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Rassegna Stampa Venerdì 9 ottobre 2009 TREVISO Venerdì 9 ottobre, pag. 7 Venerdì 9 ottobre, pag. 19 edizione NAZIONALE Prosecco, il Friuli ricorre al Tar Gli agricoltori del Carso impugnano a Roma il decreto che ha istituito la Doc interregionale TRIESTE - Sul Prosecco tra Veneto e Friuli ormai è guerra aperta. Gli agricoltori del Carso hanno deciso di impugnare davanti al Tar del Lazio il decreto del ministro delle risorse agricole, Luca Zaia, che prevede l’istituzione della Doc Prosecco interregionale Veneto e Friuli Venezia Giulia. La decisione è stata presa mercoledì sera dai dirigenti dell'associazione Agricoltori del Friuli Venezia Giulia e dal Consorzio Doc Carso, riuniti a Prepotto di Duino Aurisina (Trieste). «Non ci bastano più le promesse - ha spiegato il presidente regionale dell'associazione Agricoltori, Franc Fabec - e attendiamo dal ministro Zaia, come dall'assessore regionale, Claudio Violino, fatti concreti per lo sviluppo dell'agricoltura del Carso, come era stato garantito quando abbiamo dato l'assenso all'uso del nome della località carsica di Prosecco per salvaguardare lo spumante prodotto in Veneto e Friuli Venezia Giulia». I termini per impugnare il decreto davanti al Tar scadranno il prossimo 12 novembre «e noi - ha spiegato Fabec - non vogliamo correre rischi. Abbiamo dato mandato al nostro legale, l'avv. D'Amelio di Roma, affinché il ricorso sia presentato entro quella data». Gli agricoltori del Carso chiedono, tra l’altro, che la sede della Doc Prosecco sia realizzata nell'omonima frazione del Carso triestino. E a loro replica il ministro Zaia: «Mi spiace constatare che i sacrifici per portare una Doc nei territori friulani si trasformi in una battaglia fratricida tra Veneto e Friuli- afferma - E mi amareggia vedere che il tema Prosecco con tutte le sue sfaccettature diventi elemento di scontro politico». Venerdì 9 ottobre, pag. 21 COLLALBRIGO Una ordinanza di sospensione dei lavori per la sistemazione agraria in strada dei Biadene Vietato il vigneto: vincolo paesaggistico Un’ordinanza di sospensione dei lavori di sistemazione agraria per l’impianto di un vigneto in strada dei Biadene sulla collina di Collalbrigo, soggetta a un rigido vincolo paesaggistico e ambientale, realizzati in modo difforme rispetto all’autorizzazione rilasciata il 3 giugno scorso, è stata disposta dagli uffici comunali dell’area governo del territorio e qualità ambientale. I destinatari sono l’Azienda Agricola “Al Canevon” di Geronazzo e Sbardella snc e l’Impresa Vanin srl, entrambe con sede a Valdobbiadene, oltre che il progettista, che è un professionista con studio a Conegliano. Il provvedimento è scattato in seguito a un sopralluogo effettuato il 15 settembre scorso e verbalizzato una settimana dopo, da parte dei tecnici comunali, del Servizio Forestale Regionale e del Centro di Ricerca per la Viticoltura (l’ex Istituto Sperimentale) di Conegliano. Erano state eseguite opere in contrasto con le prescrizioni imposte dopo l’istruttoria della pratica e che avevano comportato una modifica del progetto iniziale prima della sua approvazione. E’ risultato che è stata completamente eliminata la formazione valliva che separava i vigneti 1 e 2 dal 4, mediante riporto di terreno e che doveva essere mantenuta, come era indicato nel parere di Diego Tomasi del Centro di Ricerca per la Viticoltira. L’eliminazione totale della valle ha fatto sì che si potessero unire i vigneti che dovevano restare separati. Ma anche tra i vigneti 5 e 6 si sono pareggiate le superfici, riportando notevoli quote di terreno e eliminando la separazione fisica degli impianti. Inoltre è stata data una diversa disposizione all’orientamento dei filari nell’impianto dei vigneti negli appezzamenti previsti. Infine si ritiene che, per le restanti parti dell’area, siano stati realizzati interventi di sterro e riporto assai maggiori di quelli previsti e consentiti dal progetto approvato. Venerdì 