Animali: cambiano i nomi dei cani, addio Fuffi, ecco Beppe e Mustafà

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Animali: cambiano i nomi dei cani, addio Fuffi, ecco Beppe e Mustafà
Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi
Anno IV – n. 230  mercoledì 10 dicembre 2008
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Ue, raggiunta l’intesa sul clima
Siglato a Bruxelles l’accordo sulle energie rinnovabili fra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo
Elida Sergi
[email protected]
Grazia Francescato:
«Meno male che c’è
l’Europa a tenere la barra
ben dritta verso obiettivi
indispensabili per
affrontare i cambiamenti
climatici che sono una
priorità planetaria, non
solo italiana»
 Cleto Romantini a pagina 2 
Violenti scontri per Alexis
In migliaia alle esequie del giovane ucciso dalla polizia in Grecia: aveva insultato un agente
Valentina Faraone
v.faraone @notizieverdi.it
M
La nursery
delle ecoauto
2
Autogrill si
veste di verde
3
Se l’amore
gay fa ancora
paura
orire a 15 anni con
una pallottola dello
Stato conficcata nel
cuore si può. È stato dimostrato in questi giorni dai fatti accaduti in Grecia, dove Alexandros
Grigoropoulos, adolescente dal
ciuffo ribelle e la lingua lunga,
è morto per un colpo d’arma
da fuoco sparato da un agente. Motivazione: il ragazzo
ha offeso il poliziotto mentre
questo passava in auto con un
collega. I giovani, che in queste
ore si incontrano sul web per
continuare a organizzare cortei
affinché non si spenga l’interesse dei media su quest’atroce
vicenda, spiegano che Alexis si
trovava nel quartiere ateniese
di Exarchia, abitato per lo più
da studenti di sinistra, a bere
birra con degli amici, quando
è passata una pattuglia della
polizia e gli agenti sono stati insultati dal ragazzo. I poliziotti,
fermata la macchina più avanti
lungo la strada, hanno deciso
di retrocedere e durante un
tafferuglio con i ragazzi sono
stati esplosi dei colpi di pistola:
uno di questi ha ferito a morte
Alexis. I numerosi testimoni
hanno affermato che gli agenti,
come nulla fosse successo, hanno lasciato il ragazzo morto a
terra e sono andati via. Imme-
Un’ottantina di persone ha
occupato pacificamente il primo
piano del consolato greco a
Parigi. Azioni simili sono state
organizzate nei consolati ellenici
di Londra e Berlino, mentre alla
“Sapienza” una scritta recita:
«Alexis vive e lotta insieme a noi»
diatamente in tutta la Grecia si
sono verificati scontri e scene
da guerriglia urbana hanno
invaso i maggiori telegiornali
ellenici. Gli studenti, mobilitati
da mesi contro riforme che ta-
gliano risorse ingenti alla scuola e alla ricerca, si sono organizzati via email e sms e sono scesi
in piazza per protestare contro
il governo di destra di Costas
Caramanlis che ha promesso
il pugno di ferro contro i loro
movimenti. Il risalto mediatico
che la morte di Alexis ha avuto
ha dato man forte alla pesantissima crisi politica che il premier
conservatore deve affrontare.
Nonostante i vari tentativi del
primo ministro, volti a ricucire lo strappo politico apertosi
in questi giorni di guerriglia
urbana, né la stampa, né tanto
meno l’opposizione del Partito socialista, delle formazioni
comuniste e della sinistra radicale, sembrano disposte a
tendere una mano al governo
di centrodestra. La situazione
sembra possa precipitare da
un momento all’altro e gli studenti, coalizzati in ogni parte
d’Europa, lo sanno bene. Un’ottantina di persone ha occupato
pacificamente il primo piano
del consolato greco a Parigi, in
segno di protesta per la morte
di Alexandros. Azioni simili
sono state organizzate nei consolati ellenici di Londra e Berlino, mentre alla “Sapienza” una
scritta su un muro recita: «Alexis vive e lotta insieme a noi».
La protesta ha assunto, insomma, una dimensione europea.
Un altro “caso” Carlo Giuliani è
stato risucchiato da una storia
ingiusta che purtroppo si ripete da troppo tempo e le vittime
innocenti sono ormai sempre
più giovani. 
