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ItaliaOggi
Numero 187, pag. 38 del 8/8/2007
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Appuntamenti
EVENTI SU FARNESE
E DUCATO DI CASTRO
Lo stato di Castro fu fondato dai Farnese nel 1537 e durò fino al 1649, a seguito della distruzione
voluta da papa Innocenzo X Pamphili. «I Farnese e il Ducato di Castro» è appunto l'argomento di
mostre, convegni e visite guidate in programma a Gradoli e negli altri comuni del Ducato, fino al 30
agosto. Ne fanno parte la città chiamata «La Cartagine di Castro», poi Cellere, Piansano, Canino,
Marta, Grotte di Castro, Arlena di Castro, Capodimonte, Montalto di Castro, Valentano, Farnese,
Ischia di Castro, Latera e Tessennano. Al palazzo Farnese della cittadina in provincia di Viterbo
(0761.346306) sono esposti gli inediti disegni di Antonio da Sangallo il Giovane, gli Statuti
castrensi, ceramiche con stemmi del casato Farnese, documenti archivistici ed ecclesiastici e reperti
del periodo. L'evento, voluto dall'assessore alla cultura Renzo Trappolini, coordinato da Silvio
Merlani, con l'etruscologo Paolo Giannini e lo studioso Massimo Faggiani, è frutto dell'associazione
dei comuni che hanno unito le forze per una razionale gestione dello sviluppo culturale. Ulteriore
obiettivo è quello di collegare questi luoghi farnesiani agli altri italiani, di Roma, Parma e Piacenza, e
anche a quelli di Spagna e Francia (non a caso palazzo Farnese a Roma ospita l'ambasciata francese),
e diventare un prodotto culturale per i crocieristi di Civitavecchia.
AL PARCO SCOLACIUM
TRE ESPOSIZIONI
Il luogo è il Parco archeologico di Scolacium (tel. 0961.391356-84342-741257), nome che deriva da
Minervia Scolacium, colonia romana che s'installò nel 123-122 a.C. nella città greca di Skylletion.
Qui, a pochi chilometri da Catanzaro, nel comune di Borgia, in uno spazio di 40 ettari, si coglie la
silenziosa potenza di una storia millenaria, la stratificazione delle civiltà greca, italica, romana e infine
normanna. Per la terza edizione di «Intersezioni» (www.provincia.catanzaro.it), evento in cui si
contaminano la scultura contemporanea e l'archeologia di luoghi eccezionali, tre artisti, Stephan
Balkenhol (Frizlar/Hessen, Germania 1957), Wim Delvoye (Wervik, Belgio, 1965) e Marc Quinn
(Londra, 1964) propongono, fino al 14 ottobre, a cura di Alberto Fiz, le loro installazioni. Le figure
in legno intagliate di Balkenhol fanno riferimento alla tradizione medievale e al rinascimento del
Nord Europa. Le creazioni in acciaio corten di Delvoye si richiamano al gotico. Quinn, con i suoi
marmi, bronzi e cementi, rielabora il concetto stesso di classicità. Nel museo archeologico di
Scolacium sono collocate tre sculture di Quinn; il museo del frantoio è utilizzato da Balkenhol; il
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progetto neogotico di Delvoye è collocato nella zona del Foro. Due misteriosi caterpillar alti nove
metri trasformano poi il parco in un cantiere permanente aperto durante la mostra con scavatrici,
segnali e transenne, tutti rigorosamente tagliati al laser in acciaio corten. C'è anche un camion di
quasi nove metri. Il catalogo è di Electa con testi in italiano e inglese.
CONCORSO PER OPERE
IN SEI REGIONI
«Qualità Italia. Progetti per la qualità dell'architettura» promuove la realizzazione di opere pubbliche
attraverso lo strumento del concorso di progettazione, che può efficacemente contribuire al
miglioramento della qualità architettonica. L'iniziativa fa parte delle attività di «Sensi contemporanei»
e dell'Accordo di programma quadro multiregionale, sottoscritto da vari enti e ministeri (sviluppo
economico, beni culturali, Biennale di Venezia, regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise,
Puglia, Sardegna e Sicilia). È stato ideato dalla Darc, Direzione generale per l'architettura e l'arte
contemporanee (tel. 06.58434820). Il programma offre un sostegno di 100 mila euro e un supporto
tecnico alle amministrazioni (regioni, comuni, province, comunità montane) che abbiano
programmato un'opera pubblica e che intendano utilizzare il concorso di idee/progettazione per
selezionare il progetto. È una formula che rappresenta una grande novità nel promuovere inediti
modelli di cooperazione istituzionale tra stato e regioni, ed è anche una grande occasione per il Sud
Italia di potenziare i processi di rilancio delle città e dei territori. Qualità Italia si svolgerà in due
annualità, con un bando pubblico per il 2007 e un bando pubblico per il 2008. A conclusione la
Darc organizzerà una mostra con tutti i progetti premiati. Delle 38 candidature ora valutate, sono stati
selezionati gli interventi della Basilicata, comune di Rionero in Vulture (Pz), «Una piazza italiana»;
della Calabria, comune di Olivadi (Cz), «Centro culturale con annessa biblioteca e mediateca»; del
Molise, provincia di Campobasso, «Ampliamento della biblioteca provinciale Albino di
Campobasso»; della Puglia, comune di Mola di Bari (Ba), «Centro di produzione per cinema
digitale»; della Sardegna, provincia di Cagliari, «Nuova sede del liceo artistico e scientifico»; della
Sicilia, comune di Siracusa, «Nuovo waterfront» Porto piccolo lotto sud. Le sei opere saranno
oggetto di concorsi da bandire entro il 20 dicembre. Per l'Abruzzo il finanziamento dell'edizione
2007 verrà erogato a integrazione dell'edizione 2008. I documenti e le informazioni aggiornate sono
disponibili sul sito www.sensicontemporanei.it.
