Animali: cambiano i nomi dei cani, addio Fuffi, ecco Beppe e Mustafà
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Animali: cambiano i nomi dei cani, addio Fuffi, ecco Beppe e Mustafà
Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi Anno IV – n. 230 mercoledì 10 dicembre 2008 Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma • Direttore responsabile: Enrico Fontana • Editore: undicidue srl, via del Portofluviale, 9/a - Roma • Stampa: Rotopress, via E. Ortolani, 33 - Roma Registrazione Tribunale di Roma n. 34 del 7/2/2005 • Redazione: via del Portofluviale, 9/a - 00154 Roma - tel. 0645470700 - fax 0642013131 - [email protected] • Stampato su carta ecologica • La testata fruisce dei contributi di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250 Ue, raggiunta l’intesa sul clima Siglato a Bruxelles l’accordo sulle energie rinnovabili fra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo Elida Sergi [email protected] Grazia Francescato: «Meno male che c’è l’Europa a tenere la barra ben dritta verso obiettivi indispensabili per affrontare i cambiamenti climatici che sono una priorità planetaria, non solo italiana» Cleto Romantini a pagina 2 Violenti scontri per Alexis In migliaia alle esequie del giovane ucciso dalla polizia in Grecia: aveva insultato un agente Valentina Faraone v.faraone @notizieverdi.it M La nursery delle ecoauto 2 Autogrill si veste di verde 3 Se l’amore gay fa ancora paura orire a 15 anni con una pallottola dello Stato conficcata nel cuore si può. È stato dimostrato in questi giorni dai fatti accaduti in Grecia, dove Alexandros Grigoropoulos, adolescente dal ciuffo ribelle e la lingua lunga, è morto per un colpo d’arma da fuoco sparato da un agente. Motivazione: il ragazzo ha offeso il poliziotto mentre questo passava in auto con un collega. I giovani, che in queste ore si incontrano sul web per continuare a organizzare cortei affinché non si spenga l’interesse dei media su quest’atroce vicenda, spiegano che Alexis si trovava nel quartiere ateniese di Exarchia, abitato per lo più da studenti di sinistra, a bere birra con degli amici, quando è passata una pattuglia della polizia e gli agenti sono stati insultati dal ragazzo. I poliziotti, fermata la macchina più avanti lungo la strada, hanno deciso di retrocedere e durante un tafferuglio con i ragazzi sono stati esplosi dei colpi di pistola: uno di questi ha ferito a morte Alexis. I numerosi testimoni hanno affermato che gli agenti, come nulla fosse successo, hanno lasciato il ragazzo morto a terra e sono andati via. Imme- Un’ottantina di persone ha occupato pacificamente il primo piano del consolato greco a Parigi. Azioni simili sono state organizzate nei consolati ellenici di Londra e Berlino, mentre alla “Sapienza” una scritta recita: «Alexis vive e lotta insieme a noi» diatamente in tutta la Grecia si sono verificati scontri e scene da guerriglia urbana hanno invaso i maggiori telegiornali ellenici. Gli studenti, mobilitati da mesi contro riforme che ta- gliano risorse ingenti alla scuola e alla ricerca, si sono organizzati via email e sms e sono scesi in piazza per protestare contro il governo di destra di Costas Caramanlis che ha promesso il pugno di ferro contro i loro movimenti. Il risalto mediatico che la morte di Alexis ha avuto ha dato man forte alla pesantissima crisi politica che il premier conservatore deve affrontare. Nonostante i vari tentativi del primo ministro, volti a ricucire lo strappo politico apertosi in questi giorni di guerriglia urbana, né la stampa, né tanto meno l’opposizione del Partito socialista, delle formazioni comuniste e della sinistra radicale, sembrano disposte a tendere una mano al governo di centrodestra. La situazione sembra possa precipitare da un momento all’altro e gli studenti, coalizzati in ogni parte d’Europa, lo sanno bene. Un’ottantina di persone ha occupato pacificamente il primo piano del consolato greco a Parigi, in segno di protesta per la morte di Alexandros. Azioni simili sono state organizzate nei consolati