montaggio giornalino 2003-2004

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montaggio giornalino 2003-2004
GIORNALE D’ISTITUTO
Anno scolastico 2003/2004
SCUOLA MEDIA STATALE “UMBERTO I”
Lanciano e Sez. di Frisa - Centro Territoriale Educazione Permanente
HO VISTO LE IMMAGINI TRASMESSE DA AL JAZIRA
Ho visto le immagini trasmesse da Al Jazira,
televisione araba, e quelle della Cnn, televisione americana, sulla cruenta battaglia di Falluja.
Erano corpi di donne, uomini, bambini straziati dalle superbombe americane, fra le rovine
delle loro case o nel caos di macerie e polvere.
Non so come vivessero, non riesco ad immaginare come abbiano vissuto in una città,
grande come Bologna o Firenze, assediata, senza acqua e senza viveri, sotto le bombe lanciate
da degli aerei.
Mi viene difficile pensare come in quegli aerei ci possa essere una persona umana come pilota, che ha in un bottone il potere di lasciar vi-
vere o di uccidere centinaia di persone; eppure
è così : dentro quegli aerei ci sono uomini giovani che ricevono ordini da un loro superiore,
nei loro attendamenti mangiano pasti regolari,
scherzano tra amici e telefonano a casa per sapere dei loro figli o delle loro mogli.
Ho anche rivisto, durante uno scontro a fuoco, gli occhi terrorizzati di persone che fuggivano, di militanti arabi colpiti, di marines feriti,
quegli occhi non mi sembrano diversi da quelli
delle vittime dell’11 settembre, della gente palestinese o israeliana, della gente di Madrid, tutti
colpiti dal lungo braccio della violenza.
E purtroppo nel mondo di oggi la violenza
è in continua espansione, non voglio analizzare
il perché di questa violenza, ma solo fare una
constatazione: la violenza causa violenza. Con
il sangue di innocenti non si risolve niente.
Ed è per questo che il nostro dovere come
uomini di questo pianeta è di non parteggiare
per i terroristi, di non parteggiare per i soldati,
di non parteggiare per le persone che vogliono
o che hanno voluto questo conflitto, il nostro
dovere è quello di parteggiare per la pace nel
mondo per poter vivere finalmente in un mondo migliore.
Il Direttore Responsabile
PERCHÈ UN GIORNALE A SCUOLA
Sono molti i motivi per cui abbiamo scelto di realizzare un giornale
d’istituto.
Innanzitutto per avere e per dare
ai ragazzi un’idea di come si svolge un giornale anche perché rimane sempre un mezzo importante di
confronto e di sfida ai tempi .Per
noi, poi è diventato strumento per
coinvolgere tutti, per scambiarsi
idee e pareri, riflettere insieme su
temi scottanti , esprimere le proprie idee e far conoscere i propri
pensieri tra gli alunni delle varie
classi e gli adulti del CTEP e, in
definitiva, un nuovo modo di comunicare e di fare scuola Realizzarlo però è stato tutt’altro che facile, anche perché come finalità c’è
anche quella di lavorare in gruppo
e quindi la sua attuazione ha richiesto una buona dose di fatica e
di impegno da parte di ognuno di
noi. Tutto ciò ha occupato infatti
molto tempo per svolgere gli articoli, creare e disegnare i loghi, organizzare gli incontri, lavorare al
computer, selezionare gli articoli,
costruire i vari menabò a livello
cartaceo. La nostra classe, la 3C,
che ha svolto l’attività di redazione, si è divisa i compiti e le responsabilità: capi redattori, segretaria
di redazione, inviati speciali e responsabili delle varie sezioni che
dovevano essere inserite nel nostro
giornale e che abbiamo scelto insieme: cultura, attualità, vita della
scuola, finestra sull’Europa, natura, CTEP, sport e motori, musica e
cinema.
Con questo vogliamo dire che il
giornale è stata anche un’esperienza significativa che ci ha aiutati a
crescere e soprattutto a migliorare
le nostre capacità di stare con gli altri, di arricchire le nostre conoscenze scolastiche in modo diverso, in-
tegrare le nostre conoscenze extrascolastiche, approfondire la nostra
sfera linguistica, intellettuale e sociale.
Per concludere vorremmo ringraziare il Dirigente Scolastico Prof.
Renato Monteferrante, sempre sensibile quando si vuole dare una risposta concreta all’esigenza di incontrarsi e di vincere, in molti casi,
il disagio, in altre parole la profonda esigenza di comunicare da parte dei ragazzi; i docenti, gli alunni
di tutte le classi e gli adulti del
CTEP che hanno partecipato e ci
hanno permesso di realizzare questo entusiasmante progetto.
La Redazione
ALLA UMBERTO I IL GIORNALE FA “CENTRO”
“NOTIZIE DALL’INTERNO”
DUE PILASTRI DELLA UMBERTO I LASCIANO LA SCUOLA
La comunità scolastica dell’Umberto I non può non ringraziare due professori
che quest’anno lasciano la scuola per vivere un’altra avventura: il meritato e, di
questi tempi agognato, pensionamento: la Professoressa Elvira Giancristofaro,
docente di musica e il Professor Franco Di Nenno, docente di lettere, da più di
30 anni “pilastri educativi” della nostra scuola. Come non ricordare, dell’uno,
l’allegria, la positività, la capacità di sorridere a tutti, e poi il coro, il grande coro dell’Umberto I, un suo capolavoro di maestria, caratterizzante punto di riferimento per ragazzi, docenti e genitori, ed il suo forte senso di appartenenza a questa scuola che le faceva dimenticare piccoli dissapori e le faceva sognare cose grandi per il superiore bene della comunità. Grazie Elvira. Dell’altro,la
sua profonda cultura sempre a braccetto con una grande umanità, il suo rigore educativo che si traduceva sempre, alla fine, nel suo essere amico e padre di
tanti ragazzi, soprattutto di quelli più in difficoltà, l’avere sempre difeso e potenziato lo sport e i suoi autentici insegnamenti, il suo non volersi appiattire su
posizioni conformiste e cercare sempre nei valori dell’anima la strada maestra
per se’ e per i suoi alunni. Grazie Franco.
All’interno del Progetto Giornale d’istituto e su iniziativa del quotidiano “IL
CENTRO”, 200 ragazzi della nostra Scuola hanno avuto l’opportunità di leggere
in classe il giornale, ricevendo per una settimana , da lunedì 19 aprile al 24 , una
copia gratuita de IL CENTRO per alunno e un quaderno di lavoro da cui è nato
anche questo nostro giornale d’istituto. La presa di coscienza del ruolo della comunicazione e quindi dei processi linguistici nella formazione umana accentua
l’importanza di questa iniziativa che ha
fornito ai ragazzi, grazie ad un approccio
coinvolgente ed attivo, l’opportunità di
SOMMARIO
potenziare le abilità necessarie non solo
per la conoscenza della realtà locale , ma
Attualità
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per produrre realtà comunicative diverse
Cultura
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da quelle istituzionalizzate.
Natura
pag. 6
La SCUOLA MEDIA UMBERTO I DI
LANCIANO ringrazia IL CENTRO
Musica
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disponibile nel dare non solo stimoli posFinestra sull’Europa
itivi che comunque promuovono cultura,
pag. 8
educano al confronto delle idee e alla comunicazione attraverso codici e registri
Cinema
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linguistici diversi,ma anche stimoli conSport
pag. 11
creti che aiutano i ragazzi a sviluppare
C.T.E.P.
pag. 13
l’elaborazione creativa e, con la mediazione dei docenti, diventa valido struVita della Scuola
mento complementare per la loro forpag. 16
mazione umana e culturale.
• Il mon do i n una scuol a •
Guerra
e pace
2
La pace nel mondo: tutti ne
parlano; chi scrive canzoni, chi
partecipa a marce e manifestazioni, chi sventola bandiere…
ma chi vuole veramente realizzarla?
Ogni giorno sentiamo parlare
della guerra che, anche se non viviamo in prima persona, c’è e ci sarà
sempre, continuando a portare morti e tragedie, a meno che non si decida di gettare le armi, smettendo così di strappare al popolo la vita
dei loro familiari.
La guerra è nata con l’uomo; ma se è vero che la storia ci insegna a
non sbagliare più, perché ci ostiniamo a metterci l’uno contro l’altro…?
Questi grandi conflitti hanno portato cambiamenti nel mondo, nella
nostra società, in ognuno di noi e in tutte quelle persone che vivono
con il terrore che la loro casa possa essere bombardata da un momento
all’altro.
Basta ferire i nostri animi, uccidere i nostri simili…: uccidiamo la
guerra e tutto ciò che essa porta!!!
Pensare che milioni di persone perdono la vita durante sanguinosi
conflitti, con dignità e orgoglio, per difendere la propria patria. Come i
quattro italiani sequestrati da un gruppo terroristico chiamato: “la
Falange di Maometto” composta da ex-agenti di sicurezza di Saddam.
L’italiano morto che ha dimostrato grande coraggio e forza d’animo, si
chiamava Fabrizio Quattrocchi; gli altri tre sequestrati sono Maurizio
Agliana,Salvatore Steffio e Umberto Cupertino, le quali famiglie vivono giornate angosciose e colme di incubi, aggrappate alle notizie televisive, con la speranza che il telefono squilli portando buone nuove…Proprio così, i familiari dei “tre prigionieri di guerra”, come in
fondo tutta Italia, non possono che pregare e continuare a sperare.
Tutti ci auguriamo di poter tornare a vedere nella volta celeste le stelle e l’arcobaleno e non più il fumo delle bombe …
Catalano Federica,
Salerno Martina III B
PIANETA DROGA
Il cosiddetto “pianeta droga”è il mondo in
cui entrano molti giovani che cercano un rifugio, un nascondiglio, qualcosa di nuovo
da scoprire.
Questo mondo però, è un castello di carte,
prima o poi crolla e ci si rende conto che il
peggio deve ancora venire. Tutti i sogni, le
speranze e le illusioni per cui si entra in
questo mondo sono falsi: la droga ci distrugge, ci rovina e ci fa perdere la stima degli altri.
In Europa questo fenomeno è in continua
crescita, il podio è detenuto da Lussemburgo, Italia (8 persone su 1000) e Regno Unito
(7 persone su 1000). Considerevole l’uso an-
IL MURO IN PALESTINA
Salve, il mio nome è Iron e
sono una ragazza palestinese.
Come tutti sapete il mio Paese
è, da molti anni ormai, in lotta
con Israele. Nelle città la guerriglia non si ferma mai, e la
paura che, girando l’angolo,
non si possa più tornare indietro divora tutti, specialmente i
ragazzi.
Io soffro ancora di più perché la mia migliore amica, l’unica di cui mi vidi veramente,
è israeliana.
Una delle tante cose che ci
fa soffrire in questo periodo è
il fatto che presto dovremo separarci per sempre, dato che i
nostri popoli presto costruiranno un muro per dividersi,
ma noi non lo vogliamo!
Questo non è giusto! Ci serve un piano per cercare di fermare i lavori, ma è impossibile!
Ma noi sappiamo che ce la
faremo, riusciremo ad impedire
la sua costruzione, lo sappiamo
perché l’amicizia che ci lega è
più forte di tutto, e niente e nessuno potrà dividerci, nemmeno
l’odio tra due popoli.
Anche a scuola le cose sono
precipitate, i nostri compagni
si comportano esattamente come i nostri genitori, vanno in
giro lanciando sassi e urlando
all’esercito israeliano, la guerra ora non è più solo nelle strade, ma anche dentro di noi.
Vedere un sorriso sincero
sul volto di qualcuno non è
che in Svezia (7 persone su 1000).
I dati in generale per
l’Europa sono allarmanti:
- un milione e mezzo sono i drogati in Europa
- 7000 persone muoiono ogni anno per overdose
- il 3% degli adulti ha provato la cocaina
- 40 milioni di persone hanno provato la
cannabis o, come viene comunemente detta,
lo spinello
- di questi 40 milioni, l’1/5 dell’uso viene
fatto da ragazzi con l’età compresa tra i 15 e
i 16 anni e il
1/4 tra i 16 e i 34 anni
Fortunatamente, almeno nel duemila, il fenomeno cala: il 40% dei ragazzi considera
“in gamba chi non usa la droga” e per il
3°anno di fila, un numero crescente di ragazzi tra i 13 e i 18 anni, considera superati,
spinello e pasticche.
Tuttavia sono 217 milioni i consumatori in
tutto il mondo. Ci sono naturalmente perso-
più cosa facile, la guerra condiziona anche noi giovani, siamo destinati a crescere in un
mondo in cui i protagonisti sono la guerra, la paura e il terrore.
Il progetto per la costruzione del muro è ormai ultimato,
io e la mia amica Isabella non
sappiamo ancora come fermare questa pazzia…
I giorni passano inesorabili, la costruzione del muro è
ormai iniziata e presto saremo
separate per sempre… speriamo che ci venga in mente
qualcosa, o il simbolo dell’odio verrà completato…
Questa mattina Isabella ha
avuto un’idea molto difficile
da realizzare, ma è la nostra
ultima speranza: io e la mia
amica ci vedremo davanti al
muro questa notte (e se la pazzia continuerà anche le prossime) e distruggeremo tutto ciò
che viene costruito di giorno.
I nostri tentativi di distruggere il muro sono stati vani,
siamo sempre più stanche e il
muro viene costruito sempre
più in fretta, come se non bastasse, la guerriglia non si ferma, i colpi di cannone si sentono sempre più spesso, sembra
che il nostro gesto sia servito
solo ad aumentare l’odio tra le
popolazioni, tutti accusano
tutti e la morte e la distruzione
prendono il sopravvento…
Valentina Marcucci III C
ne più a rischio di altre, i soggetti che hanno maggior facilità a procurarsela sono
quelli che hanno una minore istruzione o
che non finiscono la scuola dell’obbligo.
Nella fascia adulta, a maggior rischio sono
quelli con problemi psichici e una debole
personalità.
Un errore comune che viene fatto è quello
di considerare le droghe tutte uguali e più
pericolose di fumo e alcool.
La droga si divide in 2 fasce principali:
- le droghe leggere, come hashish e marijuana
- le droghe pesanti, come ad esempio l’eroina, la morfina e sostanze simili all’oppio
Il modo migliore per uscire da tunnel è quello di farsi ricoverare in un istituto specializzato. Altra cosa importante da farsi è ridurre
sempre di più l’utilizzo fino a smettere.
Certo, la cosa migliore da fare è non entrare
mai in quel tunnel buio e pieno di curve.
Lorenzo Ucci III C
• Il mon do i n una scuol a •
GENOCIDIO IN RUANDA - 10 ANNI DOPO
Dieci anni fa, nell’aprile del ’94, con l’abbattimento dell’aereo che trasportava dal Ruanda al
Burundi i presidenti di questi due paesi centroafricani, aveva inizio il più grande massacro
interetnico nella storia del continente nero.
Tanti furono i morti nei tragici 100 giorni del genocidio delle civiltà Tutsi ed Hutu. Era la “svizzera africana”, oggi è un paese dove il 70% dei
bambini soffre di malnutrizione.
Alla base di tutto ciò, c’è una situazione politica poco stabile e nelle zone di confine con i paesi vicini, guerriglie spargono, purtroppo, anco-
LA SCIENZA
DEVE FERMARSI?
Una delle maggiori preoccupazioni del
mondo di oggi è quella del progresso
scientifico. Ma come è possibile? Perché
non sempre infatti le scoperte diventano una vittoria, un traguardo ambito,
ma possono scatenare delle grosse contraddizioni e lacerazioni. In effetti la
scienza è sinonimo di progresso , ma
può essere anche immoralità. E’ progresso perché con l’avanzare della
scienza il benessere dell’uomo si pone a
livelli alti, ma è anche un pericolo perché le sue scoperte possono essere anche usate immoralmente. Questo è il caso oggi della clonazione e, nel passato,
della bomba atomica. Il pericolo è proprio questo: con la scienza oggi bisogna
essere particolarmente cauti perché può
accadere che le scoperte possono diventare un male e possono nuocere alla collettività. L’uso, infatti , di questo continuo avanzare non è sempre giusto. La
scienza allora deve fermarsi o continuare? La risposta è tutta nell’uso che se ne
fa… Secondo me è giusto che la scienza
continui a progredire ma con delle precauzioni: la scienza infatti deve continuare il suo cammino ma solo per favorire il benessere della umanità, deve
progredire per il bene della società e
non per distruggerla.
La scienza deve avanzare ma senza violare i diritti dell’uomo e senza che se ne
faccia un uso illegittimo o peggio ancora immorale. E’ il caso della clonazione.
Certo i vantaggi ci sono, ma gli svantaggi li superano: si rischierebbe, infatti,
in questo caso, di ridurre le forme viventi a sterminati eserciti di replicanti,
privi di caratteri originali e di individualità. Allora se è vero che l’entusiasmo verso la scienza può essere condiviso perché apre orizzonti impensati e
considerevoli vantaggi pratici, essa però deve procedere con molta cautela per
evitare che vengano calpestate le più
elementari norme morali.
ra sangue.
I bambini del Ruanda in particolare, sono stati
testimoni di una feroce violenza; molti di loro
hanno perso madre e padre, altri sono stati vittime di violenze sessuali e atrocità brutali.
Ancora oggi, tutti noi abbiamo il dovere di promuovere il processo di riconciliazione, e fare in
modo che questo non possa mai più accadere,
cercando di restituire dignità a quelli che ne sono vittime, attraverso la commemorazione e alleviando le loro sofferenze
Sara Di Corinto 3C
Perché la droga?
Il fenomeno della droga, anche se si è sviluppato con
grande rapidità nell’ultimo
secolo, ha radici molto lontane; già nei tempi antichi varie popolazioni conoscevano
molto bene gli effetti allucinogeni di determinate erbe.
L’uso che se ne faceva non
era però, come oggi, di tipo
“voluttuario”, ma le funzioni prevalenti della droga
erano di tipo terapeutico
(per vincere la fatica o i morsi della fame, come per gli
antichi Indios o, attualmente, come per i Campesinos
delle Ande) o di tipo rituale e
quindi essa era riservata a un
numero limitato di persone
(stregoni, sacerdoti, guaritori) o era permessa solo in alcune situazioni (feste religiose, celebrazioni belliche).
Durante il secondo conflitto
mondiale, le anfetamine diventarono invece delle vere
e proprie droghe di guerra,
destinate ai soldati per sollevare il morale e renderli più
combattivi.
Solo negli anni ’70, che si
giungerà ad un vero e proprio “consumo di massa”
della droga. In questi anni,
che segnarono l’epoca della
contestazione, i giovani l’adoperavano come una risposta “alternativa” ai problemi
sociali mentre, attualmente,
essa contraddistingue soprattutto un comportamento “trasgressivo”.
Sono state condotte molte
inchieste sulle motivazioni
che portarono i giovani all’assunzione di droga. Da esse risulta che la maggior
parte dei ragazzi si droga
perché si sente incapace di
affrontare la realtà e per un
senso di insicurezza (il 26%),
altri perchè “sentono un
vuoto interiore e un senso di
inutilità” (il 19%); il 12,6%
ammette di fare uso di stupefacenti “per noia e per un
desiderio di nuove esperienze” e solo il 3,1% dichiara di
drogarsi per esprimere una
“protesta sociale”.
Tutto ciò evidenzia la fragilità di base dei giovani, l’incapacità d’affrontare la realtà e
l’assenza di valori a cui fare
riferimento.
I giovani di oggi accusano
quindi, una mancanza di
rapporti sinceri (amore, amicizia), di una fede religiosa e
di ideali in cui credere. Sono
invece secondarie le ragioni
che riguardano l’insicurezza
riguardante il futuro.
In conclusione, tutti gli
esperti sono d’accordo nel
confermare l’esistenza di un
legame fra le tossicodipendenze giovanili e la presenza di cause profondamente
legate alla sfera dell’affettività e delle esperienze educative, ed è per questo che
giocano un ruolo fondamentale, per la prevenzione alla
tossicodipendenza, la famiglia e la scuola.
