notiziario lvia

Transcript

notiziario lvia
le nostre afriche ◗
✔
Burkina Faso
Richard Grieco e Émile Ouédraogo
Una carota in
cambio di un
sacchetto nero
in polietilene
A
Ouagadougou,
capitale del
Burkina Faso,
per il consumatore finale,
il costo di una carota
e quello di un sacchetto
nero in polietilene (il più
delle volte importato) si
equivalgono…. Eppure…
Eppure…accrescere il rispetto dell’ambiente
e diffondere una cultura ecologica attraverso la valorizzazione dei rifiuti non può
più essere una prerogativa di pochi, privilegiati contesti culturali ed economici. Al
contrario, il moltiplicarsi di esperienze di
valorizzazione e riciclaggio dei rifiuti in paesi
in via di sviluppo non è solo la dimostrazione dei vantaggi economici di un’attività
generatrice di reddito, ma sta ad indicare la
maturità e il rafforzamento della coscienza
civica di amministrazioni pubbliche e soggetti
della cooperazione internazionale, che
vedono nelle preservazione e nella salvaguardia dell’ambiente una priorità assoluta.
I diversi risvolti dei progetti LVIA
di riciclo della plastica:
ambiente, sicurezza alimentare, lotta
alla povertà e educazione alla cittadinanza responsabile
14
Il riciclaggio della plastica, attività simbolo dei
percorsi di tutela e protezione ambientale
avviati dalla LVIA nel contesto urbano di
Ouagadougou, contribuisce a rendere il
cittadino membro responsabile della propria
comunità, e a maturare un sentimento di
cittadinanza mondiale nella misura in cui è
posto in condizione di poter cogliere la
dimensione globale della questione dello
smaltimento dei rifiuti e della protezione
dell’ambiente in generale.
D’altra parte, a Ouagadougou come altrove,
la crescita e la diversificazione dei consumi
e la forte urbanizzazione degli ultimi
decenni hanno incrementato la produzione
di rifiuti, riducendo contemporaneamente gli
spazi disponibili per il trattamento degli
stessi.
Un passo verso l’autonomia:
la gestione del progetto passa
all’Associazione di donne formate
dalla LVIA
Imballaggi di ogni tipo, flaconi e sacchetti
neri in polietilene in maggioranza, ma anche
arredamenti e utensili domestici, o più
semplicemente scarti delle lavorazioni industriali e artigianali, invadono le strade e gli
spazi aperti della capitale, facendone, senza
troppi eufemismi, una vera e propria discarica a cielo aperto.
Il riciclaggio della plastica è un percorso più
complesso rispetto alla logica miope dello
smaltimento o alle soluzioni acritiche all’attuale sistema consumistico imposto
dall’economia globale. Richiede sinergie
con le autorità e i servizi tecnici competenti, e un supporto in termini di educazione e sensibilizzazione delle popolazioni.
Scuole in visita al
Centro di Riciclaggio
della Plastica.
Agli studenti viene regalato
il kit didattico in plastica riciclata
È questo il senso del dibattito e della
proficua collaborazione che la LVIA ha
avviato da qualche anno con il Comune di
Ouagadougou, stimolando la riflessione e
proponendo soluzioni rispetto alle problematiche dovute ai profondi legami tra l’insicurezza alimentare e la preservazione
dell’ambiente. Alla degradazione dei suoli e
all’inquinamento delle falde è direttamente
connessa la scarsa fertilità dei terreni, così
come l’ingestione accidentale di plastica da
parte degli animali, che pone tutta una serie
di problematiche igenico-sanitarie.
Proteggere l’ambiente valorizzando i rifiuti
plastici a Ouagadougou era il titolo del
progetto per la realizzazione del primo
Centro di riciclaggio della plastica del
Burkina Faso, risalente ad aprile 2005. A
partire da gennaio 2006 si è conclusa la
prima fase di tale progetto promosso dalla
LVIA e realizzato con un finanziamento della
Banca Mondiale (Development Market
Place) con la collaborazione del Comune di
Ouagadougou, del Comune di Torino e
della Regione Piemonte.
Terminato il progetto con la formazione di
30 donne per la gestione dell’attività, il
Centro è oggi gestito in maniera
autonoma dall’Associazione di
donne per la valorizzazione
dei rifiuti plastici (A.F.V.D.P).
Un’associazione di donne per
la gestione di un’attività
assolutamente innovativa
nel panorama nazionale è
allo stesso tempo un’operazione dal grande significato simbolico in un
contesto di forti discriminazioni di genere, e un’opportunità di riscatto per le donne
coinvolte e le relative famiglie.
Effettivamente, da oltre un anno,
le donne dell’Associazione provvedono in maniera autonoma alle
spese di gestione del Centro (salari,
acquisto dei rifiuti plastici, spese di
le nostre afriche ◗
Raccolta e pesatura dei rifiuti in plastica portati al Centro
gasolio, spese di manutenzione dei macchinari, ecc). Il ruolo della LVIA si è da allora
limitato all’accompagnamento, all’assistenza tecnica e al rafforzamento delle
relazioni con i vari partner del progetto. Va
detto, infatti, che l’apprezzamento generale
dell’iniziativa deriva non solo dal fatto che in
termini ecologici l’attività di riciclaggio avviata
è una valida alternativa allo smaltimento
(135 tonnellate di plastica acquistata e oltre
40 tonnellate di plastica riciclata e venduta
sul mercato locale), ma anche dal fatto che
in termini economici ha il vantaggio di poter
offrire un reddito alle donne e a tutti coloro
che in maniera più o meno organizzata
raccolgono i rifiuti plastici e li vendono all’Associazione.
