Progettare e valutare le competenze

Transcript

Progettare e valutare le competenze
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 1 di 11
Corso di specializzazione
“Il docente ricercatore”
Università di Chieti e Pescara
Progettare e valutare
le competenze
Perché parliamo di competenze?
Il mutato scenario socioeconomico e culturale ha modificato i sistemi
dell'istruzione a livello europeo. Secondo l'indagine Eurydice 2002 le
sollecitazioni che hanno sostenuto l'introduzione delle competenze nei curricoli
sono state:
□ Le preoccupazioni del mondo del lavoro e dell'istruzione terziaria per la
mediocre qualità dell'istruzione, evidenziata dalla valutazioni internazionali
dei risultati scolastici. Da anni si parla di scarsi livelli di alfabetizzazione
funzionale e di difficoltà da parte del mondo del lavoro di reperire personale
con adeguate competenze di base (con particolare riferimento all’area
logico-matematica).
□ L’internazionalizzazione. La creazione e il progressivo allargamento
dell’Unione Europea, la maggiore mobilità dei lavoratori e la possibilità di
scambiare merci e idee rendono necessaria l’integrazione dei sistemi di
istruzione. Affinché sia possibile consentire il movimento transnazionale delle
persone si rende necessario uniformare i sistemi scolastici e introdurre
sistemi di certificazione e valutazione dai caratteri comuni.
□ La rapidità del progresso scientifico e tecnologico. La capacità di
cambiamento del sistema produttivo rende impossibile ogni previsione sul
futuro occupazionale dei giovani e, quindi, sulle conoscenze che essi devono
avere per accedere al lavoro.
□ L’aumento esponenziale della quantità di informazioni. È un fenomeno
che tende a rendere desueto il concetto stesso di conoscenza. Sempre più
contano le capacità di scelta degli individui e sempre meno contano i
“programmi” intesi come elenchi di saperi da acquisire al fine di accedere ad
una determinata società.
□ La perdita di linearità dei percorsi di carriera. Le persone cambiano
lavoro più volte nel corso della vita. Spesso con inversioni di rotta fino a
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 2 di 11
pochi anni fa impensabili. La stessa carriera scolastica perde di linearità: gli
studenti possono cambiare corso di studi più volte nel corso della vita e,
soprattutto, hanno bisogno di rientrare in formazione anche da adulti.
La risposta ai problemi e alle sfide elencate è stata la ricerca per un
lifelong e lifewide learning, un apprendimento che dura tutta la vita e non ha
luogo solo nelle istituzioni formali ma anche in contesti non formali e informali,
che faccia leva sulle competenze chiave.
Cosa sono le competenze?
Le conoscenze indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni
attraverso l’apprendimento e si possono considerare l’insieme dei fatti, principi,
teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le capacità
indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a
termine compiti e risolvere problemi.
Le competenze indicano la comprovata capacità di usare conoscenze,
abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o
di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono
descritte in termini di responsabilità e autonomia” (D.M. n.139 del 22 agosto
2007). Secondo un’altra definizione – ma il dibattito sulle competenze è di
proporzioni davvero vaste – la competenza consiste nella capacità di mettere
in pratica sapere, saper fare, attitudini e abilità in una situazione di lavoro
abituale o nuova (Thesaurus CEFEDOP).
Le competenze non sono spiegabili al di fuori dell’esperienza concreta
delle persone. Per testimoniare a se stesse o agli altri delle competenze le
persone devono muoversi nello spazio e nel tempo, devono agire, fare scelte,
adottare dei comportamenti. Per descrivere le competenze è necessario
osservare le persone che apprendono e svolgono dei compiti.
Le competenze chiave o essenziali (key competencies o core
competencies) sono le competenze necessarie o indispensabili che consentono
agli individui di prendere parte attiva in molteplici contesti sociali e
contribuiscono alla riuscita delle loro vita e al buon funzionamento della
società. La definizione e la selezione delle competenze chiave dipendono da ciò
a cui la società attribuisce valore. Esse sono frutto di una negoziazione tra i
diversi attori sociali che esprimono attraverso il racconto e la descrizione degli
uomini che effettivamente sono in grado di prendere parte attiva alla vita
sociale.