Animali: cambiano i nomi dei cani, addio Fuffi, ecco Beppe e Mustafà
L’epoca di Bill e Fuffi è finita: oggi i nomi dei
nostri amici a quattro zampe sono sempre più
“umani”, da Beppe a Mustafà. È quanto emerge da una ricerca eseguita su un campione
di 1.000 proprietari di cani e gatti acquistati o
adottati negli ultimi due anni, realizzata dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente
(Aidaa). Per quanto riguarda i cani, abbondano Carlo e i suoi diminutivi, ma anche Silvietto,
Barak e Giovannino. Su 550 proprietari di cani
maschi sono ben 125 coloro che hanno scelto
diminutivi di Giuseppe e Carlo, con Beppe e
Carletto in cima alla lista. In calo i nomi tradizionali, dal classico Bill con 27 preferenze a
Fuffi con 22 e Bracco o Bracchetto con 12.
Resistono gli “alcolici” Whisky (33) e Tequila
(23), mentre come new entry arriva, con 11
preferenze, il nome Mustafà, prevalentemente
per cani di grossa taglia. Risultano pochissime
le cagnoline battezzate Briciola (21 preferenze) e Lady (17 casi). A sorpresa, il nome femminile di persona più gettonato è Mariella, con
64 scelte, seguito da Barbarella o Cristina. La
maggioranza però ama i nomi Piccola, Ciccilla
e Morgana e non manca anche qualche Barbie. Per i gatti, Pucci si difende ancora, con 55
preferenze su mille. Ma per i gatti maschi esiste anche una schiera di nomi più “classici”
che vanno da Annibale ad Antonio passando
per Robertino e Michelangelo fino a Nerone.
Tra le gatte femmina rimangono i nomi storici
come Lady o Piccina, ma non mancano Nerina (6 casi in gatte tutte nere) o Ciccina.
Pensavate che sarebbe bastata la strombazzatissima vittoria di Vladimir Luxuria nel
reality di Rai Due “L’isola dei
famosi” a sdoganare definitivamente il mondo gay-lesbotrans in tv? Evidentemente
vi sbagliavate di grosso, dal
momento che proprio la
stessa rete ha pensato bene
di trasmettere lunedì sera
una versione a dir poco
“edulcorata” del celebre capolavoro di Ang Lee I segreti
di Brokeback mountain, film
vincitore di un Leone d’oro a
Venezia, quattro Golden globe e tre premi Oscar. L’avvincente e drammatica passione
d’amore di due cowboy del
Wyoming, magistralmente
interpretati dal compianto
Heath Ledger e da Jake Gyllenhaal, non ha avuto quindi
la dignità del “visto” da parte
del direttore di Rai Due, il leghista Antonio Marano. Non
almeno nelle scene che contenevano baci e riferimenti
omoerotici. Non è dato sapere se il direttore della seconda
rete sia stato davvero preso in
contropiede da Rai Cinema,
che avrebbe girato a Rai Due
una copia già tagliata del film
o se, invece, Marano fosse
preoccupato dalle possibili reazioni di certi bacchettoni in
servizio permanente. Proprio
Vladimir Luxuria si è presa la
briga di chiedere spiegazioni a Marano, scucendogli la
promessa di ritrasmettere
il film in versione integrale.
Promessa confermata anche
da una nota ufficiale di viale
Mazzini, che spiega come
«una serie di casualità abbia
impedito la messa in onda
della versione originale della
pellicola». C’è da augurarsi
che si tratti davvero di una
serie di casualità perché, in
caso contrario, saremmo di
fronte a un clamoroso caso di
accanimento discriminatorio
contro i gay. Se a essere sotto accusa è infatti non certo
la natura “hard” delle scene
(non diverse da quelle contenute in qualsiasi film o fiction
regolarmente trasmessi dalla
tv pubblica), ma invece la
natura omosessuale della relazione rappresentata, c’è da
preoccuparsi seriamente. Per
dirla con il presidente dell’Arcigay Aurelio Mancuso: «Chi
si è permesso di pensare che
il pubblico adulto non avrebbe potuto sopportare i baci e
le effusioni tra due uomini?».
