Commento ai risultati delle schede di raccolta NETWORK per il

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Commento ai risultati delle schede di raccolta NETWORK per il
GRUPPO DI STUDIO ACCREDITAMENTO E MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DELLA
SOCIETA’ ITALIANA DI PEDIATRIA
DATI CONCLUSIVI NETWORK PEDIATRICO 2013
a cura di Patrizia Calzi, Maria Teresa Ortisi, Luciana Parola
Nel 2013 si è concluso il Progetto “Network Pediatrico” promosso dal Gruppo di Studio per la
Qualità e l’Accreditamento. Il progetto era aperto a tutte le Pediatrie Ospedaliere e riguardava 5
patologie:
giugno 2009- luglio 2013 Asma acuto (età >2 anni)
n. 431
casi
Meningite batterica (età >28 giorni)
n. 88
casi
Diabete tipo 1 (esordio)
n. 228
casi
giugno 2007-giugno 2012 Porpora Trombocitopenica Idiopatica (1° episodio)n. 119 casi
novembre 2011-giugno 2012 Gastroenterite acuta
n. 620
casi
Per tutte le patologie scelte esistevano linee guida di riferimento spesso disattese nella pratica
clinica. Da numerose segnalazioni in letteratura si rileva, infatti, come in molte realtà la
disponibilità di Linee Guida abbia modificato solo parzialmente e in modo assai variabile la pratica
clinica, mentre vi è evidenza che progetti collaborativi condivisi dedicati al miglioramento della
qualità su specifici problemi abbiano prodotto effetti positivi nelle misure di esito e processo.
D’altra parte qualunque iniziativa finalizzata al miglioramento della qualità deve prevedere
strumenti per il monitoraggio dei risultati e per la verifica della propria attività.
Per raggiungere i risultati descritti abbiamo scelto lo strumento NETWORK: libera e volontaria
associazione tra professionisti finalizzata al miglioramento delle prestazioni sanitarie e della loro
appropriatezza per la cura di una determinata categoria di pazienti attraverso un programma
coordinato di ricerca. Abbiamo utilizzato uno strumento informatico per la raccolta dati mediante
schede condivise con le Società Scientifiche degli specifici settori specialistici e costruite in
rapporto a percorsi assistenziali evidence based disponibili in letteratura (1,2,3,4)
Al progetto hanno aderito 128 reparti di
Pediatria distribuiti su tutto il territorio
nazionale, per un totale di 1486 schede inserite.
Nella Tabella 1 è riportato il numero dei Centri che hanno aderito per le singole patologie e il
numero di schede raccolte.
Tabella 1. Numero Centri partecipanti e numero casi raccolti
patologie
Asma > 2 anni
PTI
Diabete tipo 1 - esordio
Meningite batterica > 1 mese
Gastroenterite acuta < 5 anni
N Centri
74
23
59
58
31
N Schede
431
119
228
88
620
NETWORK ASMA ACUTO ETA’ > 2 ANNI
CENTRI PARTECIPANTI
74 Centri hanno aderito al Network dell’asma acuto. I dati si riferiscono a 431 casi.
CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE
Il 58% dei casi è costituito da maschi e il 42% da femmine; il 57% ha un’età compresa tra 2 e 6
anni, il 43% superiore a 6 anni. L’81% dei pazienti si presenta con accesso spontaneo in PS.
Il 55% ha l’anamnesi positiva per asma e il 41% ha già una diagnosi di allergia.
Complessivamente l’ 11% ha già avuto un ricovero nei 12 mesi precedenti e tale percentuale sale al
20% se si considerano i soli soggetti con asma noto.
Il 48% del totale ha già iniziato terapia antiasmatica a domicilio, tale percentuale è solo del 68% nei
casi con asma noto.
Il 16% ha in atto una profilassi antiasmatica; nei casi con asma noto la percentuale è pari a 28%.
DEFINIZIONE DEL GRADO DI SEVERITÀ
La misurazione della SaO2 all’ingresso è stata effettuata nel 95% dei pazienti, la rilevazione della
FC nell’87% e la FR solo nel 64% dei casi.
Il valore di SaO2 rilevato è ≤ 92% nel 47% dei casi, >92 e ≤94% nel 23% , >94% nel 30%,
L’accesso asmatico viene classificato grave nel 17% dei casi, medio nel 60%, lieve nel 23%.
