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Mensile gratuito di attualità, informazione e curiosità - Anno V - Giugno-Luglio 2009 n. 3 - N 42 VELVET... FOR AIL ROCK 4 AIL pag. 2 Due giorni di festa per solidarietà pag. 3 L’edizione di quest’anno si svolgerà in 2 giornata: 12 e 13 giugno in Piazza Giovanni Paolo I (Duomo) a Vittorio Veneto. Venerdì 12 giugno dalle 18.30: Spritz hour accompagnato dal dj set di We.Trademark e RaDj alle 21.00: “Bring on tomorrow” – Stelle alla ribalta, commedia musical in due atti Sabato 13 giugno dalle 15.00 si alterneranno i seguenti gruppi: Skylonger, Slalom, 42, Skattegat, Claymore, Coro col di Lana, Borderline ed Electrik Sheep. A seguire i VELVET (INGRESSO LIBERO) “ROCK 4 AIL” è una manifestazione musicale ideata da alcuni gruppi giovanili vittoriesi per raccogliere fondi in favore dell’A.I.L., l’Associazione Italiana Lotta Contro le Leucemie-Linfomi. Le prime due edizioni della manifestazione si sono tenute nel 2007 e 2008 in Piazza Giovanni Paolo I a Vittorio Veneto (TV) ed hanno permesso di devolvere complessivamente all’AIL circa 8.000,00 euro, fornendo un importante contributo per l’acquisto di apparecchiature mediche ed il sovvenzionamento della ricerca sul cancro. Considerata l’ottima riuscita delle due edizioni ed il notevole riscontro del pubblico, i gruppi giovanili “Spazio Musica”, “Karpesika” ed “Insieme per Ceneda Giovani” propongono una terza edizione della manifestazione da svolgersi venerdì 12 e sabato 13 giugno 2009 sempre in Piazza Giovanni Paolo I a Vittorio Veneto. Si intende così rinnovare la partnership avviata nell’ambito delle politiche giovanili partecipate per la promozione della propositività e della cooperazione tra realtà giovanili locali, Amministrazio- ne Comunale e soggetti del territorio nei diversi ambiti di interesse tra cui quello artistico-musicale. L’edizione di quest’anno prevede due giornate: - la serata di venerdì 12 con l’esibizione del Musical “Bring on Tomorrow – Stelle alla ribalta”, progetto che rientra nel Progetto Giovani comunale e coordinato da Aliestese. Si prevede di far precedere e seguire il musical da un dj set di musica elettronica che avrà luogo nel rispetto degli orari della Santa Messa e con conclusione entro le ore 24.00 - la giornata di sabato 13 con una serie di concerti che avranno inizio dal pomeriggio e vedranno la partecipazione di gruppi musicali emergenti della città e dei VELVET, gruppo affermato a livello nazionale. Si prevede anche per questa edizione, come segno di integrazione tra giova- ni e meno giovani, la partecipazione musicale del Coro Col di Lana e l’intervento del referente dell’Associazione AIL nella giornata di sabato. I tre stand gastronomici allestiti in piazza verranno gestiti dalle Associazioni Karpesika e Insieme per Ceneda. L’ingresso alla manifestazione è gratuito, con offerta libera. Verrà inoltre allestito in Piazza un banchetto informativo dell’Associazione AIL presso il quale sarà possibile fare offerte che saranno anch’esse devolute in beneficienza. Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e mieloma I fondi raccolti saranno devoluti all’AIL, Associazione Italiana contro le Leucemielinfomi e mieloma. Il ruolo fondamentale dell’AIL nazionale e delle sue 79 sezioni provinciali è l’attività a favore dei malati, svolta in simbiosi con le principali strutture di Ematologia sia univer- la farà… ma la vita nella scuola non sarà per tutti così semplice. I ragazzi, oltre ad essere artisti, dovranno essere prima di tutto persone e capire che la libertà si guadagna giorno per giorno facendo le scelte giuste e non inseguendo la strada del successo facile. Trascorsi i quattro anni, gli studenti prenderanno il diploma di laurea e si accorgeranno che la loro persona-lità sarà profondamente cambiata. Durante i concerti saranno pre- TUTTI I GRUPPI EMERGENsenti stand gastronomici. TI IN RASSEGNA SABATO 13 GIUGNO DALLE 15.30 IL MUSICAL: SKYLONGER BRING ON TOMORROW, Gruppo alla prima esibizione stelle alla ribalta live formato da quattro ragazzi Ven 12 giugno Piazza G. Paolo I vittoriesi, classe 1993: Emilio ore 21.00 Ambrogi (chitarra & voce), LoIl musical “Bring on tomorrow, renzo Pasquotti (batteria) Anstelle alla ribalta” promosso drea De Poi (chitarra & voce) e dal Progetto Giovani della Città Nicola Piccin (basso). di Vittorio Veneto, Assessorato La band si è formata nel 2008 e alle Politiche Giovanili e realiz- suona un miscuglio di Alternatizato dalla compagnia Aliestese, ve Rock molto coinvolgente! vede la partecipazione di circa 100 giovani vittoriesi che hanno SLALOM contribuito attivamente alla re- Gruppo formatosi nell’aprile alizzazione recitando, ballando, 2008 per iniziativa del battecantando e collaborando per i rista Daniele Da Re, il quale costumi e per l’allestimento del- contatta Matteo Zanchetta, chitarrista,che si impegna con le scenografie. Partner del progetto: Centro passione nel progetto. In seServizi Città di Criciuma, Istituto guito si arruolano nella band “S. Giovanna D’Arco” di Vittorio Michele Botteon alla chitarra, Veneto, I.T.I.S di Vittorio Veneto, Marco Zuccaro alla voce e RING Rete Informativa Giovani, Francesco Sdao alle tastiere. Nell’aprile 2009 entra nel grupSpazio Musica Criciuma. Presso una prestigiosa scuola po Andrea Da Re come bassid’arte e spettacolo si aprono le sta. Dopo poche cover iniziali severissime audizioni per i nuo- e qualche arrangiamento blues vi corsi dell’istituto. Centinaia di cominciano a produrre canzoni giovani aspiranti cantanti, attori proprie in un rock molto vario e ballerini si presentano davanti caratterizzato da influenze hard alla commissione di insegnanti rock, progressive rock e blues. per cercare di guadagnarsi un 42 posto nella scuola e realizzare I 42 sono un Gruppo Tributo ai così il proprio sogno… diventa- Coldplay. L’idea nasce dall’inre una stella! Solo qualcuno ce contro di Marco Simeoni (Voce, sitarie che ospedaliere, presenti sul territorio italiano. Il malato, infatti, è al centro degli sforzi dell’Associazione, diretti a migliorarne la qualità della vita e ad aiutarli nella lotta che egli conduce in prima persona per sconfiggere la malattia. L’AIL ha fatto tanto e può fare ancora di più contro le leucemie, i linfomi e il mieloma grazie ai contributi di molti italiani che hanno sentito e sentiranno il bisogno di Piano e Chitarra Ritmica) con Pietro Azzalini (Chitarra Solista) ai quali si unisce fin da subito Alessandro De Savi (Basso). L’entusiasmo dei primi mesi di prove è confermato dalla successiva entrata nel gruppo di Andrea Maset (Batteria), che ne completa la formazione. Dopo il debutto all’Art Cafè “Le Maschere” e la performance al Gands, i 42 procedono con convinzione nel loro progetto di suonare la musica dei Coldplay, dando a volte anche qualche tocco di originalità ai brani, coinvolgendo e stupendo il pubblico. VIVA LA VIDA!!! giare impavido sui tamburi di guerra, Chaos impugnare con indomita tenacia il basso elettrico, Nemesis The Revealing sguainare fiero il liuto ritmico e brandire