COMUNE di CASALDUNI - VIA - VAS

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COMUNE di CASALDUNI - VIA - VAS
REGIONE CAMPANIA
COMUNE di CASALDUNI
Provincia di BENEVENTO
PROGETTO DEI LAVORI DI REALIZZAZIONE DI UN PARCO EOLICO IN LOCALITA’
“DIRUGGIO” – “MASTARZO” – “PIP” -“COLLE MARINO” -“FORTUNATO” –
“ZINGOLELLA” – “ACQUARO”
DENOMINAZIONE:
RELAZIONE DI COMPATIBILITA' IDROGEOLOGICA E SISMICA
___________________________________
CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOLOGICA DEL SITO
D.M. 14/01/2008
L’IMPRESA
P ROF . I NG . V INCENZO R OSIELLO
P R O GE T T AZ I O N E E D I R E Z I O N E L AV O R I
DI O PE RE CI VIL I, I ND US T RI AL I E D
AM B IE N T AL I
C O OR DI N AM EN T O DE L L A SI CU RE Z Z A
IN F AS E D I P R O GE T T AZ I O NE ED
E SEC U Z I O N E
IL GEOLOGO
Dott. Antonio Giordano
V.le Mario Rotili, 148 - 8 2 1 0 0 B e n e v e n t o
Tel. 0824 52096 – Fax 0824 359842
E-mail: [email protected]
CODICE
PROGETTO:
DATA
PROGETTO:
Febbraio 2013
N. STESURA
ELABORATO:
COLLABORAZIONE ALLA
PROGETTAZIONE:
COLLABORAZIONE ALLA
PROGETTAZIONE:
Relazione idrogeologica Parco Eolico in località “DIRUGGIO – MASTARZO – PIP – COLLEMARINO –
FORTUNATO - ACQUARO”in agro nel comune di Casalduni (BN)
Sommario
0 1 PREMESSA .......................................................................................................................................................... 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE ........................................................................................... 4 1.1 Formazioni geologiche affioranti e loro assetto strutturale ......................................................................... 4 2 LINEAMENTI IDROGEOLOGICI...................................................................................................................... 8 2.1 Circolazione idrica superficiale ................................................................................................................... 8 2.2 Circolazione idrica sotterranea .................................................................................................................... 8 3 ASPETTI IDROGEOLOGICI ........................................................................................................................... 10 3.1 Caratteristiche idrogeologiche dei terreni interessati dal campo eolico e dal cavidotto interno ed esterno.
10 3.1.1 Ambiente idrico superficiale ................................................................................................................. 10 3.1.2 Inquadramento idrografico e idrologico generale ................................................................................. 10 4 ZONAZIONE IN PROSPETTIVA SISMICA.................................................................................................... 12 4.1 Valutazione del moto sismico di riferimento............................................................................................. 13 4.2 Individuazione delle caratteristiche geotecniche dei terreni di interesse per la determinazione della
risposta dinamica dei terreni ................................................................................................................................... 14 4.2.1 Coefficiente di amplificazione topografica ........................................................................................... 15 4.2.2 Categorie di suolo di fondazione........................................................................................................... 15 5 OPERE IN PROGETTO CARATTERISTICHE GEOTECNICHE E POSSIBILE INTERAZIONE CON IL
SISTEMA IDROGEOLOGICO.................................................................................................................................. 16 5.1 Cavidotto ................................................................................................................................................... 16 5.2 Fondazione delle torri e piazzole di montaggio........................................................................................ 18 5.3 Stradine di accesso e viabilita’ di servizio................................................................................................. 18 6 CARATTERISTICHE GEOTECNICHE............................................................................................................ 18 7 CONSIDERAZIONI RELATIVE ALLA FORMULAZIONE DELLO STUDIO “VALUTAZIONE IMPATTI
AMBIENTALI” .......................................................................................................................................................... 21 7.1 Degrado del suolo...................................................................................................................................... 21 7.2 Caratteristiche morfologiche e geologiche e ambientali dell’area oggetto di studio ................................ 21 7.3 Quadro ambientale..................................................................................................................................... 21 8 CONCLUSIONI.................................................................................................................................................. 23 dott. Antonio Giordano
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Relazione idrogeologica Parco Eolico in località “DIRUGGIO – MASTARZO – PIP – COLLEMARINO –
FORTUNATO - ACQUARO”in agro nel comune di Casalduni (BN)
0 PREMESSA
La World Wind Energy House Srl con sede legale in Roma alla via degli Avignonesi,5 e sede
operativa alla via Mario Rotili,148 Benevento, dovendo procedere alla RIMODULAZIONE del
Progetto per la realizzazione del PARCO EOLICO ubicato in località “DIRUGGIO –
MASTARZO – PIP – COLLEMARINO – FORTUNATO - ACQUARO” in agro nel
comune di Casalduni (BN) con annesso ELETTRODOTTO INTERRATO ai sensi del T.U.
n° 1775 dell’11/!2/1933 e SOTTOSTAZIONE DI TRASFORMAZIONE ELETTRICA
MT/AT, sita in agro del Comune di Pontelandolfo dava incarico al sottoscritto geologo dott.
Antonio Giordano di eseguire uno Studio di Compatibilità Idrogeologica finalizzato alla
caratterizzazione geologica e idrogeologica-geotecnica e sismica dei terreni relativi a :
-Realizzazione di n° 12 Aerogeneratori, della potenza di 3 MW cadauno,
contrassegnati come WTG 01 - WTG 03 - WTG 04 -WTG 05- WTG 07- WTG 08WTG 09- WTG 10- WTG 11- WTG 13- WTG 14 -WTG18.
-Elettrodotto interrato;
-Sottostazione di trasformazione Elettrica MT/AT;
-Sistemazione delle strade esistenti e realizzazione di tratti di collegamento da queste
ultime alle piazzole dei vari aerogeneratori
Le scelte progettuali, sono state eseguite alla luce dell’ordinanza sismica n. 3274 del 20.03.2003,
che ha introdotto, tra l'altro, la necessità di considerare, per le costruzioni sui pendii o in loro
prossimità, un coefficiente di amplificazione topografica St. nonché in ottemperanza del D.M.
11/03/1988 e successive modifiche e integrazioni e della legge 354 del 21/12/1999 (attuazione
della legge Merloni).
In ottemperanza alle leggi vigenti, il presente studio è stato eseguito anche secondo quanto
prescritto dal D.M. 14 Gennaio 2008 pubblicato sul S.O. della G.U. n° 30 del 4 Febbraio 2008 ,
che prevede , tra l’altro, una “Caratterizzazione e Modellazione Geologica del Sito” in studio .
La Caratterizzazione e la Modellazione Geologica del Sito è stata eseguita con la
ricostruzione dei caratteri litologici, stratigrafici, strutturali, idrogeologici, geomorfologici e, più
in generale, di pericolosità geologica del territorio.
In considerazione dell’intervento da realizzare e della complessità del contesto geologico sono
state eseguite specifiche indagini finalizzate alla documentata ricostruzione del “modello
geologico”.
Esso è stato sviluppato in modo da costituire utile elemento di riferimento per il progettista, per
inquadrare i problemi geotecnici e per definire il programma delle indagini geotecniche. La
dott. Antonio Giordano
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redazione della seguente relazione è volta anche alla definizione di un quadro geologicoambientale funzionale e di ausilio alle più opportune scelte tecniche da adottare in questa fase di
progettazione esecutiva.
I metodi e i risultati delle indagini verranno esaurientemente esposti e commentati in questa
Relazione Geologica.
