prima lezione - Casa d`Europa di Milano
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prima lezione - Casa d`Europa di Milano
PRIMA LEZIONE IL TRATTATO COSTITUZIONALE EUROPEO dopo i referendum in Francia e Olanda Prospettive della Costituzione Europea Dopo i “NO” di Francia e Olanda cosa succederà in Europa? ===0=== Il processo di integrazione europea deve esser interpretato come una evoluzione del concetto di Europa che, attraverso successivi stadi, ha portato a considerare il Vecchio Continente un’entità politico-culturale quale la vediamo oggi e, come vorremmo e speriamo, potremmo vederla domani. In Italia il concetto di Europa può – senza eccessive forzature – essere fatto risalire a Giuseppe Mazzini che con la “Giovane Europa”, ispirata da sentimenti “liberali e risorgimentali”, intendeva dar luogo ad una società di Stati nazionali liberati dalla tirannide di monarchie ed imperi “per diritto divino” e non per “volontà della nazione”. Questa idea, sempre in Italia, non ispirò ancora il c.d. “Statuto Albertino” che è stato, sino al 1946, la legge fondamentale dello Stato. In esso, infatti, si legge che Carlo Alberto, allora Re di Sardegna …, era sovrano “ .. per grazia di Dio ..”. La storia ci ha dimostrato che per tutto il XIX secolo e la prima metà del XX il concetto di Stato Nazionale non ha portato che guerre e lutti, cui hanno fatto seguito carestie e disastri economici. Dagli imperi, dissoltisi dopo la Prima Guerra Mondiale, si è passati alle sanguinose dittature, anch’esse spazzate via da una Guerra Mondiale, la seconda, o pochi anni dopo. Tutti noi sappiamo che l’Unione Europea trae le sue origini dalla c.d. “Dichiarazione Schuman” del 9 Maggio 1950 ma, in Italia, questa idea di Europa – come la si intende oggi – era già ben presente nel pensiero politico di due eminenti personalità: Luigi Einaudi ed Altiero Spinelli. LUIGI EINAUDI 2 Luigi Einaudi, direttore – dal 1920 al 1926 - dell’Istituto di economia “Ettore Bocconi” di Milano e, nell’Agosto 1943, rettore dell’Università di Torino, governatore della Banca d’Italia dal 25 Gennaio 1945 e presidente della Repubblica Italiana (11 Maggio 1948), ipotizzò una “MONETA UNICA” nel noto saggio “Teoria della moneta immaginaria dal tempo di Carlo Magno alla Rivoluzione Francese (Rivista di Storia Economica, I, n. 1, 1936, pp. 1 – 35). Se sostituiamo al termine “immaginario” il termine “unico” possiamo vedere come Einaudi, commentando la grande intuizione dell’imperatore Carlo Magno, riteneva che, citando lo storico francese Le Blanc, “la moneta immaginaria o numeraria, quasi in ogni luogo chiamata lira è qualcosa << qui ne change jamais de valeur, car depuis le temps de Charlemagne que nous nous en servons, elle a toùjours valu 20 sols et le sol 12 deniers>>”. Se non si parla ancora di Euro il paragone con l’ECU calza alla perfezione. 3 ALTIERO SPINELLI L’altra figura dell’europeismo italiano, dalla quale non si può prescindere, è Altiero Spinelli, fondatore del Movimento Federalista Europeo, nato a Roma nel 1907 e morto, sempre a Roma, nel Maggio 1986. Il “Manifesto di Ventotene” redatto nel 1941 – nel pieno della Seconda Guerra Mondiale – da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, unitamente con Ermanno Colorni e Ursula Hirschmann (tutti al confino perché antifascisti), è l’imprescindibile documento che ha tracciato le linee guida di quello che, in poco più di cinquant’anni, sarebbe diventato il Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, passando – non si deve dimenticarlo – dalla Carta di Nizza che è stata, è e sarà (anche in caso di mancata approvazione della Costituzione) la chiave di volta del sistema giuridico europeo. Nel manifesto di Ventotene (non dimentichiamolo, con l’Europa in fiamme per le bombe e gli incendi causati da un sanguinoso conflitto di immani proporzioni) si auspica 4 che, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, si sarebbe dovuta fondare una forza sovrannazionale europea, in cui le ricchezze avrebbero dovuto essere ridistribuite ed il governo sarebbe stato scelto sulla base di libere elezioni a suffragio universale. L’ordinamento di questa forza avrebbe dovuto basarsi su una “terza via” economico politica che avrebbe evitato gli errori del capitalismo e del comunismo e che avrebbe permesso la realizzazione di una autentica democrazia, sia di fatto, sia di diritto. A posteriori, ovviamente, se leggiamo “capitalismo” con “Stati Uniti” e “comunismo” con “Unione Sovietica” ci possiamo rendere conto della lungimiranza di Altiero Spinelli che – al confino su un’isoletta – aveva visto l’Europa del futuro, libera da sudditanze (militari, politiche ed economiche) e padrona di scegliere i propri destini. E’ fuor di dubbio che Altiero Spinelli sia stato, soprattutto, un idealista, ma quando affermava che “un’Europa libera e unita è premessa necessaria