l’elsa delle seconda voce, Thrudhgelmir cavalcare impetuosamente il liuto solista lungo le scale pentatoniche, Spawn declamare con ferocia l’inno delle loro gesta. Con questa invincibile formazione i nostri eroi riporteranno l’Hard Rock e l’Heavy Metal alla gloria di un tempo. BORDERLINE I Borderline si formano agli inizi del 2005 da un’idea di 3 compagni di Università: Riccardo PiaSKATTEGAT Il progetto SKATTEGAT nasce ia, Alessandro Bolzan e Stefano nell’agosto 2007 quando Costa Dal Pra’. Dopo breve tempo si (Manuel Costa - Chitarra), Ranky unisce al gruppo la bassista (Alessandro Rancan - Voce), Martina Marin. L’idea è quella di e Manuello (Manuel dal Mas proporre musica rock: oltre alle - Basso) cominciano a lavora- cover di gruppi che hanno sere e mettere in piedi le proprie gnato la storia del rock anni ‘70 idee includendo subito Francè (Led Zeppelin, Cream, Creeden(Francesco Neglia - Batteria). ce, AC/DC..), i Borderline inseriDopo aver chiuso le collabora- scono nel loro repertorio anche zioni con i gruppi precedenti i brani di propria composizione, quattro si dedicano pienamen- e sono gli unici brani in italiano te al progetto Skattegat fino al suonati dalla band. I testi delle 10 Settembre ‘07. Quando, en- canzoni sono ispirati alla realtà trati nella band Lollo(Lorenzo quotidiana, e spesso sono una de Luca-Sax), Markez(Andrea denuncia di alcuni mali della Marchetti-Chitarra) e Eric(Eric società moderna. Felet-Sax), il gruppo si completa ELEKTRIK SHEEP e inizia a comporre musica ska- Abbiamo iniziato spinti dalla core/ska-punk cercando di far passione e la passione non si è coesistere nel proprio sound sia mai affievolita; abbiamo cercala cattiveria del punk-core che to cuori disposti a battere forte la nitidezza dello ska con can- e abbiamo messo l’energia di zoni che vogliono coinvolgere e ogni anima, e l’energia è crecaricare il pubblico. sciuta senza conoscere limiti al ritmo sincopato dei nostri 5 CLAYMORE Claymore è l’armata artistico- cuori; abbiamo ricercato suoni, musicale nata nell’A.D.2006, dinamismo, pezzi e autori… e meglio definita come l’unione poi, mescolando tutto, abbiamo di cinque audaci combattenti scoperto che una minima vibraaccomunati dal desiderio di zione faceva scoppiare tutto. salvaguardare il vero spirito del Allora, iniziamo con un potente Metallo. L’assetto principe vede assolo di batteria, e vediamo Kronos, Lord Of Time, troneg- che succede!!! dare. Così, negli ultimi venti anni, grazie ai risultati straordinari della ricerca scientifica e di terapie sempre più efficaci - compreso il trapianto di cellule staminali - hanno reso leucemie, linfomi e mieloma sempre più curabili. Ma questo risultato non è sufficiente: l’obiettivo dell’AIL è curare al meglio tutti i pazienti aumentando, non solo la durata, ma anche la qualità della vita e la percentuale di guarigio- ni. Il progetto 2009 dell’associazione presieduta dalla sig.ra Maria Teresa Pelos intende raccogliere fondi per finanziare l’acquisto di apparecchiature per il controllo dei tumori al seno presso l’Ospedale di Vittorio Veneto. Proseguirà inoltre il piano triennale di finanziamento della ricerca sui tumori al cervello presso il centro di ematologia dell’ospedale Ca’Foncello di Treviso. VELVET pag. 4 PIERLUIGI FERRANTINI (voce e chitarra, 1974) GIANCARLO CORNETTA (batteria, 1970) PIERFRANCESCO BAZZOFFI (basso, 1977) ALESSANDRO SGRECCIA (chitarra, 1974) Velvet è la storia di quattro artisti che inizia a Roma nel 1998. Una storia scritta e vissuta con passione, musica, gavetta, sogno e strada da percorrere insieme: quella degli interminabili kilometri dei tour ma soprattutto quella della crescita umana e artistica di una band. Nell’estate del 2000 esce in radio Tokyo Eyes, prima vera hit della band, che resta per più di venti settimane in classifica. Nel 2001 i VELVET partecipano alla 51ª edizione del Festival di Sanremo con “Nascosto dietro un vetro”. Pochi mesi dopo viene pubblicato “VERSOMARTE” (Emi, 2001), primo album del gruppo: dodici canzoni che richiamano la passione per il brit sound, dove le chitarre sono attrici protagoniste. Nello stesso periodo i VELVET partecipano al Brand New Tour organizzato da MTV sui palchi dei più prestigiosi club italiani. Nell’estate 2001 arriva la consacrazione del grande pubblico con l’ironia della hit “Boyband”. Inizia per i Velvet il momento d’oro: partecipazioni a grandi eventi e alle più importanti trasmissioni tv, due nomination nelle categorie “Miglior gruppo” e “Miglior rivelazione” agli Italian Music Awards, l’inizio del “VERSOMARTE TOUR” che raggiunge le principali città italiane. Nell’Ottobre del 2002 i VELVET incontrano un loro idolo storico, Edoardo Bennato, nella cover-tributo “Una settimana, Un giorno”, brano che riscuote un grande consenso di pubblico e critica e che anticipa l’uscita del secondo album della band, “COSE COMUNI” in cui il sound Velvet si evolve verso un rock più convinto e maturo. Il successo si cristallizza in “Funzioni Primarie”. pag. 5 VELVET - Nella lista delle cattive abitudini Chiusa la collaborazione con Emi il gruppo romano torna in studio e all’insegna del motto “nel dubbio distorci” prende vita “10 MOTIVI” (Universal, 2004): il disco della svolta, tormentato e colmo di risentimento ma, nelle parole della band, “liberatorio”. “Dovevo dirti molte cose” partecipa a Sanremo e viene definita da alcuni critici la “canzone del decennio”. Il “10 MOTIVI TOUR” attraversa tutto il bel paese. I Velvet diventano protagonisti di acclamati concerti e piazze colme per eventi come Mtv Day, Primo Maggio, Cornetto Free Music Live, LIVE 8. Pier, Gianka, Ale e Poffy tornano sul palco sanremese con “Tutto da rifare” che anticipa VELVET, quarto album della band che include un omaggio al maestro della musica inglese: lui è John Lennon, la cover è Beautiful Boy. Nell’agosto del 2008 la band rientra in studio affrancandosi da qualsiasi influenza esterna con la forte volontà di iniziare un nuovo percorso. All’inizio dell’autunno i Velvet approdano all’ombra della Mole Antonelliana. Torino, una nuova atmosfera, la produzione di Ale Bavo e Gianni Condina (Casasonica), dissonanti stimoli creativi: l’inizio di una rivoluzione. Nasce così NELLA LISTA DELLE CATTIVE ABITUDINI in uscita il 17 aprile 2009, anticipato dal singolo Tutti a casa, in rotazione nelle radio dal 15 marzo. Ogni disco dei Velvet è stato un ritratto fedele di ciò che è successo nel periodo trascorso a comporlo, provarlo, suonarlo ed infine registrarlo. “Nella Lista Delle Cattive Abitudini” non è da meno: è la reazione di quattro ragazzi che hanno guardato il mondo con una nuova sensibilità, che hanno lottato, che a volte hanno sbagliato a fidarsi ed altre volte hanno fatto la scelta giusta incrociando sguardi che meritavano e restituivano fiducia. Quattro ragazzi che hanno creduto in se stessi prima di tutto, nel loro essere band. “Nella Lista Delle Cattive Abitudini” non è un disco che vuole indicare una strada, proporre delle soluzioni. È un invito a tenere gli occhi aperti sapendo che è molto