Fini Elena III E
Ostaggi in Iraq
Ancora paura per i tre ostaggi in Iraq,
dopo la morte di Fabrizio Quattrocchi.
Il “giallo del telefonino” di Francesco
Cupertino, i tentativi di chiamata su
quello di Maurizio Agliana e Salvatore Stefio si sono rilevati inaffidabili,
perché i telefonini potrebbero essere
stati ceduti ad altri.
Dopo che la televisione araba “Al Jazira” ci ha mostrato i tre ostaggi fortunatamente ancora vivi, cresce l’angoscia nelle loro famiglie e in tutti noi
per il vile ricatto che hanno fatto a tutta la comunità italiana; hanno chiesto
di fare entro 5 giorni una grande manifestazione pacifista (che poi si è tenuta il 1°maggio, nella capitale) per
simpatizzare con questi fanatici, che
non possono essere considerati né religiosi né politici. Contemporaneamente, hanno chiesto il ritiro di tutti i
soldati italiani che sono in Iraq per
aiutare la popolazione civile dopo la
guerra.
Lucani Fausta I C
Bandiere di pace
Un gruppo estremista iracheno ha
preso in ostaggio quattro ragazzi di
nazionalità italiana che si trovavano
in Iraq per lavoro. Ragazzi partiti con
progetti e sogni da realizzare in quella
terra dilaniata dalla guerra e dalla disperazione e dove truppe italiane sono impegnate e cercano di apportare
pace e libertà. Uno di loro è stato barbaramente ucciso, sono tre i ragazzi
ancora in vita. Il gruppo estremista fa
le sue richieste: “le truppe italiane devono lasciare l’Iraq per avere indietro
gli ostaggi”.
L’Italia può arrendersi di fronte a tale richiesta? Può rischiare di lasciare il paese in mano a ribelli? A nuovi Saddam?...
Intanto nel nostro Paese bandiere per
la pace tornano a sventolare dai balconi, si organizzano cortei, preghiere comunitarie e nella mente di tutti è
stampata l’immagina trasmessa ovunque dei quattro ragazzi nelle mani degli estremisti.
Crognale Alba I C
Silvia Mitelli III C
NORD E SUD DEL MONDO
Milioni di esseri umani muoiono di fame in India, in Pakistan, in Etiopia, nelle regioni del Sahel, in altri Stati colpiti da siccità e carestie; nei
paesi ricchi, invece, si gettano tonnellate di frutta, verdura, carne e pesce quotidianamente.
Le cause del sottosviluppo sono tante e complesse; oltre all’indifferenza, all’avidità e al pregiudizio dei paesi ricchi, un grave ostacolo sono
anche i governi dittatoriali, che per conservare il
loro potere investono capitali sugli armamenti.
Tutte quelle persone che vivono nei Paesi sottosviluppati non hanno libertà e se ce l’avessero, a
che cosa servirebbe se si è in uno stato perenne
di sottonutrizione, di malattie, di ignoranza e di
umiliazione, tali da renderle simili alle bestie.
Il divario immenso che c’è tra il reddito dei paesi ricchi e quello dei paesi poveri ci spaventa,
poiché ci fa sapere che il reddito medio nei 20
paesi più ricchi nel mondo è pari a 30 volte quello dei 20 paesi più poveri. Questa realtà può suscitare sentimenti avversi contro l’attuale configurazione economica mondiale.
Inoltre, la fame di massa, può condurre alla
guerra, perciò finche ci sarà la fame nel mondo,
la pace non potrà imporsi.
Ed infine concluderei dicendo che per sconfiggere la fame, occorrono non solo le parole, ma
anche un’effettiva volontà politica internazionale, affinché la “Carta dei diritti umani” diventi
realtà.
Secondo me, per aiutare i paesi poveri non bisogna solo dedicare programmi per aiutarli, ma
cercare di insegnar loro le varie tecniche di coltivazione, fondare scuole, istruirli, affinché loro
possano finalmente camminare da soli.
Sara Di Corinto IIIC
3
• Il mon do i n una scuol a •
Autoritratto
Gli occhi
Cinesini
Che se sorridon sembran mandorle
Ti parlano senza voce.
Una luce spenta,
la buia notte
la fitta foresta ti travolge,
neri come il carbone
come la barba di un omone.
Sempre fissi, a pensare l’impensabile
Ad immaginare l’inimmaginabile
Così che il nero diventa bianco
Così che il forte diventa stanco.
Le orecchie
4
Piste da corsa
Tortuose e piene di pericoli
Autostrade senza fine
Labirinti senza uscita
Il frastuono di una gita;
un tuono esorbitante
una mosca svolazzante
delle scarpe col tacco in suola
mille passi fuori di scuola
mille passi senza meta
le mie orecchie odono dalla A alla Z.
Caro diario,
oggi vorrei commentarti un brano tratto da un romanzo che racconta le esperienze di un soldato
tedesco al fronte durante la I Guerra Mondiale. Il Titolo del romanzo è “niente di nuovo sul fronte
occidentale” ed è un’accusa al fatto che la morte di soldati comuni non fa storia perché in fondo si
tratta di guerra e i massacri non stati già preventivati e poiché poi quello che conta è prevalere sul
nemico e non importa a nessuno i costi che questo può portare in termini di vite umane e di miseria nel popolo. Le persone che decidono, tanto, non vanno a morire al fronte, e mentre c’è guerra e
c’è gente che muore anche per loro, i potenti staranno tranquillamente giocando a scacchi o sorseggiando una tazzina di thè. Perché rammaricarsi tanto per la morte di migliaia di soldati al fronte se poi potrò ottenere in cambio milioni e miliardi in monete? Basta convincere il popolo di andare verso la gloria, vittoria sicura, riconoscimenti, magari più cibo, senza dichiarargli, in verità,
che si va verso morte sicura o quasi, e non importerà più a nessuno se si ha vinto o perso.
La guerra non porta nulla a nessuno, infatti la povera gente dei vinti soffrirà la fame tanto quanto
la povera gente dei vincitori. La guerra non sarà mai giustificata o giustificabile quando si aggredisce e si costringe alla brutale violenza dell’uomo contro uomo, alla distruzione di famiglie, città
o interi stati: la guerra è il capriccio dei potenti ed il massacro degli innocenti.
Caro diario, spero che tu possa capire quello che dico : non c’è guadagno o ricchezza che possa riparare la perdita di una vita umana e nessuno ha il diritto di manipolare o privarci del nostro diritto principale: il DIRITTO ALLA VITA.
Mattia Polito III C
“LA STORIA DI IQBAL”
La storia di Iqbal di Francesco D’Amaro è un libro intenso e commovente che tratta un problema attuale e
gravissimo: lo sfruttamento minorile. Il linguaggio usato dall’autore è semplice e comprensibile, ricco soprattutto di aggettivazioni ed espressioni corpose che mandano un messaggio forte e chiaro al lettore. E’ un libro
che suscita forti emozioni : gioia, angoscia, paura sollievo, sia per il susseguirsi degli eventi sia per le descrizioni dei luoghi e dei personaggi che sono precise e accurate. Il personaggio che mi ha colpito di più è stata
Fatima, una ragazza anche lei come Iqbal, sottratta dalla sua famiglia e costretta a lavorare come schiava .
Questa ragazza, cresciuta troppo in fretta, con dolori fisici e morali, non perde la speranza di poter vedere un
pesco in fiore dietro la sua finestra, piccola ed irragiungibile. Fatima aspetta Iqbal come si aspetta un raggio
di sole in una giornata d’inverno. Ecco Iqbal arriva come una chiave che apre le catene, come la libertà negata. Infatti Iqbal portala libertà ma la paga con la sua stessa vita. Al giorno d’oggi sarebbe un eroe: tutti siamo
eroi! Persino un pazzo che viene ucciso per legittima difesa è un eroe! Che società è la nostra tutti pronti a
manifestare per una foca uccisa e nessuno manifesta per una realtà a noi vicina , dove milioni di bambini
vengono sfruttati. Iqbal sì, e davanti ad una piazza denuncia il suo padrone: Assein Kan . E pensare che Iqbal
era il più abile tessitore del suo gruppo . Infatti a lui era stato assegnato il compito più difficile: un tappeto
prezioso, di colore turchese, con disegni geometrici complicati. Iqbal dopo aver lavorato tanto trovò il coraggio di sfilacciare filo per filo il suo lavoro. Ne paga le conseguenze ma non si arrende. Lui rivuole la dignità
perduta, vuole la libertà per lui e per gli altri. Il racconto è narrato dalla piccola Fatima amica e “sorella” di
Iqbal. Lei, ormai donna, ricorda ancora nei minuziosi dettagli quei giorni di cinque anni fa , passati in Pakistan. Lei , che poteva solo vedere il pesco in fiore da una finestra , ora finalmente libera, può capirne l’esistenza. Tutto questo grazie ad Iqbal che, pur non essendoci più vivrà per sempre nella sua memoria perché
la memoria è vita e senza di essa non si può vivere. Come ho scritto prima il libro è bellissimo, pieno di emozioni, ci fa capire soprattutto quanta abbondanza abbiamo noi , giovani di oggi sempre più insoddisfatti e irriconoscenti nei confronti della vita. Per quanto mi riguarda il messaggio dato dall’autore è stato recepito!
Benedetta Jannamico III E
Un mondo di fiabe, favole e miti.
Il naso
Rubinetto che perde acqua
tubo idrico
col raffreddore
con il naso capto ogni odore
piccolo e all’insù
come la rampa di lancio
di uno sciatore.
Grotta oscura penetrabile
Solo dal dito di una mano abile.
La bocca
Paroliere magico infinito
Rosa rossa appena sbocciata
Come la bocca di una neonata
Meta di molteplici turisti
Come baci e cibi misti
Banchetto nuziale
Macchina tritatutto molto speciale
Piccolo forno che non cuoce
Piccolo frigorifero che non gela
Ma cosa fa la mia bocca in realtà?
Mangia, mangia a volontà.
Flavia Bucci 3 F
UN PREFISSO
C’era una volta un paese che si chiamava Prefisso.
Tutte le persone che vivevano lì erano strane: c’erano
i Bis-Bambini (copie di bambini o bambine), UltraGenitori (che erano dei supereroi), Mini-Nonni (che
erano bassissimi) ecc.. I bambini che andavano a
scuola avevano un occorrente speciale : la spunta
matita (per far ricrescere le matite), la bis-gomma (
che cancellava da un lato e disegnava dall’altro), la
bis-penna (che scriveva a doppio), in-matita (che al-
l’esterno erano tubelli e all’interno matite). In questo
paese c’era un Semi-Fantasma (che davanti era un
fantasma, dietro era un uomo). La leggenda racconta
che questo Semi-Fantasma girava il mondo in cerca
di una abitazione e quando arrivò su Prefisso, fu accolto a braccia aperta dagli abitanti, perché era uguale a loro, cioè… DIVERSO.!!!
Ida Laura Di Nenno I F
IL REGNO DI GIOCONIA
Molto tempo fa nel regno di
Gioconda c’erano cinque sovrani che giocavano, non con i
giochi ma con le armi.
Giocone I era il più bravo degli artificieri e, un bel giorno,
fece saltare in aria il suo castello con dentro lui e altre
duecento persone.
Giocone II era un esperto cecchino; gli piaceva molto stare
affacciato alla finestra e, con il
suo bel fucile di precisione faceva fuori tutti gli altri del suo
regno; ma un brutto giorno si
suicidò.
Giocone III era un grande
fuochista. Andava in giro per
le vie del suo regno bruciando tutti quanti con il lanciafiamme.
A Giocone IV piaceva andare
in giro con un carroarmato, e
sparava a tutto ciò che gli capitava a tiro. Un giorno saltò
in aria su una mira anticarro.
Giocone V, infine, non potè fare più niente perché i suoi predecessori avevano sterminato
tutta la popolazione del regno. Lui fu l’unico a morire di
vecchiaia.
Emanuele Melchiorre I E
• Il mon do i n una scuol a •
LA SHOA
NON E’ MORTA
Quando la musica
diventa poesia
La poesia “ Se questo è un uomo“
di Primo Levi mi fa riflettere su
come sia possibile uccidere un uomo non solo fisicamente: infatti un
uomo che lotta per mezzo pane
non è da considerarsi uomo perché ha perso la sua dignità di essere umano e morire per un sì o per
un no non è vivere ma significa
perdere tutto , perché non riuscire
a difendere la propria dignità è
peggio che morire.
In quegli anni infatti non morirono solo i 6 milioni di uomini ebrei,
morì l’UOMO in generale, soffocato dalla pressa della svastica sui
popoli israeliti. L’uomo infatti è
stato ucciso perché prima di lui è
morta la sua dignità . Forse è anche questo il motivo che spinse
Levi ad uccidersi: perché umiliato
e senza dignità si scoprì inutile e
volle scomparire nel nulla. Credo
inoltre che sia stato assalito dall’angoscia perché testimone inerme del massacro dei suoi compagni con le loro mogli e i loro bambini. Forse qualcuno ha avuto la
fortuna di tornare in Italia ma sotto forma di cenere e, volando, posarsi sopra un soffice manto di neve come zucchero filato: finalmente a casa! Ma la shoa non è morta,
si vede ogni giorno nei paesi sconvolti dalla guerra, nei paesi del
sud del mondo dove ancora oggi
l’aquila del capitalismo o di qualche dittatura miete le sue vittime,
si vede quando si fanno strage di
civili in nome ancora di ideologie
che non tengono conto del valore
della vita umana. La shoa non si
ferma da sola :dobbiamo combatterla ora che siamo in tempo perché NON DIMENTICARE IL PASSATO NON E’ UNA BUONA RAGIONE PER NON VEDERE IL
PRESENTE.
(Laboratorio di scrittura creativa:
dal linguaggio musicale a quello
verbale)
“Solo ieri”
Ieri, quando li chiamavo.
Si giravano, poi
Mi sono sfuggiti e
Il fuoco ch’era dentro di me
S’è spento.
Forse sono stata sfuggente
E loro mi sono sfuggiti.
Ma davanti a me c’è un futuro da
costruire.
E domani, pensando ad oggi,
dirò, era solo ieri ma “loro” rimarranno nel mio cuore e, quando il
mio ricordo li sfiorerà, risorgerà il
sole e il fuoco in me.
Non ho mai pensato che il tempo
per loro fosse così breve.
Ma io andrò avanti, crescerò dentro e fuori di me.
Ludovica Zulli I B
“NON ME LO SO
SPIEGARE”
Quando un amore finisce tutto intorno a noi sembra spegnersi, si
perde la voglia di andare avanti ,
ci si muove come al rallentatore,
anche il tempo sembra fermarsi.
Se però si ha voglia di ricominciare la vita continua ad andare avanti con un ritmo sempre più incalzante quasi come se si avesse fretta di lasciare alle spalle il passato e
di pensare al futuro.
Di Camillo Martina I B
“A PUGNI
COL MONDO”
Ciao a tutti quei ragazzi che mi
leggeranno e cercheranno di capire i miei pensieri sulla vita. Vorrei
dirvi che la vita non è da vivere
superficialmente , ma intensamente perché non è solo “tempo che
scorre” . La vita è come un gioco a
scacchi: prima o poi si perde e non
si riuscirà più a riprendere il gioco. La vita spesso è vissuta con incoscienza perché non si pensa a
ciò che accadrà domani.
La mia vita la penso, mi chiedo
spesso che cosa sia, la prendo seriamente e sulla vita scrivo:
La vita è dolcezza
La vita è allegra
La vita è piacere di vivere:
Ma la vita è anche malvagità
Ma la vita è anche violenza
Ma la vita è anche ignoranza.
La vita è come un libro da scrivere.
Il mondo di oggi! Che brutto mondo, non solo non c’è amore ma
predomina l’odio tra le varie nazioni. Di certo quando da piccola
mi raccontavano le fiabe, pensavo
che il mondo fosse simile ad esse.
Oggi, invece, ho capito che i due
mondi non sono nemmeno paragonabili e so che non posso più
credere alle fiabe, perché io faccio
a pugni con il mondo. I ragazzi di
oggi sono le solite vittime di guerre, violenze, maltrattamenti; però
ci sono anche ragazzi che hanno
tutto, anzi troppo e non si accontentano mai, vogliono sempre di
più e non capiscono che c’è gente
che, per soddisfare le loro pretese
e quelle dei figli, si sacrificano lavorando tantissimo e, a volte,
giungendo a compromessi. Io non
voglio seguire questa strada, ma
voglio ascoltare quello che mi dice
il cuore. E poi, se avrò il disprezzo
della società, non me ne importerà
nulla, perché io comincerò dal
fondo; e quando sarò grande, allora capirò che si può credere alle
fiabe, anche se faccio a pugni con
il mondo.
Marilena Bomba I G
Angelucci Federica I B
Elio Piccinini III C
UNA RIFLESSIONE
SULLA VITA
“TU CORRI”
Una persona cerca a tutti i costi di
raggiungere uno scopo senza badare agli altri che la contestano e
ridono alle sue spalle. Deve affrontare la vita come se affrontasse
una partita di pallone e vincere a
tutti i costi, non per prendere soldi
o far felice il mister, ma per essere
un personaggio nella storia del
calcio. Così è nella vita, tu devi
raggiungere uno scopo solo per
essere fiero di te stesso, perché
nella vita non puoi continuare a
vivere lasciando tutto al destino ;
la vita è piena di ostacoli e se non
li superi, stai certo che cadrai.
Quando corri verso la porta per
fare goal, pensi che se sbaglierai
tutti ti biasimeranno, ma tu continua a correre, perché farai goal e
tutti capiranno che non sei solo
bravo a giocare, ma anche a vincere. Nella vita devi raggiungere
uno scopo e dimostrare a te stesso
e agli altri che sei capace di vincere il destino.
Federica Di Crisci I B
“In the shadows”
Da lontano si ode un rombo di
tuono. E scrutando il cielo un
cambiamento si scorge. Dapprima
lieve, dopo sempre più intenso,
che avvolge pian piano il paesaggio. Chiareggia per poco ancora la
limpida e candida acqua del mare,
illuminata dagli ultimi raggi morenti. Potrà lo svolgersi degli
eventi portar dolore ai miei diletti? Allora corro per avvisarli: ma
di cosa? Nell’animo mio ha nidificato la tristezza. E ormai di gioia
non c’è più la certezza. Allora
guardo il mare mio adorato, che
unico nei suoi orizzonti potrà
aprir il mio cuore a nuova gioia.
Taisia Ucci I B
RICORDIAMO
IL PASSATO PER
COSTRUIRE IL FUTURO
Dai mass-media non sentiamo che
notizie di guerra, di terrorismo, di
violenza. Queste tragiche realtà ci
spingono a riflettere sull’insensatezza di ogni integralismo e fondamentalismo religioso, che nella
storia hanno generato avvenimenti terribili come i campi di concentramento e stermini di interi popoli. Rileggere “se questo è un uomo” di Primo Levi può essere un
valido aiuto per costruire una
nuova civiltà. Nel gennaio del
1944, dalla stazione di Carpi, vicino Modena, parte il treno che conduce Primo Levi insiemi a tanti
uomini, donne e bambine nel campo di concentramento di Auschwitz. Giunti a destinazione i deportati a poco a poco fanno conoscenza con il meccanismo inferna-
le dei Lager, il rituale sprezzante
dell’ingresso, la riduzione di un
uomo alla nullità di un numero, la
vita nelle baracche, le periodiche
selezioni dei più deboli mandati
alle camere a gas…
“Se questo è un uomo” narra le vicende vissute dall’autore e le storie dei deportati che hanno dovuto soccombere alla violenza dei lager, e dei “salvati”, che con i propri mezzi sono riusciti a vivere in
quell’atroce inferno. Primo Levi
testimone-narratore, resiste. Nel libro descrive l’atrocità di un sistema costruito allo scopo di degradare l’uomo, costringendolo a vivere in una condizione disumana,
infrangendo ogni legame affettivo,
ogni memoria, ogni speranza. Egli
ci mostra come l’uomo ridotto a
cosa, perde ogni dignità, ogni coscienza di sé… ma nonostante ciò
l’autore racconta anche come in
un tale abisso di sopraffazione si
possa mantenere una scintilla di
umanità: la consapevolezza di essere uomo attraverso il contatto
con pochi altri ancora capaci di
sentirsi solidali… Questa storia
non deve essere dimenticata perché quanto è narrato in questo libro non si ripeta mai più.