È importante sottolineare che le competenze chiave dell'istruzione
generale (licei) sono del tutto simili a quelle dell'istruzione tecnica e
professionale
L'acquisizione delle competenze chiave fornisce le basi per un
apprendimento che dura tutta la vita, consentendo di aggiornare
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 3 di 11
costantemente conoscenze e abilità in modo da far fronte ai continui sviluppi e
trasformazioni della società.
L'introduzione delle competenze a livello normativo
Dopo la Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio sulle
Competenze chiave per l'apprendimento permanente del 18 dicembre 2006 il
sistema dell’istruzione italiano ha accelerato il suo processo di cambiamento e
di adeguamento alle necessità della società europea contemporanea. Tra le
innovazioni principali si segnala appunto la centralità del concetto di
competenza.
Così, dopo gli importanti interventi realizzati per l’educazione degli adulti
(Linee guida per l'attuazione, nel sistema di istruzione, dell'Accordo sancito
dalla Conferenza unificata il 2 marzo 2000 - Direttiva Ministeriale n. 22 del 6
febbraio 2001 sul Sistema Formativo Integrato) il sistema dell’istruzione è
tornato a parlare di certificazione delle competenze e di riconoscimenti dei
crediti.
Il primo elemento assolutamente nuovo riguarda l’introduzione
dell’obbligatorietà delle certificazione delle competenze alla fine della scuola
secondaria di primo grado (O.M…., 2006).
Nel mese di settembre del 2007 escono le Indicazioni per il curricolo per la
scuola dell’infanzia e per il primo ciclo dell’istruzione, nelle quali vengono
definite le finalità del processo formativo, le competenze da sviluppare, gli
obiettivi di apprendimento. Ad esempio, a proposito dei bambini che
frequentano la scuola dell’infanzia si legge:
Sviluppare la competenza significa imparare a riflettere sull’esperienza
attraverso l’esplorazione, l’osservazione e l’esercizio al confronto; descrivere la
propria esperienza e tradurla in tracce personali e condivise, rievocando,
narrando e rappresentando fatti significativi; sviluppare l’attitudine a fare
domande, riflettere, negoziare i significati.
A proposito della scuola del primo ciclo troviamo:
Le competenze sviluppate nell’ambito delle singole discipline concorrono a
loro volta alla promozione di competenze più ampie e trasversali, che
rappresentano una condizione essenziale per la piena realizzazione personale e
per la partecipazione attiva alla vita sociale, nella misura in cui sono orientate
ai valori della convivenza civile e del bene comune. Le competenze per
l’esercizio della cittadinanza attiva sono promosse continuamente nell’ambito
di tutte le attività di apprendimento, utilizzando e finalizzando opportunamente
i contributi che ciascuna disciplina può offrire.
Le competenze vengono certificate dopo l’esame di terza media (scuola
secondaria di primo grado). Il lavoro continua poi nel biennio della scuola
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 4 di 11
secondaria di secondo grado, fino a 16 anni, alla conclusione dei 10 anni
dell’obbligo di istruzione. A quell’età gli alunni e le loro famiglie potranno
ottenere su richiesta una ulteriore certificazione delle competenze, che sarà
comunque rilasciata obbligatoriamente al compimento del 18° anno di età
(Decreto 22 agosto 2007, Regolamento recante norme in materia di
adempimento dell’obbligo di istruzione).
Il Regolamento, che si rivolge indistintamente a tutti i tipi e gli indirizzi di
scuola, propone una articolazione delle competenze, delle capacità e delle
conoscenze in quattro assi culturali: l’asse dei linguaggi, l’asse matematico,
l’asse scientifico-tecnologico e l’asse storico-sociale. Per ciascun asse culturale
vengono definite le competenze di base a conclusione dell’obbligo di istruzione.