9 ottobre, pag. 33 Tutti in fattoria per capire la natura Domenica nella Marca 18 aziende agricole e agriturismi aperti per gustare i sapori d’un tempo Una giornata da trascorrere a diretto contatto con chi vive e lavora tutti i giorni nelle nostre campagne per conoscere l'agricoltura e i suoi segreti. Accadrà domenica (in caso di maltempo il 18) con "Fattorie Didattiche aperte", manifestazione ideata dalla regione Veneto con 18 fattorie nella Marca Trevigiana che apriranno le porte a chi vuole conoscere e "toccare con mano" la vita rurale con visite agli animali, alle coltivazioni, percorsi per conoscere i processi di trasformazione dei prodotti agricoli, laboratori manuali del pane, dolci, formaggi, succhi, marmellate e giochi tradizionali all’aria aperta e conoscere un mondo lontano dalla quotidianità. Ma anche appuntamenti legati all’arte come accadrà alla tenuta¸ di Collato di Susegana, con "Cima da Conegliano poeta del paesaggio". «Infatti in uno dei suoi quadri più famosi, la "Madonna dell’Arancio" - afferma Lara Buscato dello staff Tenuta Collalto Borgoluce - il Cima rappresentò la Madonna vicino ad un albero di arance e sullo sfondo il Castello di San Salvatore, a testimonianza di quale importanza ebbe, nella sua opera, il paesaggio delle colline tra Conegliano e dintorni. Quindi per sottolineare e approfondire l’intenso rapporto esistente tra l’arte e la natura la contessa Ninni Collalto e lostaff operativo del progetto Educational di Collalto, ha lavorato su alcune nuove proposte che sono "In fattoria con il Cima alla scoperta di animali e piante rappresentanti nei quadri del pittore" e "passeggiata didattica nei paesaggi del Cima" con laborarori ispirati al Cima che mirano ad avvicinare gli studenti all’arte pittorica e alla natura con la possibilità di immergersi nella natura della tenuta, la stessa rappresentata e contestualizzata dal Cima». Il tutto domenica appunto a "Casa Forcolera" sede della fattoria didattica della Tenuta Collalto che ospiterà famiglie, bambini e ragazzi delle scuole. Poi a Conegliano da febbraio ad ottobre ci sarà la mostra sul Cima da Conegliano. Domenica le visite sono gratuite (richiesta la prenotazione) grazie all’organizzazione con Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Terranostra, Agriturist, Turismoverde e Agrivacanze. LE FATTORIE (con relativo telefono) nel trevigiano sono: Al Pozzo (Castelfranco, 0423/476492); Campoverde (Castelfranco, (0423/748258); L’Alveare del Grappa (Crespano, 0423/53555); Val de Roa (Crespano, 0423/538085); La Dolza (Follina, 0438/85940); Il Bosco Verde (Gorgo al Monticano, 0422/752225); La Rosina (Ponzano, 0422/969612); Piccola Società (Preganziol, 0422/330477); Calronche (Refrontolo, 0438/981115); Al Cain Orbo (S. Biagio, 0422/892159)) Casa Piave (S. Polo, 0422/856447); Stramare (Segusino, 340 6352987); Borgo Casoni (Susegana, 0422/325711)); Collalto (Susegana, 0438/435287); Apicoltura Cassian (Treviso, 0422/370060); Murialdo (Treviso, 0422/421559); Panegai (Vittorio Veneto, 0438/560780); Apicoltura Marcon (Volpago, 0423/870055). Venerdì 9 ottobre, pag. 40 L’iniziativa di Veneto Agricoltura, molte le adesioni in Cansiglio Sessanta euro a notte per sentire il concerto dei cervi in amore Ultima settimana a disposizione per assistere a questo spettacolo naturale che si rinnova ogni sera: con tanto di hotel, cena, colazione VITTORIO VENETO. Sessantotto euro per un concerto. Ma non di qualche rockstar. O di qualche gruppo musicale. Bensì di 10, cento, cinquecento cervi che quando, in Cansiglio, cala la notte o cresce l’alba, catturati dagli amori fino a confrontarsi in lotte cruente, lanciano i loro bramiti. Per sentirli «cantare» accorrono, da tutto il Nordest, centinaia di appassionati. Ma perché non disturbino col loro assalto, eccoli organizzati per sentire appunto... i concerti. Concerti che, per la verità, non costano 68 euro, ma questo è il biglietto d’ingresso. Il ticket prevede la preparazione, l’appostamento, la cena, il