Immagini del Terzo Mondo Immagini del Terzo Mondo

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Immagini del Terzo Mondo Immagini del Terzo Mondo
Bollettino informativo dell’italian kenyan scout development project
Non in vendita - riservato agli associati
Anno VII - n° 3 - Giugno 1993
Il codice di comportamento delle ONG (Organizzazioni Non Governative) europee
Immagini del Terzo Mondo
Come migliorare le immagini del Sud del mondo proiettate al Nord
Lungo il corso degli ultimi dieci anni, il pubblico
europeo è stato regolarmente "inondato" da immagini di
carattere emotivo e da messaggi riguardanti situazioni
disastrose verificatesi in determinati paesi del Terzo
Mondo. Gli è stato richiesto di assimilare varie
interpretazioni di tali situazioni ed è stato sollecitato ad
aiutare quelle persone in difficoltà in termini di carità.
Anche se campagne di questa natura hanno
innegabilmente salvato migliaia di vite, esse hanno
anche plasmato l'immagine che il pubblico si è creato
del Terzo Mondo. La combinazione di immagini
cariche emotivamente e di slogan orecchiabili ed
insidiosi si addice al buon cinema, alla televisione ed ai
poster, ma il ricorso al sensazionalismo allo scopo di
attirare l’attenzione del pubblico può significare che i
fondamenti meno spettacolari di un problema vengano
tralasciati e gli elementi positivi non evidenziati.
Questo fenomeno rischia di diventare un fattore
determinante nella futura collaborazione tra Europa e
Terzo Mondo. Le immagini ed i messaggi sul Terzo
Mondo proiettati dai media o dalle stesse ONG possono
minare il lavoro delle organizzazioni per lo sviluppo,
perché la qualità della cooperazione allo sviluppo e la
solidarietà con il Terzo Mondo dipendono dal tipo di
immagini e messaggi usati dalle ONG nelle loro attività
di sensibilizzazione pubblica nei rispettivi territori.
Una ricerca dettagliata portata avanti da diverse ONG
europee e africane nell'ambito del progetto "Immagini
dell'Africa", hanno rivelato notevoli equivoci sulla
situazione del Terzo Mondo. Per la maggior parte degli
Europei, il Terzo Mondo è un fornitore di materie prime
(63%) e assicura uno sbocco ai prodotti europei (59%).
Un Europeo su due crede che i nostri rapporti con il
Terzo Mondo siano basati sul bisogno di aiuto dei paesi
del Terzo Mondo da parte dei paesi ricchi. L'indagine
mostra inoltre che il pubblico europeo nutre un forte
interesse per l'informazione fornita dai mass-media
circa il Terzo Mondo.
Un codice di comportamento sulle immagini ed i
messaggi proiettati sul Terzo Mondo si rende, quindi,
essenziale.
L’EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO
La formula "Educazione allo Sviluppo" è aperta a molte
e spesso ambigue interpretazioni, a causa della gamma
di problematiche interessate. La sua definizione è
determinata dalla nostra visione dello sviluppo, dalla
nostra analisi del cambiamento sociale e dalle nostre
convinzioni ideologiche e filosofiche. Anche se
potrebbe non esserci un’unica definizione di
"educazione allo sviluppo", le sue varie forme
condividono taluni obiettivi di base che dovrebbero
essere ricordati ogni qualvolta si producono immagini e
messaggi per il pubblico, cioè:
• promuovere una consapevolezza dei problemi
annessi allo sviluppo: cause e soluzioni, interdi
pendenza e reciprocità per comprensione mutua
crescente;
• stimolare la partecipazione al dibattito per sostenere
una cooperazione politica, economica e culturale
appropriata;
• rafforzare la solidarietà tra popoli, attraverso una
comprensione mutua crescente;
• aumentare l'impegno delle Organizzazioni Non
Governative, dei Governi e della Comunità
Europea per cambiamenti strutturali in favore dei
sottoprivilegiati.
Harambee
QUESTO CODICE INVITA LE ONG EUROPEE A:
• esaminare il loro operato e rivedere i loro metodi di
lavoro, così da porre fine alle vecchie nozioni di "shock
emotivo" e rilevamento disastroso e da assicurare che
venga intrapreso il giusto tipo di educazione allo
sviluppo;
• promuovere una maggiore unità tra le ONG e gli altri
movimenti sociali per rendere possibile una migliore
distribuzione di informazione;
• impegnarsi ad esaminare il contenuto dei messaggi
emessi negli appelli disastrosi per assicurare che questi
non minino il lavoro dell'educazione allo sviluppo, che
richiede una risposta a lungo termine;
• provvedere ad una formazione adeguata per i membri
dello staff che sono responsabili della produzione di
materiale informativo e cercare specialisti che possano
fornir loro consulenza al loro lavoro;
• assicurare che il punto di vista del Sud venga preso in
considerazione quando si producono immagini e
messaggi.