L’episodio dimostra con tutta
evidenza che se si può chiudere un occhio sul fenomeno
Luxuria, ormai popolarissima e ampiamente presente
in tutte le salse sulla televisione pubblica e anche privata,
fa ancora scandalo, o forse
addirittura paura, la possibilità che le storie d’amore omosessuale possano essere considerate alla stregua di tutte
le altre, in televisione come
nella società. Un pregiudizio
odioso, contro il quale occorre ancora combattere e tenere alta la guardia.
2
mercoledì 10 dicembre 2008
Barroso: «Obiettivi non negoziabili»
Il presidente della Commissione: «Necessaria un’equa distribuzione dei costi, ma non bisogna annacquare le ambizioni Ue»
dalla prima
R
aggiunta a Bruxelles
l’intesa sulle energie
rinnovabili fra Consiglio, Commissione e Parlamento europeo. Si tratta
di un progetto legislativo
che obbliga i Paesi membri
a includere il 20% di energie rinnovabili nel consumo
energetico entro il 2020:
ogni Paese dovrà definire
un obiettivo nazionale dettagliato per investire in fonti
alternative. Lo sviluppo delle
fonti rinnovabili è uno dei
pilastri del pacchetto su clima ed energia, che sarà oggetto del vertice dei capi di
Stato e di governo di domani
e venerdì.
Un pacchetto, il cosiddetto
“20-20-20”, «i cui obiettivi
non sono negoziabili», sottolinea il presidente della Commissione Ue Josè Manuel
Barroso, spiegando che è comunque necessario garantire un’equa distribuzione dei
costi del pacchetto tramite la
flessibilità, a fronte di «pre-
occupazioni
giustificate».
Ma, aggiunge, non sarebbe
giusto per l’Unione europea
«annacquare» le ambizioni
del pacchetto clima, ora che
gli Stati Uniti, con Obama,
si stanno avvicinando alle
posizioni della Ue. Barroso
si è quindi detto «fiducioso» che il vertice dei capi di
Stato e di governo «manterrà essenzialmente intatto»
il pacchetto sul clima, «un
piano che valga l’1,5% del Pil
europeo, pari a 200 miliardi
di euro».
Importante,
nell’approvazione del pacchetto clima, il
ruolo dell’Europarlamento,
in cui diverse voci ipotizzano
la possibilità di una seconda
lettura per almeno una parte
delle misure previste. Questo
rischio è relativo, in partico-
lare, alle direttive sulla riduzione del 20% delle emissioni
di gas serra entro il 2020.
La clausola di revisione riguarda sostanzialmente i
meccanismi di cooperazione
fra Stati con riferimento ai
progetti comuni e alla possibilità di trasferire quote
di rinnovabili da un Paese
Importante, nell’approvazione del “pacchetto clima”,
il ruolo dell’Europarlamento, in cui diverse voci
ipotizzano la possibilità di una seconda lettura per
almeno una parte delle misure previste
rifiuti
“No pack!”, lo scatto anti spreco
A caccia dell’imballaggio più inutile e assurdo, armati di
macchina fotografica. È questa la nuova missione che
Legambiente, nell’ambito della campagna “Ridurre si
può”, assegna a tutti i cittadini con “No pack!”. Un concorso fotografico che ironizza sugli imballaggi superflui
per sensibilizzare i consumatori a porre attenzione su
questo aspetto al momento dell’acquisto. Secondo gli
ultimi dati Ispra (ex Apat) in Italia dal 2000 al 2006 si è
registrato un aumento del 9 per cento degli imballaggi
immessi al consumo, che sono passati da 11,2 milioni di
tonnellate a 12,2. Grazie all’operato del Conai e dei Consorzi di filiera, il 66 per cento di questi è stato avviato a
recupero e il 55,5 per cento a riciclo. Con “No pack!” Legambiente punta quindi i riflettori sulla “R” di riduzione,
la più disattesa tra le 4 del noto principio comunitario,
“Riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero”. Per imboccare
la strada della gestione sostenibile dei rifiuti è infatti necessario diminuirne la produzione e, in questo senso, i
cittadini svolgono un ruolo fondamentale: con i loro acquisti possono influenzare il mercato e, di conseguenza,
migliorare la salute del nostro pianeta. A conclusione
dell’iniziativa (15 dicembre), la foto con l’imballaggio
più assurdo si aggiudicherà il titolo “Premio imballaggio
sprecone” e il suo autore sarà premiato con la “Ricicletta”,
la bici in alluminio riciclato di CiAl, il Consorzio imballaggi alluminio. Tutte le istruzioni per partecipare a “No
pack!” su www.legambiente.eu.
