Rassegna Stampa

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Rassegna Stampa
Venerdì 9 ottobre 2009
TREVISO
Venerdì 9 ottobre, pag. 7
Venerdì 9 ottobre, pag. 19 edizione NAZIONALE
Prosecco, il Friuli ricorre al Tar
Gli agricoltori del Carso impugnano a Roma il decreto che ha istituito la Doc interregionale
TRIESTE - Sul Prosecco tra Veneto e Friuli ormai è guerra aperta. Gli agricoltori del Carso hanno
deciso di impugnare davanti al Tar del Lazio il decreto del ministro delle risorse agricole, Luca
Zaia, che prevede l’istituzione della Doc Prosecco interregionale Veneto e Friuli Venezia Giulia. La
decisione è stata presa mercoledì sera dai dirigenti dell'associazione Agricoltori del Friuli Venezia
Giulia e dal Consorzio Doc Carso, riuniti a Prepotto di Duino Aurisina (Trieste).
«Non ci bastano più le promesse - ha spiegato il presidente regionale dell'associazione Agricoltori,
Franc Fabec - e attendiamo dal ministro Zaia, come dall'assessore regionale, Claudio Violino, fatti
concreti per lo sviluppo dell'agricoltura del Carso, come era stato garantito quando abbiamo dato
l'assenso all'uso del nome della località carsica di Prosecco per salvaguardare lo spumante prodotto
in Veneto e Friuli Venezia Giulia». I termini per impugnare il decreto davanti al Tar scadranno il
prossimo 12 novembre «e noi - ha spiegato Fabec - non vogliamo correre rischi. Abbiamo dato
mandato al nostro legale, l'avv. D'Amelio di Roma, affinché il ricorso sia presentato entro quella
data».
Gli agricoltori del Carso chiedono, tra l’altro, che la sede della Doc Prosecco sia realizzata
nell'omonima frazione del Carso triestino. E a loro replica il ministro Zaia: «Mi spiace constatare
che i sacrifici per portare una Doc nei territori friulani si trasformi in una battaglia fratricida tra
Veneto e Friuli- afferma - E mi amareggia vedere che il tema Prosecco con tutte le sue sfaccettature
diventi elemento di scontro politico».
Venerdì 9 ottobre, pag. 21
COLLALBRIGO Una ordinanza di sospensione dei lavori per la sistemazione agraria in strada dei
Biadene
Vietato il vigneto:
vincolo paesaggistico
Un’ordinanza di sospensione dei lavori di sistemazione agraria per l’impianto di un vigneto in
strada dei Biadene sulla collina di Collalbrigo, soggetta a un rigido vincolo paesaggistico e
ambientale, realizzati in modo difforme rispetto all’autorizzazione rilasciata il 3 giugno scorso, è
stata disposta dagli uffici comunali dell’area governo del territorio e qualità ambientale.
I destinatari sono l’Azienda Agricola “Al Canevon” di Geronazzo e Sbardella snc e l’Impresa
Vanin srl, entrambe con sede a Valdobbiadene, oltre che il progettista, che è un professionista con
studio a Conegliano. Il provvedimento è scattato in seguito a un sopralluogo effettuato il 15
settembre scorso e verbalizzato una settimana dopo, da parte dei tecnici comunali, del Servizio
Forestale Regionale e del Centro di Ricerca per la Viticoltura (l’ex Istituto Sperimentale) di
Conegliano.
Erano state eseguite opere in contrasto con le prescrizioni imposte dopo l’istruttoria della pratica
e che avevano comportato una modifica del progetto iniziale prima della sua approvazione. E’
risultato che è stata completamente eliminata la formazione valliva che separava i vigneti 1 e 2 dal
4, mediante riporto di terreno e che doveva essere mantenuta, come era indicato nel parere di Diego
Tomasi del Centro di Ricerca per la Viticoltira. L’eliminazione totale della valle ha fatto sì che si
potessero unire i vigneti che dovevano restare separati. Ma anche tra i vigneti 5 e 6 si sono
pareggiate le superfici, riportando notevoli quote di terreno e eliminando la separazione fisica degli
impianti. Inoltre è stata data una diversa disposizione all’orientamento dei filari nell’impianto dei
vigneti negli appezzamenti previsti. Infine si ritiene che, per le restanti parti dell’area, siano stati
realizzati interventi di sterro e riporto assai maggiori di quelli previsti e consentiti dal progetto
approvato.