Sono stati effettuati numerosi sopralluoghi nella zona interessata e si è portato a termine il
seguente piano di lavoro:
¾ Ricerca bibliografica di pubblicazioni e studi di carattere geologico effettuati nell’area
d’interesse;
¾ Rilevamento geologico e geomorfologico di un’area sufficientemente ampia e delle zone
specificatamente interessate dalle opere di progetto;
¾ Raccolta ed analisi di informazioni e dati provenienti da precedenti studi di carattere
geologico–geotecnico-sismico-idrogeologico
e
idraulico
ricadenti
nell’area
oggetto
d’intervento ed in aree attigue.
¾ Esecuzione di n.3 sondaggi meccanici spinti sino alla profondità di metri 30 eseguiti in
corrispondenza del WTG5 – WTG10 ed ex WTG17;
¾ Esecuzione di n. 3 down-hole eseguiti nei fori di sondaggio . WTG5 – WTG10 ed ex
WTG17.
¾ prove geotecniche di laboratorio eseguite dalla laboratorio regolarmente autorizzato dal
Ministero Infrastrutture e Trasporti “GEOSVEVA” di Lucera (FG)
Obbiettivo dello studio è stato quello di fornire un quadro di riferimento geologico e tecnico dei
terreni affioranti nell’area esaminata al fine di una congrua valutazione delle caratteristiche
geostrutturali e delle conseguenti scelte progettuali. In particolare si da evidenza del quadro
geologico, geomorfologico e idrogeologico con riferimento all’acclività dei versanti ed al rischio
frana.
Lo studio ha peraltro puntato ad individuare le possibili problematiche di ordine geologico
tecnico per poter pianificare e programmare le più opportune misure di prevenzione, protezione e
mitigazione della pericolosità geomorfologica.
Va in tal senso rilevato che, in relazione ai vincoli di interesse geologico esistenti, l’ area in
esame:
¾ Ricade in zona simicamente attiva e legalmente classificata come Zona 1 così come da
O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/03, aggiornata al 16/01/2006.
¾ interessa aree classificate dall’Autorità di Bacino dei Fiumi Liri - Garigliano e Volturno
della Regione Campania così come segue:
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Gli Aerogeneratori WTG3 - WTG4 - WTG8 - WTG9 - WTG10 - WTG13 WTG14 -WTG18 ricadono in aree non soggette a nessun vincolo.
Gli aerogeneratori WTG1- WTG5 - WTG7 - WTG11 ricadono in Aree di
possibile ampliamento dei fenomeni franosi (C1), tuttavia dal rilevamento
geomorfologico di dettaglio eseguito, non si rilevano fenomeni suscettibili di
modificare in tempi brevi l’assetto geomorfologico attuale.
Il lavoro in oggetto si avvale, oltre che dell'esperienza professionale per aver operato numerosi
interventi negli stessi tipi di terreno, dei risultati dei sondaggi precedentemente eseguiti nonché
della letteratura tecnico-scientifica esistente, della carta geologica d’Italia e precisamente il
Foglio N. 173 BENEVENTO, onde contribuire nel migliore dei modi alla risoluzione delle
problematiche geologiche.
I risultati ottenuti verranno esposti e commentati in questa relazione
geologico-tecnica di
accompagnamento al progetto, corredati da planimetrie e allegati.
1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE
1.1 Formazioni geologiche affioranti e loro assetto strutturale
Per una migliore comprensione dei concetti geologici che appresso si riportano, si rende
necessario un inquadramento geologico generale della zona .
Il presente studio riguarda i sedimenti che interessano i margini dell'area orientale del Matese, e
sono caratterizzati da sedimenti del ciclo sedimentario del Langhiano-
Tortoniano. Il ciclo ha
inizio con la fase tettonica langhiana durante la quale si modificano le preesistenti condizioni
paleogeogrfiche, costituite dal bacino lagonegrese intermedio alle due piattaforme carbonatiche,
infatti la piattaforma campana - lucana e le coltri ad essa sovrapposte (complesso sicilide e
liguride) subiscono una traslazione verso l'avampaese coprendo in parte i sedimenti del bacino
lagonegrese. Si viene a costituire così un nuovo bacino di sedimentazione il “Bacino Irpino”, i
cui margini sono dati ad occidente dalle coltri sopramenzionate e ad oriente dalla piattaforma
campana-abruzzese. La sedimentazione è terrigena sul bordo occidentale e nella parte centrale
del bacino irpino, calcareo-marnoso-arenacea sul suo margine orientale. Le facies sono
prevalentemente torbiditiche, i sedimenti arenaceo-conglomeratiche del margine occidentale
costituiscono la formazione di Castelvetere e sono trasgressivi e discordanti sui terreni della
piattaforma carbonatica campano-lucana. In essi sono intercalati blocchi calcarei della serie
mesozoica e masse del materiale alloctono costituito dalle argille varicolori , scivolati dal
margine nel bacino (Wild Flysch). Nel bacino irpino la sedimentazione continua fino al
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Tortoniano. In questo periodo avviene prima la messa in posto di una estesa coltre di argille
varicolori e successivamente la traslazione dei sedimenti del bacino irpino verso l'avampaese
pugliese. Pertanto il periodo miocenico viene distinto in tre grosse aree di affioramento, Area
della facies Abruzzese, Area Marginale della facies Molisana Distale, Area della facies di
Flysch.
Le formazioni marine antiche appartengono a diverse unità litostratigrafiche, relative a diverse
situazioni paleoambientali che si sono succedute nei vari periodi geologici, a partire dal Trias
fino al Plio-Pleistocene.
In sintesi si può così schematizzare:
•
Facies abruzzese costituente il bordo esterno dell’Appennino Meridionale
•
Facies di transizione (facies molisana prossimale)
•
Facies di Flysch (facies molisana distale)
La prima area corrisponde ai Massici del Taburno-Camposauro a Sud e del Matese a Nord.
La seconda area è compresa tra la facies abruzzese e la facies molisana distale e si tova subito al
margine orientale dei massicci sopradescritti.
La terza area corrispondente alla Depressione molisana Sannitica e risulta trasgressiva sulla
facies molisana prossimale (area interessata dal progettando parco eolico)
Altofondo Abruzzese (facies abruzzese), corrispondente ad ambiente di piattaforma
e
caratterizzato da sedimentazione calcareo-dolomitica in facies neritica dal Trias al Cretacico
(Monti del Matese, le Mainarde ,Taburno e Camposauro)
Zona di transizione tra Altofondo Abruzzese e Bacino Molisano (facies molisana
prossimale), corrispondente ad un ambiente di scarpata e caratterizzato da sedimentazione
calcareo-marnoso-selciosa, a partire dal Cretacico fino al Miocene, con abbondanti apporti
detritici della zona di piattaforma (Monti di Venafro-Isernia, zona di Frosolone, zona di Sepino)
Bacino Molisano (facies molisana distale), corrispondente ad un ambiente di sedimentazione di
mare aperto e relativamente profondo, antistante la zona di scarpata e caratterizzato da una
sedimentazione terrigena, prevalentemente argillitica nella parte basale e prevalentemente
arenitica in quella sommitale.
I rapporti geometrici tra le diverse unità riflettono solo in parte quelli originari, in quanto
notevolmente modificati durante il Pliocene dalle complesse vicissitudini che hanno
accompagnato l'orogenesi appenninica
Una ristretta fascia montuosa al bordo orientale della dorsale appenninica costituita dai rilievi dei
monti del Matese; i rilievi sono formati da rocce calcaree, calcareo-dolomitiche e dolomitiche di
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età in massima parte triassico-cretacica, per lo più stratificate , raramente massive, sono
caratterizzati da forme piuttosto aspre, con pendii generalmente piuttosto acclivi.
Un'ampia fascia che si estende verso Est nella quale affiorano in larga prevalenza formazioni
calcareo-marnoso-selciose di età cretacico-oligocenica e complessi flyscioidi miocenici a
costituzione arenaceo-marnosa o argilloso-marnosa.
