese.
Non costa di più il turismo responsabile?
Dovremmo chiederci “Che valore dò al mio viaggio?”. E soprattutto
chiarirci bene su cosa ci spinge a viaggiare. Posso spendere meno e
fare una vacanza rilassante sul Mar Rosso o in Sardegna nel miglior
villaggio turistico, ma rendermi conto di non esser andato al di là di
ciò che vedo già tutti i giorni. Esisterebbe una reale differenza tra
le due mete? Inoltre, con una punta di critica, spesso alcuni i tour
operator riescono ad avere prezzi inferiori proprio perchè non vengono tenute in considerazione scelte commerciali di tipo etico: un
esempio sono i bassi salari delle persone locali impiegate (o meglio
dire sfruttate) per certi tipi di lavoro.
Silvia Albrizio - thepapergirl.splinder.com
Troppo bello per essere vero?
Oggi l’ecologia è un vulcano in continua eruzione, e dal momento che agisce al fin di bene, spesso le sue proposte hanno il
potere di una tale persuasione su di noi, che riescono ad abbindolarci facilmente.
Quanto è opportuno essere
scettici a riguardo? Dietro a
quelle eco-idee innovative
che ci appaiono come soluzioni miracolose, si può celare
la truffa di chi ha astutamente
pensato di fare business della
sostenibilità. È noto infatti
che il prodotto “ecologicamente giusto” vada per la
maggiore, perciò le aziende
hanno imparato a sfruttare questo fatto.
È il caso esemplare dell’innovativo strumento che si propone
di rivoluzionare il nostro modo di fare il bucato, le cui virtù
vennero tanto decantate dai suoi autori svizzeri, da farlo sembrare una pseudopalla magica.
Si tratta della cosiddetta Biowashball, una piccola sfera di
plastica atossica forata, contenente palline di ceramica naturale. La sostituzione a un comune detersivo doveva esser
permessa dal fatto che l’acqua a contatto con le ceramiche e
grazie al movimento della lavatrice producesse ioni negativi,
in modo da sciogliere i legami dello sporco e sopprimere i
batteri. La sua ipotetica efficacia aveva una durata di circa tre
anni,grazie all’energia ricavata dalla luce solare.
La Biowashball suscitò grande clamore,riscontrando nel mercato europeo un immediato successo (pare che la Svizzera ne
abbia vendute già2milioni). I suoi vantaggi non si prestavano solo a favorire l’ambiente, ma erano anche economici, al
prezzo di 35euro infatti ogni famiglia avrebbe risparmiato il
costo dei detersivi. Tuttavia le prove concrete hanno mostrato
risultati palesemente deludenti, questa infatti pulisce quanto
l’acqua e non ha assolutamente il potere detergente del detersivo come avevano fatto credere invece gli inventori!
Un’altra tra le ultime eco-idee di efficacia dubbia, forse quella
più sorprendente, è la batteria NoPoPo, bizzarra invenzione
partorita da un’agenzia di Singapore, la quale sostiene che
questo tipo di batteria innovativa possa funzionare servendosi della semplice urina o dell’acqua, che, reagendo con un
composto di carbonio e magnesio produca energia.
La spiegazione più plausibile è che il liquido consenta al magnesio di ossidarsi e quindi di generare corrente, tuttavia,
benché il clamore e lo stupore della notizia si sia diffusa rapidamente, le NoPoPo sono prodotte e vendute solo nel loro
paese natale.
Margherita Leo
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Altro che facebook…
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UNA COPPETTA PER QUEI GIORNI
L’ultima frontiera dell’ambientalismo al femminile riguarda
la coppetta mestruale. Lo scopo? Liberare la donna dall’ingombro degli assorbenti esterni e interni che, oltre ad essere
potenziali fonti di allergie a causa degli sbiancanti chimici
con cui vengono trattati, rappresentano, un rifiuto difficilmente smaltibile. Ecco quindi la svolta: un piccolo contenitore in silicone da inserire all’interno del corpo, anallergico
e riutilizzabile dopo opportuna sterilizzazione, che salverà
inoltre il portafoglio delle donne. Al momento è reperibile
solo nelle cooperative specializzate o in internet, all’indirizzo:
www.labottegadellaluna.it, dove si trova di diverse forme e
misure a seconda delle proprie esigenze.
