la lombardia e il commercio internazionale

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la lombardia e il commercio internazionale
LA LOMBARDIA E IL
COMMERCIO INTERNAZIONALE
A cura di:
per UNIONCAMERE LOMBARDIA
luglio 2011
Sommario
1
Sintesi dei risultati................................................................................... 2
2
L’evoluzione dell’export regionale e del commercio mondiale ................. 4
3
L’export per aree geografiche .................................................................. 6
4
L’export per settori ................................................................................ 11
4.1 La specializzazione settoriale..................................................................... 14
5
L’export per aree geografiche e settori .................................................. 16
6
La scomposizione della dinamica dell’export ......................................... 20
7
Il commercio intra-settoriale ................................................................. 22
8
L’export per provincia ............................................................................ 23
Appendice: le basi dati ....................................................................................... 27
i
1 Sintesi dei risultati
Oltre alla consueta analisi di lungo periodo, per gli anni più recenti il
presente aggiornamento si è focalizzato sul biennio di crisi (2008 e 2009) e
sull’anno seguente, in modo da inquadrare nel contesto internazionale il
comportamento delle esportazioni lombarde durante la recessione e la
successiva ripresa.
L’analisi di lungo periodo (1998-2009) evidenzia una perdita di quote di
mercato della Lombardia sulla domanda mondiale. Nel biennio di crisi la
perdita è più marcata anche perché le esportazioni lombarde, a differenza
della domanda mondiale complessiva, cominciano a rallentare già a partire
dal 2008, forse a seguito di un rallentamento/diminuzione della domanda di
alcuni settori di punta dell’export regionale (meccanica, chimica e prodotti
in metallo).
Dietro a queste tendenze aggregate si celano tuttavia alcune differenze a
livello di settori e mercati di sbocco. La Lombardia, infatti, sembra
agganciare la domanda di alcuni paesi in forte espansione: è il caso della
Russia tra il 1998 e il 2007 o di alcuni PVS asiatici e africani nel biennio di
crisi. Nel lungo periodo crescono maggiormente le esportazioni dirette in
paesi caratterizzati dal più forte sviluppo della domanda (Cina, India e
Romania), ma l’export è anche penalizzato dalla crescita relativamente
modesta della domanda proveniente da alcune economie avanzate. A livello
settoriale tra il 1998 e il 2009 la Lombardia perde quote di mercato in quasi
tutti i comparti. Come nel caso dell’analisi per paese di destinazione,
tuttavia, la regione sembra cogliere le dinamiche della domanda mondiale,
evidenziando un incremento relativamente più ampio dell’export in casi in
cui la domanda è più vivace (coke e petrolio, chimica e prodotti in metallo).
Durante la crisi le esportazioni lombarde mostrano un differenziale negativo
rispetto alla domanda in tutti i comparti più rilevanti, ad eccezione della
meccanica, settore che tuttavia nel 2010 presenta uno sviluppo dell’export
regionale relativamente deludente (5,7% rispetto al 14,2% delle
esportazioni complessive). La specializzazione settoriale delle esportazioni
lombarde segue in certi casi l’andamento della domanda mondiale (cfr. i
prodotti in metallo) e se da un lato si registra la tendenza a rafforzare
sentieri di specializzazione ormai consolidati (cfr. la meccanica), si nota
anche una relativamente modesta de-specializzazione in settori
caratterizzati da una debole domanda internazionale (cfr. il tessile e
abbigliamento).
Per quanto riguarda l’andamento delle esportazioni nei settori più rilevanti
rivolte ai principali mercati di sbocco, tra il 2007 e il 2010 le esportazioni
2
lombarde diminuiscono nella maggior parte dei paesi e settori considerati,
mentre i casi in cui l’export cresce sono generalmente limitati ai mercati di
più recente sviluppo, come Cina, India, Brasile. Durante il biennio di crisi la
Lombardia presenta un differenziale di crescita negativo rispetto alla
domanda proveniente dal complesso dei paesi in esame in ciascuno dei
settori considerati; tuttavia l’export lombardo sembra aver tenuto
relativamente di più nei settori caratterizzati da un calo più ampio della
domanda (meccanica ed apparecchi elettrici, elettronici ed ottici). Nella
meccanica, in particolare, il periodo 2007-2009 evidenzia un differenziale
positivo per l’export lombardo verso quasi la metà dei principali mercati di
destinazione, tra cui Cina e Brasile, che sono tra i pochi paesi a presentare
una crescita della domanda.
A livello provinciale tra il 1998 e il 2010 vedono crescere leggermente la
propria incidenza sulle esportazioni regionali Cremona, Lodi e Pavia, che
pesano complessivamente per poco più dell’8%, Mantova e Varese. Si
contrae di circa 1 p.p. la rilevanza di Milano, da cui, comunque, proviene il
44% delle esportazioni lombarde. In termini di flessione dell’export il
biennio di crisi colpisce in maniera più marcata Brescia, meno Pavia; tra le
province che si trovano in una posizione intermedia è relativamente migliore
la performance di Milano e Varese, peggiore quella di Bergamo, Mantova e
Como.
In sintesi se i dati a livello aggregato evidenziano per la Lombardia una
perdita di quote sui mercati internazionali tanto nel lungo periodo quanto
negli anni della crisi economico-finanziaria, l’analisi per paesi e per settori
restituisce un quadro più favorevole. Elementi positivi si riscontrano, ad
esempio, nella capacità della regione di seguire i cambiamenti nella
dinamica della domanda mondiale, aumentando maggiormente l’export
verso alcune tra le economie di più recente sviluppo e che rivestono un
ruolo sempre più rilevante nel contesto internazionale; anche la
specializzazione settoriale sembra muoversi, almeno in parte, seguendo
l’evoluzione della domanda mondiale (cresce la specializzazione nei prodotti
in matallo, si riduce quella del tessile e abbigliamento). Inoltre, all’interno di
una performance complessivamente negativa tra il 2007 e il 2009, la
Lombardia evidenzia una certa tenuta a livello di settori (cfr. la meccanica
ad esempio) e mercati (la meccanica in Cina e Brasile e più in generale
alcuni PVS asiatici e africani). Il 2010 vede una ripresa delle esportazioni
più modesta dello sviluppo del commercio mondiale, ma da un lato i dati
sono ancora provvisori, dall’altro il confronto con la domanda mondiale è
possibile solo a livello aggregato non consentendo, pertanto, di cogliere
informazioni essenziali per un’interpretazione più completa delle dinamiche
e delle caratteristiche del commercio internazionale della regione.
