montaggio giornalino 2003-2004
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montaggio giornalino 2003-2004
GIORNALE D’ISTITUTO Anno scolastico 2003/2004 SCUOLA MEDIA STATALE “UMBERTO I” Lanciano e Sez. di Frisa - Centro Territoriale Educazione Permanente HO VISTO LE IMMAGINI TRASMESSE DA AL JAZIRA Ho visto le immagini trasmesse da Al Jazira, televisione araba, e quelle della Cnn, televisione americana, sulla cruenta battaglia di Falluja. Erano corpi di donne, uomini, bambini straziati dalle superbombe americane, fra le rovine delle loro case o nel caos di macerie e polvere. Non so come vivessero, non riesco ad immaginare come abbiano vissuto in una città, grande come Bologna o Firenze, assediata, senza acqua e senza viveri, sotto le bombe lanciate da degli aerei. Mi viene difficile pensare come in quegli aerei ci possa essere una persona umana come pilota, che ha in un bottone il potere di lasciar vi- vere o di uccidere centinaia di persone; eppure è così : dentro quegli aerei ci sono uomini giovani che ricevono ordini da un loro superiore, nei loro attendamenti mangiano pasti regolari, scherzano tra amici e telefonano a casa per sapere dei loro figli o delle loro mogli. Ho anche rivisto, durante uno scontro a fuoco, gli occhi terrorizzati di persone che fuggivano, di militanti arabi colpiti, di marines feriti, quegli occhi non mi sembrano diversi da quelli delle vittime dell’11 settembre, della gente palestinese o israeliana, della gente di Madrid, tutti colpiti dal lungo braccio della violenza. E purtroppo nel mondo di oggi la violenza è in continua espansione, non voglio analizzare il perché di questa violenza, ma solo fare una constatazione: la violenza causa violenza. Con il sangue di innocenti non si risolve niente. Ed è per questo che il nostro dovere come uomini di questo pianeta è di non parteggiare per i terroristi, di non parteggiare per i soldati, di non parteggiare per le persone che vogliono o che hanno voluto questo conflitto, il nostro dovere è quello di parteggiare per la pace nel mondo per poter vivere finalmente in un mondo migliore. Il Direttore Responsabile PERCHÈ UN GIORNALE A SCUOLA Sono molti i motivi per cui abbiamo scelto di realizzare un giornale d’istituto. Innanzitutto per avere e per dare ai ragazzi un’idea di come si svolge un giornale anche perché rimane sempre un mezzo importante di confronto e di sfida ai tempi .Per noi, poi è diventato strumento per coinvolgere tutti, per scambiarsi idee e pareri, riflettere insieme su temi scottanti , esprimere le proprie idee e far conoscere i propri pensieri tra gli alunni delle varie classi e gli adulti del CTEP e, in definitiva, un nuovo modo di comunicare e di fare scuola Realizzarlo però è stato tutt’altro che facile, anche perché come finalità c’è anche quella di lavorare in gruppo e quindi la sua attuazione ha richiesto una buona dose di fatica e di impegno da parte di ognuno di noi. Tutto ciò ha occupato infatti molto tempo per svolgere gli articoli, creare e disegnare i loghi, organizzare gli incontri, lavorare al computer, selezionare gli articoli, costruire i vari menabò a livello cartaceo. La nostra classe, la 3C, che ha svolto l’attività di redazione, si è divisa i compiti e le responsabilità: capi redattori, segretaria di redazione, inviati speciali e responsabili delle varie sezioni che dovevano essere inserite nel nostro giornale e che abbiamo scelto insieme: cultura, attualità, vita della scuola, finestra sull’Europa, natura, CTEP, sport e motori, musica e cinema. Con questo vogliamo dire che il giornale è stata anche un’esperienza significativa che ci ha aiutati a crescere e soprattutto a migliorare le nostre capacità di stare con gli altri, di arricchire le nostre conoscenze scolastiche in modo diverso, in- tegrare le nostre conoscenze extrascolastiche, approfondire la nostra sfera linguistica, intellettuale e sociale. Per concludere vorremmo ringraziare il Dirigente Scolastico Prof. Renato Monteferrante, sempre sensibile quando si vuole dare una risposta concreta all’esigenza di incontrarsi e di vincere, in molti casi, il disagio, in altre parole la profonda esigenza di comunicare da parte dei ragazzi; i docenti, gli alunni di tutte le classi e gli adulti del CTEP che hanno partecipato e ci hanno permesso di realizzare questo entusiasmante progetto. La Redazione ALLA UMBERTO I IL GIORNALE FA “CENTRO” “NOTIZIE DALL’INTERNO” DUE PILASTRI DELLA UMBERTO I LASCIANO LA SCUOLA La comunità scolastica dell’Umberto I non può non ringraziare due professori che quest’anno lasciano la scuola per vivere un’altra avventura: il meritato e, di questi tempi agognato, pensionamento: la Professoressa Elvira Giancristofaro, docente di musica e il Professor Franco Di Nenno, docente di lettere, da più di 30 anni “pilastri educativi” della nostra scuola. Come non ricordare, dell’uno, l’allegria, la positività, la capacità di sorridere a tutti, e poi il coro, il grande coro dell’Umberto I, un suo capolavoro di maestria, caratterizzante punto di riferimento per ragazzi, docenti e genitori, ed il suo forte senso di appartenenza a questa scuola che le faceva dimenticare piccoli dissapori e le faceva sognare cose grandi per il superiore bene della comunità. Grazie Elvira. Dell’altro,la sua profonda cultura sempre a braccetto con una grande umanità, il suo rigore educativo che si traduceva sempre, alla fine, nel suo essere amico e padre di tanti ragazzi, soprattutto di quelli più in difficoltà, l’avere sempre difeso e potenziato lo sport e i suoi autentici insegnamenti, il suo non volersi appiattire su posizioni conformiste e cercare sempre nei valori dell’anima la strada maestra per se’ e per i suoi alunni. Grazie Franco. All’interno del Progetto Giornale d’istituto e su iniziativa del quotidiano “IL CENTRO”, 200 ragazzi della nostra Scuola hanno avuto l’opportunità di leggere in classe il giornale, ricevendo per una settimana , da lunedì 19 aprile al 24 , una copia gratuita de IL CENTRO per alunno e un quaderno di lavoro da cui è nato anche questo nostro giornale d’istituto. La presa di coscienza del ruolo della comunicazione e quindi dei processi linguistici nella formazione umana accentua l’importanza di questa iniziativa che ha fornito ai ragazzi, grazie ad un approccio coinvolgente ed attivo, l’opportunità di SOMMARIO potenziare le abilità necessarie non solo per la conoscenza della realtà locale , ma Attualità pag. 2 per produrre realtà comunicative diverse Cultura pag. 4 da quelle istituzionalizzate. Natura pag. 6 La SCUOLA MEDIA UMBERTO I DI LANCIANO ringrazia IL CENTRO Musica pag. 7 disponibile nel dare non solo stimoli posFinestra sull’Europa itivi che comunque promuovono cultura, pag. 8 educano al confronto delle idee e alla comunicazione attraverso codici e registri Cinema pag. 9 linguistici diversi,ma anche stimoli conSport pag. 11 creti che aiutano i ragazzi a sviluppare C.T.E.P. pag. 13 l’elaborazione creativa e, con la mediazione dei docenti, diventa valido struVita della Scuola mento complementare per la loro forpag. 16 mazione umana e culturale. • Il mon do i n una scuol a • Guerra e pace 2 La pace nel mondo: tutti ne parlano; chi scrive canzoni, chi partecipa a marce e manifestazioni, chi sventola bandiere… ma chi vuole veramente realizzarla? Ogni giorno sentiamo parlare della guerra che, anche se non viviamo in prima persona, c’è e ci sarà sempre, continuando a portare morti e tragedie, a meno che non si decida di gettare le armi, smettendo così di strappare al popolo la vita dei loro familiari. La guerra è nata con l’uomo; ma se è vero che la storia ci insegna a non sbagliare più, perché ci ostiniamo a metterci l’uno contro l’altro…? Questi grandi conflitti hanno portato cambiamenti nel mondo, nella nostra società, in ognuno di noi e in tutte quelle persone che vivono con il terrore che la loro casa possa essere bombardata da un momento all’altro. Basta ferire i nostri animi, uccidere i nostri simili…: uccidiamo la guerra e tutto ciò che essa porta!!! Pensare che milioni di persone perdono la vita durante sanguinosi conflitti, con dignità e orgoglio, per difendere la propria patria. Come i quattro italiani sequestrati da un gruppo terroristico chiamato: “la Falange di Maometto” composta da ex-agenti di sicurezza di Saddam. L’italiano morto che ha dimostrato grande coraggio e forza d’animo, si chiamava Fabrizio Quattrocchi; gli altri tre sequestrati sono Maurizio Agliana,Salvatore Steffio e Umberto Cupertino, le quali famiglie vivono giornate angosciose e colme di incubi, aggrappate alle notizie televisive, con la speranza che il telefono squilli portando buone nuove…Proprio così, i familiari dei “tre prigionieri di guerra”, come in fondo tutta Italia, non possono che pregare e continuare a sperare. Tutti ci auguriamo di poter tornare a vedere nella volta celeste le stelle e l’arcobaleno e non più il fumo delle bombe … Catalano Federica, Salerno Martina III B PIANETA DROGA Il cosiddetto “pianeta droga”è il mondo in cui entrano molti giovani che cercano un rifugio, un nascondiglio, qualcosa di nuovo da scoprire. Questo mondo però, è un castello di carte, prima o poi crolla e ci si rende conto che il peggio deve ancora venire. Tutti i sogni, le speranze e le illusioni per cui si entra in questo mondo sono falsi: la droga ci distrugge, ci rovina e ci fa perdere la stima degli altri. In Europa questo fenomeno è in continua crescita, il podio è detenuto da Lussemburgo, Italia (8 persone su 1000) e Regno Unito (7 persone su 1000). Considerevole l’uso an- IL MURO IN PALESTINA Salve, il mio nome è Iron e sono una ragazza palestinese. Come tutti sapete il mio Paese è, da molti anni ormai, in lotta con Israele. Nelle città la guerriglia non si ferma mai, e la paura che, girando l’angolo, non si possa più tornare indietro divora tutti, specialmente i ragazzi. Io soffro ancora di più perché la mia migliore amica, l’unica di cui mi vidi veramente, è israeliana. Una delle tante cose che ci fa soffrire in questo periodo è il fatto che presto dovremo separarci per sempre, dato che i nostri popoli presto costruiranno un muro per dividersi, ma noi non lo vogliamo! Questo non è giusto! Ci serve un piano per cercare di fermare i lavori, ma è impossibile! Ma noi sappiamo che ce la faremo, riusciremo ad impedire la sua costruzione, lo sappiamo perché l’amicizia che ci lega è più forte di tutto, e niente e nessuno potrà dividerci, nemmeno l’odio tra due popoli. Anche a scuola le cose sono precipitate, i nostri compagni si comportano esattamente come i nostri genitori, vanno in giro lanciando sassi e urlando all’esercito israeliano, la guerra ora non è più solo nelle strade, ma anche dentro di noi. Vedere un sorriso sincero sul volto di qualcuno non è che in Svezia (7 persone su 1000). I dati in generale per l’Europa sono allarmanti: - un milione e mezzo sono i drogati in Europa - 7000 persone muoiono ogni anno per overdose - il 3% degli adulti ha provato la cocaina - 40 milioni di persone hanno provato la cannabis o, come viene comunemente detta, lo spinello - di questi 40 milioni, l’1/5 dell’uso viene fatto da ragazzi con l’età compresa tra i 15 e i 16 anni e il 1/4 tra i 16 e i 34 anni Fortunatamente, almeno nel duemila, il fenomeno cala: il 40% dei ragazzi considera “in gamba chi non usa la droga” e per il 3°anno di fila, un numero crescente di ragazzi tra i 13 e i 18 anni, considera superati, spinello e pasticche. Tuttavia sono 217 milioni i consumatori in tutto il mondo. Ci sono naturalmente perso- più cosa facile, la guerra condiziona anche noi giovani, siamo destinati a crescere in un mondo in cui i protagonisti sono la guerra, la paura e il terrore. Il progetto per la costruzione del muro è ormai ultimato, io e la mia amica Isabella non sappiamo ancora come fermare questa pazzia… I giorni passano inesorabili, la costruzione del muro è ormai iniziata e presto saremo separate per sempre… speriamo che ci venga in mente qualcosa, o il simbolo dell’odio verrà completato… Questa mattina Isabella ha avuto un’idea molto difficile da realizzare, ma è la nostra ultima speranza: io e la mia amica ci vedremo davanti al muro questa notte (e se la pazzia continuerà anche le prossime) e distruggeremo tutto ciò che viene costruito di giorno. I nostri tentativi di distruggere il muro sono stati vani, siamo sempre più stanche e il muro viene costruito sempre più in fretta, come se non bastasse, la guerriglia non si ferma, i colpi di cannone si sentono sempre più spesso, sembra che il nostro gesto sia servito solo ad aumentare l’odio tra le popolazioni, tutti accusano tutti e la morte e la distruzione prendono il sopravvento… Valentina Marcucci III C ne più a rischio di altre, i soggetti che hanno maggior facilità a procurarsela sono quelli che hanno una minore istruzione o che non finiscono la scuola dell’obbligo. Nella fascia adulta, a maggior rischio sono quelli con problemi psichici e una debole personalità. Un errore comune che viene fatto è quello di considerare le droghe tutte uguali e più pericolose di fumo e alcool. La droga si divide in 2 fasce principali: - le droghe leggere, come hashish e marijuana - le droghe pesanti, come ad esempio l’eroina, la morfina e sostanze simili all’oppio Il modo migliore per uscire da tunnel è quello di farsi ricoverare in un istituto specializzato. Altra cosa importante da farsi è ridurre sempre di più l’utilizzo fino a smettere. Certo, la cosa migliore da fare è non entrare mai in quel tunnel buio e pieno di curve. Lorenzo Ucci III C • Il mon do i n una scuol a • GENOCIDIO IN RUANDA - 10 ANNI DOPO Dieci anni fa, nell’aprile del ’94, con l’abbattimento dell’aereo che trasportava dal Ruanda al Burundi i presidenti di questi due paesi centroafricani, aveva inizio il più grande massacro interetnico nella storia del continente nero. Tanti furono i morti nei tragici 100 giorni del genocidio delle civiltà Tutsi ed Hutu. Era la “svizzera africana”, oggi è un paese dove il 70% dei bambini soffre di malnutrizione. Alla base di tutto ciò, c’è una situazione politica poco stabile e nelle zone di confine con i paesi vicini, guerriglie spargono, purtroppo, anco- LA SCIENZA DEVE FERMARSI? Una delle maggiori preoccupazioni del mondo di oggi è quella del progresso scientifico. Ma come è possibile? Perché non sempre infatti le scoperte diventano una vittoria, un traguardo ambito, ma possono scatenare delle grosse contraddizioni e lacerazioni. In effetti la scienza è sinonimo di progresso , ma può essere anche immoralità. E’ progresso perché con l’avanzare della scienza il benessere dell’uomo si pone a livelli alti, ma è anche un pericolo perché le sue scoperte possono essere anche usate immoralmente. Questo è il caso oggi della clonazione e, nel passato, della bomba atomica. Il pericolo è proprio questo: con la scienza oggi bisogna essere particolarmente cauti perché può accadere che le scoperte possono diventare un male e possono nuocere alla collettività. L’uso, infatti , di questo continuo avanzare non è sempre giusto. La scienza allora deve fermarsi o continuare? La risposta è tutta nell’uso che se ne fa… Secondo me è giusto che la scienza continui a progredire ma con delle precauzioni: la scienza infatti deve continuare il suo cammino ma solo per favorire il benessere della umanità, deve progredire per il bene della società e non per distruggerla. La scienza deve avanzare ma senza violare i diritti dell’uomo e senza che se ne faccia un uso illegittimo o peggio ancora immorale. E’ il caso della clonazione. Certo i vantaggi ci sono, ma gli svantaggi li superano: si rischierebbe, infatti, in questo caso, di ridurre le forme viventi a sterminati eserciti di replicanti, privi di caratteri originali e di individualità. Allora se è vero che l’entusiasmo verso la scienza può essere condiviso perché apre orizzonti impensati e considerevoli vantaggi pratici, essa però deve procedere con molta cautela per evitare che vengano calpestate le più elementari norme morali. ra sangue. I bambini del Ruanda in particolare, sono stati testimoni di una feroce violenza; molti di loro hanno perso madre e padre, altri sono stati vittime di violenze sessuali e atrocità brutali. Ancora oggi, tutti noi abbiamo il dovere di promuovere il processo di riconciliazione, e fare in modo che questo non possa mai più accadere, cercando di restituire dignità a quelli che ne sono vittime, attraverso la commemorazione e alleviando le loro sofferenze Sara Di Corinto 3C Perché la droga? Il fenomeno della droga, anche se si è sviluppato con grande rapidità nell’ultimo secolo, ha radici molto lontane; già nei tempi antichi varie popolazioni conoscevano molto bene gli effetti allucinogeni di determinate erbe. L’uso che se ne faceva non era però, come oggi, di tipo “voluttuario”, ma le funzioni prevalenti della droga erano di tipo terapeutico (per vincere la fatica o i morsi della fame, come per gli antichi Indios o, attualmente, come per i Campesinos delle Ande) o di tipo rituale e quindi essa era riservata a un numero limitato di persone (stregoni, sacerdoti, guaritori) o era permessa solo in alcune situazioni (feste religiose, celebrazioni belliche). Durante il secondo conflitto mondiale, le anfetamine diventarono invece delle vere e proprie droghe di guerra, destinate ai soldati per sollevare il morale e renderli più combattivi. Solo negli anni ’70, che si giungerà ad un vero e proprio “consumo di massa” della droga. In questi anni, che segnarono l’epoca della contestazione, i giovani l’adoperavano come una risposta “alternativa” ai problemi sociali mentre, attualmente, essa contraddistingue soprattutto un comportamento “trasgressivo”. Sono state condotte molte inchieste sulle motivazioni che portarono i giovani all’assunzione di droga. Da esse risulta che la maggior parte dei ragazzi si droga perché si sente incapace di affrontare la realtà e per un senso di insicurezza (il 26%), altri perchè “sentono un vuoto interiore e un senso di inutilità” (il 19%); il 12,6% ammette di fare uso di stupefacenti “per noia e per un desiderio di nuove esperienze” e solo il 3,1% dichiara di drogarsi per esprimere una “protesta sociale”. Tutto ciò evidenzia la fragilità di base dei giovani, l’incapacità