Silvia Albrizio - Thepapergirl.splinder.com
“Cosa ne pensi della mia agonia?” Questo potrebbe essere
il nuovo tormentone dopo il fatidico e ormai vecchio “ma
tu sei su facebook?”. La domanda potrebbe suonarvi strana, ma, tranquillizzatevi, non stiamo parlando di dolore e
sofferenza, bensì di un’agonia piacevole, una dolce e piccola
morte: in una parola, qui si parla di orgasmi.
Sì perché il sito di cui vi voglio parlare (http://beautifulagony.
com) altri non è che un contenitore di video dedicati alla bellezza dell’orgasmo umano. Per stessa ammissione degli autori
del sito, potrebbe essere la cosa più erotica che abbiate mai visto
anche se, badate bene, è bandita ogni nudità e ogni forma di
volgarità.
Chiunque voglia può decidere di riprendersi (o farsi riprendere)
mentre, in qualunque modo lo desideri, raggiunge l’orgasmo.
Non è importante il come e nemmeno in quanto tempo, la regola base è che la camera riprenda solamente il viso e non altre
parti del corpo. In realtà non è nemmeno importante essere
nudi, infatti in molti fermo-immagine si può notare come le
persone in realtà indossino degli indumenti che si intravedono
nella piccola inquadratura. Tutti i video poi sono corredati dal
sonoro che naturalmente deriva dal piacere stesso, perché, per
ragioni di copyright, sono vietate colonne sonore musicali. Siete
decisi anche voi a condividere la vostra agonia? Fatevi sotto allora anche perché ogni filmato pubblicato vi sarà pagato la bellezza
di 200 dollari. Cominciate a capire? Sarà sì un sito dedicato alla
bellezza dell’orgasmo umano ma comincia a diventare anche un
bel business niente male. Naturalmente anche per poter “godere” dei video è necessario iscriversi e donare dai $14.95 per 30
giorni ai $29.95 per 90: una specie di abbonamento insomma.
Quello che poteva essere considerato quindi un puro sfogo di
esibizionismo diventa forse anche la ricerca di una fonte di guadagno facile per chi è disposto a condividere con il popolo del
web un momento così intimo. Anche se leggendo qualche post
sulla sezione forum (accesso libero) mi convinco nuovamente di
quanto narcisismo ci sia dietro la maggior parte delle persone
che decide di inviare la propria performance: c’è chi un secondo
dopo essersi visto pubblicare si affretta a chiedere se nessuno ha
dei feedback da lasciare o c’è chi si domanda se la propria “agony” è riuscita a portare qualcun altro al culmine del piacere.
