vedi foglietto... - Vedo il mio Signore

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vedi foglietto... - Vedo il mio Signore
CASA DI SPIRITUALITÀ - CAMPOSAMPIERO
Proposte di lectio divina per l’anno 2014-2015
Per concludere la condivisione
Signore, suscita nell’uomo lo fame della tua Parola.
Fa’ che sia il suo pane quotidiano.
Fa’ che l’uomo, che sa leggere,
guardi al vangelo con i tuoi occhi.
Gli uomini, che non sanno leggere,
incontrino altri che lo leggano per lui
e, soprattutto, vedano il Vangelo
rispecchiato in chi lo ha letto.
Più di tutto, o Signore, ti chiediamo che,
quando la tua ‘Parola’ sarà conosciuta,
altro l’uomo non chieda
se non che la Parola si compia.
Amen.
La Parola
della Misericordia
Dio si muove a compassione per l’uomo
11 gennaio 2015
I PROSSIMI INCONTRI CON LA PAROLA DI DIO
1 febbraio 2015, h 9.00
Casa di Spiritualità Camposampiero
8 e 15 febbraio 2015, h 9.00
Istituto Teologico  Padova
«Le disse: “Non piangere”» (Lc 7,11-17)
La compassione di Gesù per l’uomo che soffre
1 marzo 2015, h 9.00
Casa di Spiritualità Camposampiero
8 e 15 marzo 2015, h 9.00
Istituto Teologico  Padova
«Gli corse incontro e lo baciò» (Lc 15,1-3.11-32)
La misericordia di Dio per credere nella riconciliazione
12 aprile 2015, h 9.00
Casa di Spiritualità Camposampiero
19 aprile 2015, h 9.00
Istituto Teologico  Padova
«Rigenerati mediante la risurrezione di Gesù Cristo» (1Pt 1,1-9)
La misericordia di Dio per una speranza viva
3 maggio 2015, h 9.00
Casa di Spiritualità Camposampiero
10 maggio 2015, h 9.00
Istituto Teologico  Padova
«Il bene che fai non sia forzato» (Fm 1-21)
La misericordia di Dio per un amore gratuito
7 giugno 2015, h 9.00
Casa di Spiritualità Camposampiero
7 giugno 2015, h 9.00
Istituto Teologico  Padova
«Non dovevi anche tu aver pietà?» (Mt 18,23-35)
La misericordia di Dio per imparare la compassione
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 SALUTO INIZIALE
Dio ricco di misericordia, che in Gesù suo Figlio rivela la sua profonda compassione per la fame di ogni uomo, sia con tutti voi.
E con il tuo spirito.
 INVOCAZIONE ALLO SPIRITO
Vieni, vieni, Spirito d’amore,
ad insegnar le cose di Dio.
Vieni, vieni, Spirito di pace,
a suggerir le cose che Lui ha detto a noi.
Noi ti invochiamo, Spirito di Cristo,
vieni tu dentro di noi.
Cambia i nostri occhi, fa’ che noi vediamo
la bontà di Dio per noi. Rit.
Insegnaci a sperare, insegnaci ad amare,
insegnaci a lodare Iddio.
Insegnaci a pregare, insegnaci la via, insegnaci tu l’unità. Rit.
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e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.
PREGHIERA DI LODE
Salmo 145 - Inno alla potenza e alla
provvidenza di Dio
Giusto sei tu, Signore, in tutte le tue vie
e buono in tutte le tue opere.
Sei vicino a chiunque ti invoca,
a quanti ti invocano con sincerità.
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per
sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Appaghi il desiderio di quelli che ti temono,
ascolti il loro grido e li salvi.
Custodisci tutti quelli che ti amano,
ma distruggi tutti i malvagi.
Grande sei tu, Signore, e degno di ogni
lode;
senza fine è la tua grandezza.
Una generazione narra all’altra le tue
opere, annuncia le tue imprese.
Canti la mia bocca la tua lode, Signore,
e benedica ogni vivente il tuo santo
nome, in eterno e per sempre.
Misericordioso e pietoso sei tu, Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono sei tu, Signore, verso tutti,
la tua tenerezza si espande su tutte le
creature.
Gloria al Padre…
Padre misericordioso,
offrendoci la tua Parola, tu ci inviti
anche oggi alla tua mensa,
per condividere il pane dei figli,
perché impariamo a gioire
del banchetto nuovo del tuo regno.
Fa’ che questo appello non venga
disatteso, ma che ognuno di noi possa
udire la tua voce, che con pazienza
e desiderio di comunione,
ci chiama a fare festa con te.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Amen.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Fedele sei tu, Signore, in tutte le tue
parole
e buono in tutte le tue opere.
