Versione pdf - Circolo Culturale La Torre

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PREGHIERE DI CAMILLO LANGONE
DI CAMILLO LANGONE ILFOGLIO.IT
PREGHIERE
La raccolta differenziata rende il mondo più misero
Una bambina, vedendomi gettare rifiuti alla rinfusa, mi ha detto: ma tu non fai la
raccolta differenziata? Le ho risposto: no, non la faccio perché sono un ribelle. Avrei
anche potuto risponderle: no, non la faccio perché sono un punk (come mi definì il
pittore Andrea Chiesi quando pure lui mi vide gettare rifiuti alla rinfusa). Ma una
bambina cosa può saperne di Sex Pistols e No future?
Giustamente non ne sa niente. Avrei invece dovuto risponderle: no, non la faccio
perché penso ai pensionati poveri. Come quel signore di Trapani, l’ex operaio
intervistato dal Corriere che con 750 euri mensili deve mantenere sé stesso, la
moglie disoccupata, il figlio licenziato, i due nipotini, e la cui uscita più importante non
è l’affitto bensì la spazzatura: 400 euri l’anno.
Avrei dovuto dire alla bambina che finché gli italiani si piegheranno alla raccolta
differenziata gli amministratori culleranno negli amministrati il sogno drogato che la
raccolta differenziata renda il mondo migliore. Lo rende invece più misero, essendo
costosissima e impedendo l’adozione di tecnologie come l’Arrow Bio che trasforma
il rifiuto indifferenziato in risorsa. Purtroppo l’Arrow Bio è una tecnologia israeliana e
Israele agli amministratori italiani piace poco. Purtroppo l’Arrow Bio semplifica la vita
e gli amministratori italiani, per giustificare la propria esistenza, la vita preferiscono
complicarla. Ma cosa può capire una bambina di questi discorsi?
Che la prossima volta mi ricordi di risponderle: no, non mi impegno nella raccolta
perché io non sono interessato a raccogliere (raccogliere è da avari), sono
interessato a distribuire.
--------------Renzo Piano e i suoi quartieri senza chiese
Si diano appuntamento Renzo Piano e gli amici suoi, nelle stazioni della metropolitana.
Fra ratti e tunnel, abusivi e pendolari, borseggi, palpeggi, stranieri, occhi cisposi e orecchie
turate dagli auricolari, graffiti e pisciate e pubblicità per frustrati, e senza mai il bene della
luce di Cristo, si incontrino gli estimatori di colui che al Corriere ha dichiarato: “Dobbiamo
fertilizzare le periferie con edifici civici. Non solo musei; librerie, ospedali, palazzi pubblici,
stazioni della metropolitana, posti dove la gente si ritrova”.
Sono discorsi da assessore comunista degli anni Settanta, da architetto che nei quartieri non
prevede chiese un po’ perché non ci è portato (quando a San Giovanni Rotondo ha provato a
costruirne una gli è uscito fuori un hangar), un po’ perché ha letto Calvino invece di Eliot:
“Là dove non c’è tempio non vi saranno dimore”.
Che arrivi presto la rivoluzione della mobilità, che il car sharing, il car pooling e la guida
automatica distruggano il trasporto pubblico, viaggiare da deportati e da topi, facendo
meritare alle stazioni della metropolitana l’aggettivo che già oggi si meritano, a Torino, a
New York, a Londra, le torri per uffici di Renzo Piano: obsolete.
---------------------I veri nemici di Oriana Fallaci
Oriana, leggo “I nemici di Oriana. La Fallaci, l’islam e il politicamente corretto” di
Alessandro Gnocchi (Melville) e mi accorgo che i tuoi veri nemici non erano Sabina
Guzzanti, Franco Cardini, Jovanotti, Pietro Citati, che chiamerei collaborazionisti se la parola
non ricordasse Céline e Drieu La Rochelle, ben altre scritture, ben altre biografie.
Certi virgolettati, riletti oggi, possono valere ai tuoi detrattori al massimo l’inserimento nello
scaffale Maramaldi &Mosche Cocchiere. Oriana, i tuoi veri nemici non erano nemmeno le
pur pericolose associazioni islamiche o islamofile che approfittando di leggi ancor più
pericolose ti trascinarono in tribunale quattro volte (Gnocchi ricorda che durante l’agonia eri
sotto processo a Bergamo).
Oriana, a quasi dieci anni dalla tua morte e in questi giorni di sbarchi massicci (mille,
duemila, tremila nuovi invasori entrano quotidianamente in Italia senza colpo ferire né rabbia
suscitare), mi appare sempre più evidente che i tuoi veri nemici erano gli italiani.