ellenici di Londra e Berlino, mentre alla “Sapienza” una scritta su un muro recita: «Alexis vive e lotta insieme a noi». La protesta ha assunto, insomma, una dimensione europea. Un altro “caso” Carlo Giuliani è stato risucchiato da una storia ingiusta che purtroppo si ripete da troppo tempo e le vittime innocenti sono ormai sempre più giovani. Animali: cambiano i nomi dei cani, addio Fuffi, ecco Beppe e Mustafà L’epoca di Bill e Fuffi è finita: oggi i nomi dei nostri amici a quattro zampe sono sempre più “umani”, da Beppe a Mustafà. È quanto emerge da una ricerca eseguita su un campione di 1.000 proprietari di cani e gatti acquistati o adottati negli ultimi due anni, realizzata dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa). Per quanto riguarda i cani, abbondano Carlo e i suoi diminutivi, ma anche Silvietto, Barak e Giovannino. Su 550 proprietari di cani maschi sono ben 125 coloro che hanno scelto diminutivi di Giuseppe e Carlo, con Beppe e Carletto in cima alla lista. In calo i nomi tradizionali, dal classico Bill con 27 preferenze a Fuffi con 22 e Bracco o Bracchetto con 12. Resistono gli “alcolici” Whisky (33) e Tequila (23), mentre come new entry arriva, con 11 preferenze, il nome Mustafà, prevalentemente per cani di grossa taglia. Risultano pochissime le cagnoline battezzate Briciola (21 preferenze) e Lady (17 casi). A sorpresa, il nome femminile di persona più gettonato è Mariella, con 64 scelte, seguito da Barbarella o Cristina. La maggioranza però ama i nomi Piccola, Ciccilla e Morgana e non manca anche qualche Barbie. Per i gatti, Pucci si difende ancora, con 55 preferenze su mille. Ma per i gatti maschi esiste anche una schiera di nomi più “classici” che vanno da Annibale ad Antonio passando per Robertino e Michelangelo fino a Nerone. Tra le gatte femmina rimangono i nomi storici come Lady o Piccina, ma non mancano Nerina (6 casi in gatte tutte nere) o Ciccina. Pensavate che sarebbe bastata la strombazzatissima vittoria di Vladimir Luxuria nel reality di Rai Due “L’isola dei famosi” a sdoganare definitivamente il mondo gay-lesbotrans in tv? Evidentemente vi sbagliavate di grosso, dal momento che proprio la stessa rete ha pensato bene di trasmettere lunedì sera una versione a dir poco “edulcorata” del celebre capolavoro di Ang Lee I segreti di Brokeback mountain, film vincitore di un Leone d’oro a Venezia, quattro Golden globe e tre premi Oscar. L’avvincente e drammatica passione d’amore di due cowboy del Wyoming, magistralmente interpretati dal compianto Heath Ledger e da Jake Gyllenhaal, non ha avuto quindi la dignità del “visto” da parte del direttore di Rai Due, il leghista Antonio Marano. Non almeno nelle scene che contenevano baci e riferimenti omoerotici. Non è dato sapere se il direttore della seconda rete sia stato davvero preso in contropiede da Rai Cinema, che avrebbe girato a Rai Due una copia già tagliata del film o se, invece, Marano fosse preoccupato dalle possibili reazioni di certi bacchettoni in servizio permanente. Proprio Vladimir Luxuria si è presa la briga di chiedere spiegazioni a Marano, scucendogli la promessa di ritrasmettere il film in versione integrale. Promessa confermata anche da una nota ufficiale di viale Mazzini, che spiega come «una serie di casualità abbia impedito la messa in onda della versione originale della pellicola». C’è da augurarsi che si tratti davvero di una serie di casualità perché, in caso contrario, saremmo di fronte a un clamoroso caso di accanimento discriminatorio contro i gay. Se a essere sotto accusa è infatti non certo la natura “hard” delle scene (non diverse da quelle contenute in qualsiasi film o fiction regolarmente trasmessi dalla tv pubblica), ma invece la natura omosessuale della relazione rappresentata, c’è da preoccuparsi seriamente. Per dirla con il presidente dell’Arcigay Aurelio Mancuso: «Chi si è permesso di pensare che il pubblico adulto non avrebbe potuto sopportare i baci e le effusioni tra due uomini?». L’episodio dimostra con tutta evidenza che se si può chiudere un occhio sul fenomeno Luxuria, ormai popolarissima e ampiamente presente in tutte le salse sulla televisione pubblica e anche privata, fa ancora scandalo, o forse addirittura paura, la possibilità che le storie d’amore omosessuale possano essere considerate alla stregua di tutte le altre, in televisione come nella società. Un pregiudizio odioso, contro il quale occorre ancora combattere e tenere alta la guardia. 