Venerdì 9 ottobre, pag. 33
Tutti in fattoria per capire la natura
Domenica nella Marca 18 aziende agricole
e agriturismi aperti per gustare i sapori d’un tempo
Una giornata da trascorrere a diretto contatto con chi vive e lavora tutti i giorni nelle nostre
campagne per conoscere l'agricoltura e i suoi segreti. Accadrà domenica (in caso di maltempo il 18)
con "Fattorie Didattiche aperte", manifestazione ideata dalla regione Veneto con 18 fattorie nella
Marca Trevigiana che apriranno le porte a chi vuole conoscere e "toccare con mano" la vita rurale
con visite agli animali, alle coltivazioni, percorsi per conoscere i processi di trasformazione dei
prodotti agricoli, laboratori manuali del pane, dolci, formaggi, succhi, marmellate e giochi
tradizionali
all’aria
aperta
e
conoscere
un
mondo
lontano
dalla
quotidianità.
Ma anche appuntamenti legati all’arte come accadrà alla tenuta¸ di Collato di Susegana, con
"Cima da Conegliano poeta del paesaggio". «Infatti in uno dei suoi quadri più famosi, la "Madonna
dell’Arancio" - afferma Lara Buscato dello staff Tenuta Collalto Borgoluce - il Cima rappresentò la
Madonna vicino ad un albero di arance e sullo sfondo il Castello di San Salvatore, a testimonianza
di quale importanza ebbe, nella sua opera, il paesaggio delle colline tra Conegliano e dintorni.
Quindi per sottolineare e approfondire l’intenso rapporto esistente tra l’arte e la natura la contessa
Ninni Collalto e lostaff operativo del progetto Educational di Collalto, ha lavorato su alcune nuove
proposte che sono "In fattoria con il Cima alla scoperta di animali e piante rappresentanti nei quadri
del pittore" e "passeggiata didattica nei paesaggi del Cima" con laborarori ispirati al Cima che
mirano ad avvicinare gli studenti all’arte pittorica e alla natura con la possibilità di immergersi nella
natura della tenuta, la stessa rappresentata e contestualizzata dal Cima». Il tutto domenica appunto a
"Casa Forcolera" sede della fattoria didattica della Tenuta Collalto che ospiterà famiglie, bambini e
ragazzi delle scuole. Poi a Conegliano da febbraio ad ottobre ci sarà la mostra sul Cima da
Conegliano.
Domenica le visite sono gratuite (richiesta la prenotazione) grazie all’organizzazione con
Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Terranostra, Agriturist, Turismoverde e Agrivacanze.
LE FATTORIE (con relativo telefono) nel trevigiano sono: Al Pozzo (Castelfranco,
0423/476492); Campoverde (Castelfranco, (0423/748258); L’Alveare del Grappa (Crespano,
0423/53555); Val de Roa (Crespano, 0423/538085); La Dolza (Follina, 0438/85940); Il Bosco
Verde (Gorgo al Monticano, 0422/752225); La Rosina (Ponzano, 0422/969612); Piccola Società
(Preganziol, 0422/330477); Calronche (Refrontolo, 0438/981115); Al Cain Orbo (S. Biagio,
0422/892159)) Casa Piave (S. Polo, 0422/856447); Stramare (Segusino, 340 6352987); Borgo
Casoni (Susegana, 0422/325711)); Collalto (Susegana, 0438/435287); Apicoltura Cassian (Treviso,
0422/370060); Murialdo (Treviso, 0422/421559); Panegai (Vittorio Veneto, 0438/560780);
Apicoltura Marcon (Volpago, 0423/870055).
Venerdì 9 ottobre, pag. 40
L’iniziativa di Veneto Agricoltura, molte le adesioni in Cansiglio
Sessanta euro a notte per sentire il concerto dei cervi
in amore
Ultima settimana a disposizione per assistere a questo spettacolo naturale che si rinnova ogni sera:
con tanto di hotel, cena, colazione
VITTORIO VENETO. Sessantotto euro per un concerto. Ma non di qualche rockstar. O di
qualche gruppo musicale. Bensì di 10, cento, cinquecento cervi che quando, in Cansiglio, cala
la notte o cresce l’alba, catturati dagli amori fino a confrontarsi in lotte cruente, lanciano i
loro bramiti. Per sentirli «cantare» accorrono, da tutto il Nordest, centinaia di appassionati.
Ma perché non disturbino col loro assalto, eccoli organizzati per sentire appunto... i concerti.
Concerti che, per la verità, non costano 68 euro, ma questo è il biglietto d’ingresso.