Devo invece sollevare una pecca di questo sito che prevede la
possibilità di gustarsi delle preview prima di passare al log-in
con successivo pagamento. In realtà, queste anteprima non sono
così erotiche in quanto sono riassunti degli originali e spesso collage di vari filmati. Molto più eccitante allora guardarsene una
dall’inizio alla fine in modo da cogliere il percorso di una persona fino al culmine del piacere (partendo da google troverete i
link utili se vorrete). Forse avrò suscitato la vostra curiosità…
Valentina Torre
pag. 14
NEIL YOUNG: Fork On The Road
LAGO MORTO – Vittorio Veneto Tour
Ennesimo ritorno per Neil Young. Il vegliardo cantautore canadese non sembra avere alcuna intenzione di
appendere la chitarra al fatidico chiodo, e continua a
sfornare con impressionante regolarità titoli di livello
qualitativo encomiabile. “Fork In The Road” è un’eccellente raccolta di dieci nuove canzoni. Registrato in
gran parte a Nashville, storica capitale della musica
country, il nuovo disco di Neil Young è un lavoro di
rock elettrico, che il nostro mette al servizio di corpose ballate, spesso piuttosto sostenute. Appaiono a tratti le influenze folk e blues, rielaborate con
sapiente originalità e personalità. Senza sconfinare
nell’hard rock di “Reactor”, i nuovi brani richiamano
per le pregevoli armonie vocali e la potente ritmica
squadrata capitoli come “Living With War, e in alcuni casi ribadiscono l’eleganza compositiva del sempre troppo sottovalutato “Greendale”. Archiviata la
discontinuità di “Are You Passionate”, “Fork In The
Road” è un disco piuttosto omogeneo, sulla linea di
“Prairie Wind” o di “Chrome Dreams II”, per intenderci. Nei Young opera in perfetta simbiosi con Ben Keith
(chitarre e tastiere), accompagnato dall’immancabile
Rick Rosas al basso, e da Chad Cromwell alla batteria, che assicurano una basa precisa quanto essenziale alle godibili melodie nelle quali si inseriscono
i notevoli contributi di Anthony Crawford (chitarre
e tastiere) e Pegi Young (chitarre). Una produzione
mirata e competente valorizza le sonorità di ogni singolo episodio, conferendo a “Fork In The Road” il prestigio delle grandi opere. “Fuel Line”, “Off The Road”
e “Light A Candle” entrano di diritto tra i classici di
questo controverso e affascinante personaggio, un
musicista inquieto quanto determinato che ribadisce
nell’occasione l’inesauribile capacità di rinnovare con
immutata freschezza una vena creativa che si snoda
lungo un percorso artistico assolutamente unico. Musica per palati fini. Lago Morto è qualcosa di diverso da un gruppo musicale, è molto di più. I concerti vittoriesi di maggio
2009 - programmati in siti talvolta decisamente inconsueti - sono stati dei veri e propri eventi di inedita portata, e gli sventurati che vi hanno assistito
non sono stati dei semplici spettatori, ma un autentico elemento essenziale di una pazzesca installazione multimediale. Musicalmente (?) Lago Morto è
un pernicioso crossover di hardcore stile americano
anni ‘80 e il noise di efferate formazioni giapponesi
dalle denominazioni improbabili. Da John Zorn agli
Scorn, passando per il grind dei primissimi Carcass,
Terrorizer e Napalm Death, violenza primordiale e
sfogo istintivo di incontrollata energia, sull’onda di
uno sconvolgente frastuono liberatorio. Una chitarra
deflagrante al limite di insostenibili dissonanze, una
paurosa sezione ritmica esagitata e convulsa. Nico
Vascellari è un ossesso invasato di fronte alla croce
dell’inquisitore, un perfido sciamano che illustra con
spietata crudeltà un percorso esplorativo lungo i più
reconditi meandri della follia umana, i tre loschi individui che lo accompagnano eseguono il loro compito
con la fredda determinazione del carnefice al momento di un’esecuzione capitale. L’attacco sonoro di Lago
Morto ha l’effetto di un bombardamento a tappeto al
napalm programmato con cinica intuizione strategica, un interminabile sciame sismico sussultorio dalle conseguenze devastanti. L’impatto dal vivo con i
Lago Morto ricorda un incandescente fronte lavico in
avanzamento al culmine di un’eruzione vulcanica, lo
stage diventa un buco nero che assorbe progressivamente i malcapitati spettatori in un vortice di danze
tribali dove la differenza tra musicista e pubblico si
annulla in un un’unica caotica entità. Un muro del
suono di circa venti minuti che abbatte ogni disperata resistenza, un uragano che s’infrange repentino
con violenza inaudita, lasciandosi dietro uno scenario
di spettrale desolazione. Così la terrazza di un bar
o l’angolo di una strada diventano il tempio in cui
si compie un rituale al quale nessuno assiste ma in
cui tutti, più o meno inconsapevolmente, sono inesorabilmente coinvolti da protagonisti. Semplicemente
memorabili!
Manuel Gentile ([email protected])