del potenziamento della 5 civiltà moderna, di cui il totalitarismo rappresenta un arresto. La fine di questa era sarà riprendere immediatamente in pieno il processo storico contro la diseguaglianza ed i privilegi “ è difficile non riconoscersi in queste sue parole. A questo punto è facile comprendere come Robert Schuman non parlasse ad un uditorio sordo, ma le sue parole caddero, come un seme, nel solco di un terreno fertile, pronto a riceverlo. LA SITUAZIONE ATTUALE Quando la maggior parte del lavoro sembrava fatto i “NO” di Francia e Olanda hanno rappresentato una doccia fredda, o meglio, un brusco risveglio, da un sogno che molti consideravano realtà. Ma il Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa è proprio un sogno? E questo sogno è davvero finito? A nostro avviso – sino al Novembre 2006 ma, probabilmente anche ad una data posteriore, secondo gli ultimi orientamenti della Commissione – non è il caso di 6 abbandonarci a catastrofismi e pensare sempre al peggio: se Altiero Spinelli, ed altri come lui, non avessero guardato avanti, probabilmente, l’Europa – come la intendiamo oggi – non esisterebbe. Quello che occorre, a nostro avviso, è un pizzico di ottimismo, corroborato da dati di fatto. Ed infatti, se pensiamo che a fronte di due “NO” troviamo ben quattordici “SI” (su un totale di venticinque Stati, tenendo presente che nove non si sono ancora espressi) la situazione non è poi così disperata. Qui di seguito indicheremo, Stato per Stato, l’evoluzione del processo di ratifica del Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, alla data del 9 Febbraio 2006. AUSTRIA Approvata dal Nationalrat l’11 Maggio 2005 e dal Bundesrat il 25 Maggio 2005. BELGIO Approvata dal Senato il 28 Aprile 2005, dalla Camera il 19 Maggio 2005, dal Parlamento Regionale di Brussels il 17 Giugno 2005, dal Parlamento della Comunità Germanica del Belgio il 20 Giugno 2005, dal Parlamento 7 Regionale Vallone il 29 Giugno 2005, dal Parlamento della Comunità Francese il 19 Luglio 2005 ed, infine, dal Parlamento Regionale Fiammingo l’8 Febbraio 2006. CIPRO Approvata dal Parlamento il 30 Giugno 2005 REPUBBLICA CECA E’ previsto un referendum che verrà indetto per la fine 2006/inizio 2007. DANIMARCA Il referendum previsto per il 27 Settembre 2005 è stato rinviato ad altra data. ESTONIA I lavori parlamentari di ratifica sono iniziati l’8 Febbraio 2006 e dovrebbero concludersi nella prima metà dell’anno. FINLANDIA Il Governo ha riferito in Parlamento il 25 Novembre 2005 e si attende una sua decisione. FRANCIA Il referendum tenutosi in data 29 Maggio 2005 ha avuto i seguenti risultati: NO 54,68%, affluenza alle urne 69,43%. GERMANIA Il Bundestag ha approvato il 12 Maggio 2005 ed il Bundesrat il 27 Maggio 2005. GRECIA Il Parlamento ha approvato il 19 Aprile 2005. 8 UNGHERIA Il Parlamento ha approvato il 20 Dicembre 2004. IRLANDA La legge di questo Stato prevede sia la ratifica parlamentare sia un referendum. Il 13 Ottobre 2005 è stato presentato un rapprto al Parlamento ma, sino al 9 Febbraio 2006, non è stata presa alcuna decisione. ITALIA Approvazione da parte della Camera dei Deputati il 25 Gennaio 2005 e del Senato della Repubblica il 6 Aprile 2005. LETTONIA Approvata dalla Camera il 2 Giugno 2005. LITUANIA Approvata dal Parlamento l’11 Novembre 2004. LUSSEMBURGO Approvata dalla Camera (in prima lettura) il 28 Giugno 2005 e con referendum popolare (SI 56,52 – NO 43,48) tenutosi il 10 Luglio 2005. Approvata definitivamente dalla Camera il 25 Ottobre 2005 con 57 voti favorevoli ed un solo contrario. MALTA Approvata dal Parlamento il 6 Luglio 2005. 9 OLANDA Il referendum tenutosi il I Giugno 2005 ha visto la vittoria del NO con il 61,70% ed una partecipazione al voto del 63% degli aventi diritto. POLONIA Nessuna decisione è stata ancora presa. PORTOGALLO Nessuna data è stata ancora fissata per il referendum. SLOVACCHIA Approvata dal Parlamento l’11 Maggio 2005. SLOVENIA Approvata dal Parlamento il I Febbraio 2005. SPAGNA Il referendum popolare tenutosi il 20 Febbraio 2005 ha visto la vittoria del SI con il 76,70 dei voti ed una partecipazione del 42,3. Il Congresso ha quindi approvato il 28 Aprile 2005 ed il Senato il 18 Maggio 2005. SVEZIA La discussione della legge di ratifica, prevista per il mese di Dicembre 2005, è stata rinviata a data da destinarsi. 10 REGNO UNITO La legge prevede sia un referendum popolare sia l’approvazione delle due Camere (Comuni e Lord), ma nulla è stato ancora fatto. Come si è potuto vedere ogni Sato ha una propria procedura di ratifica, chi parlamentare, chi referendaria e chi mista. Questa è la situazione attuale, in una prossima lezione esamineremo i possibili sviluppi futuri, alla luce dell’art. 30 degli “addenda” al Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa. Come si può vedere, la partita – ad oggi – è ancora tutta da giocare. 11 12