I tratti della morfologia sono quasi ovunque piuttosto blandi, i rilievi sono in genere poco
accentuati e le incisioni vallive, anche quelle principali, sono spesso poco profonde
Una fascia molto estesa, nella quale affiorano diffusamente terreni a prevalente costituzione
argillosa "Argille varicolori" e formazioni flyscioidi calcareo-marnose, arenaceo-marnose e
marnoso-argillose di età miocenica. La morfologia diviene molto articolata e varia; numerose e
profonde incisioni torrentizie, di vario ordine e tutte più o meno in approfondimento d'alveo. Dal
paesaggio argilloso circostante emergono sotto forma di strette dorsali allungate disposte spesso
trasversalmente rispetto alle aste fluviali, gli affioramenti di masse rocciose a costituzione
calcareo-marnosa.
L'area oggetto di studio ricade in gran parte nella facies di Flysch ed è costituita dalle seguenti
formazioni geologiche che dalle più antiche alle più recenti di si riportano:
-Alternanze di marne rossastre, talora verdastre, e di calcari biancastri pseudo
cristallini, sottilmente stratificate, con noduli e straterelli di selce. Sovrastanti ed
eteropiche a calcareniti e calcilutiti di colore avana, talora grigiastre, ben
stratificate con qualche intercalazioni marnose.
Ricade in questa unità l’aerogeneratore WTG18.
-Argille e marne siltose grigie e varicolori con intercalazioni di calcari e calcari marnosi
avani e verdastri con orizzonti di diaspri rossi e nerastri, sottilmente stratificati.
Questa unità litostratigrafica informale affiora nell'area oggetto di studio ed è formata da
argille rosse e/o di vario colore, con intercalazioni di calciruditi e calcareniti, le quali
localmente formano pacchi di strati della spessore massimo di 80-100 metri.
L’Unità è costituita da argille e marne siltose con intercalazioni di calcari marnosi avana e
verdastri e argille marnose variegate, quasi sempre scagliettate, con intercalazioni più o meno
frequenti di strati calcarenitici.
dott. Antonio Giordano
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A vari livelli sono interposti lembi di calciruditi e calcareniti gradate, con nummuliti e
Alveoline rimaneggiate, in alternanza con marne argillose rosse e con calcari e diaspri rossi e
verdi.
Ricadono in questa unità gli aerogeneratori WTG11 - WTG13 e WTG14. Dai sondaggi
eseguiti è scaturita la opportunità di fare rientrare in questa formazione geologica anche
lì aerogeneratore WTG10.
-argille e marne siltose, grigie e varicolori scagliettate in prevalenza di colore rosso vinato
e verde;argilloscisti scagliettati di colore bruno o bruno verdastro con frequenti intercalazioni
di calcareniti grigio piombo e di calcari biancastri con liste e noduli di selce bruna o rosata. Le
calciruditi e le calcareniti contengono frammenti di Rudiste, Nummuliti e Alveoline e
presentano strutture di risedimentazione quali impronte di fondo e sequenze di Bouma. La
parte più alta delle argille varicolori, è costituita da un'alternanza di argille verdi, bentoniti
bianco verdastre, calcareniti, spongoliti, diaspri e arenarie. Nella parte inferiore di questa
unità sono state rinvenute
microfaune a piccoli foraminiferi planctonici con probabili esemplari di Pythonella attribuiti
al Cretacico.
Nella parte alta vi sono microfaune caratterizzate dalla predominanza di Foraminiferi
planctonici. L'ambiente di sedimentazione era di bacino dove gli apporti argillosi
probabilmente di natura residuale, si alternavano a porti calcarei provenienti da margini di
piattaforme carbonatiche, talvolta in questa formazione si notano orizzonte di diaspri rossi e
neri sottilmente stratificati
Ricadono in questa unità gran parte degli aerogeneratori e precisamente gli
aerogeneratori WTG01-WTG03-WTG04-WTG05-WTG07.
-Complesso arenaceo, arenarie sabbioni grigio-giallastre, argille grigio-azzurrognole
alternanti a livelli calcarenitici e lenti di marne e puddinghe
Le arenarie e livelli arenacei dalla caratteristica colorazione giallastra e marne grigiastre
alla base, superiormente chiudono la formazione il complesso delle argille prevalentemente
grigiastre del Tortoniano.
Ricadono in questa unità gli aerogeneratori WTG08 – WTG09 .
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2 LINEAMENTI IDROGEOLOGICI
2.1 Circolazione idrica superficiale
Nell’area oggetto di studio, una azione predominante viene esercitata dall’azione delle acque
dilavanti che interessa le porzioni di versanti più acclivi e privi di vegetazione e che provoca
processi d’erosione accelerata con conseguente deterioramento del paesaggio e dei manufatti ivi
presenti, le acque incanalate, attraverso l’erosione delle sponde e lo scalzamento al piede,
inducono instabilità locali che possono estendersi verso monte compromettendo l’equilibrio dei
versanti stessi.
L’area
direttamente interessata dal presente lavoro, comprende, come
precedentemente esplicitato, la sommità di una serie di rilievi, a pendenza piuttosto dolce, che
rappresentano anche resti di paleosuperfici di erosione modellatesi prima degli ultimi
sollevamenti della catena. Tuttavia su vaste aree tali relitti morfologici sono stati in parte
distrutti dalla attività di dissezione fluviale che ha accompagnato e seguito i sollevamenti
tettonici. Infatti si ci trova in presenza di una serie di rilievi collinari separati tra loro da valli e
vallecole di erosione fluviali di vario ordine gerarchico, le quali danno luogo a reti di drenaggio
di notevole fittezza anche in virtù della bassa permeabilità delle litologie affioranti.
L’organizzazione planimetrica della rete idrografica è
di tipo dendritico ovvero con
ramificazioni ad andamento arborescente dei segmenti fluviali di ordine via via inferiore. Infatti i
versanti si presentano molto articolati, sia per il susseguirsi di valli e vallecole di erosione
lineare, sia per la presenza di nicchie di frana di varia natura e dimensioni. La distribuzione
geografica delle morfologie di frana rimarca rimarca spesso i fianchi e le testate di valli di basso
ordine gerarchico, che sono di recente sviluppo o ancora in fase di approfondimento accelerato.
Ma anche le valli maggiori e più antiche manifestano delle instabilità dei fianchi dove il corso
d’acqua provoca scalzamenti al piede per migrazioni laterali. In tale contesto, pertanto,
per
l’ubicazione delle torri eoliche si è tenuto conto di quanto prima evidenziato ubicando le stesso
sulle creste delle dorsali presenti, in modo da non interferire con il reticolo idrografico presente.
2.2 Circolazione idrica sotterranea
I litotipi che affiorano nell’area sono caratterizzati da un tipo di permeabilità prevalentemente
per porosità e, solo subordinatamente, nelle porzioni litoidi fratturate, da una permeabilità per
fessurazione.
Il grado di permeabilità di questi complessi idrogeologici è nell’insieme piuttosto basso, così
come bassa risulta l’infiltrazione efficace.
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La circolazione idrica sotterranea in questi terreni risulta piuttosto superficiale e
quantitativamente molto limitata e localizzata nella coltre d’alterazione superficiale, soprattutto
dove questa assume potenza maggiore, o nei litotipi fratturati.
Lo strato di alterazione, nei periodi di piovosità, diventa sede di una falda idrica in quanto dotato
di una permeabilità più elevata rispetto alla roccia integra che funge da substrato impermeabile e
permette, quindi, l’accumulo d’acqua nel sottosuolo.
Il pelo libero della falda mostra un andamento conforme al pendio e nei periodi di massima
piovosità si porta fino al piano campagna, saturando così tutto lo spessore dei materiali della
coltre.