2 mercoledì 10 dicembre 2008 Barroso: «Obiettivi non negoziabili» Il presidente della Commissione: «Necessaria un’equa distribuzione dei costi, ma non bisogna annacquare le ambizioni Ue» dalla prima R aggiunta a Bruxelles l’intesa sulle energie rinnovabili fra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo. Si tratta di un progetto legislativo che obbliga i Paesi membri a includere il 20% di energie rinnovabili nel consumo energetico entro il 2020: ogni Paese dovrà definire un obiettivo nazionale dettagliato per investire in fonti alternative. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili è uno dei pilastri del pacchetto su clima ed energia, che sarà oggetto del vertice dei capi di Stato e di governo di domani e venerdì. Un pacchetto, il cosiddetto “20-20-20”, «i cui obiettivi non sono negoziabili», sottolinea il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso, spiegando che è comunque necessario garantire un’equa distribuzione dei costi del pacchetto tramite la flessibilità, a fronte di «pre- occupazioni giustificate». Ma, aggiunge, non sarebbe giusto per l’Unione europea «annacquare» le ambizioni del pacchetto clima, ora che gli Stati Uniti, con Obama, si stanno avvicinando alle posizioni della Ue. Barroso si è quindi detto «fiducioso» che il vertice dei capi di Stato e di governo «manterrà essenzialmente intatto» il pacchetto sul clima, «un piano che valga l’1,5% del Pil europeo, pari a 200 miliardi di euro». Importante, nell’approvazione del pacchetto clima, il ruolo dell’Europarlamento, in cui diverse voci ipotizzano la possibilità di una seconda lettura per almeno una parte delle misure previste. Questo rischio è relativo, in partico- lare, alle direttive sulla riduzione del 20% delle emissioni di gas serra entro il 2020. La clausola di revisione riguarda sostanzialmente i meccanismi di cooperazione fra Stati con riferimento ai progetti comuni e alla possibilità di trasferire quote di rinnovabili da un Paese Importante, nell’approvazione del “pacchetto clima”, il ruolo dell’Europarlamento, in cui diverse voci ipotizzano la possibilità di una seconda lettura per almeno una parte delle misure previste rifiuti “No pack!”, lo scatto anti spreco A caccia dell’imballaggio più inutile e assurdo, armati di macchina fotografica. È questa la nuova missione che Legambiente, nell’ambito della campagna “Ridurre si può”, assegna a tutti i cittadini con “No pack!”. Un concorso fotografico che ironizza sugli imballaggi superflui per sensibilizzare i consumatori a porre attenzione su questo aspetto al momento dell’acquisto. Secondo gli ultimi dati Ispra (ex Apat) in Italia dal 2000 al 2006 si è registrato un aumento del 9 per cento degli imballaggi immessi al consumo, che sono passati da 11,2 milioni di tonnellate a 12,2. Grazie all’operato del Conai e dei Consorzi di filiera, il 66 per cento di questi è stato avviato a recupero e il 55,5 per cento a riciclo. Con “No pack!” Legambiente punta quindi i riflettori sulla “R” di riduzione, la più disattesa tra le 4 del noto principio comunitario, “Riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero”. Per imboccare la strada della gestione sostenibile dei rifiuti è infatti necessario diminuirne la produzione e, in questo senso, i cittadini svolgono un ruolo fondamentale: con i loro acquisti possono influenzare il mercato e, di conseguenza, migliorare la salute del nostro pianeta. A conclusione dell’iniziativa (15 dicembre), la foto con l’imballaggio più assurdo si aggiudicherà il titolo “Premio imballaggio sprecone” e il suo autore sarà premiato con la “Ricicletta”, la bici