Luca Giammichele II C
ADOLESCENTI
E MASCHERE
Gli adolescenti indossano maschere, perché desiderano nascondere
come sono e anche per attirare l’amore e l’attenzione dei genitori.
Esistono vari tipi di maschere: di
marmo, del buldozer, della faccia
di cera, di bronzo, della felicità,
del cocco di mamma… L’adolescenza è un periodo critico in cui
ci sono trasformazioni fisiche che
provocano insicurezze. I ragazzi
in questo periodo seguono le mode. Il sabato sera gli adolescenti
vanno alla ricerca di svago e di
evasione da una settimana di studio o da un rapporto conflittuale
con i genitori. Cercano nella discoteca la risposta ai loro problemi
ma possono trovare alcool, droga,
esperienze sessuali brevi. Bisogna
collocare i valori al posto giusto: al
primo posto la solidarietà, l’amicizia, la pace, al 2° posto il loock, il
successo, i soldi, la cura del proprio corpo, i divertimenti. Durante
l’adolescenza i ragazzi chiedono
ascolto, attenzione, non accettano
esclusioni ma soprattutto vogliono
amore. La scuola e la famiglia cosa
fanno? Spesso escludono, giudicano, fanno confronti, ma soprattutto non amano. Un grande umanista olandese, Erasmo da Rotterdam ha scritto una frase molto importante: “l’amore reciproco tra
chi insegna e chi apprende è il primo gradino della conoscenza”.
Consilvio Donatina IIIG
5
• Il mon do i n una scuol a •
Abruzzo forte, gentile e tradizionale…
Una
delle regioni italiane che
conserva
molte architetture naturali è l’Abruzzo.
In questa
regione si possono ammirare molti tipi di paesaggio:quello montano quello fluviale, quello
lacustre, ma molto invidiato è il paesaggio costiero. Esso è meta di un numero sempre in crescita di turisti. Molto frequentate sono le coste
di San Vito Chietino dove si può ammirare il
“trabocco di Cala S. Nicola “, il “trabocco di
Punta di Mucchiola” di Ortona, il “trabocco di
Punta Cavalluccio” di Rocca S. Giovanni e il
RICORDI ….
6
Sono tanti ormai gli anni trascorsi da quando,
ragazzino appena dodicenne accompagnavo
mio padre al trabocco e mi adoperavo molto
nel tentativo di essergli d’aiuto in tutte quelle
manovre necessarie per tirare su le reti. Mi
sembra di avere ancora nelle narici quell’odore
intenso di salsedine misto al sudore della fatica
degli uomini. Questi sono ricordi ormai lontani, ma sempre tanto vivi nel mio cuore. Non ho
seguito le orme di mio padre , di mio nonno e
dei suoi avi , ho realizzato io sogno di un futuro migliore: sono un professionista, ho un lavoro”pulito” e le mie mani non si sporcano di
grasso, come quelle di mio padre quando sul
trabocco girava con movimenti sicuri l’argano,
per ritirare la grande rete quadrata colma di
pesci. Amavo molto seguirlo sul trabocco, strana ma meravigliosa “macchina da pesca”. Mi
piaceva quell’enorme palafitta sull’acqua fatta
di travi di legno con tutti quei pali simili a lunghe antenne e le grosse funi che, scorrendo nelle carrucole, emettevano uno strano sibilo. C’era sempre un gran da fare sulla piattaforma,
specialmente quando, ritirata su la grande rete,
e adagiata sul tavolato, tutti i pesci guizzavano
freneticamente, forse nel disperato tentativo di
raggiungere nuovamente il mare. A fine novembre inizio dicembre pescavano i capitoni e
le anguille, invece nei mesi di Aprile, Maggio e
Giugno avveniva la pesca del novellame di pesce azzurro e pesce riso. A volte era talmente
abbondante che le donne della famiglia facevano il giro delle masserie con dei tini ricolmi sul
capo , a barattare il pesce con il pane, la farina,
i fagioli…Ricordo gli effluvi del buon pesce
fritto che si espandevano per le campagne. Il
pesce era spesso per noi l’unico alimento , specialmente nelle annate difficili. Il novellame
veniva in parte steso su stuoie a seccare per i
mesi invernali. I polipi e le seppie venivano
stesi al sole e dal vento, come vele,infilzate con
listelli di canna. Mi piaceva guardare il mare
dal trabocco, mi sentivo capitano di un vascello e ricordavo le parole di mio nonno, che parlando degli avi era solito ripetere nel suo dialetto : “Semme minute dalla frange dentre a na’
botte”! ad indicare l’imbarcazione con la quale,
tantissimi anni prima essi avevano raggiunto
la costa, provenienti da territori d’oltre Alpe ,
profughi in cerca di un luogo ospitale dove potersi finalmente fermare.
De Angelis Federica II B
“trabocco di Punta Vignola” di Vasto. Stupendi
sono i tramonti che si possono ammirare in
spiaggia, infatti sono stati sempre fonti di ispirazione per vari poeti e scrittori tra cui il più celebre Gabriele D’Annunzio. Durante l’estate,
lungo queste coste si organizzano molte manifestazioni da divertimento o di tipo musicale
che sono in grado di aumentare, anche se per
solo la durata della manifestazioni, il numero
dei turisti. Famosi sono anche i mercatini d’antiquariato lungo le spiagge che si svolgono soprattutto di sera in modo da trattenere i vacanzieri. Innumerevoli sono anche i ristoranti sulla
costa che sono specializzati nella cucina marittima che sono molto famosi grazie ai loro piatti
prelibati. Unico per il suo genere però è anche il
paesaggio montano, anch’esso di rilevante importanza turistica. Le mete più frequentate sono gli immensi spettacoli della Majella e del
Gran Sasso dove si possono ammirare le grotte
pastorali, testimonianze dell’antica tradizione
della transumanza abruzzese. Infatti la Majella
è la montagna che più di ogni altra in Abruzzo
ha ospitato nei suoi salti di roccia e nelle sue cavità carbonari, eremiti e pastori. Sono molti i
paesi insidiati vicino a questi spettacoli come
Pescocostanzo, Lama dei Peligni, Fara s. Martino, Bucchianico, ecc… Sono anche molto conosciute le varie tradizioni alimentari e religiose
che vi sono in questi luoghi. Molto conosciuto è
il piatto chiamato “sagnette e fagioli”, il piatto
tradizionale abruzzese, ma sono anche molto
importanti le manifestazioni religiose come
quella di Cucullo dove si tiene la “festa dei serpari” dedicata a S. Domenico. Oggi sono molte
le istituzioni che si curano di queste tradizioni e
luoghi e soprattutto noi abruzzesi abbiamo il dovere di rispettare e conservare ciò che ci appartiene.
Cristina Castello, Giulia Castrignanò IIIC
ANIMALI SEMPRE PIU’ IN PERICOLO…
Oggigiorno molte sono le persone che maltrattano gli animali in un modo o nell’altro. Per me,
non esiste alcun motivo valido che possa giustificare queste azioni visto che gli animali sono
esseri viventi e quindi devono essere rispettati.
Gli animali vengono sfruttati in diversi modi: al
circo, dove vengono usati come mezzo per divertire le persone negandogli ogni tipo di libertà, durante i combattimenti clandestini, soprattutto tra cani, dove loro spesso rischiano di perdere la vita basata solo sulla violenza. Negli allevamenti intensivi dove vengono sottoposti ad
allevamenti spesso sbagliati. Ne è un esempio
la mucca pazza che a causa dei mangimi animali di cui erano nutriti, ha portato solo alla
morte di alcuni di essi e ha provocato danni
persino a noi. Spesso gli animali vengono sfruttati anche come cavie da laboratorio fino ad arrivare ai maltrattamenti che avvengono tea le
mura di casa. Secondo queste persone lo sfruttamento di animali è giustificato perché esseri
inferiori all’uomo, privi di sentimenti. Altri sono spinti da motivi economici come per l’allevamento intensivo, oppure per la sicurezza dell’uomo nel caso delle cavie da laboratorio. Eppure nessuno di questi motivi è valido per giustificare tutte le sofferenze che gli animali devono subire, perché l’uomo non può guadagnare a
spese di altri esseri viventi che hanno diritto alla libertà e alla vita.
Chiara Colaizzi 3 C
LA NATURA ISPIRA RACCONTI…
IL TRABOCCANTE E IL SUO AMICO, IL MARE
Un altro giorno era cominciato. Era trascorsa, ormai una
settimana, da quando ci eravamo trasferiti lungo le coste
abruzzesi. Era stato un viaggio
emozionante e divertente in
quanto compiuto con un “vascello” fin dalla Francia. Appena arrivammo, prendemmo
dimora in una grande grotta
naturale e, i nostri genitori, costruirono delle capanne al suo
imbocco, a pochissimi metri
dal mare. Il mare mi ha sempre affascinato soprattutto
perché, né io, né la mia famiglia, sapevamo nuotare. Così,
mentre i nostri genitori erano
impegnati a procurare il cibo,
io e i miei cugini ci divertivamo a sporgerci dagli scogli fino a toccare l’acqua. Visto che
nessuno sapeva nuotare, i nostri genitori, per pescare gettavano delle passerelle e dei
ponti per portarsi avanti sul
mare e, al momento in cui erano distratti, ne approfittavamo
per provarci anche noi. Le prede erano abbondantissime.
Purtroppo però l’estate stava
finendo e il mare non era più
caldo e limpido così la pesca
diventava sempre più difficile
e pericolosa.
“Dobbiamo trovare un modo
per pescare anche in acque
torbide ed agitate – disse mio
padre- altrimenti non sopravviveremo. “
“Potremmo provare – intervenne zio, abile artigiano- a
gettare in acqua delle reti e a
legare le estremità di esse a dei
pali di legno che fisseremo
nelle passerelle.” “ L’idea è
buona, non ci resta che provare”. E così ci mettemmo all’opera :noi bambini aiutavamo a
mantenere i pali mentre gli
adulti legavano e montavano i
pali tra loro. Dopo molte ore
di lavoro, finalmente terminarono: era venuta fuori una
grande struttura alla quale
diedero il nome di “trabocco” ,
per via del materiale con cui
era costruita. I nostri genitori
erano molto soddisfatti e noi
molto eccitati : il giorno dopo,
ci saremo alzati all’alba, mentre i grandi ancora dormivano
e, di nascosto, ci saremo arrampicati sul trabocco. Tutto
era organizzato alla perfezione, così andammo a dormire
tranquilli.
Il giorno seguente ci alzammo
prestissimo e, senza far rumore, arrivammo al trabocco. Vi
salimmo e scendemmo, quando, ad un certo punto, con un
grande baccano, un’asse di legno , sulla quale si dondolava
mio cugino, si slegò e cadde in
acqua. I nostri genitori, svegliati dal tanto rumore, accorsero subito. Appena videro il
bambino in acqua, iniziarono
ad urlare. Avevamo tanta paura, ma nessuno osava tuffarsi
in acqua dato che non sapevamo nuotare. Così io, quasi
istintivamente, mi tuffai in acqua, tra il grande stupore di
tutti, e, nuotando, arrivai a
mio cugino e lo riportai vicino
al trabocco. A quel punto , i
grandi ci tirarono fuori. Per
fortuna era salvo ed io ero
molto orgoglioso del mio gesto. Da quel momento “amai
“il mare che diventò uno dei
miei più grandi “amici”.
Quando ero triste e non avevo
voglia di parlare con nessuno,
correvo da lui che mi rasserenava cullandomi tra le sue onde.
Fioretti Elisabetta II B
• Il mon do i n una scuol a •
I BLUE
data di nascita: 2001 - luogo di nascita: Londra
FEAR OF
THE DARK
Anno: 1992
Componenti: chitarre: Janick Jers/Dave Murray, batteria: Nicko
Mcbrain, basso: Steve Harris, voce: Bruce
Dickinson
Casa discografica: EMI
Genere: Progressive Metal
Durata: 58.37
I blue sono quattro ragazzi londinesi e tutti insieme hanno formato un gruppo vocale,che,nel giro
di un anno diventano un fenomeno vero e proprio.
Ma la storia dei blue ha inizio nel 2000,quando
Duncan e Anthony coinvolgono nel loro progetto Lee sentito in un audizione e il suo coinquilino
ovvero Simon; i 4 capiscono fin dall’inizio di avere qualcosa di speciale in comune e la Innocent
Records si mette subito in contatto con quelli che
sarebbero stati idoli di migliaia di ragazze.
Per la registrazione del disco vengono ingaggiati
produttori di prima classe come Stargate Ray
Ruffin. All Rise pur non inventando qualcosa di
diverso è un disco brillante pop/r’n’b:il suono è
quello giusto e verrà predestinato a divenire un
successo sfolgorante e finalmente nel periodo natalizio il mercato fa esplodere il fenomeno Blue.
Fear of the dark non è un album normale in
quanto, oltre ad essere un gran disco, rappresenta un punto fondamentale della storia
degli Iron Maiden; una delle band più grande di tutti i tempi nell’ambito dell’Heavy Metal classico. Quando si giunge
ad un crocevia importante, come questo ( ultimo album di
Bruce che con il suo addio, momentaneo, sancirà la crisi vera del gruppo ), la cosa fondamentale da fare è guardare indietro e ripercorrere brevemente la loro storia.
I Maiden con il loro omonimo debut album al tritolo nel
1980 sconvolsero il mondo dell’Heavy. Non lasciarono il
tempo ai fan di assaporare in fondo quel disco che l’anno
successivo uscì Killers, tanto per ribadire che il debutto non
era stato frutto del caso. Nel 1982 gli Iron raggiunsero l’apice: riuscirono con facilità disarmante a cambiare Paul Di anno ( il cambio di vocalist è sempre un passo molto delicato e
Blaze Bailey insegna ) con un altro singer incredibile Bruce
Dickinson e a dare alla luce un lavoro fantastico che risponde al nome di The number of the beast. Ed è da questo punto che i Maiden stupirono; tutte le band raggiunto il successo globale si sarebbero lasciate andare ma gli Iron con il poker Piece of mind, Powerslave, Somewhere in time e Seventh son of a seventh son diventarono, giustamente, immortali e sinonimo di garanzia assoluta. Pur non discostandosi mai dall’Heavy più puro, riuscirono a non risultare mai
banali proponendo sempre una sfaccettatura diversa del loro sound sempre e comunque potente e maledettamente metallico. Bisogna aspettare il 1990 e l’uscita di Adrian Smith (
chitarra ), con relativo innesto di Janick Gers al suo posto,
per intravedere una crepa nella discografia dei Maiden ( No
Sara Di Corinto, Monica Colacioppo, Ilenia Di Giuseppantonio 3C
prayer for dying ). Nel 1992 arrivò l’attesissimo Fear of the
dark che aveva il compito di togliere le perplessità nate dal
lavoro precedente. Fear è un grande album che, come sound,
non è meno dei primi sette lavori della “vergine di ferro”.
Ad aprire le danze ci pensa Be quick or be dead, opener davvero potente dove la voce di Bruce graffiante e penetrante ci
dà il benvenuto. I ritmi dettati dal batterista e dal bassista
sono veloci e non lasciano scampo così come il muro metallico eretto dal duo chitarrista Gers / Murray ( molto migliorati rispetto a No prayer for dying ). In From here to eternity
il tempo diminuisce restando comunque accattivante. Le
strofe scorrono senza forzature per sfociare nel coro ben cantato dalle backing voclas che sembra essere fatto apposta,
nel break centrale in particolare, per la sede live. Afraid to
shoot strangers è un capolavoro che si può dividere in due
parti. Nella prima un impercettibile, quanto grandioso, lavoro di basso, batteria e chitarra accompagna la voce di Bruce Dickinson ; nella seconda la traccia si anima con assoli
melodici e lenti e altri, nel cambio di ritmo, più veloci e taglienti. Con Fear is the key si percorrono atmosfere strane, il
ritmo è molto cadenzato, l’ugola di Dickinson riesce a distendersi mentre assoli e riff particolari si imprimono a fuoco
nella mente dell’ascoltatore. Childhood’s end dopo un breve
intro di chitarra comincia mettendo in evidenza il basso
martellante di Harris che detta un tempo trascinante ben seguito da assoli melodici e veloci che arriscono questo pezzo
piacevole, ma non eccezionale. Di ben altra fattura Wasting
love, song struggente grazie alla prova maiuscola di Bruce
La musica e le donne
L’emancipazione femminile sembra procedere più speditamente
nel mondo della musica che altrove.
Non stupisce perciò, che buona
parte degli album più ascoltati e
apprezzati del momento siano firmati da donne. Elisa , per esempio,
l’eclettica friulana ha vinto la sua
battaglia: conquistarsi un posto al
sole dei mercati senza dovere rinunciare alle proprie idee.
Dopo Sanremo tutti l’imploravano
d’insistere sull’italiano, ma, lei ha
tenuto duro con il suo inglese.
Oltre a un talento naturale fuori
dal comune, Elisa ha avuto la fortuna di incontrare persone che si
sono fidate di lei e ci ha messo la
testardaggine e la fede in se stessa
e nel proprio lavoro.
Certo la bellezza resta, nella maggioranza dei casi, è un ingrediente
tutt’altro che marginale, ma molto
meno che in passato.
Un’altra artista sull’onda del suc-
Nel Marzo dell’anno successivo cominciano a
raccogliere frutti consistenti; a Ottobre la volta
del nuovo materiale “One love” che si piazza alla numero tre delle chart inglesi. Ma è la cover di
Elton John “Sorry Seems to Be The Hardest
Word” a lanciarli definitivamente sul mercato e a
far parlare di loro come “i nuovi Take That”.
Nel 2003 viene loro consegnato il prestigiosissimo Brit Award come BEST POP ACT.
Sull’onda dell’incredibile successo ottenuto le ragazzine anche fuori dagli stretti confini britannici vanno in delirio quando i Blue sono nei paragi.
Duncan,Lee,Anthony e Simon a far tris con
Guilty il nuovo LP che prende il titolo dal primo
singolo da esso tratto.
Si può dire che per la loro giovane età si possono
sentire soddisfatti del loro lavoro.
cesso è la newyorkese Alicia Keys
con il suo acclamatissimo album
“The diary of Alicia Keys”
La sua notorietà ha le sue motivazioni primarie nella genuinità che
riesce a veicolare con le sue canzoni. Anche l’ormai lanciatissima
Norah Jones con il suo “Sunrise”
conferma una formula elegante ed
espressiva lontano anni luce dal
pop patinato.
Il nuovo mercato contemporaneo
della musica,sembra prediligere la
credibilità e la profondità al sensazionalismo.
Perfino nelle giovanissime, come la
sedicenne Joss Stone nel sorprendente album “The soul session”
ruggisce un ritmo blues e soul.
Potremmo continuare parlando di
tantissime altre artiste sull’ onda
del successo, per non dire di tutte le
altre che guidano o comunque sono
parti essenziali di band maschili.