s.d.n.
salute
Diossina, De Petris: «Necessaria
agenzia sicurezza alimentare»
«L’ennesimo allarme per la carne alla diossina, dopo
il latte alla melamina proveniente dalla Cina, rende
indispensabile e urgente l’istituzione di un’agenzia per la sicurezza alimentare: in fondo, in Europa
siamo l’unico Paese a non averla». Lo ha dichiarato
Loredana De Petris del coordinamento nazionale dei
Verdi che ha aggiunto: «Il suino non appartiene alle
categorie con obbligo di etichetta che indichi il Paese
di origine. Da oggi chiediamo un’etichettatura obbligatoria per ogni categoria alimentare».
«I controlli sulla sicurezza alimentare dei prodotti
che arrivano sulle nostre tavole vanno resi obbligatori, a cominciare dalle fasi di allevamento intensivo
- ha concluso la De Petris -. È questo l’unico metodo
per evitare eventuali irregolarità e adulterazioni dei
prodotti in modo da tutelare la salute dei consumatori e il nostro agroalimentare di qualità».
all’altro.
Nel testo di compromesso si
chiedeva alla Commissione
Ue di presentare nel 2014
un rapporto per proporre
«adeguati adattamenti delle
misure di cooperazione in
modo da migliorare l’efficacia dell’obiettivo del 20%».
Tra sei anni si potranno dunque ridiscutere i modi con
cui raggiungere il traguardo
prefissato, ma l’iniziale richiesta di Roma di una messa
in discussione del target del
17% assegnato al nostro Paese (che parte dal 5%) non ha
incontrato il consenso della
presidenza francese dell’Ue.
L’intesa non implica, in ogni
caso, lo sblocco del difficile
negoziato sul complesso del
pacchetto clima, che prevede
entro il 2020 la riduzione del
20% delle emissioni di CO2,
un aumento del 20% dell’efficienza energetica e della quota di energie rinnovabili nel
fabbisogno totale dell’Ue. Gli
europei si sono già impegnati, nel marzo 2007, a ridurre
del 20% le emissioni di gas a
effetto serra in rapporto ai livelli del 1990, a portare l’uso
di energie rinnovabili al 20%
del consumo e a realizzare il
20% di risparmio energetico.
Tutto questo entro il 2020 (la
strategia detta del “3 x 20”).
Ora si tratta di agire e qui nascono i problemi. L’industria
deve ridurre le emissioni del
21% in otto anni. Per forzare
queste misure la Commissione ha proposto di far pagare
agli industriali ogni tonnellata di CO2 emessa dal 2013.
«Meno male che c’è l’Europa
a tenere la barra ben dritta
verso obiettivi indispensabili
per affrontare i cambiamenti
climatici che sono una priorità planetaria, non italiana ha commentato la portavoce
dei Verdi Grazia Francescato
-. Il nostro governo, purtroppo, non ha ancora capito la
natura della questione che è
essenziale sia per salvare il
pianeta dal clima che muta
portando in dote uragani e siccità, sia per entrare
nell’economia del futuro che
sarà sempre più “verde”». 
La nursery delle ecoauto
Inaugurato a Cisterna di Latina il nuovo Pomos, il Polo per la mobilità sostenibile
Giampiero Valenza
L
a Regione Lazio dà il benservito allo smog e alle polveri
sottili. E lo fa inaugurando il
suo primo Polo per la mobilità sostenibile (Pomos), dove sarà possibile produrre, ricercare e sviluppare modelli di auto a propulsione
termoelettrica ed elettrica. Laddove un tempo c’era un capannone
dismesso di una vecchia impresa,
ora c’è una città. Ma non è una di
quelle attività da colate di cemento
raccontate da Celentano nella sua
“via Gluck”. È la città che dice che
«un’altra automobile è possibile».