d’affrontare la realtà e l’assenza di valori a cui fare riferimento. I giovani di oggi accusano quindi, una mancanza di rapporti sinceri (amore, amicizia), di una fede religiosa e di ideali in cui credere. Sono invece secondarie le ragioni che riguardano l’insicurezza riguardante il futuro. In conclusione, tutti gli esperti sono d’accordo nel confermare l’esistenza di un legame fra le tossicodipendenze giovanili e la presenza di cause profondamente legate alla sfera dell’affettività e delle esperienze educative, ed è per questo che giocano un ruolo fondamentale, per la prevenzione alla tossicodipendenza, la famiglia e la scuola. Fini Elena III E Ostaggi in Iraq Ancora paura per i tre ostaggi in Iraq, dopo la morte di Fabrizio Quattrocchi. Il “giallo del telefonino” di Francesco Cupertino, i tentativi di chiamata su quello di Maurizio Agliana e Salvatore Stefio si sono rilevati inaffidabili, perché i telefonini potrebbero essere stati ceduti ad altri. Dopo che la televisione araba “Al Jazira” ci ha mostrato i tre ostaggi fortunatamente ancora vivi, cresce l’angoscia nelle loro famiglie e in tutti noi per il vile ricatto che hanno fatto a tutta la comunità italiana; hanno chiesto di fare entro 5 giorni una grande manifestazione pacifista (che poi si è tenuta il 1°maggio, nella capitale) per simpatizzare con questi fanatici, che non possono essere considerati né religiosi né politici. Contemporaneamente, hanno chiesto il ritiro di tutti i soldati italiani che sono in Iraq per aiutare la popolazione civile dopo la guerra. Lucani Fausta I C Bandiere di pace Un gruppo estremista iracheno ha preso in ostaggio quattro ragazzi di nazionalità italiana che si trovavano in Iraq per lavoro. Ragazzi partiti con progetti e sogni da realizzare in quella terra dilaniata dalla guerra e dalla disperazione e dove truppe italiane sono impegnate e cercano di apportare pace e libertà. Uno di loro è stato barbaramente ucciso, sono tre i ragazzi ancora in vita. Il gruppo estremista fa le sue richieste: “le truppe italiane devono lasciare l’Iraq per avere indietro gli ostaggi”. L’Italia può arrendersi di fronte a tale richiesta? Può rischiare di lasciare il paese in mano a ribelli? A nuovi Saddam?... Intanto nel nostro Paese bandiere per la pace tornano a sventolare dai balconi, si organizzano cortei, preghiere comunitarie e nella mente di tutti è stampata l’immagina trasmessa ovunque dei quattro ragazzi nelle mani degli estremisti. Crognale Alba I C Silvia Mitelli III C NORD E SUD DEL MONDO Milioni di esseri umani muoiono di fame in India, in Pakistan, in Etiopia, nelle regioni del Sahel, in altri Stati colpiti da siccità e carestie; nei paesi ricchi, invece, si gettano tonnellate di frutta, verdura, carne e pesce quotidianamente. Le cause del sottosviluppo sono tante e complesse; oltre all’indifferenza, all’avidità e al pregiudizio dei paesi ricchi, un grave ostacolo sono anche i governi dittatoriali, che per conservare il loro potere investono capitali sugli armamenti. Tutte quelle persone che vivono nei Paesi sottosviluppati non hanno libertà e se ce l’avessero, a che cosa servirebbe se si è in uno stato perenne di sottonutrizione, di malattie, di ignoranza e di umiliazione, tali da renderle simili alle bestie. Il divario immenso che c’è tra il reddito dei paesi ricchi e quello dei paesi poveri ci spaventa, poiché ci fa sapere che il reddito medio nei 20 paesi più ricchi nel mondo è pari a 30 volte quello dei 20 paesi più poveri. Questa realtà può suscitare sentimenti avversi contro l’attuale configurazione economica mondiale. Inoltre, la fame di massa, può condurre alla guerra, perciò finche ci sarà la fame nel mondo, la pace non potrà imporsi. Ed infine concluderei dicendo che per sconfiggere la fame, occorrono non solo le parole, ma anche un’effettiva volontà politica internazionale, affinché la “Carta dei diritti umani” diventi realtà. Secondo me, per aiutare i paesi poveri non bisogna solo dedicare programmi per aiutarli, ma cercare di insegnar loro le varie tecniche di coltivazione, fondare scuole, istruirli, affinché loro possano finalmente camminare da soli. Sara Di Corinto IIIC 3 • Il mon do i n una scuol a • Autoritratto Gli occhi Cinesini Che se sorridon sembran mandorle Ti parlano senza voce. Una luce spenta, la buia notte la fitta foresta ti travolge, neri come il carbone come la barba di un omone. Sempre fissi, a pensare l’impensabile Ad immaginare l’inimmaginabile Così che il nero diventa bianco Così che il forte diventa stanco. Le orecchie 4 Piste da corsa Tortuose e piene di pericoli Autostrade senza fine Labirinti senza uscita Il frastuono di una gita; un tuono esorbitante una mosca svolazzante delle scarpe col tacco in suola mille passi fuori di scuola mille passi senza meta le mie orecchie odono dalla A alla Z. Caro diario, oggi vorrei commentarti un brano tratto da un romanzo che racconta le esperienze di un soldato tedesco al fronte durante la I Guerra Mondiale. Il Titolo del romanzo è “niente di nuovo sul fronte occidentale” ed è un’accusa al fatto che la morte di soldati comuni non fa storia perché in fondo si tratta di guerra e i massacri non stati già preventivati e poiché poi quello che conta è prevalere sul nemico e non importa a nessuno i costi che questo può portare in termini di vite umane e di miseria nel popolo. Le persone che decidono, tanto, non vanno a morire al fronte, e mentre c’è guerra e c’è gente che muore anche per loro, i potenti staranno tranquillamente giocando a scacchi o sorseggiando una tazzina di thè. Perché rammaricarsi tanto per la morte di migliaia di soldati al fronte se poi potrò ottenere in cambio milioni e miliardi in monete? Basta convincere il popolo di andare verso la gloria, vittoria sicura, riconoscimenti, magari più cibo, senza dichiarargli, in verità, che si va verso morte sicura o quasi, e non importerà più a nessuno se si ha vinto o perso. La guerra non porta nulla a nessuno, infatti la povera gente dei vinti soffrirà la fame tanto quanto la povera gente dei vincitori. La guerra non sarà mai giustificata o giustificabile quando si aggredisce e si costringe alla brutale violenza dell’uomo contro uomo, alla distruzione di famiglie, città o interi stati: la guerra è il capriccio dei potenti ed il massacro degli innocenti. Caro diario, spero che tu possa capire quello che dico : non c’è guadagno o ricchezza che possa riparare la perdita di una vita umana e nessuno ha il diritto di manipolare o privarci del nostro diritto principale: il DIRITTO ALLA VITA. Mattia Polito III C “LA STORIA DI IQBAL” La storia di Iqbal di Francesco D’Amaro è un libro intenso e commovente che tratta un problema attuale e gravissimo: lo sfruttamento minorile. Il linguaggio usato dall’autore è semplice e comprensibile, ricco soprattutto di aggettivazioni ed espressioni corpose che mandano un messaggio forte e chiaro al lettore. E’ un libro che suscita forti emozioni : gioia, angoscia, paura sollievo, sia per il susseguirsi degli eventi sia per le descrizioni dei luoghi e dei personaggi che sono precise e accurate. Il personaggio che mi ha colpito di più è stata Fatima, una ragazza anche lei come Iqbal, sottratta dalla sua famiglia e costretta a lavorare come schiava . Questa ragazza, cresciuta troppo in fretta, con dolori fisici e morali, non perde la speranza di poter vedere un pesco in fiore dietro la sua finestra, piccola ed irragiungibile. Fatima aspetta Iqbal come si aspetta un raggio di sole in una giornata d’inverno. Ecco Iqbal arriva come una chiave che apre le catene, come la libertà negata. Infatti Iqbal portala libertà ma la paga con la sua stessa vita. Al giorno d’oggi sarebbe un eroe: tutti siamo eroi! Persino un pazzo che viene ucciso per legittima difesa è un eroe! Che società è la nostra tutti pronti a manifestare per una foca uccisa e nessuno manifesta per una realtà a noi vicina , dove milioni di bambini vengono sfruttati. Iqbal sì, e davanti ad una piazza denuncia il suo padrone: Assein Kan . E pensare che Iqbal era il più abile tessitore del suo gruppo . Infatti a lui era stato assegnato il compito più difficile: un tappeto prezioso, di colore turchese, con disegni geometrici complicati. Iqbal dopo aver lavorato tanto trovò il coraggio di sfilacciare filo per filo il suo lavoro. Ne paga le conseguenze ma non si arrende. Lui rivuole la dignità perduta, vuole la libertà per lui e per gli altri. Il racconto è narrato dalla piccola Fatima amica e “sorella” di Iqbal. Lei, ormai donna, ricorda ancora nei minuziosi dettagli quei giorni di cinque anni fa , passati in Pakistan. Lei , che poteva solo vedere il pesco in fiore da una finestra , ora finalmente libera, può capirne l’esistenza. Tutto questo grazie ad Iqbal che, pur non essendoci più vivrà per sempre nella sua memoria perché la memoria è vita e senza di essa non si può vivere. Come ho scritto prima il libro è bellissimo, pieno di emozioni, ci fa capire soprattutto quanta abbondanza abbiamo noi , giovani di oggi sempre più insoddisfatti e irriconoscenti nei confronti della vita. Per quanto mi riguarda il messaggio dato dall’autore è stato recepito! Benedetta Jannamico III E Un mondo di fiabe, favole e miti. Il naso Rubinetto che perde acqua tubo idrico col raffreddore con il naso capto ogni odore piccolo e all’insù come la rampa di lancio di uno sciatore. Grotta oscura penetrabile Solo dal dito di una mano abile. La bocca Paroliere magico infinito Rosa rossa appena sbocciata Come la bocca di una neonata Meta di molteplici turisti Come baci e cibi misti Banchetto nuziale Macchina tritatutto molto speciale Piccolo forno che non cuoce Piccolo frigorifero che non gela Ma cosa fa la mia bocca in realtà? Mangia, mangia a volontà. Flavia Bucci 3 F UN PREFISSO C’era una volta un paese che si chiamava Prefisso. Tutte le persone che vivevano lì erano strane: c’erano i Bis-Bambini (copie di bambini o bambine), UltraGenitori (che erano dei supereroi), Mini-Nonni (che erano bassissimi) ecc.. I bambini che andavano a scuola avevano un occorrente speciale : la spunta matita (per far ricrescere le matite), la bis-gomma ( che cancellava da un lato e disegnava dall’altro), la bis-penna (che scriveva a doppio), in-matita (che al- l’esterno erano tubelli e all’interno matite). In questo paese c’era un Semi-Fantasma (che davanti era un fantasma, dietro era un uomo). La leggenda racconta che questo Semi-Fantasma girava il mondo in cerca di una abitazione e quando arrivò su Prefisso, fu accolto a braccia aperta dagli abitanti, perché era uguale a loro, cioè… DIVERSO.!!! Ida Laura Di Nenno I F IL REGNO DI GIOCONIA Molto tempo fa nel regno di Gioconda c’erano cinque sovrani che giocavano, non con i giochi ma con le armi. Giocone I era il più bravo degli artificieri e, un bel giorno, fece saltare in aria il suo castello con dentro lui e altre duecento persone. Giocone II era un esperto cecchino; gli piaceva molto stare affacciato alla finestra e, con il suo bel fucile di precisione faceva fuori tutti gli altri del suo regno; ma un brutto giorno si suicidò. Giocone III era un grande fuochista. Andava in giro per le vie del suo regno bruciando tutti quanti con il lanciafiamme. A Giocone IV piaceva andare in giro con un carroarmato, e sparava a tutto ciò che gli capitava a tiro. Un giorno saltò in aria su una mira anticarro. Giocone V, infine, non potè fare più niente perché i suoi predecessori avevano sterminato tutta la popolazione del regno. Lui fu l’unico a morire di vecchiaia. Emanuele Melchiorre I E • Il mon do i n una scuol a • LA SHOA NON E’ MORTA Quando la musica diventa poesia La poesia “ Se questo è un uomo“ di Primo Levi mi fa riflettere su come sia possibile uccidere un uomo non solo fisicamente: infatti un uomo che lotta per mezzo pane non è da considerarsi uomo perché ha perso la sua dignità di essere umano e morire per un sì o per un no non è vivere ma significa perdere tutto , perché non riuscire a difendere la propria dignità è peggio che morire. In quegli anni infatti non morirono solo i 6 milioni di uomini ebrei, morì l’UOMO in generale, soffocato dalla pressa della svastica sui popoli israeliti. L’uomo infatti è stato ucciso perché prima di lui è morta la sua dignità . Forse è anche questo il motivo che spinse Levi ad uccidersi: perché umiliato e senza dignità si scoprì inutile e volle scomparire nel nulla. Credo inoltre che sia stato assalito dall’angoscia perché testimone inerme del massacro dei suoi compagni con le loro mogli e i loro bambini. Forse qualcuno ha avuto la fortuna di tornare in Italia ma sotto forma di cenere e, volando, posarsi sopra un soffice manto di neve come zucchero filato: finalmente a casa! Ma la shoa non è morta, si vede ogni giorno nei paesi sconvolti dalla guerra, nei paesi del sud del mondo dove ancora oggi l’aquila del capitalismo o di qualche dittatura miete le sue vittime, si vede quando si fanno strage di civili in nome ancora di ideologie che non tengono conto del valore della vita umana. La shoa non si ferma da sola :dobbiamo combatterla ora che siamo in tempo perché NON DIMENTICARE IL PASSATO NON E’ UNA BUONA RAGIONE PER NON VEDERE IL PRESENTE. (Laboratorio di scrittura creativa: dal linguaggio musicale a quello verbale) “Solo ieri” Ieri, quando li chiamavo. Si giravano, poi Mi sono sfuggiti e Il fuoco ch’era dentro di me S’è spento. Forse sono stata sfuggente E loro mi sono sfuggiti. Ma davanti a me c’è un futuro da costruire. E domani, pensando ad oggi, dirò, era solo ieri ma “loro” rimarranno nel mio cuore e, quando il mio ricordo li sfiorerà, risorgerà il sole e il fuoco in me. Non ho mai pensato che il tempo per loro fosse così breve. Ma io andrò avanti, crescerò dentro e fuori di me. Ludovica Zulli I B “NON ME LO SO SPIEGARE” Quando un amore finisce tutto intorno a noi sembra spegnersi, si perde la voglia di andare avanti , ci si muove come al rallentatore, anche il tempo sembra fermarsi. Se però si ha voglia di ricominciare la vita continua ad andare avanti con un ritmo sempre più incalzante quasi come se si avesse fretta di lasciare alle spalle il passato e di pensare al futuro. Di Camillo Martina I B “A PUGNI COL MONDO” Ciao a tutti quei ragazzi che mi leggeranno e cercheranno di capire i miei pensieri sulla vita. Vorrei dirvi che la vita non è da vivere superficialmente , ma intensamente perché non è solo “tempo che scorre” . La vita è come un gioco a scacchi: prima o poi si perde e non si riuscirà più a riprendere il gioco. La vita spesso è vissuta con incoscienza perché non si pensa a ciò che accadrà domani. La mia vita la penso, mi chiedo spesso che cosa sia, la prendo seriamente e sulla vita scrivo: La vita è dolcezza La vita è allegra La vita è piacere di vivere: Ma la vita è anche malvagità Ma la vita è anche violenza Ma la vita è anche ignoranza. La vita è come un libro da scrivere. Il mondo di oggi! Che brutto mondo, non solo non c’è amore ma predomina l’odio tra le varie nazioni. Di certo quando da piccola mi raccontavano le fiabe, pensavo che il mondo fosse simile ad esse. Oggi, invece, ho capito che i due mondi non sono nemmeno paragonabili e so che non posso più credere alle fiabe, perché io faccio a pugni con il mondo. I ragazzi di oggi sono le solite vittime di guerre, violenze, maltrattamenti; però ci sono anche ragazzi che hanno tutto, anzi troppo e non si accontentano mai, vogliono sempre di più e non capiscono che c’è gente che, per soddisfare le loro pretese e quelle dei figli, si sacrificano lavorando tantissimo e, a volte, giungendo a compromessi. Io non voglio seguire questa strada, ma voglio ascoltare quello che mi dice il cuore. E poi, se avrò il disprezzo della società, non me ne importerà nulla, perché io comincerò dal fondo; e quando sarò grande, allora capirò che si può credere alle fiabe, anche se faccio a pugni con il mondo. Marilena Bomba I G Angelucci Federica I B Elio Piccinini III C UNA RIFLESSIONE SULLA VITA “TU CORRI” Una persona cerca a tutti i costi di raggiungere uno scopo senza badare agli altri che la contestano e ridono alle sue spalle. Deve affrontare la vita come se affrontasse una partita di pallone e vincere a tutti i costi, non per prendere soldi o far felice il mister, ma per essere un personaggio nella storia del calcio. Così è nella vita, tu devi raggiungere uno scopo solo per essere fiero di te stesso, perché nella vita non puoi continuare a vivere lasciando tutto al destino ; la vita è piena di ostacoli e se non li superi, stai certo che cadrai. Quando corri verso la porta per fare goal, pensi che se sbaglierai tutti ti biasimeranno, ma tu continua a correre, perché farai goal e tutti capiranno che non sei solo bravo a giocare, ma anche a vincere. Nella vita devi raggiungere uno scopo e dimostrare a te stesso e agli altri che sei capace di vincere il destino. Federica Di Crisci I B “In the shadows” Da lontano si ode un rombo di tuono. E scrutando il cielo un cambiamento si scorge. Dapprima lieve, dopo sempre più intenso, che avvolge pian piano il paesaggio. Chiareggia per poco ancora la limpida e candida acqua del mare, illuminata dagli ultimi raggi morenti. Potrà lo svolgersi degli eventi portar dolore ai miei diletti? Allora corro per avvisarli: ma di cosa? Nell’animo mio ha nidificato la tristezza. E ormai di gioia non c’è più la certezza. Allora guardo il mare mio adorato, che unico nei suoi orizzonti potrà aprir il mio cuore a nuova gioia. Taisia Ucci I B RICORDIAMO IL PASSATO PER COSTRUIRE IL FUTURO Dai mass-media non sentiamo che notizie di guerra, di terrorismo, di violenza. Queste tragiche realtà ci spingono a riflettere sull’insensatezza di ogni integralismo e fondamentalismo religioso, che nella storia hanno generato avvenimenti terribili come i campi di concentramento e stermini di interi popoli. Rileggere “se questo è un uomo” di Primo Levi può essere un valido aiuto per costruire una nuova civiltà. Nel gennaio del 1944, dalla stazione di Carpi, vicino Modena, parte il treno che conduce Primo Levi insiemi a tanti uomini, donne e bambine nel campo di concentramento di Auschwitz. Giunti a destinazione i deportati a poco a poco fanno conoscenza con il meccanismo inferna- le dei Lager, il rituale sprezzante dell’ingresso, la riduzione di un