Progeo - Le Mucche di Guglielmo

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Progeo - Le Mucche di Guglielmo
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Bologna
Guglielmo Fontanelli Az. Agr.
Alleviamo
successi
Il latte delle Mucche di Guglielmo
Guglielmo consegna personalmente il suo latte ai negozi
Dalla stalla alla latteria: una filiera davvero corta
Le mucche di Guglielmo sono le prime a passare alla
storia come caso di latte pastorizzato a catena alimentare corta, anzi inesistente, tutta a favore della identità di
ciò che si mangia. Guglielmo Fontanelli, cliente e consigliere di Progeo, è il protagonista di questa scommessa
imprenditoriale. Ha pensato che al mondo c’è posto per
tante presenze, per la grande industria alimentare organizzata per fornire l’intero territorio nazionale ed anche
per il suo allevamento che invece ha l’ambizione di offrire
il meglio di se ad un pubblico molto più ristretto nell’am-
bito dei negozi di Bologna. Perchè il latte è come il vino:
ha un suo sapore ed un suo aroma che può essere riconosciuto e apprezzato. Soprattutto in Italia, che è il paese
che sa valorizzare meglio il latte: nessuno come noi ha la
tradizione di acquistare il latte fresco, pastorizzato, riconoscendogli il suo più alto valore biologico ed anche il
suo sapore “pieno”. Partendo da qui, Guglielmo vuole
offrire un’ulteriore distinzione del sapore e dell’aroma,
facilmente percepibili al primo assaggio, grazie al trattamento “rispettoso” delle caratteristiche organolettiche
del latte: pastorizzazione a
temperature più basse seppur
per tempi più lunghi, nessuna
omogenizzazione, e soprattutto lavorazione freschissima
del latte prodotto nella propria
stalla per poi consegnarlo personalmente ai negozi selezionati di Bologna e dei piccoli
comuni limitrofi. Ma vediamo
la carta d’identità di questo
latte.
Le vacche che lo producono
sono allevate a Monzuno, a
700 metri di altezza, sul versante di sinistra del fiume
Savena, caratterizzato da
una rigogliosa vegetazione
di boschi e da una eccezio-
Guglielmo con i tecnici di Progeo
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Segue da pag. 16 - Franco Passini
Segue da pag. 17
Guglielmo Fontanelli
Alleviamo
successi
117 giorni, a testimonianza di quanto appena detto. In
realtà ad aiutare questo indice c’è una strategia basata
su un robusto ricambio degli animali, grazie sempre
all’ottima fertilità che consente di poter disporre di 40
manze ogni anno; l’allevamento si può quindi permettere
di selezionare gli animali osservando il comportamento
dopo il parto per poi vendere da vita i soggetti meno efficienti. Una riforma che comunque è di tutto valore, considerato il livello delle selezionate.
Il numero ristretto di capi allevati consente un’ottima
gestione famigliare senza impiego di manodopera
esterna, con grande affidabilità nella preparazione del
carro e nella cura della fecondazione, effettuate da
Franco, nonchè grande cura nella mungitura che invece
compete a Ines. Anche i figli Daniele ed Emanuela e la
nonna Vittoria trovano valido impiego nelle operazioni
quotidiane.
Concludiamo con un richiamo all’inizio dell’articolo:
diventare protagonisti del settore è possibile per tutti gli
allevatori, basta impegnarsi per garantire benessere animale e qualità alimentare. Per questo Progeo è un valido
aiuto per scegliere le strade più giuste.
I Passini con la nonna Vittoria
nale purezza dell’aria,
vivono libere in una vecchia stalla completamente
rimaneggiata per garantire un maggior comfort,
mangiano un piatto senza
insilati, come succede per
il Parmigiano Reggiano,
quindi producono un latte
mediamente meno grasso
ma molto ricco in proteine.
A 200 metri di distanza, in posizione rialzata, è stata
costruita la latteria, composta da una sala di lavorazione
(pastorizzazione, raffreddamento e imbottigliamento)
e dalle celle di refrigerazione. Qui il latte viene imbottigliato, un litro per volta, etichettato e timbrato, infine le
bottiglie vengono imballate. Guglielmo le carica poi sul
furgone per le consegne giornaliere, alle quali provvede
personalmente per garantirsi anche l’opportunità di spiegare al negoziante ed ai suoi acquirenti le particolarità di
questo latte. Fra queste, anche quella dell’affioramento
della panna, dovuto proprio alla mancanza di omogenizzazione. Insomma, è proprio il caso di affermare che
questo latte ha una sua identità ed un suo nome, ed il
consumatore sa con certezza da chi proviene. Quella
del latte delle “Mucche di
Guglielmo” è un’esperienza unica, per pochi,
che non potrà impensierire certo la grande industria alimentare, ma che
val la pena di essere raccontata per l’alto valore
aggiunto che può venire
dall’agricoltura e da allevatori impegnati a favore
del consumatore.