TRATTAMENTO
All’82% dei soggetti vengono somministrati corticosteroidi sistemici; entro un’ora dall’ingresso
nell’84% e per via orale nel 68%. Pressoché la totalità dei pazienti riceve broncodilatatori che sono
somministrati con distanziatore nel 33% dei casi, con areosol nel 67%. Il 54% dei pazienti riceve
ossigenoterapia.
Circa la metà dei soggetti (48%) effettua la radiografia del torace all’ingresso, senza significativa
differenza in rapporto all’età e al quadro clinico. Anche nei soggetti con asma noto l’esame
radiologico viene effettuato nel 51% dei casi.
Solo nel 21% dei soggetti di età > 5 anni viene eseguita la spirometria durante il ricovero.
PROGRAMMA ALLA DIMISSIONE
Il 51% dei pazienti viene dimesso con istruzioni scritte e nel 54 % viene prescritta profilassi. Se si
considerano i soggetti con asma noto tali percentuali risultano rispettivamente pari a 61% e 71%.
Relativamente al follow up prevale l’invio al curante, ma, se si considerano i soggetti con asma
noto, prevale l’invio all’ambulatorio specialistico.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
La lettura complessiva dei dati raccolti consente alcune valutazioni relative all’applicazione, nella
pratica clinica, delle raccomandazioni enunciate nelle linee guida di riferimento:
- 81% dei soggetti si rivolge direttamente all’ospedale. Se ciò può rappresentare un indice della
gravità dell’episodio, più frequentemente è la conseguenza dell’assenza di un piano predefinito con
il pediatra curante per il trattamento dell’attacco acuto e di una verifica della capacità della famiglia
ad effettuare correttamente la terapia. Emerge, inoltre, una significativa correlazione tra accesso
spontaneo ed età dei pazienti. Più della metà dei casi osservati ha un’anamnesi positiva per asma e
di questi solo la metà ha iniziato il trattamento a domicilio. Inoltre l’11% di questi ha già avuto un
ricovero nei 12 mesi precedenti, evento che, come è noto, rappresenta un indicatore di scarso
controllo domiciliare della malattia;
- a fronte dell’importanza di una corretta classificazione di gravità dell’asma acuto, per attivare una
appropriata modalità e intensità del trattamento, le valutazioni oggettive, da integrare ai sintomi
clinici, non vengono attuate in modo estensivo. La stessa applicazione dei criteri nella definizione di
gravità appare disomogenea tra i Centri;
- benché vi sia evidenza che la radiografia del torace nel bambino con asma acuto non apporti
informazioni aggiuntive e pertanto non dovrebbe essere effettuata di routine, circa la metà dei
soggetti esegue un controllo radiologico, indipendentemente dall’età e dal dato anamnestico di
asma;
- relativamente al trattamento, va rilevato un appropriato utilizzo dell’ossigenoterapia in rapporto ai
valori di saturimetria riscontrati all’ingresso e un elevato utilizzo dei cortisonici, che vengono
somministrati in modo tempestivo e per via orale in una alta percentuale di casi. Si riscontra tuttavia
un impiego inappropriato della terapia cortisonica anche in casi di asma lieve. E’ generalizzata la
erogazione di beta2 agonisti, ma è basso l’utilizzo del distanziatore. E’ inoltre poco utilizzata la
spirometria per la valutazione dell’evoluzione clinica;
- alcune significative criticità emergono relativamente alla dimissione, che deve essere occasione
per aiutare i bambini e le loro famiglie a prevenire ulteriori episodi. La consegna di istruzioni scritte
per i comportamenti da attuare in caso di accesso acuto avviene solo in poco più della metà dei
bambini e ben il 49% di soggetti con asma già noto prima del ricovero viene dimesso senza un
piano di trattamento scritto;
Questi aspetti rendono conto dell’elevato numero di bambini che, pur con patologia già nota, si
rivolgono all’ospedale, senza neppur avere iniziato un trattamento domiciliare, e della significativa
percentuale di ricovero ripetuto. E’ quindi indispensabile migliorare l’integrazione tra ospedale e
territorio nell’ambito di percorsi assistenziali condivisi che assicurino una adeguata presa in carico
dei pazienti evitando l’inappropriato accesso alle strutture ospedaliere.