uomo alla nullità di un numero, la vita nelle baracche, le periodiche selezioni dei più deboli mandati alle camere a gas… “Se questo è un uomo” narra le vicende vissute dall’autore e le storie dei deportati che hanno dovuto soccombere alla violenza dei lager, e dei “salvati”, che con i propri mezzi sono riusciti a vivere in quell’atroce inferno. Primo Levi testimone-narratore, resiste. Nel libro descrive l’atrocità di un sistema costruito allo scopo di degradare l’uomo, costringendolo a vivere in una condizione disumana, infrangendo ogni legame affettivo, ogni memoria, ogni speranza. Egli ci mostra come l’uomo ridotto a cosa, perde ogni dignità, ogni coscienza di sé… ma nonostante ciò l’autore racconta anche come in un tale abisso di sopraffazione si possa mantenere una scintilla di umanità: la consapevolezza di essere uomo attraverso il contatto con pochi altri ancora capaci di sentirsi solidali… Questa storia non deve essere dimenticata perché quanto è narrato in questo libro non si ripeta mai più. Luca Giammichele II C ADOLESCENTI E MASCHERE Gli adolescenti indossano maschere, perché desiderano nascondere come sono e anche per attirare l’amore e l’attenzione dei genitori. Esistono vari tipi di maschere: di marmo, del buldozer, della faccia di cera, di bronzo, della felicità, del cocco di mamma… L’adolescenza è un periodo critico in cui ci sono trasformazioni fisiche che provocano insicurezze. I ragazzi in questo periodo seguono le mode. Il sabato sera gli adolescenti vanno alla ricerca di svago e di evasione da una settimana di studio o da un rapporto conflittuale con i genitori. Cercano nella discoteca la risposta ai loro problemi ma possono trovare alcool, droga, esperienze sessuali brevi. Bisogna collocare i valori al posto giusto: al primo posto la solidarietà, l’amicizia, la pace, al 2° posto il loock, il successo, i soldi, la cura del proprio corpo, i divertimenti. Durante l’adolescenza i ragazzi chiedono ascolto, attenzione, non accettano esclusioni ma soprattutto vogliono amore. La scuola e la famiglia cosa fanno? Spesso escludono, giudicano, fanno confronti, ma soprattutto non amano. Un grande umanista olandese, Erasmo da Rotterdam ha scritto una frase molto importante: “l’amore reciproco tra chi insegna e chi apprende è il primo gradino della conoscenza”. Consilvio Donatina IIIG 5 • Il mon do i n una scuol a • Abruzzo forte, gentile e tradizionale… Una delle regioni italiane che conserva molte architetture naturali è l’Abruzzo. In questa regione si possono ammirare molti tipi di paesaggio:quello montano quello fluviale, quello lacustre, ma molto invidiato è il paesaggio costiero. Esso è meta di un numero sempre in crescita di turisti. Molto frequentate sono le coste di San Vito Chietino dove si può ammirare il “trabocco di Cala S. Nicola “, il “trabocco di Punta di Mucchiola” di Ortona, il “trabocco di Punta Cavalluccio” di Rocca S. Giovanni e il RICORDI …. 6 Sono tanti ormai gli anni trascorsi da quando, ragazzino appena dodicenne accompagnavo mio padre al trabocco e mi adoperavo molto nel tentativo di essergli d’aiuto in tutte quelle manovre necessarie per tirare su le reti. Mi sembra di avere ancora nelle narici quell’odore intenso di salsedine misto al sudore della fatica degli uomini. Questi sono ricordi ormai lontani, ma sempre tanto vivi nel mio cuore. Non ho seguito le orme di mio padre , di mio nonno e dei suoi avi , ho realizzato io sogno di un futuro migliore: sono un professionista, ho un lavoro”pulito” e le mie mani non si sporcano di grasso, come quelle di mio padre quando sul trabocco girava con movimenti sicuri l’argano, per ritirare la grande rete quadrata colma di pesci. Amavo molto seguirlo sul trabocco, strana ma meravigliosa “macchina da pesca”. Mi piaceva quell’enorme palafitta sull’acqua fatta di travi di legno con tutti quei pali simili a lunghe antenne e le grosse funi che, scorrendo nelle carrucole, emettevano uno strano sibilo. C’era sempre un gran da fare sulla piattaforma, specialmente quando, ritirata su la grande rete, e adagiata sul tavolato, tutti i pesci guizzavano freneticamente, forse nel disperato tentativo di raggiungere nuovamente il mare. A fine novembre inizio dicembre pescavano i capitoni e le anguille, invece nei mesi di Aprile, Maggio e Giugno avveniva la pesca del novellame di pesce azzurro e pesce riso. A volte era talmente abbondante che le donne della famiglia facevano il giro delle masserie con dei tini ricolmi sul capo , a barattare il pesce con il pane, la farina, i fagioli…Ricordo gli effluvi del buon pesce fritto che si espandevano per le campagne. Il pesce era spesso per noi l’unico alimento , specialmente nelle annate difficili. Il novellame veniva in parte steso su stuoie a seccare per i mesi invernali. I polipi e le seppie venivano stesi al sole e dal vento, come vele,infilzate con listelli di canna. Mi piaceva guardare il mare dal trabocco, mi sentivo capitano di un vascello e ricordavo le parole di mio nonno, che parlando degli avi era solito ripetere nel suo dialetto : “Semme minute dalla frange dentre a na’ botte”! ad indicare l’imbarcazione con la quale, tantissimi anni prima essi avevano raggiunto la costa, provenienti da territori d’oltre Alpe , profughi in cerca di un luogo ospitale dove potersi finalmente fermare. De Angelis Federica II B “trabocco di Punta Vignola” di Vasto. Stupendi sono i tramonti che si possono ammirare in spiaggia, infatti sono stati sempre fonti di ispirazione per vari poeti e scrittori tra cui il più celebre Gabriele D’Annunzio. Durante l’estate, lungo queste coste si organizzano molte manifestazioni da divertimento o di tipo musicale che sono in grado di aumentare, anche se per solo la durata della manifestazioni, il numero dei turisti. Famosi sono anche i mercatini d’antiquariato lungo le spiagge che si svolgono soprattutto di sera in modo da trattenere i vacanzieri. Innumerevoli sono anche i ristoranti sulla costa che sono specializzati nella cucina marittima che sono molto famosi grazie ai loro piatti prelibati. Unico per il suo genere però è anche il paesaggio montano, anch’esso di rilevante importanza turistica. Le mete più frequentate sono gli immensi spettacoli della Majella e del Gran Sasso dove si possono ammirare le grotte pastorali, testimonianze dell’antica tradizione della transumanza abruzzese. Infatti la Majella è la montagna che più di ogni altra in Abruzzo ha ospitato nei suoi salti di roccia e nelle sue cavità carbonari, eremiti e pastori. Sono molti i paesi insidiati vicino a questi spettacoli come Pescocostanzo, Lama dei Peligni, Fara s. Martino, Bucchianico, ecc… Sono anche molto conosciute le varie tradizioni alimentari e religiose che vi sono in questi luoghi. Molto conosciuto è il piatto chiamato “sagnette e fagioli”, il piatto tradizionale abruzzese, ma sono anche molto importanti le manifestazioni religiose come quella di Cucullo dove si tiene la “festa dei serpari” dedicata a S. Domenico. Oggi sono molte le istituzioni che si curano di queste tradizioni e luoghi e soprattutto noi abruzzesi abbiamo il dovere di rispettare e conservare ciò che ci appartiene. Cristina Castello, Giulia Castrignanò IIIC ANIMALI SEMPRE PIU’ IN PERICOLO… Oggigiorno molte sono le persone che maltrattano gli animali in un modo o nell’altro. Per me, non esiste alcun motivo valido che possa giustificare queste azioni visto che gli animali sono esseri viventi e quindi devono essere rispettati. Gli animali vengono sfruttati in diversi modi: al circo, dove vengono usati come mezzo per divertire le persone negandogli ogni tipo di libertà, durante i combattimenti clandestini, soprattutto tra cani, dove loro spesso rischiano di perdere la vita basata solo sulla violenza. Negli allevamenti intensivi dove vengono sottoposti ad allevamenti spesso sbagliati. Ne è un esempio la mucca pazza che a causa dei mangimi animali di cui erano nutriti, ha portato solo alla morte di alcuni di essi e ha provocato danni persino a noi. Spesso gli animali vengono sfruttati anche come cavie da laboratorio fino ad arrivare ai maltrattamenti che avvengono tea le mura di casa. Secondo queste persone lo sfruttamento di animali è giustificato perché esseri inferiori all’uomo, privi di sentimenti. Altri sono spinti da motivi economici come per l’allevamento intensivo, oppure per la sicurezza dell’uomo nel caso delle cavie da laboratorio. Eppure nessuno di questi motivi è valido per giustificare tutte le sofferenze che gli animali devono subire, perché l’uomo non può guadagnare a spese di altri esseri viventi che hanno diritto alla libertà e alla vita. Chiara Colaizzi 3 C LA NATURA ISPIRA RACCONTI… IL TRABOCCANTE E IL SUO AMICO, IL MARE Un altro giorno era cominciato. Era trascorsa, ormai una settimana, da quando ci eravamo trasferiti lungo le coste abruzzesi. Era stato un viaggio emozionante e divertente in quanto compiuto con un “vascello” fin dalla Francia. Appena arrivammo, prendemmo dimora in una grande grotta naturale e, i nostri genitori, costruirono delle capanne al suo imbocco, a pochissimi metri dal mare. Il mare mi ha sempre affascinato soprattutto perché, né io, né la mia famiglia, sapevamo nuotare. Così, mentre i nostri genitori erano impegnati a procurare il cibo, io e i miei cugini ci divertivamo a sporgerci dagli scogli fino a toccare l’acqua. Visto che nessuno sapeva nuotare, i nostri genitori, per pescare gettavano delle passerelle e dei ponti per portarsi avanti sul mare e, al momento in cui erano distratti, ne approfittavamo per provarci anche noi. Le prede erano abbondantissime. Purtroppo però l’estate stava finendo e il mare non era più caldo e limpido così la pesca diventava sempre più difficile e pericolosa. “Dobbiamo trovare un modo per pescare anche in acque torbide ed agitate – disse mio padre- altrimenti non sopravviveremo. “ “Potremmo provare – intervenne zio, abile artigiano- a gettare in acqua delle reti e a legare le estremità di esse a dei pali di legno che fisseremo nelle passerelle.” “ L’idea è buona, non ci resta che provare”. E così ci mettemmo all’opera :noi bambini aiutavamo a mantenere i pali mentre gli adulti legavano e montavano i pali tra loro. Dopo molte ore di lavoro, finalmente terminarono: era venuta fuori una grande struttura alla quale diedero il nome di “trabocco” , per via del materiale con cui era costruita. I nostri genitori erano molto soddisfatti e noi molto eccitati : il giorno dopo, ci saremo alzati all’alba, mentre i grandi ancora dormivano e, di nascosto, ci saremo arrampicati sul trabocco. Tutto era organizzato alla perfezione, così andammo a dormire tranquilli. Il giorno seguente ci alzammo prestissimo e, senza far rumore, arrivammo al trabocco. Vi salimmo e scendemmo, quando, ad un certo punto, con un grande baccano, un’asse di legno , sulla quale si dondolava mio cugino, si slegò e cadde in acqua. I nostri genitori, svegliati dal tanto rumore, accorsero subito. Appena videro il bambino in acqua, iniziarono ad urlare. Avevamo tanta paura, ma nessuno osava tuffarsi in acqua dato che non sapevamo nuotare. Così io, quasi istintivamente, mi tuffai in acqua, tra il grande stupore di tutti, e, nuotando, arrivai a mio cugino e lo riportai vicino al trabocco. A quel punto , i grandi ci tirarono fuori. Per fortuna era salvo ed io ero molto orgoglioso del mio gesto. Da quel momento “amai “il mare che diventò uno dei miei più grandi “amici”. Quando ero triste e non avevo voglia di parlare con nessuno, correvo da lui che mi rasserenava cullandomi tra le sue onde. Fioretti Elisabetta II B • Il mon do i n una scuol a • I BLUE data di nascita: 2001 - luogo di nascita: Londra FEAR OF THE DARK Anno: 1992 Componenti: chitarre: Janick Jers/Dave Murray, batteria: Nicko Mcbrain, basso: Steve Harris, voce: Bruce Dickinson Casa discografica: EMI Genere: Progressive Metal Durata: 58.37 I blue sono quattro ragazzi londinesi e tutti insieme hanno formato un gruppo vocale,che,nel giro di un anno diventano un fenomeno vero e proprio. Ma la storia dei blue ha inizio nel 2000,quando Duncan e Anthony coinvolgono nel loro progetto Lee sentito in un audizione e il suo coinquilino ovvero Simon; i 4 capiscono fin dall’inizio di avere qualcosa di speciale in comune e la Innocent Records si mette subito in contatto con quelli che sarebbero stati idoli di migliaia di ragazze. Per la registrazione del disco vengono ingaggiati produttori di prima classe come Stargate Ray Ruffin. All Rise pur non inventando qualcosa di diverso è un disco brillante pop/r’n’b:il suono è quello giusto e verrà predestinato a divenire un successo sfolgorante e finalmente nel periodo natalizio il mercato fa esplodere il fenomeno Blue. Fear of the dark non è un album normale in quanto, oltre ad essere un gran disco, rappresenta un punto fondamentale della storia degli Iron Maiden; una delle band più grande di tutti i tempi nell’ambito dell’Heavy Metal classico. Quando si giunge ad un crocevia importante, come questo ( ultimo album di Bruce che con il suo addio, momentaneo, sancirà la crisi vera del gruppo ), la cosa fondamentale da fare è guardare indietro e ripercorrere brevemente la loro storia. I Maiden con il loro omonimo debut album al tritolo nel 1980 sconvolsero il mondo dell’Heavy. Non lasciarono il tempo ai fan di assaporare in fondo quel disco che l’anno successivo uscì Killers, tanto per ribadire che il debutto non era stato frutto del caso. Nel 1982 gli Iron raggiunsero l’apice: riuscirono con facilità disarmante a cambiare Paul Di anno ( il cambio di vocalist è sempre un passo molto delicato e Blaze Bailey insegna ) con un altro singer incredibile Bruce Dickinson e a dare alla luce un lavoro fantastico che risponde al nome di The number of the beast. Ed è da questo punto che i Maiden stupirono; tutte le band raggiunto il successo globale si sarebbero lasciate andare ma gli Iron con il poker Piece of mind, Powerslave, Somewhere in time e Seventh son of a seventh son diventarono, giustamente, immortali e sinonimo di garanzia assoluta. Pur non discostandosi mai dall’Heavy più puro, riuscirono a non risultare mai banali proponendo sempre una sfaccettatura diversa del loro sound sempre e comunque potente e maledettamente metallico. Bisogna aspettare il 1990 e l’uscita di Adrian Smith ( chitarra ), con relativo innesto di Janick Gers al suo posto, per intravedere una crepa nella discografia dei Maiden ( No Sara Di Corinto, Monica Colacioppo, Ilenia Di Giuseppantonio 3C prayer for dying ). Nel 1992 arrivò l’attesissimo Fear of the dark che aveva il compito di togliere le perplessità nate dal lavoro precedente. Fear è un grande album che, come sound, non è meno dei primi sette lavori della “vergine di ferro”. Ad aprire le danze ci pensa Be quick or be dead, opener davvero potente dove la voce di Bruce graffiante e penetrante ci dà il benvenuto. I ritmi dettati dal batterista e dal bassista sono veloci e non lasciano scampo così come il muro metallico eretto dal duo chitarrista Gers / Murray ( molto migliorati rispetto a No prayer for dying ). In From here to eternity il tempo diminuisce restando comunque accattivante. Le strofe scorrono senza forzature per sfociare nel coro ben cantato dalle backing voclas che sembra essere fatto apposta, nel break centrale in particolare, per la sede live. Afraid to shoot strangers è un capolavoro che si può dividere in due parti. Nella prima un impercettibile, quanto grandioso, lavoro di basso, batteria e chitarra accompagna la voce di Bruce Dickinson ; nella seconda la traccia si anima con assoli melodici e lenti e altri, nel cambio di ritmo, più veloci e taglienti. Con Fear is the key si percorrono atmosfere strane, il ritmo è molto cadenzato, l’ugola di Dickinson riesce a distendersi mentre assoli e riff particolari si imprimono a fuoco nella mente dell’ascoltatore. Childhood’s end dopo un breve intro di chitarra comincia mettendo in evidenza il basso martellante di Harris che detta un tempo trascinante ben seguito da assoli melodici e veloci che arriscono questo pezzo piacevole, ma non eccezionale. Di ben altra fattura Wasting love, song struggente grazie alla prova maiuscola di Bruce La musica e le donne L’emancipazione femminile sembra procedere più speditamente nel mondo della musica che altrove. Non stupisce perciò, che buona parte degli album più ascoltati e apprezzati del momento siano firmati da donne. Elisa , per esempio, l’eclettica friulana ha vinto la sua battaglia: conquistarsi un posto al sole dei mercati senza dovere rinunciare alle proprie idee. Dopo Sanremo tutti l’imploravano d’insistere sull’italiano, ma, lei ha tenuto duro con il suo inglese. Oltre a un talento naturale fuori dal comune, Elisa ha avuto la fortuna di incontrare persone che si sono fidate di lei e ci ha messo la testardaggine e la fede in se stessa e nel proprio lavoro. Certo la bellezza resta, nella maggioranza dei casi, è un ingrediente tutt’altro che marginale, ma molto meno che in passato. Un’altra artista sull’onda del suc- Nel Marzo dell’anno successivo cominciano a raccogliere frutti consistenti; a Ottobre la volta del nuovo materiale “One love” che si piazza alla numero tre delle chart inglesi. Ma è la cover di Elton John “Sorry Seems to Be The Hardest Word” a lanciarli definitivamente sul mercato e a far parlare di loro come “i nuovi Take That”. Nel 2003 viene loro consegnato il prestigiosissimo Brit Award come BEST POP ACT. Sull’onda dell’incredibile successo ottenuto le ragazzine anche fuori dagli stretti confini britannici vanno in delirio quando i Blue sono nei paragi. Duncan,Lee,Anthony e Simon a far tris con Guilty il nuovo LP che prende il titolo dal primo singolo da esso tratto. Si può dire che per la loro giovane età si possono sentire soddisfatti del loro lavoro. cesso è la newyorkese Alicia Keys con il suo acclamatissimo album “The diary of Alicia Keys” La sua notorietà ha le sue motivazioni primarie nella genuinità che riesce a veicolare con le sue canzoni. Anche l’ormai lanciatissima Norah Jones con il suo “Sunrise” conferma una formula elegante ed espressiva lontano anni luce dal pop patinato. Il nuovo mercato contemporaneo della musica,sembra prediligere la credibilità e la profondità al sensazionalismo. Perfino