Il ticket prevede la preparazione, l’appostamento, la cena, il pernottamento, l’alba e la colazione.
Questa, è l’ultima settimana disponibile per il concerto, che si ripete ogni sera; gli animali sono ben
2500, e provengono anche dalla pedemontana vittoriese, oltre che da quella pordenonese. Veneto
Agricoltura, il Centro di Educazione Naturalistica Vallorch e il C.R.C. (Centro Ricerche Corbanese
Onlus) hanno organizzato tanto di visite guidate con esperti faunistici alla scoperta del cervo, della
sua ecologia e della sua fauna.
Il costo per gli appassionati è di ben di 60 euro (45 senza pernottamento). Appuntamento questa
sera, domani e domenica alle ore 18 presso il Centro Viste di Vallorch, dove vi sarà l’introduzione
alla biologia del cervo. Alle 19.15 partenza verso le postazioni scelte: avvistamento, osservazione,
ascolto dei cervi in bramito fino alle 21.30, poi cena presso un locale convenzionato, pernottamento
presso albergo convenzionato. All’alba, uscita per l’osservazione e l’ascolto dei cervi in bramito,
alle 8.30 la colazione.
Fra poco più di una settimana, la stagione dei bramiti e, quindi, degli amori finirà. I cervi saranno
stanchi, anzi stressati. E dovranno prepararsi ad un appuntamento ancora più drammatico: la caccia.
Quattrocento di loro saranno abbattuti, una sessantina in riserva, gli altri ai margini della foresta.
2500 in uno spazio così ristretto sono troppi, fanno danni eccessivi. La Regione ha deciso una
specie di caccia di selezione osteggiata dagli ambientalisti. E, c’è da giurarlo, da tutti coloro che in
questi giorni avranno modo di vederli e sentirli nel loro concerto amoroso e avranno imparato così a
conoscerli e a rispettarli. Ma la natura ha i propri equilibri, e per qualcuno, metodo discutibile o no,
la caccia ha proprio questo valore.
Venerdì 9 ottobre, pag. 11
Venerdì 9 ottobre, pag. 39
VALDOBBIADENE
Merli uccisi da un virus
VALDOBBIADENE. Negli ultimi mesi numerosi cittadini hanno trovato merli morti nei vigneti e
davanti casa: durante l’estate era circolata una voce insistente che ne imputava la causa ai
fitofarmaci. Pietro Giorgio Davì, assessore all’agricoltura, ha preso contatto col servizio veterinario
dell’Usl 8 per fare chiarezza sulla questione. «Sono stati inviati all’istituto zooprofilattico delle
Venezie diversi soggetti trovati morti. Gli esami hanno evidenziato il virus «usutu» e della
cosiddetta malaria degli uccelli. Le due patologie vengono trasmesse dalle zanzare: non esiste alcun
avvelenamento da fitofarmaci». (r.t.)
Venerdì 9 ottobre, pag. 21
IL CASO I consiglieri della Lista Ghizzo imputarono la moria ai fitofarmaci
Autopsia sui merli: è stato un virus
Il referto dell’istituto zooprofilattico: «Una forma di malaria»
CONEGLIANO - «I fitofarmaci fanno morire i merli». A lanciare l’accusa erano stati i consiglieri
comunali della Lista Ghizzo, che in un’interrogazione al sindaco Maniero avevano denunciato
l’applicazione di trattamenti alle viti che avrebbero causato la morte di uccelli e gatti. «I fitofarmaci
non uccidono i merli», avevano replicato secchi dalla Coldiretti.
E anche questo sembrava essere uno di quegli interrogativi destinati a rimanere sospesi. Se non
fosse che in quel di Valdobbiadene, dove si è deciso di metter mano all’abuso dei fitofarmaci nei
vigneti, l’assessore all’agricoltura Piergioprgio Davì ha deciso di dare una causa alla morte di tutti
quei merli morti ritrovati dai cittadini in campagna, nei vigneti e davanti casa. Si è rivolto al
servizio veterinario dell’Usl 8, che ha inviato all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie gli uccelli
trovati morti. "I merli sono morti dalla malaria degli uccelli", questo il referto che ha fatto tirare un
sospiro di sollievo a molti.
Gli esami di laboratorio ha evidenziato la presenza del virus “usutu” associato in alcuni casi ad
un parassita del sangue responsabile di una forma patologica definibile “malaria degli uccelli”. "La
mortalità rilevata - si legge - è da imputarsi esclusivamente alle cause infettive sopra descritte e non
all’avvelenamento
da
fitofarmaci
come
impropriamente
supposto
da
alcuni".