3
2 L’evoluzione dell’export regionale e del
commercio mondiale
Il peso della Lombardia sull’export italiano, in diminuzione tra il 1998 e il
2010, si mantiene comunque su valori prossimi al 30%. Data un’incidenza
così elevata, l’evoluzione delle esportazioni regionali non si discosta
sensibilmente da quella dell’export nazionale, sebbene la Lombardia mostri
nel periodo in esame una crescita mediamente peggiore di quella dell’Italia
(3,3% rispetto al 3,6%). Può essere interessante notare, tuttavia, che nel
biennio di crisi (2007-2009) il calo dell’export lombardo è leggermente più
contenuto di quello registrato a livello nazionale (cfr. Tab. 1).
Tra il 1998 e il 2010 crescono di più le esportazioni di Lodi, che pesa meno
dello 0,5% sul totale nazionale; anche le esportazioni di Cremona, Mantova,
Pavia e Varese mantengono una crescita mediamente superiore al totale
nazionale. Le province che incidono maggiormente sulle esportazioni italiane
mostrano, invece, una contrazione della propria quota: Milano passa dal
13,3% del 1998 al 12,2% del 2010, mentre sia Bergamo che Brescia
subiscono una riduzione molto contenuta (0,1 punti percentuali in entrambi
i casi). Come si vedrà meglio più avanti (cfr. paragrafo 7) durante la crisi
economico-finanziaria il calo delle esportazioni è relativamente più
contenuto a Pavia, Lodi, Sondrio, Varese e Milano.
Come si evince dalla Fig.1, la performance dell’export lombardo e di quello
italiano, pur mostrando un profilo simile a quello della domanda mondiale,
si posiziona sempre al di sotto di quest’ultima. Durante la crisi recente le
esportazioni lombarde (e italiane) hanno evidenziato un rallentamento già
nel 2008, anno caratterizzato da un’accelerazione del commercio
internazionale, mentre nel 2009 la flessione del commercio mondiale
(-19,3) è migliore di quella dell’export regionale di soli 1,7 punti
percentuali. Nell’anno della ripresa, tuttavia, il gap aumenta: il 2010, infatti,
vede un incremento della domanda mondiale del 26,7%, rispetto ad una
crescita delle esportazioni regionali del 14,2%.
4
Tab. 1 – Le esportazioni della Lombardia e dell’Italia (quote % e var. % medie
annue)
Quote %
1998 2010
Varese
Como
Sondrio
Milano
Bergamo
Brescia
Pavia
Cremona
Mantova
Lecco
Lodi
Lombardia
Italia
2,5
1,9
0,2
13,3
3,5
3,5
0,9
0,6
1,3
1,0
0,2
28,9
100,0
2,6
1,4
0,1
12,2
3,4
3,4
1,0
0,9
1,5
0,9
0,4
27,8
100,0
Var. %
200720092009
2010
-8,4
13,5
-12,3
14,0
-7,7
-0,7
-8,6
12,5
-12,1
15,1
-15,6
18,2
-1,4
6,4
-11,3
27,6
-12,3
21,3
-12,8
13,2
-4,2
9,1
-10,2
14,2
-10,6
15,8
19982007
5,8
2,4
5,2
4,6
5,9
6,6
5,3
9,7
6,7
5,9
13,1
5,4
5,8
19982010
3,9
0,7
2,4
2,9
3,4
3,4
4,2
7,2
4,4
3,1
9,7
3,3
3,6
Fonte: Istat
Fig. 1 – L’andamento della domanda mondiale, delle esportazioni della Lombardia e
dell’Italia (numeri indice 1998=100)
220
200
180
160
140
120
100
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
Domanda mondiale
Fonte: Chelem, WTO e Istat
5
2005
2006
Lombardia
2007
Italia
2008
2009
2010
Fig. 2 – Le esportazioni della Lombardia e la domanda mondiale (var. % medie
annue e differenziali di crescita)
7
5
3
1
-1
-3
-5
-7
-9
-11
Lombardia
Domanda mondiale
1998-2007
Diff. di crescita
2007-2009
Fonte: Chelem e Istat
3 L’export per aree geografiche
La composizione dell’export regionale per area di destinazione evidenzia la
preponderanza dell’Unione Europea che nel 2010 accoglie il 56% delle merci
lombarde. Nello stesso anno al secondo posto tra i mercati di sbocco si
posizionano le altre economie avanzate, che pesano per quasi il 19%. Le
aree citate, tuttavia, presentano tra il 1998 e il 2010 una progressiva
riduzione della propria rilevanza a vantaggio di una maggiore penetrazione
dell’export lombardo in mercati in forte sviluppo. Nel periodo in esame,
infatti, a fronte di uno sviluppo delle esportazioni regionali pari al 3,3% in
media all’anno, quelle dirette verso i paesi in via di sviluppo (PVS d’ora in
poi) asiatici crescono del 10%, quelle rivolte alle economie in transizione, di
cui fa parte la Russia, aumentano del 9,6%, quelle verso i PVS africani e
situati in Medio Oriente ed Europa, crescono, rispettivamente, del 5,8% e
del 5,5% (cfr. Tab. 2). Tra il 1998 e il 2009 il differenziale di crescita tra
l’export lombardo e la domanda mondiale in media è pari a -3,1 con i divari
più ampi nei confronti dei PVS dell’America Latina e dei PVS di Medio
Oriente ed Europa, mentre un differenziale di crescita positivo si registra
per le sole economie in transizione. Può essere interessante sottolineare che
mentre tra il 1998 e il 2007 tutte le aree (ad eccezione dei PVS dell’America
6
Latina) sono interessate da una crescita della domanda, la crisi economicofinanziaria comporta negli anni più recenti una flessione della domanda
proveniente dai principali mercati di sbocco; in tali casi, pertanto, un
differenziale positivo indica che il calo della domanda proveniente dalle aree
interessate è più ampio della riduzione dell’export lombardo ivi diretto (cfr.
Fig. 3).