DIABETE MELLITO
CHETOACIDOSI
TIPO
1
ALL’ESORDIO,
CON
O
SENZA
CENTRI PARTECIPANTI
Hanno partecipato alla raccolta dati per il diabete giovanile all’esordio, con o senza cheto acidosi,
N° 28 Centri. I dati si riferiscono a 234 casi, il 68% dei quali è stato raccolto solo da 6 Centri.
CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE
Si è avuta una prevalenza nel sesso maschile: 125 (53%) maschi contro 109 (47%)femmine
Oltre il 90% dei soggetti è di origine europea
Tabella 1. Distribuzione per età dei soggetti con diabete 1 all’esordio
età
< 5 anni
5 - 10 anni
> 10 - 14 anni
> 14 anni
Numero pazienti
61
89
57
27
%
26
38
24
12
L’accesso spontaneo al P.S. si verifica nel 41% dei casi.
SINTOMI PRERICOVERO
La durata dei sintomi pre-ricovero varia da 0 a 150 giorni con una media di 20 giorni.
OBBIETTIVITÀ CLINICA E BIOUMORALE ALL’INGRESSO
La gravità dei sintomi all’ingresso, rappresentata dalla presenza di shock, coma, disidratazione
sopra il 10%, non è trascurabile: il 6,8 % presenta segna di shock e il 7,4 % è gravemente
disidratato.
E’ da sottolineare una carenza nella rilevazione dei parametri vitali: la frequenza cardiaca è rilevata
nell’84% dei casi, mentre la frequenza respiratoria solo nel 36%.
L’alterazione dei parametri di laboratorio all’ingresso indica che il 37% si presenta con un pH
inferiore a 7,30 e il 4,3 con pH < 7 (KA grave) come da Tabella 2 .
I valori di Hb glicata variano da 6,7 a 19,1 % con una media di 11,8%.
Tabella 2. Distribuzione pazienti secondo il valore di pH all’ingressso
Valore pH all’ingresso
<7,00
>=7,00
<7,10
>=7,11
<7,30
>=7,30
Numero pazienti
10
18
59
147
%
4,3
7,7
25,2
62,8
La chetonemia è disponibile in 85 pazienti (36%)
TERAPIA
Per quanto riguarda le ore di idratazione, l’impiego della soluzione fisiologica e.v., l’inizio della
terapia insulinica e la modalità di somministrazione, i risultati dovrebbero rispecchiare la diversa
gravità di presentazione e ogni centro può valutare caso per caso. I bicarbonati sono stati
somministrati nel 4,7 % dei soggetti, da sottolineare la probabile inappropriatezza della
somministrazione in alcuni casi con valori di pH > 7.1.
COMPLICANZE
Tra le complicanze viene confermata la presenza di ipopotassiemia (10%). E’ segnalato un caso di
edema cerebrale (con pH <7,20).
ESITO E FOLLOW UP
Alla dimissione nella grande prevalenza dei casi è prescritta terapia multi iniettiva, solo l’1,7% dei
soggetti è dimesso con insulina in microinfusore.
Il follow up avviene nel 93% dei casi presso il proprio ambulatorio.
COMMENTO
In generale, i risultati sembrano indicare, come è logico attendersi in una patologia grave, ma ben
codificata nel suo approccio iniziale, una buona aderenza a quelle che sono le indicazioni delle
Linee Guida di riferimento.
L’accesso spontaneo al P.S. si verifica ancora troppo spesso (39%) e questo può stare a indicare una
carenza di attenzione e una scarsa conoscenza del problema sul territorio
La durata dei sintomi pre-ricovero è decisamente elevata (≥ 15 giorni) . E’ da sottolineare la carenza
nella rilevazione dei parametri vitali: la frequenza respiratoria viene registrata solo in un terzo dei
pazienti e la scarsa rilevazione della chetonemia. Questo parametro è indicato nelle linee guida
perché più significativo del ripristino dell’equilibrio metabolico. La sua scomparsa anticipa anche di
24 ore quella dei chetoni urinari e consente l’eventuale più rapida sospensione della terapia
endovenosa. La glicemia invece è un parametro con grande variabilità e spesso non correla con la
gravità di esordio.
Come è logico attendersi, la maggior parte dei soggetti viene seguita presso il proprio Ambulatorio
specialistico, se non inviato al Centro di riferimento. Solo in una piccola percentuale dei casi viene
evidenziata la integrazione con il medico curante.