in alluminio riciclato di CiAl, il Consorzio imballaggi alluminio. Tutte le istruzioni per partecipare a “No pack!” su www.legambiente.eu. s.d.n. salute Diossina, De Petris: «Necessaria agenzia sicurezza alimentare» «L’ennesimo allarme per la carne alla diossina, dopo il latte alla melamina proveniente dalla Cina, rende indispensabile e urgente l’istituzione di un’agenzia per la sicurezza alimentare: in fondo, in Europa siamo l’unico Paese a non averla». Lo ha dichiarato Loredana De Petris del coordinamento nazionale dei Verdi che ha aggiunto: «Il suino non appartiene alle categorie con obbligo di etichetta che indichi il Paese di origine. Da oggi chiediamo un’etichettatura obbligatoria per ogni categoria alimentare». «I controlli sulla sicurezza alimentare dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole vanno resi obbligatori, a cominciare dalle fasi di allevamento intensivo - ha concluso la De Petris -. È questo l’unico metodo per evitare eventuali irregolarità e adulterazioni dei prodotti in modo da tutelare la salute dei consumatori e il nostro agroalimentare di qualità». all’altro. Nel testo di compromesso si chiedeva alla Commissione Ue di presentare nel 2014 un rapporto per proporre «adeguati adattamenti delle misure di cooperazione in modo da migliorare l’efficacia dell’obiettivo del 20%». Tra sei anni si potranno dunque ridiscutere i modi con cui raggiungere il traguardo prefissato, ma l’iniziale richiesta di Roma di una messa in discussione del target del 17% assegnato al nostro Paese (che parte dal 5%) non ha incontrato il consenso della presidenza francese dell’Ue. L’intesa non implica, in ogni caso, lo sblocco del difficile negoziato sul complesso del pacchetto clima, che prevede entro il 2020 la riduzione del 20% delle emissioni di CO2, un aumento del 20% dell’efficienza energetica e della quota di energie rinnovabili nel fabbisogno totale dell’Ue. Gli europei si sono già impegnati, nel marzo 2007, a ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra in rapporto ai livelli del 1990, a portare l’uso di energie rinnovabili al 20% del consumo e a realizzare il 20% di risparmio energetico. Tutto questo entro il 2020 (la strategia detta del “3 x 20”). Ora si tratta di agire e qui nascono i problemi. L’industria deve ridurre le emissioni del 21% in otto anni. Per forzare queste misure la Commissione ha proposto di far pagare agli industriali ogni tonnellata di CO2 emessa dal 2013. «Meno male che c’è l’Europa a tenere la barra ben dritta verso obiettivi indispensabili per affrontare i cambiamenti climatici che sono una priorità planetaria, non italiana ha commentato la portavoce dei Verdi Grazia Francescato -. Il nostro governo, purtroppo, non ha ancora capito la natura della questione che è essenziale sia per salvare il pianeta dal clima che muta portando in dote uragani e siccità, sia per entrare nell’economia del futuro che sarà sempre più “verde”». La nursery delle ecoauto Inaugurato a Cisterna di Latina il nuovo Pomos, il Polo per la mobilità sostenibile Giampiero Valenza L a Regione Lazio dà il benservito allo smog e alle polveri sottili. E lo fa inaugurando il suo primo Polo per la mobilità sostenibile (Pomos), dove sarà possibile produrre, ricercare e sviluppare modelli di auto a propulsione termoelettrica ed elettrica. Laddove un tempo c’era un capannone dismesso di una vecchia impresa, ora c’è una città. Ma non è una di quelle attività da colate di cemento raccontate da Celentano nella sua “via Gluck”. È la città che dice che «un’altra automobile è possibile». E sarà possibile grazie a una convenzione tra l’assessorato all’Ambiente della Regione, il dipartimento Info-com dell’università di Roma “La Sapienza” e il Comune di Cisterna, un finanziamento di 1,5 milioni di euro della Regione Lazio e 1 milione di euro del ministero dell’Ambiente. Una dozzina le persone che lavoreranno nel Pomos: tra queste, professori e ricercatori dell’università. L’obiettivo del progetto è quello di trasferire le conoscenze del mondo della