Per quanto concerne la composizione delle esportazioni lombarde per paese
di destinazione, in cima alla graduatoria nel 2010 si posizionano Germania
(13,8%) e Francia (11,8%), sebbene in entrambi i casi si noti una riduzione
della propria incidenza rispetto al 2004 e, più ancora, al 1998. Tra il 1998 e
il 2010 crescono maggiormente le esportazioni lombarde rivolte nelle
economie di più recente sviluppo. In primis l’export diretto in Cina cresce
del 13,4%, oltre 10 p.p. in più rispetto al totale regionale. Più in dettaglio
l’aumento è particolarmente intenso tra il 1998 e il 2001, ma prosegue negli
anni seguenti, anche in quelli più recenti caratterizzati da un calo dell’export
verso la maggior parte dei principali mercati di sbocco. Nel lungo periodo
crescono in maniera significativa anche le esportazioni dirette in Romania,
ma, a differenza della Cina, in questo caso si registra un calo tra il 2007 e il
2010. Al terzo e al quarto posto nella graduatoria della crescita dell’export
1998-2010 si posizionano, rispettivamente, l’India e la Russia, soprattutto a
seguito di un forte incremento tra il 2004 e il 2007. Nello stesso periodo
diminuiscono, invece le esportazioni lombarde dirette nel Regno Unito,
soprattutto a causa della flessione subita negli anni più recenti.
Tra il 1998 e il 2009 la Lombardia perde quote di mercato in tutti i principali
paesi di sbocco fatta eccezione per la Russia (cfr. Tab. 4). Nel 2009 la
regione esercita una maggiore incidenza sulla domanda proveniente dalla
Svizzera (3,6%), dalla Grecia (3,0%), dalla Romania (2,7%) e dalla Francia
(2,4%). Come si evince dalla Fig. 4, tra il 1998 e il 2009 le esportazioni
lombarde presentano un differenziale positivo solo con l’import della Russia
e crescono di più quelle dirette in Cina e Romania, cogliendo la particolare
dinamicità della domanda proveniente da tali aree. Per contro quasi tutte le
economie avanzate formano un cluster caratterizzato da uno sviluppo più
modesto sia in termini di domanda che di export lombardo ivi diretto (cfr.
Fig. 4). Come quelle complessive anche le esportazioni rivolte verso i
principali paesi di sbocco mostrano tra il 2007 e il 2009 un differenziale
negativo con la domanda più ampio rispetto a quello evidenziato tra il 1998
e il 2007. A tale tendenza di fondo fanno eccezione, tuttavia, alcuni casi:
pur restando negativo migliora il differenziale nei confronti di Stati Uniti,
Cina, India e Polonia, mentre tra il 2007 e il 2009 diventa positivo il
differenziale con Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo e Brasile (cfr. Fig.5).
7
Tab. 2 – Le esportazioni regionali per macroarea di destinazione (quote %, var. %
medie annue, differenziali di crescita con la domanda mondiale)
1998
61,2
21,1
2,3
5,4
2,6
3,5
3,7
0,1
100,0
Unione Europea
Altre economie avanzate
Economie in transizione
PVS Medio Oriente ed Europa
PVS Asia
PVS America Latina
PVS Africa
Altri paesi e non classificati
TOTALE
Quote %
2004 2010
60,7
55,8
20,2
18,8
3,5
4,7
5,8
6,9
4,0
5,6
1,9
2,8
3,8
5,0
0,1
0,4
100,0 100,0
Var. %
1998-2010
2,5
2,3
9,6
5,5
10,1
1,1
5,8
14,9
3,3
Differenziali di crescita
1998-2007
1998-2009
-2,7
-3,3
-3,4
-2,6
1,3
1,3
-3,5
-4,0
-3,2
-2,6
-7,9
-6,8
-3,8
-2,7
7,2
11,8
-2,9
-3,1
Unione Europea
Altre economie avanzate
Economie in transizione
PVS Medio Oriente ed Europa
PVS Asia
PVS America Latina
PVS Africa
Altri paesi e non classificati
TOTALE
Fonte: Chelem e Istat
Fig. 3 – Le esportazioni della Lombardia, la domanda internazionale per area tra il
2007 e il 2009 (var. % medie annue e differenziali di crescita)
6
4
2,2
2
1,4
0,7
0
-0,5
-2
-2,2
-3,9
-4
-5,2
-6
-6,2
-8
-10
-12
-14
Unione Europea
Altre economie
avanzate
Economie in
transizione
PVS M.O. ed
Europa
Domanda
PVS Asia
PVS America
Latina
Esportazioni della Lombardia
Fonte: Chelem e Istat
8
PVS Africa
Diff. di crescita
TOTALE
Tab. 3 – Le esportazioni della Lombardia nei principali mercati di destinazione
(quote % sul totale dell’export regionale, differenze tra le quote %, var.% medie
annue)
Germania
Francia
Svizzera
Spagna
Stati Uniti
Regno Unito
Cina
Paesi Bassi
Polonia
Russia
Belgio e
Lussemburgo
Austria
Turchia
Grecia
Romania
Brasile
India
Totale paesi