PORPORA TROMBOCITOPENICA IDIOPATICA
CENTRI PARTECIPANTI
Dalla data di attivazione, 23 Centri hanno aderito al Network della PTI. I dati si riferiscono a 119
casi.
CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE
Dei 119 casi, 59 sono maschi (49,5%) e 60 femmine (50,5%).
Nel 100% dei casi si è trattato di ricovero ordinario.
La distribuzione dei casi risulta omogenea durante tutti i mesi dell’anno.
DEFINIZIONE DEL GRADO DI SEVERITÀ
La sintomatologia manifestata dai pazienti all’ingresso è stata lieve (A) in 60 casi e media (B) in
49 casi: non sono segnalati casi con sintomatologia grave.
I valori delle piastrine all’ingresso sono descritti in Tabella 1.
Tabella 1. Distribuzione del numero di piastrine all’ingresso
Piastrine
< = 10000
>10000 <=20000
>20000 <=50000
>50000
Numero pazienti
69
26
13
7
%
60
22,6
11,4
6
ESAMI ESEGUITI
Gli esami eseguiti all’ingresso sono elencati nella Tabella 2.
Tabella 2. Accertamenti eseguiti all’ingresso (PTI)
Esami
Emocromo
Coagulazione
Striscio periferico
Sierologia infettiva
Anticorpi
antipiastrine
Aspirato midollare
Numero pazienti
119
72
96
54
43
%
100
60,5
80,6
45,3
36.1
28
23,5
TRATTAMENTO
Nella Tabella 3 sono elencate le terapia praticate; 11 pazienti non hanno ricevuto alcuna terapia.
Tabella 3. Distribuzione delle modalità di trattamento nei casi di PTI
TERAPIA
Ig ev 0.8 g/Kg per 1 giorno
n° pazienti tot. 108
Ig ev 0.8 g/Kg per 1 giorno + cortisone
67
(+ 2°ciclo in 1 pz)
11 (16,4%)
Ig ev 2 g/Kg in 2-5 giorni
Ig ev 2g/Kg in 2-5 giorni + cortisone
12
4 (33,3%)
Prednisone os 2 mg/Kg/die
per 2 sett., 3°sett. a scalare, stop 21°g
Metilprednisolone ev
15-30 mg/kg/die x 3 gg
Altro schema cortisonico
Concentrato piastrinico
3
Ig ev come prima terapia
94/108 (87%)
+ ciclo con cortisone
15/94 (16%)
9
cortisone come prima terapia
14/108 (13%)
2
4
3,7%
DIMISSIONE E FOLLOW-UP
La degenza media è stata di 4,6 giorni. Il numero di piastrine alla dimissione, il numero dei
pazienti trasferiti e gli esiti sono descritti nella Tabella 4.
Tabella 4. Numero di piastrine ed esiti alla dimissione
N° piastrine alla dimissione
<10000
≥10000-20000
≥20000-50000
≥500000
dimissione
dimissione volontaria
trasferiti
complicanze
decessi
n° pazienti
10
2
13
90
%
8,7
1,7
11,4
78,2
109
3
7
91,6
2,5
5,9
1
0
0,8
-
I pazienti dimessi vengono inviati al curante nel 29 % dei casi, all’ambulatorio specialistico nel
64% . Ad una piccola percentuale (7%) viene indicato di rivolgersi ad un altro Centro.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
La PTI è caratterizzata da piastrinopenia isolata, nella forma pediatrica presenta in picco di
incidenza tra i 2 e i 4 anni, i dati da noi rilevati indicano che non vi è una prevalenza di sesso, come
riportato dalla letteratura.
La riduzione del numero di piastrine è variabile; anche se la maggior parte dei pazienti ha un valore
inferiore a 10000. Il numero delle piastrine non è strettamente correlata alla gravità dei sintomi.
Non esiste un unico test di laboratorio specifico per la diagnosi di PTI, secondo le linee guida
AIEOP (Associazione Italiana di Emato-Oncologia Pediatrica) la diagnosi si basa sulla corretta
anamnesi, sull’esame obiettivo e sull’esame emocromocitometrico completo di striscio periferico.