Da un punto di vista epidemiologico la malattia era presente fino al 2001 solo in zone
dell’Africa tropicale e subtropicale ed in seguito si è diffusa in Europa centrale: Austria, Ungheria,
Spagna, e Italia ed è stata ritenuta la causa del dimezzamento della popolazione di merli in
Lombardia negli ultimi anni. Queste malattie degli uccelli sono trasmesse da zanzare e sono
pertanto legate al ciclo biologico di questi insetti vettori. Ora le indagini diagnostiche continueranno
sugli altri soggetti raccolti dai cittadini e dai cacciatori.
Manuela Collodet
Venerdì 9 ottobre, pag. 17
Pedemontana, si comincia
La Pedemontana scende in ...campo ed dà inizio alle misurazioni dei terreni interessati. Quello che
finora era stato solo un contestatissimo progetto destinato, secondo qualcuno, a restare solo sulla
carta, sta diventando un "pericolo" concreto, almeno per chi è contrario all’autostrada. Alcuni dei
ricorrenti contro l'arteria sono stati contattati dalla ditta di misurazioni individuata dall'ingegner
Vernizzi, commissario straordinario nominato dalla Regione, per conto della Sis, ditta appaltatrice.
Hanno quattro giorni per fare osservazioni contro l'avviso sulla base del quale la Sis potrà entrare
nei loro terreni. Al momento, per fare misurazioni.
L'avviso della ditta ha, ovviamente, mandato in fibrillazione i diretti interessati che vedono
avvicinarsi lo spettro di quello che loro considerano un "mostro". «Se dovessero esserci altre
comunicazioni - esordisce Elvio Gatto, referente del Comitato trevigiano per una viabilità
sostenibile - invitiamo gli interessati a non farsi prendere dal panico ma ad adottare tutte le
iniziative legali che riterranno opportune».
E poi commenta. «Perchè solo quattro giorni? Non abbiamo neanche tempo per parlare con il nostro
avvocato».
Ma il motivo della rabbia del comitato antipedemontana è anche un altro. «Perchè questa fretta?», si
chiede Gatto. «Non vorrei che l'emergenza, invece che essere viaria, fosse semplicemente elettorale.
Questa rapidità, infatti, appare assurda e sospetta. Del resto basterebbero 20 giorni per sapere
dell'esito
del
nostro
ricorso
al
Consiglio
di
Stato».
A fine di questo mese (27/28), infatti, è stata fissata l'udienza per trattare il ricorso dei privati contro
l'intervento. «Non vorremmo - aggiunge Gatto - che la Regione pensasse di sostituirsi all'organismo
statale».
Ma quanti sono al momento i ricorrenti?
«Inizialmente erano partiti in duecento - ricorda il portavoce del comitato - distribuiti lungo il
tracciato dell'arteria. Dopo la bocciatura al Tar di un primo ricorso sono scesi a sessanta. Altri hanno
preso paura o sono stati dissuasi da politici locali». Oltre al ricorso dei privati, ce ne sono comunque
in ballo altri. Ad esempio, quello della Impregilo, concorrente della Sis. Intanto, della questione si
starebbero occupando anche degli studenti dell'Università di Venezia che valuterà l'impatto che
opere come la Pedemontana avranno sul Veneto.
Venerdì 9 ottobre, pag. 13
ZERO BRANCO
Il futuro di Bertoneria
in un incontro pubblico
ZERO BRANCO- Quale futuro per la località Bertoneria a Sant'Alberto dopo la bocciatura del
progetto della discarica per rifiuti speciali (tipo 2-B) della ditta Mestrinaro da parte del Consiglio di
Stato? Se lo chiedono gli abitanti della frazione di Zero Branco che in questi anni si sono battuti
contro la discarica ritenuta un pericolo per la salvaguardia ambientale e per la salute dei cittadini.
Per fare il punto della situazione la prossima settimana è in programma un incontro pubblico con gli
amministratori del comune di Zero Branco.
Venerdì 9 ottobre, pag. 11
LA GUIDA ESPRESSO RISTORANTI D'ITALIA
Dal Vero solo in vetta nella Marca
Perde mezzo punto il Gellius di Oderzo, resistono Dalla Libera e Marcandole
(CRISTIANA SPARVOLI)
TREVISO. E alla fine rimase solo. «Dal Vero» di Badoere di Oderzo conduce in solitaria la
classifica dei ristoranti trevigiani, stilata dalla Guida dell’Espresso 2010 con 16/20, più il
cappello da chef (una benemerenza che molti aspirano ad avere), il «fiorellino» che segnala un
ambiente piacevole e il bicchiere che premia la cura nella carta dei vini. A 15.5/20 è sceso il
Gellius di Oderzo.