Esportazioni
complessive
1998
15,9
13,3
4,9
6,0
7,6
7,0
1,0
2,9
1,6
1,2
Quote %
2004 2010
14,5
13,8
12,6
11,8
5,4
5,9
6,9
5,5
6,8
5,4
6,1
4,1
2,0
2,9
2,4
2,7
1,7
2,5
1,6
2,5
2,5
2,0
1,9
1,9
0,6
1,3
0,6
71,6
2,4
2,2
2,2
2,1
1,2
0,8
0,6
71,0
2,4
2,2
2,2
1,4
1,3
1,3
1,3
67,9
100,0
100,0
100,0
Diff. quote %
2010-1998
-2,1
-1,6
1,0
-0,5
-2,2
-2,9
2,0
-0,2
0,9
1,3
Var %
1998-2010
2,1
2,2
4,9
2,5
0,4
-1,3
13,4
2,6
7,3
9,7
0,0
0,2
0,3
-0,5
0,7
0,0
0,7
-3,6
3,2
4,2
4,4
0,6
10,3
3,5
10,0
2,8
3,3
Fonte: Istat
Tab. 4. - Le esportazioni della Lombardia dirette nei mercati di destinazione più
significativi (quote ‰ sulla domanda proveniente da tali paesi)
Germania
Francia
Svizzera
Spagna
Stati Uniti
Regno Unito
Cina
Paesi Bassi
Polonia
Russia
Belgio e Lussemburgo
Austria
Turchia
Grecia
Romania
Brasile
India
Totale paesi
Esportazioni complessive
1998
25,0
32,9
40,3
32,5
6,1
16,3
5,2
11,7
25,5
13,3
10,9
21,8
30,6
47,4
37,2
15,5
11,9
17,3
13,5
2004
20,5
27,7
45,6
26,1
4,7
13,4
4,2
8,6
20,6
16,6
8,4
20,2
24,3
39,4
39,8
12,8
5,6
14,1
11,2
Fonte: Chelem e Istat
9
2007
20,2
26,8
38,8
24,6
4,4
11,8
4,2
7,8
18,8
16,8
8,9
18,9
18,9
35,1
33,1
9,7
6,5
13,5
10,6
2009
16,9
23,8
36,2
20,3
4,4
10,0
4,0
8,1
17,7
15,8
9,4
17,2
16,0
30,2
26,5
10,4
5,8
12,2
9,7
Fig. 4 – Le esportazioni della Lombardia dirette nei mercati più significativi e la
domanda proveniente da tali paesi (var. % medie annue 1998-2009)
18
India
Cina
16
14
Romania
Domanda
12
10
Polonia
Turchia
8
Russia
6
4
2
0
-2,5
Spagna
Belgio e Lussemburgo
Grecia Brasile
Paesi Bassi
Austria
Svizzera
Germania
Francia
Stati Uniti
Regno Unito
-1,0
0,5
2,0
3,5
5,0
6,5
8,0
9,5
11,0
12,5
14,0
15,5
Esportazioni della Lombardia
Fonte: Chelem e Istat
Fig. 5 – Le esportazioni della Lombardia nei mercati più significativi (differenziali di
crescita con la domanda proveniente da tali paesi)
Germania
Francia
Svizzera
Spagna
Stati Uniti
Regno Unito
Cina
Paesi Bassi
Polonia
Russia
Belgio e Lussemburgo
Austria
Turchia
Grecia
Romania
Brasile
India
Totale paesi
-9,5
-8,5
-7,5
-6,5
-5,5
-4,5
-3,5
-2,5
1998-2007
Fonte: Chelem e Istat
10
-1,5
-0,5
2007-2009
0,5
1,5
2,5
3,5
4,5
4 L’export per settori
Con valori che si attestano attorno al 20%, la meccanica nel 2010 come nel
1998 rappresenta il principale settore d’esportazione della Lombardia. Nel
2010 al secondo posto si trovano i prodotti in metallo, che pesano per il
17% e vedono aumentare la loro incidenza sul totale dell’export regionale di
oltre 4 p.p. rispetto al 1998. Anche le esportazioni nel comparto della
chimica vedono crescere il loro peso (14% nel 2010), grazie ad un aumento
significativo tra il 1998 e il 2001 e ad una relativa tenuta durante la crisi. Si
riduce di circa 2 p.p. il peso delle macchine elettriche, elettroniche ed
ottiche (12,8% nel 2010) e quello del tessile e abbigliamento che in
ciascuno degli undici anni considerati mostra un andamento peggiore di
quello dell’export regionale.
Nel 2009 la Lombardia incide per il 2,7% sulla domanda mondiale della
meccanica, per l’1,9% sia su quella del tessile e abbigliamento che su quella
dei prodotti in metallo. Tra il 1998 e il 2009 la regione perde quote di
mercato in tutti i settori ad eccezione di quello estrattivo (+20,9% la
variazione % media annua 1998-2009), dell’alimentare, della carta, stampa
ed editoria e dei mezzi di trasporto (cfr. Tab. 6 e Fig. 7). Come si nota dalla
Fig. 7, tra il 1998 e il 2009, la Lombardia coglie la vivacità della domanda
internazionale nella chimica e nei prodotti in metallo evidenziando un
incremento dell’export nei due comparti superiore a quello complessivo,
mentre all’estremo opposto calano le esportazioni di tessile e abbigliamento,
settore caratterizzato da un più modesto sviluppo della domanda.
Confrontando i differenziali tra l’export e la domanda nei due periodi 19982007 e 2007-2009 (Fig. 8), si nota che molti comparti mostrano un gap
negativo ancora più ampio negli anni più recenti (cfr. il tessile e
abbigliamento, la chimica, i prodotti in metallo, le macchine elettriche,
elettroniche ed ottiche), in qualche settore il differenziale passa da positivo
a negativo (alimentare e mezzi di trasporto, ad esempio), mentre nella
meccanica accade l’opposto.