probabile che ciò che vedremo non ci piacerà, forse ci porterà al disgusto. Tuttavia capire è l’unica strada per essere critici e poter essere lucidi, per reagire e agire senza lasciarsi tentare dalla via più breve, quella dell’abitudine allo stato delle cose e all’indifferenza. Capire come resistenza e speranza. Il nuovo album dei VELVET si costruisce sulla rabbia verso un sistema universalmente condiviso che non mantiene nessuna delle proprie promesse, che non ha cura del proprio futuro e che irresponsabilmente lo inquina come se domani ci fosse la possibilità di trasferirsi su un altro pianeta senza pagare il conto. Non parlare, non credere, non protestare, non interessarsi se non alle proprie strettissime esigenze, mentire, dare valore al niente, non ricordare, ascoltare ma non sentire, evitare di comprendere. Abbiamo tutti una lista delle cattive abitudini. Siamo tutti coinvolti stavolta. “Nella Lista Delle Cattive Abitudini” è il quinto lavoro della band, composto da nove brani più uno – ovvero una nuova versione di Nascosto Dietro Un Vetro, canzone contenuta nel primo album VERSOMARTE (EMI 2001). Nella versione digitale l’album comprenderà Io sto bene, l’incontro inedito e pungente tra i Velvet e il mondo Hip Hop dei Corveleno. Un album dove la capacità compositiva - sia testuale che musicale - raggiunge forme e vette nuove dando grande spazio alla creatività e alla ricerca sonora, vestite stavolta di un sound meno comodo. La produzione è scarna ma di stile e porta la firma di Ale Bavo e a Gianni Condina di Casasonica. “Nella Lista Delle Cattive Abitudini” pone una grande attenzione alla struttura delle canzoni, dove i tappeti di sintetizzatori e i filtri elettronici si affiancano e sostituiscono le parti campionate. Un lavoro dove il brit pop degli esordi si tramuta talvolta in rock venato di delicate melodie, altre volte coglie le chitarre indie d’oltremanica senza perdere la migliore tradizione italiana, fatta di canzoni d’autore e d’impegno. “Nella Lista Delle Cattive Abitudini” è un album ricco e solido, dove l’impianto sonoro si nutre della realtà per coglierne i suoi ritmi frenetici e li ripercuote modulati nel linguaggio estremamente consapevole della band. Come una polaroid che mette a fuoco con colori caldi un frammento di realtà, “NELLA LISTA DELLE CATTIVE ABITUDINI” è un paesaggio della ragione umana non sempre facile da osservare, con sfumature spigolose e scorci dipinti con occhio espressionista. “Quando abbiamo iniziato a suonare non avremmo mai pensato di fare tutta la strada che abbiamo fatto, anzi a dirla tutta lo pensavamo eccome, ma non eravamo così sicuri di riuscirci. Avremmo giurato comunque su una cosa: avremmo voluto diventare quello che siamo oggi” raccontano i Velvet. E c’è da credergli. pag. 6 Giacomo Tonon Andare via: trovare un seme da far germogliare a casa Grazie al progetto Erasmus, ho vissuto ad Amburgo in Germania da ottobre 2007 a fine luglio 2008. Sono partito perché volevo andare davvero lontano e stare da solo. Mi interessava anche imparare una lingua difficile che non avevo mai avuto occasione di conoscere. Ciò che mi attirava di più però era mettere in gioco me stesso in una situazione un po’ difficile e nuova. Ho trovato una città fantastica e molto vivibile nonostante Amburgo sia una metropoli di quasi 2 milioni di abitanti. Io ho sempre fatto questo paragone: è grande e offre come Milano, ma con la tranquillità di Vittorio Veneto. Una città confortevole, multietnica, pulita e verde. Ho incontrato anche persone molto disponibili e gentili dai ragazzi ai professori universitari; questi ultimi, compreso il mio coordinatore Erasmus tedesco, sono stati davvero aperti e sempre pronti a offrire il loro aiuto per una permanenza produttiva. Il lato me- pag. 7 raviglioso è senza dubbio trascorrere il proprio tempo con persone da tutto il mondo ti aiuta a essere mentalmente più aperto e “tollerante” e capisci che siamo veramente tutti identici, con gli stessi problemi, pensieri, voglia di fare e di stare bene. Dal punto di vista scolastico ho incontrato un modo differente di fare lezione, con maggior apertura al dialogo, alla discussione in classe e alla creazione di ricerche da presentare in gruppo; modi del tutto assenti nel mio percorso scolastico e che credo siano invece molto utili e propedeutici per il futuro professionale. Oltre ad imparare una lingua nuova, ciò che più mi è rimasto sono i rapporti che ho stretto con alcune persone diventate ora mie amiche. Spesso essere lontani da casa crea molta vicinanza e sostegno reciproco. Alla fine sono però tornato a casa. Una cosa fondamentale che ho capito stando lontano è quanto fossero importanti le persone e le “cose” che ho qui. E queste persone non possono essere sostituite da niente al mondo. Vivendo in un altro posto puoi anche scoprire la voglia di stare via per sempre, ma nella maggior parte delle persone che ho conosciuto ho riscontrato un desiderio di voler tornare sempre alle proprie “radici”. Molte volte i ragazzi di oggi hanno un forte desiderio di “fuggire” dal luogo in cui sono nati perché ritengono che ciò che si ha qui non è abbastanza e non offra stimoli. Credo però che questi non abbiano “costruito” (in tutti i sensi) sufficientemente nel loro luogo d’origine; non è detto che andare lontano offra la possibilità di costruire un proprio progetto di vita e trovare nuovi stimoli. A volte può succedere di cominciare una vita diversa e che sembra migliore, ma spesso si torna a casa nella stessa situazione di come si era partiti. ManuelaZandonella Viaggi, sogni e bimbi disabili Fin da piccola ho sempre avuto un sogno: lavorare per e con i bambini…del mondo! E il mio sogno si è finalmente realizzato, nell’ottobre del 2006, quando sono partita alla volta dell’Ecuador per fare un anno di servizio civile internazionale con un’ONG che si occupa di bambini disabili. Per me, fisioterapista, questa occasione calzava a pennello e non potevo proprio farmela scappare, anzi, mi sono fermata in quella verde terra costiera anche qualche mese in più, su richiesta dei volontari al fine di aiutarli a concludere al meglio il progetto nel quale ero inserita. È difficile per una chiacchierona come me riassumere in poche righe questa esperienza unica e che consiglierei a qualsiasi giovane che ha voglia di mettersi in gioco, mettersi a servizio dell’Altro e al tempo stesso fare un vero cammino di crescita e maturazione, avvenuta per me sotto molteplici aspetti: personale, professionale, spirituale, culturale, ecc. E dall’altra parte del mondo mi sono immersa in una cultura povera economicamente ma umanamente ricchissima, riscoprendo la bellezza nelle piccole cose, nella quotidianità, nell’ospitalità e nell’accoglienza, valori fondanti di questo popolo così “caliente” (= caldo). Sono partita con il mio sogno di bambina e sono ritornata una donna nella quale si mescolano in armonia la cultura ecuadoriana e quella italiana, una persona nuova con la voglia di trasmettere a chi mi circonda le molteplici cose imparate e di portare avanti in ogni luogo del mondo una cultura di rispetto, accoglienza e apertura all’Altro. Oggi il lavoro, la famiglia, le persone care e le belle colline vittoriesi mi hanno riportato in Italia, anche se il mio cuore è rimasto a ballare fra le onde dell’oceano Pacifico… e chissà in quali brillante caratteristica del popolo geraltri luoghi del Mondo che spero presto manico. di poter conoscere e vivere! La mia fortuna comunque è stata quella di riuscire a trovare alloggio all’interno di una casa dello studente adibita esclusivamente a studenti erasmus. 