nelle giovanissime, come la sedicenne Joss Stone nel sorprendente album “The soul session” ruggisce un ritmo blues e soul. Potremmo continuare parlando di tantissime altre artiste sull’ onda del successo, per non dire di tutte le altre che guidano o comunque sono parti essenziali di band maschili. Lorenza Spoltore, Chiara Nanni, Carlotta Ucci 2E che emoziona sia nelle tristi strofe che nel chorus dove mette in mostra la sua non comune estensione vocale. Grandioso il cambio di ritmo che con solos guitar sporchi e metallici rende la track davvero stupenda. The fugitive è trascinante e rende alla grande l’idea di una fuga pazza verso la libertà grazie ad un superbo lavoro di riffing delle due chitarre gemelle, sempre in primo piano. Con chains of misery il sound rimane molto Heavy. Il chorus, seppur breve, è veramente riuscito per la semplicità e immediatezza. Segue The apparition dove la voce di Dickinson prosegue a strappi, quasi rabbiosi, seguendo il ritmo cadenzato dettato dal duo McBrain / Harris e sostenuto da potenti riff. Judas be my guide è una song dalla struttura semplice e dall’altissimo potenziale commerciale grazie alle melodie curatissime e al coro studiato che però viene ripetuto un po’ troppe volte. Weekend warrior piace per l’improvvisa e riuscita alternanza tra un sound leggero ( arpeggio ) e un altro decisamente più Heavy ( riff ). Canzone non fondamentale ma indubbiamente di piacevole ascolto. A chiudere il disco ci pensa la storica title track; semplicemente stupenda. Un leggero lavoro di chitarra introduce la prima storica strofa appena sussurrata da Bruce. Poi comincia lo spettacolo con l’entrata violenta di basso, batteria e guitars che rendono il brano potente e coinvolgente. Le strofe volano e quasi non si staccano dal coro. A rendere la song immortale ci pensa il break centrale dotato di un assolo da brivido, maledettamente lungo e metallico. Luca Basilischi IIIC Avril Lavigne Avril Lavigne è sempre stata una ragazza determinata e appassionata per la musica. Nata il 27-09-1984 a Napanee nell’Ontario grande stato del Canada, ha iniziato a cantare a soli pochi anni ;aveva circa 6 o 7 anni quando è entrata nel coro gospel della chiesa. Verso i 12 anni Avril ha cominciato a comporre canzoni accompagnandosi con la chitarra di suo padre e da allora non ha mai smesso. Parlando del suo primo album “Let go” che ha ricevuto una pioggia di premi è stato un lavoro assai duro per la giovane cantautrice canadese; molti dei produttori che incontrava volevano che cantasse consoni “già confezionati” (termine espresso da Avril che vuole indicare con esso canzoni scritte da altri) ma lei senza pensarci su due piedi abbracciò la sua chitarra e cantò le sue canzoni. Aveva solo 16 anni e tutti pensavano fosse immatura. L’album “let go” è definito dalla cantante come un album gioviale e allegro, le hit più belle sono sicuramente “complicated” canzone debutto della cantante, “losing grip”dove Avril sfodera la sua rabbia per un amore perduto “skater boy” in cui la canadese racconta la storia di una ragazza che rifiuta l’amore di uno skater boy perché appartiene ad un diverso ramo sociale; anni più tardi il ragazzo diventa famoso come musicista e la ragazza si pente della sua scelta. Traeranno, inoltre un film su questa canzone dove forse Avril apparirà sulla pellicola. Un altra grande canzone di questo album è “I’m with you” dove Avril appare dolce e romantica ed infine sono da ricordare le hit “Nobody’s fool” e “My world”. Dopo questo appassionatissimo album è uscito il DVD “My world” dove si vede il talento della cantante. Insieme ad esso è uscito anche un CD con 6 canzoni 5 sono cantati dal vivo e 1 no. Ormai siamo quasi agli sgoccioli del nuovo album che sarà in vendita in tutti negozi di dischi il 21 maggio. Ed ora la nostra Avril svolge il lavoro che ha sempre desiderato fare, non ha voluto rinunciare e ha affrontato ogni difficoltà che le appariva davanti. Roberta Nasuti e Fantozzi Lucia3^ c 7 • Il mon do i n una scuol a • Projet journal LE RACISME 8 Avec le terme “racisme” on entend les théories élaborées pendant le XIX siècle et la première moitié du XX siècle qui établissent la supériorité biologique et intellectuelle d’une race humaine par rapport aux autres. En réalité, les manifestations de racisme sont vieilles comme l’homme et on pourrait citer beaucoup d’exemples qui font partie de l’histoire. De tout façon, la supériorité d’une race sur l’autre avait toujours le même but: justifier une conquête ou un pouvoir imposé avec force; il s’agit de légitimer par une conception idéologique une situation d’exploitation et une position de pouvoir. Ces formes de racisme, toutefois, n’avaient pas une précise élaboration théorique et elle ne tentaient jamais de s’appujer sur des argumentations rationnelles. Les tentatives des pseudosavants de démontrer l’existence de races inférieures et supérieures n’avaient aucun fondement. En somme, il est bien vrai que les hommes sont différents pour leurs aspects physiques, mais les éléments qu’ils ont en commun sont bien plus nombreux. Les progrès les plus récents de la génétique ont définitivement démontré l’inconsistence de toutes les théories sur la supériorité biologique des « Blancs » à l’égard des « Noirs ». En fait, la couleur de la peau comme d’autres traits physiques sont le produit d’une série de très lents adaptations aux conditions climatiques des différents pays. Si on se réfère à une supériorité culturelle présumée, la culture d’un peuple dépend de facteurs externes parce que c’est le milieu qui stimule certaines réponses qui définissent une civilisation. Ce sont les chinois qui ont inventé la boussole, la presse, etc… et Marx, Freud et Einstein étaient des Juifs. Pour combattre le racisme, en outre, il ne faut pas oublier l’histoire parce qu’une société qui perd « le fil de la mémoire » perd aussi la conscience de soi même et elle se retrouve à répéter des erreurs très tragiques. Ainsi, les intellectuels peuvent exercer leur important devoir c’est à dire celui de faire comprendre aux jeunes que les individus sont tous égaux meme si les religions, les cultures, la couleur de la peau sont différentes. Silvia Mitelli 3C Salut! Je m’appelle Andrea. Dans cet article je vous parlez de mon expérience pendant la réalisation du projet journal. Avant, je ne lisais jamais le journal mais maintenant je lis le journal tous les jours parce qu’ après le projet, j’ai compris le vrai sens du “journal”. Le journal pour moi est un moyen pour nous informer sur tous les évènements qui se déroulent dans le monde entier, en outre le journal nous aide à réfléchir et ainsi nous pouvons exprimer nos opinions et nos idées avec nos parents, nos amis et à l’ecole. Avec ce projet, j’ai appris à raissoner et je me suis rendu compte qu’il n’est pas très facile d’élaborer un journal parce qu’ il y a des règles très précises à respecter. Je peux vous assurer que c’est une expérience stimulante et sympa. Je conseille à tous de parteciper dans le futur à un «projet journal », c’est super ! C’est aussi une manière différente de faire cours à l’école. Et vous, qu’est-ce que vous en pensez ? BONNE FIN D’ANNEE SCOLAIRE A TOUS ! ! ! Andrea Rapino 3C The red fox The red fox lives in woods and in cultivated areas. It has a large head and a pointed snout. Its eyes are oblique, its ears are black, pointed at the upper parts and large at the lower part. Its cheeks and lips are white-coloured. Its paws are black. Its body is very thin and it is covered with a red coat. Its tail is brown, as its body too. It eats little animals, among which mammals, birds, reptiles, and it is fond of honey, figs, grapes and a corns. Bruna Contento IC The buzzard The buzzard is a bird that easily moves its nest. It lives in mountain or on the hills. It is a diurnal raptorial bird. The female of the buzzard are bigger that the male ones but both of them have a stocky shape. Its feathers are soft and dark reddish-brown. Both its claws and its beak are strong. Its eyes are very big and its spread is about a metre. It eats mice, reptiles, insects, lizards and moles. Its nests are both among rock and trees. The female of the buzzard lays three or four eggs. Bruna Contento IC The Scare-Crow’Story Once upon a time, there was a scare-crow on guard duty at a wheat field. He spent all the day there, but, at sunset he left the field to have a walk around the countryside. One night nearby the lake he met a wonderful girl (in long white clothes). She had blond hair, blue eyes; she looked like an angel. It was soon love. Every night the scare-crow met the girl at the lake. They dreamed to spend their life together. But one morning, something happened: the field caught fire ! it was terrible !!! The poor scare-crow burnt into flames. That night the girl had a long wait for him, but in vain ! They say that, during the night, it is still possible to hear the girl’s cry of despair. She cries her lost love… De Angelis Federica 2B Un articolo in tedesco… Skifharen im Herzen Italiens, wenige Km von Rom entfernt, ohne den Alpen nachzutrauern: in den Abruzzen ist das moglich. Die schonste erschlossene Skistation im Skigebiet der Abruzzen, in der 2005-2006 ein Rennen des SkiWelt-Cups ausgetragen wird, its Roccaraso. Auch in den anderen neunzehn Orten der grunsten Region Italiens, die ostlich von Rom an der Adria liegt, kommen SkiLiebhaber voll und ganz auf Ihre Kosten. Pescasseroli, Pescocostanzo, und Cappadocia bieten beste Voraussetzungen fur den Wintersport. In den einzigen Ebene namens Camporotondo gibt es vier Langlaufloipen von insgesamt 100 km. Ovindoli, Campofelice und Scanno sowie die zum Gran Sasso Massiv gehorenden Orte Prati di Tivo und Campo Imperatore sind hingegen beruhmte Gebiete fur den Abfahrtski. Neben hundert Skiliften bieten vie zwanzig Skistationen der Abruzzen etwa 400 Km Pisten fur den Abfahrtski, 300 Km fur Skilanglauf und 160 Hotels. TRADUZIONE Sciare nel cuore d’Italia a pochi Km da Roma senza rimpiangere le Alpi: in Abruzzo questo è possibile. Il posto abruzzese più bello dove nel 2005-2006 si svolgerà la coppa mondiale di sci. Anche nelle altre 19 località con impianti sciistici che si trovano nella regione d’Italia più verde e ad est di Roma sul mare Adriatico, l’amante dello sci non viene deluso. Pescasseroli, Pescocostanzo e Cappadocia offrono condizioni ideali allo sport inver- nale. L’unica pianura alta si trova a Camporotondo, dove vi sono 4 piste per lo sci di fondo complessivamente di 100 Km. Le località di Ovindoli, Campofelice e Scanno appartengono al massiccio del Gran Sasso come anche Prato di Tivo e Campo Imperatore che sono zone famose per lo sci in discesa libera. Oltre ai 100 skilift, i 20 impianti sciistici dell’Abruzzo offrono circa 400 Km di pista per la discasa libera, 300 Km per lo sci di fondo e 160 alberghi. Simula Clarissa 2D Geniola Manuel 1C UNE FRANÇAISE CHEZ MOI…. Interview a une fille française Comment-tu t’appelles? Tu as quel age? Où habites-tu? Comment est ta ville? Est-ce que tu aimes l’Italie? Quels sont les plats typiques de ta ville? Est-ce que tu aimes les aliments italiens? Depuis combien d’année étudiestu l’italien? Pour toi, c’est difficile? Comment est l’école en France? Est-ce que tu as déjà été en Italie? As-tu connu quelqu’un ici? Comment te semblent les italiens? Est-ce que tu aimes aller à l’école? Comment sont les garçons en France? 1.Je m’appelle Amandine. 2.J’ai 16 ans. 3.J’habite dans le nord de la france (Attiches près de Lille) 4.Attiches est un petit village mais Lille est une ville très importante. 5.Oui, les personnes que j’ai déjà rencontrées en Italie sont gentilles et il y a beaucoup de soleil!!! 6.Il y a les “moules frites”, les gauffres. 7.Oui, les “bocconotti”, les pizza italiennes. 8.J’étudis l’italien depuis 4 ans. C’est assez facile. 9.L’école est très différente en france. On a cours toute la journée et l’ambience est moins chaleureuse. 10.Oui trois fois. 11.Oui, grace à un précédent jumellage. 12.Ils sont très ouverts, acceuillants. 13.Je n’aime pas trop aller à l’école sauf pour voir mes amis. 14.Ils sont sympa. Consalvo Federica 3C • Il mon do i n una scuol a • I film dell’anno A fine Marzo si è svolta la “Notte degli Oscar”, la famosa serata che si tiene ogni anno a Hollywood (Los Angeles, California) dove vengono premiati i film più belli dell’anno e a cui partecipano tutte le “star” del cinema “Hollywoodiano” e mondiale. Quella di quest’anno, più che la “Notte degli Oscar”, verrà ricordata come la notte de “Il Signore degli Anelli”, vincitore, con il suo terzo ed ultimo capitolo “Il Ritorno del Re” di 11 statuette, eguagliando così il record di “Titanic”. Il premio per il miglior cartone animato è andato invece a “Alla Ricer- ca di Nemo”. Quest’ anno non è stato comunque solo de “Il Signore degli Anelli”, ma ha visto il ritorno di 2 grandi attori: Crowe, nei panni del comandante della marina in “Master and Commander” e Jonny Depp versione pirata in “La Maledizione della Prima Luna” il quale ha addirittura sfiorato la statuetta come miglior attore non protagonista. Non dobbiamo scordarci del finale di trilogia di ”Matrix”, del premio Oscar Penn in “21 Grammi”. Tutti comunque attendono l’ arrivo di “Van Helsing”, di “Secret Window”, ancora con Depp, questa volta nel ruolo di uno scrittore psicopatico, il seguito di “Spiderman”, che però ci farà attendere fino a Settembre, e, naturalmente, del film-scandalo ”La Passione di Cristo”, diretto dal grande Mel Gibson, perché, fra trame ed effetti speciali d’ogni tipo, non bisogna scordarsi di riflettere. Claudio Pizzuti e Aldo D’Autilio III C Il meraviglioso mondo degli uomini, elfi, maghi, hobbit, nani e altre creature fantastiche: IL SIGNORE DEGLI ANELLI È finito:un sogno durato tre lunghi anni, una battaglia inesorabilmente dolorosa, un viaggio faticosissimo, lasciati alla deriva del nostro mar dei ricordi. C’è da dire però che gli appassionati della trilogia non si stanno sempre più spegnendo, ma al contrario, dopo la visione dell’ultimo film Il Ritorno del Re, i fans del Signore degli Anelli sono aumentati. Infatti l’intero film offre un evasione dal nostro mondo di ladri e di pensieri meschini, una lunga immersione nella fantasia, ma ripropone anche l’importanza dell’amicizia, della saggezza, della tolleranza e il valore del sacrificio. In effetti la trilogia si può definire in relazione con noi: anche nella vita di tutti i giorni, pur senza anelli da distruggere e archetti da combattere , bisognerebbe semplicemente imparare ad essere un po’ più umani! Appena visto per la prima volta il film, se devo essere sincera, non ho provato nessun sentimento( a parte gli spaventi presi non appena apparivano creature mostruose). Poi però, rivedendolo con più calma in videocassetta, è nata questa passione che si è andata via via sempre più accrescendo( infatti adesso ho il libro, sette poster in camera, articoli di vario genere, interviste,ecc…). Ma adesso basta parlare di me, e prima di concludere vorrei ringraziare Tolkien, per la stesura del libro, Peter Jackson,il regista, il quale è riuscito a ricreare le sensazioni dei personaggi per poi evocarle nello spettatore, ma anche la lingua elfica e i vari luoghi, ed infine i vari personaggi che vanno dal protagonista l’hobbit Frodo( Elijah Wood)al valoroso re Aragorn( Viggo Mortersen), dal malvagio mago Saruman(Christopher Lee)al buon e saggio stregone Gandalf(Ian McKellan), dall’abilissimo arciere elfo(Orlando Bloom)al nano Gimli(John Rhys-Davies), dalla bella principessa elfo Arwen(Liv Tyler)alla dolcissima Eowin(Miranda Otto), e per finire il fedele Sam(Sean Astin)e i simpaticissimi hobbit Merry(Dominic Monaghan)e Pipino(Billy Boyd). Concludo ripetendo la famosa filastrocca, basilare per entrare in questo mondo fantastico:”Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli” Alessandra Rosati 3^C Zelig Circus SQUADRA VINCENTE,NON SI CAMBIA!!! Questa, nel mondo dello sport almeno è la regola da osservare. In televisione invece si registrano alcune eccezioni. Quando Michelle Hunziker confidò a quelli di Zelig l’intenzione di lasciare la squadra, ci fu il panico. Poi però gli autori ebbero una visione: apparve Vanessa Incontrada. La presero a scatola chiusa, senza nemmeno sapere se sapeva ballare, cantare, recitare, raccontare barzellette o se almeno possedeva quel senso dell’umorismo necessario per sopportare cinque lunghi mesi con quella corte di miracoli che è Zelig. Ma il fiuto non li aveva traditi, la trasmissione è nuovamente un successo!!! Il cast è rimasto praticamente immu- tato e proprio questa la formula vincente. “Quest’anno mantengono i loro personaggi Capsula e Nucleo, che hanno avuto tanto successo. Sentivano il bisogno di rinnovarsi, senza comunque rinnegare il passato: Capsula e Nucleo sono insostituibili ! Come definireste questa nuova Edizione di Zelig? INTERVISTA A VANESSA INCONTRADA “Da quando è venuta in Italia non si è mai fermata: passerelle, televisione, radio, cinema… La bella spagnola sta vivendo davvero un momento d’oro, coronato dal ruolo di prima donna di Zelig!!