In detti terreni, pertanto, è fondamentale tenere sotto controllo l’andamento delle pressioni
neutre, evitando l’instaurarsi di fenomeni di sovrappresione.
Infatti, in queste litologie i fenomeni franosi sono legati essenzialmente a variazioni di pressioni
totali e neutre che avvengono troppo velocemente rispetto alla bassa permeabilità dei terreni in
questione; di contro non si hanno altrettante rapide variazioni delle pressioni effettive e di
conseguenza si determinano variazioni delle resistenze che innescano i dissesti.
Risulta, pertanto, evidente che una corretta regimazione delle acque meteoriche riduce il rischio
che le stesse infiltrandosi nel terreno diano luogo a fenomeni di plasticizzazione con conseguente
scadimento rapido dei parametri geotecnici della componente argillosa e, di conseguenza, riduce
la possibilità di innesco di fenomeni gravitativi lungo i versanti.
A completamento dell’analisi idrogeologica dell’area è stato condotto uno studio, desunto dagli
annali idrologici, che ha consentito di determinare la curva di possibilità climatica, per periodi di
ritorno di 50 e 100 anni e il diagramma ombrotermico, relativi al territorio in esame.
I dati, relativi alla stazione pluviometrica di Benevento, limitrofa al territorio in studio, evidenzia
una precipitazione media annua di circa 774 mm riferita all’anno 2009, così distinte:
• Inverno 271 mm (35%)
• Primavera 170 mm (22%)
• Estate 101 mm (13%)
• Autunno 232 mm (30%)
Il clima, notevolmente influenzato dalle correnti fredde di Nord-Est, è di tipo temperato caldo
con escursione media annua di circa 15°; le temperature medie minime e massime mensili
oscillano tra i 2° C (gennaio) e i 30° C (luglio-agosto).
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3 ASPETTI IDROGEOLOGICI
3.1 Caratteristiche idrogeologiche dei terreni interessati dal campo eolico e
dal cavidotto interno ed esterno.
3.1.1 Ambiente idrico superficiale
Nella presente relazione vengono analizzate le componenti fisiche del territorio che saranno
interessato dalle opere in progetto sotto il punto di vista degli aspetti geologici, geomorfologici,
idrografici, idrogeologici.
La situazione vigente nel territorio di interesse sarà considerata dapprima da un punto di vista
generale e successivamente in dettaglio, facendo specifico riferimento al "corridoio" all'interno
del quale è previsto il passaggio del tracciato della linea elettrica in cavo sotterraneo da
realizzare.
3.1.2 Inquadramento idrografico e idrologico generale
Nelle aree su cui verrà realizzato il parco eolico in studio con annesse linee elettriche, il sistema
idrografico superficiale è rappresentato da una rete di corsi d’acqua naturali ed artificiali che
attraversano il territorio.
In linea di massima si evidenzia una fitta densità di corsi d’acqua naturali, a causa della bassa
permeabilità superficiale dei terreni presenti, che non favorisce la rapida infiltrazione delle acque
meteoriche nel sottosuolo.
La struttura idrogeologica
La struttura geologica dell'area di studio e la presenza, nelle vicinanze, del corso d’acqua
rappresentato dal fiume torrente Miscano con i suoi canali , sono i fattori principali che hanno
concorso alla modellazione superficiale e alla modellazione della geometria sotterranea delle
unità che ospitano l'acquifero.
Schematicamente si individuano tre unità idrogeologiche fondamentali che corrispondono a
differenti litotipi che determinano specifiche modalità di circolazione delle acque sotterranee.
- litozona sabbioso-limoso-argillosa (Arenarie quarzose, sabbie argillose)
- litozona sabbioso-argillosa-calcarenitica( Membro arenace di Castelpoto)
- litozona argillosa (Argille grigio-azzurre Plioceniche )
1) LITOZONA SABBIOSO–LIMOSO-GHIAIOSA
Costituiscono questa unità la maggior parte dei depositi sabbioso-limoso-ghiaioso in cui le
frazioni limose e argillose risultano particolarmente scarse. Questi depositi rappresentano una
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piccola parte degli affioramenti dell’area di studio, Spessi da pochi metri fino ad una decina di
metri, questi sedimenti costituiscono la parte superiore dell'acquifero tradizionale, dalla
superficie topografica fino al primo setto argilloso di separazione arealmente continuo nelle zone
pianeggianti ed adiacenti ai fiumi stessi. Data la granulometria essenzialmente grossolana di
questi depositi, questa unità idrogeologica è caratterizzata da valori di permeabilità piuttosto
elevati, variabili da 10-5 a 10-6cm/s a seconda dei rapporti percentuali tra le diverse frazioni. La
tipologia delle falde contenute all'interno dell'acquifero è varia; caratterizzano questa unità
soprattutto falde libere, anche se talvolta sono presenti piccole falde semi-libere e semiconfinate. Infine, per quanto riguarda il parametro della porosità, questa risulta prevalentemente
interstiziale, primaria, legata cioè alle caratteristiche granulometriche originarie dei sedimenti
ghiaiosi e ciottolosi, che consentono di trattenere tra gli elementi dello scheletro grosse quantità
di acqua e di costituire un buon serbatoio per le acque di falda.
2) LITOZONA- SABBIOSO-ARGILLOSO-CALCARENITICA
I litotipi che fanno parte di questa litozona sono soprattutto argille e argille limose tipicamente
marine e depositi argillosi con interstrati calcarenitici e arenacei. Gli spessori di questa unità non
sono definibili con certezza, per la mancanza di stratigrafie sufficientemente profonde.
Trattandosi di litotipi a granulometria estremamente fine,intercalati a strati arenacei e
calcarenitici, i livelli idrici sono confinati in quest’ultimi, essendo la permeabilità dei termini
argillosi risultano piuttosto bassi e oscillano tra 10-6 e 10-7 cm/s; pur rimanendo pressoché
costante la porosità, data la grande varietà degli spessori.
3) LITOZONA ARGILLOSA (argille varicolori )
Fanno parte di questa terza unità idrogeologica i depositi essenzialmente argillosi Trattandosi di
litotipi a granulometria estremamente fine, i valori di permeabilità sono piuttosto bassi e
oscillano tra 10-7 e 10-9 cm/s; pur rimanendo pressoché costante la porosità, data la grande varietà
degli spessori, Per quanto riguarda le acque sotterranee, questi depositi rappresentano una
barriera praticamente insuperabile sia per un'eventuale ricarica da parte delle acque meteoriche
provenienti dalla superficie.
Da un punto di vista geomorfologico, all’intera area è stato attribuito un grado medio di stabilità
naturale.
Non sono presenti nel sottosuolo dell’area investigata falde freatiche ss. Tuttavia, non si
escludono, adunamenti idrici discontinui nei materiali litoidi fratturati ed a carattere stagionale
nella coltre superficiale.
dott. Antonio Giordano
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4 ZONAZIONE IN PROSPETTIVA SISMICA
In questo paragrafo viene descritta la metodologia usata per la Microzonazione Sismica del sito
dove insisterà il parco eolico della W.W.E.House.. S.r.l.. Gli studi di geologia e geomorfologia
hanno permesso di caratterizzare l'assetto stratigrafico e strutturale, le litologie e la
geomorfologia del sito. I sondaggi sismici sia in foro che quelli superficiali hanno individuato i
profili di velocità delle onde sismiche nei terreni. Il prodotto finale, che ha tenuto conto in sintesi
degli studi ed analisi precedenti, è costituito da una carta in cui sono individuate zone, alle quali
vengono attribuiti parametri omogenei caratterizzanti l'azione sismica attesa e l'instabilità dei
terreni. La Microzonazione Sismica ha lo scopo di riconoscere ad una scala sufficientemente
piccola le condizioni di sito che possono modificare sensibilmente le caratteristiche del moto
sismico atteso (moto sismico di riferimento) o possono produrre effetti cosismici rilevanti per le
costruzioni, manufatti e le infrastrutture. In sostanza lo studio di Microzonazione restituisce una
mappa del territorio nella quale sono indicate:
•
le zone in cui il moto sismico viene amplificato (e come) a causa delle caratteristiche
litostratigrafiche del terreno e geomorfologiche del territorio.