Tu sostieni quelli che vacillano
e rialzi chiunque è caduto.
 PREGHIERA E CONTEMPLAZIONE: oratio
Rivolgi con fiducia la tua preghiera di supplica, di lode, o di ringraziamento, al
Signore della storia, ricco di bontà e misericordia.
Signore, Tu provi compassione
per la folla che sta con Te ormai da tre giorni;
offri il pane a tutti.
Non fai distinzione di persone,
chiedi soltanto che si lascino radunare da Te,
che stiano con Te, ascoltino la Tua Parola,
accolgano il “pane della vita”.
Concedimi di comprendere che il “pane vero”,
che nutre, è la Tua compassione,
per la quale hai offerto Te stesso.
Aiutami a venire più frequentemente a Te,
per ascoltare la tua Parola e ricevere il “pane di vita”,
che Tu generosamente intendi donarmi. Amen.
 RISONANZA COMUNITARIA: Collatio
Per introdurre la condivisione
Tu o Signore, sei il mio pane,
senza di te non posso vivere;
non saprei dove andare senza di te,
non saprei cosa fare e cosa dire senza di te.
Signore, tu sei il mio nutrimento,
tu sei la forza per la quale tu mi darai la grazia
di spezzare con i fratelli questo nutrimento giorno per giorno.
Saremo anche noi il pane del Signore,
pane distribuito, pane diventato ostia di umiltà.
(card. Carlo Maria Martini)
Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
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Conosci situazioni di fragilità come quelle ricordate dal papa: senza tetto,
tossicodipendenti, anziani soli e abbandonati, migranti, persone schiave
di qualche tratta? Come puoi usare loro misericordia?
Prega per le donne che pensano di abortire…
Impegnati per il rispetto della creazione: ti è stata affidata, non data in
possesso…
Misericordia come passione per il popolo di Dio
“Quando sostiamo davanti a Gesù crocifisso, riconosciamo tutto il suo
amore che ci dà dignità e ci sostiene, però, in quello stesso momento, se
non siamo ciechi, incominciamo a percepire che quello sguardo di Gesù
si allarga e si rivolge pieno di affetto e di ardore verso tutto il suo popolo. Così riscopriamo che Lui vuole servirsi di noi per arrivare sempre più
vicino al suo popolo amato” (268).
“Gesù guarda e tratta con una profonda attenzione piena d’amore le singole persone, ma anche le folle e il popolo intero di Israele”; e allora,
scrive il papa, “affascinati da tale modello, vogliamo inserirci a fondo
nella società, condividiamo la vita con tutti, ascoltiamo le loro preoccupazioni, collaboriamo materialmente e spiritualmente nelle loro necessità, ci rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli
che piangono e ci impegniamo nella costruzione di un mondo nuovo,
gomito a gomito con gli altri” (269).
“A volte sentiamo la tentazione di essere cristiani mantenendo una prudente distanza dalle piaghe del Signore. Ma Gesù vuole che tocchiamo
la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri. Aspetta
che rinunciamo a cercare quei ripari personali o comunitari che ci permettono di mantenerci a distanza dal nodo del dramma umano, affinché accettiamo veramente di entrare in contatto con l’esistenza concreta degli altri e conosciamo la forza della tenerezza. Quando lo facciamo,
la vita ci si complica sempre meravigliosamente e viviamo l’intensa esperienza di essere popolo, l’esperienza di appartenere a un popolo” (270).
Pensa a un’esperienza in cui ti sei chinato sulla sofferenza o sul bisogno
di un fratello: non hai provato la gioia di cui parla il papa?
Hai vissuto anche tu la tentazione di “mantenerti a una prudente distanza dalle piaghe del Signore”? “Ma Gesù vuole che tocchiamo la miseria
umana, la carne sofferente degli altri”.
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 IN ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO (Mc 6,30-44)
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Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto
quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31 Ed
egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
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Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. 33 Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le
città accorsero là a piedi e li precedettero. 34 Sceso dalla barca,
egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché
erano come pecore che non hanno pastore, e SI MISE A INSEGNARE LORO MOLTE COSE.
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Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; 36 congedali,
in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». 37 Ma egli rispose loro:
«Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo
andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da
mangiare?».
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Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si
informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». 39 E ordinò loro
di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. 40 E sedettero, a
gruppi di cento e di cinquanta.
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Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò
la benedizione, SPEZZÒ I PANI E LI DAVA AI SUOI DISCEPOLI PERCHÉ LI DISTRIBUISSERO A LORO; e divise i due
pesci fra tutti.
