Presentazione - Biblioteca Provinciale di Foggia La Magna Capitana

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Presentazione - Biblioteca Provinciale di Foggia La Magna Capitana
Antonio Ventura
In un eccellente manuale dedicato alle biblioteche ed ai materiali di storia
locale, pubblicato a Londra nel 1948, John L. Hobbs affermava che il mezzo più
appropriato per conoscere la storia è quello di avvicinarsi ai documenti della propria
città, i quali offrono anche il vantaggio di porre le vicende antiche in stretta relazione con la vita presente.
In effetti, lo studio del luoghi familiari anima il passato e rende evidente come
la gente dei tempi andati non fosse una pura espressione storica, ma uomini e donne
in carne ed ossa che vivevano una vita ordinaria; pertanto, gli scritti di storia locale
non prendono in esame vicende convenzionali, quali vite di re e di uomini di stato o
i drammatici eventi militari e politici, ma si soffermano su altri aspetti forse meno
importanti, ma sicuramente più interessanti, quali gli “umili” argomenti del commercio, dell’industria, della vita economica e sociale e la loro influenza sull’esistenza
delle trascorse generazioni.
Questi contributi dedicati alla storia, alla letteratura, all’arte, al folclore regionale o cittadino, sono stati riconosciuti e valorizzati come utili strumenti di ricerca e presso vasti ambienti culturali è possibile riscontrare un crescente interesse per
biblioteche, archivi e musei locali, riconosciuti preziosi serbatoi cui attingere immagini e documenti del passato, territoriale ed urbano, alterato ormai irreversibilmente dalle distruzioni delle guerre, dall’inarrestabile processo di industrializzazione,
dall’intervento incosciente di amministratori, di privati e di costruttori.
Nei confronti di tali istituzioni esiste, talvolta, il diffuso pregiudizio che siano
frequentate soltanto da pochi appassionati di memorie cittadine, abili nello spulciare
vecchi cataloghi, felici della scoperta di qualcosa di raro ed inedito. È tuttavia, quanto
mai errato sottovalutare le benemerenze degli studiosi locali che, soprattutto nei
centri minori, in un passato neppure tanto remoto, hanno rappresentato l’unica tradizione di cultura ed hanno tenuto vive e tramandato quelle conoscenze sul passato
del luogo, che senza di esse sarebbero andate perdute.
Non a caso nelle più importanti bibliografie storiche meridionali, come il Bollettino bibliografico per la storia del Mezzogiorno d’Italia, curato per la “Società
Napoletana di Storia Patria” da Giuliana Meter Vitale nel 1961 e da Guido
D’Agostino nel 1979, e nella più remota Bibliografia per la storia delle arti figurative
nell’Italia meridionale, curata, nel 1937, da Giuseppe Ceci per la “Deputazione
Napoletana di Storia Patria”, appaiono segnate come fonti preziose di ricerca per il
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territorio di Foggia ancora le opere degli eruditi paesani del primo Novecento, quali,
ad esempio, Pitta (Apricena), Beccia (Troia), Cannarozzi (Ischitella), Nicastro (Bovino), Rosario (Ascoli Satriano), Agnelli (Sant’Agata di Puglia); per il capoluogo,
invece, è proposta ancora attuale la Raccolta di studi foggiani pubblicata a cura del
Comune, dal 1930 al 1935, alla quale collaborano ricercatori come Calvanese,
Manerba, Perifano.
Tradizione che è continuata, adeguandosi alla moderna storiografia, nei Testi
e documenti per la storia della Capitanata, pubblicati sino ad alcuni anni fa dalla
“Società Dauna di Cultura” e mantenuta tuttora viva nelle collane edite dalla Provincia di Foggia ed in quelle della “Società di Storia Patria per la Puglia”.