Lorenza Spoltore, Chiara Nanni,
Carlotta Ucci 2E
che emoziona sia nelle tristi strofe che nel chorus dove mette in mostra la sua non comune estensione vocale. Grandioso il cambio di ritmo che con solos guitar sporchi e metallici
rende la track davvero stupenda. The fugitive è trascinante
e rende alla grande l’idea di una fuga pazza verso la libertà
grazie ad un superbo lavoro di riffing delle due chitarre gemelle, sempre in primo piano. Con chains of misery il sound
rimane molto Heavy. Il chorus, seppur breve, è veramente
riuscito per la semplicità e immediatezza. Segue The apparition dove la voce di Dickinson prosegue a strappi, quasi rabbiosi, seguendo il ritmo cadenzato dettato dal duo McBrain
/ Harris e sostenuto da potenti riff. Judas be my guide è una
song dalla struttura semplice e dall’altissimo potenziale
commerciale grazie alle melodie curatissime e al coro studiato che però viene ripetuto un po’ troppe volte. Weekend
warrior piace per l’improvvisa e riuscita alternanza tra un
sound leggero ( arpeggio ) e un altro decisamente più Heavy
( riff ). Canzone non fondamentale ma indubbiamente di piacevole ascolto. A chiudere il disco ci pensa la storica title track;
semplicemente stupenda. Un leggero lavoro di chitarra introduce la prima storica strofa appena sussurrata da Bruce. Poi
comincia lo spettacolo con l’entrata violenta di basso, batteria
e guitars che rendono il brano potente e coinvolgente. Le strofe volano e quasi non si staccano dal coro. A rendere la song
immortale ci pensa il break centrale dotato di un assolo da
brivido, maledettamente lungo e metallico.
Luca Basilischi IIIC
Avril Lavigne
Avril Lavigne è sempre stata una ragazza determinata e appassionata per la musica. Nata il 27-09-1984 a Napanee nell’Ontario grande stato del Canada, ha
iniziato a cantare a soli pochi anni ;aveva circa 6 o 7 anni quando è entrata nel
coro gospel della chiesa. Verso i 12 anni Avril ha cominciato a comporre canzoni accompagnandosi con la chitarra di suo padre e da allora non ha mai smesso.
Parlando del suo primo album “Let go” che ha ricevuto una pioggia di premi è
stato un lavoro assai duro per la giovane cantautrice canadese; molti dei produttori che incontrava volevano che cantasse consoni “già confezionati” (termine espresso da Avril che vuole indicare con esso canzoni scritte da altri) ma lei
senza pensarci su due piedi abbracciò la sua chitarra e cantò le sue canzoni. Aveva solo 16 anni e tutti pensavano fosse immatura. L’album “let go” è definito
dalla cantante come un album gioviale e allegro, le hit più belle sono sicuramente “complicated” canzone debutto della cantante, “losing grip”dove Avril
sfodera la sua rabbia per un amore perduto “skater boy” in cui la canadese racconta la storia di una ragazza che rifiuta l’amore di uno skater boy perché appartiene ad un diverso ramo sociale; anni più tardi il ragazzo diventa famoso come musicista e la ragazza si pente della sua scelta. Traeranno, inoltre un film su
questa canzone dove forse Avril apparirà sulla pellicola. Un altra grande canzone di questo album è “I’m with you” dove Avril appare dolce e romantica ed infine sono da ricordare le hit “Nobody’s fool” e “My world”. Dopo questo appassionatissimo album è uscito il DVD “My world” dove si vede il talento della
cantante. Insieme ad esso è uscito anche un CD con 6 canzoni 5 sono cantati dal
vivo e 1 no. Ormai siamo quasi agli sgoccioli del nuovo album che sarà in vendita in tutti negozi di dischi il 21 maggio. Ed ora la nostra Avril svolge il lavoro che ha sempre desiderato fare, non ha voluto rinunciare e ha affrontato ogni
difficoltà che le appariva davanti.
Roberta Nasuti e Fantozzi Lucia3^ c
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• Il mon do i n una scuol a •
Projet journal
LE RACISME
8
Avec le terme “racisme” on entend
les théories élaborées pendant le
XIX siècle et la première moitié du
XX siècle qui établissent la supériorité biologique et intellectuelle
d’une race humaine par rapport
aux autres. En réalité, les manifestations de racisme sont vieilles
comme l’homme et on pourrait citer beaucoup d’exemples qui font
partie de l’histoire. De tout façon,
la supériorité d’une race sur l’autre
avait toujours le même but: justifier une conquête ou un pouvoir
imposé avec force; il s’agit de légitimer par une conception idéologique une situation d’exploitation et
une position de pouvoir. Ces formes de racisme, toutefois, n’avaient pas une précise élaboration
théorique et elle ne tentaient jamais de s’appujer sur des argumentations rationnelles. Les tentatives des pseudosavants de démontrer l’existence de races inférieures et supérieures n’avaient
aucun fondement. En somme, il est
bien vrai que les hommes sont différents pour leurs aspects physiques, mais les éléments qu’ils ont
en commun sont bien plus nombreux.
Les progrès les plus récents de la
génétique ont définitivement démontré l’inconsistence de toutes
les théories sur la supériorité biologique des « Blancs » à l’égard des
« Noirs ». En fait, la couleur de la
peau comme d’autres traits physiques sont le produit d’une série de
très lents adaptations aux conditions
climatiques des différents pays. Si
on se réfère à une supériorité culturelle présumée, la culture d’un peuple dépend de facteurs externes parce que c’est le milieu qui stimule certaines réponses qui définissent une
civilisation.
Ce sont les chinois qui ont inventé
la boussole, la presse, etc… et
Marx, Freud et Einstein étaient des
Juifs. Pour combattre le racisme,
en outre, il ne faut pas oublier l’histoire parce qu’une société qui
perd « le fil de la mémoire » perd
aussi la conscience de soi même et
elle se retrouve à répéter des erreurs très tragiques. Ainsi, les intellectuels peuvent exercer leur
important devoir c’est à dire celui
de faire comprendre aux jeunes
que les individus sont tous égaux
meme si les religions, les cultures,
la couleur de la peau sont différentes.
Silvia Mitelli 3C
Salut! Je m’appelle Andrea. Dans
cet article je vous parlez de mon
expérience pendant la réalisation
du projet journal.
Avant, je ne lisais jamais le journal mais maintenant je lis le journal tous les jours parce qu’ après
le projet, j’ai compris le vrai sens
du “journal”.
Le journal pour moi est un moyen
pour nous informer sur tous les
évènements qui se déroulent
dans le monde entier, en outre le
journal nous aide à réfléchir et ainsi nous pouvons exprimer nos opinions et nos idées avec nos parents, nos amis et à l’ecole. Avec ce
projet, j’ai appris à raissoner et je
me suis rendu compte qu’il n’est
pas très facile d’élaborer un journal parce qu’ il y a des règles très
précises à respecter.
Je peux vous assurer que c’est une
expérience stimulante et sympa. Je
conseille à tous de parteciper dans
le futur à un «projet journal », c’est
super ! C’est aussi une manière différente de faire cours à l’école. Et
vous, qu’est-ce que vous en pensez ?
BONNE FIN D’ANNEE SCOLAIRE A TOUS ! ! !
Andrea Rapino 3C
The red fox
The red fox lives in woods and in
cultivated areas. It has a large head
and a pointed snout. Its eyes are
oblique, its ears are black, pointed
at the upper parts and large at the
lower part. Its cheeks and lips are
white-coloured. Its paws are black.
Its body is very thin and it is covered with a red coat.
Its tail is brown, as its body too.
It eats little animals, among which
mammals, birds, reptiles, and it is
fond of honey, figs, grapes and a
corns.
Bruna Contento IC
The buzzard
The buzzard is a bird that easily
moves its nest. It lives in mountain
or on the hills. It is a diurnal raptorial bird. The female of the buzzard are bigger that the male ones
but both of them have a stocky
shape. Its feathers are soft and
dark reddish-brown. Both its
claws and its beak are strong. Its
eyes are very big and its spread is
about a metre. It eats mice, reptiles,
insects, lizards and moles. Its nests
are both among rock and trees. The
female of the buzzard lays three or
four eggs.
Bruna Contento IC
The Scare-Crow’Story
Once upon a time, there was a scare-crow on guard duty at a wheat
field. He spent all the day there,
but, at sunset he left the field to have a walk around the countryside.
One night nearby the lake he met a
wonderful girl (in long white clothes). She had blond hair, blue
eyes; she looked like an angel. It
was soon love. Every night the scare-crow met the girl at the lake.
They dreamed to spend their life
together.
But one morning, something happened: the field caught fire ! it was
terrible !!! The poor scare-crow
burnt into flames. That night the
girl had a long wait for him, but in
vain ! They say that, during the
night, it is still possible to hear the
girl’s cry of despair.
She cries her lost love…
De Angelis Federica 2B
Un articolo in tedesco…
Skifharen im Herzen Italiens, wenige Km von Rom entfernt, ohne
den Alpen nachzutrauern: in den
Abruzzen ist das moglich. Die
schonste erschlossene Skistation
im Skigebiet der Abruzzen, in der
2005-2006 ein Rennen des SkiWelt-Cups ausgetragen wird, its
Roccaraso. Auch in den anderen
neunzehn Orten der grunsten Region Italiens, die ostlich von Rom
an der Adria liegt, kommen SkiLiebhaber voll und ganz auf Ihre
Kosten. Pescasseroli, Pescocostanzo, und Cappadocia bieten beste
Voraussetzungen fur den Wintersport. In den einzigen Ebene namens Camporotondo gibt es vier
Langlaufloipen von insgesamt 100
km. Ovindoli, Campofelice und
Scanno sowie die zum Gran Sasso
Massiv gehorenden Orte Prati di
Tivo und Campo Imperatore sind
hingegen beruhmte Gebiete fur
den Abfahrtski. Neben hundert
Skiliften bieten vie zwanzig Skistationen der Abruzzen etwa 400 Km
Pisten fur den Abfahrtski, 300 Km
fur Skilanglauf und 160 Hotels.
TRADUZIONE
Sciare nel cuore d’Italia a pochi
Km da Roma senza rimpiangere le
Alpi: in Abruzzo questo è possibile. Il posto abruzzese più bello dove nel 2005-2006 si svolgerà la coppa mondiale di sci. Anche nelle altre 19 località con impianti sciistici
che si trovano nella regione d’Italia
più verde e ad est di Roma sul mare Adriatico, l’amante dello sci non
viene deluso. Pescasseroli, Pescocostanzo e Cappadocia offrono
condizioni ideali allo sport inver-
nale. L’unica pianura alta si trova a
Camporotondo, dove vi sono 4 piste per lo sci di fondo complessivamente di 100 Km. Le località di
Ovindoli, Campofelice e Scanno
appartengono al massiccio del
Gran Sasso come anche Prato di Tivo e Campo Imperatore che sono
zone famose per lo sci in discesa libera. Oltre ai 100 skilift, i 20 impianti sciistici dell’Abruzzo offrono circa 400 Km di pista per la discasa libera, 300 Km per lo sci di
fondo e 160 alberghi.
Simula Clarissa 2D
Geniola Manuel 1C
UNE FRANÇAISE
CHEZ MOI….
Interview a une fille française
Comment-tu t’appelles?
Tu as quel age?
Où habites-tu?
Comment est ta ville?
Est-ce que tu aimes l’Italie?
Quels sont les plats typiques de ta
ville?
Est-ce que tu aimes les aliments
italiens?
Depuis combien d’année étudiestu l’italien? Pour toi, c’est difficile?
Comment est l’école en France?
Est-ce que tu as déjà été en Italie?
As-tu connu quelqu’un ici?
Comment te semblent les italiens?
Est-ce que tu aimes aller à l’école?
Comment sont les garçons en
France?
1.Je m’appelle Amandine.
2.J’ai 16 ans.
3.J’habite dans le nord de la france
(Attiches près de Lille)
4.Attiches est un petit village mais
Lille est une ville très importante.
5.Oui, les personnes que j’ai déjà
rencontrées en Italie sont gentilles
et il y a beaucoup de soleil!!!
6.Il y a les “moules frites”, les gauffres.
7.Oui, les “bocconotti”, les pizza
italiennes.
8.J’étudis l’italien depuis 4 ans.
C’est assez facile.
9.L’école est très différente en france. On a cours toute la journée et
l’ambience est moins chaleureuse.
10.Oui trois fois.
11.Oui, grace à un précédent jumellage.
12.Ils sont très ouverts, acceuillants.
13.Je n’aime pas trop aller à l’école
sauf pour voir mes amis.
14.Ils sont sympa.
Consalvo Federica 3C
• Il mon do i n una scuol a •
I film dell’anno
A fine
Marzo si è
svolta la
“Notte degli Oscar”,
la famosa
serata che
si
tiene
ogni anno
a Hollywood (Los Angeles, California) dove vengono
premiati i film più belli dell’anno e a cui partecipano tutte le “star” del cinema “Hollywoodiano” e mondiale. Quella di quest’anno, più
che la “Notte degli Oscar”, verrà ricordata come la notte de “Il Signore degli Anelli”, vincitore, con il suo terzo ed ultimo capitolo “Il Ritorno del Re” di 11 statuette, eguagliando così
il record di “Titanic”. Il premio per il miglior
cartone animato è andato invece a “Alla Ricer-
ca di Nemo”. Quest’ anno non è stato comunque solo de “Il Signore degli Anelli”, ma ha visto il ritorno di 2 grandi attori: Crowe, nei
panni del comandante della marina in “Master
and Commander” e Jonny Depp versione pirata in “La Maledizione della Prima Luna” il
quale ha addirittura sfiorato la statuetta come
miglior attore non protagonista. Non dobbiamo scordarci del finale di trilogia di ”Matrix”,
del premio Oscar Penn in “21 Grammi”. Tutti
comunque attendono l’ arrivo di “Van Helsing”, di “Secret Window”, ancora con Depp,
questa volta nel ruolo di uno scrittore psicopatico, il seguito di “Spiderman”, che però ci farà
attendere fino a Settembre, e, naturalmente,
del film-scandalo ”La Passione di Cristo”, diretto dal grande Mel Gibson, perché, fra trame
ed effetti speciali d’ogni tipo, non bisogna
scordarsi di riflettere.
Claudio Pizzuti e Aldo D’Autilio III C
Il meraviglioso mondo degli uomini, elfi, maghi, hobbit, nani e altre
creature fantastiche: IL
SIGNORE DEGLI ANELLI
È finito:un sogno durato tre lunghi anni, una battaglia inesorabilmente dolorosa, un viaggio faticosissimo,
lasciati alla deriva del nostro mar dei ricordi. C’è da dire però che gli appassionati della trilogia non si
stanno sempre più spegnendo, ma al contrario, dopo la visione dell’ultimo film Il Ritorno del Re, i fans del
Signore degli Anelli sono aumentati. Infatti l’intero film offre un evasione dal nostro mondo di ladri e di
pensieri meschini, una lunga immersione nella fantasia, ma ripropone anche l’importanza dell’amicizia,
della saggezza, della tolleranza e il valore del sacrificio. In effetti la trilogia si può definire in relazione con
noi: anche nella vita di tutti i giorni, pur senza anelli da distruggere e archetti da combattere , bisognerebbe semplicemente imparare ad essere un po’ più umani!
Appena visto per la prima volta il film, se devo essere sincera, non ho provato nessun sentimento( a parte
gli spaventi presi non appena apparivano creature mostruose). Poi però, rivedendolo con più calma in videocassetta, è nata questa passione che si è andata via via sempre più accrescendo( infatti adesso ho il libro, sette poster in camera, articoli di vario genere, interviste,ecc…).
Ma adesso basta parlare di me, e prima di concludere vorrei ringraziare Tolkien, per la stesura del libro,
Peter Jackson,il regista, il quale è riuscito a ricreare le sensazioni dei personaggi per poi evocarle nello
spettatore, ma anche la lingua elfica e i vari luoghi, ed infine i vari personaggi che vanno dal protagonista
l’hobbit Frodo( Elijah Wood)al valoroso re Aragorn( Viggo Mortersen), dal malvagio mago Saruman(Christopher Lee)al buon e saggio stregone Gandalf(Ian McKellan), dall’abilissimo arciere elfo(Orlando
Bloom)al nano Gimli(John Rhys-Davies), dalla bella principessa elfo Arwen(Liv Tyler)alla dolcissima Eowin(Miranda Otto), e per finire il fedele Sam(Sean Astin)e i simpaticissimi hobbit Merry(Dominic Monaghan)e Pipino(Billy Boyd).
Concludo ripetendo la famosa filastrocca, basilare per entrare in questo mondo fantastico:”Un Anello per
domarli, un Anello per trovarli, un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli”
Alessandra Rosati 3^C
Zelig Circus
SQUADRA VINCENTE,NON SI
CAMBIA!!!
Questa, nel mondo dello sport almeno è la regola da osservare. In televisione invece si registrano alcune eccezioni. Quando Michelle Hunziker
confidò a quelli di Zelig l’intenzione
di lasciare la squadra, ci fu il panico.
Poi però gli autori ebbero una visione: apparve Vanessa Incontrada. La
presero a scatola chiusa, senza nemmeno sapere se sapeva ballare, cantare, recitare, raccontare barzellette o
se almeno possedeva quel senso dell’umorismo necessario per sopportare cinque lunghi mesi con quella corte di miracoli che è Zelig. Ma il fiuto
non li aveva traditi, la trasmissione è
nuovamente un successo!!!
Il cast è rimasto praticamente immu-
tato e proprio questa la formula vincente. “Quest’anno mantengono i loro personaggi Capsula e Nucleo, che
hanno avuto tanto successo. Sentivano il bisogno di rinnovarsi, senza comunque rinnegare il passato: Capsula e Nucleo sono insostituibili ! Come definireste questa nuova Edizione
di Zelig?
INTERVISTA A VANESSA INCONTRADA
“Da quando è venuta in Italia non si
è mai fermata: passerelle, televisione,
radio, cinema… La bella spagnola
sta vivendo davvero un momento
d’oro, coronato dal ruolo di prima
donna di Zelig!!“
COSA CAMBIERESTI DI TE ?
La mia impulsività… A volte sono
testarda e non ragiono, rischio di sof-
frire e far soffrire. Fisicamente mi
piaccio, tolti un paio di desideri…
come avere una decina di centimetri
in più!
COM’è IL TUO UOMO IDEALE?
Mi piace un uomo che ha il senso
dell’umorismo, fantasia, imprevedibilità. Una telefonata improvvisa, un
uscita non programmata, un po’ di
sana follia, insomma !!! Amo le persone semplici, autentiche, dirette.
CE L’HAI UN SOGNO NEL CASSETTO?
Uno solo!?! Vorrei diventare un’attrice affermata, avere una famiglia,
un casale in Toscana e … molto tempo per godermeli!!!
Consalvo Simona I C & Ruggiero
Federica I C
Il fantastico mondo
di Harry Potter
In attesa che esca il terzo film di Harry
Potter al cinema, noi della classe III C
abbiamo pensato di andare a fare un
sopralluogo sul set per capire qualche
segreto. Come negli altri due film anche nel “Prigioniero di Azkaban” saranno i mitici: Daniel Radcliffe, Emma
Watson e Rubert Grint a rappresentare
le parti di Harry Potter, Hermione
Granger e Ronald Weasley e sembra
dai materiali che abbiamo raccolto che
i tre giovani attori saranno riconfermati anche per il quarto film. Per
quanto riguarda il cast di Harry Potter
e il prigioniero di Azkaban ci saranno
solo due grossi cambiamenti: il regista
e l’attore che impersona Silente. Infatti
non sarà più Chris Columbus il regista
del film più amato dai ragazzi di oggi
ma il giovane regista messicano Alfonso Cuaron. Per quanto riguarda Silente, invece, dopo la tragica morte dell’attore Richard Harris che lo ha interpretato nei primi due film, la parte del
preside della scuola sarà interpretata
Michel Gambon. Come nuovi personaggi conosceremo Remus Lupin insegnante di difesa contro le arti oscure
sostituto di Gilderoy Allock che come
vi ricorderete sicuramente ha perso La
memoria alla fine del secondo film e
ora è ricoverato al San Mungo ( ospedale dei maghi ).La parte dell’insegnante sarà interpretata da David
Thewlis, mentre Emma Thompson vestirà i panni di Sibilla Cooman insegnante di divinazione che non finirà
di predire la morte di Harry durante
tutte le lezioni. Ed, infine, Gary Oldman vestirà i panni dell’affascinante,
misterioso e famigerato Sirius Black.