•
le zone in cui sono presenti o suscettibili di attivazione dissesti del suolo dovuti o
incrementati dal sisma (frane, assestamenti, liquefazioni, fagliazioni superficiali).
La Microzonazione, strumento di base propedeutico all'attività di progettazione del parco
eolico, ha tenuto presente :
1. geologia e geomorfologia (caratterizzazione dell'assetto stratigrafico e strutturale,
delle litologie e della geomorfologia dei siti, con indicazioni generali sullo stato di
consistenza e fratturazione dei terreni);
2. geofisica (individuazione mediante prospezioni dei profili di velocità delle onde
sismiche nei terreni
3. geotecnica (individuazione delle proprietà meccaniche dei terreni sulla base delle
indagini già disponibili e di quelle appositamente eseguite
Le attività condotte per raggiungere gli obiettivi prima dichiarati sono state le seguenti:
a) individuazione dell'assetto geologico e geomorfologico del sito (comprensivo di sequenze
stratigrafiche ed elementi tettonico-strutturali) e delle zone soggette ad instabilità di versante;
dott. Antonio Giordano
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b) individuazione delle caratteristiche geotecniche dei terreni di interesse per la
determinazione della risposta dinamica dei terreni;
c) valutazione del moto sismico di riferimento, sulla base di risultati di pericolosità di tipo
probabilistico;
d) determinazione dei parametri descrittivi dell'azione sismica da adottare nella
progettazione degli interventi e coerenti con la normativa emanata con l'ordinanza n. 3274 del
20.3.2003;
e) redazione della mappa di sintesi dei risultati delle attività precedenti.
Nel prodotto di sintesi finale, costituito dalla mappa, sono individuate zone alle quali vengono
attribuiti parametri omogenei caratterizzanti l'azione sismica attesa e prescrizioni finalizzate alla
riduzione del rischio sismico,
4.1 Valutazione del moto sismico di riferimento
La definizione del moto sismico di riferimento è uno dei punti di partenza per la Microzonazione
Sismica poiché porta alla determinazione dei livelli di deformazione attesa nei terreni e,
conseguentemente, alla caratterizzazione dinamica della risposta degli stessi in profondità ed in
superficie.
Tale moto è stato definito in accordo con quanto previsto nella norma tecnica per la verifica di
sicurezza delle costruzioni (Ordinanza PCM n.3274/03), ossia con riferimento a livelli di
scuotimento corrispondenti ad una probabilità di superamento del 10% in 50 anni (periodo medio
di ritorno uguale a 475 anni, da ora Tr=475).
Da quest'analisi emerge che generalmente i risentimenti nel comune sono legati ad eventi
localizzati in aree sismogenetiche "lontane", situate lungo la dorsale dell'Appennino meridionale.
La massima intensità storicamente risentita è dell'VIII-IX grado MCS.
dott. Antonio Giordano
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4.2 Individuazione delle caratteristiche geotecniche dei terreni di interesse
per la determinazione della risposta dinamica dei terreni
Sono state utilizzate diverse fonti di dati: alcune già preesistenti ed altre appositamente ottenute
a seguito della effettuazione di sondaggi, prelievi, misure specificamente progettati per le
indagini di Microzonazione. L'ubicazione di tutti i sondaggi da cui sono state derivate
informazioni è riportata nell’allegata planimetria – Ubicazione dei sondaggi meccanici. Sono
stati eseguiti 3 sondaggi meccanici a rotazione con carotaggio continuo e 3 Down-Hole in
corrispondenza degli stessi.
I dati disponibili hanno permesso di caratterizzare i terreni più superficiali per uno spessore di
almeno 30 metri dal piano campagna, associando alle formazioni litologiche individuate, le
proprietà meccaniche di interesse per la Microzonazione.
Tabella : Classi litologiche con i relativi valori di velocità delle onde S e del peso specifico
Classi litologiche
Valor medio
Peso specifico
di Vs (m/s)
(t/m3)
Argilla
500
1.8
superficiale (h
circa 10 m)
Argille e argilliti
550
2.0
argille marnose
(h>10m)
Arenarie e marne
650
2.2
Spettri di risposta, calcolati per diversi punti della sezione 1, a confronto con gli spettri di norma
determinati per ag = 0.25g categorie di suolo A e B e valori di S coerenti con FA
La sintesi operativa di tutti gli studi ed estrapolazioni condotti è riportata nella carta di zonazione
in prospettiva sismica, le zone nelle quali il moto sismico è amplificato e quanto,le zone in cui
sono temuti dissesti per instabilità di versante,con differenti livelli di gravità.
•
Una particolare cura va posta nella definizione della geometria e delle caratteristiche
fisico-meccaniche dei terreni che rivestono una grande importanza nella risposta sismica
locale. La possibilità di usufruire di differenti prove in situ e di laboratorio e un'accurata
interpretazione delle prove stesse ha permesso di avere un'accettabile caratterizzazione
dei materiali.
•
I risultati per basso e alto contenuto energetico dell'eccitazione sismica sono differenti. Al
crescere dell'intensità il grado di deformazione del terreno cresce e pertanto diminuisce la
sua rigidezza ed aumenta la dissipazione. Il primo effetto comporta un aumento del
periodo di massima risposta ed il secondo una riduzione della stessa.
dott. Antonio Giordano
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L'approccio multidisciplinare ha permesso, con una buona approssimazione sulla bontà del
risultato finale, di individuare sul territorio zone alle quali attribuire sia parametri omogenei
caratterizzanti l'azione sismica attesa.
4.2.1 Coefficiente di amplificazione topografica
Le recenti Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 Gennaio 2008) per tener conto degli
effetti topografici dovuti alla morfologia ovvero dalla presenza di pendii o rilievi, introducono il
coefficiente di amplificazione topografica ST, funzione della categoria topografica e
dell’ubicazione dell’opera.
Categoria Caratteristiche della superficie topografica
ST
T1
Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i ≤ 15°
1,0
T2
Pendii con inclinazione media i ≥ 15°
1,2
T3
T4
Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media
15°≤ i ≤30°
Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media i
> 30°
1,2
1,4
Nel nostro caso specifico, essendo l’acclività inferiore a 15°, il coefficiente di amplificazione
sismica topografica risulta pari a 1.
4.2.2 Categorie di suolo di fondazione
Per quanto riguarda le categorie di suolo di fondazione tutta l’area in studio può essere
classificata come categoria “B” Rocce Tenere e Depositi di terreni a grana grossa molto
addensati o terreni a grana fine molto consistenti ;
800 m/s > Vs30 > 360 m/s
NSPT > 50 colpi
Cu > 250 kPa
dott. Antonio Giordano
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5 OPERE IN PROGETTO CARATTERISTICHE
GEOTECNICHE E POSSIBILE INTERAZIONE CON IL
SISTEMA IDROGEOLOGICO
Tutti gli Aerogeneratori ivi compresa la linea elettrica in cavo sotterraneo e la sottostazione di
trasformazione elettrica MT/AT sono a debita distanza dai canali e torrenti presenti nella zona.
5.1 Cavidotto
Il tracciato del cavidotto esterno si diparte dal cavidotto interno tra la WTG07 e le C.se
CARLUNI percorrendo la strada comunale che porta alla Sottostazione di Trasformazione
MT/AT, sita nel comune di Pontelandolfo. per una lunghezza complessiva di solo 2 Km..