ricerca a quello dell’industria, stimolando le piccole e medie imprese italiane a produrre veicoli a zero o molto basse emissioni. Il Pomos ha già firmato accordi di collaborazione con circa 50 tra istituzioni, associazioni, enti, consorzi e fondazioni. L’attività di ricerca ha già portato allo sviluppo di diversi prototipi di veicoli. Un progetto che guarda in grande, dunque, e non solo nel Lazio, anche se qui vede il suo cuore. Proprio con il Pomos di Cisterna si guarda con attenzione all’agro pontino. Grazie anche al lavoro del Polo, entro il 2009 i veicoli comunali dell’intera isola di Ventotene, nell’arcipelago delle Pontine, saranno totalmente elettrici: un nuovo passo per far sì che nell’isola possano esserci “emissioni zero”. Un altro progetto, sempre in provincia di Latina, è quello che permetterà un sistema di mobilità totalmente ecologico tra la stazione ferroviaria di Cisterna e il parco di Ninfa. A collegare l’oasi verde alla linea Roma-Napoli ci penseranno infatti alcuni veicoli elettrici. «L’Italia - ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione Grazie a un intervento della Regione, dell’università di Roma “La Sapienza” e del Comune, in una fabbrica dismessa nascono i laboratori che offriranno alle imprese i prototipi dei veicoli a zero o basse emissioni. Si punta tutto sui motori elettrici Lazio Filiberto Zaratti (Verdi), presente all’inaugurazione - non può continuare a innovare e non sfruttare i risultati della ricerca come è successo negli anni Novanta con il Common rail, il sistema che ha rivoluzionato i motori diesel, ma che non è stato sfruttato dalle nostre aziende automobilistiche. Oggi la sfida è più grande perché l’innovazione tecnologica non è più solamente un fattore d’innovazione industriale, ma è diventata un carattere fondamentale della tutela ambientale. La mobilità sostenibile - ha aggiunto - rappresenta un segmento importante per due motivi. Il primo è rappresentato dal fatto che lo sviluppo di veicoli a basse o nulle emissioni avrà in un futuro prossimo una relazione diretta con l’inquinamento urbano. Il secondo motivo, invece, risiede nel fatto che il nostro Paese possiede delle competenze di primissimo livello in materia di mobilità che bisogna declinare verso quelli che saranno i nuovi mercati legati ai veicoli a basso o nullo impatto ambientale». mercoledì 10 dicembre 2008 botanica Funghi “alieni” attaccano i nostri alberi Gli alberi italiani, soprattutto quelli ad alto fusto, sono in pericolo a causa di alcune specie estranee di fungo. È quanto emerge da un’indagine effettuata dagli esperti del Centro ricerca per le patologie vegetali di Roma, secondo la quale specie fungine di provenienza tropicale e subtropicale si sono insediate sui nostri alberi, impoverendone la chioma e apportando lesioni al tronco. La diffusione alle nostre latitudini di forme alloctone è da collegare agli effetti del cambiamento climatico globale in corso e dell’inquinamento atmosferico causato dall’eccesso di trasporto su gomma. Tra i funghi che più colpiscono la vegetazione mediterranea è spesso presente Inonotus rickii, specie di origine americana che negli ultimi tempi si è ampiamente diffusa in Italia, destando non poche preoccupazioni. Il fungo patogeno è in grado, infatti, di produrre carie e cancri su numerose specie di alberi, generando una corrosione bianca del legno in diverse parti della pianta, oltre a cancri corticali che, nel tempo, conducono alla disfunzione degli apparati vegetali, alla comparsa di branche secche nella parte alta della chioma, a ingrossamenti e ferite sul fusto. Negli ultimi anni è stato rilevato un forte deperimento dei boschi in molte regioni mediterranee, con una moria di alberi che ha toccato talvolta punte superiori al 50 per cento. A subirne i maggiori effetti negativi è il cerro, quercia mediterranea molto diffusa lungo tutta l’area appenninica e nelle isole, a eccezione della Sardegna. Grazie ai supporti informatici utilizzati per le indagini, gli esperti saranno in grado di attivare