CULTURA-TEMPO LIBERO La misericordia in parabole Che gioielli
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CULTURA-TEMPO LIBERO La misericordia in parabole Che gioielli
18 domenica 13 marzo 2016 nuova Scintilla 17 CULTURA-TEMPO LIBERO LIBRI E RIVISTE Barsotti, mistico e profeta F inora i libri di don Divo Barsotti emergevano come da una terra incognita, e parevano navigare nel vuoto. Da dove veniva quella intensità di contenuto e quella scorrevolezza del dettato? Questa essenziale biografia fa uscire allo scoperto un personaggio che ha percorso sotto traccia gran parte del ‘secolo breve’, intessendo rapporti e fornendo un prezioso contributo di paragoni e di giudizi. Don Divo ha vissuto un’esistenza in qualche modo parallela rispetto agli avvenimenti che lo circondavano. Tenuto ai margini della sua Chiesa diocesana, e in vari modi critico rispetto ad alcune scelte del Concilio Vaticano II e dei papi che lo promossero e lo seguirono, venne tuttavia in vivace contatto con molti personaggi del mondo ecclesiale e del mondo letterario. La matrice della sua personalità e della sua spiritualità proviene dalla frequentazione del mondo russo e in specie ortodosso. In questo trovò perfetta corrispondenza la sua ricerca di Dio, considerato come essenziale in contrapposizione con le prevalenti tendenze del secolo, di tipo sociale. Eppure la ‘struttura monacale’ del suo temperamento si trovò coinvolta in varie esperienze comunitarie. Quella che gli è coerentemente cresciuta intorno è la ‘famiglia dei figli di Dio’, ampiamente sviluppatasi nel mondo. Questo libro dà conto dell’originalità e degli intrecci di questa vita intensa e originale e accentua la voglia di proseguire nella scoperta. Non solo per conoscere meglio l’uomo e il sacerdote e il mondo in cui visse, ma per continuare a percorrere l’infinito territorio che si apre alla “ricerca struggente di Dio, tra comunità e solitudine”. Angelo Busetto Roberta Fossati, Divo Barsotti. La ricerca struggente di Dio, tra comunità e solitudine. Ed Paoline, Milano 2016, pp 170 € 15,50 Riviste Missione e finanza I l problematico e a tratti controverso rapporto fra missione e finanza viene presentato nel numero di marzo di Mondo e Missione di marzo: la finanza etica, i nuovi sviluppi in campo mondiale, il rapporto con le multinazionali. Dalla Terra Santa arriva l’invito del vescovo Elisa Chacour al perdono come scuola di pace, mentre l’attuale responsabile del monastero di Tibhirine racconta come è ancora vivo il ricordo dei sette monaci uccisi vent’anni fa. La testimonianza dei martiri prosegue con Giulio Rocc, ucciso da Sendero Luminoso nel 1992 a soli trent’anni. Altri articoli raccontano i drammi e le speranze dai territori di missione. La misericordia in parabole N ella preziosa collana di libri per il Giubileo promossa dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, fanno bella figura le parabole della Misericordia, delle quali è ricco il Vangelo di Luca: i due debitori, il buon Samaritano, la moneta e la pecora ambedue perdute e ritrovate, il padre misericordioso, il ricco e il povero Lazzaro, il giudice e la vedova, il fariseo e il pubblicano al tempio. Non conviene dire: ‘Lo so’. Quando si è condotti per mano a cogliere il clima, a notare i particolari, a operare paragoni, ci si accorge di una grande profondità e di una immediata attualità delle parabole raccontate da Gesù. Basta notare, ad esempio, che la parabola del ‘figlio prodigo’ può essere accostata all’episodio di Zaccheo, ugualmente raccontato da Luca. Allora conviene intraprendere un nuovo percorso di lettura chiara e meditata, nel tempo quaresimale e giubilare, lasciandosi accompagnare dalle riflessioni di Monsignor Antonio Pitta, docente di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense. Si spalanca lo spazio dell’umano che incontra il divino. Si potrà anche scoprire che ‘la vera compassione non è un sentimento, ma un’azione che produce la cura per l’altro’. a.b. Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione (a cura), Le parabole della Misericordia, San Paolo, Milano 2015, pp. 144, € 7,90. L’ultimo di Umberto Eco A nemmeno un mese dalla sua morte, è uscito in questi giorni (postumo) l’ultimo libro di Umberto Eco dal “dantesco” titolo “Pape Satàn Aleppe”, edito dalla neonata Nave di Teseo fondata dallo stesso Eco insieme ad Elisabetta Sgarbi. Si tratta di una lunga e densa raccolta di “Bustine di Minerva”, una rubrica che per vari anni Eco ha pubblicato nel settimanale “L’Espresso” fin dal 1985. Il libro racchiude le puntate più significative, scelte personalmente dall’autore tra il 2000 e il 2015. Il quale pone l’accento sulla cosiddetta “società liquida” e sui suoi sintomi: ne è prova il sottotitolo che recita ”Cronache di una società liquida”. E il titolo stesso non vuole dire niente, per cui è dunque abbastanza “liquido” per caratterizzare la confusione dei nostri tempi. Così, per chi se lo fosse perso, e per chi non avesse raccolto