Lo studio del
tracciato del cavidotto, ha peraltro puntato ad individuare le possibili
problematiche di ordine geologico tecnico per poter pianificare e programmare le più opportune
misure di prevenzione, protezione e mitigazione della pericolosità geomorfologica.
Va in tal senso rilevato che, in relazione ai vincoli di interesse geologico esistenti, l’ area in
esame:
¾
Ricade in zona simicamente attiva e legalmente classificata come Zona 1 così come da
O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/03, aggiornata al 16/01/2006..
.Il cavidotto esterno percorre esclusivamente strade già esistenti.
Gran parte del tracciato del cavidotto insiste su terreni appartenenti alle argille e marne siltose
grigie e varicolori, con episodi di affioramenti più francamenti lapidei costituiti da calcari e
calcareniti. Attraversa per un piccolo tratto terreni essenzialmente sabbioso-arenacei per poi
ripassare nelle argille e marne siltose grigie e varicolori per terminare nelle brecce, calcareniti
arenarie quarzose e calcari cristallini associati nella parte basale a livelli di marne ed argille
policrome, dove insiste pure la sottostazione di trasformazione elettrica MT/AT nel comune di
Pontelandolfo.
¾ interessa aree classificate dall’autorità di bacino della Regione Campania così come segue:
¾
Area a rischio medio R2
¾
Area di media attenzione A2 -
¾ Area di possibile ampliamento franoso C1
Tuttavia, dal rilevamento geomorfologico di dettaglio eseguito, non si rilevano fenomeni
suscettibili di modificare in tempi brevi l’assetto geomorfologico attuale
Il tracciato del cavidotto si trova a debita distanza dai canali e torrenti presenti nella zona., esso,
seguirà il percorso delle strade esistenti, e verrà interrato in modo da non interferire con le
coltivazioni agricole dell’area.
dott. Antonio Giordano
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La realizzazione dei movimenti terra previsti non interferisce, in nessun caso, con la stabilità dei
pendii, per cui non saranno necessari provvedimenti particolari a riguardo; inoltre saranno
adottate le dovute tecniche d’intervento al fine di mantenere le stesse linee di impluvio delle
acque meteoriche;
:
le tecniche d’intervento per la realizzazione del tracciato consentiranno di mantenere intatto il
sistema drenante della zona e renderanno le opere in progetto perfettamente compatibili con il
sistema idrogeologico della zona, ancor più che le opere in progetto, non interferiscono in alcun
modo con il reticolo idrografico della zona.
Il cavidotto interno, partendo dall’aerogeneratore 18 interessa
terreni appartenenti alla
Formazione geologica costituita da Alternanze di marne rossastre, talora verdastre, e di calcari
biancastri pseudo cristallini, sottilmente stratificate, con noduli e straterelli di selce. Sovrastanti
ed eteropiche a calcareniti e calcilutiti di colore avana, talora grigiastre, ben stratificate con
qualche intercalazioni marnose, per poi passare al complesso indifferenziato delle argille
varicolori in senso stretto e argille e marne policrome fino all’aerogeneratore WTG10 .Da
quest’ultimo, comincia con l’attraversare terreni essenzialmente sabbiosi-arenacei per poi
interessare nuovamente terreni appartenenti alle argille e marne varicolori, fino all’innesto con il
cavidotto esterno in contrada Carluni.
L’altro ramo del cavidotto interno parte dall’aerogeneratore WTG01, interessando materiale
appartenente alla formazione geologica delle argille varicolori fino all’aerogeneratore WTG05
per poi interessare terreni essenzialmente sabbiosi-arenacei fino all’aerogeneratore WTG07.Dal
WTG05 e fino al WTG07 il tracciato interessa terreni essenzialmente sabbiosi-arenacei, fatta
eccezione di un piccolo tratto che attraversa terreni detritici, per poi interessare nuovamente
terreni sabbiosi-arenacei, ed infine terreni argillosi marnosi fino all’innesto con il cavidotto
esterno.
Il tracciato del cavidotto interno interessa aree classificate dall’autorità di bacino DEI Fiumi
Liri Garigliano e Volturno della Regione Campania così come segue:
¾
Aree non soggette a nessun vincolo;
¾
Area di possibile ampliamento franoso C1
¾
Aree ad alta attenzione A4
¾
Aree di media attenzione A2
¾
Aree a rischio medio R2
La realizzazione dei movimenti terra previsti non interferisce, in nessun caso, con la stabilità dei
pendii, per cui non saranno necessari provvedimenti particolari a riguardo; inoltre saranno
dott. Antonio Giordano
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adottate le dovute tecniche d’intervento al fine di mantenere le stesse linee di impluvio delle
acque meteoriche.
Le tecniche d’intervento per la realizzazione del tracciato consentiranno di mantenere intatto il
sistema drenante della zona e renderanno le opere in progetto perfettamente compatibili con il
sistema idrogeologico della zona, ancor più che le opere in progetto, non interferiscono in alcun
modo con il reticolo idrografico della zona
Si fa notare che il tracciato del cavidotto interno, solo per quattro piccolissimi tratti, lunghi
rispettivamente metri 120 a monte del WTG 14, metri 450 in località Fontana SAUCO, metri
130 in località S.Fortunato, metri 100 in località Casale Mottola, attraversa aree ad alta
attenzione A4,percorrendo comunque, strade esistenti.
Particolare attenzione sarà la esecuzione dei tratti sopra menzionati, sia durante la fase di scavo
che durante la fase di rinterro.
Dal rilevamento geomorfologico di dettaglio eseguito, è scaturito che non si rilevano fenomeni
suscettibili di modificare in tempi brevi l’assetto geomorfologico attuale.
5.2
Fondazione delle torri e piazzole di montaggio
Le piazzole, necessarie alle operazioni di montaggio delle torri e degli aerogeneratori, saranno
realizzate, previo livellamento di un’area di dimensioni contenute, in misto granulometrico
stabillizzato e massicciate in pietrame calcareo.
Il riporto in piano è previsto mediante sterro e riporto e successivo costipamento.
Le eventuali scarpate delle piazzole collocate nelle zone più acclivi, sia in sterro che in riporto,
saranno realizzate con adeguate pendenze in modo da evitare fenomeni di crollo o
scoscendimento
Una volta terminate le operazioni di montaggio le singole aree verranno riportate alle condizioni
originarie e destinate nuovamente alle coltivazioni agricole.
Le torri saranno fondate su plinti con pali di lunghezza pari a 18-20 metri e diametro uguale a
0.80-1.00 metri. Ogni ulteriore valutazione è demandata al tecnico progettista.
5.3 Stradine di accesso e viabilita’ di servizio
Sono necessarie al raggiungimento dei siti e collegheranno tra di loro le singole piazzole
di montaggio.
6 CARATTERISTICHE GEOTECNICHE
In questo paragrafo vengono descritte le proprietà fisico-meccaniche dei termini litologici
interessati dai terreni in studio e ci si riferisce alle proprietà generali più salienti della
dott. Antonio Giordano
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formazione, in quanto le stesse sono caratterizzate da una spinta variabilità di comportamento
fisico meccanico da punto a punto. Ciò significa che, pur tenendo in considerazione quanto
scaturisce dal presente lavoro, non si potrà prescindere nella utilizzazione dei parametri, da un
puntuale approccio alla conoscenza stratigrafica e geotecnica in funzione del tipo di opere da
realizzare, che avverrà durante la fase esecutiva del progetto.
Per una più agevole interpretazione delle caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni interessati
sono stati suddivisi nelle seguenti unità geotecniche:
Materiale detritico di alterazione superficiale (caoticizzato)
Tutte le formazioni geologiche sopradescritte sono ricoperte tutte o in parte da materiale di
alterazione superficiale
Trattasi di materiale detritico superficiale di natura essenzialmente argillosa molto compressibile
con alla base materiale argilloso di colore giallo verdastro e beige dallo spessore variabile tra i 12 metri.