“ COSA CAMBIERESTI DI TE ? La mia impulsività… A volte sono testarda e non ragiono, rischio di sof- frire e far soffrire. Fisicamente mi piaccio, tolti un paio di desideri… come avere una decina di centimetri in più! COM’è IL TUO UOMO IDEALE? Mi piace un uomo che ha il senso dell’umorismo, fantasia, imprevedibilità. Una telefonata improvvisa, un uscita non programmata, un po’ di sana follia, insomma !!! Amo le persone semplici, autentiche, dirette. CE L’HAI UN SOGNO NEL CASSETTO? Uno solo!?! Vorrei diventare un’attrice affermata, avere una famiglia, un casale in Toscana e … molto tempo per godermeli!!! Consalvo Simona I C & Ruggiero Federica I C Il fantastico mondo di Harry Potter In attesa che esca il terzo film di Harry Potter al cinema, noi della classe III C abbiamo pensato di andare a fare un sopralluogo sul set per capire qualche segreto. Come negli altri due film anche nel “Prigioniero di Azkaban” saranno i mitici: Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rubert Grint a rappresentare le parti di Harry Potter, Hermione Granger e Ronald Weasley e sembra dai materiali che abbiamo raccolto che i tre giovani attori saranno riconfermati anche per il quarto film. Per quanto riguarda il cast di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban ci saranno solo due grossi cambiamenti: il regista e l’attore che impersona Silente. Infatti non sarà più Chris Columbus il regista del film più amato dai ragazzi di oggi ma il giovane regista messicano Alfonso Cuaron. Per quanto riguarda Silente, invece, dopo la tragica morte dell’attore Richard Harris che lo ha interpretato nei primi due film, la parte del preside della scuola sarà interpretata Michel Gambon. Come nuovi personaggi conosceremo Remus Lupin insegnante di difesa contro le arti oscure sostituto di Gilderoy Allock che come vi ricorderete sicuramente ha perso La memoria alla fine del secondo film e ora è ricoverato al San Mungo ( ospedale dei maghi ).La parte dell’insegnante sarà interpretata da David Thewlis, mentre Emma Thompson vestirà i panni di Sibilla Cooman insegnante di divinazione che non finirà di predire la morte di Harry durante tutte le lezioni. Ed, infine, Gary Oldman vestirà i panni dell’affascinante, misterioso e famigerato Sirius Black. Per quanto riguarda la sceneggiatura, ci sarà un grande cambiamento, non ci sarà più l’atmosfera allegra e spensierata dei due film precedenti ma essa sarà lugubre dovuta principalmente alla comparsa dei Dissennatori, guardie di Azkaban, orribili e paurose creature capaci di risucchiare i pensieri felici delle persone. La mia passione per Harry Potter è iniziata a Natale di tre anni fa quando non ancora usciva il primo film, mi è stato regalato il libro. Dall’ora mi sono innamorata perdutamente del modo di scrivere di J. K. Rowling e dall’ora ho visto film, ho letto libri, giornali, interviste, comprato poster e giochi per il computer, e diciamo che con tutta questa roba la mia camera è diventata tutta “Harry Potter”. So che per alcuni può sembrare banale che alla mia età si vada ancora dietro a film così di fantasia, ma a mio parere allontanarsi dal mondo della fantasia non vuol dire diventare grandi, ma semplicemente rifiutare di avere un mondo su cui fuggire quando ti senti solo. Quindi volete un consiglio? Non allontanatevi da questo fantastico mondo prima del dovuto. Valentina Marcucci, Antonella Cipolla 3C 9 • Il mon do i n una scuol a • UN ROMANZO, UN FILM 10 “L’orribile pelle giallastra nascondeva a malapena la trama dei muscoli e delle vene, i capelli erano folti, neri e lucidi, i denti bianchissimi e le labbra nere e tirate”: così Mary Shelley descrive il mostro di tutti i tempi, il principio di un nuovo genere : in una sola parola, FRANKENSTEIN . Un avvolgente romanzo in cui viene narrata la storia di un nobile ginevrino , Victor Frankestein , animato dall’ossessivo desiderio di dar vita all’essere perfetto attraverso le proprie conoscenze filosofiche e scientifiche. Dopo due anni di intenso lavoro egli vede la sua opera nascere nella sua soddisfazione , ma allo stesso tempo, morire nel suo profondo disgusto. La creatura abbandonata dal suo creatore al momento della nascita, scappa per rifugiarsi in Germania , dove apprende il linguaggio, la cultura, la filosofia umana, che rifiuta un essere ripugnante e disgustoso, come ben presto si rende conto anche se motivato da buone intenzioni. Il mostro, fondamentalmente buono, esprime impianto di essere stato messo al mondo e, come tale, diventa Frankestein, protagonista di film d’orrore che noi tutti conosciamo come la creatura più spregevole e crudele che esiste in questo mondo. Il romanzo non è altro che l’implicita dichiarazione della tormentata vita di cui è protagonista l’autrice: dalle tragedie infantili, tra cui la morte della madre, ai drammi familiari dell’età adulta , come la morte del marito in una tempesta o la triste perdita dei suoi due figli. Frankenstein è il “ primogenito” dell’horror , un genere che appassiona molti giovani, ma è anche l’ispiratore di altri personaggi di film , quale “l’incredibile Hulk”: Bruce Banner è uno scienziato come gli altri, ma un giorno, colpito dai raggi gamma, subisce una mutazione genetica e così si trasforma in Hulk tutto muscoli. Di Frankenstein conserva senza dubbio le dimensioni, insieme alla brava persona dall’animo gentile , ma egli viene rifiutato dagli umani che lo classificano come “pericolo pubblico” , a causa della sua notevole diversità. Ma Hulk è anche discendente del romanzo di Stevenson , “Dottor Jeckyll e Mr Hide : infatti ne eredita la doppia personalità , il buono ed il cattivo, una significativa allegoria del bene e del male che ci caratterizzano. A riguardo di ciò, la nostra scuola ci ha portato al cinema a vedere “ La leggenda degli uomini straordinari “ di Stephen Norrington, i cui protagonisti guidati da Allan Quotermain (Sean Connery) vengono incaricati dal governo di evitare lo scoppio di una guerra mondiale. Ambientato nel 1897, la particolarità è tutta da ricercare nei protagonisti: Mina Harker, sopravvissuta non indenne al suo rapporto con Dracula, il giovane avventuriero Tom Sawyer, Dorian Gray, che strinse un patto con il diavolo per mantere la sua bellezza, il capitano Nemo di “Ventimila leghe sotto i mari”, Skinner, l’uomo invisibile ed infine Dottor Jeckyll e Mr Hide, protagonisti dell’omonimo romanzo. Sono tutti uomini con doti e abilità fuori dal comune, tutti apparentemente normali, ma che nascondono un segreto, qualcosa di anormale, che li rende diversi da noi esseri umani. Questo film costituisce un elemento di riflessione da parte di tutti noi che dovremmo imparare meglio a conoscerci, e libri o film di questo genere sicuramente ci conducono sulla “buona strada”. Catenaro Teresa III F The Passion: non solo un film Il 25 Febbraio 2004 in 2000 sale americane esce il così atteso film diretto da Mel Gibson “The Passion of Christ”. In Italia si è aspettato fino al 7 Aprile, giorno in cui viene distribuito in 150 sale. Le riprese, cominciate il 4 Novembre 2002, si sono svolte a Matera, a Craco (Basilicata) e poi sono proseguite a Cinecittà per gli interni. Mel Gibson ha deciso di girare a Novembre per avere una particolare luce autunnale. Con questo film drammatico il regista racconta le ultime terribili 12 ore della vita del Nazareno. Il film inizia nel Giardino Degli Ulivi dove Gesù si reca a pregare dopo l’ultima cena con gli Apostoli. Dopo aver resistito alle tentazioni di Satana, tradito da Giuda Iscariota, Gesù viene arrestato e condotto dentro le mura di Gerusalemme dove i Farisei lo accusano di Bestemmia. Il suo processo, la storia, e i vangeli inseguono e si conclude con una condanna a morte. Da un’intervista a Mel Gibson si deduce che l’idea della rappresentazione della vera Passione di Cristo nasce da quando egli ave- va 35 anni basandosi sui quattro vangeli, il diario di Suor Anne Catherine Emmerich (suora tedesca). Lui ha destinato il film a tutti, per credenti e non, ma soprattutto ai credenti per dare loro l’idea dell’amore che Dio ha per loro. Inoltre per rendere ancora più realistiche le scene, il regista ha deciso di usare l’Aramaico e il Latino, le lingue originali affiancati dai sottotitoli nelle vare lingue. Innumerevoli sono stati gli elogi, ma anche le critiche dovute alla tensione di alcune scene, al fatto che Gibson abbia dato la colpa della morte di Cristo agli ebrei, e perciò definito antisemita, ma lo stesso regista si giustifica affermando che le scene violente sono la cruda e semplice realtà, infatti, dopo le violenze e le torture inflitte a Gesù (che egli mostra in tutto il suo orrore), al momento del suo trapasso la natura stessa viene sconvolta, anche se il regista si sofferma sulla flagellazione, quando invece nei Vangeli non esistono descrizioni dettagliate di questo momento. Il CAST è composto da Mel Gibson (regista), Maurizio Millenotti (costumista), Francesco Fringeri (scenografo), Steeve McEveety (produttore), Jim Caviezel (Gesù), Maria Morgesten (Maria), Monica Bellucci (Maddalena), Rosalinda Celentano (Satana), Hristo Jinka (Giovanni), Luca Lionello (Giuda). C’è anche Lanciano, la nostra città, fra le località in cui ha avuto molto successo questo film: con solo due settimane si è arrivato ad un incasso di 71 mila Euro con più di 10 mila spettatori. Avendo visto questo film ci siamo rese conto di ciò ha veramente sofferto per noi Cristo, patendo una morte cruda, lenta, ma soprattutto atroce sulla croce. Purtroppo la vera bellezza di questo film sta nel fatto che è tutto vero, comprese le scene orribili della Flagellazione, della Crocifissione, e delle apparizioni di Satana, quelle che ci hanno più colpito. Questo film ha lasciato sicuramente un segno i tutti gli spettatori, e speriamo che sia di esempio per tutti gli uomini. Simonetta Trozzi IA Paola Litterio e Ramirez Juliana IIc La storia in un film Il GRANDE DITTATORE (film prodotto in USA nel 1940, regia di Charlie Chaplin, con Charlie Chaplin, Paulette Goddard, Jack Oakie, Reginald Gardiner, Henry Daniell, Billy Gilbert). I personaggi di questa storia sono Adenoid Hynkel, che rappresenta Hitler, ed un barbiere ebreo ; la storia è ambientata in Tomania, uno stato che simboleggia la Germania. Un soldato ebreo salva un ufficiale proveniente dalla Tomania durante la prima guerra mondiale., ma in seguito perde la memoria. Molti anni dopo ritorna a casa per riaprire il suo negozio da barbiere e proprio lì si innamora di Hannah. Egli ignora i cambiamenti politici avvenuti nello stato (la salita al potere di Hynkel), si ribella alle camicie grigie e per questo viene catturato e portato nei campi di concentramento. Dopo un po’ di tempo il barbiere riesce a fuggire , però durante la sua fuga accade un imprevisto: si imbatte nel vero dittatore e, per la perfetta somiglianza tra i due, al posto del fuggitivo venne arrestato il dittatore Hynkel. Il barbiere, allora, viene trascinato sul podio del Fuhrer, dove pronuncia un discorso riguardante la pace, la speranza e il destino dell’umanità. Con questo film Chaplin vuole contestare il regime nazista e tutte le ingiustizie da esso commesse, soprattutto la persecuzione degli ebrei, che fu crudele e spietata. Secondo me la parte più divertente è quella in cui Hynkel gioca con il suo mappamondo, il quale rappresenta il mondo che lui pensa di poter dominare e controllare. Il capolavoro, ridicolizzando la figura del dittatore, insegna anche a combatterlo e a non condividerlo. Il film è molto bello ed ironico ed anche questa volta Charlie dà una grande prova di sé: lo dimostrano la chiara espressività nel linguaggio e l’equilibrio fra dramma e comicità. Anche le composizioni musicali sono giuste, ciascuna adatta al momento in cui è inserita. A mio parere l’opera deve essere vista da tutti almeno una prima volta: sorgerà poi spontaneo il desiderio di rivederla una seconda volta, per apprezzare in pieno la straordinaria realizzazione cinematografica. Serena Cianci III F • Il mon do i n una scuol a • L’ULTIMO MITO DEL CICLISMO Beach Volley Sport disputato tra due squadre, composte da due giocatori ciascuna, che si incontrano su di un campo diviso da una rete. Disciplina figlia della pallavolo (di cui conserva le stesse regole) nacque sulle spiagge della California poco prima della grande crisi del 1929. All’inizio si giocava come al coperto sei contro sei, poi, complice la depressione economica che svuotò i club privati, furono provate anche formule diverse come il quattro contro quattro, o il due contro due su metà campo. Paul Johnson e i Blue Boys, ovvero Joe Jendren e Ray Welding, due giocatori di Basket, furono i personaggi più famosi dell’era pionieristica di questa disciplina. A partire dagli anni ’60 iniziarono a essere organizzati tornei e circuiti estivi, ma furono gli sponsor a decretare il successo dello sport. Nel 1984 il conflitto tra organizzatori del circuito da un lato e giocatori dall’altro determinò la nascita dell’ AVP, l’Associazione dei giocatori professionisti. Il primo tour internazionale risale al 1986, ma già l’anno successivo la FIVB inaugurò la Coppa del Mondo che fece subito tappa in Italia. Nel 1996 il beach volley è stato inserito come sport OLIMPIONICO ai giochi di Atlanta. Federica Di Campli, Veronica D’Ovidio 1A Spettacolare VALENTINO (Non importa se sulla Yamaha, lui è ancora imbattuto) Welkom (Sudafrica). Valentino ha cambiato la moto ma il finale è sempre lo stesso. E’ partito in pole position seguito da Biaggi, ha lottato fino all’ultima curva, un duello come quello si era visto solo tra campioni come Agostani e Hailwood. Max e Valentino hanno dimostrato di avere la stoffa dei campioni. Valentino da 23 gare non scende dal podio, cosa che era riuscita solo ad Agostani, nella stagione 67-68. Sete Gibernau è arrivato terzo a sette secondi da Biaggi. Loris Capirossi è arrivato sesto. Dopo la sua prima vittoria con la Yamaha, durante il giro d’onore, Valentino si è fermato e ha baciato la sua moto. La Yamaha in passato non ha avuto successo, ma Valentino ha dimostrato che non conta la potenza della moto, ma chi la guida. Alessandro Virgilio, Raffaele Marciani II C Non ho mai incontrato Marco Pantani. Non ho conosciuto il ciclista, lo sportivo, l’uomo… ho conosciuto il personaggio. Perché Marco Pantani lo è stato… eccome! Ha riunito sotto il giallo della sua bandiera ognuno di noi italiani, e non ci siamo mai preoccupati, nella maggior parte delle occasioni e per svariati motivi, di sviluppare un profondo senso di unità e fratellanza. Marco Pantani con le sue scalate indimenticabili, con i suoi traguardi raggiunti attraverso estenuanti fatiche, un senso di unità ce l’ha dato e anche molto forte! Esistono fotogrammi impressi nella mente di ognuno di noi, anche in quella del meno sportivo, del più disinteressato o disattento: una bandana, un cappellino… scagliati via… che facevano capire che qualcosa stava per accadere… E qualcosa accadeva sempre. Puntuale. Il più delle volte, era qualcosa di straordinario. Marco Pantani ha riacceso la passione per il ciclismo attraverso un linguaggio che tutti abbiamo conosciuto e imparato ad interpretare alla perfezione, e l’ha fatto con delicatezza, senza presunzione; è stato l’ultimo (e probabilmente rimarrà l’ultimo) ciclista che ci ha fatto tornare con la mente alle imprese leggendarie di Coppi, Merckx, Hinault, Bobet, Gimondi; ci ha fornito gli strumenti per guardare il ciclismo anche dalla sua parte… La vita ha provato a disarcionarlo diverse volte: nel 1995 rimane vivo per miracolo, nel ’97 si spappola un muscolo, nonostante ciò è sempre ritornato alla grande, alle ferite del fisico ha reagito sempre bene, ma a quella che lo ha colto nell’orgoglio non è mai guarito (tutti voi sapete a cosa alludo). Forse proprio per questo in tanti, in troppi, dopo che è andato via, hanno pensato di poterlo giudicare, di sapere cosa si stava agitando dietro di lui…hanno creduto di conoscere i pensieri, i turbamenti, le paure… Parole sprecate, parole inutili, soprattutto, ora che Marco è scivolato via. Spero che i tanti che hanno trovato così difficile portare rispetto e onorare la memoria di Marco Pantani, riescono almeno a trovare un po’ di spazio per la riconoscenza o, almeno, per il ricordo dei giorni in cui hanno trovato facile, naturale, ovvio, salire sul carro del vincitore. Neanche loro, Marco Pantani, l’hanno conosciuto davvero. Polito Mattia IIIC Pelè NOME: Edson Arantes Do Nascimento IN ARTE: Pelè SOPRANNOME: ”Perla Nera” NATO A: Tres Caraçoes IL: 23-10-1940 PESO: 75 kg ALTEZZA: 172 cm CAPELLI: neri OCCHI: neri STATO CIVILE: coniugato Carriera: Formatosi nelle giovanili del Baurà Atletico Club nel 1965 viene conquistato dal Santos. Il 7 settembre 1956 esordisce in nazionale a soli 16 anni e segna il suo primo goal contro l’Argentina. Conclude la carriera negli USA con i New York Cosmos dove vince un campionato da capocannoniere. Nella sua grande partita d’addio tra Santos e Cosmos gioca un tempo per parte. Lascia il calcio dopo 23 anni da professionista. Con la maglia brasiliana gioca 91 partite segnando 77 goal. Partecipa a 4 mondiali vincendone 3 (’58, ’62, ’70). In tutta la sua carriera segna 1281 goal in 1362 partite. Caratteristiche: Dotato sia sul piano tecnico che atletico, nel suo ruolo faceva il centrocampista offensivo. Palleggiatore straordinario (i suoi dribbling erano passi di danza) potente tiratore ed eccezionale colpitore di testa. Praticamente ineguagliabile: saltava più di tutti, il suo piede destro era maestoso come quello sinistro, dribbling terrificante ma allo stesso tempo fulmineo e lo scatto bruciante (100 m in 11’). Un po’ di numeri… 1° GARA CON IL SANTOS: 7-9-1956 ULTIMA: 16-1-1974 1° GARA CON LA NAZIONALE: 7-7-1957 al Maracanà (Brasile-Argentina) ULTIMA: 18-7-1971 (Brasile- Austria) 1° GOAL CON IL BRASILE: 7-7-1957 (BRAARG) ULTIMO: 11-7-1971 (Brasile-Yugoslavia) TOTALE: 77 I premi vinti: 11 capocannoniere con il Santos (’57 al ’69 e nel ’73) 1 capocannoniere con i Cosmos (’74) 11 campionati con il Santos (’58-’69) 1 campionato con i Cosmos (’74) 6 campionati brasiliani (‘61-’65 e ’68) 2 coppe Libertadores (’62-’63) 2 coppe Intercontinentali (’62-’63) 3 coppe del Mondo (’58-’62-’70) Record goal in un campionato = 126 Premiato come “GIOCATORE DEL SECOLO” Adesso: Pelè, adesso ha 64 anni ed è ambasciatore della FIFA e dell’UNESCO e partecipa a iniziative umanitarie insieme alla MasterCard. Piccirilli Paolo IIE - Prosini Matteo IIE 11 • Il mon do i n una scuol a • Senna, il più grande 12 Davvero Michael Schumacher è il più forte pilota di F1 di tutti i tempi? Per tanti motivi la maggior parte degli italiani dirà di si, ma forse tutti i tifosi Ferrari si sono dimenticati di piloti che per le corse hanno dato anche la vita: uno di questi è Ayrton Senna. Ayrton Senna Da Silva è nato a San Paolo il 21-3-1960. Iniziò a correre con i go-kart all’età di 4 anni sfoderando un enorme talento e dimostrando una estrema facilità in ogni manovra. Vinse il campionato di Formula Ford nell’81 e nell’82 , in particolare il suo ultimo titolo in questa categoria la ottenne con 21 vittorie su 27 gare, l’anno dopo si consacrò campione del mondo di Formula 3. Nel 1984 ci fu la grande svolta: il debutto in F1 al volante del team Toleman. Anche guidando un’auto mediocre riuscì ad