Infine, poiché “l’elevamento dell’obbligo di istruzione a dieci anni intende
favorire il pieno sviluppo della persona nella costruzione di sé, di corrette e
significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà
naturale e sociale”, il Regolamento dà anche una indicazione puntuale circa
quelle competenze trasversali agli assi culturali e ritenute fondamentali per
esercitare i diritti e i doveri di cittadinanza:
1) Imparare ad imparare: ogni giovane deve acquisire un proprio metodo
di studio e di lavoro.
2) Progettare: ogni giovane deve essere capace di utilizzare le
conoscenze apprese per darsi obiettivi significativi e realistici.
3) Comunicare: ogni giovane deve poter comprendere messaggi di
genere e complessità diversi nella varie forme comunicative.
4) Collaborare e partecipare: ogni giovane deve saper interagire con gli
altri comprendendone i diversi punti di vista.
5) Agire in modo autonomo e responsabile: ogni giovane deve saper
riconoscere il valore delle regole e della responsabilità personale.
6) Risolvere problemi: ogni giovane deve saper affrontare situazioni
problematiche e saper contribuire a risolverle.
7) Individuare collegamenti e relazioni: ogni giovane deve possedere
strumenti che gli permettano di affrontare la complessità del vivere nella
società globale del nostro tempo.
8) Acquisire ed interpretare l’informazione: ogni giovane deve poter
acquisire ed interpretare criticamente l’informazione ricevuta valutandone
l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni.
Una nuova didattica
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 5 di 11
L’attuazione del nuovo obbligo di istruzione e, in seguito, del riordino della
secondaria di secondo grado, assumono come fondamento principale il lavoro
degli Organi collegiali. In particolare, comporta per il Collegio dei docenti una
riflessione comune sulle modalità operative dell’azione didattica
riguardante principalmente i seguenti aspetti:
• l’individuazione delle strategie più appropriate per l’interazione
disciplinare, per superare progressivamente la frammentazione dei
saperi negli attuali curricoli, quale fattore che genera disorientamento e
dispersione scolastica;
• l’approfondimento degli aspetti fondanti i quattro assi culturali dei
linguaggi; matematico; scientifico-tecnologico; storico-sociale, che
costituiscono la trama su cui si definiscono le competenze chiave per la
cittadinanza attiva (imparare ad imparare, progettare, comunicare,
collaborare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile,
risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire ed
interpretare l’informazione);
• l’organizzazione dei processi didattici in termini di apprendimento per
competenze, da articolare in forme coerenti con le scelte generali del
Piano dell’Offerta Formativa;
• un’ampia utilizzazione degli spazi di flessibilità curricolare e
organizzativa, anche attraverso ripartizioni funzionali dello stesso collegio
dei docenti (dipartimenti, gruppi di lavoro…..)
Valutazione e certificazione
La valutazione e la certificazione hanno l’obiettivo prioritario di sostenere
i processi di apprendimento dei giovani e il loro orientamento, anche ai
fini di facilitare i passaggi tra i diversi ordini e indirizzi di studio, allo scopo di
far conseguire un diploma di istruzione secondaria superiore o almeno una
qualifica professionale a tutti i giovani entro il 18° anno di età.
La valutazione in termini di risultati di apprendimento, il concetto di
competenza in relazione a conoscenze e abilità, il ruolo degli assi culturali sono
al centro del percorso di sperimentazione appena avviato e presuppongono un
ripensamento profondo sia delle strategie didattiche sia della valutazione.
L’obiettivo è quello di coniugare l’accertamento dei livelli di conoscenza
disciplinare con la verifica dei livelli di competenza acquisiti dagli studenti, che
diventano protagonisti consapevoli del processo valutativo. Di conseguenza, la
valutazione contribuisce alla motivazione dello studente, in quanto
costituisce uno strumento per valorizzarne i saperi e le competenze già
possedute.