Nei suddetti materiali, soprattutto dove la componente litica è scarsa, la presenza d'acqua rende
infide e instabili le masse il cui equilibrio resta condizionato dal valore dell'angolo di attrito, che
dalle prove di laboratorio eseguite su campioni dello stesso
materiale è risultato compreso tra 14° e 16° con una coesione compresa tra 0.05 e 0.1 Kg/cm2 ed
un peso dell'unità di volume compreso tra 1.75 e 1.80 g/cm3
Poiché l'angolo di attrito interno di questi materiali è risultato mediamente basso, si comprende
come sia pericoloso effettuare su questi terreni tagli sui versanti, che possono essere facilmente
messi in movimento.
La scarsa coerenza e la loro irregolarità sia in senso orizzontale che verticale con cui questi
sedimenti si presentano, ne fanno derivare spinte variazioni delle proprietà fisico-meccaniche
con la creazione al loro interno di numerosi piani di scivolamento.
Argille e marne siltose grigie e varicolori con intercalazioni di calcari e calcari marnosi
avani e verdastri .
Il valore dell'angolo di attrito risultato compreso tra 19° e 28° con una coesione compresa tra 2 e
28 KPa ed un peso dell'unità di volume compreso tra 18,7 e 20.9 KN/m3.
Complesso arenaceo, arenarie sabbioni grigio-giallastre, argille grigio-azzurrognole
alternanti a livelli calcarenitici e lenti di marne e puddinghe
Il valore dell'angolo di attrito risultato compreso tra 25° e 28° con una coesione compresa tra 10
e 30 KPa ed un peso dell'unità di volume compreso tra 19 e 21 KN/m3.
Argille varicolori e argilloscisti
dott. Antonio Giordano
19
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Questa unità litostratigrafica è caratterizzato da materiale di natura essenzialmente argillosa
variamente costipata.
Anche nei suddetti materiali, soprattutto dove la componente litica è scarsa, la presenza d'acqua
rende infide e instabili le masse il cui equilibrio resta condizionato dal valore dell'angolo di
attrito, che dalle prove di laboratorio eseguite è risultato compreso tra 20° e 26° con una coesione
compresa tra 20 e 40 KPa ed un peso dell'unità di volume compreso tra 19 e 20 KN/m3.
Calcareniti e calcilutiti di colore avana talora grigiastre ben stratificate
Angolo di attrito, che dalle prove di laboratorio eseguite è risultato compreso tra 28° e 32° con
una coesione compresa tra 30 e 80 Kpa ed un peso dell'unità di volume compreso tra 22 e 2.3
KN/m3.
Alla luce di quanto sopra esposto, constatato il notevole degrado dei primi metri dei terreni
affioranti è necessario assicurare le strutture fondazionali degli aerogeneratori a fondazioni
profonde su pali di grosso diametro, Diametro consigliato uguale a 800/1000 mm . Lunghezza
palo uguale a 18 metri.
In definitiva, per la determinazione delle caratteristiche geotecniche dei terreni di fondazione
sono state eseguite sia prove geotecniche di laboratorio che prove in sito. Le proprietà fisico
meccaniche e le caratteristiche geotecniche dei termini litologici che costituiscono l'area oggetto
di studio, considerando l'estrema difficoltà della loro caratterizzazione, in quanto le stesse sono
caratterizzate da una spinta variabilità di comportamento fisico-meccanico da punto a punto,
sono risultate alquanto eterogenee. Più esattamente le prove geotecniche di laboratorio sono state
eseguite sui campioni di terreno argilloso o argilloso-sabbioso in cui è stato possibile prelevare
campioni indisturbati.:
dott. Antonio Giordano
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7 CONSIDERAZIONI RELATIVE ALLA FORMULAZIONE
DELLO STUDIO “VALUTAZIONE IMPATTI AMBIENTALI”
7.1 Degrado del suolo
Prendendo in considerazione gli indicatori di pressione ambientale e i relativi indicatori di
stato si può affermare che:
•
non vi sono cave e né sono in corso attività estrattive di nessun tipo
•
non vi sono superfici occupate da discariche
•
non vi è nessuna cambiamento da area naturale ad area edificata
•
non vi sono aree golenali
•
il sito non risulta contaminato
•
l’area non è soggetta a subsidenza
•
la fertilità del suolo risulta scarsa
7.2 Caratteristiche morfologiche e geologiche e ambientali dell’area oggetto
di studio
Nel suo insieme, l'assetto morfologico che è caratterizzato da un tipico ambiente collinaremontagnoso, non risulta del tutto alterato, anche se esistono lievi forme di dissesto con fenomeni
di erosione superficiale e quelli di creep, in corrispondenza dei versanti vallivi. Tali dissesti non
interessano il parco eolico.
La morfologia interessata dal parco eolico è condizionata dalla natura litologica, dalla giacitura
e dalle strutture tettoniche dei terreni che li costituiscono.
7.3 Quadro ambientale
Analisi delle componenti ambientali:
-stato
attuale,
eventuali
impatti
e
relative
misure
di
minimizzazione.
All'interno dell'area in studio sono state effettuate analisi per le componenti ambientali
individuate dal D.P.C.M. del 27/12/1988 e suggerite dalla peculiarità dell'area: suolo-sottosuolo,
ambiente idrico, Gli studi hanno previsto la raccolta di informazioni e dati esistenti sul territorio,
seguita da ricognizioni sul posto. Questo materiale informativo ha consentito la formulazione di
un quadro sufficientemente esauriente della situazione attuale dell'ambiente, in cui poter
dott. Antonio Giordano
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simulare, secondo un approccio qualitativo, l'inserimento del progetto per identificare gli
eventuali impatti delle opere sulle componenti ambientali.
L’acqua superficiale, la cui azione dilavante durante piogge intense può portare ad azioni locali
di alterazione in un detrito sciolto come quello presente nei luoghi. Ciò premesso, sarà
necessario procedere tempestivamente ai lavori di rinterro degli scavi (in particolare se questi
vengono realizzati nella stagione delle piogge.
Atmosfera
La qualità dell'aria
nei luoghi in cui verranno realizzati i lavori non sarà alterata dalla
produzione di polveri in quanto le dimensioni degli scavi sono modeste. inoltre per ridurre al
minimo il sollevamento della polvere si avrà cura di mantenere costantemente bagnato il
materiale rimosso.
Rumori e vibrazioni
Livelli alti di rumore sono previsti durante le attività di cantiere per l'utilizzo di escavatrici,
betoniere e pale meccaniche. Si tratta di impatti a breve termine, la cui durata ed intensità sono
trascurabili sia per le dimensioni degli scavi sia per le caratteristiche geotecniche dei litotipi
attraversati.
dott. Antonio Giordano
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8 CONCLUSIONI
Da quanto innanzi esposto si possono trarre le seguenti considerazioni e le verifiche ai singoli
aspetti esaminati.
MORFOLOGIA e RISCHIO IDROGEOLOGICO
Non si rilevano fenomeni suscettibili di modificare in tempi brevi la situazione attuale, gli
aerogeneratori ricadono in zone stabili; non esistono movimenti franosi in atto e/o potenziali, ne
pericoli di alluvioni e/o impaludamenti
ANALISI LITOSTRATIGRAFICA E CARATTERISTICHE GEOTECNICHE
Dalla correlazione analitica dei dati raccolti si deriva una situazione litologica formazionale dei
terreni in sito, fatta eccezione del terreno di alterazione superficiale, costituita dai seguenti tipi
fondamentali:
• Terreno vegetale e argille sabbiose giallastre con fenomeni di alterazione superficiale
• Alternanze di marne rossastre, talora verdastre, e di calcari biancastri pseudo cristallini,
sottilmente stratificate, con noduli e straterelli di selce. Sovrastanti ed etero piche a
calcareniti e calcilutiti di colore avana, talora grigiastre, ben stratificate con qualche
intercalazioni marnose. Ricade in questa unità l’aerogeneratore WTG18 .