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Tutti mangiarono a sazietà, 43 e dei pezzi di pane portarono
via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. 44 Quelli che
avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
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Racconti della moltiplicazione dei pani: 6,34-44 / 8,1-10. || miracolo di
Eliseo in 2Re 4,42-44 || narrazioni degli altri evangelisti: Mt 14,13-21;
Lc 9,10-17; Gv 6,1-13; + Mc 8,1-10; istituzione dell’eucaristia (Mc 14, 22).
 SPUNTI PER LA MEDITAZIONE
Rileggi il testo del vangelo alla luce di quanto il papa Francesco scrive in
Evangelii gaudium:
Misericordia come ascolto del grido dei fratelli nel bisogno
Ogni cristiano e ogni comunità, scrive il papa, sono chiamati a essere
strumenti della misericordia di Dio, rendendosi docili e attenti al grido
del povero e soccorrendolo. Dio ha ascoltato il grido del povero ed è
sceso a salvarlo (Es 3,7-10). Noi, che siamo figli di un Dio di misericordia, ci mettiamo fuori del suo progetto quando non operiamo con misericordia.
“In questo quadro si comprende la richiesta di Gesù ai suoi discepoli:
«Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37), e ciò implica sia la collaborazione per risolvere le cause strutturali della povertà e per promuovere lo sviluppo integrale dei poveri, sia i gesti più semplici e quotidiani
di solidarietà di fronte alle miserie molto concrete che incontriamo” (n.
188).
“In ogni luogo e circostanza i cristiani, scrive il papa, sono chiamati ad
ascoltare il grido dei poveri”, ad associarsi alla misericordia di Dio. Ci
sono persone, aggiunge facendo proprie le parole dei vescovi brasiliani,
“senza terra, senza tetto, senza pane, senza salute, violate nei loro diritti. Vedendo le loro miserie, ascoltando le loro grida e conoscendo la loro
sofferenza, ci scandalizza il fatto di sapere che esiste cibo sufficiente per
tutti e che la fame si deve alla cattiva distribuzione dei beni e del reddito. Il problema si aggrava con la pratica generalizzata dello spreco” (191).
Ci sono persone di tua conoscenza che sono nel bisogno? Come puoi vivere la parola di Gesù: “Date loro voi stessi da mangiare”? Quali forme di
solidarietà potresti attuare? E a livello sociale, quale apporto potresti dare
nella linea dell’attenzione alla giustizia e al grido dei poveri?
Domanda al Signore di avere anche tu un cuore di madre che sa commuoversi e intenerirsi di fronte al bisogno e alla sofferenza di ogni fratello che
incontri...
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Misericordia come cura della fragilità
“Piccoli ma forti nell’amore di Dio, come san Francesco d’Assisi, tutti
noi cristiani siamo chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e
del mondo in cui viviamo” (216).
È Gesù stesso che, identificandosi specialmente con i più piccoli, “ci ricorda che tutti noi cristiani siamo chiamati a prenderci cura dei più fragili della Terra”; ma nel vigente modello “di successo” e “privatistico”,
osserva con amarezza il papa, “non sembra abbia senso investire affinché quelli che rimangono indietro, i deboli o i meno dotati possano farsi
strada nella vita” (209).
“È indispensabile allora, dice il papa, prestare attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo apparentemente non ci porta
vantaggi tangibili e immediati: i senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati, ecc.”.
Tra quanti sono emarginati, il papa ricorda che gli stanno particolarmente a cuore i migranti (210).
Il papa fa presenti varie forme di sfruttamento: “Vorrei, scrive il papa,
che si ascoltasse il grido di Dio che chiede a tutti noi: «Dov’è tuo fratello?» (Gen 4,9). Dov’è il tuo fratello schiavo? Dov’è quello che stai uccidendo ogni giorno nella piccola fabbrica clandestina, nella rete della
prostituzione, nei bambini che utilizzi per l’accattonaggio, in quello che
deve lavorare di nascosto perché non è stato regolarizzato? Non facciamo finta di niente” (211).
Ricorda poi la situazione di fragilità delle donne (“soffrono situazioni di
esclusione, maltrattamento e violenza”) e dei bambini nascituri (“i più
indifesi e innocenti di tutti”) (213).
Infine il papa ci richiama a prenderci cura del creato. “Ci sono altri esseri fragili e indifesi, che molte volte rimangono alla mercé degli interessi
economici o di un uso indiscriminato. Mi riferisco all’insieme della creazione. Come esseri umani non siamo dei meri beneficiari, ma custodi
delle altre creature”. “Non lasciamo, conclude il papa, che al nostro passaggio rimangano segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e quella delle future generazioni” (215).
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