Gli «ispettori» della guida hanno tolto mezzo punto al ristorante opitergino allestito nel sito
archeologico romano. Tutto bene per l’equilibrio di piatti e materie prime. La segnalazione con un
cappello e il bicchiere resta. Ma c’è un «però» che motiva il lieve declassamento: «Il peccato, non
grave, sta nell’assenza di vere novità in mezzo ad una consolidata selezione». Così si è rotto il
tandem che da due anni guidava la hit della ristorazione firmata Espresso. Dal Vero e Gellius nel
2009 erano appaiati in testa. Ora ha un piccolo vantaggio il locale di Ivano Mestriner nella Rotonda
di Badoere, che conferma il suo 16/20 conquistato nel giro di pochi anni. Ma se in vetta c’è un
minimo cambiamento che, sostanzialmente, non comporta rivoluzioni copernicane nella valutazione
dell’eccellenza tra gli chef di Marca, le vere sorprese si leggono oltre il punteggio di 14,5/20,
posizione in cui si confermano due solide realtà: Dalla Libera e Marcandole. A 14/20, valutazione
onorevole, si allineano Locanda Marinelli (al secondo anno in guida, ottima conferma), gli
inossidabili Ca’ Busatti e Gigetto (l’unico Cocofungo-CocoRadicchio inserito nella guida) e due
vere sorprese. La prima è aver ritrovato, dopo un anno di «vacanza», il ristorante La Corte
dell’Hotel Villa Abbazia. La Guida 2010 gli riconosce di avere cambiato rotta con un giovane cuoco
(Massimiliano Busin, bellunese) arrivato tra le colline di Follina dopo aver lavorato in ristoranti
affermati. L’altra bella nota è il 14/20 confermato al Vecchio Mulino di Onè di Fonte, che si
afferma come una delle realtà più interessanti nella Marca. Nella fascia 13,5/14 arriva qualche nota
dolente perchè comprende ristoratori di lungo corso che nel 2009 avevano un mezzo punto in più:
Bertacco, Gambrinus, Menegaldo. Probabilmente pagano un po’ di «stanchezza» nell’evoluzione
della loro cucina. Resta a 13,5 Ca’ Derton. Le valutazioni più punitive sono il punto netto tolto
all’Osteria da Gerry (da 14/20 a 13) e addirittura il «declassamento» a 12,5 dell’Antica Torre di
Reis, che perde la ledearship a Treviso, assegnata nel 2010 ad Alfredo, a cui è stato restituito quel
mezzo punto tolto quest’anno. Giù (nella zona 13-12,5/20) anche Cucina di Crema, Tajer d’Oro,
Miron, Albertini, Mardivino, Casa Brusada Strada Vecchia. Conferma soddisfacente per
Locanda Sandi (13/20) e Perchè, mentre La Tartare, Osteria Jodo, Antica Osteria Brandolini,
Basilisco, Makallè e D’O, dalla sola segnalazione del 2009 passano al voto di merito (tra 12,5 e
12/20).
Criteri più selettivi rispetto al passato
Tre le new entry trevigiane torna in classifica La Corte
ecco 28º Buca e Le Macine
Un passo indietro per La Panoramica e l’Osteria alla Pasina
Chi entra e chi esce nella Guida dei Ristoranti d’Italia 2010. Bisogna segnalare che questa edizione
2010 della Guida, rispetto alla scorsa, è più restrittiva in fatto di new entry. E va sottolineato che
qualche novità sicuramente interessante resta ancora fuori, come La Terrazza dell’Albergo al Sole di
Asolo, condotto da Christian Mometti (chef dell’anno 2009 a Erba), e il ritorno di Mimmo Salerno
a «La Vigna» del Relais Monaco. Al ristorante dell’hotel 4 stelle di Ponzano che fa capo alla
famiglia Benetton viene preferito quello dell’Asolo Golf Club di Cavaso (sempre United Colors),
28ª Buca, che entra con un voto di 12,5/20. Stessa valutazione per l’ingresso in guida de Le
Macine di Vittorio Veneto (bellissimo ambiente, ricavato da un vecchio mulino). Per tre che
arrivano (tenuto conto del rientro de La Corte), due escono: uno è la storica Osteria alla Pasina di
Dosson; l’altro è La Panoramica di Nervesa. Dal 13/20 (cucina sufficiente) del 2009 la guida li ha
passati direttamente in «zona esonero».