E sarà possibile grazie a una convenzione tra l’assessorato all’Ambiente della Regione, il dipartimento Info-com dell’università di
Roma “La Sapienza” e il Comune
di Cisterna, un finanziamento di
1,5 milioni di euro della Regione
Lazio e 1 milione di euro del ministero dell’Ambiente. Una dozzina
le persone che lavoreranno nel Pomos: tra queste, professori e ricercatori dell’università. L’obiettivo
del progetto è quello di trasferire
le conoscenze del mondo della ricerca a quello dell’industria, stimolando le piccole e medie imprese
italiane a produrre veicoli a zero
o molto basse emissioni. Il Pomos
ha già firmato accordi di collaborazione con circa 50 tra istituzioni, associazioni, enti, consorzi e
fondazioni. L’attività di ricerca ha
già portato allo sviluppo di diversi prototipi di veicoli. Un progetto
che guarda in grande, dunque, e
non solo nel Lazio, anche se qui
vede il suo cuore. Proprio con il
Pomos di Cisterna si guarda con
attenzione all’agro pontino. Grazie
anche al lavoro del Polo, entro il
2009 i veicoli comunali dell’intera
isola di Ventotene, nell’arcipelago
delle Pontine, saranno totalmente
elettrici: un nuovo passo per far
sì che nell’isola possano esserci
“emissioni zero”. Un altro progetto, sempre in provincia di Latina,
è quello che permetterà un sistema
di mobilità totalmente ecologico
tra la stazione ferroviaria di Cisterna e il parco di Ninfa. A collegare
l’oasi verde alla linea Roma-Napoli
ci penseranno infatti alcuni veicoli
elettrici. «L’Italia - ha detto l’assessore all’Ambiente della Regione
Grazie a un intervento della Regione,
dell’università di Roma “La Sapienza”
e del Comune, in una fabbrica dismessa
nascono i laboratori che offriranno alle imprese
i prototipi dei veicoli a zero o basse emissioni.
Si punta tutto sui motori elettrici
Lazio Filiberto Zaratti (Verdi), presente all’inaugurazione - non può
continuare a innovare e non sfruttare i risultati della ricerca come è
successo negli anni Novanta con il
Common rail, il sistema che ha rivoluzionato i motori diesel, ma che
non è stato sfruttato dalle nostre
aziende automobilistiche.
Oggi la sfida è più grande perché
l’innovazione tecnologica non è
più solamente un fattore d’innovazione industriale, ma è diventata
un carattere fondamentale della tutela ambientale. La mobilità sostenibile - ha aggiunto - rappresenta
un segmento importante per due
motivi. Il primo è rappresentato
dal fatto che lo sviluppo di veicoli
a basse o nulle emissioni avrà in un
futuro prossimo una relazione diretta con l’inquinamento urbano. Il
secondo motivo, invece, risiede nel
fatto che il nostro Paese possiede
delle competenze di primissimo
livello in materia di mobilità che
bisogna declinare verso quelli che
saranno i nuovi mercati legati ai
veicoli a basso o nullo impatto ambientale». 
mercoledì 10 dicembre 2008
botanica
Funghi “alieni” attaccano
i nostri alberi
Gli alberi italiani, soprattutto quelli ad alto fusto,
sono in pericolo a causa di alcune specie estranee
di fungo. È quanto emerge da un’indagine effettuata dagli esperti del Centro ricerca per le patologie
vegetali di Roma, secondo la quale specie fungine
di provenienza tropicale e subtropicale si sono insediate sui nostri alberi, impoverendone la chioma e apportando lesioni al tronco. La diffusione
alle nostre latitudini di forme alloctone è da collegare agli effetti del cambiamento climatico globale
in corso e dell’inquinamento atmosferico causato
dall’eccesso di trasporto su gomma. Tra i funghi
che più colpiscono la vegetazione mediterranea è
spesso presente Inonotus rickii, specie di origine
americana che negli ultimi tempi si è ampiamente
diffusa in Italia, destando non poche preoccupazioni. Il fungo patogeno è in grado, infatti, di produrre carie e cancri su numerose specie di alberi, generando una corrosione bianca del legno in
diverse parti della pianta, oltre a cancri corticali
che, nel tempo, conducono alla disfunzione degli
apparati vegetali, alla comparsa di branche secche
nella parte alta della chioma, a ingrossamenti e
ferite sul fusto. Negli ultimi anni è stato rilevato
un forte deperimento dei boschi in molte regioni mediterranee, con una moria di alberi che ha
toccato talvolta punte superiori al 50 per cento. A
subirne i maggiori effetti negativi è il cerro, quercia mediterranea molto diffusa lungo tutta l’area
appenninica e nelle isole, a eccezione della Sardegna. Grazie ai supporti informatici utilizzati per
le indagini, gli esperti saranno in grado di attivare
adeguati metodi di monitoraggio per la gestione
delle malattie delle piante, ottimizzando la pianificazione degli interventi di difesa per prevenire la
diffusione delle patologie infettive.
p.l.
