CULTURA-TEMPO LIBERO La misericordia in parabole Che gioielli

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CULTURA-TEMPO LIBERO La misericordia in parabole Che gioielli
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domenica 13 marzo 2016
nuova Scintilla
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CULTURA-TEMPO LIBERO
LIBRI E RIVISTE
Barsotti, mistico e profeta
F
inora i libri di don Divo Barsotti emergevano
come da una terra incognita, e parevano
navigare nel vuoto. Da dove veniva quella
intensità di contenuto e quella scorrevolezza del
dettato? Questa essenziale biografia fa uscire allo
scoperto un personaggio che ha percorso sotto
traccia gran parte del ‘secolo breve’, intessendo
rapporti e fornendo un prezioso contributo
di paragoni e di giudizi. Don Divo ha vissuto
un’esistenza in qualche modo parallela rispetto agli
avvenimenti che lo circondavano. Tenuto ai margini
della sua Chiesa diocesana, e in vari modi critico
rispetto ad alcune scelte del Concilio Vaticano II e
dei papi che lo promossero e lo seguirono, venne
tuttavia in vivace contatto con molti personaggi
del mondo ecclesiale e del mondo letterario. La matrice della sua personalità
e della sua spiritualità proviene dalla frequentazione del mondo russo e in
specie ortodosso. In questo trovò perfetta corrispondenza la sua ricerca di Dio,
considerato come essenziale in contrapposizione con le prevalenti tendenze del
secolo, di tipo sociale. Eppure la ‘struttura monacale’ del suo temperamento si
trovò coinvolta in varie esperienze comunitarie. Quella che gli è coerentemente
cresciuta intorno è la ‘famiglia dei figli di Dio’, ampiamente sviluppatasi nel
mondo. Questo libro dà conto dell’originalità e degli intrecci di questa vita
intensa e originale e accentua la voglia di proseguire nella scoperta. Non solo per
conoscere meglio l’uomo e il sacerdote e il mondo in cui visse, ma per continuare
a percorrere l’infinito territorio che si apre alla “ricerca struggente di Dio, tra
comunità e solitudine”.
Angelo Busetto
Roberta Fossati, Divo Barsotti. La ricerca struggente di Dio, tra comunità
e solitudine. Ed Paoline, Milano 2016, pp 170 € 15,50
Riviste
Missione e finanza
I
l problematico e a tratti controverso rapporto fra
missione e finanza viene presentato nel numero di
marzo di Mondo e Missione di marzo: la finanza
etica, i nuovi sviluppi in campo mondiale, il rapporto con
le multinazionali. Dalla Terra Santa arriva l’invito del
vescovo Elisa Chacour al perdono come scuola di pace,
mentre l’attuale responsabile del monastero di Tibhirine
racconta come è ancora vivo il ricordo dei sette monaci
uccisi vent’anni fa. La testimonianza dei martiri prosegue con Giulio Rocc, ucciso
da Sendero Luminoso nel 1992 a soli trent’anni. Altri articoli raccontano i drammi e le speranze dai territori di missione.
La misericordia in parabole
N
ella preziosa collana
di libri per il Giubileo
promossa dal Pontificio
Consiglio per la Nuova
Evangelizzazione, fanno
bella figura le parabole della
Misericordia, delle quali è
ricco il Vangelo di Luca: i due
debitori, il buon Samaritano,
la moneta e la pecora ambedue
perdute e ritrovate, il padre
misericordioso, il ricco e il
povero Lazzaro, il giudice e la
vedova, il fariseo e il pubblicano
al tempio. Non conviene dire:
‘Lo so’. Quando si è condotti
per mano a cogliere il clima, a
notare i particolari, a operare
paragoni, ci si accorge di una
grande profondità e di una
immediata attualità delle
parabole raccontate da Gesù.
Basta notare, ad esempio, che
la parabola del ‘figlio prodigo’
può essere accostata all’episodio
di Zaccheo, ugualmente
raccontato da Luca. Allora
conviene intraprendere un
nuovo percorso di lettura
chiara e meditata, nel tempo
quaresimale e giubilare,
lasciandosi accompagnare
dalle riflessioni di Monsignor
Antonio Pitta, docente
di Nuovo Testamento
alla Pontificia Università
Lateranense. Si spalanca
lo spazio dell’umano che
incontra il divino. Si potrà
anche scoprire che ‘la vera
compassione non è un
sentimento, ma un’azione che
produce la cura per l’altro’.
a.b.
Pontificio Consiglio per la
promozione della Nuova Evangelizzazione (a cura), Le parabole della Misericordia, San Paolo, Milano 2015, pp. 144, € 7,90.