adeguati metodi di monitoraggio per la gestione delle malattie delle piante, ottimizzando la pianificazione degli interventi di difesa per prevenire la diffusione delle patologie infettive. p.l. Autogrill si veste di verde Con il primo “Ecogrill” a Ravenna, la catena di ristorazione per chi viaggia punta sulla sostenibilità ambientale Carolina Boco L’ [email protected] ecosostenibilità è l’obiettivo del progetto Afuture, promosso dal gruppo Autogrill per la costruzione dei nuovi punti vendita. Entro la fine dell’anno aprirà, vicino a Ravenna, il primo esemplare, il progetto pilota al quale l’azienda intende dare seguito, in Italia e all’estero. Nel rispetto dell’ambiente e a partire dalla convinzione che sia possibile e in ultima analisi conveniente coniugare il business con lo sfruttamento delle energie alternative, è stato sviluppato un nuovo concept di locale, che farà da battistrada ad altri in futuro. L’Ecogrill presenterà una struttura costituita da materiale isolante, con copertura rivestita di terra ed edera avente funzione termostabilizzante e d’integrazione con il contesto ambientale (grazie a un ridotto impatto visivo). Le rifiniture interne saranno in resina naturale; si utilizzerà prevalentemente l’illuminazione naturale, tramite particolari sistemi di regolazione e dispositivi illuminanti a basso consumo, posizionati nella zona vendite; un impianto geotermico sarà installato per la produzione di aria calda e fredda e sarà abbinato a un apparato di recupero del calore. È previsto un sistema d’imma- Tetto erboso e materiali naturali all’interno, utilizzo di energie alternative, regolamentazione del consumo idrico e riciclo dei rifiuti: l’Autogrill di nuova generazione coniuga business e rispetto dell’ambiente, con un risparmio energetico del 60 per cento gazzinamento dell’acqua piovana da impiegare per l’irrigazione del tetto erboso e per l’erogazione nei servizi igienici. L’azienda stima che il risparmio energetico della nuova struttura sarà del 60 per cento. Il progetto risponde alla ricerca che Autogrill promuove a favore del rispetto dell’ambiente, finalità cui è volto l’uso responsabile dell’acqua e dell’energia, la riduzione di emissioni inquinanti nell’ambiente, il corretto smaltimento dei rifiuti e la predilezione per un packaging a basso impatto ambientale. Queste informazioni provengono dal “Rapporto di sostenibilità 2007” redatto da Autogrill. Si tratta del quarto report stilato dall’azienda allo scopo di comunicare il livello d’implementazione delle politiche attivate La recessione annunciata Secondo Le Monde l’Italia e la Germania saranno i primi Stati a subire la crisi nella zona euro Francesco Benetti [email protected] M ancava solo l’ufficialità, ma da settimane la notizia era sulla bocca di tutti e non aspettavamo altro: ora, finalmente, la zona euro è entrata in recessione, contraendosi dello 0,2% nel terzo trimestre dell’anno, a raffronto con i tre mesi precedenti, facendo segnare un risultato economico negativo per la prima volta nella storia. Non siamo soli, e possiamo bearci al sole invernale del «mal comune, mezzo gaudio». In Spagna, però, lo stesso proverbio cambia leggermente, diventando «mal comune, consolazione degli stolti». A ogni modo, secondo il quotidiano francese Le Monde, «Germania e Italia sono stati i primi due Stati a entrare in recessione tecnica», anche se i cugini d’Oltralpe si sono «salvati d’un pelo, con una crescita dello 0,1% nell’ultimo periodo». E a proposito della crisi, da segnalare le ultime novità che dal Belpaese vengono riportate sui quotidiani europei: El Pais si è scagliato in settimana contro la “porno tax”, approfittandone per riassumere la visione del mondo del nostro premier Silvio Berlusconi: «Ci sono politici ingegnosi, coraggiosi, politici che osano troppo, e altri disinibiti o manchevoli del senso del ridicolo. Berlusconi è superiore, ha tutte queste caratteristiche. E per risolvere la crisi economica italiana, più di un miliardo di euro di debito, ha pensato a un’idea brillante. Non porre fine alla storica evasione fiscale, né al regno di Cosa nostra, Camorra o ’Ndrangheta. Ha deciso di imporre una tassa speciale sull’intera industria pornografica. Una tassa che dimostra perfettamente la compatibilità che corre tra l’essere un lussurioso professionista e un pio difensore del sesto comandamento». 