Autogrill si veste di verde
Con il primo “Ecogrill” a Ravenna, la catena di ristorazione per chi viaggia punta sulla sostenibilità ambientale
Carolina Boco
L’
[email protected]
ecosostenibilità è l’obiettivo del progetto Afuture,
promosso dal gruppo
Autogrill per la costruzione dei
nuovi punti vendita. Entro la fine
dell’anno aprirà, vicino a Ravenna,
il primo esemplare, il progetto pilota al quale l’azienda intende dare
seguito, in Italia e all’estero. Nel
rispetto dell’ambiente e a partire
dalla convinzione che sia possibile
e in ultima analisi conveniente coniugare il business con lo sfruttamento delle energie alternative, è
stato sviluppato un nuovo concept
di locale, che farà da battistrada ad
altri in futuro. L’Ecogrill presenterà
una struttura costituita da materiale isolante, con copertura rivestita
di terra ed edera avente funzione
termostabilizzante e d’integrazione
con il contesto ambientale (grazie a
un ridotto impatto visivo). Le rifiniture interne saranno in resina naturale; si utilizzerà prevalentemente
l’illuminazione naturale, tramite
particolari sistemi di regolazione
e dispositivi illuminanti a basso
consumo, posizionati nella zona
vendite; un impianto geotermico
sarà installato per la produzione di
aria calda e fredda e sarà abbinato
a un apparato di recupero del calore. È previsto un sistema d’imma-
Tetto erboso e materiali naturali
all’interno, utilizzo di energie
alternative, regolamentazione del
consumo idrico e riciclo dei rifiuti:
l’Autogrill di nuova generazione
coniuga business e rispetto
dell’ambiente, con un risparmio
energetico del 60 per cento
gazzinamento dell’acqua piovana
da impiegare per l’irrigazione del
tetto erboso e per l’erogazione nei
servizi igienici. L’azienda stima che
il risparmio energetico della nuova
struttura sarà del 60 per cento. Il
progetto risponde alla ricerca che
Autogrill promuove a favore del
rispetto dell’ambiente, finalità cui
è volto l’uso responsabile dell’acqua e dell’energia, la riduzione di
emissioni inquinanti nell’ambiente,
il corretto smaltimento dei rifiuti e
la predilezione per un packaging a
basso impatto ambientale. Queste
informazioni provengono dal “Rapporto di sostenibilità 2007” redatto
da Autogrill. Si tratta del quarto
report stilato dall’azienda allo scopo di comunicare il livello d’implementazione delle politiche attivate
La recessione annunciata
Secondo Le Monde l’Italia e la Germania saranno i primi Stati a subire la crisi nella zona euro
Francesco Benetti
[email protected]
M
ancava solo l’ufficialità, ma
da settimane la notizia era
sulla bocca di tutti e non
aspettavamo altro: ora, finalmente,
la zona euro è entrata in recessione,
contraendosi dello 0,2% nel terzo
trimestre dell’anno, a raffronto con
i tre mesi precedenti, facendo segnare un risultato economico negativo per la prima volta nella storia.
Non siamo soli, e possiamo bearci
al sole invernale del «mal comune,
mezzo gaudio». In Spagna, però,
lo stesso proverbio cambia leggermente, diventando «mal comune,
consolazione degli stolti». A ogni
modo, secondo il quotidiano francese Le Monde, «Germania e Italia
sono stati i primi due Stati a entrare in recessione tecnica», anche se
i cugini d’Oltralpe si sono «salvati
d’un pelo, con una crescita dello
0,1% nell’ultimo periodo».
E a proposito della crisi, da segnalare le ultime novità che dal Belpaese
vengono riportate sui quotidiani
europei: El Pais si è scagliato in
settimana contro la “porno tax”, approfittandone per riassumere la visione del mondo del nostro premier
Silvio Berlusconi: «Ci sono politici
ingegnosi, coraggiosi, politici che
osano troppo, e altri disinibiti o
manchevoli del senso del ridicolo.