Venerdì 9 ottobre, pag. 35
ENOGASTRONOMIA
GRAPPERIE APERTE - Le distillerie apriranno domenica le porte ai visitatori
che potranno vivere un’appassionante giornata alla scoperta degli alambicchi con visita guidate e
degustazioni. Nel trevigiano gli appuntamenti sono alla Carpenè Malvolti di Conegliano dalle 15
con degustazioni condotte da Paolo Lauciani di Tg5 Gusto; alla Roberto Castagner di Visnà di
Vazzola apertura dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 14 alle 18 con la novità di Acqua 21 il rivoluzionario
soft-spirit d’uva per bere con metà alcool e al Cerletti, la scuola enologica di Conegliano, dove
dalle 15 alle 19, i 22 associati dell’Istituro Grappa Veneta danno la possibilità ai visitatori di
degustare i profumi del distillato e partecipare a "Naso d’Oro".
ALLA PASINA - Per "Le ombre della Sera", martedì 13 alle 20,45 Alla Pasina di Dosson,
interessante degustazione di birra e carne: Blanche De Bruxelles, Moretti Gran Creu, Barbar
Blonde, Floreffe Meilleure, Belgian Kriek con i piatti di chef Carlo: stuzzichini, polenta con finferli
e fonduta, risotto, scapino di vitello. Info: 0422/382112.
MIRON - La rassegna CocoFungo fa tappa da martedì 13 a domenica 18 da Miron (il re dei
funghi) a Nervesa. Fra i piatti di chef Enrica e i prodotti dei presidi Slow Food le immagini del film
"Colazione da Tiffany". Info: 0422/885165.
ALLA TORRE - Serata di degustazione di vini toscani, giovedì 15 alle 21 Alla Torre di S.
Zenone con le specialità di chef Antonio. Su prenotazione: 0423/567086.
MIONETTO - Le bollicine della Mionetto, con in testa "Sergio" spumante di cuvée di Prosecco
e vitigni autoctoni Nastro D’Oro al Forum Spumanti d’Italia, sono state protagoniste all’Antica
trattoria Ballota di Torreglia per "Mille sapori a km zero" con i piatti di sette ristoranti veneti. Per
Treviso c’era il ristorante "La Tana dei Golosi" di Casale.
Venerdì 9 ottobre, pag. 38
I Montesel brevettano la stufa a carburante naturale
L’impianto è alimentato con bioetanolo estratto dalle barbabietole: costa poco e non fa fumo
(LUCA PIZZOLATO)
SUSEGANA. Una stufa a carburante naturale, ricavato dalle barbabietole da zucchero, il bioetanolo. E’ una rivoluzione nel campo del riscaldamento indipendente dall’impianto di casa, a
bassissimo consumo, e grande produzione di calore. E’ già diventata un brevetto, perché l’idea è
stata salvaguardata, specie quando scendono in campo concorrenze come le altre fonti di
combustibili, quali petrolio, legna e pellets: visto il periodo economico poco florido, il prezzo della
benzina sempre in aumento, la diffidenza verso i produttori di pellets che usano scarti di lavorazione
con collanti, e contaminati da cesio, salvaguardare un’idea che può rivoluzionare parte del mercato
del riscaldamento parallelo alle tradizionali soluzioni, è d’obbligo. Gli inventori della stufa a
bioetanolo sono un padre e i due figli, Nicola e Marco Montesel, di Colfosco. L’attività artigianale
da loro avviata da anni si incastra nel settore della carpenteria di precisione, e ora, nel campo della
produzione e vendita delle stufe da loro inventate: «Da tempo stiamo pensando - commentano i figli
- che bisogna cambiare atteggiamento nei confronti dell’ambiente, e nei confronti delle tasche della
gente. Abbiamo quindi cercato di far nascere questa stufa, per ottenere una fonte di riscaldamento
che sommi economicità e salvaguardia dell’ambiente, non ricorrendo a combustibili fossili e
idrocarburi». Il brevetto dei Montesel ha caratteristiche originali: non ha bisogno di canna fumaria,
può generare calore per otto ore consecutive senza bisogno dei pochi litri di alcool etilico necessari
(circa 2,8 litri). Il corpo della macchina, è a sua volta scaldante, perché riscaldato dall’interno dalla
fiamma, e l’aria calda viene espulsa grazie a una ventola interna che sfrutta l’ascesa dell’aria calda,
e un gioco di volumi creato con la geometria di questa ventola. «La nostra stufa, non necessita di
canna fumaria per un motivo semplice: la combustione del bioetanolo, non produce fumi, perché è
un liquido che brucia; l’unica cosa che produce è anidride carbonica, in una quantità piccolissima,
minore di ogni stufa in commercio. Il fatto poi che non abbia collegamenti elettrici, e sia montata su
quattro ruote, facilita il trasporto in casa da una stanza all’altra e, specie per gli anziani, è più facile
trasportare 4 litri di etanolo piuttosto che un sacco di pellets da 15 chilogrammi».