Se la cooperazione per lo sviluppo internazionale è basata
sui principi di solidarietà e sulla condivisione delle risorse,
allora la partecipazione dei nostri partner del Sud nella
attività di sensibilizzazione pubblica è essenziale per la
corretta proiezione di immagini e messaggi.
INDICAZIONI PRATICHE
1) Evitare immagini catastrofiche e idilliache che si
appellano alla carità e che portano alla "coscienza a
posto", piuttosto che alla considerazione dei problemi
radicali.
2) Tutti i popoli devono essere presentati come esseri
umani e deve essere fornita una sufficiente informazione
circa il loro ambiente sociale, culturale ed economico,
cosicché la loro identità e dignità culturale vengano
preservate. La cultura dovrebbe essere presentata come
parte integrante dello sviluppo del Sud.
3) Dovrebbero essere presentate le considerazioni della
gente direttamente interessata, piuttosto che le
interpretazioni di una terza parte.
4) Deve essere messa in luce l'abilità della gente
nell'assumersi le proprie responsabilità.
5) Un messaggio dovrebbe essere formulato in modo tale
che generalizzazioni nelle menti del pubblico siano
evitate.
6) Gli ostacoli allo sviluppo, interni ed esterni, dovrebbero
venir mostrati chiaramente.
7) Interdipendenza e corresponsabilità al sottosviluppo
dovrebbero essere enfatizzate.
8) Le cause della povertà (politiche, strutturali o naturali)
dovrebbero essere rese evidenti in un messaggio, allo
scopo di rendere il pubblico in grado di prendere
coscienza della storia e della reale situazione nel Terzo
Mondo e delle fondamenta strutturali di questi paesi
prima della colonizzazione. E' la situazione di oggi, con
la conoscenza del passato, che dovrebbe essere il punto
di partenza per esaminare i modi in cui oppressione e
povertà estreme possono essere eliminate. Lotta per il
potere ed interessi acquisiti dovrebbero essere resi
visibili e oppressione ed ingiustizia denunciate.
9) I messaggi dovrebbero evitare ogni forma di
discriminazione (razziale, sessuale, culturale, religiosa,
socio-economica).
10)L'immagine dei nostri partner del Terzo Mondo come
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dipendenti, poveri ed inermi viene spesso personificata
da donne che vengono invariabilmente ritratte come
vittime dipendenti o, peggio ancora, non figurano
nell'immagine.
Un miglioramento nelle immagini
utilizzate nel materiale educativo sul Terzo Mondo
richiede evidentemente un cambiamento in positivo
delle immagini proiettate sulle donne del Sud.
11)I partner del Sud dovrebbero venir consultati nella
formulazione di tutti i messaggi.
CONCLUSIONE
Anche l'informazione contenuta nelle
nostre notizie quotidiane presenta
spesso il Terzo Mondo in maniera
incompleta e prevenuta: uomini che
muoiono di fame ritratti come le vittime
inermi del loro stesso destino. Questo
approccio fatalistico può essere superato
fornendo informazioni più realistiche e più complete,
attraverso le quali aumenti la consapevolezza del valore
intrinseco a tutte le civiltà, dei limiti della nostra società e
della necessità di uno sviluppo più universale che rispetti
giustizia, pace ed ambiente. È dovere delle ONG fornire al
pubblico informazioni autentiche ed obiettive che rispettino
non solo la dignità umana del popolo in questione, ma
anche l'intelligenza del pubblico in generale.
AMICO BIANCO,
io, quando piccolo, nero.
Quando diventato grande, nero.
Quando arrabbiato, nero.
Quando paura, ancora nero.
Quando morire, ugualmente nero.
Ma tu, amico bianco,
tu, quando nato, rosa.
Quando diventato grande, bianco.
Quando arrabbiato, rosso.
Quando ammalato, giallo.
Quando paura, verde.
Quando morire, viola.
Ma allora, amico bianco
perché chiamare me di colore?
(anonimo)
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Harambee
D a ll ’ Ital ia e d al Ke n ya :
n o ti z ie c he c i r i gua r da no
CAMPO DI LAVORO: "HARAMBEE 93"
È in avanzato stato di preparazione la più importante
spedizione annuale in Kenya dei volontari italiani che
collaborano al "Progetto Nyandiwa" nell'ambito
dell'Italian-Kenyan Scout Development Project.
Il campo di quest'anno è caratterizzato particolarmente
dalla presenza di un numeroso Clan dell'AGESCI,
quello di Saronno, composto da diciassette rovers e
scolte più cinque capi. Inoltre fanno parte della
spedizione, cinque persone del gruppo "I gabbiani"
della provincia di Bergamo e tre persone dello staff
del "Progetto Nyandiwa".