Berlusconi è superiore, ha tutte queste caratteristiche. E per risolvere la
crisi economica italiana, più di un
miliardo di euro di debito, ha pensato a un’idea brillante. Non porre
fine alla storica evasione fiscale, né
al regno di Cosa nostra, Camorra o
’Ndrangheta. Ha deciso di imporre
una tassa speciale sull’intera industria pornografica. Una tassa che
dimostra perfettamente la compatibilità che corre tra l’essere un lussurioso professionista e un pio difensore del sesto comandamento».
3
Sempre dalla Spagna, El Mundo
riporta le ultime battute dell’annosa diatriba tra «il partito xenofobo
italiano, la Lega nord» e il multiculturalismo, questa volta nella sfaccettatura islamica: una mozione in
Parlamento per proibire temporaneamente la costruzione di nuove
moschee o centri culturali islamici.
L’idea è stata osteggiata, ovviamente, dalla forte comunità musulmana,
circa un milione e 200mila persone.
Per Maroni, ministro dell’Interno,
«non è facile distinguere tra luoghi
di culto e certe associazioni dove si
fa di tutto, dar da mangiare, pregare, reclutare terroristi e preparare
attentati». Importante l’apporto degli altri rappresentanti della Lega:
Roberto Calderoli (per El Mundo
un «esimio membro del gruppo
nordista») nel 2007 portò a spasso
un maiale sui terreni dove si sarebbe dovuta costruire una moschea,
mentre Umberto Bossi propone
una soluzione più rapida: «basterebbe non costruirne più». Contrario all’idea il Vaticano, che ha preso
posizione contro i difensori delle
radici nostrane. Ma non è l’unica
presa di posizione della Santa sede,
che nell’ultima settimana si è fatta
sentire spesso dalle pagine dei quotidiani europei: l’opposizione alla
proposta francese presso l’Onu per
la depenalizzazione dell’omosessualità è stata seguita dalla mancata
ratifica della Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone
con disabilità. Se la motivazione
per quest’ultimo rifiuto è, in linea di
principio, ragionevole per i canoni
cattolici (la Convenzione non vieta
esplicitamente l’aborto), la moratoria contro le discriminazioni e,
in alcuni casi, la pena di morte per
gli omosessuali ha ricevuto una risposta “grottesca” da parte degli osservatori vaticani: non discriminare
gli omosessuali potrebbe portare
all’inverso alla discriminazione del
matrimonio eterosessuale!
Dall’Inghilterra, infine, arrivano
un paio di ulteriori frecciatine al
nostro premier: The Guardian introduce un lungo articolo del New
York Times parlando proprio di
Silvio Berlusconi, «che controlla il
principale network televisivo privato, oltre a tenere sotto sorveglianza la Rai, ma preferisce comunque
usare la legge per colpire la critica
giornalistica nei suoi confronti».
Allo stesso tempo, sta diventando sempre più chiaro il prossimo
obiettivo del “cavaliere”. Dal blog
United States of Europe viene rilanciato il grido d’allarme dei blogger
italiani, che verranno schiacciati
se la legge “ammazza blog” verrà
approvata. I blog, ultima frontiera
dell’informazione libera e gratuita,
non devono stare molto simpatici a
chi ha costruito la sua fortuna sui
media a pagamento e commerciali,
e sul controllo degli stessi. L’articolo
del New York Times su Berlusconi si
trova all’indirizzo
http://www.nytimes.
com/2008/12/02/world/
europe/02italy.html?_
r=2&scp=2&sq . 