Dalle schede che abbiamo elaborato, l’emocromo e la coagulazione vengono eseguiti a tutti i
pazienti; lo striscio periferico è controllato 80,6% dei casi.
Da segnalare che i test di coagulazione, ritenuti non utili secondo le linee guida, vengono tuttavia
eseguiti nel 60% dei pazienti.
La sierologia infettiva, effettuata in circa la metà dei casi, non è raccomandata nell’inquadramento
di routine, ma potrebbe essere appropriata in caso di anamnesi indicativa di una pregressa malattia
infettiva.
La ricerca degli anticorpi antipiastrine, non indicata a scopo diagnostico in quanto gravata da
numerosi falsi negativi, viene ancora effettuata nel 36,1% dei pazienti.
L’aspirato midollare, effettuato in 28 pazienti (23,5%), non è indicato alla diagnosi, ma la sua
esecuzione è appropriata prima di iniziare la terapia con cortisone.
Il principale criterio per un eventuale trattamento è la sintomatologia clinica. Le terapie utilizzate
sono variabili e l’efficacia viene valutata sull’incremento della conta piastrinica. La trasfusione di
piastrine non ha influenza sull’andamento della malattia ed inoltre non comporta un significativo
incremento nella conta piastrinica, va riservata in caso di complicanza o quando c’è un importante
rischio di emorragia.
La terapia prevalente è stata quella con immunoglobuline ev . Dei 94 casi trattati, 15 (16%) sono
stati successivamente trattati con cortisone. Premesso che i dati di cui disponiamo si riferiscono a
numeri piccoli, si rileva che la percentuale maggiore di pazienti che ha richiesto terapia cortisonica
(33,3 % contro 16,4%) è quella trattata con lo schema terapeutico meno utilizzato (Ig 2gr/Kg in 2-5
gg).
Il cortisone come terapia iniziale è stato somministrato solo in 14 pazienti (13%) prevalentemente
come metiprednisolone ev. In nessuno caso è stato somministrato prednisone orale ad alte dosi.
Alla dimissione la maggior parte dei pazienti presentava un numero di pastrine superiore a 50000.
Un solo paziente (0,8%) ha presentato come complicanza un quadro di emorragia e tra i pazienti
valutati, non è stato riportato nessun decesso.
7 pazienti sono stati trasferiti presso un altro Centro, 3 pazienti sono stati dimessi contro parere
medico, tutti gli altri sono stati dimessi direttamente dal reparto accettante.
Dopo la dimissione i pazienti sono stati seguiti prevalentemente dall’ambulatorio specialistico e/o
dal Curante.
MENINGITI BATTERICHE > 30 GIORNI DI VITA
CENTRI PARTECIPANTI
18 dei centri che hanno aderito al Network della meningite batterica hanno inserito le schede
relative ai casi trattati. I dati si riferiscono a 90 casi totali.
CARATTERISTICHE DELLA POPOLAZIONE
La maggioranza dei casi è costituito da maschi : 60 maschi ( 67%) e 30 femmine (33%) con età
media di anni 4,4 (range 7 mesi-17 anni).
L’accesso è spontaneo in 10 casi (11,5%), su invio da parte del curante in 42 casi (48,3%), per
trasferimento da altro ospedale in 35 casi (40,2%).
Al momento del ricovero, il 49,5% dei pazienti ha già iniziato una terapia antibiotica.
ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI
Il 91% ha effettuato la rachicentesi all’ingresso in Ospedale.
6 pazienti non hanno eseguito rachicentesi all’ingresso (3 perché già eseguita nell’Ospedale di
provenienza, 1 eseguita in seconda giornata, 2 per assenza di sintomi tipici all’ingresso)
L’esame colturale del liquor è stato eseguito nel 98% dei pazienti, l’emocultura nel 91% dei casi.
La ricerca degli antigeni batterici e la PCR su liquor sono state effettuate rispettivamente nel 68% e
nel 43% dei bambini, mentre la PCR su sangue nel 32,2%. L’esame batterioscopico viene eseguito
nel 81% dei casi.
L’agente eziologico non è stato identificato in 27 pazienti (30%) . Gli agenti eziologici e la
frequenza sono riportati in Tabella 2.