Per quanto riguarda la sceneggiatura,
ci sarà un grande cambiamento, non ci
sarà più l’atmosfera allegra e spensierata dei due film precedenti ma essa
sarà lugubre dovuta principalmente
alla comparsa dei Dissennatori, guardie di Azkaban, orribili e paurose
creature capaci di risucchiare i pensieri felici delle persone.
La mia passione per Harry Potter è
iniziata a Natale di tre anni fa quando
non ancora usciva il primo film, mi è
stato regalato il libro. Dall’ora mi sono
innamorata perdutamente del modo
di scrivere di J. K. Rowling e dall’ora
ho visto film, ho letto libri, giornali,
interviste, comprato poster e giochi
per il computer, e diciamo che con tutta questa roba la mia camera è diventata tutta “Harry Potter”. So che per
alcuni può sembrare banale che alla
mia età si vada ancora dietro a film così di fantasia, ma a mio parere allontanarsi dal mondo della fantasia non
vuol dire diventare grandi, ma semplicemente rifiutare di avere un mondo
su cui fuggire quando ti senti solo.
Quindi volete un consiglio? Non allontanatevi da questo fantastico mondo prima del dovuto.
Valentina Marcucci, Antonella Cipolla 3C
9
• Il mon do i n una scuol a •
UN ROMANZO, UN FILM
10
“L’orribile pelle giallastra nascondeva a malapena la trama dei muscoli e delle vene, i capelli
erano folti, neri e lucidi, i denti bianchissimi e le labbra nere e tirate”: così Mary Shelley descrive il mostro di tutti i tempi, il principio di un nuovo genere : in una sola parola, FRANKENSTEIN . Un avvolgente romanzo in cui viene narrata la storia di un nobile ginevrino , Victor
Frankestein , animato dall’ossessivo desiderio di dar vita all’essere perfetto attraverso le proprie conoscenze filosofiche e scientifiche. Dopo due anni di intenso lavoro egli vede la sua opera nascere nella sua soddisfazione , ma allo stesso tempo, morire nel suo profondo disgusto. La
creatura abbandonata dal suo creatore al momento della nascita, scappa per rifugiarsi in Germania , dove apprende il linguaggio, la cultura, la filosofia umana, che rifiuta un essere ripugnante e disgustoso, come ben presto si rende conto anche se motivato da buone intenzioni. Il
mostro, fondamentalmente buono, esprime impianto di essere stato messo al mondo e, come tale, diventa Frankestein, protagonista di film d’orrore che noi tutti conosciamo come la creatura
più spregevole e crudele che esiste in questo mondo. Il romanzo non è altro che l’implicita dichiarazione della tormentata vita di cui è protagonista l’autrice: dalle tragedie infantili, tra cui
la morte della madre, ai drammi familiari dell’età adulta , come la morte del marito in una tempesta o la triste perdita dei suoi due figli. Frankenstein è il “ primogenito” dell’horror , un genere che appassiona molti giovani, ma è anche l’ispiratore di altri personaggi di film , quale “l’incredibile Hulk”: Bruce Banner è uno scienziato come gli altri, ma un giorno, colpito dai raggi
gamma, subisce una mutazione genetica e così si trasforma in Hulk tutto muscoli. Di Frankenstein conserva senza dubbio le dimensioni, insieme alla brava persona dall’animo gentile , ma
egli viene rifiutato dagli umani che lo classificano come “pericolo pubblico” , a causa della sua
notevole diversità. Ma Hulk è anche discendente del romanzo di Stevenson , “Dottor Jeckyll e
Mr Hide : infatti ne eredita la doppia personalità , il buono ed il cattivo, una significativa allegoria del bene e del male che ci caratterizzano.
A riguardo di ciò, la nostra scuola ci ha portato al cinema a vedere “ La leggenda degli uomini
straordinari “ di Stephen Norrington, i cui protagonisti guidati da Allan Quotermain (Sean
Connery) vengono incaricati dal governo di evitare lo scoppio di una guerra mondiale. Ambientato nel 1897, la particolarità è tutta da ricercare nei protagonisti: Mina Harker, sopravvissuta non indenne al suo rapporto con Dracula, il giovane avventuriero Tom Sawyer, Dorian
Gray, che strinse un patto con il diavolo per mantere la sua bellezza, il capitano Nemo di “Ventimila leghe sotto i mari”, Skinner, l’uomo invisibile ed infine Dottor Jeckyll e Mr Hide, protagonisti dell’omonimo romanzo. Sono tutti uomini con doti e abilità fuori dal comune, tutti apparentemente normali, ma che nascondono un segreto, qualcosa di anormale, che li rende diversi da noi esseri umani. Questo film costituisce un elemento di riflessione da parte di tutti noi
che dovremmo imparare meglio a conoscerci, e libri o film di questo genere sicuramente ci conducono sulla “buona strada”.
Catenaro Teresa III F
The Passion: non solo un film
Il 25 Febbraio 2004 in 2000 sale
americane esce il così atteso
film diretto da Mel Gibson
“The Passion of Christ”. In Italia si è aspettato fino al 7 Aprile, giorno in cui viene distribuito in 150 sale.
Le riprese, cominciate il 4 Novembre 2002, si sono svolte a Matera, a Craco (Basilicata) e poi sono proseguite a Cinecittà per gli
interni. Mel Gibson ha deciso di
girare a Novembre per avere una
particolare luce autunnale.
Con questo film drammatico il
regista racconta le ultime terribili
12 ore della vita del Nazareno. Il
film inizia nel Giardino Degli Ulivi dove Gesù si reca a pregare
dopo l’ultima cena con gli Apostoli. Dopo aver resistito alle tentazioni di Satana, tradito da Giuda Iscariota, Gesù viene arrestato
e condotto dentro le mura di Gerusalemme dove i Farisei lo accusano di Bestemmia. Il suo processo, la storia, e i vangeli inseguono
e si conclude con una condanna a
morte.
Da un’intervista a Mel Gibson si
deduce che l’idea della rappresentazione della vera Passione di
Cristo nasce da quando egli ave-
va 35 anni basandosi sui quattro
vangeli, il diario di Suor Anne
Catherine Emmerich (suora tedesca). Lui ha destinato il film a tutti, per credenti e non, ma soprattutto ai credenti per dare loro l’idea dell’amore che Dio ha per loro. Inoltre per rendere ancora più
realistiche le scene, il regista ha
deciso di usare l’Aramaico e il
Latino, le lingue originali affiancati dai sottotitoli nelle vare lingue. Innumerevoli sono stati gli
elogi, ma anche le critiche dovute
alla tensione di alcune scene, al
fatto che Gibson abbia dato la
colpa della morte di Cristo agli
ebrei, e perciò definito antisemita, ma lo stesso regista si giustifica affermando che le scene violente sono la cruda e semplice
realtà, infatti, dopo le violenze e
le torture inflitte a Gesù (che egli
mostra in tutto il suo orrore), al
momento del suo trapasso la natura stessa viene sconvolta, anche
se il regista si sofferma sulla flagellazione, quando invece nei
Vangeli non esistono descrizioni
dettagliate di questo momento. Il
CAST è composto da Mel Gibson
(regista), Maurizio Millenotti (costumista), Francesco Fringeri
(scenografo), Steeve McEveety
(produttore), Jim Caviezel (Gesù), Maria Morgesten (Maria),
Monica Bellucci (Maddalena),
Rosalinda Celentano (Satana),
Hristo Jinka (Giovanni), Luca
Lionello (Giuda). C’è anche Lanciano, la nostra città, fra le località in cui ha avuto molto successo
questo film: con solo due settimane si è arrivato ad un incasso di
71 mila Euro con più di 10 mila
spettatori. Avendo visto questo
film ci siamo rese conto di ciò ha
veramente sofferto per noi Cristo,
patendo una morte cruda, lenta,
ma soprattutto atroce sulla croce.
Purtroppo la vera bellezza di
questo film sta nel fatto che è tutto vero, comprese le scene orribili
della Flagellazione, della Crocifissione, e delle apparizioni di Satana, quelle che ci hanno più colpito.
Questo film ha lasciato sicuramente un segno i tutti gli spettatori, e speriamo che sia di esempio per tutti gli uomini.
Simonetta Trozzi IA
Paola Litterio e Ramirez Juliana IIc
La storia in
un film
Il GRANDE DITTATORE (film
prodotto in USA nel 1940, regia di
Charlie Chaplin, con Charlie Chaplin, Paulette Goddard, Jack Oakie, Reginald Gardiner, Henry Daniell, Billy Gilbert).
I personaggi di questa storia sono
Adenoid Hynkel, che rappresenta
Hitler, ed un barbiere ebreo ; la
storia è ambientata in Tomania,
uno stato che simboleggia la Germania.
Un soldato ebreo salva un ufficiale proveniente dalla Tomania durante la prima guerra mondiale.,
ma in seguito perde la memoria.
Molti anni dopo ritorna a casa per
riaprire il suo negozio da barbiere
e proprio lì si innamora di Hannah. Egli ignora i cambiamenti politici avvenuti nello stato (la salita
al potere di Hynkel), si ribella alle
camicie grigie e per questo viene
catturato e portato nei campi di
concentramento.
Dopo un po’ di tempo il barbiere
riesce a fuggire , però durante la
sua fuga accade un imprevisto: si
imbatte nel vero dittatore e, per la
perfetta somiglianza tra i due, al
posto del fuggitivo venne arrestato il dittatore Hynkel. Il barbiere,
allora, viene trascinato sul podio
del Fuhrer, dove pronuncia un discorso riguardante la pace, la speranza e il destino dell’umanità.
Con questo film Chaplin vuole
contestare il regime nazista e tutte
le ingiustizie da esso commesse,
soprattutto la persecuzione degli
ebrei, che fu crudele e spietata. Secondo me la parte più divertente è
quella in cui Hynkel gioca con il
suo mappamondo, il quale rappresenta il mondo che lui pensa di
poter dominare e controllare. Il capolavoro, ridicolizzando la figura
del dittatore, insegna anche a combatterlo e a non condividerlo. Il
film è molto bello ed ironico ed
anche questa volta Charlie dà una
grande prova di sé: lo dimostrano
la chiara espressività nel linguaggio e l’equilibrio fra dramma e comicità. Anche le composizioni musicali sono giuste, ciascuna adatta
al momento in cui è inserita.
A mio parere l’opera deve essere
vista da tutti almeno una prima
volta: sorgerà poi spontaneo il desiderio di rivederla una seconda
volta, per apprezzare in pieno la
straordinaria realizzazione cinematografica.
Serena Cianci III F
• Il mon do i n una scuol a •
L’ULTIMO MITO DEL CICLISMO
Beach Volley
Sport disputato tra due squadre, composte da due giocatori ciascuna, che si
incontrano su di un campo diviso da
una rete. Disciplina figlia della pallavolo (di cui conserva le stesse regole)
nacque sulle spiagge della California
poco prima della grande crisi del 1929.
All’inizio si giocava come al coperto
sei contro sei, poi, complice la depressione economica che svuotò i club privati, furono provate anche formule diverse come il quattro contro quattro, o
il due contro due su metà campo. Paul
Johnson e i Blue Boys, ovvero Joe Jendren e Ray Welding, due giocatori di
Basket, furono i personaggi più famosi
dell’era pionieristica di questa disciplina. A partire dagli anni ’60 iniziarono a essere organizzati tornei e circuiti
estivi, ma furono gli sponsor a decretare il successo dello sport. Nel 1984 il
conflitto tra organizzatori del circuito
da un lato e giocatori dall’altro determinò la nascita dell’ AVP, l’Associazione dei giocatori professionisti. Il primo
tour internazionale risale al 1986, ma
già l’anno successivo la FIVB inaugurò
la Coppa del Mondo che fece subito
tappa in Italia. Nel 1996 il beach volley
è stato inserito come sport OLIMPIONICO ai giochi di Atlanta.
Federica Di Campli, Veronica D’Ovidio 1A
Spettacolare
VALENTINO
(Non importa se sulla Yamaha, lui è ancora imbattuto)
Welkom (Sudafrica). Valentino ha
cambiato la moto ma il finale è sempre
lo stesso. E’ partito in pole position seguito da Biaggi, ha lottato fino all’ultima curva, un duello come quello si
era visto solo tra campioni come Agostani e Hailwood. Max e Valentino
hanno dimostrato di avere la stoffa dei
campioni. Valentino da 23 gare non
scende dal podio, cosa che era riuscita
solo ad Agostani, nella stagione 67-68.
Sete Gibernau è arrivato terzo a sette
secondi da Biaggi. Loris Capirossi è
arrivato sesto. Dopo la sua prima vittoria con la Yamaha, durante il giro
d’onore, Valentino si è fermato e ha
baciato la sua moto. La Yamaha in
passato non ha avuto successo, ma Valentino ha dimostrato che non conta la
potenza della moto, ma chi la guida.
Alessandro Virgilio,
Raffaele Marciani II C
Non ho mai incontrato Marco Pantani.
Non ho conosciuto il ciclista, lo sportivo, l’uomo… ho conosciuto il personaggio. Perché
Marco Pantani lo è stato… eccome!
Ha riunito sotto il giallo della sua bandiera
ognuno di noi italiani, e non ci siamo mai
preoccupati, nella maggior parte delle occasioni e per svariati motivi, di sviluppare un profondo senso di unità e fratellanza.
Marco Pantani con le sue scalate indimenticabili, con i suoi traguardi raggiunti attraverso
estenuanti fatiche, un senso di unità ce l’ha dato e anche molto forte! Esistono fotogrammi
impressi nella mente di ognuno di noi, anche
in quella del meno sportivo, del più disinteressato o disattento: una bandana, un cappellino… scagliati via… che facevano capire che
qualcosa stava per accadere…
E qualcosa accadeva sempre. Puntuale. Il più
delle volte, era qualcosa di straordinario.
Marco Pantani ha riacceso la passione per il ciclismo attraverso un linguaggio che tutti abbiamo conosciuto e imparato ad interpretare
alla perfezione, e l’ha fatto con delicatezza,
senza presunzione; è stato l’ultimo (e probabilmente rimarrà l’ultimo) ciclista che ci ha fatto
tornare con la mente alle imprese leggendarie
di Coppi, Merckx, Hinault, Bobet, Gimondi; ci
ha fornito gli strumenti per guardare il ciclismo anche dalla sua parte…
La vita ha provato a disarcionarlo diverse volte: nel 1995 rimane vivo per miracolo, nel ’97
si spappola un muscolo, nonostante ciò è sempre ritornato alla grande, alle ferite del fisico
ha reagito sempre bene, ma a quella che lo ha
colto nell’orgoglio non è mai guarito (tutti voi
sapete a cosa alludo).
Forse proprio per questo in tanti, in troppi, dopo che è andato via, hanno pensato di poterlo
giudicare, di sapere cosa si stava agitando dietro di lui…hanno creduto di conoscere i pensieri, i turbamenti, le paure…
Parole sprecate, parole inutili, soprattutto, ora
che Marco è scivolato via.
Spero che i tanti che hanno trovato così difficile portare rispetto e onorare la memoria di
Marco Pantani, riescono almeno a trovare un
po’ di spazio per la riconoscenza o, almeno,
per il ricordo dei giorni in cui hanno trovato
facile, naturale, ovvio, salire sul carro del vincitore.
Neanche loro, Marco Pantani, l’hanno conosciuto davvero.
Polito Mattia IIIC
Pelè
NOME: Edson Arantes Do Nascimento
IN ARTE: Pelè
SOPRANNOME: ”Perla Nera”
NATO A: Tres Caraçoes
IL: 23-10-1940
PESO: 75 kg
ALTEZZA: 172 cm
CAPELLI: neri
OCCHI: neri
STATO CIVILE: coniugato
Carriera:
Formatosi nelle giovanili del Baurà Atletico
Club nel 1965 viene conquistato dal Santos. Il
7 settembre 1956 esordisce in nazionale a soli
16 anni e segna il suo primo goal contro l’Argentina.
Conclude la carriera negli USA con i New
York Cosmos dove vince un campionato da
capocannoniere. Nella sua grande partita
d’addio tra Santos e Cosmos gioca un tempo
per parte. Lascia il calcio dopo 23 anni da professionista.
Con la maglia brasiliana gioca 91 partite segnando 77 goal. Partecipa a 4 mondiali vincendone 3 (’58, ’62, ’70). In tutta la sua carriera segna 1281 goal in 1362 partite.
Caratteristiche:
Dotato sia sul piano tecnico che atletico, nel
suo ruolo faceva il centrocampista offensivo.
Palleggiatore straordinario (i suoi dribbling
erano passi di danza) potente tiratore ed eccezionale colpitore di testa. Praticamente ineguagliabile: saltava più di tutti, il suo piede
destro era maestoso come quello sinistro, dribbling terrificante ma allo stesso tempo fulmineo e lo scatto bruciante (100 m in 11’).
Un po’ di numeri…
1° GARA CON IL SANTOS: 7-9-1956
ULTIMA: 16-1-1974
1° GARA CON LA NAZIONALE: 7-7-1957 al
Maracanà (Brasile-Argentina)
ULTIMA: 18-7-1971 (Brasile- Austria)
1° GOAL CON IL BRASILE: 7-7-1957 (BRAARG)
ULTIMO: 11-7-1971 (Brasile-Yugoslavia)
TOTALE: 77
I premi vinti:
11 capocannoniere con il Santos (’57 al ’69 e
nel ’73)
1 capocannoniere con i Cosmos (’74)
11 campionati con il Santos (’58-’69)
1 campionato con i Cosmos (’74)
6 campionati brasiliani (‘61-’65 e ’68)
2 coppe Libertadores (’62-’63)
2 coppe Intercontinentali (’62-’63)
3 coppe del Mondo (’58-’62-’70)
Record goal in un campionato = 126
Premiato come “GIOCATORE DEL SECOLO”
Adesso:
Pelè, adesso ha 64 anni ed è ambasciatore della
FIFA e dell’UNESCO e partecipa a iniziative
umanitarie insieme alla MasterCard.
Piccirilli Paolo IIE - Prosini Matteo IIE
11
• Il mon do i n una scuol a •
Senna, il più grande
12
Davvero Michael Schumacher è il più forte pilota di F1 di tutti i tempi? Per tanti motivi la
maggior parte degli italiani dirà di si, ma forse
tutti i tifosi Ferrari si sono dimenticati di piloti
che per le corse hanno dato anche la vita: uno
di questi è Ayrton Senna. Ayrton Senna Da Silva è nato a San Paolo il 21-3-1960. Iniziò a correre con i go-kart all’età di 4 anni sfoderando un
enorme talento e dimostrando una estrema facilità in ogni manovra. Vinse il campionato di
Formula Ford nell’81 e nell’82 , in particolare il
suo ultimo titolo in questa categoria la ottenne
con 21 vittorie su 27 gare, l’anno dopo si consacrò campione del mondo di Formula 3. Nel
1984 ci fu la grande svolta: il debutto in F1 al
volante del team Toleman. Anche guidando
un’auto mediocre riuscì ad ottenere diversi
piazzamenti. Di gran rilievo fu il secondo posto
a Montecarlo dove sotto una pioggia torrenziale fece una gara da vero asso del volante, dalle
retrovie giro dopo giro raggiunse e sorpassò il
leader della corsa Alain Prost; la vittoria non gli
venne assegnata perché la gara fu interrotta per
troppa pioggia e si dovette accontentare del secondo posto. Alla fine dell’anno capì che per ottenere vittorie bisognava passare ad un team
più competitivo. Nel 1985 si presentò ai nastri
di partenza del mondiale al volante della Lotus,
in quell’anno riuscì ad ottenere la prima poleposition e la prima vittoria al GP del Portogallo
sotto un altro diluvio. L’anno seguente non
cambiò, altre pole e altre vittorie fino al 1987,
ma per ora non riuscì mai a laurearsi campione.