Un articolo del New York Times parla invece
di Berlusconi, «che controlla il principale network
televisivo privato ma preferisce usare la legge per
colpire la critica giornalistica nei suoi confronti»
in campo economico, sociale e
ambientale. La sensibilità ecologica
e le pratiche che ne conseguono riguardano, infatti, tutti i punti vendita Autogrill in 42 Paesi, soprattutto
presso le aree aeroportuali internazionali. Nelle rete italiana, 200
negozi sono collegati a un sistema
di telegestione dell’energia elettrica
centralizzato, per la minimizzazione dei consumi; in alcune zone
sono presenti impianti di cogenerazione-trigenerazione alimentati
a gas (per la produzione congiunta
di energia elettrica, termica e frigorifera) e sono in corso studi per
rendere operativo lo sfruttamento
dell’energia solare e geotermica.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico, 47 locali ubicati
in aree non servite da pubbliche
fognature, possiedono impianti di
depurazione per il trattamento biologico delle acque di scarico, mentre per i locali Spizzico e Ciao sono
già in fase di progettazione vasche
di depurazione dell’acqua utilizzata
nelle cucine, tramite decantazione dei grassi (pratica già in uso in
tutti gli store austriaci); in una larga
parte d’Europa, in Nord America e
nell’area del Pacifico sono inoltre attivi impianti di regolazione del consumo dell’acqua e di rilevazione di
eventuali sprechi. Nello smaltimento dei rifiuti l’azienda promuove già
da tempo la differenziazione, anche
avvalendosi di imprese private in
caso di non fornitura del servizio da
parte del Comune; negli Ecogrill saranno allestite isole ecologiche per
lo stoccaggio e la messa in sicurezza di alcuni rifiuti. Afuture sviluppa
quindi una politica di attenzione
all’ambiente già avviata nella realtà
di Autogrill e che ora punta a essere
strutturale, rendendosi riconoscibile anche con un vero e proprio
marchio a precisa identificazione
di tutti gli store di nuova generazione. La speranza è che dietro alla
strategia di comunicazione opportunamente approntata dall’azienda
ci sia l’effettiva realizzazione di un
progetto che appare importante,
tanto più se autonomamente promosso da un soggetto privato. 
usa
Obama-Gore: il clima è
un’emergenza nazionale
Il presidente eletto Barack Obama e il paladino ambientalista Al Gore si sono incontrati ieri a Chicago
concordando che il problema del mutamento del
clima «è urgente ed è una questione di sicurezza
nazionale». «Deve essere trattata in modo molto
serio - ha aggiunto Obama -. L’epoca del temporeggiare è finita, così come è finita l’epoca del negare
la stessa esistenza del problema», un’implicita accusa alla politica ambientalista di George W. Bush.
All’incontro tra Obama e il Nobel per la pace ha
partecipato anche il vicepresidente designato Joe
Biden. Obama, parlando con i giornalisti al termine
del colloquio a tre, con Gore e Biden silenziosi al
suo fianco, ha aggiunto che il mutamento del clima
«non è solo un problema ma anche un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro nel settore in
espansione dell’energia pulita».
Obama ha evitato di rispondere alle domande su
un possibile ruolo futuro di Gore nella sua amministrazione, un interrogativo che pendeva sull’incontro tra l’uomo che il 20 gennaio prossimo metterà
fine all’era Bush sostituendolo alla Casa Bianca e
l’uomo che nel 2000 tentò invano di impedire l’inizio dell’era di George W. Bush.
L’agenda del colloquio tra il presidente eletto e il
paladino della lotta al riscaldamento del pianeta
era dedicata ufficialmente a questioni ambientali: la
ricerca dell’energia pulita e la difesa dell’ambiente,
favorendo allo stesso tempo la creazione di nuovi
posti di lavoro. Era stato lo stesso Obama, del resto,
ad aprire la porta a una partecipazione di Gore premio Nobel per la pace e vincitore dell’Oscar per
il documentario Una verità scomoda dedicato alla
sua crociata ambientalista - alla sua amministrazione fin dallo scorso aprile, quando la battaglia per la
candidatura democratica ancora infuriava. Obama
aveva affermato che Gore «avrebbe potuto giocare
un ruolo centrale» nella messa a punto del suo piano per combattere il riscaldamento del pianeta.
Da notare che Gore, durante le roventi primarie
democratiche, si era astenuto dal prendere posizione nella battaglia tra Obama e Hillary Clinton
con grande dispiacere della ex first lady che sperava
invece di ottenere il suo appoggio. Gore ha dato il
suo sostegno a Obama solo a giugno, a battaglia di
fatto conclusa.
Finora Gore ha manifestato comunque scarso interesse nell’assumere un ruolo ufficiale nell’amministrazione Obama.
Per la salute e la dignità,
prendi posizione.
Dentroiproblemi,dentrolecomunità,
dentrolarealtàafricanainrapidocambiamento.
Questo,da50anni,èilmododioperarediAMREF:
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peripopolipiùsvantaggiatidelcontinente.
Seanchetucredicheilfuturodell’AfricaincominciinAfrica,
sostieniciadesso.