pernottamento, l’alba e la colazione. Questa, è l’ultima settimana disponibile per il concerto, che si ripete ogni sera; gli animali sono ben 2500, e provengono anche dalla pedemontana vittoriese, oltre che da quella pordenonese. Veneto Agricoltura, il Centro di Educazione Naturalistica Vallorch e il C.R.C. (Centro Ricerche Corbanese Onlus) hanno organizzato tanto di visite guidate con esperti faunistici alla scoperta del cervo, della sua ecologia e della sua fauna. Il costo per gli appassionati è di ben di 60 euro (45 senza pernottamento). Appuntamento questa sera, domani e domenica alle ore 18 presso il Centro Viste di Vallorch, dove vi sarà l’introduzione alla biologia del cervo. Alle 19.15 partenza verso le postazioni scelte: avvistamento, osservazione, ascolto dei cervi in bramito fino alle 21.30, poi cena presso un locale convenzionato, pernottamento presso albergo convenzionato. All’alba, uscita per l’osservazione e l’ascolto dei cervi in bramito, alle 8.30 la colazione. Fra poco più di una settimana, la stagione dei bramiti e, quindi, degli amori finirà. I cervi saranno stanchi, anzi stressati. E dovranno prepararsi ad un appuntamento ancora più drammatico: la caccia. Quattrocento di loro saranno abbattuti, una sessantina in riserva, gli altri ai margini della foresta. 2500 in uno spazio così ristretto sono troppi, fanno danni eccessivi. La Regione ha deciso una specie di caccia di selezione osteggiata dagli ambientalisti. E, c’è da giurarlo, da tutti coloro che in questi giorni avranno modo di vederli e sentirli nel loro concerto amoroso e avranno imparato così a conoscerli e a rispettarli. Ma la natura ha i propri equilibri, e per qualcuno, metodo discutibile o no, la caccia ha proprio questo valore. Venerdì 9 ottobre, pag. 11 Venerdì 9 ottobre, pag. 39 VALDOBBIADENE Merli uccisi da un virus VALDOBBIADENE. Negli ultimi mesi numerosi cittadini hanno trovato merli morti nei vigneti e davanti casa: durante l’estate era circolata una voce insistente che ne imputava la causa ai fitofarmaci. Pietro Giorgio Davì, assessore all’agricoltura, ha preso contatto col servizio veterinario dell’Usl 8 per fare chiarezza sulla questione. «Sono stati inviati all’istituto zooprofilattico delle Venezie diversi soggetti trovati morti. Gli esami hanno evidenziato il virus «usutu» e della cosiddetta malaria degli uccelli. Le due patologie vengono trasmesse dalle zanzare: non esiste alcun avvelenamento da fitofarmaci». (r.t.) Venerdì 9 ottobre, pag. 21 IL CASO I consiglieri della Lista Ghizzo imputarono la moria ai fitofarmaci Autopsia sui merli: è stato un virus Il referto dell’istituto zooprofilattico: «Una forma di malaria» CONEGLIANO - «I fitofarmaci fanno morire i merli». A lanciare l’accusa erano stati i consiglieri comunali della Lista Ghizzo, che in un’interrogazione al sindaco Maniero avevano denunciato l’applicazione di trattamenti alle viti che avrebbero causato la morte di uccelli e gatti. «I fitofarmaci non uccidono i merli», avevano replicato secchi dalla Coldiretti. E anche questo sembrava essere uno di quegli interrogativi destinati a rimanere sospesi. Se non fosse che in quel di Valdobbiadene, dove si è deciso di metter mano all’abuso dei fitofarmaci nei vigneti, l’assessore all’agricoltura Piergioprgio Davì ha deciso di dare una causa alla morte di tutti quei merli morti ritrovati dai cittadini in campagna, nei vigneti e davanti casa. Si è rivolto al servizio veterinario dell’Usl 8, che ha inviato all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie gli uccelli trovati morti. "I merli sono morti dalla malaria degli uccelli", questo il referto che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molti. Gli esami di laboratorio ha evidenziato la presenza del virus “usutu” associato in alcuni casi ad un parassita del sangue responsabile di una forma patologica definibile “malaria degli uccelli”. "La mortalità rilevata - si legge - è da imputarsi esclusivamente alle cause infettive sopra descritte