40 appartamenti da 4 persone ciascuno, Erasmus: il binario parallelo popolati da giovani provenienti da quaL’idea della mia “fuga” lunque parte del mondo. Latmosfera è nata nel bel mezzo era qualcosa di unico: nei corridoi si degli anni all’univer- mescolavano voci francesi, odori di cibi sità. Molta gente elo- spagnoli, risate italiane, accenti amerigiava il mito dell’Era- cani o musiche inglesi. Una volta rotsmus e anch’io mi to il ghiaccio e fatta amicizia abbiamo sono lasciata contagiare dall’entusiasmo cercato quanto più possibile di creare verso questa avventura. La motivazione gruppo. Si organizzavano viaggi, feste a era principalmente la voglia di miglio- tema, cene tipiche di un paese piuttosto rare il tedesco. Poi c’era senza dubbio la che di un altro, riuscendo a legare e crevoglia di cambiare aria, dato il periodo are rapporti di amicizia che tuttora renon particolarmente ricco di stimoli e sistono e vengono coltivati nonostante la voglia di dimostrare a me stessa che la distanza. La cosa che maggiormente avrei saputo cavarmela in un paese stra- ricorderò è questa condivisione, questa voglia di socializzare in ogni momento niero, pur non conoscendo nessuno. E così con una valigia carica di pesan- perché in fondo sapevamo fin troppo tissimi maglioni sono salita completa- bene che l’Eramsus non era altro che mente sola su un aereo diretto verso la una parentesi, un binario parallelo che fredda Hannover. Il primo mese è stato correva in fianco a quello della vita reaun trauma: a causa della puntigliosa ed le. Inutile dire che è stata senza dubbio estenuante burocrazia tedesca, ho pas- l’esperienza più bella della mia vita: ero sato giorni interi girando per uffici a sempre accompagnata dalla splendida compilare documenti. L’ospitalità verso sensazione di essere completamente gli stranieri non è sicuramente la più padrona del mio tempo, di non avere Martina Zanella pag. 8 impegni al di la di quelli strettamente necessari, di poter essere soddisfatta di me stessa per come stava andando e per quello che stavo facendo. Del ritorno ricordo l’assoluta incapacità di riuscire ad esprimere e raccontare quei mesi a chi aveva la curiosità di sapere e sogghignava nella convinzione che l’Erasmus fosse semplicemente una lunga, continua festa. Tutto ciò è in parte vero ma molto riduttivo: un’esperienza all’estero è, oltre che un semplice percorso di studio/lavoro, un’esperienza di vita unica ed estremamente arricchente. Silvia Rispoli pag. 9 fatto suo”, per la voglia di scoprire cose nuove. Non so se l’aver fatto un’esperienza del genere ti renda davvero così, o l’essere in un certo modo ti porti ad intraprendere un certo percorso. Ma sono certa che vivere all’estero, anche solo per pochi mesi sia qualcosa a cui nessuno deve rinunciare, per capire che non esiste solo il nostro piccolo mondo perfetto, fatto di quotidianità, di cose sicure. Chissenefrega se si perde un anno, se si rimane indietro di qualche esame staccare il cordone ombelicale e mettersi alla prova è un’esperienza che niente e nessuno potrà ripagare. Eleonora Segat A Lisbona per sperimentare e speri- Partire e sapere che al ritorno non sei mentarmi più….la stessa Oltre per i soliti motivi (imparare la lingua, conoscere una nuova cultura…) io sono partita con il progetto Erasmus per sfida; vuoi che io non ce la faccia a vivere da sola lontana da tutto ciò che riguarda il concetto di “casa”? Sono partita circa 2 anni fa per 8 mesi a Lisbona, in Portogallo. Ho scelto una località che non conoscevo, totalmente a scatola chiusa, per aumentare le difficoltà del gioco. I miei genitori ovviamente non erano d’accordo, e questo non ha fatto che moltiplicare la voglia di sperimentare, sperimentarmi. Ma io avevo in mente quella frase che mi aveva detto mia sorella qualche anno prima “non sprecare questa occasione, sarà l’anno più bello della tua vita”. Lo è stato. Lisbona è diventata per me come una persona, a volte nemica, a volte in grado di farmi entrare in contatto diretto con la sua Terra. Ho scoperto un Paese incredibile, che considero oggi come la mia “seconda casa”. Ho incontrato molte persone che hanno fatto l’Erasmus, e ho sempre pensato che le avrei riconosciute, per quel modo di fare di chi “sa il 18 anni, questo il traguardo? Per cosa? Per partireee! Eh sì, molto difficile cercare di partire da minorenni, troppi ostacoli, nessuno che si prenda la responsabilità e troppa burocrazia da superare. E allora… ho atteso per lunghi anni la maggiore età! Fin da piccola ho pensato che un giorno avrei preso il largo per terre lontane, così quando in quarta superiore mi proposero uno dei campi estivi di volontariato della Caritas di V.V. , esultai di gioia. La destinazione? Mhmh…. qualcuno di voi forse storcerà il naso…. Albania, il paese delle aquile! In quel momento non era importante il luogo, essenziale era partire, viaggiare, scoprire. Da allora sono passati sei anni, sei estati, e anche quest’anno trascorrerò le mie vacanze in questa terra. Perché preferire questo paese rispetto a delle vacanze nelle spiagge nostrane? Non so se sia possibile spiegare, forse saranno i 1200 km macinati sul lungo costa balcanico, fra un caffè e tante chiacchiere per rimanere svegli durante la guida notturna, o forse superare 4 dogane (Slovenia esclusa) e sentire la cara Italia allontanarsi dietro di me, finché arrivando alla dogana Albanese, quasi allo stremo, devi spiegare che tutto quello che trasporti (3 macchine e un furgone carico di materiale) non è merce di contrabbando, ma serve per attività ludiche. Spiegaglielo in albanese!!! Ma non è detto che ti facciano passare!! Allora ti armi di pazienza e alle 4 di mattina te ne ritorni indietro e cerchi un’altra dogana, magari più a nord, dove ti fanno meno storie. Finalmente si arriva, stanchi a dir poco, ma la felicità dei ragazzi e dei bambini che ti accolgono ti riempie il cuore. Perché loro sono lì, da mesi attendono il nostro arrivo e noi (volontari) attendiamo tutto l’anno la loro compagnia. Ciò che mi spinge ogni anno a partire è il viaggio, l’andare verso qualcosa di “diverso” da noi, dalla nostra città, dai nostri soliti pensieri e preoccupazioni; il desiderio di ritornare in un paese, dove ci si sente accolti, dove si ascoltano storie di uomini partiti per cercare fortuna, come i nostri bisnonni e storie di donne che sussurrano, solo a noi italiane, la voglia di emancipazione, di un futuro diverso dall’essere solo mogli e madri. La certezza di questo viaggio? Il tornare