3 Sempre dalla Spagna, El Mundo riporta le ultime battute dell’annosa diatriba tra «il partito xenofobo italiano, la Lega nord» e il multiculturalismo, questa volta nella sfaccettatura islamica: una mozione in Parlamento per proibire temporaneamente la costruzione di nuove moschee o centri culturali islamici. L’idea è stata osteggiata, ovviamente, dalla forte comunità musulmana, circa un milione e 200mila persone. Per Maroni, ministro dell’Interno, «non è facile distinguere tra luoghi di culto e certe associazioni dove si fa di tutto, dar da mangiare, pregare, reclutare terroristi e preparare attentati». Importante l’apporto degli altri rappresentanti della Lega: Roberto Calderoli (per El Mundo un «esimio membro del gruppo nordista») nel 2007 portò a spasso un maiale sui terreni dove si sarebbe dovuta costruire una moschea, mentre Umberto Bossi propone una soluzione più rapida: «basterebbe non costruirne più». Contrario all’idea il Vaticano, che ha preso posizione contro i difensori delle radici nostrane. Ma non è l’unica presa di posizione della Santa sede, che nell’ultima settimana si è fatta sentire spesso dalle pagine dei quotidiani europei: l’opposizione alla proposta francese presso l’Onu per la depenalizzazione dell’omosessualità è stata seguita dalla mancata ratifica della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità. Se la motivazione per quest’ultimo rifiuto è, in linea di principio, ragionevole per i canoni cattolici (la Convenzione non vieta esplicitamente l’aborto), la moratoria contro le discriminazioni e, in alcuni casi, la pena di morte per gli omosessuali ha ricevuto una risposta “grottesca” da parte degli osservatori vaticani: non discriminare gli omosessuali potrebbe portare all’inverso alla discriminazione del matrimonio eterosessuale! Dall’Inghilterra, infine, arrivano un paio di ulteriori frecciatine al nostro premier: The Guardian introduce un lungo articolo del New York Times parlando proprio di Silvio Berlusconi, «che controlla il principale network televisivo privato, oltre a tenere sotto sorveglianza la Rai, ma preferisce comunque usare la legge per colpire la critica giornalistica nei suoi confronti». Allo stesso tempo, sta diventando sempre più chiaro il prossimo obiettivo del “cavaliere”. Dal blog United States of Europe viene rilanciato il grido d’allarme dei blogger italiani, che verranno schiacciati se la legge “ammazza blog” verrà approvata. I blog, ultima frontiera dell’informazione libera e gratuita, non devono stare molto simpatici a chi ha costruito la sua fortuna sui media a pagamento e commerciali, e sul controllo degli stessi. L’articolo del New York Times su Berlusconi si trova all’indirizzo http://www.nytimes. com/2008/12/02/world/ europe/02italy.html?_ r=2&scp=2&sq . Un articolo del New York Times parla invece di Berlusconi, «che controlla il principale network televisivo privato ma preferisce usare la legge per colpire la critica giornalistica nei suoi confronti» in campo economico, sociale e ambientale. La sensibilità ecologica e le pratiche che ne conseguono riguardano, infatti, tutti i punti vendita Autogrill in 42 Paesi, soprattutto presso le aree aeroportuali internazionali. Nelle rete italiana, 200 negozi sono collegati a un sistema di telegestione dell’energia elettrica centralizzato, per la minimizzazione dei consumi; in alcune zone sono presenti impianti di cogenerazione-trigenerazione alimentati a gas (per la produzione congiunta di energia elettrica, termica e frigorifera) e sono in corso studi per rendere operativo lo sfruttamento dell’energia solare e geotermica. Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico, 47 locali ubicati in aree non servite da pubbliche fognature, possiedono impianti di depurazione per il trattamento biologico delle acque di scarico, mentre per i locali Spizzico e Ciao sono già in fase di progettazione vasche di depurazione dell’acqua utilizzata nelle cucine, tramite decantazione dei grassi (pratica già in uso in tutti gli store austriaci); in una larga parte d’Europa, in Nord America e nell’area del Pacifico sono inoltre attivi impianti di regolazione del consumo dell’acqua e di rilevazione di eventuali sprechi. Nello smaltimento dei rifiuti l’azienda promuove già da tempo la differenziazione, anche avvalendosi di imprese private in caso di non fornitura del servizio da parte del Comune; negli Ecogrill saranno allestite isole ecologiche per lo stoccaggio e la messa in sicurezza di alcuni rifiuti. Afuture sviluppa quindi una politica di attenzione all’ambiente già avviata nella realtà di Autogrill e che ora punta a essere strutturale, rendendosi riconoscibile anche con un vero e proprio marchio a precisa identificazione di tutti gli store di nuova generazione. La speranza è che dietro alla strategia di comunicazione opportunamente approntata dall’azienda ci sia l’effettiva realizzazione di un progetto che appare importante, tanto più se autonomamente promosso da un soggetto privato. usa Obama-Gore: il clima è un’emergenza nazionale Il presidente eletto Barack Obama e il paladino ambientalista Al Gore si sono incontrati ieri a Chicago concordando che il problema del mutamento del clima «è urgente ed è una questione di sicurezza nazionale». «Deve essere trattata in modo molto serio - ha aggiunto Obama -. L’epoca del temporeggiare è finita, così come è finita l’epoca del negare la stessa esistenza del problema», un’implicita accusa alla politica ambientalista di George W. Bush. All’incontro tra Obama e il Nobel per la pace ha partecipato anche il vicepresidente designato Joe Biden. Obama, parlando con i giornalisti al termine del colloquio a tre, con Gore e Biden silenziosi al suo fianco, ha aggiunto che il mutamento del clima «non è solo un problema ma anche un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro nel settore in espansione dell’energia pulita». Obama ha evitato di rispondere alle domande su un possibile ruolo futuro di Gore nella sua amministrazione, un interrogativo che pendeva sull’incontro tra l’uomo che il 20 gennaio prossimo metterà fine all’era Bush sostituendolo alla Casa Bianca e l’uomo che nel 2000 tentò invano di impedire l’inizio dell’era di George W. Bush. L’agenda del colloquio tra il presidente eletto e il paladino della lotta al riscaldamento del pianeta era dedicata ufficialmente a questioni ambientali: la ricerca dell’energia pulita e la difesa dell’ambiente, favorendo allo stesso tempo la creazione di nuovi posti di lavoro. Era stato lo stesso Obama, del resto, ad aprire la porta a una partecipazione di Gore premio Nobel per la pace e vincitore dell’Oscar per il documentario Una verità scomoda dedicato alla sua crociata ambientalista - alla sua amministrazione fin dallo scorso aprile, quando la battaglia per la candidatura democratica ancora infuriava. Obama aveva affermato che Gore «avrebbe potuto giocare un ruolo centrale» nella messa a punto del suo piano per combattere il riscaldamento del pianeta. Da notare che Gore, durante le roventi primarie democratiche, si era astenuto dal prendere posizione nella battaglia tra Obama e Hillary Clinton con grande dispiacere della ex first lady che sperava invece di ottenere il suo appoggio. Gore ha dato il suo sostegno a Obama solo a giugno, a battaglia di fatto conclusa. Finora Gore ha manifestato comunque scarso interesse nell’assumere un ruolo ufficiale nell’amministrazione Obama. Per la salute e la dignità, prendi posizione. Dentroiproblemi,dentrolecomunità, dentrolarealtàafricanainrapidocambiamento. Questo,da50anni,èilmododioperarediAMREF: uominiedonneafricaniimpegnatiacostruiresaluteedignità peripopolipiùsvantaggiatidelcontinente. Seanchetucredicheilfuturodell’AfricaincominciinAfrica, sostieniciadesso.