ottenere diversi piazzamenti. Di gran rilievo fu il secondo posto a Montecarlo dove sotto una pioggia torrenziale fece una gara da vero asso del volante, dalle retrovie giro dopo giro raggiunse e sorpassò il leader della corsa Alain Prost; la vittoria non gli venne assegnata perché la gara fu interrotta per troppa pioggia e si dovette accontentare del secondo posto. Alla fine dell’anno capì che per ottenere vittorie bisognava passare ad un team più competitivo. Nel 1985 si presentò ai nastri di partenza del mondiale al volante della Lotus, in quell’anno riuscì ad ottenere la prima poleposition e la prima vittoria al GP del Portogallo sotto un altro diluvio. L’anno seguente non cambiò, altre pole e altre vittorie fino al 1987, ma per ora non riuscì mai a laurearsi campione. Nei tre anni con la Lotus, Senna catturò l’attenzione del team McLaren-Honda e fu ingaggiato nel 1988 per affiancare Alain Prost. Quell’anno fu un duello in casa McLaren tra Senna e Prost,il brasiliano riuscì a laurearsi per la prima volta in carriera campione del mondo di sole 3 lunghezze su Prost, la McLaren vinse 16 gran premi su 17. Riconfermato per il 1989 Senna duellò ancora con Prost, ma quest’ultimo riuscì a vincere il titolo all’ultima gara, in Giappone dove chiuse la traiettoria ad Ayrton e lo fece andare fuori pista. Il brasiliano rimontò platealmente fino al 1° posto per tenere vive le speranze del titolo. Ma a fine corsa fu squalificato perché gareggiò con l’ala anteriore danneggiata. L’anno dopo Prost fu ingaggiato dalla Ferrari e in casa McLaren Senna fu affiancato dall’ex ferrarista Gerhard Berger. Questa volta Senna si prese la rivincita sbattendo Prost fuori pista sempre all’ultima gara del Mondiale in Giappone e vincendo il suo 2° mondiale per soli 7 punti. L’anno dopo la musica non cambiò, Senna e Berger monopolizzarono il campionato; all’ultima gara dell’anno i due piloti McLaren si trovavano al 1° e 2° posto e Senna, a titolo già vinto lasciò passare Berger perché il pilota austriaco si sarebbe dovuto meritare la vittoria in altre occasioni, ma essendo sfortunato non era riuscito a coglierne nemmeno una quell’anno. Un gesto di umanità e di sportività che solo dei veri campioni possono permettersi. I successivi due anni non furono particolarmente felici per Ayrton e per la McLaren. Infatti quest’ultima ricevette un motore Honda poco potente e inaffidabile e Senna riuscì ad ottenere poche vittorie. Nel 1993 la McLaren motorizzata Ford fu comunque poco competitiva e non riuscì ad ottenere il mondiale; in quest’anno Senna fece la gara più bella di tutta la sua carriera; tanto per cambiare un diluvio si abbattè sulla pista di Donnington e Senna con le gomme d’asciutto riuscì a doppiare Prost il leader del campionato, che intanto era passato alla Williams. Fece il giro più veloce in gara passando per la corsia dei box senza fermarsi per un errore di segnalazione dei meccanici e vinse la gara. Il campionato fu vinto da Prost ma al brasiliano toccò l’ultima gara dell’anno in Australia. Nel 1994 Senna si accorse che la McLaren non era più competitiva e allora decise di passare alla Williams. Quest’ultima si Presentò al via del mondiale con due assi del volante: Damon Hill la stella nascente e il veterano Ayrton Senna. Il nuovo pilota brasiliano della Williams nelle prime 2 gare ottenne la pole position ma si ritirò ad entrambe. Giunti a San Marino, Senna motivato disse:”Il mio mondiale comincia qui”. Tutta l’Italia fu scossa dall’incidente del pilota della Simtek Roland Ratzenberger: per il pilota austriaco non ci fu niente da fare. Senna stava meditando di non partecipare alla gara in segno di lutto ma decise di prendere comunque il via. Prima della gara il brasiliano, che intanto era diventato stretto amico del suo ex rivale Alain Prost, confessò che gli mancavano i suoi duelli con il pilota Francese ed in effetti anche Prost confermò lo stesso. Al via del GP un incidente nella retrovie lasciò una zona piena di detriti, fino alla prima chicane; entrò la safety-car per rallentare il ritmo della gara e per cause ancora incerte quando il gran premio riprese all’inizio del settimo giro, Senna non riuscì a fare la curva del Tamburello e la sua Williams andò dritta contro le barriere, un braccetto delle sospensioni gli penetrò il casco ed a causa delle gravi ferite morì poche ore dopo all’ospedale di Bologna. E’ bello vedere un pilota che combatte ruota a ruota con tutti senza paura della morte, ma alla fine ci ricordiamo che anche lui era un uomo mortale come noi. Schumacher si è fatto le ossa propri contro Senna. Di lui ci rimangono 65 pole, 41 vittorie, 3 titoli mondiali e quel sapore di duelli che oggi è difficile da vedere. E passato un decennio, ma è come se fosse ieri, non dimenticatelo, era lui il più grande! Lorenzo Di Martino IIIC Da un intervista a Ferreira Pinto Ferreira Pinto è un giocatore brasiliano che milita nella squadra del Lanciano, è nato il 10/12/1979 a Porto Ferriera. All’età di 6 anni si è trasferito a San Paolo del Brasile dove ha iniziato a lavorare in campagna e poi in una fabbrica di mattoni, ha 4 fratelli, di cui due adottivi. Nel poco tempo libero si divertiva a giocare a pallone con i suoi amici. Ha iniziato a giocare a 19 anni, grazie ad un procuratore che lo ha notato, e che gli ha fatto un provino in una squadra di serie A. In seguito, un suo amico, che gioca anche lui nella squadra del Lanciano ha portato una videocassetta al presidente Angelucci, che vedendolo giocare l’ha voluto nella sua squadra. Adriano s’allena nove volte a settimana, non beve alcolici, mangia soprattutto pasta e verdura. Quando un suo compagno di squadra sbaglia non se la prende perché secondo lui giocando è normale sbagliare delle volte. Quando è lui a sbagliare cerca di capire e di migliorare. Adriano pensa che è normale qualche volta perdere delle partite, ma quando vince e segna un goal è felice per i tifosi che lo ammirano. Il suo porta fortuna è un quadrifoglio che gli ha regalato sua sorella che è più grande di lui. Prima della partita si concentra tanto e prega. È molto generoso, infatti ogni fine mese manda un po’ di soldi alla sua famiglia, e vuole che i suoi familiari vengano a vivere in Italia con lui, se non riesce a fare ciò a fine carriera tornerà nel suo paese. Nel tempo libero lui dorme e fa qualche passeggiata. Gli piace molto vivere a Lanciano, perché qui lo hanno accolto molto bene, i tifosi sono contenti perché ha segnato 11 goal in questo campionato, però gli dispiace molto perdere le partite e i tifosi lo contestano. Il suo giocatore preferito è Ronaldo e le sue squadre preferite sono Milan e Juventus. Ferreira Pinto è molto cattolico, del Brasile gli manca soprattutto la mamma, che non vede da un anno. Per lui il Brasile è un paese dove troviamo persone molto ricche, e persone molto povere. Secondo me è il migliore giocatore del Lanciano sono contento di averlo incontrato, perché è simpatico e generoso e poi è brasiliano come me. VALENTINO ENTRA NELLA STORIA Quant’è bella la prima volta! Valentino con questa vittoria ha sfatato tutti i tabù, con una moto, la Yamaha, perdente per eccellenza. E’ infatti dall’82 che una Yamaha non vince un mondiale nella classe regina e Vale, già al suo primo anno, potrebbe riuscire nell’impresa. Passiamo al film della gara, una delle più belle di tutti i tempi. Partenza a razzo per Gibernau, Rossi e Biaggi: questi ultimi due protagonisti di tutta la gara. Biaggi e Valentino avevano una tattica diversa: il ro- mano si è tenuto tietro al pescarese per studiarlo e tentare il sorpasso negli ultimi giri; Valentino invece è voluto stare sempre avanti, anche se sulla carta non era il favorito.. Comunque i due hanno dato vita ad un duello degno dei migliori confronti. Valentino dopo aver superato il traguardo ha fatto la classica impennata . Poi ha posato la moto e si è seduto sull’asfalto e si è lasciato andare a qualche lacrima di gioia e di liberazione, in seguito ha baciato la moto con cui ha fatto il miracolo. Infine Vale è tornato a Paddock e ha festeggiato con i meccanici che lo hanno seguito dalla Honda fino alla Yamaha:una scelta molto coraggiosa. Una gioia immensa anche per papà Graziano . Ma onore anche per gli sconfitti, primo tra tutti un altro italiano, Max Biaggi che ha dimostrato di poter competere in tutte le situazioni. E’ lui che rappresenta la Honda e che lotterà sicuramente per il suo quinto titolo mondiale. Straordinaria prova anche di fairplay Per Valentino e il rivale di sempre che a fine gara si sono stretti la mano: forse si odieranno fino alla morte , ma dopo una gara così straordinaria, quel saluto gli sarà venuto spontaneo. Nei commenti di fine gara alla domanda “la Honda si è resa conto degli errori che ha fatto?” Rossi ha risposto con un secco sì, senza rimandi. Per la cronaca , nella classe 125 cc ha vinto un altro italiano, Andrea Dovizioso, 2° Locatelli. Ermes • Il mon do i n una scuol a • CHE COS’E’ IL C. T. E. P.? Il C.T.E.P. di Lanciano è un Centro Territoriale di Educazione Permanente che attiva programmi di formazione e ricerca nei diversi settori dello scibile umano, con specifico riguardo alle problematiche e agli scenari europei. Il suo compito è quello di diffondere la cultura, elevare il livello di preparazione dei giovani, contribuire alla formazione permanente, fornire ai lavoratori strumenti di interpretazione di una realtà in continuo divenire.Il Centro ha in sé diverse attività e corsi: corso annuale per adulti per il conseguimento della licenza media. Il corso inizia a settembre per concludersi a Giugno con gli esami di Licenza per un totale di 350 ore complessive di lezione. Corsi di qualificazione e riqualificazione organizzati per offrire agli utenti la possibilità di approfondire alcune tematiche e per appropriarsi di quella preparazione concreta indispensabile nel mondo del lavoro: creazione e gestione di siti web, contabilità aziendale, approccio all’inglese commerciale, simulimpresa, patente europea, ecc… Corsi con moduli di 24-30 ore che hanno come assi culturali di riferimento i linguaggi e le culture, l’alfabetizzazione alla multimedialità, la padronanza dei linguaggi e delle tecnologie più diffuse .L’offerta formativa di quest’anno prevede:corsi di lingua straniera:inglese, francese, spagnolo, tedesco; Italiano per stranieri; educazione ambientale ed alimentare; laboratorio fotografico; educazione motoria; Educazione musicale con pratica di canto corale; medicina; prima informazione e consulenza fiscale; laboratorio teatrale; guida al mondo del lavoro:legge Biagi; Educazione artistica; pronto soccorso e sicurezza stradale; sicurezza sul lavoro. Tutti i corsi sono finalizzati al recupero e al potenziamento di competenze di base e di saperi specifici culturali e relazionali, fondamentali per un’attiva e coinvolgente partecipazione alla vita sociale. Corsi di lingua italiana per stranieri Nell’ambito dell’offerta del Centro Territoriale di Educazione Permanente della Scuola Media “Umberto I”, sono presenti da diversi anni Corsi di Lingua Italiana per Stranieri, suddivisi in 1° e 11° livello. La finalità primaria di essi è quella di rispondere ai bisogni dei numerosi stranieri residenti nel nostro territorio, fornendo loro il principale strumento di integrazione nella nuova realtà, cioè la capacità di comunicazione, tramite 1’ apprendimento della lingua italiana. D’altro canto, la presenza dei corsisti stranieri, portatori di un ricco e diversificato patrimonio di culture ed esperienze, fornisce al nostro Istituto una preziosa ed irrinunciabile occasione di conoscenza dell’ “altro” e concrete possibilità di scambio interculturale. La disponibilità, l’impegno, l’entusiasmo dei corsisti stranieri rende possibile lo svolgersi di attività che vanno molto oltre la semplice frequenza dei Corsi di Italiano. Vengono infatti progettati e realizzati incontri con le classi della Scuola Media, durante i quali ognuno di loro porta un contributo umano, etnico, culturale, raccontando il proprio ( talvolta non facile ), vissuto o illustrando aspetti interessanti e poco noti del paese di origine. La finalità principale di questi incontri consiste nella preziosa opportunità di offrire ai ragazzi la conoscenza diretta dello “straniero”, per promuovere quindi in loro l’accettazione delle differenze e la percezione di esse non come negatività, ma piuttosto come possibilità di arricchimento , in un contesto sociale che troppo spesso reagisce con intolleranza e pregiudizio alla inevitabile trasformazione multiculturale del nostro territorio. Nell’ambito dei Corsi di Italiano per Stranieri, inoltre, si realizzano anche attività di laboratorio, durante le quali i corsisti sono indirizzati, con la guida delle insegnanti, alla ricerca, l’approfondimento ed il confronto di aspetti culturali o folclorici profondamente caratterizzanti le loro diverse culture di origine. E’ molto importante che i risultati di queste attività possano essere condivisi con i ragazzi della scuola, durante incontri diretti o tramite la pubblicazione sul Giornale d’Istituto. Si presentano perciò qui alcuni tra i materiali prodotti nell’anno scolastico 2002/2003 ed in quello corrente. L’anno scorso gli stranieri hanno ricercato, selezionato, tradotto, alcuni testi ( narrativi, poetici, testi di canzoni, ecc), da loro ritenuti significativi della propria cultura. Il lavoro è stato poi ulteriormente elaborato e presentato a fine anno scolastico nell’Aula Magna del nostro Istituto, sotto forma di spettacolo, con la rappresentazione “Vado verso terre straniere...” Quest’anno, si è scelto di lavorare su linguaggi molto immediati, trasversali a tutte le culture: la musica ed il ballo. E’ stata perciò realizzata dai corsisti una ricerca su musiche o balli tipici dei propri paesi, che ha portato alla produzione di testi finalizzati ad illustrare quelle che sono le espressioni più genuine di ogni popolo. Insegnanti del C.T.E.P.: Elvira Marino della Fazia, Clelia Salerno, Gina Martelli IL “GAGAKU” Il Gagaku “musica elegante”, le cui origini vanno ricercate in Cina nell’ VIII secolo, e uno dei generi musicali più antichi tra quelli eseguiti nel Giappone odierno: esso ha raggiunto una forma definitiva circa mille anni fa, ed in questa forma è stato trasmesso fino ai nostri giorni. Questo processo di trasmissione è stato possibile perché Gagaku aveva una grande importanza come musica della Corte Imperiale e quindi la sua conservazione era necessaria per l’ esecuzione dei riti e dei cerimoniali di Stato. E’ un genere artistico che comprende l’ esecuzione strumentale, danza e vari tipi di canto. Oggi è possibile ascoltare il Gagaku in occasione di matrimoni di rito scintoista e durate il rito del Capodanno. Miho Nakamura (Giappone) “ADIOS, PAMPA MIA (tango argentino) testo: ivopelay; musica: Mariano Mores/Francisco Canro Addio, pampa mia! Vado via.. Vado verso terre straniere. Addio, strade che ho percorso, fiumi, monti e tratturi, casa dove sono nato. Se non ci rivedremo, terra amata, voglio tu sappia che andando ti lascio la vita. Addio!… Nel lasciarti, pampa mia, gli occhi e l’anima si riempiono del verde dei tuoi pascoli e del tremolio delle stelle. Col canto dei tuoi venti e il singhiozzare delle chitarre che mi rallegrarono a volte e altre mi fecero piangere. Addio, pampa mia!… Vado via!… Vado verso terre straniere. Addio, strade che ho percorso, fiumi, monti e tratturi, casa dove sono nato. Se non ci rivedremo, terra amata, voglio tu sappia che andando ti lascio la vita. Vado…pampa amata.. vado via…Ida Maria Montenegro e Laura Luciani (Argentina) 13 “ I capitani della spiaggia” otto la luna, in un vecchio magazzino abbandonato, i bambini dormono. Un tempo qui ci arrivava il mare… … un buon numero di Capitani della spiaggia, aveva preso l’abitudine di dormire nel vecchio magazzino abbandonato, insieme con i topi, sotto la luna gialla. Davanti, la vastita’ dell’arenile, una distesa bianca senza fine. In lontananza il mare batteva la banchina. Dalla porta penetravano le luci delle navi, che entravano e uscivano. Dal tetto si vedava il cielo stellato, la luna che li inondava di luce. … quei ragazzini, monelli di vario colore e delle piu’ svariate eta’, dai nove anni ai sedici anni, che di notte si sdraiavano sul pavimento e sotto il pontile e dormivano, indifferenti al vento che ululava intorno all’edificio enorme, alla pioggia che a volte li inzuppava, ma con gli occhi rivolti alle luci delle navi, con l’orecchio attento alle canzoni che provenivano dalle imbarcazioni. … Mai nessuno seppe il numero esatto dei ragazzini che facevano parte della banda. … Vestiti di stracci, sudici, mezzi affamati, aggressivi, pronti alla parolaccia e con le cicche di sigaretta in bocca, erano in verita’ i padroni della citta’, quelli che meglio la conoscevano, quelli che l’amavano senza riserve, i suoi poeti. S 14 Sirene Alves Pinto (Brasile) IL “KABUKI” l “kabuki” è un genere di teatro giapponese, sorto ad Edo (l’attuale Tokyo) all’ inizio del XVII secolo e che ebbe grande popolarità dal 1603 al 1867. La musica per il kabuki impiega strumentisti e cantanti: alcuni di essi siedono in fronte alla scena, gli altri dietro le quinte e gli forniscono effetti sonori e le musiche di commento all’ azione. I più importanti drammi kabuki vennero scritti verso la fine del XVII secolo da Chikamatsu Monzaemon che traeva i suoi soggetti dal mito, dalla storia e da eventi contemporanei. I • Il mon do i n una scuol a • Ma il kabuki sia inteso come dramma storico o come evento realistico è sempre uno spettacolo sontuoso: gli attori vestona costumi stravaganti, che cambiano spesso durante la rappresentazione, indossano enormi parrucche e sono truccati in modo che il loro viso sembri una maschera. Le scenografie sono a dir poco spettacolari: come il palcoscenico girevole che oggi costruisce i tratti più caratteristici del kabuki. Eiko Tokita (Giappone) IL “MERENGUE” E ’ un ballo folcloristico domi- nicano, diffusosi ampiamente che molti considerano come il ballo nazionale domenicano. Si discute ancora oggi sulle origini dell’ merengue, le cui radici si perdono nel passato, ma la sua larga affermazione nella “Repùblica dominicana” intorno al