Diversi, totalmente “scombussolati” dentro, acquisire occhi nuovi, per ciò che si ha visto, ascoltato e vissuto….. banale dirlo, ma ritornati in Italia tutto sembra diverso da come appariva prima. Provare per credere. Partite! Iscritto al numero 14 del Registro Stampa del Tribunale di Treviso il 14.05.2005 Periodico Patrocinato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Vittorio Veneto Direttore responsabile: Fulvio Fioretti Editore: Karpesika Redazione: via della Chiesa, 6 - 31029 Vittorio Veneto TV Collaboratori: Silvia Albrizio, Claudia Baccichet, Andrea Condotta, Federico Campo dall’Orto, Piero Della Giustina, Alberto Ferri, Diego Fioretti, Manuel Gentile, Lorenzo Liguoro, Andrea Maroelli, Chiara Perin, Barbara Stella, Staff Criciuma, Viviradio Progetto grafico: Alberto Ceschin. [email protected] - www.jabadabadoo.it PRIMA DEL VIAGGIO I pensieri dei ragazzi che si preparano alla maturità Silvia Balbinot Piero Della Giustina Silvia Lena Maturità, temutissima maturità, o per lo meno temutissima da molti di noi che sotto il sole di giugno si accingeranno a prendere il sospirato diploma. Finalmente superato anche il colloquio orale saremo pronti e più vogliosi che mai di iniziare una nuova vita: ci sarà chi cercherà di intraprendere la strada universitaria e chi cercherà di lanciarsi nel mondo del lavoro. In ogni caso, qualunque sia la difficile scelta il primo ostacolo da superare sarà quello di decidere se “abbandonare” o rimanere “fedeli” alla ridente cittadina vittoriese. Alcuni ragazzi e ragazze che tra qualche mese dovranno sostenere le varie prove dell’esame di Stato ci hanno raccontato come stanno vivendo la loro scelta per il futuro e cosa ne pensano dell’andarsene da Vittorio o del continuare ad abitarci. “Non ho una gran voglia di andarmene da Vittorio, ma se è necessario, lo farò. Sebbene Vittorio sia una piccola città, mi piace e tutto sommato è tranquilla”. Questi i pensieri di una maturanda del Liceo Scientifico “M.Flaminio”, Silvia Balbinot; caso, tuttavia, abbastanza anomalo dal momento che moltissimi coetanei non vedono l’ora di andare all’università per essere lontani da casa e dalla propria città, per sentirsi più indipendenti e fare, o per lo meno cercare di fare, ciò che vogliono. Infatti, Veronica Tonon che frequenta l’ultimo anno di Ragioneria dice: “allontanarsi da casa permette di vivere situazioni diverse dal solito, che consentono ai ragazzi di crescere e pian piano di divenire adulti. Nella vita bisogna sempre guardare avanti, non ci si può mai voltare indietro per vedere ciò che si ha lasciato”. Giorgia Rossi del Liceo Scientifico afferma che “la paura di sbagliare è tanta di fronte ad una scelta così importante, ma la voglia di sperimentare qualcosa di non conosciuto e la speranza di avere maggiori probabilità di successo portano noi giovani ad essere molto attratti dalla possibilità di studiare all’estero”. Silvia Lena, che tra pochi mesi si diplomerà al Liceo Classico, alla domanda “che cosa ne pensi della “fuga” post maturità?”, ci ha risposto così: “La prima cosa che prenderò in considerazione sarà la distanza della facoltà da casa. Ho sempre voluto andare a studiare all’estero ma, se questo non è fattibile, allora sceglierò una sede universitaria più possibile lontana. Questo perché ho voglia di essere indipendente e crearmi qualche cosa di diverso da quello che ho qui”. Dello stesso avviso sono Giada Zanetti e Fede- Federica Masut Chiara Perin Giorgia Rossi Giada Zanetti rica Masut, sempre del Liceo Classico: “Io vorrei andare all’estero, magari in Francia, perché sono stufa di tutto e non voglio continuare a studiare discipline teoriche” dice Giada. Continua Federica “Vittorio è una città poco stimolante, non offre opportunità. Dopo la maturità voglio stabilirmi in una nuova città, anche perché l’unica possibilità di restare a Vittorio sarebbe la vita da pendolare, ipotesi che preferisco scartare, perché trovo che sia una gran perdita di tempo e non aiuti a diventare indipendenti”. Ed infine concludiamo con due esponenti del sesso forte vittoriese Paolo Prevedello e Piero Della Giustina, entrambi frequentanti l’ultimo anno del Liceo Scientifico; Paolo sostiene che la cosa migliore sia andarsene da Vittorio perché vorrebbe fare nuove esperienze: “L’idea di studiare all’estero sarebbe molto interessante, ma per il momento mi limiterò a frequentare un’università qui in Italia”. Piero è dello stesso avviso: “Escludo subito l’idea di fare il pendolare perché secondo me è noioso e non permette di integrarsi al meglio nell’ambiente universitario. Mi piacerebbe, dopo la laurea, trascorrere un periodo all’estero, magari fare un master, per potermi lanciare al meglio nel mondo del lavoro e fare nuove esperien- ze.” Per quanto riguarda me dopo la maturità Classica voglio intraprendere la strada universitaria in una grande città, lontano da casa per fare nuove esperienze, conoscere gente nuova e diventare più indipendente; l’idea di spostarmi non mi preoccupa affatto e sento il bisogno aprire una nuova pagina della mia vita. È emerso dunque, da questa piccola indagine, che noi diciottenni vittoriesi saremo tutti dei “fuggitivi” tra pochi mesi perché l’idea di allontanarsi da casa è senza dubbio molto più allettante. Chiara Perin una propensione dei giovani stessi a “partecipare creativamente” allo sviluppo sociale e culturale del territorio. Perché allora non promuovere qualcosa che potesse unire tali spinte creative attraverso un laboratorio giornalistico Si tratta di per permettere anche ad altri giovani potenzialmente interessati di conoscere e toccare con mano il mestiere del giornalista? tutti gli Sulla base di tale fermento e di tali motivazioni i promotori del progetto FUORI DI PENNA hanno deciso di utilizzare nei confronti dell’informazione e dall’altro difficile ma piena di fascino. da un lato un grosso interesse da parte del tessuto giovanile professione sono nati nel corso degli ultimi anni, dimostrando canonica di apprendimento ma di cogliere un primo assaggio di una Giornali, radio, siti internet, blog ed addirittura una televisione In questo modo si intende non limitare l’esperienza ad una strutturazione situazione con i tutor addetti a seguirli. La giornata seguirà però un iter apprendimento di gruppo, attraverso lezioni quantitativa e qualitativa di strumenti informativi giovanili. dinamico in base alle occasioni di lavorare sul campo che si presenteranno. I ragazzi e le ragazze coinvolti si troveranno la mattina per fare il punto della finalizzato all’avvicinamento dei giovani alla scrittura frontali, finalizzato all’avvicinamento dei giovani alla scrittura Il progetto Fuori di Penna intende organizzare il format del Campus Giornalistico per coniugare soprattutto grazie ad una sorprendente crescita in tutte le sue forme (giornalismo, web, professionale, creativa). step necessari alla pubblicazione finale di un articolo. o se del caso, per altre testate giornalistiche locali, seguendo passo per passo di inchieste/indagini giornalistiche territoriali che