Nei tre anni con la Lotus, Senna catturò l’attenzione del team McLaren-Honda e fu ingaggiato
nel 1988 per affiancare Alain Prost.
Quell’anno fu un duello in casa McLaren tra
Senna e Prost,il brasiliano riuscì a laurearsi per
la prima volta in carriera campione del mondo
di sole 3 lunghezze su Prost, la McLaren vinse
16 gran premi su 17. Riconfermato per il 1989
Senna duellò ancora con Prost, ma quest’ultimo
riuscì a vincere il titolo all’ultima gara, in Giappone dove chiuse la traiettoria ad Ayrton e lo
fece andare fuori pista. Il brasiliano rimontò
platealmente fino al 1° posto per tenere vive le
speranze del titolo. Ma a fine corsa fu squalificato perché gareggiò con l’ala anteriore danneggiata. L’anno dopo Prost fu ingaggiato dalla
Ferrari e in casa McLaren Senna fu affiancato
dall’ex ferrarista Gerhard Berger. Questa volta
Senna si prese la rivincita sbattendo Prost fuori
pista sempre all’ultima gara del Mondiale in
Giappone e vincendo il suo 2° mondiale per soli
7 punti. L’anno dopo la musica non cambiò,
Senna e Berger monopolizzarono il campionato;
all’ultima gara dell’anno i due piloti McLaren si
trovavano al 1° e 2° posto e Senna, a titolo già
vinto lasciò passare Berger perché il pilota austriaco si sarebbe dovuto meritare la vittoria in
altre occasioni, ma essendo sfortunato non era
riuscito a coglierne nemmeno una quell’anno.
Un gesto di umanità e di sportività che solo dei
veri campioni possono permettersi. I successivi
due anni non furono particolarmente felici per
Ayrton e per la McLaren. Infatti quest’ultima ricevette un motore Honda poco potente e inaffidabile e Senna riuscì ad ottenere poche vittorie.
Nel 1993 la McLaren motorizzata Ford fu comunque poco competitiva e non riuscì ad ottenere il mondiale; in quest’anno Senna fece la
gara più bella di tutta la sua carriera; tanto per
cambiare un diluvio si abbattè sulla pista di
Donnington e Senna con le gomme d’asciutto
riuscì a doppiare Prost il leader del campionato,
che intanto era passato alla Williams. Fece il giro più veloce in gara passando per la corsia dei
box senza fermarsi per un errore di segnalazione dei meccanici e vinse la gara. Il campionato
fu vinto da Prost ma al brasiliano toccò l’ultima
gara dell’anno in Australia. Nel 1994 Senna si
accorse che la McLaren non era più competitiva
e allora decise di passare alla Williams. Quest’ultima si Presentò al via del mondiale con
due assi del volante: Damon Hill la stella nascente e il veterano Ayrton Senna. Il nuovo pilota brasiliano della Williams nelle prime 2 gare
ottenne la pole position ma si ritirò ad entrambe. Giunti a San Marino, Senna motivato disse:”Il mio mondiale comincia qui”. Tutta l’Italia
fu scossa dall’incidente del pilota della Simtek
Roland Ratzenberger: per il pilota austriaco non
ci fu niente da fare. Senna stava meditando di
non partecipare alla gara in segno di lutto ma
decise di prendere comunque il via. Prima della
gara il brasiliano, che intanto era diventato
stretto amico del suo ex rivale Alain Prost, confessò che gli mancavano i suoi duelli con il pilota Francese ed in effetti anche Prost confermò lo
stesso. Al via del GP un incidente nella retrovie
lasciò una zona piena di detriti, fino alla prima
chicane; entrò la safety-car per rallentare il ritmo della gara e per cause ancora incerte quando il gran premio riprese all’inizio del settimo
giro, Senna non riuscì a fare la curva del Tamburello e la sua Williams andò dritta contro le
barriere, un braccetto delle sospensioni gli penetrò il casco ed a causa delle gravi ferite morì
poche ore dopo all’ospedale di Bologna. E’ bello vedere un pilota che combatte ruota a ruota
con tutti senza paura della morte, ma alla fine
ci ricordiamo che anche lui era un uomo mortale come noi. Schumacher si è fatto le ossa propri
contro Senna. Di lui ci rimangono 65 pole, 41
vittorie, 3 titoli mondiali e quel sapore di duelli
che oggi è difficile da vedere. E passato un decennio, ma è come se fosse ieri, non dimenticatelo, era lui il più grande!
Lorenzo Di Martino IIIC
Da un intervista a Ferreira Pinto
Ferreira Pinto è un giocatore brasiliano che milita nella squadra del Lanciano, è nato il 10/12/1979 a Porto Ferriera. All’età di 6 anni si è trasferito a
San Paolo del Brasile dove ha iniziato a lavorare in campagna e poi in una fabbrica di mattoni, ha 4 fratelli, di cui due adottivi. Nel poco tempo libero
si divertiva a giocare a pallone con i suoi amici.
Ha iniziato a giocare a 19 anni, grazie ad un procuratore che lo ha notato, e che gli ha fatto un provino in una squadra di serie A. In seguito, un suo
amico, che gioca anche lui nella squadra del Lanciano ha portato una videocassetta al presidente Angelucci, che vedendolo giocare l’ha voluto nella
sua squadra. Adriano s’allena nove volte a settimana, non beve alcolici, mangia soprattutto pasta e verdura. Quando un suo compagno di squadra
sbaglia non se la prende perché secondo lui giocando è normale sbagliare delle volte. Quando è lui a sbagliare cerca di capire e di migliorare.
Adriano pensa che è normale qualche volta perdere delle partite, ma quando vince e segna un goal è felice per i tifosi che lo ammirano. Il suo porta
fortuna è un quadrifoglio che gli ha regalato sua sorella che è più grande di lui. Prima della partita si concentra tanto e prega.
È molto generoso, infatti ogni fine mese manda un po’ di soldi alla sua famiglia, e vuole che i suoi familiari vengano a vivere in Italia con lui, se non
riesce a fare ciò a fine carriera tornerà nel suo paese. Nel tempo libero lui dorme e fa qualche passeggiata. Gli piace molto vivere a Lanciano, perché
qui lo hanno accolto molto bene, i tifosi sono contenti perché ha segnato 11 goal in questo campionato, però gli dispiace molto perdere le partite e i tifosi lo contestano.
Il suo giocatore preferito è Ronaldo e le sue squadre preferite sono Milan e Juventus.
Ferreira Pinto è molto cattolico, del Brasile gli manca soprattutto la mamma, che non vede da un anno. Per lui il Brasile è un paese dove troviamo
persone molto ricche, e persone molto povere.
Secondo me è il migliore giocatore del Lanciano sono contento di averlo incontrato, perché è simpatico e generoso e poi è brasiliano come me.
VALENTINO ENTRA NELLA STORIA
Quant’è bella la prima volta! Valentino con questa vittoria ha sfatato tutti i tabù, con una moto, la Yamaha, perdente per eccellenza. E’
infatti dall’82 che una Yamaha non
vince un mondiale nella classe regina e Vale, già al suo primo anno,
potrebbe riuscire nell’impresa. Passiamo al film della gara, una delle
più belle di tutti i tempi. Partenza
a razzo per Gibernau, Rossi e Biaggi: questi ultimi due protagonisti
di tutta la gara. Biaggi e Valentino
avevano una tattica diversa: il ro-
mano si è tenuto tietro al pescarese
per studiarlo e tentare il sorpasso
negli ultimi giri; Valentino invece è
voluto stare sempre avanti, anche
se sulla carta non era il favorito..
Comunque i due hanno dato vita
ad un duello degno dei migliori
confronti. Valentino dopo aver superato il traguardo ha fatto la classica impennata . Poi ha posato la
moto e si è seduto sull’asfalto e si è
lasciato andare a qualche lacrima
di gioia e di liberazione, in seguito
ha baciato la moto con cui ha fatto
il miracolo. Infine Vale è tornato a
Paddock e ha festeggiato con i meccanici che lo hanno seguito dalla
Honda fino alla Yamaha:una scelta
molto coraggiosa. Una gioia immensa anche per papà Graziano .
Ma onore anche per gli sconfitti,
primo tra tutti un altro italiano,
Max Biaggi che ha dimostrato di
poter competere in tutte le situazioni. E’ lui che rappresenta la Honda
e che lotterà sicuramente per il suo
quinto titolo mondiale. Straordinaria prova anche di fairplay
Per Valentino e il rivale di sempre
che a fine gara si sono stretti la mano: forse si odieranno fino alla
morte , ma dopo una gara così
straordinaria, quel saluto gli sarà
venuto spontaneo. Nei commenti
di fine gara alla domanda “la Honda si è resa conto degli errori che
ha fatto?” Rossi ha risposto con un
secco sì, senza rimandi. Per la cronaca , nella classe 125 cc ha vinto
un altro italiano, Andrea Dovizioso, 2° Locatelli.
Ermes
• Il mon do i n una scuol a •
CHE COS’E’ IL C. T. E. P.?
Il C.T.E.P. di Lanciano è un Centro Territoriale di Educazione Permanente che attiva programmi di
formazione e ricerca nei diversi settori dello scibile umano, con specifico riguardo alle problematiche e agli scenari europei. Il suo compito è quello di diffondere la cultura, elevare il livello di preparazione dei giovani, contribuire alla formazione permanente, fornire ai lavoratori strumenti di interpretazione di una realtà in continuo divenire.Il Centro ha in sé diverse attività e corsi:
corso annuale per adulti per il conseguimento della licenza media. Il corso inizia a settembre per
concludersi a Giugno con gli esami di Licenza per un totale di 350 ore complessive di lezione.
Corsi di qualificazione e riqualificazione organizzati per offrire agli utenti la possibilità di approfondire alcune tematiche e per appropriarsi di quella preparazione concreta indispensabile nel mondo del lavoro: creazione e gestione di siti web, contabilità aziendale, approccio all’inglese commerciale, simulimpresa, patente europea, ecc…
Corsi con moduli di 24-30 ore che hanno come assi culturali di riferimento i linguaggi e le culture, l’alfabetizzazione alla multimedialità, la padronanza dei linguaggi e delle tecnologie più diffuse .L’offerta formativa di quest’anno prevede:corsi di lingua straniera:inglese, francese, spagnolo, tedesco; Italiano per stranieri; educazione ambientale ed alimentare; laboratorio fotografico; educazione motoria; Educazione musicale con pratica di canto corale; medicina; prima informazione e consulenza fiscale; laboratorio teatrale; guida
al mondo del lavoro:legge Biagi; Educazione artistica; pronto soccorso e sicurezza stradale; sicurezza sul lavoro. Tutti i corsi sono finalizzati al recupero e al potenziamento di competenze di base e di saperi specifici culturali e relazionali, fondamentali per un’attiva e
coinvolgente partecipazione alla vita sociale.
Corsi di lingua italiana per stranieri
Nell’ambito dell’offerta del Centro Territoriale
di Educazione Permanente della Scuola Media
“Umberto I”, sono presenti da diversi anni Corsi di Lingua Italiana per Stranieri, suddivisi in
1° e 11° livello.
La finalità primaria di essi è quella di rispondere ai bisogni dei numerosi stranieri residenti nel
nostro territorio, fornendo loro il principale
strumento di integrazione nella nuova realtà,
cioè la capacità di comunicazione, tramite 1’ apprendimento della lingua italiana.
D’altro canto, la presenza dei corsisti stranieri,
portatori di un ricco e diversificato patrimonio
di culture ed esperienze, fornisce al nostro Istituto una preziosa ed irrinunciabile occasione di
conoscenza dell’ “altro” e concrete possibilità di
scambio interculturale.
La disponibilità, l’impegno, l’entusiasmo dei
corsisti stranieri rende possibile lo svolgersi di
attività che vanno molto oltre la semplice frequenza dei Corsi di Italiano. Vengono infatti
progettati e realizzati incontri con le classi della
Scuola Media, durante i quali ognuno di loro
porta un contributo umano, etnico, culturale,
raccontando il proprio ( talvolta non facile ),
vissuto o illustrando aspetti interessanti e poco
noti del paese di origine.
La finalità principale di questi incontri consiste
nella preziosa opportunità di offrire ai ragazzi
la conoscenza diretta dello “straniero”, per promuovere quindi in loro l’accettazione delle differenze e la percezione di esse non come negatività, ma piuttosto come possibilità di arricchimento , in un contesto sociale che troppo spesso
reagisce con intolleranza e pregiudizio alla inevitabile trasformazione multiculturale del nostro territorio.
Nell’ambito dei Corsi di Italiano per Stranieri,
inoltre, si realizzano anche attività di laboratorio, durante le quali i corsisti sono indirizzati,
con la guida delle insegnanti, alla ricerca, l’approfondimento ed il confronto di aspetti culturali o folclorici profondamente caratterizzanti le
loro diverse culture di origine. E’ molto importante che i risultati di queste attività possano essere condivisi con i ragazzi della scuola, durante incontri diretti o tramite la pubblicazione sul
Giornale d’Istituto. Si presentano perciò qui alcuni tra i materiali prodotti nell’anno scolastico
2002/2003 ed in quello corrente.
L’anno scorso gli stranieri hanno ricercato, selezionato, tradotto, alcuni testi ( narrativi, poetici,
testi di canzoni, ecc), da loro ritenuti significativi della propria cultura. Il lavoro è stato poi ulteriormente elaborato e presentato a fine anno
scolastico nell’Aula Magna del nostro Istituto,
sotto forma di spettacolo, con la rappresentazione “Vado verso terre straniere...”
Quest’anno, si è scelto di lavorare su linguaggi
molto immediati, trasversali a tutte le culture:
la musica ed il ballo. E’ stata perciò realizzata
dai corsisti una ricerca su musiche o balli tipici
dei propri paesi, che ha portato alla produzione
di testi finalizzati ad illustrare quelle che sono
le espressioni più genuine di ogni popolo.
Insegnanti del C.T.E.P.: Elvira Marino della Fazia,
Clelia Salerno, Gina Martelli
IL “GAGAKU”
Il Gagaku “musica elegante”, le cui origini vanno ricercate in Cina nell’ VIII secolo, e uno
dei generi musicali più antichi tra quelli eseguiti nel Giappone odierno: esso ha raggiunto
una forma definitiva circa mille anni fa, ed in questa forma è stato trasmesso fino ai nostri
giorni.
Questo processo di trasmissione è stato possibile perché Gagaku aveva una grande importanza come musica della Corte Imperiale e quindi la sua conservazione era necessaria per
l’ esecuzione dei riti e dei cerimoniali di Stato.
E’ un genere artistico che comprende l’ esecuzione strumentale, danza e vari tipi di canto.
Oggi è possibile ascoltare il Gagaku in occasione di matrimoni di rito scintoista e durate il
rito del Capodanno.
Miho Nakamura (Giappone)
“ADIOS, PAMPA MIA
(tango argentino)
testo: ivopelay;
musica: Mariano Mores/Francisco Canro
Addio, pampa mia!
Vado via..
Vado verso terre straniere.
Addio, strade che ho percorso,
fiumi, monti e tratturi,
casa dove sono nato.
Se non ci rivedremo,
terra amata,
voglio tu sappia
che andando ti lascio la vita.
Addio!…
Nel lasciarti, pampa mia,
gli occhi e l’anima si riempiono
del verde dei tuoi pascoli
e del tremolio delle stelle.
Col canto dei tuoi venti
e il singhiozzare delle chitarre
che mi rallegrarono a volte
e altre mi fecero piangere.
Addio, pampa mia!…
Vado via!…
Vado verso terre straniere.
Addio, strade che ho percorso,
fiumi, monti e tratturi,
casa dove sono nato.
Se non ci rivedremo,
terra amata,
voglio tu sappia
che andando ti lascio la vita.
Vado…pampa amata.. vado via…Ida Maria
Montenegro e Laura Luciani (Argentina)
13
“ I capitani
della spiaggia”
otto la luna, in un vecchio
magazzino abbandonato,
i bambini dormono.
Un tempo qui ci arrivava il mare…
… un buon numero di Capitani della spiaggia, aveva preso
l’abitudine di dormire nel vecchio magazzino abbandonato,
insieme con i topi, sotto la luna
gialla. Davanti, la vastita’ dell’arenile, una distesa bianca
senza fine. In lontananza il mare batteva la banchina. Dalla
porta penetravano le luci delle
navi, che entravano e uscivano. Dal tetto si vedava il cielo
stellato, la luna che li inondava
di luce.
… quei ragazzini, monelli di
vario colore e delle piu’ svariate eta’, dai nove anni ai sedici
anni, che di notte si sdraiavano
sul pavimento e sotto il pontile
e dormivano, indifferenti al
vento che ululava intorno all’edificio enorme, alla pioggia
che a volte li inzuppava, ma
con gli occhi rivolti alle luci
delle navi, con l’orecchio attento alle canzoni che provenivano dalle imbarcazioni.
… Mai nessuno seppe il numero esatto dei ragazzini che facevano parte della banda.
… Vestiti di stracci, sudici,
mezzi affamati, aggressivi,
pronti alla parolaccia e con le
cicche di sigaretta in bocca,
erano in verita’ i padroni della
citta’, quelli che meglio la conoscevano, quelli che l’amavano senza riserve, i suoi poeti.
S
14
Sirene Alves Pinto (Brasile)
IL “KABUKI”
l “kabuki” è un genere di
teatro giapponese, sorto ad
Edo (l’attuale Tokyo) all’
inizio del XVII secolo e che ebbe grande popolarità dal 1603
al 1867.
La musica per il kabuki impiega strumentisti e cantanti: alcuni di essi siedono in fronte
alla scena, gli altri dietro le
quinte e gli forniscono effetti
sonori e le musiche di commento all’ azione.
I più importanti drammi kabuki vennero scritti verso la fine
del XVII secolo da Chikamatsu
Monzaemon che traeva i suoi
soggetti dal mito, dalla storia e
da eventi contemporanei.
I
• Il mon do i n una scuol a •
Ma il kabuki sia inteso come
dramma storico o come evento
realistico è sempre uno spettacolo sontuoso: gli attori vestona costumi stravaganti, che
cambiano spesso durante la
rappresentazione, indossano
enormi parrucche e sono truccati in modo che il loro viso
sembri una maschera.
Le scenografie sono a dir poco
spettacolari: come il palcoscenico girevole che oggi costruisce i tratti più caratteristici del
kabuki.
Eiko Tokita (Giappone)
IL “MERENGUE”
E
’ un ballo folcloristico domi-
nicano, diffusosi ampiamente che molti considerano come il ballo nazionale domenicano.
Si discute ancora oggi sulle origini dell’ merengue, le cui radici si
perdono nel passato, ma la sua
larga affermazione nella “Repùblica dominicana” intorno al millecinquanta, ne fa sicuramente uno
dei più antichi balli latinoamericani giunti quasi intatti fino ai
nostri giorni. Molti studiosi ritengono che il merengue sia un adattamento dominicano di una danza
cubana in declino chiamata
“Upa”, anche se le fonti a riguardo non sono del tutto attendibili.
Il grande successo del merengue
detronizzò il ballo in quel periodo
più diffuso tra le classi popolari
dominicane, ossia la “Tumba”;
questa passione sbocciò grazie alla
semplicità dei passi del merengue
e del suo passo base, detto “paso
de la empalizada”, che rispetto alle undici e più figure della tumba
risultavano estremamente più divertenti e meno impegnativi.
Al principio i testi del merengue
erano piuttosto spinti e ciò, insieme al contatto costante dei corpi,
creò diversi nemici alla nuova disciplina, soprattutto tra la borghesia ricca e piuttosto conservatrice.