Gli obiettivi principali di " HARAMBEE 93 " sono:
• proseguimento dei lavori per l'acquedotto con
l'ambizioso piano di collegare entro il quindici
agosto l'ultimo serbatoio, quello di Nyandiwa;
• allestimento di un piccolo campo-giochi per i
bambini dell'asilo del Centro Scout;
• allestimento, sempre al Centro, di un campo di
palla a volo;
• costruzione di un grande pollaio;
• avvio dell'allestimento di una biblioteca per le
comunità di Nyandiwa e dintorni;
• completamento delle attrezzature per l'ufficio del
Centro;
• attività di animazione con i "Gruppi Donne" di
Nyandiwa, God Bura e Tonga;
• attività di animazione sociale con le comunità di
Nyandiwa e dintorni;
• attività di formazione scout con gli scouts keniani.
Una nuova grande impresa che ci auguriamo possa
concludersi positivamente con il raggiungimento degli
obiettivi previsti sia come lavoro di gruppo che come
esperienza di crescita individuale.
ZANZARA ANOPHELES: nel profumo d’amore
l’arma vincente
Un milione di africani muore ogni anno di malaria e
duecento milioni vengono infettati. Sono quasi tutti bambini
sotto i cinque anni. L'agente scatenante è un parassita
protozoario, il Plasmodium, che viene trasmesso quando la
zanzara femmina Anopheles morde e inietta la saliva nel
sangue dell'uomo. Qui si annida nelle cellule rosse
moltiplicandosi all'infinito finché l'occlusione dei capillari
impedisce all'ossigeno di arrivare al cervello e sopraggiunge
la morte.
Al Centre of insect Physiology and Ecology di Nairobi
(Icipe), uno dei pochi istituti di ricerca interamente gestito
da esperti del Terzo Mondo, dal 70 si cercano armi
alternative ed ecologiche, che uniscano sapere scientifico e
tradizioni indigene, per combattere questi insidiosi nemici.
Così, mentre in Colombia si sta sperimentando un vaccino
antimalaria, a Nairobi si punta su un'"alternativa povera"
come il "panno Mbu" (Mbu è il termine Kiswahili per
zanzara). È un panno di cotone, che viene appeso sui muri
delle case, grande 9 metri per 1,5 e impregnato con una
emulsione di permethrin, un insetticida non tossico sui
mammiferi.
Nel distretto keniota di Baringo questa semplicissima
misura, abbordabile anche dalle comunità più povere, in soli
due mesi è riuscita a ridurre del 73% l'insorgere di nuovi
casi di malaria. "Se esteso a tutta l'Africa potremmo salvare
milioni di persone" dicono gli esperti.
(Articolo tratto dal "Corriere della Sera")
Magia di una parola: "HARAMBEE"
A Jomo Kenyatta, primo capo del governo e primo
presidente della Repubblica, si fa risalire l'introduzione nel
linguaggio politico della parola "harambee”, che significa :
“lavoriamo insieme”.
È la magica parola che sta alla base dello stemma del Kenya
e che significa per tutte le tribù autarchia, ossia,
indipendenza sociale ed economica, ma significa anche
unione di sforzi per ricostruire insieme nella fraternità e
nell'unione la giovane nazione del Kenya. In tutte le
cittadine e anche nei villaggi più sperduti delle foreste la
parola harambee è sulla bocca di tutti e tutti ne hanno ormai
assimilato il contenuto. Dell' harambee si sperimentò
l'efficacia due mesi dopo l'Indipendenza. Agli inizi del 1964
scoppiò la rivoluzione di Zanzibar, che trovò i suoi leaders
in John Okello e nello sceicco Babu. I braccianti delle
piantagioni produttrici di chiodi di garofano vennero
esortati a scacciare i colonialisti che facevano affari con la
ricchezza dell'isola. Il Kenya fu elettrizzato da questi
avvenimenti. Tornò sulle bocche di tutti un vecchio
proverbio che dice: "quando il gallo canta a Zanzibar lo si
sente fino al lago Vittoria". Le rivolte scoppiate nel Kenya,
nel Tanganika e nell'Uganda in seguito ai fatti di Zanzibar
vennero soffocate da forze britanniche.
Furono queste le prime occasioni in cui l'opinione pubblica
del Kenya ebbe modo di vedere un esempio di "lavoro
insieme". All' harambee era stato dunque attribuito anche il
significato di collaborazione contro la vecchia potenza
colonialista.
Comunque questa parola carica di molti significati è ormai
entrata nel costume della gente e circola sulla bocca dei
piccoli e degli anziani.
Manca una scuola in un villaggio? Si ricorre all'harambee.
C'è da costruire una maternità? Si organizza un harambee e
la gente porta i doni più svariati e li porta cantando e
danzando. In questo caso la parola harambee assume il
significato di una colletta, di una raccolta di soldi, di
mettere insieme le poche cose che si hanno per il servizio di
tutta la comunità.
Harambee
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Giugno 1993
Il Progetto Acquedotto in cifre
Dati estrapolati dal 2° Rapporto intermedio alla CEE
A cura del Gruppo Pubbliche Relazioni - via Burigozzo 11 - Milano