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 6 di 11
Il raggiungimento di questo obiettivo richiede un costante lavoro collegiale
dei docenti per individuare e sperimentare metodologie didattiche (in
particolare di carattere laboratoriale) e modelli di valutazione coerenti con un
impianto culturale e pedagogico centrato sugli assi e sulle competenze.
In questa fase di prima attuazione del nuovo obbligo di istruzione,
rimangono vigenti, per la valutazione, i riferimenti normativi contenuti nel
regolamento dell’autonomia scolastica (decreto del Presidente della Repubblica
n.275/99), nonché nella periodica ordinanza ministeriale sugli scrutini ed
esami.
La ricerca delle scuole di strumenti idonei per una migliore comprensione,
da parte delle famiglie e degli studenti, del nuovo processo valutativo fondato
sull’acquisizione delle competenze è accompagnata da un impegno istituzionale
per la definizione di modelli di certificazione in funzione della validità e del
riconoscimento dei titoli e dei crediti su tutto il territorio nazionale, con la
finalità di sostenere i processi di orientamento, favorire il passaggio fra i diversi
percorsi formativi e il rientro in formazione, facilitare la prosecuzione degli
studi fino al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore o
di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di
età.
Ai fini della messa a punto dei modelli di valutazione e certificazione di cui
sopra costituiscono un utile riferimento i documenti europei e nazionali
riguardanti:
• i framework elaborati a livello dell’Unione europea: Quadro Europeo dei
titoli e delle Qualifiche (European Qualifications Framework - EQF), Sistema
Europeo per il Trasferimento dei Crediti per l'Istruzione e la Formazione
professionale (European Credit System for Vocational Education and Training
- ECVET), competenzem chiave per la cittadinanza (Key Competencies),
Quadro Comune Europeo per la garanzia della Qualità (Common Quality
Assurance Framework - CQAF);
• la strumentazione e le pratiche valutative diffuse in ambito
comunitario (Indagini OCSE-PISA su conoscenze e abilità in matematica,
lettura, scienze e problem solving nei quindicenni; Peer Review ….);
• i modelli adottati con l’Accordo in sede di Conferenza Unificata 2810-2004, per la certificazione finale ed intermedia e per il riconoscimento dei
crediti formativi nell’ambito dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione
professionale;
• i format di descrizione e validazione delle competenze di cui al D.M.
86/2004, adottato di concerto con il Ministero del lavoro con il quale sono stati
approvati i modelli di “certificato di riconoscimento dei crediti” validi su tutto il
territorio nazionale.
Un esempio: analisi di una competenza per l’obbligo di istruzione
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 7 di 11
A titolo esemplificativo si può prendere la competenza: “Produrre testi di vario
tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi” (che in realtà è traversale a
tutti gli assi culturali).
Competenze Abilità/capacità Conoscenze
Padronanza della lingua
italiana:
Produrre testi di vario
tipo in relazione ai
differenti scopi
comunicativi
Ricercare, acquisire e
selezionare informazioni
generali e specifiche in
funzione della produzione di
testi
scritti di vario tipo
Prendere appunti e redigere
sintesi e relazioni
Rielaborare in forma chiara le
informazioni
Produrre testi corretti e
coerenti adeguati alle diverse
situazioni comunicative
Elementi strutturali di un
testo
scritto coerente e coeso
Uso dei dizionari
Modalità e tecniche delle
diverse forme di
produzione scritta:
riassunto, lettera,
relazioni, ecc.
Fasi della produzione
scritta: pianificazione,
stesura e revisione
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 8 di 11
Da questa tabella si ricavano alcuni punti fermi che possono costituire delle
linee guida per il lavoro successivo, che deve essere rivolto alla individuazione
di strumenti e pratiche didattiche e valutative congruenti con quanto stabilito
dal Regolamento sul nuovo obbligo di istruzione e con la logica del lavoro sulle
competenze.