Solo grazie all’avvicinamento dei
musicisti “colti” verso questo ballo, esso riuscì ad affrancarsi dall’immagine “sucia”(sporca), per
diventare il vero inno del paese.
In seguito il merengue ha avuto
diverse trasformazioni, subendo
contaminazioni di varia origine
che ne hanno fatto una musica
molto più commerciale, chiamata
“ Merengue de salòn”; tuttavia in
alcune zone rurali dell’isola resiste ancora il vero merengue tradizionale e popolare.
Clarissa Gil José (Repubblica Dominicana)
La “Marinera”
’origine della marinera,
danza tipica del Perù, si
perde nel labirinto dei se-
L
coli.
Ci sono ipotesi che affermano
provenisse dall’Europa barocca o romantica, che si caratterizzava per le danze di corteggiamento nei saloni, come il
minuetto. Le danze in coppia
che simulano il corteggiamento sarebbero appunto arrivate
in America Latina con i conquistatori spagnoli. Nel caso
specifico della marinera, il popolo avrebbe aggiunto le percussioni e il battito delle mani,
oltre alle corde e al canto.
Altri studiosi ritengono invece
che la marinera provenga dalla”zamacueca” (o “mozamala”), danza piena di sensualità,
dalle radici africane.
Secondo questa ipotesi, dopo
l’indipendenza del paese, il
ballo fu assimilato dalle classi
dominanti che vi aggiunsero
segni ispanici e francesi, per
farlo diventare una danza elegante e da salone.
In seguito il ballo fu ribattezzato “marinera” in onore della
Marina da Guerra del Perù; oltre all’omaggio nei confronti
dell’arma peruviana, il cambio
del nome ebbe altre ragioni. Si
racconta che durante la Guerra
del Pacifico(1879-1883), i soldati cileni e quelli peruviani
intonavano entrambi i testi
della zamacueca. Poiché i cileni la chiamavano”cueca” o
“chilena” , lo scrittore peruviano Abelardo Gamarra decise di
chiamarla “marinera”, senza
sapere che dopo più di un secolo quel nome avrebbe indicato la danza più rappresentativa
del Perù.
Bianchi fazzoletti che sembrano volare nell’aria. Un suono
vibrante di chitarre e “cajon”
(strumento peruviano a percussione), di tamburi e cornette. Battiti di mani che accompagnano e marcano il ritmo e
diventano complici di una fine
arte di corteggiamento, di una
romantica persecuzione.
L’uomo, con il cappello di paglia in mano, imita il passo di
un brioso cavallo da corsa e
circonda la dama. La donna,
sofisticatissima e scalza, si avvicina mentre sorride e sventola il bordo della gonna…e sembra che ceda al corteggiamento, ma dopo scappa piena di
grazia e sensualità.
Questa è la marinera: un volteggiare di sorrisi maliziosi, di
movimenti rapidi e di fazzoletti. Un ballo del corteggiamento
in cui l’amore nasce dal magico movimento dei fazzoletti e
che, da quello che si racconta,
rappresenta l’impossibile storia d’amore tra una tacchina ed
un pregiato cavallo da corsa.
Adriana Carolina Osorio Lopez (Perù)
LA “MAZURCA”
a Mazurca è una danza polacca, il cui nome deriva
probabilmente da quello della regione dove essa è nata.Non è
possibile risalire con sicurezza alla
sua data di nascita, ma gli studiosi la collocano attorno agli inizi
del 1500.
Per due secoli visse nella semiclandestinità, ballata dai sociali
medio-bassi.Nel corso del 1700
questa danza entrò nelle abitudini
del popolo, che la ballava in contrapposizione alla “Polka”.
La si poneva come alternativa alla
polka sotto vari aspetti: musicali,
culturali e tecnici. La polka era
lenta, la mazurca era briosa;la polka era aristocratica e si ballava
nelle corti, la mazurca era il ballo
della povera gente.
Agli inizi del 1800 si era arrivati
a codificare ben 56 figure di mazurca: tra queste, il colpo di tacco
che segnava la chiusura di ogni
sequenza coreografica.
Data l’adattabilità della mazurca
e la spettacolarità delle sue figure,
col tempo sono stati creati tre binomi di danze:polka-mazurca,
quadriglia-mazurca, valzer-mazurca.Comunemente le figure della mazurca vengono ballate con
questo passo base: si striscia per
una ventina di centimetri il piede
sinistro lateralmente a sinistra, si
accosta il piede destro al sinistro,
si scaccia il piede sinistro leggermente in avanti;poi si ripetono i
tre movimenti cominciando col
destro.In Italia questo ballo si diffuse, soprattutto al nord, nella seconda metà dell’ottocento. L’antica orchestra Casadei, grazie ad
una paziente opera di rielaborazione di brani classici, iniziata nel
1925, ha il merito di averla portata in giro per le piazze d’Italia, facendo appassionare giovani ed anziani a questo ballo, che possiamo
definire simbolo di buonumore e
di spensieratezza. Sta di fatto che,
pur essendo un ballo polacco, oggi
la mazurca è considerata, grazie
alla sua diffusione con il ballo “li-
L
• Il mon do i n una scuol a •
scio” polacco, oggi la mazurca è
considerata, grazie alla sua diffusione con il ballo “liscio”, come
parte della tradizione italiana.
Iwona Julia Seltenreich
e Iwona Odelga (Polonia)
“Llenalo de amor”
(“Riempilo d’amore”)
gni volta che trovi un
vuoto nella tua vita, riempilo d’amore.
Adolescente, giovane, vecchio,
ogni volta che trovi un vuoto
nella tua vita, riempilo d’amore.
Non pensare: “Soffriro’ “
Non pensare: “Mi inganneranno”
Non pensare: “Dubitero’ “
Vai, con semplicita’, con trasparenza, in cerca d’amore.
Che tipo d’amore? Non importa: tutto l’amore
È pieno di dignita’ e di nobilta’.
Ama come puoi, ama chiunque puoi, ama tutto quello che
puoi…
Ma ama sempre.
Non preoccuparti dello scopo
del tuo amore,
l’amore ha in se stesso il suo scopo.
Non giudicarti incompleto se
non rispondono alle tue tenerezze,
l’amore porta in se’ la propria
pienezza.
Ogni volta che trovi un vuoto
nella tua vita,
riempilo d’amore.
O
Carmencita Castellanos (Honduras)
Lo “Haiku”
o “haiku” è la piu’ breve
composizione poetica giapponese, composta da 17 sillabe sullo schema 5/7/5. Essa include sempre una parola che si ri-
L
ferisce ad una stagione; bisogna
saper esprimere, in poco spazio, le
sensazioni che la stagione suggerisce e le proprie emozioni.
Durante l’ “Epoca Edo”, il poeta
Matsuo Basho (1644-1694), porto’ tale composizione ai piu’ alti livelli letterari. Questa forma poetica è tuttora molto amata.
La seguente poesia appartiene appunto alla produzione del grande
poeta Basho:
(pronuncia giapponese)
“Il silenzio
shi – zu – ka – sa – ya
penetra la pietra
i – wa – ni – shi – mi – i –
ru
frinire di cicale
se – mi – no –ko – e “
Mariko Chichii (Giappone)
MUSICHE E BALLI
BRASILIANI
e origini della musica e
del ballo brasiliani vengono da molto lontano,
quando il Brasile viveva ancora nel periodo della schiavitù
dei negri africani e degli aborigeni. Le prime forme musicali
sono
in
afrobrasiliane
origine:afoxè, jongo, maracatu,
maxixe, samba e altri generi.
Nel 1700 nasceva a Rio de Janeiro e a Bahia la divertente
musica del barbiere: piccoli
gruppi di schiavi che riuscivano a dedicare un po’ del loro
tempo libero a suonare vecchi
strumenti che venivano loro
regalati. Queste sarebbero le
prime manifestazioni di musica popolare brasiliana strumentale d’intrattenimento
pubblico chiamate”charangas”(bande musicali),molto richieste nelle festività.
Tra i più importanti generi musicali brasiliani, ricordiamo
L
“bossa nova”: canzoni che raccontano la storia di una di una
generazione di giovani artisti
brasiliani, che sognavano di
esportare la loro musica in tutto il mondo. Le prime manifestazioni di questo genere si sono avute negli anni 50 a Rio de
Janeiro con compositori, musicisti e cantanti intellettuali,
amanti del jazz americano. Un
altro genere musicale molto
importante è il “samba”che ebbe origine nel xix secolo, durante i festeggiamenti del carnevale di Rio de Janeiro.Tra i
balli più caratteristici si ricorda
infine il “frevo” nato nel 1890 a
Recife.Esso è un ballo di massa
con ritmo molto frenetico e
contagiante.Questo ballo va
eseguito tenendo in mano un
ombrello molto colorato e riccamente adornato.
Rita Ferreira (Brasile)
La “Marinera”
L’origine della marinera, danza
tipica del Perù, si perde nel labirinto dei secoli.
Ci sono ipotesi che affermano
provenisse dall’Europa barocca o
romantica, che si caratterizzava
per le danze di corteggiamento nei
saloni, come il minuetto. Le danze
in coppia che simulano il
corteggiamento sarebbero appunto
arrivate in America Latina con i
conquistatori spagnoli. Nel caso
specifico della marinera, il popolo
avrebbe aggiunto le percussioni e
il battito delle mani, oltre alle
corde e al canto.
Altri studiosi ritengono invece che
la marinera provenga dalla”zamacueca” (o “mozamala”), danza
piena di sensualità, dalle radici
africane.
Secondo questa ipotesi, dopo
l’indipendenza del paese, il ballo
fu assimilato dalle classi dominan-
ti che vi aggiunsero segni ispanici
e francesi, per farlo diventare una
danza elegante e da salone.
In seguito il ballo fu ribattezzato
“marinera” in onore della Marina
da Guerra del Perù; oltre all’omaggio nei confronti dell’arma peruviana, il cambio del nome ebbe
altre ragioni. Si racconta che durante la Guerra del Pacifico(18791883), i soldati cileni e quelli peruviani intonavano entrambi i
testi della zamacueca. Poiché i
cileni la chiamavano”cueca” o
“chilena” , lo scrittore peruviano
Abelardo Gamarra decise di chiamarla “marinera”, senza sapere
che dopo più di un secolo quel
nome avrebbe indicato la danza
più rappresentativa del Perù.
Bianchi fazzoletti che sembrano
volare nell’aria. Un suono vibrante di chitarre e “cajon” (strumento peruviano a percussione),
di tamburi e cornette. Battiti di
mani che accompagnano e marcano il ritmo e diventano complici
di una fine arte di corteggiamento,
di una romantica persecuzione.
L’uomo, con il cappello di paglia in
mano, imita il passo di un brioso
cavallo da corsa e circonda la
dama. La donna, sofisticatissima e
scalza, si avvicina mentre sorride e
sventola il bordo della gonna…e
sembra che ceda al corteggiamento, ma dopo scappa piena di grazia
e sensualità.
Questa è la marinera: un
volteggiare di sorrisi maliziosi, di
movimenti rapidi e di fazzoletti.
Un ballo del corteggiamento in cui
l’amore nasce dal magico movimento dei fazzoletti e che, da quello che si racconta, rappresenta
l’impossibile storia d’amore tra
una tacchina ed un pregiato cavallo da corsa.
Adriana Carolina Osorio Lopez (Perù)
15
• Il mon do i n una scuol a •
ASPETTANDO LA RASSEGNA
“Noisifateatro 2004”
16
In concomitanza con l’apertura della rassegna “il teatro della scuola”, siamo stati inviati a contribuire all’allestimento di una
mostra nel centro commerciale di “Pianeta”.
“Dall’espressività del viso alla maschera”: questo il tema proposto e trattato negli
elaborati “dell’Umberto I” di Lanciano.
Il tema è stato stimolante e coinvolgente:
gradito, perché abbiamo avuto la possibilità
di esprimere i nostri sentimenti ed emozioni tante volte provate, di tradurle in espressioni grafiche diverse, ma tutte efficaci.
Tanti i colori,le forme e le tecniche utilizzate.
L’attività è stata stimolante ed coinvolgente, perché abbiamo ritrovato a volte voi
stessi,impressi in “quella maschera”; altre
volte abbiamo un personaggio nel quale
avremmo voluto immedesimarci, o con il
quale avremmo voluto giocare in uno
scambio ed diversità dei ruoli, sempre divertente ed istruttivo.
Non si cresce, in fondo, osservando se stessi, interagendo con gli altri in una molteplicità di esperienze e di ruoli, talora cercati, talora imposti i proposti da altri?
Ebbene, così i nostri elaborati hanno preso
corpo, si sono animati e con essi anche la
nostra vita scolastica.
Il gioco continuerà… nelle aule e nella “Sala Mazzini” dove assisteremo ai vari spettacoli teatrali allestiti da tante scuole,nei
quali ritroveremo ancora personaggi, situazioni e “immagini o maschere”(tanto usate nel teatro dell’antichità), che con magici
intrecci ci condurranno in mondi, ogni volta diversi, a farci vivere emozioni sempre
nuove ed arricchirci sempre più.
Classe II B
“Marinando”… “Ostuni”.. al sentire queste parole una parte di me si sveglia e mi
annuncia che sono in arrivo ricordi… il
mio cuore batte all’impazzata al pensiero
di ridestare in me sensazioni uniche , irripetibili ed insostituibili…
… Tutto è cominciato un anno e mezzo fa
quando la Professoressa Stante è arrivata
in classe con un sorriso ed una nuova proposta: Facciamo teatro?
Teatro? Andare a recitare monologhi noiosi davanti a tutta Lanciano? “Prof., forse è
meglio se lo va a chiedere a qualcun altro!”
Ma no! Il teatro dei ragazzi è quello nel
quale ogni individuo può esprimersi con
massima libertà in spettacoli semplici e
“diretti”.
E’ questo il teatro? Bè, allora… certo che
veniamo!” E così piano piano , passo dopo
passo, abbiamo iniziato a lavorare con
l’aiuto di un esperto e di un’operatrice scrivendo un copione nel quale il carattere di
ognuno rimaneva invariato, mentre il tema
principale era l’attualismo INQUINAMENTO. Tutto correva tranquillo , quando
un giorno… “ragazzi volete partecipare a
“MARINANDO” ? Si tratta di un Concorso per le Scuole Medie . Possiamo partecipare inviando il copione che abbiamo scritto e, se venissimo scelti, potremo regalarci
la settimana azzurra a Ostuni!” “Ostuni!?”
“Si, è una città della Puglia”. E così pomeriggi passati a provare, torride mattinate di
giugno trascorse in una stanza a recitare e,
alla fine è arrivata l’entusiasmante notizia:
siamo stati scelti! Non ho passato giorni
più pieni e più belli di quei sette ad Ostuni:non c’è stato un minuto noioso. La mattina facevamo escursioni a Brindisi, Ostuni
città, alla riserva marina di Torre Guaceto,
il pomeriggio a provare o in piscina, la sera a teatro per assistere ai lavori delle nove
altre classi e…la notte tutti in discoteca, all’anfiteatro del villaggio.
Abbiamo conosciuto tanti ragazzi di altre
città d’Italia (La Spezia, Napoli, Messina) e
abbiamo riscoperta l’unità della III B e la
simpatia di due nostre professoresse.
Sette giorni che sono durati più dell’immaginabile, che ci hanno fatto divertire, imparare a recitare, scherzare, conoscere ma soprattutto crescere! …Una magia rimasta
nel cuore di ognuno di noi la cui luce brilla ancora.
Classe III B
LA MUSICA,
CHE PASSIONE
ALL’UMBERTO I!
UN SOGNO…
UNA REALTÀ
La Musica ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella nostra scuola, il cosiddetto “fiore all’occhiello”, come dice il Preside, perché essa è sinonimo di vita, arte, festa, comunità. Il coro, infatti, rappresenta
un modo diverso di “fare musica”, di stare
insieme con le altre classi, e, si inquadra
non solo nella tradizione di questo istituto,
ma dell’intero territorio di Lanciano.
Tre sono stati i momenti musicali “forti”
quest’anno scolastico: la “festa di S.Cecilia”, patrona della musica, che ha visto la
partecipazione, tra l’altro, di tutte le classi
v elementari di Lanciano, il Concerto degli
auguri di Natale con il tradizionale Premio
Fanci, e la festa della Musica a fine anno. E’
questo l’appuntamento più emozionante
per noi delle prime perché vede riunite tutte le classi della scuola nel grande coro polifonico con più di 300 elementi diretto come sempre da un “grande maestro”, la
Professoressa Elvira Giancristofaro. Quest’anno abbiamo scelto come repertorio il
“folklore napoletano”, perché da sempre
canto internazionale che riesce a rompere
ogni barriera perché conosciuto in tutto il
mondo. “Santa Lucia, Marchiare, FuliculìFulicolà, O Sole mio, Torne a Surrente “ e
tante altre sono canzoni di tutti i tempi e
sono amate da tutti perché mettono in risalto la bellezza della natura e il sentimento passionale dell’amore. Noi abbiamo voluto dargli un tocco in più; infatti abbiamo
modificato la “monodiconia” della canzone napoletana in un coro a più voci. Non è
stato facile ma è una scommessa che vinceremo sicuramente.
Classe I C
LO SPORT
NELLA SCUOLA
Cari ragazzi della scuola Umberto I, io sono Andrea un ragazzo che ha passato 3 bellissimi anni in questa magnifica scuola, di
questo devo ringraziare gli insegnanti che
hanno fatto di tutto per metterci a nostro
agio e per impegnarci anche in altre attività scolastiche interessanti come ad esempio
l’attività sportiva.
Nella scuola media Umberto I le professoresse Ciccocioppo e Bosco ed altri insegnanti curano la preparazione e lo svolgimento di attività sportive diverse che sono:
l’atletica leggera, il calcio, la pallavolo, il
basket….attività che richiedono molto del
nostro impegno ed altrettanta preparazione. Quest ‘anno i risultati sono stati eccellenti, infatti nell’atletica la nostra scuola è
arrivata per quanto riguarda la fascia cadetti maschile dei 1000 metri la seconda
scuola della regione, nel salto in lungo terza, nel lancio del peso la terza e nei 80 metri la quarta, invece nella fascia cadette
femminile prima nel salto in lungo e nei 80
metri. Invece nel calcio è la prima scuola
della città e nella pallavolo per quanto riguarda le ragazze la prima, ma per i maschi solo un secondo posto nella competizione cittadina e quest’anno per la prima
volta ha partecipato ad un torneo di basket
in cui la scuola è arrivata seconda. Io ho
partecipato a quasi tutte queste competizioni e mi sono divertito tantissimo. Le attività favoriscono anche la socializzazione
tra i ragazzi infatti io ho conosciuto molti
ragazzi che hanno vissuto con me queste
emozioni ed ho capito che hanno la mia
stessa passione per lo sport. Mi raccomando continuate…… Grazie e buona fortuna
per l’anno prossimo ciao.
p.s.: non dimenticherò mai i pomeriggi passati ad allenarmi e le grandi vittorie conquistate con il sudore.
Grazie professori.
Andrea Rapino IIIC
Ragazzi…
Che esperienza
Nel corso dell’anno sono state progettate
varie attività interessanti e piacevoli, tra
cui la musicoterapia.
La musicoterapica ha come obiettivi il conoscere meglio se stessi e il proprio corpo,
ma ha anche il fine di aiutarci a stare con
gli altri e a dialogare con loro, tutto questo
in modo divertente e ordinato.