si concretizzeranno nella produzione di articoli per il mensile di informazione giovanile Jabadabadoo, e di momenti di azione sul campo che si tradurranno nella conduzione 2 weekend in cui i giovani vivranno insieme un’esperienza innovativa, che li vedrà protagonisti di momenti di in tutte le sue forme (giornalismo, web, professionale, creativa). un “campus giornalistico giovanile” nella città di Vittorio Veneto, socializzazione e apprendimento, coinvolgimento attivo e formazione tradizionale, creatività e professionalità. del progetto FUORI DI PENNA hanno deciso di utilizzare Sulla base di tale fermento e di tali motivazioni i promotori per permettere anche ad altri giovani potenzialmente interessati Perché allora non promuovere l di conoscere e toccare con mano il mestiere del giornalista? Perché allora non promuovere e di momenti di azione sul campo che si tradurranno nella conduzione di inchieste/indagini giornalistiche territoriali che si concretizzeranno nella produzione di articoli per il mensile di informazione giovanile Jabadabadoo, o se del caso, per altre testate giornalistiche locali, seguendo passo per passo tutti gli step necessari alla pubblicazione finale di un articolo. I ragazzi e le ragazze coinvolti si troveranno la mattina per fare il punto della situazione con i tutor addetti a seguirli. La giornata seguirà però un iter dinamico in base alle occasioni di lavorare sul campo che si presenteranno. In questo modo si intende non limitare l’esperienza ad una strutturazione canonica di apprendimento ma di cogliere un primo assaggio di una professione difficile ma piena di fascino. Per maggiori informazioni scrivi a [email protected] frontali, di inchieste/indagini giornalistiche territoriali che si concretizzeranno nella frontali, apprendimento di gruppo, attraverso lezioni apprendimento di gruppo, attraverso lezioni un’esperienza innovativa, che li vedrà protagonisti di momenti di un’esperienza innovativa, che li vedrà protagonisti di momenti di 2 weekend in cui i giovani vivranno insieme Il progetto Fuori di Penna intende organizzare il format del Campus Giornalistico per coniugare del progetto FUORI DI PENNA hanno deciso di utilizzare Sulla base di tale fermento e di tali motivazioni i promotori qualcosa 2 weekend in cui i giovani vivranno insieme allo sviluppo sociale e culturale del territorio. nei confronti dell’informazione e dall’altro sono nati nel corso degli ultimi anni, dimostrando Si tratta di Si tratta di un “campus giornalistico giovanile” nella città di Vittorio Veneto, socializzazione e apprendimento, coinvolgimento attivo e formazione tradizionale, creatività e professionalità. di conoscere e toccare con mano il mestiere del giornalista? per permettere anche ad altri giovani potenzialmente interessati una propensione dei giovani stessi a “partecipare creativamente” da un lato un grosso interesse da parte del tessuto giovanile finalizzato all’avvicinamento dei giovani alla scrittura in tutte le sue forme (giornalismo, web, professionale, creativa). e di momenti di azione sul campo che si tradurranno nella conduzione che potesse unire tali spinte creative attraverso un laboratorio giornalistico un “campus giornalistico giovanile” nella città di Vittorio Veneto, Giornali, radio, siti internet, blog ed addirittura una televisione quantitativa e qualitativa di strumenti informativi giovanili. Mountain Bikers, centauri delle due ruote ecologiche, amici della bici vicini e lontani, avete finito di massacrare sci e snowboard sulle ultime nevi primaverili? Avete già iniziato a rispolverare e riassettare le vostre “moto a pedali”? E allora siete pronti per affrontare il “programma escursioni in MTB” per la stagione 2009, promosso dal CAI di Sacile ed organizzato da Alessandro Nadal, profondo conoscitore dei migliori percorsi ciclabili delle Prealpi venete e friulane e delle Dolomiti. Il programma prevede escursioni di ogni genere e per tutti i livelli, dalle montagne “fuori porta” fino a toccare le nostre mitiche Dolomiti. “Questi percorsi – racconta Alessandro - saranno un’ottima occasione per approfondire la tecnica di guida, ma soprattutto grandi occasioni per apprezzare gli aspetti ambientali, storici e paesaggistici dei percorsi che affronteremo”. Vediamo allora alcune delle mete principali: 14 Giugno 2009: percorso “Per l’uomo che non deve chiedere mai”, una traversata del Piancavallo 12 Luglio 2009: percorso “Il Bike Italia”, tappa di Forni Avoltri – Casera Melin 11 Ottobre 2009: percorso “Ai piedi del Dolada”, nell’area Nord – Ovest dell’Alpago Alessandro, come l’intera sezione CAI di Sacile, vi invitano a consultare periodicamente il sito internet www.caisacile.org, in quanto sarà organizzata anche qualche escursione “fuori programma” che per motivi tecnico – organizzativi non è possibile programmare con così largo anticipo. Per informazioni su percorsi, requisiti e dettagli, il numero di riferimento è il seguente: Alessandro Nadal: 329 4146207 nel campo della partecipazione giovanile alla vita del territorio, il format del Campus Giornalistico per coniugare soprattutto grazie ad una sorprendente crescita Percorsi tra lo sportivo e lo storico. Questo è quello che offre il CAI di Sacile per gli amanti della Mountain Bike nel 2009 Il territorio vittoriese ha dimostrato di essere assai vivo ed attivo socializzazione e apprendimento, coinvolgimento attivo e formazione tradizionale, creatività e professionalità. nel campo della partecipazione giovanile alla vita del territorio, Voglia di MTB? Il CAI di Sacile ha quello che fa per te! Ti piace scrivere? Il progetto Fuori di Penna intende organizzare Il territorio vittoriese ha dimostrato di essere assai vivo ed attivo Scuola Primaria: dal 15 giugno al 7 agosto 2009 con il primo turno dal 15 giugno al 26 giugno, il secondo turno dal 29 giugno al 10 luglio, il terzo dal 13 luglio al 24 luglio, ed il quarto dal 27 luglio al 7 agosto, tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 17.30. Per le classi prime e sconda alla Scuola “Francesco Crispi” , per le terze, quarte e quinte alla scuola “Ugo Foscolo”, con l’opzione: intera giornata o solo pomeriggio Molteplici le attività svolte: pallavolo, calcio, basket, golf, judo, pittura, giornale, radio, televisione, fotografia, musica, canto, ballo, creatività, cucina, gelato, equitazione, camminate, nuoto, visite guidate e ovviamente tanto gioco. Ti piace scrivere? Scuola dell’Infanzia: dal 6 luglio al 28 agosto 2009 con il primo turno dal 6 luglio al 31 luglio ed il secondo turno dal 3 agosto al 28 agosto, tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle ore 17.30. Il primo turno si svolgerà nelle scuole dell’Infanzia “Gianni Rodari” e “Marco Polo”, mentre il secondo solo alla scuola dell’Infanzia “Marco Polo” . Il tutto con giornate all’insegna di disegno, pittura, fotografia, musica, canto, ballo, corse, riposo, creatività, lavoretti con materiali riciclati, giochi di gruppo, racconti, giochi con l’acqua, fiabe, piccole passeggiate, filastrocche divertenti, risate, cucina