Venerdì 9 ottobre, pag. 3
Influenza A, prima vittima trevigiana
Anziana già gravemente malata, è morta all’ospedale di Conegliano
Da anni affetta da linfoma non Hodgkin associato a sarcoidosi e degenerato in leucemia: difese
immunitarie quasi nulle
SALIMA BARZANTI
CONEGLIANO. Un’anziana residente nel territorio dell’Usl7 è morta dopo aver contratto il
virus dell’influenza A. Si tratta del primo caso in Veneto, 5º in Italia. L’84enne, deceduta il 30
settembre al De Gironcoli di Conegliano, era già gravemente malata: fatale una polmonite
legata al virus.
Prima vittima nella Marca e in Veneto, quinto decesso in Italia per la nuova influenza. A morire
nella Marca per un tumore complicato dalla polmonite legata a questo virus un’anziana.
L’ottantaquattrenne residente in un comune dell’Usl 7 di Pieve di Soligo è deceduta mercoledì della
scorsa settimana all’ospedale De Gironcoli di Conegliano, dove era ricoverata dal 28 settembre. Da
anni era affetta da una grave forma di Linfoma non Hodgkin associata a sarcoidosi linfonodale.
Alcuni mesi fa vi è stata una progressione sintomatica verso la leucemizzazione, con conseguenti
immunodepressione e anemia. Per questo l’anziana a metà settembre era già stata ricoverata nel
reparto di Medicina 2 (Oncoematologia) diretto dal dottor Ballerini. In seguito a terapia di controllo
per alleviare i sintomi la donna era stata dimessa, ma dopo alcuni giorni a casa, il 24 settembre, si è
reso necessario un nuovo ricovero nella struttura sanitaria. La paziente, oltre alle gravi condizioni
legate al linfoma in fase terminale, aveva febbre elevata. La radiografia del torace ha evidenziato
una polmonite a carico dei due terzi superiori del polmone sinistro. Per tale motivo è stata avviata
una terapia antibiotica ad ampio spettro. Ma la febbre non è scesa. Così lunedì 28 la paziente è stata
sottoposta a tamponi naso-faringei per influenza A ed è stata avviata la terapia con l’antivirale
Tamiflu. Due giorni dopo la donna è morta. Nel frattempo i campioni sono stati inviati al
laboratorio di Virologia del Policlinico Universitario di Padova, diretto dal professor Palù. I risultati
hanno rilevato la positività all’influenza A non ulteriormente tipizzabile per bassa carica virale. Il
laboratorio sta procedendo ad ulteriori indagini altamente specialistiche per definire la tipologia di
virus e oggi dovrebbe arrivare la conferma che si tratti precisamente del ceppo H1N1.
Venerdì 9 ottobre, pag. 3
SITUAZIONE COMPROMESSA
La dottoressa: era allo stato terminale
(SALIMA BARZANTI)
CONEGLIANO. L’anziana morta di influenza A nel 2004 aveva scoperto di essere affetta da una
grave forma di Linfoma non Hodgkin. È un tumore del sistema linfatico, di quel complesso di
strutture dell’organismo che costituisce il sistema immunitario. Le principali strutture del sistema
linfatico sono i linfonodi, la milza, il midollo osseo. E il tumore si può sviluppare in uno di questi
organi. Dopo alcuni anni di «tregua» il tumore è riesploso nei mesi scorsi e la signora ha presentato
una
progressione
verso
la
leucemizzazione,
accompagnata
da
un
quadro
di
grave
immunodepressione e di anemia. L’84enne ha subìto ricorrenti ricoveri in ospedale, con conseguenti
dimissioni per periodi brevi. Quando è stata colpita dal virus A l’anziana era ormai nella fase
terminale della malattia, spiega la dottoressa Ester Chermaz, direttore del servizio di igiene e sanità
pubblica dell’Uls7
Venerdì 9 ottobre, pag. 19
IL CASO. Atteso all'Usl ra oggi e domani l'esito degli esami sui campioni
Morta per sospetta “suina”
E' un'ottantenne già ammalata per un linfoma
Primo probabile decesso legato all’influenza suina nell’Uls 7 e, anche, a livello regionale.