È un’ora particolare in cui siamo tutti insieme, in palestra, dove possiamo dire
quello che pensiamo senza tener conto dei
voti o essere condizionati dalla paura di
sbagliare. Ci divertiamo e attraverso dei
particolari “giochi”, riusciamo a conoscere
i movimenti del nostro corpo, guidati dalla
musica e con l’aiuto di tre ragazzi esperti
nel campo musicale che sono: Luca, Alessandro ed Emanuela. Discutiamo e programmiamo le varie attività, in questi ultimi giorni, per esempio abbiamo realizzato
una storia alla quale è strettamente legata
una stretta canzoncina che tratta del tempo, di orologi e degli anni che trascorrono.
Alla traccia iniziale sono stati inseriti dei
dialoghi, ora rimane solo il metterlo in scena; spero che questo lavoro che è riuscito a
coinvolgere tutta la classe e che ci ha fatto
divertire riflettendo sia portato a termine
in modo ottimale.
Questa esperienza mi ha aiutato a conoscermi interiormente e a star bene assieme
agli altri; ora so ascoltare il silenzio e riesco
a prestare maggior attenzione alla realtà
che mi circonda.
È stata veramente un’esperienza educativa, interessante e divertente.
Silvia D’Ettore 3H
VISITA GUIDATA
AD ANCONA
Osservo dall’alto il panorama.
Il porto, la cupola, il cantiere navale, l’enorme paesaggio che abbraccia Ancona, le
antiche abitazioni di origine romana e l’immenso mare che sfiora la costa anconetana.
Solamente guardare quel paesaggio,il cuore di Ancona, mi dà serenità, non me lo
aspettavo, è appena iniziata la visita guidata e sono già sbalordita… sorpresa. Mentre la nostra guida racconta della storia del
Duomo, guardo la facciata della Chiesa e,
isolandomi dai miei compagni, mi trovo
nei secoli passati: le strade e i passaggi antichi, dai barbari assalire Ancona e bombardare e uccidere uomini. Solo quel momento
• Il mon do i n una scuol a •
mi fa realmente capire la storia passata.
D’inanzi l’enorme portale preceduto da
una scalinata di marmo bianco, mi sento
piccolissima e immagino il Duomo raccontarmi la sua storia. I leoni stilofori di granito rosso di Verona sorreggono due colonne,
sul timpano sovrastante il portale, sono
rappresentati simboli degli evangelisti.
Nella Chiesa, con struttura a croce greca,
sono ben conservati il corpo mummificato
di San Ciriaco e resti degli altri Santi.
La Signora Paola, la guida, racconta una
leggenda: gli abitanti di Ancona videro
piangere la Madonna rappresentata su un
dipinto, ora ben custodito nella Chiesa di
San Ciriaco, e, quando Napoleone III lo vene a sapere, ordinò che gli venisse consegnato , così lo avrebbe distrutto dal momento che non credeva a quel che si diceva. Ma poi, mentre lo teneva in mano la
Madonna cominciò a lacrimare, così iniziò
a crederci e lo fece conservare. Di questa
storia si pensa che metà sia leggenda e metà sia verità. Ora mi trovo davanti a monumenti, palazzi, chiese antichissimi distrutti
dai bombardamenti e ristrutturati nella seconda metà dell’XX secolo. I palazzi rappresentano tetti spioventi, facciate con disegni di mostri o feste, tipici dell’architettura romanica e greca. Proseguendo nelle
viuzze storiche di Ancona, che spero che
non vengano mai ristrutturate perché rendono caratteristico ed interessante il cuore
della città, trovo il palazzo Ferretti, il palazzo degli Antichi e la pinacoteca dove sono conservate le opere di Tiziano, Caravaggio ed altri pittori noti.
Piazza grande è la piazza principale di Ancona di molti anni fa, circondata da case e
con in fondo una fontana, una statua ed
una chiesa dedicata a S. Clemente. Anch’esse hanno origine greca ed alcuni elementi che fanno pensare ai romanici. Siamo alla fine della visita della parte storica
di Ancona, e sul pullman ripenso alle bellezze e alla fortuna che hanno gli abitanti
di Ancona di vedere tutti i giorni. Ora
aspetta a tutti noi un pomeriggio pieno di
sensazioni.
Il silenzio ci accoglie nel bosco, come anche
l’avventura e il divertimento.
Tira un’aria fresca che suggerisce libertà;
sento solamente il fruscio di foglie secche e
il calpestare rumoroso dei ragazzini. Un
ramo si rompe. Silenzio. Qualcuno ride.
Qualcuno inciampa. E poi… silenzio. Oppure sono io che immagino silenzio? Guardando lontano osservo qualche sfumatura
di colore della natura: il marrone scuro del
terriccio e dei tronchi di alberi fermi come
guardie, il verde di alcuni germogli di
piante spoglie, qualche pietra umida e poi
un vasto tappeto colorato di foglie secche.
Il bosco ora sembra dormire e il nostro
camminare sembra svegliarlo. C’è chi gioca, chi passeggia, chi scherza e chi ride.
Poi, sul tardo pomeriggio ci troviamo a
giocare, passeggiare, parlare, divertirci e a
fare fotografie sulla spiaggia di un luogo
che si trova tra Numana e Siloro. Il mare è
limpido, trasparente, e, più in là, verso l’orizzonte, prende colore più intenso, sembra quasi nero.
Il mare è fermo, “immobilizzato”, la brecciolina, bagnata dall’acqua, aveva diversi
colori, pare un mosaico.
Mentre rifletto, se levarmi le scarpe e bagnarmi i piedi, la palla con cui giocavano i
miei amici entra in acqua e comincia ad allontanarsi. Ormai non c’è più da riflettere,
ho sul viso l’espressione di chi non vuole
bagnarsi, ma dentro di me penso: ho trovato la scusa .
Entro in acqua e “salvo” la palla .
Roberta Piucci II D
UN PROGETTO INNOVATIVO:
LA SIMULIMPRESA
La Scuola Media Umberto I si caratterizza
per una pluralità di offerte formative e progetti tesi all’arricchimento formativo dell’alunno. Uno di questi è senz’altro quello
della Simul Impresa.
La simulazione d’impresa nasce dopo
un’attenta analisi relativa all’impatto dell’offerta della formazione e dell’istruzione
del mondo del lavoro. Tale analisi ha portato risultati che hanno messo in evidenza
l’inadeguatezza della preparazione dei
qualificati e/o diplomati nei confronti delle esigenze delle aziende dovute alla mancanza di abilità pratiche, alla scarsa conoscenza, di un lungo periodo di inserimento
lavorativo con aumento dei costi a carico
dell’azienda stessa. Come risposta al gap
riscontrato in fase di analisi si è pensato di
attivare il modello “impresa Simulata” che
è la riproduzione di situazioni reali di lavoro, ed in particolare disciplina: orario,
relazioni, situazioni di lavoro, sviluppo
della mansioni, lavoro in équipe.
Il Programma Simulimpresa è un programma destinato a promuovere la formazione nel campo amministrativo - commerciale, turistico e industriale, attraverso l’esperienza in una situazione simulata di lavoro in tutte le sue relazioni (orario, disciplina, situazione di lavoro, sviluppo dei
compiti). L’obiettivo generale che si pone
tale programma è quello di dotare gli utenti di competenze professionali nel campo
della gestione e amministrazione delle imprese, nel campo dei servizi turistici, nel
campo dei processi produttivi, a fronte del
loro inserimento nel mondo lavorativo.
in ognuna delle aziende simulate si riproduce la struttura di un ufficio di un’impresa di un determinato settore o ramo di attività. Attraverso questo progetto a cui partecipano 25 alunni della nostra scuola, noi
alunni veniamo collocati in una vera e
propria realtà produttiva nella quale possiamo apprendere e realizzare i diversi
compiti richiesti. In questo modo , a fine
corso, abbiamo una concezione globale
dell’attività d’ufficio, con una pratica equiparabile all’esperienza lavorativa, con capacità di adattamento al posto di lavoro,
polivalenza e cultura d’impresa. Ancora
una volta un grazie per questa opportunità.
Sergio Luzi III C
17
• Il mon do i n una scuol a •
CI SIAMO DIVERTITE AD ESSERE GIORNALISTE
Questionario per ragazzi della 3^ Media
Nell’anno scolastico 2003-04 noi ragazzi della III F abbiamo avuto l’idea di proporre un questionario, anonimo e volontario, ai nostri
coetanei. Sono state fatte 28 domande sulle problematiche adolescenziali per conoscere tendenze, abitudini ed aspettative dei quattordicenni. Ne sono stati consegnati 138 e ritirati 125 (alcuni alunni hanno deciso di non collaborare) Alla prima domanda “hai mai fumato?” il 24% ha risposto di sì e il 76 di no; alla seconda “bevi alcol?”Il 19% ha risposto sì, il 41 no e il 40 qualche volta e tra coloro che
devono alcolici la maggior parte beve birra e liquori. Alla domanda “Hai mai avuto un/a ragazzo/a?”Più del 50 % ha risposto sì. Nella nostra scuola pochissimi (8%) hanno subito violenza da parte dei coetanei. Le aspettative per l’acquisto del motorino a 14 anni sono
alte. Più della metà dei ragazzi pratica calcio, poi danza, pallavolo, tennis, nuoto: possiamo dedurre che in questa scuola ci sono molti sportivi. Al quesito “indossi abiti firmati?” Il 58% ha risposto affermativamente. I ragazzi delle terze che hanno partecipato al sondaggio, per la maggior parte non si piace:di loro vorrebbero cambiare l’aspetto fisico (il 14%) e il carattere (18%). Alla domanda “curi
molto la tua persona?” , quasi l’80% ha risposto di sì; di questi il 60% tiene molto all’abbigliamento e ai capelli e poche si truccano. Inoltre è risultato che tutti i tredicenni ascoltano la musica , in particolare quella rock, pop e moderna.Alla domanda “hai il cellulare” solo
il 5% ha detto di no e inviano di media più di 5 sms al giorno e ne ricevono meno di 10. Leggono soprattutto riviste e libri, pochi i quotidiani. “Un animale in casa?” l 55% ha risposto positivamente e l’animale che è risultato preferito è il cane , insieme al pesciolino, il
criceto, il coniglio e il gatto. In media gli alunni studiano massimo due ore: il 22% andrà al Liceo Scientifico, il 20% al Classico, l’11%
all’Industriale, il 9% al Linguistico, l’8 al tecnico Industriale, il 3 % all’Istituto d’Arte, il 2% al Liceo Scientifico-Tecnologico, il 2% al Nautico e l’1%all’Alberghiero. Al quesito “hai scelto autonomamente la tua scuola?” Il 10% ha detto di no:infatti sono stati influenzati dai
genitori, dagli amici e dai professori. A diverse domande ci sono stati alunni che non hanno risposto o hanno dato riposte generiche.
I risultati ci sono apparsi abbastanza realistici e quindi si deduce che i nostri coetanei hanno risposto sinceramente. Ci siamo divertite
a scrivere domande indiscrete , a spiare le facce arrossate di alcuni ragazzi quando hanno letto delle domande piccanti, a raccogliere i
dati e a rielaborarli, insomma ad essere delle giornaliste per un giorno!…
Michela Pompa, Antonella Geniola III F
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LA MIA M I T I C A I I I B
Desidero scrivere a questo giornale per esprimere al mondo l’angoscia al pensiero dell’ultimo giorno di scuola. Mi sembra ieri il
primo, quando sono entrata in questa scuola, ignara di quanto mi
ci sarei affezionata. Sono passati tre anni, tre eterni anni in cui
sono cresciuta grazie a 28 ragazzi speciale e rari da trovare. Ho
passato tre anni in una classe stupenda, nella quale hanno regnato tanto odio quanto amore. Amore sincero, puro, che va oltre i
limiti dell’amicizia e supera ogni cosa. Ho passato tre anni divertendomi… forse, qualche volta, in maniera eccessiva! Ho avuto
tantissime incomprensioni, moltissime delusioni…e altrettanti
rapporti meravigliosi, che mi hanno sostenuto nelle mie crisi e
aiutato nei momenti difficili. Ci sono stati periodi in cui provavo
odio per qualche mio compagno… periodi terminati, passati, sui
quali ho scritto fine. C’è ancora qualcuno a cui non riesco ancora
trasmettere il meglio di me, ma credo sia naturale: non siamo tutti uguali, ed è proprio questo il lato migliore della III B: la diversità, l’essere differenti ma uniti, sempre. Saluto i professori, la
scuola, le classi, dicendo loro un ultimo, sofferto addio.
Non dimenticatevi mai la III B, l’unica, ora ci vuole, oltre ogni previsione !!!
Elisabetta Listorti III B
CHE MATEMATICI ALLA “UMBERTO I“ !!!
Come da diversi anni , sotto
la responsabilità del Prof.
Mongia, si svolgono nella
nostra scuola le semifinali
della Provincia di Chieti dei
CAMPIONATI
INTERNAZIONALI DI GIOCHI
MATEMATICI , giunti ormai
alla diciottesima edizione nel
mondo e organizzati in Italia
dall’Università Bocconi di
Milano. Le semifinali si sono
svolte il 27 marzo 2004 con
344 iscritti arrivati all’Umberto I da tutta la provincia. Di
questi si sono classificati , per
la fase finale a Milano ben 30
concorrenti, divisi in diverse
categorie. Alla finale del 15
maggio presso l’Università
Bocconi, i ragazzi del chietino
hanno ottenuto brillanti risul-
tati e due ragazzi della nostra
scuola , nella categoria C1
(prima e seconda media) su
880 concorrenti si sono piazzati con grande onore: DI
TULLIO FRANCESCO della
II F , undicesimo, e FEBBO
DANIELE della II A settantacinquesimo. Davanti a questi
risultati non possiamo che
inchinarci e affermare senza
timore di essere smentiti :
“CHE MATEMATICI, ALL’Umberto I”.
Siamo orgogliosi dei nostri
ragazzi che sono riusciti, per
logica, intuizione e fantasia, a
portare il nome della nostra
provincia e della nostra scuola ad un livello così alto.
La redazione
• Il mon do i n una scuol a •
La 1F presenta il suo progetto lettura.
La 1 B presenta il suo progetto di scrittura creativa
19
LA LIBERTA’ DI ESPRIMERSI E’ IL BENE PIU’ PREZIOSO
(Dalla favola al racconto: manipolazione della favola Il lupo e il cane)
Era il 12.10.1990, due amici che avevano frequentato insieme “l’Accademia delle Belle Arti” si incontrano.
Chi si rivede! - dice Massimo - Come stai? E che fai nella vita? – replica Federico
Sto bene, sai … dipingo dei quadri basandomi sulla mia creatività, però non
ho l’approvazione dei critici.Io sto facendo carriera con il mio lavoro di disegnatore progettista.Io, invece, non ho fatto quella carriera che si prospettava un tempo, visti
i miei successi scolastici: vendo i miei quadri nel mio povero quartiere
sperando che qualche turista l’acquisti.Se vuoi c’è posto anche per te , basta che presti lo stesso servizio al mio
datore di lavoro.Che servizio?Devo progettare e disegnare quello che mi propongono e guadagno ben
3.500 euro al mese!Per me è un’ottima idea, in confronto a quello che guadagno io , questa è
…DALLA FAVOLA “Il Lupo e l’agnello di Fedro”
LA VITA E’ BELLA … MA SOLO PER POCHI
In un piccolo paese viveva un
operaio straniero con una famiglia numerosa. Era impiegato
presso una fabbrica. L’uomo lavorava notte e giorno senza ottenere un guadagno sufficiente
per sfamare la sua famiglia. Un
giorno il datore di lavoro disse
all’operaio: “per quello che ti pago tu non lavori per niente”.
“Veramente io lavoro tutto il
giorno e anche la notte se c’è bisogno.”
E il datore replicò .” si ma non
svolgi bene il tuo lavoro”. Rispo-
se l’operaio: “ Finora nessuno si
è lamentato, anzi tutti hanno
sempre elogiato il mio operato:”
A questo punto l’imprenditore
esasperato ribattè: “Per la tua
presunzione dovrei licenziarti,
ma, siccome sono generoso, ti
terrò ancora a mio servizio, però
ti dimezzerò il salario:”
Le persone prepotenti vogliono
sempre prevaricare su quelle più
oneste, deboli e bisognose, ieri,
come oggi.
Rea Daniela, Cieri Roberta, Mango Federica, Stante Alessandro I B
veramente un’occasione da non perdere.I due si incamminano , poi Massimo chiede a Federico: - Prima di andare
dal tuo datore voglio vedere dove e come si svolge il tuo lavoro.- Arrivati, massimo guarda tutti con occhi strani e dice: - Amico chi ispira questa
gente a fare questi quadri?Oh semplicemente il datore ci dice cosa dobbiamo fare e come dipingere,
se alla fine del mese non riesci a svolgere il tuo lavoro sei licenziato.Ma se si vuole fare qualche cosa di creativo, basandosi sulla propria ispirazione, si può?
Non credo te lo permetterebbero.Massimo allora risponde- Addio caro amico, goditi pure le gioie, ma io
non baratto la mia libertà.Ludovica Zulli, Colucci Francesco, Sammaciccia
Gessica, Lannutti Lara I B
CI PRESENTIAMO:
SIAMO GLI DEI DELL’OLIMPO
Ciao! Io sono Artemide, la dea
della caccia e sono la gemella di
Apollo, dio della luce e della
musica. Noi siamo figli di Zeus
insieme a tanti altri: Atena, Efesto, Afrodite Ares… ognuno di
noi è un dio e quindi vorremmo
tutti comandare sugli altri , però
ci pensa papà a metterci in riga.
Abbiamo un fratello dispettoso,
questo è Ares che, essendo dio
della guerra, mette sempre zizzania. Atena, mia sorella dea
della saggezza, si fa la saputella
con me e i miei fratelli. Efesto invece ci costruisce a tutti le armi
perché lui è il fabbro dell’Olimpo.Afrodite, la più bella, ci fa
morire d’invidia perché tutti gli
uomini cadono letteralmente ai
suoi piedi. Mio padre è un donnaiolo: basta che si muova una
gonna , lui subito si innamora e,
anche se mia madre Era lo scopre, sa come mentire. Ora vi saluto, la mia estetista mi aspetta.
D’Amelio Valentina I G
• Il mon do i n una scuol a •
Il mondo in una scuola
La Redazione del giornale d’istituto anno scolastico 2003/2004
saluta le classi III
CAPO REDATTORE:
- Mattia Polito.
VICE-CAPO REDATTORI:
- Sergio Luzi, Silvia Mitelli.
SEZ. CULTURA:
- Elio Piccinini, Mattia Taddeo.
SEZ. ATTUALITÀ:
- Lorenzo Ucci, Sergio Luzi,
Claudio Pizzuti, Mattia Polito.
III A
SEZ. VITA DELLA SCUOLA:
- Andrea Rapino, Matteo Bomba.
III B
SEZ. C.T.E.P.:
- Cristina Castello, Alessandra Rosati,
Ilenia Di Francescantonio.
SEZ. FINESTRA SULL’EUROPA:
- Federica Consalvo, Chiara Colaizzi,
Silvia Mitelli.
SEZ. NATURA:
- Giada Ruggiero, Giulia Castrignanò,
Lucia Fantozzi, Monica Colacioppo.
III C
SEZ. SPORT & MOTORI:
- Riccardo Cotellessa, Matteo Granà,
Lorenzo Di Martino,
III D
SEZ. CINEMA:
- Valentina Marcucci, Alessandra Rosati,
Claudio Pizzuti, Aldo D’Autilio,
Antonella Cipolla.
SEZ. MUSICA:
- Luca Basilischi, Mattia Taddeo,
Roberta Nasuti, Sara Di Corinto.
III E
DIREZIONE ARTISTICA:
- Aldo D’Autilio.
III F
INVIATI SPECIALI:
- Andrea Rapino, Matteo Bomba,
Lorenzo Di Martino, Matteo Granà,
Claudio Pizzuti.
COORDINATORE:
- Prof. Rosalinda Madonna
III F
COLLABORATORI:
- Il dirigente scolastico, tutti i docenti,
alunni della scuola e del Centro
Territoriale Educazione Permanente
III H