tutti i numeri dell’Espresso negli ultimi 15 anni, ecco un utile riassunto – che per alcuni può anche essere discutibile - di una penna assolutamente instancabile, a suo modo – si noti bene – attenta con il puntiglio del polemista, che costruisce organicamente una sorta di punto finale, di quelli che andrebbero bene negli infiniti e polemici post di Facebook. a. p. Umberto Eco, Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida. Ed. La nave di Teseo, Milano 2016, pp. 480, € 17,00. GRANDI APPUNTAMENTI COSTUME & SOCIETÀ “I rusteghi” al “Toniolo” Che gioielli di amici l teatro Toniolo di Mestre va in scena la notissima commedia di Carlo Goldoni “I rusteghi” in programma nei giorni 18-19-20 marzo prossimi per la regia di Giuseppe Emiliani. La commedia, scritta apposta dal Goldoni per essere rappresentata a Venezia, è ambientata proprio in questa città, precisamente nella casa del mercante Lunardo e si svolge nell’arco di una giornata, rispettando così la tradizionale unità di luogo e di azione. Non manca la solita Lucietta da sempre in contrasto con la matrigna Margarita: vorrebbe maritarsi per uscire da una routine familiare noiosa e angusta. Sennonché il padre ha già predisposto le nozze con Filippetto, figlio del signor Maurizio, anch’egli dal carattere rigido e severo. Il signor Lunardo per raggiungere il suo scopo invita gli ospiti a cena al fine di ufficializzare le nozze. Grazie a un travestimento Filippetto e Lucietta possono conoscersi, ma sul più bello vengono scoperti. Scoppia il finimondo, ma alla fine viene a galla l’assurdità del comportamento de “I rusteghi”. I quali, seppur di malavoglia, riconoscono i loro torti e si rassegnano ad accettare la nuova situazione. La classica commedia alla Goldoni a lieto fine, vecchia di oltre 300 anni, ma sempre piacevole a vedersi e, sotto certi aspetti, ancora attuale. a. p. (Foto dal sito “I rusteghi”- Teatro Stabile del Veneto) Cani e gatti protagonisti di due collezioni con riproduzioni fedeli A I quattrozampe si confermano sempre di più in cima alla lista delle passioni degli italiani. E del resto del mondo. Chi può tenerne uno ne è orgoglioso, chi per problemi di spazio e vicini brontoloni non può permetterselo ne è rammaricato. Cani e gatti regalano compagnia e affetto senza pretendere nulla in cambio, a differenza della maggior parte degli esseri umani, e come i loro padroncini sono inclini alle tendenze in fatto di moda. Quando si afferma che un quattrozampe è vanitoso e per questo si sente valorizzato se indossa un collarino elegante e vistoso o un vestitino che strappa commenti ammirati a chi lo guarda trotterellare accanto al suo proprietario non è un’esagerazione. Gli animali sono consapevoli di ciò che succede attorno a loro, delle opinioni e degli atteggiamenti altrui. È quindi verosimile pensare che l’iniziativa di alcuni supermercati che hanno deciso di adottare dei carrelli per la spesa con uno scomparto dedicato all’amico peloso abbia rallegrato e non poco gli interessati, al punto che qualcuno azzarda a portare il compagno di passeggiate anche nei punti vendita delle catene che non hanno ancora approvato la svolta animalista. Ma se i locali tentennano nell’esporre il cartello con l’immagine di un cagnolino a fumetto che dichiara fiero “qui posso entrare”, c’è un posto dove chiunque è il benvenuto, a patto che non esponga contenuti osceni: il web. Ogni social network, ogni profilo, ogni blog pullula di immagini di animaletti domestici, immortalati da soli o con i loro padroncini, in pose buffe o semplicemente durante le varie attività della giornata. Io e lui sulla panchina al parco per la merenda, io e lei al tavolino del bar con un frappé e una ciotola d’acqua fresca, io e lui al supermercato indecisi tra due marche di cereali, io e lei a fare shopping… per entrambe! E non manca molto prima che qualcuno s’inventi il business del negozio d’abbigliamento ed accessori coordinati per cagnolino e amico bipede. Per ora ci si può accontentare d’indossarne una riproduzione. Si tratta dell’ultima mania che ha trovato terreno fertile tra chi non vorrebbe lasciare l’animaletto domestico neppure quando deve. Insomma una versione meno invasiva del tatuaggio e ancora più d’effetto e consiste nel realizzare una riproduzione del cane o del gatto da applicare a braccialetti, orecchini, anelli e pendenti. Invece della bambolina vestita di stoffa con braccia e gambe mobili, graziosa ma pur sempre anonima, c’è ora la possibilità di sfoggiare il musetto del proprio amico di pelo. L’idea è Made in Italy e porta i nomi di Dog Fever e Cat Fever, due collezioni che includono gioielli in argento 925° e smalti con le fattezze standard di molte razze di cagnolini e gattini, ma c’è anche la possibilità di inviare la foto del proprio cucciolo per avere una riproduzione fedele. Il successo è già europeo, con vendite online e nei negozi, ma i prezzi sono abbastanza alti (tra i 90 e i 285 euro). Non mancheranno imitazioni. Rosmeri Marcato