Le opere d’interesse locale, comunque, oggi non interessano soltanto gli studiosi, ma categorie assai vaste di persone ed hanno una utilità che va oltre il semplice
diletto erudito, perché provvedono a fornire, a chiunque ne abbia la necessità, gli
strumenti necessari per conoscere quell’ambiente cittadino e territoriale, nel quale
una società variamente articolata si è venuta evolvendo e ha sviluppato istituzioni
antiche e recenti, ben definite tradizioni culturali e popolari, tecnologie industriali
ed agricole che hanno dato forma al paesaggio; sistemi di infrastrutture che hanno
reso possibile il processo lavorativo, precisi segni urbanistici ed architettonici.
Il materiale librario che, in questi casi, le biblioteche locali forniranno non
sarà quello di consultazione storica o filologica indispensabile a qualsiasi genere di
ricerca - un materiale reperibile presso qualsiasi biblioteca -, ma, piuttosto, quello,
più raro anche se per altri versi meno apprezzabile, rappresentato da opere dimenticate di scrittori locali; da contributi di prima mano su avvenimenti di storia cittadina; da pubblicazioni di inediti e da documenti. Si pensi, per esempio, all’importanza
che per la realtà provinciale hanno i manoscritti di alcuni autori locali conservati
presso i “Fondi Speciali” della Biblioteca di Foggia.
Molte altre analoghe testimonianze documentario-bibliografiche, tanto preziose ed insostituibili, sono andate perdute nel corso di gravi distruzioni che, durante i secoli, per cause varie si sono susseguite nel Mezzogiorno; tuttavia libri e documenti rari si trovano non solo in biblioteche ed archivi statali e comunali, ma anche
presso famiglie che spesso li cedono volentieri alle pubbliche istituzioni cittadine per
una loro migliore conservazione e valorizzazione. Così nella Sezione Locale della
Provinciale di Foggia sono confluite le raccolte private delle famiglie Canelli,
Celentano, De Piccolellis, Tugini: materiale che rappresenta, oggi, la fonte storica
più autorevole per le ricerche sulla Capitanata, perché conserva carte uniche e preziose sul capoluogo e sugli altri centri minori.
Da questo autentico patrimonio bibliografico la rivista La Capitanata proporrà, di volta in volta, un documento, che sarà pure reperibile in versione elettronica
nel sito web della Biblioteca Provinciale di Foggia.
In questo numero viene proposto un opuscolo fondamentale per le vicende
della Capitanata nell’immediato secondo dopoguerra: la Documentazione della
volontà popolare per l’autonomia regionale della Daunia, stampato a Foggia, nel
gennaio 1947, dal Comitato Permanente di Agitazione pro Regione Dauna.
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Nelle sue pagine c’è l’intera ricostruzione, anche attraverso la riproduzione di
stampati ormai introvabili, del movimento di agitazione popolare che appoggiato
da tutti i Partiti Politici insieme ad Amministrazioni, Enti ed Associazioni, sostenne,
nel gennaio e febbraio 1947, presso la Seconda Sottocommissione dell’Assemblea
Costituente, il progetto di istituire una Regione Dauna, autonoma dal resto della
Puglia.
Firmatari del documento inviato a Roma erano i maggiori esponenti della
vita politica ed economica locale: Bucci, per la Federazione Socialista di Capitanata;
Di Savino, per il Partito Repubblicano; De Meo, per la Democrazia Cristiana; Bruno e Colacicco per il Consorzio Generale di Bonifica; Leone, per l’Associazione Provinciale Agricoltori; Sarti, per l’Associazione Provinciale Commercianti; Frigerio,
per l’Associazione Provinciale Industriali; Cifarelli, per l’Associazione Provinciale
della Stampa.
Si associarono non solo la Giunta della Camera di Commercio e la Deputazione Provinciale di Foggia, che, rispettivamente, votarono, in data 16 e 17 gennaio,
un ordine del giorno a favore dell’iniziativa, ma anche le Amministrazioni di ben
56 dei 60 Comuni della provincia.
A livello centrale, tuttavia, le richieste della popolazione di Capitanata non
incontrarono ascoltatori né attenti né disponibili.
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