e tanto tanto gioco! qualcosa Partono anche per l’estate 2009 i centri estivi comunali per i bambini delle scuole primarie (6/11 anni) e dell’infanzia (3/6 anni), avvalendosi dell’Associazione culturale “Officine per lo Spettacolo”, e alla scelta di personale esperto nella conduzione di attività ludicoricreative. Le attività si svolgeranno, per i bambini delle scuole primarie, dal 15 giugno al 7 agosto presso le scuole Francesco Crispi e Ugo Foscolo e, per i bambini della scuola dell’infanzia, dal 6 luglio al 28 agosto presso le scuole Marco Polo e Gianni Rodari secondo questo programma: che potesse unire tali spinte creative attraverso un laboratorio giornalistico pag. 10 pag. 12 pag. 13 Il turismo che rispetta l’ambiente (e le culture) Serena Ceschin parla del turismo responsabile L’ecosostenibilità si misura anche attraverso il turismo. Da diversi anni sono nate associazioni sul turismo responsabile, come “Viaggi e Miraggi” (www.viaggiemiraggi.org), società cooperativa sociale ONLUS che promuove, attraverso i suoi soci, un nuovo modo di viaggiare. Serena Ceschin, ventiduenne di Tarzo si occupa proprio di questo tipo di promozione nella zona, collaborando inoltre con la Bottega del commercio equo e solidale a Vittorio Veneto, appartenente alla Cooperativa “Pace e Sviluppo” di Treviso. Cosa vuol dire essere turista responsabile? Viaggiare significa scoprire. Il viaggiatore responsabile, prima di partire, s’interroga sulle motivazioni che lo spingono al viaggio e s’informa sulla storia e sulla cultura del paese che intende visitare. Spesso con i pacchetti all-inclusive, o soggiornando nei villaggi turistici, si rischia di stare per settimane in una nazione senza conoscerne neppure un abitante, totalmente avulsi dalla realtà locale. Il turista responsabile alloggia presso strutture ricettive locali a basso impatto ambientale prediligendo i mezzi di trasporto della zona. Presta molta attenzione alla trasparenza del prezzo, per sapere quale percentuale di esso rimane alle comunità ospitanti. Non assume comportamenti offensivi per gli usi e costumi del posto, cerca prodotti e manifestazioni espressione di quella cultura per salvaguardarne l’identità, ne rispetta l’ambiente e il patrimonio storico-monumentale. Quali sono le mete preferite del turismo responsabile? Principalmente quelle appartenenti al sud del mondo: Africa, Sud America, Sud-est asiatico. Lì si visitano progetti di commercio equo volti allo sviluppo e al miglioramento delle condizoni di vita locali, o ad Ong e/o associazioni non lucrative. Tuttavia anche in Italia si può fare turismo responsabile: sono sempre di più le proposte di weekend in angoli sconosciuti del nostro paese. Non costa di più il turismo responsabile? Dovremmo chiederci “Che valore dò al mio viaggio?”. E soprattutto chiarirci bene su cosa ci spinge a viaggiare. Posso spendere meno e fare una vacanza rilassante sul Mar Rosso o in Sardegna nel miglior villaggio turistico, ma rendermi conto di non esser andato al di là di ciò che vedo già tutti i giorni. Esisterebbe una reale differenza tra le due mete? Inoltre, con una punta di critica, spesso alcuni i tour operator riescono ad avere prezzi inferiori proprio perchè non vengono tenute in considerazione scelte commerciali di tipo etico: un esempio sono i bassi salari delle persone locali impiegate (o meglio dire sfruttate) per certi tipi di lavoro. Silvia Albrizio - thepapergirl.splinder.com Troppo bello per essere vero? Oggi l’ecologia è un vulcano in continua eruzione, e dal momento che agisce al fin di bene, spesso le sue proposte hanno il potere di una tale persuasione su di noi, che riescono ad abbindolarci facilmente. Quanto è opportuno essere scettici a riguardo? Dietro a quelle eco-idee innovative che ci appaiono come soluzioni miracolose, si può celare la truffa di chi ha astutamente pensato di fare business della sostenibilità. È noto infatti che il prodotto “ecologicamente giusto” vada per la maggiore, perciò le aziende hanno imparato a sfruttare questo fatto. È il caso esemplare dell’innovativo strumento che si propone di rivoluzionare il nostro modo di fare il bucato, le cui virtù vennero tanto decantate dai suoi autori svizzeri, da farlo sembrare una pseudopalla magica. Si tratta della cosiddetta Biowashball, una piccola sfera di plastica atossica forata, contenente palline di ceramica naturale. La sostituzione a un comune detersivo doveva esser permessa dal fatto che l’acqua a contatto con le ceramiche e grazie al movimento della lavatrice producesse ioni negativi, in modo da sciogliere i legami dello sporco e sopprimere i batteri. La sua ipotetica efficacia aveva una durata di circa tre anni,grazie all’energia ricavata dalla luce solare. La Biowashball suscitò grande clamore,riscontrando nel mercato europeo un immediato successo (pare che la Svizzera ne abbia vendute già2milioni). I suoi vantaggi non si prestavano solo a favorire l’ambiente, ma erano anche economici, al prezzo di 35euro infatti ogni famiglia avrebbe risparmiato il costo dei detersivi. Tuttavia le prove concrete hanno mostrato risultati palesemente deludenti, questa infatti pulisce quanto l’acqua e non ha assolutamente il potere detergente del detersivo come avevano fatto credere invece gli inventori! Un’altra tra le ultime eco-idee di efficacia dubbia, forse quella più sorprendente, è la batteria NoPoPo, bizzarra invenzione partorita da un’agenzia di Singapore, la quale sostiene che questo tipo di batteria innovativa possa funzionare servendosi della semplice urina o dell’acqua, che, reagendo con un composto di carbonio e magnesio produca energia. La spiegazione più plausibile è che il liquido consenta al magnesio di ossidarsi e quindi di generare corrente, tuttavia, benché il clamore e lo stupore della notizia si sia diffusa rapidamente, le NoPoPo sono prodotte e vendute solo nel loro paese natale. Margherita Leo Beautiful agony BeauWould you like tiful agony Beautiful agony Beautiful agony to share your “Agony“ Beautiful agony Beautiful agony Beautiful with the world? agony Beautiful agony Altro che facebook… Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony Beautiful agony UNA COPPETTA PER QUEI GIORNI L’ultima frontiera dell’ambientalismo al femminile riguarda la coppetta mestruale. Lo scopo? Liberare la donna dall’ingombro degli assorbenti esterni e interni che, oltre ad essere potenziali fonti di allergie a causa degli sbiancanti chimici con cui vengono trattati, rappresentano, un rifiuto difficilmente smaltibile. Ecco quindi la svolta: un piccolo contenitore in silicone da inserire all’interno del corpo, anallergico e riutilizzabile dopo opportuna sterilizzazione, che salverà inoltre il portafoglio delle donne. Al momento è reperibile solo nelle cooperative specializzate o in internet, all’indirizzo: www.labottegadellaluna.it, dove si trova di diverse forme e misure a seconda delle proprie esigenze. Silvia Albrizio - Thepapergirl.splinder.com “Cosa ne pensi della mia agonia?” Questo potrebbe essere il nuovo tormentone dopo il fatidico e ormai vecchio “ma tu sei su facebook?”