Bologna, ENEA, Progetto AQUASAVE
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Bologna, ENEA, Progetto AQUASAVE
1) PROGETTO AQUASAVE RISPARMIO IDRICO NELLE ABITAZIONI Luogo: Città di Bologna, Emila Romagna, Italia. Destinazione d’uso: Edilizia Residenziale Sperimentale Inizio/Fine Cantiere: 1997-2000. Sperimentazione a cura di: ENEA (Ente nazionale per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), Arpa (Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente dell’Emilia Romagna, Azienda U.S.L. della Città di Bologna/Dipartimento di Prevenzione, (SeaBo Società energia ambiente Bologna), Comune di Bologna (Settore Ambiente e Territorio) Caratteristiche generali: il progetto si è posto l’obiettivo di studiare e di valutare le potenzialità del risparmio dell’acqua potabile nelle abitazioni per mezzo di un modello sperimentale di gestione delle risorse dell’acqua installato nella città di Bologna. La commissione Europea, nell’ambito del programma Life Ambiente, ha finanziato il 50% totale dei costi. L’edificio interessato alla realizzazione del Progetto Aquasave (PA) è costituito da otto alloggi distribuiti su tre piani; il sistema di gestione dell’acqua massimizza il riuso dell’acqua grigia e minimizza la produzione degli scarichi. Obiettivi fondamentali: risparmio acqua potabile, riuso dell’acqua grigia, uso dell’acqua piovana, uso di componenti a basso consumo, riduzione degli sprechi. Sistema di riuso delle acque grigie: l’acqua grigia proveniente dai lavabi dei bagni, dalle vasche da bagno e dalle docce è raccolta per mezzo di una rete appositamente dedicata, prefiltrata ed inviata nel serbatoio di raccolta nel locale impianti; nuovamente filtrata e disinfettata viene inviata al serbatoio di accumulo per poi essere distribuita da un’apposita rete agli alloggi e quindi agli sciacquoni dei bagni. Sistema di utilizzo dell’acqua piovana: l’acqua piovana, raccolta da una rete apposita, fluisce nel locale impianti dove scartata la prima acqua di pioggia, che potrebbe essere altamente inquinata, attraversa un prefiltro per poi essere nuovamente filtrata e disinfettata ed inviata al serbatoio di stoccaggio. Attraverso una rete di distribuzione apposita l’acqua trattata arriva agli alloggi e quindi alle lavatrici e alle lavastoviglie che la utilizzano all’inizio del ciclo di lavaggio mentre il risciacquo finale avviene con acqua potabile. Un sistema di accumulo, raccogliendo acqua nei periodi di alta piovosità, consente la fornitura dell’acqua anche nei periodi di scarsa piovosità. Sistema di riduzione dei consumi: sono applicate semplici soluzioni tcnologiche che consentono la riduzione dei consumi dell’acqua, nei confronti di sistemi tradizionali. I principali sistemi installati sono: sistema di flussaggio con vasi che richiedono solo 3.5 litri di acqua contro i 9 litri per risciacquamento dei sistemi tradizionale e con cassette dotate di doppio tasto, rubinetti dotati di sistema di iniezione di aria nell’acqua con manopole a due corse, elettrodomestici che richiedono minori quantità di litri di acqua per i cicli di lavaggio. Sensibilizzazione degli utenti per la riduzione degli sprechi. Sistema di monitoraggio: dedicato ai consumi totali e singoli consente il monitoraggio dei consumi annuali ed il relativo confronto con quelli tradizionali e l’ottimizzazione dei valori delle portate coinvolte per il riuso dell’acqua grigia e per l’utilizzo dell’acqua piovana. Conclusioni: la percentuale del potenziale risparmio dell’acqua del sistema proposto dal PA confrontato con quello tradizionale è di circa il 50% di acqua potabile. Di questa circa il 30% per mezzo dei componenti a basso consumo di acqua; circa il 15% per mezzo del riuso dell’acqua grigia; circa il 5% per mezzo dell’uso dell’acqua piovana. L’acqua grigia proveniente dal lavaggio del corpo (33% del consumo totale negli alloggi) è sufficiente per alimentare il 23% del consumo degli sciacquoni dei bagni; l’acqua piovana consente l’8% di risparmio sul consumo totale negli alloggi e rappresenta il 66% del consumo complessivo delle lavatrici e delle lavastoviglie. Le innovazioni proposte dal PA sono state analizzate con la metodologia di Valutazione di Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment, LCA) e confrontate con il sistema di produzione di acqua potabile e trattamento dei reflui nella città di Bologna. I risultati hanno evidenziato che non ci sono significative controindicazioni ambientali all’adozione delle tecnologie proposte.