e non all’avvelenamento da fitofarmaci come impropriamente supposto da alcuni". Da un punto di vista epidemiologico la malattia era presente fino al 2001 solo in zone dell’Africa tropicale e subtropicale ed in seguito si è diffusa in Europa centrale: Austria, Ungheria, Spagna, e Italia ed è stata ritenuta la causa del dimezzamento della popolazione di merli in Lombardia negli ultimi anni. Queste malattie degli uccelli sono trasmesse da zanzare e sono pertanto legate al ciclo biologico di questi insetti vettori. Ora le indagini diagnostiche continueranno sugli altri soggetti raccolti dai cittadini e dai cacciatori. Manuela Collodet Venerdì 9 ottobre, pag. 17 Pedemontana, si comincia La Pedemontana scende in ...campo ed dà inizio alle misurazioni dei terreni interessati. Quello che finora era stato solo un contestatissimo progetto destinato, secondo qualcuno, a restare solo sulla carta, sta diventando un "pericolo" concreto, almeno per chi è contrario all’autostrada. Alcuni dei ricorrenti contro l'arteria sono stati contattati dalla ditta di misurazioni individuata dall'ingegner Vernizzi, commissario straordinario nominato dalla Regione, per conto della Sis, ditta appaltatrice. Hanno quattro giorni per fare osservazioni contro l'avviso sulla base del quale la Sis potrà entrare nei loro terreni. Al momento, per fare misurazioni. L'avviso della ditta ha, ovviamente, mandato in fibrillazione i diretti interessati che vedono avvicinarsi lo spettro di quello che loro considerano un "mostro". «Se dovessero esserci altre comunicazioni - esordisce Elvio Gatto, referente del Comitato trevigiano per una viabilità sostenibile - invitiamo gli interessati a non farsi prendere dal panico ma ad adottare tutte le iniziative legali che riterranno opportune». E poi commenta. «Perchè solo quattro giorni? Non abbiamo neanche tempo per parlare con il nostro avvocato». Ma il motivo della rabbia del comitato antipedemontana è anche un altro. «Perchè questa fretta?», si chiede Gatto. «Non vorrei che l'emergenza, invece che essere viaria, fosse semplicemente elettorale. Questa rapidità, infatti, appare assurda e sospetta. Del resto basterebbero 20 giorni per sapere dell'esito del nostro ricorso al Consiglio di Stato». A fine di questo mese (27/28), infatti, è stata fissata l'udienza per trattare il ricorso dei privati contro l'intervento. «Non vorremmo - aggiunge Gatto - che la Regione pensasse di sostituirsi all'organismo statale». Ma quanti sono al momento i ricorrenti? «Inizialmente erano partiti in duecento - ricorda il portavoce del comitato - distribuiti lungo il tracciato dell'arteria. Dopo la bocciatura al Tar di un primo ricorso sono scesi a sessanta. Altri hanno preso paura o sono stati dissuasi da politici locali». Oltre al ricorso dei privati, ce ne sono comunque in ballo altri. Ad esempio, quello della Impregilo, concorrente della Sis. Intanto, della questione si starebbero occupando anche degli studenti dell'Università di Venezia che valuterà l'impatto che opere come la Pedemontana avranno sul Veneto. Venerdì 9 ottobre, pag. 13 ZERO BRANCO Il futuro di Bertoneria in un incontro pubblico ZERO BRANCO- Quale futuro per la località Bertoneria a Sant'Alberto dopo la bocciatura del progetto della discarica per rifiuti speciali (tipo 2-B) della ditta Mestrinaro da parte del Consiglio di Stato? Se lo chiedono gli abitanti della frazione di Zero Branco che in questi anni si sono battuti contro la discarica ritenuta un pericolo per la salvaguardia ambientale e per la salute dei cittadini. Per fare il punto della situazione la prossima settimana è in programma un incontro pubblico con gli amministratori del comune di Zero Branco. Venerdì 9 ottobre, pag. 11 LA GUIDA ESPRESSO RISTORANTI D'ITALIA Dal Vero solo in vetta nella Marca Perde mezzo punto il Gellius di Oderzo, resistono Dalla Libera e Marcandole (CRISTIANA SPARVOLI) TREVISO. E alla fine rimase solo. «Dal Vero» di Badoere di Oderzo conduce in solitaria la classifica dei