11
Tab. 5. - Le esportazioni della Lombardia per settore (quote %)
AB – Agricoltura
C – Estrattive
DA – Alimentari
DB - Tessile e abbigliamento
DC - Cuoio e pelli
DD – Legno
DE - Carta, stampa e editoria
DF - Coke e petrolio
DG – Chimica
DH - Gomma e plastica
DI - Minerali non metalliferi
DJ - Prodotti in metallo
DK - Macchine meccaniche
DL - Macchine elettriche, elettroniche e ottiche
DM - Mezzi di trasporto
DN - Altre industrie manifatturiere
EE – Energia
VV - Altri prodotti non classificati
Totale
1998
0,4
0,1
3,2
12,9
1,7
0,5
1,4
0,2
12,3
4,5
1,7
12,8
21,2
14,8
6,3
5,0
0,0
1,0
100,0
2004
0,3
0,3
3,8
10,0
1,5
0,5
1,4
0,4
14,5
4,8
1,5
13,7
19,8
14,8
7,1
4,3
0,0
1,2
100,0
2010
0,4
0,4
4,4
7,9
1,9
0,4
1,5
0,6
14,0
4,6
1,2
16,9
20,1
12,8
6,8
4,3
0,0
1,7
100,0
Fonte: Istat
Fig. 6 – Le esportazioni della Lombardia per settore (differenza tra le quote % 2010
e 1998 e var. % medie annue 1998-2010)
AB
18,2
C
DA
DB
Var % export
lombardo
DC
DD
DE
DF
DG
DH
DI
DJ
DK
DL
DM
DN
VV
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
Diff. quote
Fonte: Istat
12
5,0
Var. %
6,0
7,0
8,0
9,0
10,0
11,0
12,0
Tab. 6. - Le esportazioni della Lombardia per settore (quote ‰ sulla domanda
mondiale)
AB – Agricoltura
C – Estrattive
DA – Alimentari
DB - Tessile e abbigliamento
DC - Cuoio e pelli
DD – Legno
DE - Carta, stampa e editoria
DF - Coke e petrolio
DG – Chimica
DH - Gomma e plastica
DI - Minerali non metalliferi
DJ - Prodotti in metallo
DK - Macchine meccaniche
DL - Macchine elettriche, elettroniche e ottiche
DM - Mezzi di trasporto
DN - Altre industrie manifatturiere
EE – Energia
VV - Altri prodotti non classificati
Totale
1998
1,8
0,2
7,4
28,9
16,5
6,2
6,7
1,4
17,2
24,7
17,0
21,9
31,2
9,9
6,0
23,0
0,0
3,6
13,5
2004
1,3
0,3
8,6
23,0
13,6
5,4
6,9
1,4
15,1
21,9
14,0
19,2
26,5
8,2
6,3
17,1
0,3
4,0
11,2
2007
1,4
0,3
8,3
22,5
15,6
6,1
8,0
1,5
12,8
20,0
12,3
19,7
26,3
7,6
6,8
16,8
3,0
3,1
10,6
2009
1,3
0,4
8,2
19,2
15,1
5,6
7,9
1,1
11,5
17,7
10,6
18,6
26,7
6,9
6,6
15,0
2,1
2,9
9,7
Fonte: Chelem e Istat
Fig. 7 – Le esportazioni della Lombardia e la domanda mondiale per settore (var. %
medie annue 1998-2009)
14,0
DF
12,0
Domanda mondiale
10,0
8,0
DG
6,0
DJ
TOT
DN
4,0
DA
DH
DL AB
DK
DC
DI
2,0
DB
DM
DD
DE
0,0
-2,0
0,0
2,0
4,0
6,0
Esportazioni della Lombardia
Fonte: Chelem e Istat
13
8,0
10,0
12,0
14,0
Fig. 8 – Le esportazioni della Lombardia per settore (differenziali di crescita con la
domanda mondiale)
AB
30,8
C
DA
DB
DC
DD
DE
-15,8
DF
DG
DH
DI
DJ
DK
DL
DM
DN
TOT
-8,0
-7,0
-6,0
-5,0
-4,0
-3,0
-2,0
1998-2007
-1,0
0,0
1,0
2,0
3,0
2007-2009
Fonte: Chelem e Istat
4.1 La specializzazione settoriale
Tra il 1998 e il 2009 la domanda mondiale evidenzia lo sviluppo più intenso
nell’estrattivo, nella raffinazione del petrolio (settori che però poco incidono
sulla composizione delle esportazioni lombarde), nei prodotti in metallo e
nella chimica. Per quanto concerne i prodotti in metallo si nota un
incremento di specializzazione delle esportazioni regionali, per la chimica
una de-specializzazione. Pur restando elevata, la specializzazione si riduce
anche nel tessile ed abbigliamento, la cui domanda mondiale, come si è
visto, ha presentato una crescita piuttosto contenuta. L’indicatore si rafforza
ulteriormente, invece, nella meccanica e nei prodotti in metallo,
rispettivamente primo e terzo settore di specializzazione dell’export
lombardo (cfr. Fig. 9) e cresce anche nell’alimentare e nei mezzi di
trasporto, comparti che comunque mantengono nel 2009 un indice di
specializzazione inferiore a 100; l’indicatore si posiziona al di sotto del
valore-soglia nelle
macchine elettriche, elettroniche
ed ottiche,
caratterizzate da una lieve contrazione della specializzazione.
14
Fig. 9a – L’indice di specializzazione settoriale dell’export regionale (differenza tra i
valori dell’indice 2009 e 1998 e var. % medie annue 1998-2009 della domanda
mondiale)
15
Var % domanda mondiale
complessiva
14
La dimensione delle bolle è
proporzionale alla quota del
settore sull'export regionale
DF
13
C
12
Var % domanda mondiale
11
10
9
8
DG
7
6
DJ
5
DH
DN
DL
AB
DA
4
DC
DI
DK
3
DB
2
DM
DE
1
DD
0
-20
-10
0
10
20
30
40
Differenza specializzazione
Fonte: Chelem e Istat
Fig. 9b – L’indice di specializzazione settoriale dell’export regionale nel 2009
DK
DB
DJ
DH
DC
DN
DG
DI
DA
DE
DL
DM
DD
AB
DF
C
0
25
50
75
100
125
150
Fonte: Chelem e Istat
15
175
200
225
250
275
5 L’export per aree geografiche e settori
Prendendo in esame l’export nei settori più rilevanti rivolto ai principali
mercati di sbocco tra il 2007 e il 2010, si nota una contrazione trasversale
alle aree e ai settori, in gran parte effetto della crisi del 2008-2009. Le
esportazioni lombarde diminuiscono, infatti, nella maggior parte dei paesi e
settori considerati, mentre i casi in cui l’export cresce sono generalmente
limitati ai mercati di più recente sviluppo, come Cina, India, Brasile. Tali
paesi, insieme a Svizzera e Romania, sono anche gli unici a manifestare un
incremento della domanda tra il 2007 e il 2009 in almeno uno dei quattro
settori in esame (cfr. Tab. 7 e Tab. 8). Tra il 2007 e il 2010 le esportazioni
nella meccanica e nei prodotti in metallo dirette in Spagna e Grecia
subiscono le riduzioni più ampie, mentre nel comparto delle macchine
elettriche, elettroniche ed ottiche la contrazione maggiore interessa l’export
rivolto al Regno Unito, alla Russia e, nuovamente, alla Grecia.
Tra il 2007 e il 2009 nella chimica e nelle macchine elettriche, elettroniche
ed ottiche, comparti caratterizzati da una riduzione più contenuta della
domanda da parte del complesso dei paesi in esame (cfr. Tab. 8), l’export
lombardo presenta un differenziale positivo solo con Paesi Passi e Belgio e
Lussemburgo nel primo caso e con Paesi Bassi e Svizzera nel secondo (cfr.