. La domanda potrebbe suonarvi strana, ma, tranquillizzatevi, non stiamo parlando di dolore e sofferenza, bensì di un’agonia piacevole, una dolce e piccola morte: in una parola, qui si parla di orgasmi. Sì perché il sito di cui vi voglio parlare (http://beautifulagony. com) altri non è che un contenitore di video dedicati alla bellezza dell’orgasmo umano. Per stessa ammissione degli autori del sito, potrebbe essere la cosa più erotica che abbiate mai visto anche se, badate bene, è bandita ogni nudità e ogni forma di volgarità. Chiunque voglia può decidere di riprendersi (o farsi riprendere) mentre, in qualunque modo lo desideri, raggiunge l’orgasmo. Non è importante il come e nemmeno in quanto tempo, la regola base è che la camera riprenda solamente il viso e non altre parti del corpo. In realtà non è nemmeno importante essere nudi, infatti in molti fermo-immagine si può notare come le persone in realtà indossino degli indumenti che si intravedono nella piccola inquadratura. Tutti i video poi sono corredati dal sonoro che naturalmente deriva dal piacere stesso, perché, per ragioni di copyright, sono vietate colonne sonore musicali. Siete decisi anche voi a condividere la vostra agonia? Fatevi sotto allora anche perché ogni filmato pubblicato vi sarà pagato la bellezza di 200 dollari. Cominciate a capire? Sarà sì un sito dedicato alla bellezza dell’orgasmo umano ma comincia a diventare anche un bel business niente male. Naturalmente anche per poter “godere” dei video è necessario iscriversi e donare dai $14.95 per 30 giorni ai $29.95 per 90: una specie di abbonamento insomma. Quello che poteva essere considerato quindi un puro sfogo di esibizionismo diventa forse anche la ricerca di una fonte di guadagno facile per chi è disposto a condividere con il popolo del web un momento così intimo. Anche se leggendo qualche post sulla sezione forum (accesso libero) mi convinco nuovamente di quanto narcisismo ci sia dietro la maggior parte delle persone che decide di inviare la propria performance: c’è chi un secondo dopo essersi visto pubblicare si affretta a chiedere se nessuno ha dei feedback da lasciare o c’è chi si domanda se la propria “agony” è riuscita a portare qualcun altro al culmine del piacere. Devo invece sollevare una pecca di questo sito che prevede la possibilità di gustarsi delle preview prima di passare al log-in con successivo pagamento. In realtà, queste anteprima non sono così erotiche in quanto sono riassunti degli originali e spesso collage di vari filmati. Molto più eccitante allora guardarsene una dall’inizio alla fine in modo da cogliere il percorso di una persona fino al culmine del piacere (partendo da google troverete i link utili se vorrete). Forse avrò suscitato la vostra curiosità… Valentina Torre pag. 14 NEIL YOUNG: Fork On The Road LAGO MORTO – Vittorio Veneto Tour Ennesimo ritorno per Neil Young. Il vegliardo cantautore canadese non sembra avere alcuna intenzione di appendere la chitarra al fatidico chiodo, e continua a sfornare con impressionante regolarità titoli di livello qualitativo encomiabile. “Fork In The Road” è un’eccellente raccolta di dieci nuove canzoni. Registrato in gran parte a Nashville, storica capitale della musica country, il nuovo disco di Neil Young è un lavoro di rock elettrico, che il nostro mette al servizio di corpose ballate, spesso piuttosto sostenute. Appaiono a tratti le influenze folk e blues, rielaborate con sapiente originalità e personalità. Senza sconfinare nell’hard rock di “Reactor”, i nuovi brani richiamano per le pregevoli armonie vocali e la potente ritmica squadrata capitoli come “Living With War, e in alcuni casi ribadiscono l’eleganza compositiva del sempre troppo sottovalutato “Greendale”. Archiviata la discontinuità di “Are You Passionate”, “Fork In The Road” è un disco piuttosto omogeneo, sulla linea di “Prairie Wind” o di “Chrome Dreams II”, per intenderci. Nei Young opera in perfetta simbiosi con Ben Keith (chitarre e tastiere), accompagnato dall’immancabile Rick Rosas al basso, e da Chad Cromwell alla batteria, che assicurano una basa precisa quanto essenziale alle godibili melodie nelle quali si inseriscono i notevoli contributi di Anthony Crawford (chitarre e tastiere) e Pegi Young (chitarre). Una produzione mirata e competente valorizza le sonorità di ogni singolo episodio, conferendo a “Fork In The Road” il prestigio delle grandi opere. “Fuel Line”, “Off The Road” e “Light A Candle” entrano di diritto tra i classici di questo controverso e affascinante personaggio, un musicista inquieto quanto determinato che ribadisce nell’occasione l’inesauribile capacità di rinnovare con immutata freschezza una vena creativa che si snoda lungo un percorso artistico assolutamente unico. Musica per palati fini. Lago Morto è qualcosa di diverso da un gruppo musicale, è molto di più. I concerti vittoriesi di maggio 2009 - programmati in siti talvolta decisamente inconsueti - sono stati dei veri e propri eventi di inedita portata, e gli sventurati che vi hanno assistito non sono stati dei semplici spettatori, ma un autentico elemento essenziale di una pazzesca installazione multimediale. Musicalmente (?) Lago Morto è un pernicioso crossover di hardcore stile americano anni ‘80 e il noise di efferate formazioni giapponesi dalle denominazioni improbabili. Da John Zorn agli Scorn, passando per il grind dei primissimi Carcass, Terrorizer e Napalm Death, violenza primordiale e sfogo istintivo di incontrollata energia, sull’onda di uno sconvolgente frastuono liberatorio. Una chitarra deflagrante al limite di insostenibili dissonanze, una paurosa sezione ritmica esagitata e convulsa. Nico Vascellari è un ossesso invasato di fronte alla croce dell’inquisitore, un perfido sciamano che illustra con spietata crudeltà un percorso esplorativo lungo i più reconditi meandri della follia umana, i tre loschi individui che lo accompagnano eseguono il loro compito con la fredda determinazione del carnefice al momento di un’esecuzione capitale. L’attacco sonoro di Lago Morto ha l’effetto di un bombardamento a tappeto al napalm programmato con cinica intuizione strategica, un interminabile sciame sismico sussultorio dalle conseguenze devastanti. L’impatto dal vivo con i Lago Morto ricorda un incandescente fronte lavico in avanzamento al culmine di un’eruzione vulcanica, lo stage diventa un buco nero che assorbe progressivamente i malcapitati spettatori in un vortice di danze tribali dove la differenza tra musicista e pubblico si annulla in un un’unica caotica entità. Un muro del suono di circa venti minuti che abbatte ogni disperata resistenza, un uragano che s’infrange repentino con violenza inaudita, lasciandosi dietro uno scenario di spettrale desolazione. Così la terrazza di un bar o l’angolo di una strada diventano il tempio in cui si compie un rituale al quale nessuno assiste ma in cui tutti, più o meno inconsapevolmente, sono inesorabilmente coinvolti da protagonisti. Semplicemente memorabili! Manuel Gentile ([email protected])