ristoranti trevigiani, stilata dalla Guida dell’Espresso 2010 con 16/20, più il cappello da chef (una benemerenza che molti aspirano ad avere), il «fiorellino» che segnala un ambiente piacevole e il bicchiere che premia la cura nella carta dei vini. A 15.5/20 è sceso il Gellius di Oderzo. Gli «ispettori» della guida hanno tolto mezzo punto al ristorante opitergino allestito nel sito archeologico romano. Tutto bene per l’equilibrio di piatti e materie prime. La segnalazione con un cappello e il bicchiere resta. Ma c’è un «però» che motiva il lieve declassamento: «Il peccato, non grave, sta nell’assenza di vere novità in mezzo ad una consolidata selezione». Così si è rotto il tandem che da due anni guidava la hit della ristorazione firmata Espresso. Dal Vero e Gellius nel 2009 erano appaiati in testa. Ora ha un piccolo vantaggio il locale di Ivano Mestriner nella Rotonda di Badoere, che conferma il suo 16/20 conquistato nel giro di pochi anni. Ma se in vetta c’è un minimo cambiamento che, sostanzialmente, non comporta rivoluzioni copernicane nella valutazione dell’eccellenza tra gli chef di Marca, le vere sorprese si leggono oltre il punteggio di 14,5/20, posizione in cui si confermano due solide realtà: Dalla Libera e Marcandole. A 14/20, valutazione onorevole, si allineano Locanda Marinelli (al secondo anno in guida, ottima conferma), gli inossidabili Ca’ Busatti e Gigetto (l’unico Cocofungo-CocoRadicchio inserito nella guida) e due vere sorprese. La prima è aver ritrovato, dopo un anno di «vacanza», il ristorante La Corte dell’Hotel Villa Abbazia. La Guida 2010 gli riconosce di avere cambiato rotta con un giovane cuoco (Massimiliano Busin, bellunese) arrivato tra le colline di Follina dopo aver lavorato in ristoranti affermati. L’altra bella nota è il 14/20 confermato al Vecchio Mulino di Onè di Fonte, che si afferma come una delle realtà più interessanti nella Marca. Nella fascia 13,5/14 arriva qualche nota dolente perchè comprende ristoratori di lungo corso che nel 2009 avevano un mezzo punto in più: Bertacco, Gambrinus, Menegaldo. Probabilmente pagano un po’ di «stanchezza» nell’evoluzione della loro cucina. Resta a 13,5 Ca’ Derton. Le valutazioni più punitive sono il punto netto tolto all’Osteria da Gerry (da 14/20 a 13) e addirittura il «declassamento» a 12,5 dell’Antica Torre di Reis, che perde la ledearship a Treviso, assegnata nel 2010 ad Alfredo, a cui è stato restituito quel mezzo punto tolto quest’anno. Giù (nella zona 13-12,5/20) anche Cucina di Crema, Tajer d’Oro, Miron, Albertini, Mardivino, Casa Brusada Strada Vecchia. Conferma soddisfacente per Locanda Sandi (13/20) e Perchè, mentre La Tartare, Osteria Jodo, Antica Osteria Brandolini, Basilisco, Makallè e D’O, dalla sola segnalazione del 2009 passano al voto di merito (tra 12,5 e 12/20). Criteri più selettivi rispetto al passato Tre le new entry trevigiane torna in classifica La Corte ecco 28º Buca e Le Macine Un passo indietro per La Panoramica e l’Osteria alla Pasina Chi entra e chi esce nella Guida dei Ristoranti d’Italia 2010. Bisogna segnalare che questa edizione 2010 della Guida, rispetto alla scorsa, è più restrittiva in fatto di new entry. E va sottolineato che qualche novità sicuramente interessante resta ancora fuori, come La Terrazza dell’Albergo al Sole di Asolo, condotto da Christian Mometti (chef dell’anno 2009 a Erba), e il ritorno di Mimmo Salerno a «La Vigna» del Relais Monaco. Al ristorante dell’hotel 4 stelle di Ponzano che fa capo alla famiglia Benetton viene preferito quello dell’Asolo Golf Club di Cavaso (sempre United Colors), 28ª Buca, che entra con un voto di 12,5/20. Stessa valutazione per l’ingresso in guida de Le Macine di Vittorio Veneto (bellissimo ambiente, ricavato da un vecchio mulino). Per tre che arrivano (tenuto conto del rientro de La Corte), due escono: uno è la storica Osteria alla Pasina di Dosson; l’altro è La Panoramica di Nervesa. Dal 13/20 (cucina sufficiente) del 2009 la guida li ha passati