millecinquanta, ne fa sicuramente uno dei più antichi balli latinoamericani giunti quasi intatti fino ai nostri giorni. Molti studiosi ritengono che il merengue sia un adattamento dominicano di una danza cubana in declino chiamata “Upa”, anche se le fonti a riguardo non sono del tutto attendibili. Il grande successo del merengue detronizzò il ballo in quel periodo più diffuso tra le classi popolari dominicane, ossia la “Tumba”; questa passione sbocciò grazie alla semplicità dei passi del merengue e del suo passo base, detto “paso de la empalizada”, che rispetto alle undici e più figure della tumba risultavano estremamente più divertenti e meno impegnativi. Al principio i testi del merengue erano piuttosto spinti e ciò, insieme al contatto costante dei corpi, creò diversi nemici alla nuova disciplina, soprattutto tra la borghesia ricca e piuttosto conservatrice. Solo grazie all’avvicinamento dei musicisti “colti” verso questo ballo, esso riuscì ad affrancarsi dall’immagine “sucia”(sporca), per diventare il vero inno del paese. In seguito il merengue ha avuto diverse trasformazioni, subendo contaminazioni di varia origine che ne hanno fatto una musica molto più commerciale, chiamata “ Merengue de salòn”; tuttavia in alcune zone rurali dell’isola resiste ancora il vero merengue tradizionale e popolare. Clarissa Gil José (Repubblica Dominicana) La “Marinera” ’origine della marinera, danza tipica del Perù, si perde nel labirinto dei se- L coli. Ci sono ipotesi che affermano provenisse dall’Europa barocca o romantica, che si caratterizzava per le danze di corteggiamento nei saloni, come il minuetto. Le danze in coppia che simulano il corteggiamento sarebbero appunto arrivate in America Latina con i conquistatori spagnoli. Nel caso specifico della marinera, il popolo avrebbe aggiunto le percussioni e il battito delle mani, oltre alle corde e al canto. Altri studiosi ritengono invece che la marinera provenga dalla”zamacueca” (o “mozamala”), danza piena di sensualità, dalle radici africane. Secondo questa ipotesi, dopo l’indipendenza del paese, il ballo fu assimilato dalle classi dominanti che vi aggiunsero segni ispanici e francesi, per farlo diventare una danza elegante e da salone. In seguito il ballo fu ribattezzato “marinera” in onore della Marina da Guerra del Perù; oltre all’omaggio nei confronti dell’arma peruviana, il cambio del nome ebbe altre ragioni. Si racconta che durante la Guerra del Pacifico(1879-1883), i soldati cileni e quelli peruviani intonavano entrambi i testi della zamacueca. Poiché i cileni la chiamavano”cueca” o “chilena” , lo scrittore peruviano Abelardo Gamarra decise di chiamarla “marinera”, senza sapere che dopo più di un secolo quel nome avrebbe indicato la danza più rappresentativa del Perù. Bianchi fazzoletti che sembrano volare nell’aria. Un suono vibrante di chitarre e “cajon” (strumento peruviano a percussione), di tamburi e cornette. Battiti di mani che accompagnano e marcano il ritmo e diventano complici di una fine arte di corteggiamento, di una romantica persecuzione. L’uomo, con il cappello di paglia in mano, imita il passo di un brioso cavallo da corsa e circonda la dama. La donna, sofisticatissima e scalza, si avvicina mentre sorride e sventola il bordo della gonna…e sembra che ceda al corteggiamento, ma dopo scappa piena di grazia e sensualità. Questa è la marinera: un volteggiare di sorrisi maliziosi, di movimenti rapidi e di fazzoletti. Un ballo del corteggiamento in cui l’amore nasce dal magico movimento dei fazzoletti e che, da quello che si racconta, rappresenta l’impossibile storia d’amore tra una tacchina ed un pregiato cavallo da corsa. Adriana Carolina Osorio Lopez (Perù) LA “MAZURCA” a Mazurca è una danza polacca, il cui nome deriva probabilmente da quello della regione dove essa è nata.Non è possibile risalire con sicurezza alla sua data di nascita, ma gli studiosi la collocano attorno agli inizi del 1500. Per due secoli visse nella semiclandestinità, ballata dai sociali medio-bassi.Nel corso del 1700 questa danza entrò nelle abitudini del popolo, che la ballava in contrapposizione alla “Polka”. La si poneva come alternativa alla polka sotto vari aspetti: musicali, culturali e tecnici. La polka era lenta, la mazurca era briosa;la polka era aristocratica e si ballava nelle corti, la mazurca era il ballo della povera gente. Agli inizi del 1800 si era arrivati a codificare ben 56 figure di mazurca: tra queste, il colpo di tacco che segnava la chiusura di ogni sequenza coreografica. Data l’adattabilità della mazurca e la spettacolarità delle sue figure, col tempo sono stati creati tre binomi di danze:polka-mazurca, quadriglia-mazurca, valzer-mazurca.Comunemente le figure della mazurca vengono ballate con questo passo base: si striscia per una ventina di centimetri il piede sinistro lateralmente a sinistra, si accosta il piede destro al sinistro, si scaccia il piede sinistro leggermente in avanti;poi si ripetono i tre movimenti cominciando col destro.In Italia questo ballo si diffuse, soprattutto al nord, nella seconda metà dell’ottocento. L’antica orchestra Casadei, grazie ad una paziente opera di rielaborazione di brani classici, iniziata nel 1925, ha il merito di averla portata in giro per le piazze d’Italia, facendo appassionare giovani ed anziani a questo ballo, che possiamo definire simbolo di buonumore e di spensieratezza. Sta di fatto che, pur essendo un ballo polacco, oggi la mazurca è considerata, grazie alla sua diffusione con il ballo “li- L • Il mon do i n una scuol a • scio” polacco, oggi la mazurca è considerata, grazie alla sua diffusione con il ballo “liscio”, come parte della tradizione italiana. Iwona Julia Seltenreich e Iwona Odelga (Polonia) “Llenalo de amor” (“Riempilo d’amore”) gni volta che trovi un vuoto nella tua vita, riempilo d’amore. Adolescente, giovane, vecchio, ogni volta che trovi un vuoto nella tua vita, riempilo d’amore. Non pensare: “Soffriro’ “ Non pensare: “Mi inganneranno” Non pensare: “Dubitero’ “ Vai, con semplicita’, con trasparenza, in cerca d’amore. Che tipo d’amore? Non importa: tutto l’amore È pieno di dignita’ e di nobilta’. Ama come puoi, ama chiunque puoi, ama tutto quello che puoi… Ma ama sempre. Non preoccuparti dello scopo del tuo amore, l’amore ha in se stesso il suo scopo. Non giudicarti incompleto se non rispondono alle tue tenerezze, l’amore porta in se’ la propria pienezza. Ogni volta che trovi un vuoto nella tua vita, riempilo d’amore. O Carmencita Castellanos (Honduras) Lo “Haiku” o “haiku” è la piu’ breve composizione poetica giapponese, composta da 17 sillabe sullo schema 5/7/5. Essa include sempre una parola che si ri- L ferisce ad una stagione; bisogna saper esprimere, in poco spazio, le sensazioni che la stagione suggerisce e le proprie emozioni. Durante l’ “Epoca Edo”, il poeta Matsuo Basho (1644-1694), porto’ tale composizione ai piu’ alti livelli letterari. Questa forma poetica è tuttora molto amata. La seguente poesia appartiene appunto alla produzione del grande poeta Basho: (pronuncia giapponese) “Il silenzio shi – zu – ka – sa – ya penetra la pietra i – wa – ni – shi – mi – i – ru frinire di cicale se – mi – no –ko – e “ Mariko Chichii (Giappone) MUSICHE E BALLI BRASILIANI e origini della musica e del ballo brasiliani vengono da molto lontano, quando il Brasile viveva ancora nel periodo della schiavitù dei negri africani e degli aborigeni. Le prime forme musicali sono in afrobrasiliane origine:afoxè, jongo, maracatu, maxixe, samba e altri generi. Nel 1700 nasceva a Rio de Janeiro e a Bahia la divertente musica del barbiere: piccoli gruppi di schiavi che riuscivano a dedicare un po’ del loro tempo libero a suonare vecchi strumenti che venivano loro regalati. Queste sarebbero le prime manifestazioni di musica popolare brasiliana strumentale d’intrattenimento pubblico chiamate”charangas”(bande musicali),molto richieste nelle festività. Tra i più importanti generi musicali brasiliani, ricordiamo L “bossa nova”: canzoni che raccontano la storia di una di una generazione di giovani artisti brasiliani, che sognavano di esportare la loro musica in tutto il mondo. Le prime manifestazioni di questo genere si sono avute negli anni 50 a Rio de Janeiro con compositori, musicisti e cantanti intellettuali, amanti del jazz americano. Un altro genere musicale molto importante è il “samba”che ebbe origine nel xix secolo, durante i festeggiamenti del carnevale di Rio de Janeiro.Tra i balli più caratteristici si ricorda infine il “frevo” nato nel 1890 a Recife.Esso è un ballo di massa con ritmo molto frenetico e contagiante.Questo ballo va eseguito tenendo in mano un ombrello molto colorato e riccamente adornato. Rita Ferreira (Brasile) La “Marinera” L’origine della marinera, danza tipica del Perù, si perde nel labirinto dei secoli. Ci sono ipotesi che affermano provenisse dall’Europa barocca o romantica, che si caratterizzava per le danze di corteggiamento nei saloni, come il minuetto. Le danze in coppia che simulano il corteggiamento sarebbero appunto arrivate in America Latina con i conquistatori spagnoli. Nel caso specifico della marinera, il popolo avrebbe aggiunto le percussioni e il battito delle mani, oltre alle corde e al canto. Altri studiosi ritengono invece che la marinera provenga dalla”zamacueca” (o “mozamala”), danza piena di sensualità, dalle radici africane. Secondo questa ipotesi, dopo l’indipendenza del paese, il ballo fu assimilato dalle classi dominan- ti che vi aggiunsero segni ispanici e francesi, per farlo diventare una danza elegante e da salone. In seguito il ballo fu ribattezzato “marinera” in onore della Marina da Guerra del Perù; oltre all’omaggio nei confronti dell’arma peruviana, il cambio del nome ebbe altre ragioni. Si racconta che durante la Guerra del Pacifico(18791883), i soldati cileni e quelli peruviani intonavano entrambi i testi della zamacueca. Poiché i cileni la chiamavano”cueca” o “chilena” , lo scrittore peruviano Abelardo Gamarra decise di chiamarla “marinera”, senza sapere che dopo più di un secolo quel nome avrebbe indicato la danza più rappresentativa del Perù. Bianchi fazzoletti che sembrano volare nell’aria. Un suono vibrante di chitarre e “cajon” (strumento peruviano a percussione), di tamburi e cornette. Battiti di mani che accompagnano e marcano il ritmo e diventano complici di una fine arte di corteggiamento, di una romantica persecuzione. L’uomo, con il cappello di paglia in mano, imita il passo di un brioso cavallo da corsa e circonda la dama. La donna, sofisticatissima e scalza, si avvicina mentre sorride e sventola il bordo della gonna…e sembra che ceda al corteggiamento, ma dopo scappa piena di grazia e sensualità. Questa è la marinera: un volteggiare di sorrisi maliziosi, di movimenti rapidi e di fazzoletti. Un ballo del corteggiamento in cui l’amore nasce dal magico movimento dei fazzoletti e che, da quello che si racconta, rappresenta l’impossibile storia d’amore tra una tacchina ed un pregiato cavallo da corsa. Adriana Carolina Osorio Lopez (Perù) 15 • Il mon do i n una scuol a • ASPETTANDO LA RASSEGNA “Noisifateatro 2004” 16 In concomitanza con l’apertura della rassegna “il teatro della scuola”, siamo stati inviati a contribuire all’allestimento di una mostra nel centro commerciale di “Pianeta”. “Dall’espressività del viso alla maschera”: questo il tema proposto e trattato negli elaborati “dell’Umberto I” di Lanciano. Il tema è stato stimolante e coinvolgente: gradito, perché abbiamo avuto la possibilità di esprimere i nostri sentimenti ed emozioni tante volte provate, di tradurle in espressioni grafiche diverse, ma tutte efficaci. Tanti i colori,le forme e le tecniche utilizzate. L’attività è stata stimolante ed coinvolgente, perché abbiamo ritrovato a volte voi stessi,impressi in “quella maschera”; altre volte abbiamo un personaggio nel quale avremmo voluto immedesimarci, o con il quale avremmo voluto giocare in uno scambio ed diversità dei ruoli, sempre divertente ed istruttivo. Non si cresce, in fondo, osservando se stessi, interagendo con gli altri in una molteplicità di esperienze e di ruoli, talora cercati, talora imposti i proposti da altri? Ebbene, così i nostri elaborati hanno preso corpo, si sono animati e con essi anche la nostra vita scolastica. Il gioco continuerà… nelle aule e nella “Sala Mazzini” dove assisteremo ai vari spettacoli teatrali allestiti da tante scuole,nei quali ritroveremo ancora personaggi, situazioni e “immagini o maschere”(tanto usate nel teatro dell’antichità), che con magici intrecci ci condurranno in mondi, ogni volta diversi, a farci vivere emozioni sempre nuove ed arricchirci sempre più. Classe II B “Marinando”… “Ostuni”.. al sentire queste parole una parte di me si sveglia e mi annuncia che sono in arrivo ricordi… il mio cuore batte all’impazzata al pensiero di ridestare in me sensazioni uniche , irripetibili ed insostituibili… … Tutto è cominciato un anno e mezzo fa quando la Professoressa Stante è arrivata in classe con un sorriso ed una nuova proposta: Facciamo teatro? Teatro? Andare a recitare monologhi noiosi davanti a tutta Lanciano? “Prof., forse è meglio se lo va a chiedere a qualcun altro!” Ma no! Il teatro dei ragazzi è quello nel quale ogni individuo può esprimersi con massima libertà in spettacoli semplici e “diretti”. E’ questo il teatro? Bè, allora… certo che veniamo!” E così piano piano , passo dopo passo, abbiamo iniziato a lavorare con l’aiuto di un esperto e di un’operatrice scrivendo un copione nel quale il carattere di ognuno rimaneva invariato, mentre il tema principale era l’attualismo INQUINAMENTO. Tutto correva tranquillo , quando un giorno… “ragazzi volete partecipare a “MARINANDO” ? Si tratta di un Concorso per le Scuole Medie . Possiamo partecipare inviando il copione che abbiamo scritto e, se venissimo scelti, potremo regalarci la settimana azzurra a Ostuni!” “Ostuni!?” “Si, è una città della Puglia”. E così pomeriggi passati a provare, torride mattinate di giugno trascorse in una stanza a recitare e, alla fine è arrivata l’entusiasmante notizia: siamo stati scelti! Non ho passato giorni più pieni e più belli di quei sette ad Ostuni:non c’è stato un minuto noioso. La mattina facevamo escursioni a Brindisi, Ostuni città, alla riserva marina di Torre Guaceto, il pomeriggio a provare o in piscina, la sera a teatro per assistere ai lavori delle nove altre classi e…la notte tutti in discoteca, all’anfiteatro del villaggio. Abbiamo conosciuto tanti ragazzi di altre città d’Italia (La Spezia, Napoli, Messina) e abbiamo riscoperta l’unità della III B e la simpatia di due nostre professoresse. Sette giorni che sono durati più dell’immaginabile, che ci hanno fatto divertire, imparare a recitare, scherzare, conoscere ma soprattutto crescere! …Una magia rimasta nel cuore di ognuno di noi la cui luce brilla ancora. Classe III B LA MUSICA, CHE PASSIONE ALL’UMBERTO I! UN SOGNO… UNA REALTÀ La Musica ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella nostra scuola, il cosiddetto “fiore all’occhiello”, come dice il Preside, perché essa è sinonimo di vita, arte, festa, comunità. Il coro, infatti, rappresenta un modo diverso di “fare musica”, di stare insieme con le altre classi, e, si inquadra non solo nella tradizione di questo istituto, ma dell’intero territorio di Lanciano. Tre sono stati i momenti musicali “forti” quest’anno scolastico: la “festa di S.Cecilia”, patrona della musica, che ha visto la partecipazione, tra l’altro, di tutte le classi v elementari di Lanciano, il Concerto degli auguri di Natale con il tradizionale Premio Fanci, e la festa della Musica a fine anno. E’ questo l’appuntamento più emozionante per noi delle prime perché vede riunite tutte le classi della scuola nel grande coro polifonico con più di 300 elementi diretto come sempre da un “grande maestro”, la Professoressa Elvira Giancristofaro. Quest’anno abbiamo scelto come repertorio il “folklore napoletano”, perché da sempre canto internazionale che riesce a rompere ogni barriera perché conosciuto in tutto il mondo. “Santa Lucia, Marchiare, FuliculìFulicolà, O Sole mio, Torne a Surrente “ e tante altre sono canzoni di tutti i tempi e sono amate da tutti perché mettono in risalto la bellezza della natura e il sentimento passionale dell’amore. Noi abbiamo voluto dargli un tocco in più; infatti abbiamo modificato la “monodiconia” della canzone napoletana in un coro a più voci. Non è stato facile ma è una scommessa che vinceremo sicuramente. Classe I C LO SPORT NELLA SCUOLA Cari ragazzi della scuola Umberto I, io sono Andrea un ragazzo che ha passato 3 bellissimi anni in questa magnifica scuola, di questo devo ringraziare gli insegnanti che hanno fatto di tutto per metterci a nostro agio e per impegnarci anche in altre attività scolastiche interessanti come ad esempio l’attività sportiva. Nella scuola media Umberto I le professoresse Ciccocioppo e Bosco ed altri insegnanti curano la preparazione e lo svolgimento di attività sportive diverse che sono: l’atletica leggera, il calcio, la pallavolo, il basket….attività che richiedono molto del nostro impegno ed altrettanta preparazione. Quest ‘anno i risultati sono stati eccellenti, infatti nell’atletica la nostra scuola è arrivata per quanto riguarda la fascia cadetti maschile dei 1000 metri la seconda scuola della regione, nel salto in lungo terza, nel lancio del peso la terza e nei 80 metri la quarta, invece nella fascia cadette femminile prima nel salto in lungo e nei 80 metri. Invece nel calcio è la prima scuola della città e nella pallavolo per quanto riguarda le ragazze la prima, ma per i maschi solo un secondo posto nella competizione cittadina e quest’anno per la prima volta ha partecipato ad un torneo di basket in cui la scuola è arrivata seconda. Io ho partecipato a quasi tutte queste competizioni e mi sono divertito tantissimo. Le attività favoriscono anche la socializzazione tra i ragazzi infatti io ho conosciuto molti ragazzi che hanno vissuto con me queste emozioni ed ho capito che hanno la mia stessa passione per lo sport. Mi raccomando continuate…… Grazie e buona fortuna per l’anno prossimo ciao. p.s.: non dimenticherò mai i pomeriggi passati ad allenarmi e le grandi vittorie conquistate