Fig. 12 e Fig. 13). Per quanto concerne la meccanica e i prodotti in metallo
la situazione è più disomogenea. Nel primo settore, infatti, la regione
mostra un differenziale positivo con quasi la metà dei più rilevanti mercati
di sbocco; tra questi figurano sia economie avanzate come Stati Uniti,
Francia e Austria, sia paesi di più recente sviluppo, come Cina, Brasile e
Polonia. Sempre nella meccanica, tra i paesi verso cui la Lombardia mostra
un differenziale di crescita negativo, si trovano aree in cui l’export regionale
incide relativamente di più sulla domanda; è questo il caso, ad esempio, di
Grecia e Russia, ma soprattutto di Romania e Turchia (cfr. Fig. 10). Per
quanto concerne i prodotti in metallo si evidenzia un differenziale negativo
nei confronti di Francia, Spagna, India e Regno Unito, mentre il differenziale
positivo più ampio si registra nei confronti della Cina verso cui le
esportazioni del settore tra il 2007 e il 2009 sono aumentate in media del
16% (rispetto al -15% del totale dell’export lombardo del comparto).
16
Tab. 7. - Le esportazioni della Lombardia per settore e paese di destinazione (quote
% sulle esportazioni complessive della regione nel 2010 e var. % medie annue
2007-2010)
DK
Quote
Var
%
%
Germania
Francia
Svizzera
Spagna
Stati Uniti
Regno Unito
Cina
Paesi Bassi
Polonia
Russia
Belgio e
Lussemburgo
Austria
Turchia
Grecia
Romania
Brasile
India
Totale paesi
DJ
Quote
Var
%
%
DG
Quote
Var
%
%
2,0
1,6
0,5
0,9
1,1
0,7
1,4
0,3
0,5
0,8
-3,9
-5,1
-1,8
-13,9
-10,7
-9,4
7,8
-4,3
-2,6
-0,8
3,4
2,2
1,4
0,8
0,6
0,6
0,2
0,4
0,6
0,3
-4,1
-6,6
19,6
-15,4
-9,7
-13,2
-2,3
-6,0
1,1
-5,9
2,1
1,3
0,8
0,9
0,9
0,6
0,2
0,5
0,3
0,3
3,5
-4,3
-5,3
-4,0
-1,1
-3,2
-4,5
4,4
2,3
4,0
0,4
0,3
0,5
0,2
0,2
0,5
0,5
12,4
-4,6
-3,1
-10,1
-12,6
-9,8
16,3
1,4
-4,5
0,4
0,5
0,3
0,1
0,3
0,1
0,2
12,4
-7,4
-4,4
4,9
-21,6
-1,3
19,3
5,6
-4,3
0,5
0,2
0,4
0,3
0,2
0,2
0,2
9,9
-7,0
-3,2
2,5
-5,1
3,7
11,3
13,0
-0,9
Fonte: Istat
Tab. 8. - L’andamento della domanda mondiale per settore e paese
(var. % medie annue 2007-2009)
DK
DJ
DG
DL
Germania
-10,9 -20,4
-2,8
-7,4
Francia
-11,0 -18,5
-1,8
-5,8
Svizzera
-5,2
1,6
-2,5
-2,5
Spagna
-22,2 -19,3
-3,8 -12,0
Stati Uniti
-13,5 -19,3
-2,7
-6,9
Regno Unito
-16,8
-4,0
-7,7 -12,1
Cina
1,2
2,6
0,7
-3,2
Paesi Bassi
-14,3 -20,5
-5,3
-9,2
Polonia
-11,2 -12,8
-1,1
-2,2
Russia
-14,4 -20,5
-4,1 -14,6
Belgio e Lussemburgo -12,4 -21,2
-4,7
-4,6
Austria
-10,6 -18,8
-1,0
-8,8
Turchia
-15,3 -16,6
-4,5
-5,5
Grecia
-12,1 -25,2
-0,8
-8,0
Romania
-15,4 -17,0
3,8
4,2
Brasile
6,0
-3,5
3,9
11,9
India
2,2
9,9 15,0
7,4
Totale paesi
-10,7 -13,2 -2,4
-6,3
Fonte: Chelem
17
DL
Quo
Var
te
%
%
1,5
-6,7
1,8
-4,7
0,8
10,0
0,8
-5,8
0,6
4,5
0,4 -12,0
0,4
10,7
0,4
5,5
0,4
-3,3
0,3 -11,9
0,2
0,2
0,2
0,2
0,2
0,2
0,2
8,6
-3,8
-5,4
-8,0
-11,8
-3,6
3,3
10,4
-3,2
Fig. 10 – Il settore DK: le esportazioni lombarde nei principali mercati di sbocco
(quote ‰ sulle importazioni complessive del paese al 2009 e differenziali di
crescita 2007-2009 con le importazioni del paese nel settore)
5,0
Stati Uniti
Paesi Bassi
Cina
Belgio e Lussemburgo
2,5
Brasile
Francia
Austria
Polonia
0,0
Germania
Grecia
Spagna
Russia
Diff.
di crescita
-2,5
Svizzera
-5,0
Regno Unito
-7,5
India
-10,0
Romania
-12,5
Turchia
-15,0
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
Quote ‰
Fonte: Chelem e Istat
Fig. 11 – Il settore DJ: le esportazioni lombarde nei principali mercati di sbocco
(quote ‰ sulle importazioni complessive del paese al 2009 e differenziali di
crescita 2007-2009 con le importazioni del paese nel settore)
Cina
12,0
Svizzera
Brasile
Belgio e Lussemburgo
8,0
Polonia
Turchia
4,0
Grecia
Paesi Bassi
Stati Uniti
Diff.
di crescita
0,0
Romania
Russia
Germania
Austria
Francia
-4,0
-8,0
India
Spagna
-12,0
-16,0
Regno Unito
-20,0
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
Quote ‰
Fonte: Chelem e Istat
18
5,0
6,0
7,0
8,0
Fig. 12 – Il settore DG: le esportazioni lombarde nei principali mercati di sbocco
(quote ‰ sulle importazioni complessive del paese al 2009 e differenziali di
crescita 2007-2009 con le importazioni del paese nel settore)
10,0
Belgio e Lussemburgo
Paesi Bassi
5,0
0,0
Germania
Diff.
di crescita
Russia
Polonia
Stati Uniti
Regno Unito
-5,0
Brasile
Turchia
Grecia
Spagna
-10,0
Francia
India
Romania
Austria
-15,0
Svizzera
Cina
-20,0
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
Quote ‰
Fonte: Chelem e Istat
Fig. 13 – Il settore DL: le esportazioni lombarde nei principali mercati di sbocco
(quote ‰ sulle importazioni complessive del paese al 2009 e differenziali di
crescita 2007-2009 con le importazioni del paese nel settore)
15,0
Paesi Bassi
10,0
5,0
Svizzera
Stati Uniti
0,0
Diff.