direttamente in «zona esonero». Venerdì 9 ottobre, pag. 35 ENOGASTRONOMIA GRAPPERIE APERTE - Le distillerie apriranno domenica le porte ai visitatori che potranno vivere un’appassionante giornata alla scoperta degli alambicchi con visita guidate e degustazioni. Nel trevigiano gli appuntamenti sono alla Carpenè Malvolti di Conegliano dalle 15 con degustazioni condotte da Paolo Lauciani di Tg5 Gusto; alla Roberto Castagner di Visnà di Vazzola apertura dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 14 alle 18 con la novità di Acqua 21 il rivoluzionario soft-spirit d’uva per bere con metà alcool e al Cerletti, la scuola enologica di Conegliano, dove dalle 15 alle 19, i 22 associati dell’Istituro Grappa Veneta danno la possibilità ai visitatori di degustare i profumi del distillato e partecipare a "Naso d’Oro". ALLA PASINA - Per "Le ombre della Sera", martedì 13 alle 20,45 Alla Pasina di Dosson, interessante degustazione di birra e carne: Blanche De Bruxelles, Moretti Gran Creu, Barbar Blonde, Floreffe Meilleure, Belgian Kriek con i piatti di chef Carlo: stuzzichini, polenta con finferli e fonduta, risotto, scapino di vitello. Info: 0422/382112. MIRON - La rassegna CocoFungo fa tappa da martedì 13 a domenica 18 da Miron (il re dei funghi) a Nervesa. Fra i piatti di chef Enrica e i prodotti dei presidi Slow Food le immagini del film "Colazione da Tiffany". Info: 0422/885165. ALLA TORRE - Serata di degustazione di vini toscani, giovedì 15 alle 21 Alla Torre di S. Zenone con le specialità di chef Antonio. Su prenotazione: 0423/567086. MIONETTO - Le bollicine della Mionetto, con in testa "Sergio" spumante di cuvée di Prosecco e vitigni autoctoni Nastro D’Oro al Forum Spumanti d’Italia, sono state protagoniste all’Antica trattoria Ballota di Torreglia per "Mille sapori a km zero" con i piatti di sette ristoranti veneti. Per Treviso c’era il ristorante "La Tana dei Golosi" di Casale. Venerdì 9 ottobre, pag. 38 I Montesel brevettano la stufa a carburante naturale L’impianto è alimentato con bioetanolo estratto dalle barbabietole: costa poco e non fa fumo (LUCA PIZZOLATO) SUSEGANA. Una stufa a carburante naturale, ricavato dalle barbabietole da zucchero, il bioetanolo. E’ una rivoluzione nel campo del riscaldamento indipendente dall’impianto di casa, a bassissimo consumo, e grande produzione di calore. E’ già diventata un brevetto, perché l’idea è stata salvaguardata, specie quando scendono in campo concorrenze come le altre fonti di combustibili, quali petrolio, legna e pellets: visto il periodo economico poco florido, il prezzo della benzina sempre in aumento, la diffidenza verso i produttori di pellets che usano scarti di lavorazione con collanti, e contaminati da cesio, salvaguardare un’idea che può rivoluzionare parte del mercato del riscaldamento parallelo alle tradizionali soluzioni, è d’obbligo. Gli inventori della stufa a bioetanolo sono un padre e i due figli, Nicola e Marco Montesel, di Colfosco. L’attività artigianale da loro avviata da anni si incastra nel settore della carpenteria di precisione, e ora, nel campo della produzione e vendita delle stufe da loro inventate: «Da tempo stiamo pensando - commentano i figli - che bisogna cambiare atteggiamento nei confronti dell’ambiente, e nei confronti delle tasche della gente. Abbiamo quindi cercato di far nascere questa stufa, per ottenere una fonte di riscaldamento che sommi economicità e salvaguardia dell’ambiente, non ricorrendo a combustibili fossili e idrocarburi». Il brevetto dei Montesel ha caratteristiche originali: non ha bisogno di canna fumaria, può generare calore per otto ore consecutive senza bisogno dei pochi litri di alcool etilico necessari (circa 2,8 litri). Il corpo della macchina, è a sua volta scaldante, perché riscaldato dall’interno dalla fiamma, e l’aria calda viene espulsa grazie a una ventola interna che sfrutta l’ascesa dell’aria calda, e un gioco di volumi creato con la geometria di questa ventola. «La nostra stufa, non necessita