Domenico Lovascio - Premio Franz Kafka Italia

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Domenico Lovascio - Premio Franz Kafka Italia
Domenico Lovascio
Mascialino, R.
2016 Domenico Lovascio: Un nome, mille volti. Giulio Cesare nel teatro
inglese della prima età moderna. PREMIo LETTERARIo NAZIoNALE ‘FRANZ
KAFKA ITALIA®’ VI Edizione 2016, Sezione Saggi, Premio Speciale della Giuria:
Recensione.
Il saggio di Domenico Lovascio Un nome, mille volti. Giulio Cesare nel
teatro inglese della prima età moderna (Roma: Carocci editore 2015) dà
un’analisi di come la cultura inglese della prima età moderna riferitamente al
dramma elisabettiano e giacominiano abbia interpretato la figura di Giulio
Cesare soprattutto con la finalità di mettere in evidenza i rischi corsi dalla
società inglese a fronte di un possibile potere politico accentrato su di una
unica persona ambiziosa e senza scrupoli. Il modo di procedere di Domenico
Lovascio nell’indagine si avvale della citazione di brani significativi tratti da
alcune tragedie scritte sull’argomento da diversi autori e di costanti commenti
esplicativi condotti con un linguaggio che onora la chiarezza logica così che la
narrazione, pur entro una cornice molto erudita fatta di riferimenti culturali
documentati con massimo dettaglio, non scade mai nel nozionismo calato
dall’alto per pochi specialisti, e non dà mai nulla per scontato. Allo scopo
l’Autore offre una solida analisi critica delle opere prese in considerazione
capace di fare capire al meglio come il personaggio storico Giulio Cesare venga
presentato nella cultura inglese dell’epoca, ciò in un’opera non solo
interessante per l’argomento trattato, la straordinaria figura di Giulio Cesare,
ma, pur restando essa sempre nell’ambito dell’oggettività garantita dal più
trasparen-te uso della logica e della documentazione, anche avvincente. La
ricerca prende in esame sette drammi composti tra il 1594 e il 1620 molto
scarsamente noti e trattati dagli studiosi solo in qualche articolo e qualche tesi
di laurea, per cui il volume di Domenico Lovascio si presenta anche come
novità quasi assoluta nel campo. Ne esce un volto molto sfaccettato di Giulio
Cesare secondo eterogenee prospettive spesso negativamente puntate sul
personaggio, che ciò nonostante conserva il suo fascino immutato a dispetto
di ogni possibile detrazione, quasi che Giulio Cesare riesca a essere vittorioso
anche per così dire sui nemici a livello culturale. Non solo i testi vengono
analizzati, ma anche il contesto socio-politico dell’epoca viene investigato e
chiarito su precisa documentazione di fonti veri-ficabili, il tutto in un approccio
scientifico all’analisi proposta. Come esempio tra gli altri possibli, verrà dato qui
un breve cenno al contenuto del settimo capitolo, l’ultimo prima della
conclusione, il quale tratta del dramma The False One di John Fletcher e Philip
Massinger, in particolare al concetto di effeminazione (153) di Giulio Cesare
inteso nel senso di perdita di mascolinità e valori positivi del capo politico di un
popolo dovuta principalmente, anche se non solo, al cedimento nei confronti
dei piaceri sessuali. Interessante è il fatto che la perdita di capacità di comando
e il cedimento all’erotismo e alla bramosia di ricchezza venga sintetiz-
Rassegna di poeti, scrittori e artisti
zato nel dramma con il concetto di effeminazione, del farsi donna per così dire,
quasi che tutto il negativo stia dalla parte delle donne, un po’ come non ci fosse
un negativo maschile in sé, ma il negativo di un maschio fosse la caduta appunto nell’effeminatezza, questo in tema con la tradizionale distinzione dei sessi e
detrazione di quello femminile. La prospettiva critica aperta su tale effeminatezza riferita al cedimento verso i piaceri sessuali nell’anziano Giulio Cesare, che
avrebbe perso la testa per la giovanissima Cleopatra, risulta quanto mai intrigante nell’ambito della cultura italiana in cui la condotta sessuale dei capi politici non
viene ritenuta per nulla importante e viene ascritta alla libertà di cui deve godere
la sfera privata di qualsiasi individuo. Nella cultura inglese dell’epoca invece un
interesse esagerato per il sesso in un capo politico diviene la causa principale
della decadenza del capo politico stesso, nella fattispecie di Giulio Cesare che
per via della sua cosiddetta effeminazione non è più ritenuto in grado di essere
il capo di un popolo come viene ribadito nel dramma e valutato criticamente nel
saggio. Si legge tra l’altro:
164
“(…) Il tempo e le energie dedicate al sesso hanno smussato l’ardore guerresco di
Cesare (…): mediante il sesso Cleopatra è riuscita a succhiare via la sua energia, dissipandone immediatamente spirito marziale e mascolinità (…)”
Aggiungendo una breve riflessione, non solo lo spirito marziale viene dissipato nel caso il sesso sia la principale occupazione della mente di un individuo, ma
tutta la personalità e l’intelligenza si affievoliscono e si abbattono le caratteristiche necessarie alla visione panoramica e lungimirante che necessitano di concentrazione, non di rilassamento. Per concludere: il saggio di Domenico Lovascio fa
conoscere un Giulio Cesare appunto dai mille volti secondo i drammi presi in considerazione e consente al lettore di formarsi un’idea fondata su documenti esposti in angolazione critica attorno all’interpretazione della figura di Giulio Cesare
nella cultura inglese dell’epoca elisabettiana all’inizio dell’età moderna e stimola
nel contempo anche un approfondimento importante relativo alle caratteristiche
di personalità dei capi politici in generale perché possano essere affidabili e capaci di svolgere la loro attività di guida dei popoli.
Rita Mascialino