di crescita
Cina
India
Belgio e Lussemburgo
Polonia
-5,0
Regno Unito
Austria
Grecia
Germania
Francia
-10,0
Turchia
Brasile
Spagna
Russia
-15,0
-20,0
Romania
-25,0
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
Quote ‰
Fonte: Chelem e Istat
19
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
6 La scomposizione della dinamica
dell’export1
Scomponendo la variazione assoluta delle esportazioni regionali seguendo la
metodologia di analisi constant market share (CMSA), si nota che tra il 1998
e il 2003 e tra il 2004 e il 2007 la dinamica del commercio mondiale e la
struttura dei mercati di destinazione esercitano entrambi un impatto
positivo sull’andamento dell’export regionale, mentre un effetto negativo è
riconducibile alla struttura settoriale. Quanto detto trova conferma anche
nel 2008, sebbene in tale anno il peso negativo della struttura settoriale
arrivi quasi a controbilanciare l’effetto positivo della dinamica del commercio
mondiale, mentre negli anni precedenti la distanza tra i due in termini
assoluti era particolarmente ampia. Nel 2009 tutte le componenti
considerate, ma soprattutto la dinamica del commercio mondiale,
contribuiscono alla riduzione delle esportazioni lombarde. Nel lungo periodo
il ruolo svolto dallo sviluppo del commercio mondiale è preponderante nel
condizionare l’andamento dell’export regionale, mentre su quest’ultimo
l’effetto settoriale incide sempre negativamente (cfr. Fig. 14).
1
Nel presente aggiornamento l’analisi è stata svolta utilizzando una
disaggregazione settoriale a 2 lettere e non una a 3 digit come nelle precedenti
versioni del lavoro a seguito della difficoltà di raccordare la classificazione settoriale
ISIC rev 3 di Chelem e l’ATECO2007 di Istat (cfr. l’appendice). Pertanto risultati
differenti rispetto alla CMSA realizzata l’anno passato in termini di effetto settoriale
e, di conseguenza, residuale sono da attribuirsi all’utilizzo di una classificazione
settoriale più aggregata.
20
Tab. 9. – La scomposizione della dinamica dell’export
Var. in milioni di euro
1998200420082003
2007
2009
Dinamica del
commercio
mondiale
21.939
35.036
-11.116
Struttura settoriale
-10.012
-9.366
-7.350
Mercati di
destinazione
1.358
2.950
173
Effetto residuo
876
-2.532
-1.521
TOTALE
14.161
26.089 -19.814
Numeri indice
1998200420082003
2007
2009
155
-71
134
-36
56
37
10
6
100
11
-10
100
-1
8
100
2007
2008
2009
2007
2008
2009
Dinamica del commercio
mondiale
5.093
-20.060
58
443
92
Struttura settoriale
Mercati di destinazione
Effetto residuo
-700
1.532
2.900
8.944
6.948
774
-751
-8
17
33
-344
38
-37
2
3
4
8.825
2.019
-402
-601
-770
21.833
100
100
100
TOTALE
Fonte: Chelem e Istat
Fig. 14 – La scomposizione della dinamica dell’export nel periodo 1998-2009
(variazioni in milioni di euro)
18.000
13.000
8.000
3.000
-2.000
-7.000
-12.000
-17.000
-22.000
1998
1999
2000
2001
2002
Commercio mondiale
2003
Settori
21
2004
2005
Paesi
2006
Residuo
2007
Totale
2008
2009
7 Il commercio intra-settoriale
Come negli aggiornamenti degli scorsi anni, si è svolto un monitoraggio
dell’evoluzione del commercio intra-settoriale con l’obiettivo di cogliere
eventuali processi di delocalizzazione produttiva e/o frammentazione
internazionale della produzione. Analogamente alle edizioni passate, inoltre,
si utilizza l’indice di Grubel-Lloyd2, calcolato su un dettaglio settoriale a 3
digit. L’indice di Grubel-Lloyd misura la sovrapposizione tra importazioni ed
esportazioni di uno stesso settore. Il valore di questo indice può oscillare nel
range [0,1] e, nel caso in cui il valore dell’indice fosse uguale a 0, la
situazione del settore analizzato sarebbe quella di assenza di commercio
intra-settoriale (o solo esportazioni o solo importazioni per quel settore).
Valori intermedi rispetto agli estremi 0 ed 1 indicano l’esistenza di
commercio intra-settoriale in misura tanto maggiore quanto più il valore
dell’indice si avvicina ad 1. L’indice può fornire anche una misura del grado
di specializzazione di un territorio in un determinato settore.
Nel 2010 l’indice evidenzia il valore più elevato nell’abbigliamento (che vede
anche una differenza positiva relativamente ampia tra il 2010 e il 1998), e
nel comparto dei motori, generatori e trasformatori elettrici; seguono il
comparto dei saponi e detergenti prodotti per la pulizia e la lucidatura,
profumi e cosmetici e quello degli apparecchi per uso domestico, che
presentano anche il più ampio aumento dell’indice tra il 1998 e il 2010 (cfr.
Tab. 10).
2
Formalmente l’indice calcolato per n settori, si esprime con la formula seguente:
GL = 1-[∑k |Xk - Mk|/∑k(Xk + Mk)] dove X ed M rappresentano, rispettivamente, le
esportazioni e le importazioni di un’area geografica e k=1,…,n indica il settore di attività
economica.
22
Tab. 10 – L’indice di Grubel-Lloyd nei principali settori di esportazione (valore
dell’indice nel 2010, differenza con il valore del 1998, quote % del settore sulle
esportazioni lombarde complessive nel 2010).