di canna fumaria per un motivo semplice: la combustione del bioetanolo, non produce fumi, perché è un liquido che brucia; l’unica cosa che produce è anidride carbonica, in una quantità piccolissima, minore di ogni stufa in commercio. Il fatto poi che non abbia collegamenti elettrici, e sia montata su quattro ruote, facilita il trasporto in casa da una stanza all’altra e, specie per gli anziani, è più facile trasportare 4 litri di etanolo piuttosto che un sacco di pellets da 15 chilogrammi». Venerdì 9 ottobre, pag. 3 Influenza A, prima vittima trevigiana Anziana già gravemente malata, è morta all’ospedale di Conegliano Da anni affetta da linfoma non Hodgkin associato a sarcoidosi e degenerato in leucemia: difese immunitarie quasi nulle SALIMA BARZANTI CONEGLIANO. Un’anziana residente nel territorio dell’Usl7 è morta dopo aver contratto il virus dell’influenza A. Si tratta del primo caso in Veneto, 5º in Italia. L’84enne, deceduta il 30 settembre al De Gironcoli di Conegliano, era già gravemente malata: fatale una polmonite legata al virus. Prima vittima nella Marca e in Veneto, quinto decesso in Italia per la nuova influenza. A morire nella Marca per un tumore complicato dalla polmonite legata a questo virus un’anziana. L’ottantaquattrenne residente in un comune dell’Usl 7 di Pieve di Soligo è deceduta mercoledì della scorsa settimana all’ospedale De Gironcoli di Conegliano, dove era ricoverata dal 28 settembre. Da anni era affetta da una grave forma di Linfoma non Hodgkin associata a sarcoidosi linfonodale. Alcuni mesi fa vi è stata una progressione sintomatica verso la leucemizzazione, con conseguenti immunodepressione e anemia. Per questo l’anziana a metà settembre era già stata ricoverata nel reparto di Medicina 2 (Oncoematologia) diretto dal dottor Ballerini. In seguito a terapia di controllo per alleviare i sintomi la donna era stata dimessa, ma dopo alcuni giorni a casa, il 24 settembre, si è reso necessario un nuovo ricovero nella struttura sanitaria. La paziente, oltre alle gravi condizioni legate al linfoma in fase terminale, aveva febbre elevata. La radiografia del torace ha evidenziato una polmonite a carico dei due terzi superiori del polmone sinistro. Per tale motivo è stata avviata una terapia antibiotica ad ampio spettro. Ma la febbre non è scesa. Così lunedì 28 la paziente è stata sottoposta a tamponi naso-faringei per influenza A ed è stata avviata la terapia con l’antivirale Tamiflu. Due giorni dopo la donna è morta. Nel frattempo i campioni sono stati inviati al laboratorio di Virologia del Policlinico Universitario di Padova, diretto dal professor Palù. I risultati hanno rilevato la positività all’influenza A non ulteriormente tipizzabile per bassa carica virale. Il laboratorio sta procedendo ad ulteriori indagini altamente specialistiche per definire la tipologia di virus e oggi dovrebbe arrivare la conferma che si tratti precisamente del ceppo H1N1. Venerdì 9 ottobre, pag. 3 SITUAZIONE COMPROMESSA La dottoressa: era allo stato terminale (SALIMA BARZANTI) CONEGLIANO. L’anziana morta di influenza A nel 2004 aveva scoperto di essere affetta da una grave forma di Linfoma non Hodgkin. È un tumore del sistema linfatico, di quel complesso di strutture dell’organismo che costituisce il sistema immunitario. Le principali strutture del sistema linfatico sono i linfonodi, la milza, il midollo osseo. E il tumore si può sviluppare in uno di questi organi. Dopo alcuni anni di «tregua» il tumore è riesploso nei mesi scorsi e la signora ha presentato una progressione verso la leucemizzazione, accompagnata da un quadro di grave immunodepressione e di anemia. L’84enne ha subìto ricorrenti ricoveri in ospedale, con conseguenti dimissioni per periodi brevi. Quando è stata colpita dal virus A l’anziana era ormai nella fase terminale della malattia, spiega la dottoressa Ester Chermaz, direttore del servizio di igiene e sanità pubblica dell’Uls7 Venerdì 9 ottobre, pag. 19 IL CASO. Atteso all'Usl ra oggi e domani