• Argille e marne siltose grigie e varicolori con intercalazioni di calcari e calcari marnosi
avani e verdastri con orizzonti di diaspri rossi e nerastri, sottilmente stratificati.
Ricadono in questa unità gli aerogeneratori WTG10 -WTG11-WTG13-WTG14 .
• argille e marne siltose, grigie e varicolori scagliettate in prevalenza di colore rosso
vinato e verde;argilloscisti scagliettati di colore bruno o bruno verdastro con frequenti
intercalazioni di calcareniti grigio piombo e di calcari biancastri con liste e noduli di
selce bruna o rosata. Ricadono in questa unità gran parte degli aerogeneratori e
precisamente gli aerogeneratori WTG01-WTG03-WTG04-WTG05-WTG07 .
• Complesso arenaceo, arenarie sabbioni grigio-giallastre, argille grigio-azzurrognole
alternanti a livelli calcarenitici e lenti di marne e puddinghe. Ricadono in questa unità
gli aerogeneratori WTG08 – WTG09 .
Sotto il profilo litologico, la zona non appare interessata da anomalie che possano interrompere
il quadro statico globale.
AEROGENERATORI - FONDAZIONI
Tenendo presente le opere da fondare, la litostratigrafia , e i parametri geotecnici è possibile
adottare un tipo di fondazione su pali per tutti gli aerogeneratori.
dott. Antonio Giordano
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In base all’ordinanza sismica n. 3274 del 20.03.2003 e D.M. 14/01/2008 che ha introdotto, tra
l'altro, la necessità di considerare, per le costruzioni sui pendii o in loro prossimità, un
coefficiente di amplificazione topografica St, si ribadisce che nel nostro caso specifico, essendo
la pendenza inferiore a 15° il coefficiente di amplificazione sismica topografica è da ritenersi
pari a 1 per tutti gli aerogeneratori
Si precisa che tutti gli aerogeneratori, avranno un tipo di fondazioni su pali per cui durante
la trivellazione dei pali si incontreranno in alternanza sia materiale argilloso che livelli
lapidei consistenti, per cui si consiglia l'uso di adeguati carotieri e camice di rivestimento
per una profondità di almeno di 8-10 metri,.
• Le acque meteoriche provenienti
da ciascuna piazzola su cui insisterà
l’Aerogeneratore e le acque di ruscellamento provenienti dalle strade di progetto
verranno raccolte con cunette e allontanate tramite drenaggi interratti da realizzarsi,
e convogliate negli impluvi naturali.
SOTTOSTAZIONE MT/AT - FONDAZIONI
Il carico ammissibile su un piano di posa ubicato ad una profondità di circa 3.00 metri dal piano
campagna, con fondazioni del tipo platea, è risultato pari 1.25 daNcm2.
Per piani di posa più superficiali si consiglia la realizzazione di micropali al di sotto delle
piastre di fondazione.
CEDIMENTI
Il cedimento assoluto della piastra è risultato pari a 3,0 cm, sopportabile dalle progettande
strutture fondazionali.
Il coefficiente di sottofondo Ks é risultato pari a 3.5 Kg/cm3
ELETTRODOTTO - LITOSTRATIGRAFICA E ANALISI CARATTERISTICHE
GEOTECNICHE
Dalla correlazione analitica dei dati raccolti si deriva una situazione litologica formazionale dei
terreni in sito, fatta eccezione del terreno di alterazione superficiale, costituita dai seguenti tipi
fondamentali:
-Alternanze di
marne rossastre, talora verdastre, e di calcari biancastri pseudo
cristallini, sottilmente stratificate, con noduli e straterelli di selce
-argille e marne siltose, grigie e varicolori scagliettate in prevalenza di colore rosso
vinato e verde;argilloscisti scagliettati di colore bruno o bruno verdastro con frequenti
intercalazioni di calcareniti grigio piombo e di calcari biancastri con liste e noduli di selce
bruna o rosata.
dott. Antonio Giordano
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Relazione idrogeologica Parco Eolico in località “DIRUGGIO – MASTARZO – PIP – COLLEMARINO –
FORTUNATO - ACQUARO”in agro nel comune di Casalduni (BN)
-Complesso arenaceo, arenarie sabbioni grigio-giallastre, argille grigio-azzurrognole
alternanti a livelli calcarenitici e lenti di marne e puddinghe.
Le arenarie e livelli arenacei dalla caratteristica colorazione giallastra e marne grigiastre alla
base, superiormente chiudono la formazione il complesso delle argille prevalentemente grigiastre
del Tortoniano.
Sotto il profilo litologico, la zona non appare interessata da anomalie che possano interrompere il
quadro statico globale.
Considerato che l'elettrodotto verrà posto in trincea si consiglia, per la posa in opera di allettarlo
in un sottofondo di sabbia o comunque di materiale a grana fine laddove il letto della trincea
risulta stratificato o comunque accidentato e roccioso.
La posa in opera sarà effettuata sul fondo del cavo spianato e livellato, eliminando ogni asperità
che possa danneggiare tubi e rivestimenti. Per il letto di posa del primo rinterro si dovrà
utilizzare materiale diverso da quello proveniente dallo scavo. Il piano di posa dovrà garantire
una assoluta continuità di appoggio e, nei tratti in cui si temono assestamenti, si dovranno
adottare particolari provvedimenti quali impiego di giunti adeguati, trattamenti speciali del fondo
della trincea o, se occorre, appoggi discontinui stabili, quali selle o mensole.
Da quanto precedentemente espresso si consiglia di ubicare il piano di appoggio ad una
profondità minima di 1.50 metri dal p.c..
•
Al fine di evitare che le acque di infiltrazioni superficiale salgono ad un livello
superiore al piano di posa dell’elettrodotto, si consiglia che al di sotto di esso venga
realizzato un sistema drenante per consentire lo smaltimento
delle acque verso i
compluvi naturali esistenti.
•
Il materiale degradato dovrà essere opportunamente allontanato e sostituito con
materiale arido,
Sulla base di tali considerazioni, si può concludere affermando quanto segue:
•
che non esistono preclusioni di ordine geologico-tecnico alla realizzazione del
progettando parco eolico e sue opere connesse;
•
che tutte le opere in progetto verranno eseguite in ottemperanza della legge n°
64/74, del D.M. 11/03/1988 e successive modifiche e integrazioni, della legge 354 del
21/12/1999 (attuazione della legge Merloni) nonché della recente ordinanza sismica n.
3274 del 20.03.2003 e DM. 14/01/2008
•
che la zona oggetto degli interventi è stabile;
•
che le opere di che trattasi non determinano turbativa all'assetto idrogeologico
del suolo
dott. Antonio Giordano
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Relazione idrogeologica Parco Eolico in località “DIRUGGIO – MASTARZO – PIP – COLLEMARINO –
FORTUNATO - ACQUARO”in agro nel comune di Casalduni (BN)
Ulteriori indagini geognostiche verranno eseguite prima dell’inizio dei lavori . Saranno
eseguite , prove di carico su piastra per ciascuna piazzola, e prove cross hole su gruppi di
pali riferite a ciascun plinto di fondazione Tanto dovevasi per l'espletamento dell'incarico
ricevuto.
Benevento 05 febbraio 2013
Il Geologo: Dott. Antonio Giordano
dott. Antonio Giordano
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