2010Quote
2010
1998
%
Macchine di impiego generale
0,61
-0,14
6,42
Altre macchine di impiego generale
0,82
-0,01
5,71
Altre macchine per impieghi speciali
0,49
-0,11
5,25
Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti
azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme
primarie
0,66
0,05
5,04
Altri prodotti in metallo
0,46
0,07
4,10
Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi;
combustibili nucleari
0,78
0,15
3,51
Articoli in materie plastiche
0,72
0,03
3,48
Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in
pelliccia
0,98
0,26
3,19
Medicinali e preparati farmaceutici
0,57
-0,15
3,00
Tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in
acciaio (esclusi quelli in acciaio colato)
0,35
-0,16
2,83
Motori, generatori e trasformatori elettrici;
apparecchiature per la distribuzione e il controllo
dell'elettricità
0,98
0,05
2,58
Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori
0,77
0,12
2,20
Prodotti della siderurgia
0,59
0,18
2,18
Mobili
0,31
0,10
2,08
Saponi e detergenti, prodotti per la pulizia e la
lucidatura, profumi e cosmetici
0,91
0,02
1,99
Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine
utensili
0,49
-0,24
1,89
Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi
0,38
-0,45
1,79
Tessuti
0,59
0,04
1,77
Strumenti e apparecchi di misurazione, prova e
navigazione; orologi
0,77
0,14
1,65
Apparecchiature per le telecomunicazioni
0,71
0,17
1,63
Apparecchi per uso domestico
0,88
0,30
1,61
Autoveicoli
0,37
-0,01
1,60
Totale commercio internazionale della regione
0,62
0,01
100,00
Fonte: Istat
8 L’export per provincia3
Tra il 2007 e il 2010 presentano una crescita dell’export solo Lodi, Pavia e
Cremona, province la cui incidenza sul totale regionale è molto contenuta.
Nello stesso periodo le esportazioni di Varese, Mantova e Milano si riducono
meno del totale regionale, mentre riduzioni più ampie interessano Bergamo
e Brescia che rivestono un peso sull’export lombardo superiore al 10% (cfr.
3
La provincia di Monza e Brianza, i cui dati sono disponibili solo per il 2010, è stata inclusa
in quella di Milano, in modo da rendere omogeneo il confronto con gli anni precedenti.
23
Fig. 16). Concentrando l’analisi al biennio della crisi economico-finanziaria si
nota come la riduzione delle esportazioni a livello provinciale spazi dal 1,4% di Pavia al -15,6% di Brescia. La relativa tenuta della prima si
riconduce in gran parte agli incrementi delle esportazioni in settori che
pesano maggiormente sul totale provinciale (alimentare, chimica,
meccanica); il calo delle esportazioni bresciane coinvolge quasi tutti i settori
e, tra quelli più rilevanti, è particolarmente marcato nei prodotti in metallo e
nei mezzi di trasporto.
Tra il 2010 e il 1998 vedono crescere il proprio peso sull’export regionale
Pavia, Lodi e Cremona, che continuano a rivestire, tuttavia, un’incidenza
limitata, Mantova e Varese e, seppur di poco, anche Bergamo e Brescia (cfr.
Fig. 17); si riduce leggermente la già modesta incidenza di Sondrio e Lecco
e quella di Como e di Milano, provincia il cui ruolo rimane preponderante
(44% sul totale regionale nel 2010). La riduzione del peso dell’export
lombardo sulla domanda mondiale tra il 1998 e il 2009 si riflette su tutte le
province, ad eccezione di Cremona e Lodi. Nel 2009 esercitano sulla
domanda mondiale un peso superiore all’1‰ solo Milano (4,3‰), Bergamo
e Brescia (1,2‰ entrambe) (cfr. Tab.11).
Fig. 15 – Le esportazioni provinciali (var. % medie annue 2007-2009).
Fonte: Istat
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Fig. 16 – Le esportazioni provinciali (quote % sulle esportazioni regionali nel 2010 e
var. % medie annue 2007-2010).
Pavia
1
Lodi
Cremona
0
-1
Var %
Varese
-2
Milano
Mantova
Var % export lombardo
-3
-4
Como
Bergamo
Lecco
-5
Sondrio
Brescia
-6
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Quote %
Fonte: Istat
Fig. 17 – Le esportazioni provinciali (differenza tra le quote % sull’export regionale
del 2010 e del 1998 e var. % medie annue 1998-2010)
Lodi
Var % export
lombardo
Cremona
Mantova
Pavia
Varese
Brescia
Bergamo
Lecco
Milano
Sondrio
Como
-2,5
-1,5
-0,5
0,5
1,5
2,5
3,5
Diff. quote
Fonte: Istat
25
4,5
Var. %
5,5
6,5
7,5
8,5
9,5
Tab. 11 – Le esportazioni provinciali e la domanda mondiale (quote ‰ e differenza
tra le quote 2009 e 1998)
1998
2004
2009
Differenza
Varese
1,2
1,0
0,9
-0,26
Como
0,9
0,6
0,5
-0,42
Sondrio
0,1
0,1
0,1
-0,02
Milano
6,2
5,1
4,3
-1,86
Bergamo
1,6
1,4
1,2
-0,45
Brescia
1,6
1,4
1,2
-0,48
Pavia
0,4
0,4
0,4
-0,06
Cremona
0,3
0,3
0,3
0,00
Mantova
0,6
0,5
0,5
-0,14
Lecco
0,5
0,4
0,3
-0,13
Lodi
0,1
0,1
0,1
0,05
Lombardia
13,5
11,2
9,7
-3,76
Fonte: Chelem e Istat
26
Appendice: le basi dati
Per l’elaborazione del rapporto e delle tavole sono state utilizzate le
seguenti fonti di informazione:
ISTAT, commercio estero di beni per provincia, area geografica e
settore merceologico (http://www.coeweb.istat.it/).
CHELEM di CEPII per la matrice origine/destinazione del commercio
internazionale e per i tassi di cambio per gli anni 1998-2009
(http://www.cepii.fr/anglaisgraph/bdd/chelem.htm).
Le statistiche del WTO e il tasso di cambio dollaro/euro di fonte Banca
d’Italia per aggiornare al 2010 l’evoluzione complessiva della
domanda mondiale (http://stat.wto.org e http://uif.bancaditalia.it).
Le tavole statistiche sono state elaborate secondo un unico livello di
disaggregazione settoriale: una classificazione a 18 settori. A differenza
degli anni passati non è stato possibile passare ad una maggiore
disaggregazione settoriale in quanto, all’aumentare del dettaglio settoriale,
risulta particolarmente arduo il raccordo tra la classificazione ATECO2007,
utilizzata da ISTAT e la ISIC rev 3 dei dati di CHELEM. Una disaggregazione
settoriale più estesa è stata utilizzata solo per il calcolo dell’indice di GrubelLloyd, che non richiede un confronto con la domanda mondiale.
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