Tabella 2. Distribuzione per agente eziologico (63 casi)
Agente eziologico
Meningococco
Pneumococco
Haemophilus Influentiae
Micobatterio tubercolare
Altri
Numero
32/63
18/63
1/63
1/63
11/63
%
51
28
1,5
1,5
18
Dei casi con eziologia nota, il 71% avevano l’esito dell’antibiogramma disponibile entro 3 giorni.
TERAPIA
Il ceftriaxone è stato utilizzzato nel 97% dei pazienti, prevalentemente come unico antibiotico
oppure associato a vancomicina (20%), ampicillina (20%) e aminoglicoside (15%).
Nel 65% dei soggetti l’antibiotico è stato somministrato entro un’ora dal sospetto diagnostico.
Il trattamento con desametasone e.v. è stato effettuato nel 64% dei pazienti.
24 pazienti hanno eseguito una seconda rachicentesi per le seguenti motivazioni:
pazienti con meningite Pneumococcica trattata con cortisone, mancata risposta clinica dopo 48 ore,
febbre persistente, meningite tubercolare, altre complicanze.
COMPLICANZE
Il 63% dei pazienti (56 casi) non ha avuto complicanze, tra i restanti 34 bambini sono state
osservate le seguenti complicanze: DIC (5 casi), convulsioni (8 casi), febbri persistenti (4 casi),
SIADH (2 casi) e shock (3 caso), emorragia cerebrale (2 casi).
5 pazienti sono stati trasferiti: 1 in rianimazione, 2 in neurochirurgia, 1 in reparto infettivologia, 1 in
altro reparto pediatrico
ESITO
La durata media della degenza è stata di 15 giorni.
Non vi sono stati decessi. Due pazienti sono stati dimessi con deficit neurologici .
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Le meningiti batteriche rappresentano eventi rari, la cui frequenza è ulteriormente diminuita in Italia
grazie all’introduzione delle vaccinazioni anti Hib, pneumococco e meningococco. Al momento
attuale, i risultati del Network confermano quanto mostrato dai dati nazionali di sorveglianza delle
malattie batteriche invasive (Fonte: Istituto Superiore Sanità, 8), che evidenziano come il
meningococco sia la prima causa di meningiti batteriche in età pediatrica.
La definizione dell’eziologia delle meningiti batteriche è importante sia per attuare le misure di
prevenzione per le persone che sono state a stretto contatto con i pazienti, come raccomandato in
caso di meningiti da Hib e da meningococco, sia per poter guidare la terapia antibiotica in base al
risultato degli antibiogrammi.
I dati raccolti dal network evidenziano che, sebbene al momento del ricovero tutti i pazienti abbiano
effettuato la coltura del liquor cefalorachidiano e la quasi totalità abbia effettuato l’emocoltura, nel
30% dei casi non è stato possibile diagnosticare l’agente causale della meningite. La sensibilità
diagnostica degli esami colturali su liquor e sangue diminuisce in caso di terapia antibiotica, che
invece influenza scarsamente la sensibilità della ricerca degli acidi nucleici batterici mediante PCR.
Nella nostra casistica, quasi la metà dei pazienti era già in trattamento antibiotico al momento
dell’arrivo in Ospedale; è quindi possibile aumentare il ricorso alla PCR, effettuata su liquor nel
43% dei pazienti, incrementando così il numero di casi ad eziologia confermata.
La tempestività di inizio del trattamento antibiotico intra-ospedaliero potrebbe essere migliorata,
visto che il 35% circa dei pazienti ha ricevuto la prima dose dopo più di un’ora dal ricovero.
Infine, la frequenza di esiti è in linea con quanto atteso; seppur in presenza di una casistica limitata,
il 5% dei pazienti ha presentato esiti neurologici, dato confrontabile con il 7% di esiti neurologici
osservati in una casistica olandese di 103 pazienti (10). La valutazione degli esiti a distanza, in
particolare per quanto riguarda l’ipoacusia (11), è anch’essa una componente importante della
gestione clinica dei pazienti con meningite che sembra invece a volte trascurata.
GASTROENTERITE ACUTA ETA’ <= 5 ANNI
I dati riguardanti lo studio sulle gastroenteriti possono essere visionati sul sito del Network da cui si
accede all’articolo
Pediatr
Infect
Dis
J.
2014;33(11):1103-8.
doi:
10.1097/INF.0000000000000396.
Adherence to guidelines for management of children hospitalized for acute diarrhea.