BARI, FOTO E SEMINARI
PER ACQUAINVISTA
Organizzata da Barifotografia 2007, la manifestazione rientra nel cartellone de «Il valore dell'acqua»,
curato dall'assessorato alle culture del comune di Bari, e si articolerà in tre esposizioni fotografiche,
allestite fino al 16 settembre, nella sala Murat, nella cittadella della cultura e nel terminal traghetti del
porto di Bari (www.barifotografia.com). È previsto anche un seminario dedicato alla conservazione,
archiviazione e presentazione di fotografie. L'organizzatore è stato Michele Roberto, il responsabile
artistico Carlo Garzia. Carlo Bruni e Domenico D'Oria, insieme ad Annamaria Lorusso, direttrice
del Castello Svevo, hanno costituito il comitato scientifico di «Acquainvista».
PARERE DI IN/ARCH
SU APPALTI INTEGRATI
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«In Italia la realizzazione di opere pubbliche di qualità è impedita dal continuo spezzettamento
dell'attività di progettazione». Il nuovo codice degli appalti e il suo regolamento di attuazione,
recentemente approvato, «confermano questo assurdo modo di fare i progetti: avremo sempre più
opere pubbliche scaturite da progetti preliminari, redatti all'interno degli uffici tecnici delle
amministrazioni, progetti definitivi, affidati a organizzazioni professionali, sottoposti poi ai
miglioramenti degli appalti integrati, quindi progetti esecutivi di un terzo progettista; la direzione
lavori di un quarto soggetto. Il frazionamento delle responsabilità genera disinteresse per l'esito
globale, contribuisce a dequalificare gli interventi, diffonde diffidenza nella capacità di trasformare
con qualità il territorio». Queste le considerazioni espresse dall'Istituto nazionale di architettura, che
da 50 anni unisce progettisti e costruttori, interessati alla qualità delle trasformazioni urbane e
territoriali, sulle nuove regole che stanno per entrare in vigore in materia di opere pubbliche.
L'In/Arch vede con preoccupazione scenari nei quali le opere pubbliche falliscono i loro obiettivi e
compiti primari: dare risposta al mutare delle esigenze, ma soprattutto introdurre nuove qualità negli
ambienti di vita ed essere manifestazioni esemplari della cultura di una collettività. Per l'In/Arch
ricondurre il progetto a unità è un'emergenza nazionale. È essenziale avere un responsabile unico di
progetto, dal preliminare alla direzione lavori, indipendentemente dalle modalità di appalto, se di soli
lavori o di progetto e lavori. Nessun problema per l'Istituto rispetto a un ruolo attivo dell'impresa
nella progettazione definitiva ed esecutiva purché si individuino modalità che assicurino una regia
unitaria, dall'ideazione alla realizzazione. Ciò può raggiungersi restituendo agli uffici tecnici delle
amministrazioni compiti di programmazione e controllo, con incentivi economici, non più finalizzati
a progettazioni all'interno, ma invece a premiare efficienza e rapidità dei processi; rafforzando
appalti-concorso e concorsi di progettazione, quando reali e finalizzati al costruire, prezioso
strumento di ogni collettività per selezionare la migliore delle alternative di soluzione ai problemi
posti (la qualità si persegue scegliendo tra progetti diversi, non tra i fatturati degli studi di
progettazione); pervenendo a vere forme di validazione dei progetti e di strutturazione degli uffici di
direzione lavori; precisando le procedure di appalto integrato, capaci di risolvere eventuali
contenziosi, prima dell'apertura dei cantieri e di ristabilire dialoghi fra progettisti e mondo
imprenditoriale e della produzione; individuando la figura del progettista come responsabile
dell'opera nelle diverse fasi, fino all'ultimazione dei lavori, in analogia a quella del responsabile del
procedimento. L'In/Arch promuoverà ai primi di ottobre un incontro pubblico intorno a queste
questioni, finalizzato a far crescere un movimento teso a rimuovere le condizioni che nel nostro
paese ostacolano interventi di qualità diffusa, mortificando progetto e fiducia nel futuro.
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