Conoscenze Abilità/Capacità Competenze
 Principali strutture
grammaticali della
lingua italiana
 Elementi di base delle
funzioni della lingua
 Lessico fondamentale
per la gestione di
semplici comunicazioni
orali in contesti
formali e informali
della comunicazione
 comunicazione orale,
verbale e non verbale
 Principi di organizzazione
del discorso
descrittivo, narrativo,
espositivo, argomentativo
Comprendere il messaggio
contenuto in un
testo orale
Cogliere le relazioni logiche
tra le varie componenti
di un testo orale
Esporre in modo chiaro,
logico e coerente esperienze
vissute o testi
ascoltati
Riconoscere differenti
registri comunicativi di
un testo orale
Affrontare molteplici situazioni
comunicative
scambiando informazioni
e idee per esprimere
anche il proprio
punto di vista
Individuare il punto di
vista dell’altro in contesti
formali ed informali
Padronanza della lingua
italiana:
Padroneggiare gli strumenti
espressivi ed argomentativi
indispensabili
per gestire
l’interazione comunicativa
verbale in vari contesti
Ho fatto studiare questi argomenti?
Li ho spiegati?
Ho verificato la conoscenza degli argomenti?
Come?
________________________________________________________________
________________________________________________________________
Ho spiegato cosa significa
“esporre in modo chiaro…”?
Ho mostrato come si fa?
Ho illustrato la procedura e
fatto degli esempi chiari?
Ho dato modo di esercitare
questa abilità con simulazioni,
esercizi di problem solving
adeguati all’età ecc.
Ho verificato il possesso
dell’abilità? La persona è in
grado di….?
Come ho fatto?
_________________________________
_________________________________
_________________________________
_________________________________
_________________________________
_________________________________
Ho spiegato cosa significa
“Padroneggiare…”?
Ho mostrato degli esempi
chiari di persone che
padroneggiano…?
Ho consentito alle persone di
eseguire delle prestazioni in
autonomia?
Ho verificato se le persone
sono competenti?
Come?
________________________________
________________________________
________________________________
________________________________
________________________________
________________________________
________________________________
________________________
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 9 di 11
La valutazione delle competenze: alcuni principi
1. I LIVELLI DI COMPETENZA SONO I NOSTRI OBIETTIVI DIDATTICI (quindi
sono formulati sempre in positivo: ci dicono che cosa la persona sa fare con le
conoscenze possedute).
2. È importante esplicitare le procedure nell’assegnazione dei compiti e far
lavorare sempre nel rispetto di procedure (in modalità laboratoriale).
3. È importante usare strumenti di autovalutazione e check list di controllo
per il rispetto del processo.
Alcune considerazioni ulteriori si possono fare sul rapporto tra voto (quantità) e
competenza (qualità), tra pagella come certificazione e certificazione delle
competenze come bilancio.
Esiste una concezione tradizionale del voto, fondata sul giudizio, ovvero
sull’attribuzione di valore (positivo-negativo). In questo caso è fondamentale
avere una “linea della febbre” di partenza (il 6): al di sopra il giudizio è
positivo, al di sotto è negativo.
10 Ottimo
9876
Sufficiente
54321
Scarsissimo
0 Nullo
Nella logica delle competenze il numero è la “traduzione” di una qualità che
deve essere sempre descritta in termini positivi. Il “numero” rimane identico,
quello che cambia è il significato che gli attribuiamo. Di fatto con la descrizione
delle prestazioni e dei comportamenti abbiamo il potere di rendere i numeri
meno giudicanti e sentenziosi. I “numeri delle competenze” non parlano solo
alla persona che li “subisce”: essi parlano della persona alle altre persone. Per
questo c’è un forte interesse sociale ed economico intorno alle competenze:
esse ono il punto di contatto tra scuola e mondo.
Un’ultima considerazione: con la certificazione delle competenze i numeri
potrebbero avere meno senso. In realtà essi servono a soddisfare la nostra
esigenza di misurare, di classificare le persone su una graduatoria. E servono a
dare titoli di studio che hanno un valore legale.