Lo Vecchio A1, Liguoro I, Bruzzese D, Scotto R, Parola L, Gargantini G, Guarino A; Accreditation
and Quality Improvement Working Group of the Italian Society of Pediatrics
che presenta e commenta i dati raccolti.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
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SIP
4. Tunkel AR, Hartman BJ, Kaplan SL et Al. Practice Guidelines for the Management of Bacterial Meningitis. Clinical
Infectious Diseases 2004;39:1267-84
5. Galler A, Stange T, Muler G et Al. Incidence of Childhood Diabetes in Children Aged Less than 15 years and its
Clinical and Metabolic Characteristics at the Time of Diagnosis: data from the Childhood Diabetes Registry of Saxony,
Germany. Horm Res Paediatr 2010;74:285-291
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with enphasis on behavioural characteristics. Eur. J. Pediatr. 2002 Jun;161(6):330-6 Epub 2002 Apr.25
RINGRAZIAMENTI
CENTRI NETWORK CHE HANNO INSERITO SCHEDE NEL PERIODO 2009-2013
Ospedale Pugliese –Ciaccio: Celia Magno E, Citriniti F;
Azienda Sanitaria Locri: Mammì F, Bruzzese M;
Azienda Sanitaria Provinciale (Calabria): Paravati F, Lazzaro N;
A.O.U. Federico II: Guarino A, Spagnuolo MI;
Presidio Ospedaliero di Pozzuoli: Saitta F, Di Fraia T;
AORN A. Cardarelli: Siani P, Antonelli F;
Ospedale Fatebenefratelli – Benevento: Vetrano G, Limongelli MG;
ASL Latina: Colella MG;
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma: Raponi M, Ciofi Degli Atti M, Cilienti G;
ASL 4 Chiavarese: Bianchi C, Terenzani L, Ivaldi M, Grisolia F;
ASL2 Savonese Presidio Ospedaliero Pietra Ligure Albenga: Navone C, Ventura F;
Ospedale Moriggia – Pelascini Gravedona: Adamoli P, Forchì G;
Ospedale Maggiore Crema: Chiara A, Corsano L;
Azienda Ospedaliera Bergamo: Conter V, Mazza A, Vitali A;
Ospedale Civile Legnano: Flores D’Arcais A;
Azienda Ospedaliera Melegnano: Gargantini G, Comi EV, Valenti M;
A.O. Treviglio: Gargantini L, Pennati MC, Maccherini M, Valerio;
Ospedale Galmarini Tradate: Sala M, Bussolini A, Chierici, Genoni S, Sacchi M;
AO Sant’Anna Como: Longhi R, Ortisi MT;
Ospedale Valduce Como: Lietti D;
AO Ospedale di Circolo Busto Arsizio Saronno: Montrasio G, Figini C;
Ospedale G. Fornaroli Magenta: Parola L, Cirillo, Bonza M;
Spedali Civili Brescia: Plebani A, Prandi E, Felappi B, Timpano S, Ruggeri L;
Ospedale San Carlo Borromeo Milano: Podestà AF, Tonella M;
Clinica Pediatrica De Marchi Milano: Principi N, Tagliabue C, Gualtieri, Chiarelli G, Sabatini;
AO Desio e Vimercate P.O.C. Vimercate: Rondanini GF, Calzi P;
Ospedale L. Sacco Milano: Zuccotti G, Giacomet V;
Ospedale Civile Marche zona 4: Migliozzi L, Volpini A;
Ospedale SS Annunziata Savigliano: Besenzon L, Aimar A;
Ospedale E. Agnelli Pinerolo: Grazia G, Benech, Roasio L;
Presidio Ospedaliero San Severo Foggia: D’Onofrio AM;
Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII Bari: Diaferia P, Bratta P;
Ospedale Santa Caterina Novella Galatina (Lecce): Montinaro R, Cazzato MD;
PO Antonio Perrino: Moramarco F, Gallo F; Ospedale AUSL 3 Catania: Indriolo C;
Azienda Ospedaliera Trentino Alto Adige: Pescollderungg L;
Ospedale ASL 3 Umbria: Castellucci G, Niccoli AA;
Azienda Ospedaliera Ulss 4 Alto Vicentino: Bellettato M;
Ospedale ASL Legnago (VR): Consolaro G, Armari S;
ASL14 Chioggia: Crivellaro C.