l'esito degli esami sui campioni Morta per sospetta “suina” E' un'ottantenne già ammalata per un linfoma Primo probabile decesso legato all’influenza suina nell’Uls 7 e, anche, a livello regionale. La paziente deceduta quasi sicuramente a causa di una polmonite dovuta al virus AH1N1, variante suina, è una pensionata di oltre ottant’anni, già debilitata a causa un linfoma non Hodgkin leucemizzato. Per avere la conferma definitiva del primo decesso veneto da suina si attende, tra oggi e domani, la tipizzazione del virus che ha provocato la polmonite rivelatasi fatale nella donna. «Il referto relativo alla indagini laboratoristiche sui tamponi naso-faringeti, condotte nel laboratorio del Policlinico Universitario di Padova diretto del professor Palù - ha sottolineato il dottor Cinquetti, direttore sanitario dell’Uls 7 - ha messo in evidenza una positività per influenza A. A causa della bassa carica virale però non abbiamo ancora la certezza che si tratti del virus H1N1, anche se la probabilità che si tratti della variante suina è estremamente elevata. La certezza assoluta l’avremo - ha aggiunto Cinquetti - nel giro di un paio di giorni al massimo, non appena il laboratorio di virologia concluderà le ulteriori indagini, superspecialistiche, che sono in corso». L’anziana morta con ogni probabilità a causa di una polmonite da "suina" è deceduta il 30 settembre all’ospedale De Gironcoli. La donna era stata ricoverata a metà settembre nel reparto di oncoematologia, diretto dal dottor Ballerini, perchè affetta da un linfoma che, nell’ultimo periodo, aveva presentato "una progressione sintomatica verso la leucemizzazione, accompagnata da un quadro di grave immunodepressione e di anemia". Le era stata prescritta una terapia volta a ridurre la sintomatologia, poi era stata dimessa. Il 24 settembre nuovo ricovero, per l’aggravarsi delle sue condizioni: era emersa una polmonite per la quale le erano stati somministrati prima gli antibiotici e poi l’antivirale. Nel giro di pochi giorni, però, nonostante le cure, la donna era deceduta. Venerdì 9 ottobre, pag. 11 SPRESIANO L’appuntamento è per questa sera in palestra Asop Elementare inquinata I genitori preoccupati per le concentrazioni di pm10 monitorate dall’Arpav Il comitato genitori di Spresiano organizza stasera alle 20.30, in palestra Asop, un incontro per parlare di tutela della salute e di sicurezza. I genitori sono preoccupati del livello di inquinamento alla scuola elementare sita in Via Montello (provinciale da Spresiano ad Arcade). Nel 2006 Lega Ambiente ha comunicato i primi dati sul Pm10 nei pressi della scuola. Del 2008 è il monitoraggio dell’aria Arpav: a ottobre, il limite di concentrazione di Pm10 è stato superato 15 volte in 29 giorni. I genitori hanno chiesto soluzioni, anche con un incontro pubblico lo scorso aprile, presenti il sindaco Belliato e l’assessore provinciale Fanton. Soluzioni concrete immediate non ci sono state. Quindi l’idea di un nuovo incontro: interverranno i medici Marco Zanette e Roberto Simonetti (Medici per l’Ambiente) e il presidente Lega Ambiente Treviso, Rino Rasera. “Siamo al punto di partenza, - dicono i genitori, - abbiamo sentito tante parole da parte delle stituzioni, ma non abbiamo visto fatti concreti”. Durante la serata sarà proposto l’aggiornamento della situazione da aprile (oltre a tutta la storia passata) e i risultati del rilevamento acustico Arpav. Il sindaco Belliato precisa di aver avuto vari incontri in Provincia: “la soluzione del problema vagliata con la Provincia è una bretella viaria legata alla Pedemontana, che non si può realizzare in poco tempo, - afferma Belliato, - nel frattempo non è possibile deviare il traffico. Se non sarà possibile la bretella penseremo ad accorgimenti per ridurre l’inquinamento dentro le aule”. I genitori ribadiscono: “La salute dei bambini è la cosa più importante. Le autorità non ci ascoltano, non siamo neppure stati invitati al tavolo tecnico; prenderemo provvedimenti seri”.