con il sudore. Grazie professori. Andrea Rapino IIIC Ragazzi… Che esperienza Nel corso dell’anno sono state progettate varie attività interessanti e piacevoli, tra cui la musicoterapia. La musicoterapica ha come obiettivi il conoscere meglio se stessi e il proprio corpo, ma ha anche il fine di aiutarci a stare con gli altri e a dialogare con loro, tutto questo in modo divertente e ordinato. È un’ora particolare in cui siamo tutti insieme, in palestra, dove possiamo dire quello che pensiamo senza tener conto dei voti o essere condizionati dalla paura di sbagliare. Ci divertiamo e attraverso dei particolari “giochi”, riusciamo a conoscere i movimenti del nostro corpo, guidati dalla musica e con l’aiuto di tre ragazzi esperti nel campo musicale che sono: Luca, Alessandro ed Emanuela. Discutiamo e programmiamo le varie attività, in questi ultimi giorni, per esempio abbiamo realizzato una storia alla quale è strettamente legata una stretta canzoncina che tratta del tempo, di orologi e degli anni che trascorrono. Alla traccia iniziale sono stati inseriti dei dialoghi, ora rimane solo il metterlo in scena; spero che questo lavoro che è riuscito a coinvolgere tutta la classe e che ci ha fatto divertire riflettendo sia portato a termine in modo ottimale. Questa esperienza mi ha aiutato a conoscermi interiormente e a star bene assieme agli altri; ora so ascoltare il silenzio e riesco a prestare maggior attenzione alla realtà che mi circonda. È stata veramente un’esperienza educativa, interessante e divertente. Silvia D’Ettore 3H VISITA GUIDATA AD ANCONA Osservo dall’alto il panorama. Il porto, la cupola, il cantiere navale, l’enorme paesaggio che abbraccia Ancona, le antiche abitazioni di origine romana e l’immenso mare che sfiora la costa anconetana. Solamente guardare quel paesaggio,il cuore di Ancona, mi dà serenità, non me lo aspettavo, è appena iniziata la visita guidata e sono già sbalordita… sorpresa. Mentre la nostra guida racconta della storia del Duomo, guardo la facciata della Chiesa e, isolandomi dai miei compagni, mi trovo nei secoli passati: le strade e i passaggi antichi, dai barbari assalire Ancona e bombardare e uccidere uomini. Solo quel momento • Il mon do i n una scuol a • mi fa realmente capire la storia passata. D’inanzi l’enorme portale preceduto da una scalinata di marmo bianco, mi sento piccolissima e immagino il Duomo raccontarmi la sua storia. I leoni stilofori di granito rosso di Verona sorreggono due colonne, sul timpano sovrastante il portale, sono rappresentati simboli degli evangelisti. Nella Chiesa, con struttura a croce greca, sono ben conservati il corpo mummificato di San Ciriaco e resti degli altri Santi. La Signora Paola, la guida, racconta una leggenda: gli abitanti di Ancona videro piangere la Madonna rappresentata su un dipinto, ora ben custodito nella Chiesa di San Ciriaco, e, quando Napoleone III lo vene a sapere, ordinò che gli venisse consegnato , così lo avrebbe distrutto dal momento che non credeva a quel che si diceva. Ma poi, mentre lo teneva in mano la Madonna cominciò a lacrimare, così iniziò a crederci e lo fece conservare. Di questa storia si pensa che metà sia leggenda e metà sia verità. Ora mi trovo davanti a monumenti, palazzi, chiese antichissimi distrutti dai bombardamenti e ristrutturati nella seconda metà dell’XX secolo. I palazzi rappresentano tetti spioventi, facciate con disegni di mostri o feste, tipici dell’architettura romanica e greca. Proseguendo nelle viuzze storiche di Ancona, che spero che non vengano mai ristrutturate perché rendono caratteristico ed interessante il cuore della città, trovo il palazzo Ferretti, il palazzo degli Antichi e la pinacoteca dove sono conservate le opere di Tiziano, Caravaggio ed altri pittori noti. Piazza grande è la piazza principale di Ancona di molti anni fa, circondata da case e con in fondo una fontana, una statua ed una chiesa dedicata a S. Clemente. Anch’esse hanno origine greca ed alcuni elementi che fanno pensare ai romanici. Siamo alla fine della visita della parte storica di Ancona, e sul pullman ripenso alle bellezze e alla fortuna che hanno gli abitanti di Ancona di vedere tutti i giorni. Ora aspetta a tutti noi un pomeriggio pieno di sensazioni. Il silenzio ci accoglie nel bosco, come anche l’avventura e il divertimento. Tira un’aria fresca che suggerisce libertà; sento solamente il fruscio di foglie secche e il calpestare rumoroso dei ragazzini. Un ramo si rompe. Silenzio. Qualcuno ride. Qualcuno inciampa. E poi… silenzio. Oppure sono io che immagino silenzio? Guardando lontano osservo qualche sfumatura di colore della natura: il marrone scuro del terriccio e dei tronchi di alberi fermi come guardie, il verde di alcuni germogli di piante spoglie, qualche pietra umida e poi un vasto tappeto colorato di foglie secche. Il bosco ora sembra dormire e il nostro camminare sembra svegliarlo. C’è chi gioca, chi passeggia, chi scherza e chi ride. Poi, sul tardo pomeriggio ci troviamo a giocare, passeggiare, parlare, divertirci e a fare fotografie sulla spiaggia di un luogo che si trova tra Numana e Siloro. Il mare è limpido, trasparente, e, più in là, verso l’orizzonte, prende colore più intenso, sembra quasi nero. Il mare è fermo, “immobilizzato”, la brecciolina, bagnata dall’acqua, aveva diversi colori, pare un mosaico. Mentre rifletto, se levarmi le scarpe e bagnarmi i piedi, la palla con cui giocavano i miei amici entra in acqua e comincia ad allontanarsi. Ormai non c’è più da riflettere, ho sul viso l’espressione di chi non vuole bagnarsi, ma dentro di me penso: ho trovato la scusa . Entro in acqua e “salvo” la palla . Roberta Piucci II D UN PROGETTO INNOVATIVO: LA SIMULIMPRESA La Scuola Media Umberto I si caratterizza per una pluralità di offerte formative e progetti tesi all’arricchimento formativo dell’alunno. Uno di questi è senz’altro quello della Simul Impresa. La simulazione d’impresa nasce dopo un’attenta analisi relativa all’impatto dell’offerta della formazione e dell’istruzione del mondo del lavoro. Tale analisi ha portato risultati che hanno messo in evidenza l’inadeguatezza della preparazione dei qualificati e/o diplomati nei confronti delle esigenze delle aziende dovute alla mancanza di abilità pratiche, alla scarsa conoscenza, di un lungo periodo di inserimento lavorativo con aumento dei costi a carico dell’azienda stessa. Come risposta al gap riscontrato in fase di analisi si è pensato di attivare il modello “impresa Simulata” che è la riproduzione di situazioni reali di lavoro, ed in particolare disciplina: orario, relazioni, situazioni di lavoro, sviluppo della mansioni, lavoro in équipe. Il Programma Simulimpresa è un programma destinato a promuovere la formazione nel campo amministrativo - commerciale, turistico e industriale, attraverso l’esperienza in una situazione simulata di lavoro in tutte le sue relazioni (orario, disciplina, situazione di lavoro, sviluppo dei compiti). L’obiettivo generale che si pone tale programma è quello di dotare gli utenti di competenze professionali nel campo della gestione e amministrazione delle imprese, nel campo dei servizi turistici, nel campo dei processi produttivi, a fronte del loro inserimento nel mondo lavorativo. in ognuna delle aziende simulate si riproduce la struttura di un ufficio di un’impresa di un determinato settore o ramo di attività. Attraverso questo progetto a cui partecipano 25 alunni della nostra scuola, noi alunni veniamo collocati in una vera e propria realtà produttiva nella quale possiamo apprendere e realizzare i diversi compiti richiesti. In questo modo , a fine corso, abbiamo una concezione globale dell’attività d’ufficio, con una pratica equiparabile all’esperienza lavorativa, con capacità di adattamento al posto di lavoro, polivalenza e cultura d’impresa. Ancora una volta un grazie per questa opportunità. Sergio Luzi III C 17 • Il mon do i n una scuol a • CI SIAMO DIVERTITE AD ESSERE GIORNALISTE Questionario per ragazzi della 3^ Media Nell’anno scolastico 2003-04 noi ragazzi della III F abbiamo avuto l’idea di proporre un questionario, anonimo e volontario, ai nostri coetanei. Sono state fatte 28 domande sulle problematiche adolescenziali per conoscere tendenze, abitudini ed aspettative dei quattordicenni. Ne sono stati consegnati 138 e ritirati 125 (alcuni alunni hanno deciso di non collaborare) Alla prima domanda “hai mai fumato?” il 24% ha risposto di sì e il 76 di no; alla seconda “bevi alcol?”Il 19% ha risposto sì, il 41 no e il 40 qualche volta e tra coloro che devono alcolici la maggior parte beve birra e liquori. Alla domanda “Hai mai avuto un/a ragazzo/a?”Più del 50 % ha risposto sì. Nella nostra scuola pochissimi (8%) hanno subito violenza da parte dei coetanei. Le aspettative per l’acquisto del motorino a 14 anni sono alte. Più della metà dei ragazzi pratica calcio, poi danza, pallavolo, tennis, nuoto: possiamo dedurre che in questa scuola ci sono molti sportivi. Al quesito “indossi abiti firmati?” Il 58% ha risposto affermativamente. I ragazzi delle terze che hanno partecipato al sondaggio, per la maggior parte non si piace:di loro vorrebbero cambiare l’aspetto fisico (il 14%) e il carattere (18%). Alla domanda “curi molto la tua persona?” , quasi l’80% ha risposto di sì; di questi il 60% tiene molto all’abbigliamento e ai capelli e poche si truccano. Inoltre è risultato che tutti i tredicenni ascoltano la musica , in particolare quella rock, pop e moderna.Alla domanda “hai il cellulare” solo il 5% ha detto di no e inviano di media più di 5 sms al giorno e ne ricevono meno di 10. Leggono soprattutto riviste e libri, pochi i quotidiani. “Un animale in casa?” l 55% ha risposto positivamente e l’animale che è risultato preferito è il cane , insieme al pesciolino, il criceto, il coniglio e il gatto. In media gli alunni studiano massimo due ore: il 22% andrà al Liceo Scientifico, il 20% al Classico, l’11% all’Industriale, il 9% al Linguistico, l’8 al tecnico Industriale, il 3 % all’Istituto d’Arte, il 2% al Liceo Scientifico-Tecnologico, il 2% al Nautico e l’1%all’Alberghiero. Al quesito “hai scelto autonomamente la tua scuola?” Il 10% ha detto di no:infatti sono stati influenzati dai genitori, dagli amici e dai professori. A diverse domande ci sono stati alunni che non hanno risposto o hanno dato riposte generiche. I risultati ci sono apparsi abbastanza realistici e quindi si deduce che i nostri coetanei hanno risposto sinceramente. Ci siamo divertite a scrivere domande indiscrete , a spiare le facce arrossate di alcuni ragazzi quando hanno letto delle domande piccanti, a raccogliere i dati e a rielaborarli, insomma ad essere delle giornaliste per un giorno!… Michela Pompa, Antonella Geniola III F 18 LA MIA M I T I C A I I I B Desidero scrivere a questo giornale per esprimere al mondo l’angoscia al pensiero dell’ultimo giorno di scuola. Mi sembra ieri il primo, quando sono entrata in questa scuola, ignara di quanto mi ci sarei affezionata. Sono passati tre anni, tre eterni anni in cui sono cresciuta grazie a 28 ragazzi speciale e rari da trovare. Ho passato tre anni in una classe stupenda, nella quale hanno regnato tanto odio quanto amore. Amore sincero, puro, che va oltre i limiti dell’amicizia e supera ogni cosa. Ho passato tre anni divertendomi… forse, qualche volta, in maniera eccessiva! Ho avuto tantissime incomprensioni, moltissime delusioni…e altrettanti rapporti meravigliosi, che mi hanno sostenuto nelle mie crisi e aiutato nei momenti difficili. Ci sono stati periodi in cui provavo odio per qualche mio compagno… periodi terminati, passati, sui quali ho scritto fine. C’è ancora qualcuno a cui non riesco ancora trasmettere il meglio di me, ma credo sia naturale: non siamo tutti uguali, ed è proprio questo il lato migliore della III B: la diversità, l’essere differenti ma uniti, sempre. Saluto i professori, la scuola, le classi, dicendo loro un ultimo, sofferto addio. Non dimenticatevi mai la III B, l’unica, ora ci vuole, oltre ogni previsione !!! Elisabetta Listorti III B CHE MATEMATICI ALLA “UMBERTO I“ !!! Come da diversi anni , sotto la responsabilità del Prof. Mongia, si svolgono nella nostra scuola le semifinali della Provincia di Chieti dei CAMPIONATI INTERNAZIONALI DI GIOCHI MATEMATICI , giunti ormai alla diciottesima edizione nel mondo e organizzati in Italia dall’Università Bocconi di Milano. Le semifinali si sono svolte il 27 marzo 2004 con 344 iscritti arrivati all’Umberto I da tutta la provincia. Di questi si sono classificati , per la fase finale a Milano ben 30 concorrenti, divisi in diverse categorie. Alla finale del 15 maggio presso l’Università Bocconi, i ragazzi del chietino hanno ottenuto brillanti risul- tati e due ragazzi della nostra scuola , nella categoria C1 (prima e seconda media) su 880 concorrenti si sono piazzati con grande onore: DI TULLIO FRANCESCO della II F , undicesimo, e FEBBO DANIELE della II A settantacinquesimo. Davanti a questi risultati non possiamo che inchinarci e affermare senza timore di essere smentiti : “CHE MATEMATICI, ALL’Umberto I”. Siamo orgogliosi dei nostri ragazzi che sono riusciti, per logica, intuizione e fantasia, a portare il nome della nostra provincia e della nostra scuola ad un livello così alto. La redazione • Il mon do i n una scuol a • La 1F presenta il suo progetto lettura. La 1 B presenta il suo progetto di scrittura creativa 19 LA LIBERTA’ DI ESPRIMERSI E’ IL BENE PIU’ PREZIOSO (Dalla favola al racconto: manipolazione della favola Il lupo e il cane) Era il 12.10.1990, due amici che avevano frequentato insieme “l’Accademia delle Belle Arti” si incontrano. Chi si rivede! - dice Massimo - Come stai? E che fai nella vita? – replica Federico Sto bene, sai … dipingo dei quadri basandomi sulla mia creatività, però non ho l’approvazione dei critici.Io sto facendo carriera con il mio lavoro di disegnatore progettista.Io, invece, non ho fatto quella carriera che si prospettava un tempo, visti i miei successi scolastici: vendo i miei quadri nel mio povero quartiere sperando che qualche turista l’acquisti.Se vuoi c’è posto anche per te , basta che presti lo stesso servizio al mio datore di lavoro.Che servizio?Devo progettare e disegnare quello che mi propongono e guadagno ben 3.500 euro al mese!Per me è un’ottima idea, in confronto a quello che guadagno io , questa è …DALLA FAVOLA “Il Lupo e l’agnello di Fedro” LA VITA E’ BELLA … MA SOLO PER POCHI In un piccolo paese viveva un operaio straniero con una famiglia numerosa. Era impiegato presso una fabbrica. L’uomo lavorava notte e giorno senza ottenere un guadagno sufficiente per sfamare la sua famiglia. Un giorno il datore di lavoro disse all’operaio: “per quello che ti pago tu non lavori per niente”. “Veramente io lavoro tutto il giorno e anche la notte se c’è bisogno.” E il datore replicò .” si ma non svolgi bene il tuo lavoro”. Rispo- se l’operaio: “ Finora nessuno si è lamentato, anzi tutti hanno sempre elogiato il mio operato:” A questo punto l’imprenditore esasperato ribattè: “Per la tua presunzione dovrei licenziarti, ma, siccome sono generoso, ti terrò ancora a mio servizio, però ti dimezzerò il salario:” Le persone prepotenti vogliono sempre prevaricare su quelle più oneste, deboli e bisognose, ieri, come oggi. Rea Daniela, Cieri Roberta, Mango Federica, Stante Alessandro I B veramente un’occasione da non perdere.I due si incamminano , poi Massimo chiede a Federico: - Prima di andare dal tuo datore voglio vedere dove e come si svolge il tuo lavoro.- Arrivati, massimo guarda tutti con occhi strani e dice: - Amico chi ispira questa gente a fare questi quadri?Oh semplicemente il datore ci dice cosa dobbiamo fare e come dipingere, se alla fine del mese non riesci a svolgere il tuo lavoro sei licenziato.Ma se si vuole fare qualche cosa di creativo, basandosi sulla propria ispirazione, si può? Non credo te lo permetterebbero.Massimo allora risponde- Addio caro amico, goditi pure le gioie, ma io non baratto la mia libertà.Ludovica Zulli, Colucci Francesco, Sammaciccia Gessica, Lannutti Lara I B CI PRESENTIAMO: SIAMO GLI DEI DELL’OLIMPO Ciao! Io sono Artemide, la dea della caccia e sono la gemella di Apollo, dio della luce e della musica. Noi siamo figli di Zeus insieme a tanti altri: Atena, Efesto, Afrodite Ares… ognuno di noi è un dio e quindi vorremmo tutti comandare sugli altri , però ci pensa papà a metterci in riga. Abbiamo un fratello dispettoso, questo è Ares che, essendo dio della guerra, mette sempre zizzania. Atena, mia sorella dea della saggezza, si fa la saputella con me e i miei fratelli. Efesto invece ci costruisce a tutti le armi perché lui è il fabbro dell’Olimpo.Afrodite, la più bella, ci fa morire d’invidia perché tutti gli uomini cadono letteralmente ai suoi piedi. Mio padre è un donnaiolo: basta che si muova una gonna , lui subito si innamora e, anche se mia madre Era lo scopre, sa come mentire. Ora vi saluto, la mia estetista mi aspetta. D’Amelio Valentina I G • Il mon do i n una scuol a • Il mondo in una scuola La Redazione del giornale d’istituto anno scolastico 2003/2004 saluta le classi III CAPO REDATTORE: - Mattia Polito. VICE-CAPO REDATTORI: - Sergio Luzi, Silvia Mitelli. SEZ. CULTURA: - Elio Piccinini, Mattia Taddeo. SEZ. ATTUALITÀ: - Lorenzo Ucci, Sergio Luzi, Claudio Pizzuti, Mattia Polito. III A SEZ. VITA DELLA SCUOLA: - Andrea Rapino, Matteo Bomba. III B SEZ. C.T.E.P.: - Cristina Castello, Alessandra Rosati, Ilenia Di Francescantonio. SEZ. FINESTRA SULL’EUROPA: - Federica Consalvo, Chiara Colaizzi, Silvia Mitelli. SEZ. NATURA: - Giada Ruggiero, Giulia Castrignanò, Lucia Fantozzi, Monica Colacioppo. III C SEZ. SPORT & MOTORI: - Riccardo Cotellessa, Matteo Granà, Lorenzo Di Martino, III D SEZ. CINEMA: - Valentina Marcucci, Alessandra Rosati, Claudio Pizzuti, Aldo D’Autilio, Antonella Cipolla. SEZ. MUSICA: - Luca Basilischi, Mattia Taddeo, Roberta Nasuti, Sara Di Corinto. III E DIREZIONE ARTISTICA: - Aldo D’Autilio. III F INVIATI SPECIALI: - Andrea Rapino, Matteo Bomba, Lorenzo Di Martino, Matteo Granà, Claudio Pizzuti. COORDINATORE: - Prof. Rosalinda Madonna III F COLLABORATORI: - Il dirigente scolastico, tutti i docenti, alunni della scuola e del Centro Territoriale Educazione Permanente III H