Ugualmente, beneficiano in termini finanziari delle attività del Centro, le aziende locali
del settore che, acquistando la plastica riciclata, dispongono di un prodotto di ottima
qualità a costi interessanti. Alcune di esse
hanno formalizzato accordi di partenariato e
collaborazione con l’Associazione di donne.
Significativo è il caso dell’Unità produttiva
dei Fratelli della Sacra Famiglia che, ricevuto dall’Italia uno stampo per la produzione
di kit geometrici scolastici (righelli, squadrette, ecc) ha proceduto alla produzione di
tali kit in plastica 100% riciclata ottenuta
presso il Centro di riciclaggio.
Associazioni, scuole e istituzioni nazionali ed
internazionali hanno visitato il Centro (ad
oggi si contano oltre 600 visite), mostrando
interesse ed apprezzamento per l’attività
gestita dalle donne. Spesso l’apprezzamento
si è spinto alla richiesta di informazioni
dettagliate sul progetto e sull’eventuale replicabilità in altri contesti. Tutto ciò ha senza
dubbio esteso la rete di relazioni e partenariati della Ong, contribuendo a rafforzare l’attuale ruolo nella lotta all’inquinamento nella
città di Ouagadougou e il proprio status di
interlocutore privilegiato nei confronti dei
servizi pubblici competenti.
Un’attenzione particolare
alla sensibilizzazione….
L’impegno della LVIA nella protezione
dell’ambiente non si è però limitato, come
detto, alla creazione di un’attività economicamente sostenibile e alla iniziazione di
meccanismi di creazione di reddito duraturi.
Fin dall’inizio del progetto, si sono susseguite iniziative di informazione e di sensibilizzazione sul tema dei rifiuti plastici, in particolar modo rivolte alle fasce di popolazione
più sensibili, vale a dire quelle in età scolare.
Nell’ambito del progetto De Déchet à
Ressource e della collaborazione con il
Parco Urbano Bangr Weoogo della Città di
Ouagadougou, si sono ad esempio realizzate visite al Centro e al Parco stesso, a
beneficio di circa 400 studenti di istituti
scolastici della Città, cosi come in collaborazione con la troupe teatrale dell’Associazione Brigate Verte (associazione impegnata nella pulizia e nella raccolta dei rifiuti
Burkina Faso
sulle strade ouagalesi) si sono realizzati
spettacoli teatrali e iniziative di sensibilizzazione che hanno interessato circa 5000
cittadini.
I medesimi propositi di educazione ambientale animano la LVIA nella realizzazione di
programmi di educazione allo sviluppo
sostenibile in collaborazione con la Rete
dei Parchi piemontesi e saheliani, che
vede coinvolti numerosi Parchi Regionali
piemontesi in attività di cooperazione
decentrata e di solidarietà con loro omologhi
dell’Africa Occidentale.
Conferenze, interventi radiofonici ed elaborazioni di materiali audiovisivi poi resi disponibili alle televisioni nazionali ed internazionali
(Rai, CNN, ecc) per la propria divulgazione,
hanno completato ed integrato le attività di
sensibilizzazione e educazione.
Il messaggio ha chiaramente promosso le
attività di riciclaggio della plastica, ha motivato e dato dignità alla valorizzazione dei
rifiuti (anche in termini economici),
rendendo espliciti tutti i legami tra il degrado
ambientale e l’insicurezza alimentare, e in
un certo senso si è spinto oltre, cercando di
stimolare una riflessione critica sull’attuale
dominante approccio alla questione
ambientale e alla gestione dei rifiuti. Una
riflessione che avvicini il cittadino non solo al
concetto di riciclaggio, ma anche a quelli di
riduzione e riuso dei rifiuti.
L’educazione come unico strumento di
giudizio critico nei confronti delle condotte
consumistiche e del principio per cui, in
nome della convenienza economica (a
breve termine), la maggior parte delle
confezioni e degli imballaggi è costituita, in
Burkina Faso come in Europa, da plastica e
carta, e quindi difficilmente riutilizzabile.
L’adozione del principio per cui il riciclaggio,
in definitiva, dev’essere l’ultima soluzione,
nella misura in cui tutto è stato fatto per
ridurre o riutilizzare il rifiuto.
È questo il senso delle attività ambientali
della LVIA a Ouagadougou.
Il singolo cittadino ouagalese potrà difficilmente evitare di consumare acqua confezionata in sacchetti di plastica. Potrà tuttavia
tentare di ridurne il consumo in presenza di
alternative.
Eppure…….Eppure nessuno potrà impedire al medesimo cittadino di richiedere,
allorché si recherà al mercato per acquistare la verdura munito di apposita
borsa per gli acquisti o del sacchetto del
giorno prima, che gli venga corrisposta,
in aggiunta ai propri acquisti, una
carota. Una carota al posto del sacchetto
nero in polietilene. Il commerciante che
ha pagato il sacchetto, e che diversamente avrebbe sostenuto un costo, non
potrà negare il diritto-dovere del proprio
cliente di essere un cittadino attivo del
mondo. ◗
15