La pagella come certificazione quantitativa può integrarsi con una certificazione
delle competenze? Sì, se i voti diventano una traduzione dei descrittori di
competenza. La certificazione delle competenze può avere il valore di un
bilancio? Sì se i descrittori parlano una lingua condivisa, chiara, comprensibile
anche all’alunno e ai suoi genitori.
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 10 di 11
La certificazione delle competenze
Le competenze acquisite dagli alunni devono essere descritte e certificate alla
fine della scuola secondaria di I grado e alla fine dell'obbligo di istruzione. Agli
alunni deve essere rilasciata una certificazione analitica dei traguardi di
competenza raggiunti, la quale dovrebbe costituire un valore aggiunto
rispetto alla valutazione espressa sulle singole materie.
L’introduzione della certificazione delle competenze risponde a esigenze di
trasparenza dei sistemi di valutazione, di trasferibilità dei titoli di
studio da una nazione a un’altra e da un sistema all’altro (ad esempio
dall’istruzione alla formazione e all’orientamento), di monitoraggio della
qualità dell’insegnamento.
Tuttavia, non è sufficiente compilare dei certificati per poter dire di aver
introdotto un vero e proprio sistema di verifica e valutazione degli
apprendimenti centrato sulle competenze. La certificazione, infatti, risponde a
esigenze di carattere formale e non didattico. Essa dovrebbe essere l’atto finale
di un processo standardizzato di valutazione centrato sull’osservazione e
sulla rilevazione delle competenze possedute dagli alunni nelle varie aree.
Si tratta di un tema molto complesso, che deve essere affrontato con
gradualità e senza eccessive semplificazioni. Per l’insegnante di italiano è
necessario almeno sapere che ciascuna Istituzione Scolastica è chiamata a
definire un proprio modello di certificazione che contenga almeno i seguenti
elementi:
- descrizione della competenza
- Livelli di competenza raggiunti.
Un esempio sintetico:
Area di
competenza
Descrizione della competenza* Livello raggiunto
Base Intermedio Avanzato
Italiano - interagire in modo efficace in diverse
situazioni comunicative, sostenendo le
proprie idee con testi scritti e orali.
- utilizzare i manuali delle discipline o altri
testi di studio, al fine di ricercare, raccogliere
e rielaborare i dati, le informazioni, i concetti
e le esperienze necessarie, anche con
l’utilizzo di strumenti informatici.
- leggere testi letterari di vario tipo
manifestando gusti personali per quanto
riguarda opere, autori e generi letterari.
* La presente descrizione rielabora i traguardi di competenza delle Indicazioni nazionali.
È possibile inoltre specificare dei descrittori del livello di competenza, che può
essere espresso anche con dei numeri (se si utilizza il sistema di valutazione
decimale è preferibile usare i voti dal 6 al 10, poiché la certificazione non
dovrebbe certificare le competenze non possedute o le “incompetenze”).
Livello: Base ( elementare) – intermedio – avanzato Voto: 6; 7 – 8; 9 - 10
Università di Chieti e Pescara “G. D'Annunzio”
pag. 11 di 11
livello voto descrittori
base 6 la competenza è essenziale e si esprime tramite l’applicazione di procedure semplici in
situazioni familiari.
intermedio 7 - 8
7. la competenza è esercitata tramite la scelta di procedure semplici in situazioni inusuali
o procedure articolate in situazioni usuali con il ricorso anche alla rielaborazione di dati.
8. la competenza è esercitata attraverso conoscenze consolidate, ricorso
all’individuazione di fonti informative adeguate alla complessità della situazione in esame
da risolvere.
avanzato 9 - 10
9. la competenza è esercitata in situazioni di varia complessità con ricorso a conoscenze
consolidate frutto di rielaborazione delle informazioni ed applicazione di procedure
risolutive.
10. la competenza evidenzia conoscenze consapevoli ed approfondite utilizzate
nell’esercizio di procedure complesse, a volte originali, in modo autonomo e
responsabile.
Redazione di Federico Batini e Simone Giusti
Materiali e risorse si trovano anche su: www.pratika.net