Purgatorio Lettere deformate dal tempo, distorte dagli elementi

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Purgatorio Lettere deformate dal tempo, distorte dagli elementi
Purgatorio
Lettere deformate dal tempo, distorte dagli elementi, deturpate
dai monsoni.
Paseo del Purgatorio
L’ultimo uomo vuoto sterzo’ duro sull’ultimo tornante infame.
Inversione cento-ottanta gradi, forse addirittura oltre,
pendenza ventinove percento.
I pneumatici scolpiti scavarono nel fango magmatico colore
dell’ossidiana, tramutarono solchi in trincee, tennero l’assetto
sull’orlo della voragine.
Altura mt. 2147
Segnale metallico eretto sulla salma di un vulcano dimenticato.
Cemento fessurato, verghe d’acciaio incurvate, scritta di
denominazione macellata.
Russell Kane ascolto’ il cambio automatico della Hum-Vee passare
dalla terza alla seconda marcia ridotta. Ingranaggi ringhiavano,
trasmissione al limite per compensare suolo viscido, salita
estrema, sbandamento brutale.
Passo del Purgatorio.
Unica spaccatura nella cordigliera del Matangayan, colonna
vertebrale dell’intera Isola di Katawan. Magma solidificato da
milioni, centinaia di milioni di anni. Matangayan, versante
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nord. Strutture geologiche contorte come i nervi calcificati di
una qualche mostruosita’ sotterranea.
Altitudine duemila-cento-quarantasette metri.
Unico varco da un fianco all’altro dell’ininterrotta dorsale
vulcanica. La strada era un anaconda di fango nero, assediata da
labirinti di rocce nere, punteggiata da escrescenze di sterpi
scheletrici.
Kane condusse le due tonnellate e mezzo della Hum-Vee oltre il
vertice. Lascio’ che il riduttore erogasse l’effetto frenante
lungo l’inizio della discesa tra scure masse geologiche simili a
titani deformi.
Kane osservo’ il cruscotto. V-8 turbo-diesel, sei punto cinque
litri, serbatoio da novantacinque litri. A Imuruan, meno di un
terzo. Spie gialle pulsavano. Trenta litri di nafta contro venti
chilometri di costiera e quaranta chilometri di cordigliera.
Abbastanza per la scalata fino al Purgatorio. Gli iniettori
della Hum-Vee tossirono, annasparono, tossirono di nuovo. Non
abbastanza, mai abbastanza, per la calata fino al prossimo
baratro. Gli iniettori della Hum-Vee cessarono di respirare.
Kane sposto’ la leva del cambio: N, Neutral, folle. Indicatori
rossi scintillavano. Gli iniettori della Hum-Vee emisero il
rantolo terminale. Niente piu’ combustione, ne’ spinta, ne’
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trazione. Solamente il vento contro il metallo, solamente la
pioggia contro il cristallo.
Morto il re, certo, decapitate le sue serpi, sprofondato il suo
regno. Nessun reale mutamento. Sempre gli stessi baratri nel
nulla. Nessun valido cambiamento. Sempre gli stessi transiti nel
nero. Cordigliera del Matangayan, versante sud. Altre anse
vulcaniche invase da bruma torbida, altro fango percorso da
acqua venefica, altri rovi distorti da vento inquinato.
Kane continuo’ a scendere nel monsone. Discesa esclusivamente
inerziale. Il motore della Hum-Vee taceva. Kane lavoro’ di
freni. Movimento assolutamente gravitazionale. Tutto, nella HumVee, taceva. Kane controllo’ lo sterzo. Solo un vago stridere di
metalli nei tornanti. Calata completamente folle.
Kane mantenne l’assetto. Altimetria mille-seicento metri al GPS
Magellan. Strani tratti rettilinei, simili a fenditure scolpite
da una qualche spada cosmica, si allungano nel magma
solidificato.
Kane allento’ i freni. La Hum-Vee venne giu’ come un macigno.
Piena caduta libera verso il nuovo baratro di Katawan. Millequattordici metri al GPS Magellan. La Hum-Vee ando’ in basso,
sempre piu’ in basso. Il ritmo dei tergicristalli diminuiva,
flussi elettrici in esaurimento, batteria in estinzione. Kane
serro’ nuovamente i freni. Troppo stretta quella prossima curva,
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troppo cedevole quel fango colore dell’ossidiana. Il
tergiscristalli slittava. Altimetria trecento-settantasei metri
al GPS Magellan. Il parabrezza lacrimava Il cruscotto della HumVee ando’ a nero.
Kane non ruoto’ la chiave di avviamento. Collasso della
batteria, tramonto dell’energia. I circuitali del controllo
sterzante non s’inchiodarono. La Hum-Vee acquisto’ velocita’ su
un rettilineo verso alla base del Matangayan sud.
Altimetria
cento-novanta metri al GPS Magellan. Solco pressoche’
ininterrotto attraverso paludi ancestrali, risaie inquinate,
felci ammorbate. Alla fine di tutto questo, un diverso oceano.
Kane strinse gli occhi. Altri roghi, la’ in basso, tra cielo e
terra. E altra morte, la’ avanti, prima del diverso oceano.
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