La paziente deceduta quasi sicuramente a causa di una polmonite dovuta al virus AH1N1,
variante suina, è una pensionata di oltre ottant’anni, già debilitata a causa un linfoma non Hodgkin
leucemizzato. Per avere la conferma definitiva del primo decesso veneto da suina si attende, tra
oggi e domani, la tipizzazione del virus che ha provocato la polmonite rivelatasi fatale nella donna.
«Il referto relativo alla indagini laboratoristiche sui tamponi naso-faringeti, condotte nel laboratorio
del Policlinico Universitario di Padova diretto del professor Palù - ha sottolineato il dottor
Cinquetti, direttore sanitario dell’Uls 7 - ha messo in evidenza una positività per influenza A. A
causa della bassa carica virale però non abbiamo ancora la certezza che si tratti del virus H1N1,
anche se la probabilità che si tratti della variante suina è estremamente elevata. La certezza assoluta
l’avremo - ha aggiunto Cinquetti - nel giro di un paio di giorni al massimo, non appena il
laboratorio di virologia concluderà le ulteriori indagini, superspecialistiche, che sono in corso».
L’anziana morta con ogni probabilità a causa di una polmonite da "suina" è deceduta il 30
settembre all’ospedale De Gironcoli. La donna era stata ricoverata a metà settembre nel reparto di
oncoematologia, diretto dal dottor Ballerini, perchè affetta da un linfoma che, nell’ultimo periodo,
aveva presentato "una progressione sintomatica verso la leucemizzazione, accompagnata da un
quadro di grave immunodepressione e di anemia". Le era stata prescritta una terapia volta a ridurre
la sintomatologia, poi era stata dimessa. Il 24 settembre nuovo ricovero, per l’aggravarsi delle sue
condizioni: era emersa una polmonite per la quale le erano stati somministrati prima gli antibiotici e
poi l’antivirale. Nel giro di pochi giorni, però, nonostante le cure, la donna era deceduta.
Venerdì 9 ottobre, pag. 11
SPRESIANO L’appuntamento è per questa sera in palestra Asop
Elementare inquinata
I genitori preoccupati per le concentrazioni di pm10 monitorate dall’Arpav
Il comitato genitori di Spresiano organizza stasera alle 20.30, in palestra Asop, un incontro per
parlare di tutela della salute e di sicurezza. I genitori sono preoccupati del livello di inquinamento
alla scuola elementare sita in Via Montello (provinciale da Spresiano ad Arcade).
Nel 2006 Lega Ambiente ha comunicato i primi dati sul Pm10 nei pressi della scuola. Del 2008
è il monitoraggio dell’aria Arpav: a ottobre, il limite di concentrazione di Pm10 è stato superato 15
volte in 29 giorni.
I genitori hanno chiesto soluzioni, anche con un incontro pubblico lo scorso aprile, presenti il
sindaco Belliato e l’assessore provinciale Fanton.
Soluzioni concrete immediate non ci sono state.
Quindi l’idea di un nuovo incontro: interverranno i medici Marco Zanette e Roberto Simonetti
(Medici per l’Ambiente) e il presidente Lega Ambiente Treviso, Rino Rasera.
“Siamo al punto di partenza, - dicono i genitori, - abbiamo sentito tante parole da parte delle
stituzioni, ma non abbiamo visto fatti concreti”. Durante la serata sarà proposto l’aggiornamento
della situazione da aprile (oltre a tutta la storia passata) e i risultati del rilevamento acustico Arpav.
Il sindaco Belliato precisa di aver avuto vari incontri in Provincia: “la soluzione del problema
vagliata con la Provincia è una bretella viaria legata alla Pedemontana, che non si può realizzare in
poco tempo, - afferma Belliato, - nel frattempo non è possibile deviare il traffico.
Se non sarà possibile la bretella penseremo ad accorgimenti per ridurre l’inquinamento dentro le
aule”.
I genitori ribadiscono: “La salute dei bambini è la cosa più importante. Le autorità non ci
ascoltano, non siamo neppure stati invitati al tavolo tecnico; prenderemo provvedimenti seri”.