L’ultimo di Umberto Eco
A
nemmeno un mese dalla sua morte, è uscito in questi giorni
(postumo) l’ultimo libro di Umberto Eco dal “dantesco”
titolo “Pape Satàn Aleppe”, edito dalla neonata Nave di Teseo
fondata dallo stesso Eco insieme ad Elisabetta Sgarbi. Si tratta di
una lunga e densa raccolta di “Bustine di Minerva”, una rubrica
che per vari anni Eco ha pubblicato nel settimanale “L’Espresso”
fin dal 1985. Il libro racchiude le puntate più significative, scelte
personalmente dall’autore tra il 2000 e il 2015. Il quale pone
l’accento sulla cosiddetta “società liquida” e sui suoi sintomi: ne è
prova il sottotitolo che recita ”Cronache di una società liquida”. E
il titolo stesso non vuole dire niente, per cui è dunque abbastanza
“liquido” per caratterizzare la confusione dei nostri tempi. Così,
per chi se lo fosse perso, e per chi non avesse raccolto tutti i numeri
dell’Espresso negli ultimi 15 anni, ecco un utile riassunto – che per
alcuni può anche essere discutibile - di una penna assolutamente
instancabile, a suo modo – si noti bene – attenta con il puntiglio del
polemista, che costruisce organicamente una sorta di punto finale, di quelli che andrebbero bene negli
infiniti e polemici post di Facebook.
a. p.
Umberto Eco, Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida. Ed. La nave di Teseo, Milano
2016, pp. 480, € 17,00.
GRANDI APPUNTAMENTI
COSTUME & SOCIETÀ
“I rusteghi” al “Toniolo”
Che gioielli di amici
l teatro Toniolo di Mestre va in scena la notissima commedia di Carlo
Goldoni “I rusteghi” in programma nei giorni 18-19-20 marzo prossimi
per la regia di Giuseppe Emiliani. La commedia, scritta apposta dal
Goldoni per essere rappresentata a Venezia, è ambientata proprio in questa
città, precisamente nella casa del mercante Lunardo e si svolge nell’arco di
una giornata, rispettando così la tradizionale unità di luogo e di azione. Non
manca la solita Lucietta da sempre in contrasto con la matrigna Margarita:
vorrebbe
maritarsi
per uscire da
una routine
familiare
noiosa e
angusta.
Sennonché il
padre ha già
predisposto
le nozze con
Filippetto,
figlio del signor
Maurizio,
anch’egli dal
carattere rigido
e severo. Il
signor Lunardo per raggiungere il suo scopo invita gli ospiti a cena al fine di
ufficializzare le nozze. Grazie a un travestimento Filippetto e Lucietta possono
conoscersi, ma sul più bello vengono scoperti. Scoppia il finimondo, ma alla
fine viene a galla l’assurdità del comportamento de “I rusteghi”. I quali, seppur
di malavoglia, riconoscono i loro torti e si rassegnano ad accettare la nuova
situazione. La classica commedia alla Goldoni a lieto fine, vecchia di oltre 300
anni, ma sempre piacevole a vedersi e, sotto certi aspetti, ancora attuale.
a. p.
(Foto dal sito “I rusteghi”- Teatro Stabile del Veneto)
Cani e gatti protagonisti di due collezioni con riproduzioni fedeli
A
I
quattrozampe si confermano sempre di più
in cima alla lista delle passioni degli italiani. E
del resto del mondo. Chi può tenerne uno ne
è orgoglioso, chi per problemi di spazio e vicini
brontoloni non può permetterselo ne è rammaricato. Cani e gatti regalano compagnia e affetto
senza pretendere nulla in cambio, a differenza
della maggior parte degli esseri umani, e come i
loro padroncini sono inclini alle tendenze in fatto
di moda. Quando si afferma che un quattrozampe
è vanitoso e per questo si sente valorizzato se indossa un collarino elegante e vistoso o un vestitino che strappa commenti ammirati a chi lo guarda trotterellare accanto al suo proprietario non
è un’esagerazione. Gli animali sono consapevoli
di ciò che succede attorno a loro, delle opinioni
e degli atteggiamenti altrui. È quindi verosimile
pensare che l’iniziativa di alcuni supermercati che
hanno deciso di adottare dei carrelli per la spesa
con uno scomparto dedicato all’amico peloso abbia rallegrato e non poco gli interessati, al punto
che qualcuno azzarda a portare il compagno di
passeggiate anche nei punti vendita delle catene
che non hanno ancora approvato la svolta animalista. Ma se i locali tentennano nell’esporre il
cartello con l’immagine di un cagnolino a fumetto che dichiara fiero “qui posso entrare”, c’è un
posto dove chiunque è il benvenuto, a patto che
non esponga contenuti osceni: il web. Ogni social
network, ogni profilo, ogni blog pullula di immagini di animaletti domestici, immortalati da soli
o con i loro padroncini, in pose buffe o semplicemente durante le varie attività della giornata. Io
e lui sulla panchina al parco per la merenda, io e
lei al tavolino del bar con un frappé e una ciotola
d’acqua fresca, io e lui al supermercato indecisi
tra due marche di cereali, io e lei a fare shopping…
per entrambe! E non manca molto prima che
qualcuno s’inventi il business del negozio d’abbigliamento ed accessori coordinati per cagnolino e
amico bipede. Per ora ci si può accontentare d’indossarne una riproduzione. Si tratta dell’ultima
mania che ha trovato terreno fertile tra chi non
vorrebbe lasciare l’animaletto domestico neppure quando deve. Insomma una versione meno
invasiva del tatuaggio e ancora più d’effetto e
consiste nel realizzare una riproduzione del cane
o del gatto da applicare a braccialetti, orecchini,
anelli e pendenti. Invece della bambolina vestita
di stoffa con braccia e gambe mobili, graziosa
ma pur sempre anonima, c’è ora la possibilità di
sfoggiare il musetto del proprio amico di pelo.
L’idea è Made in Italy e porta i nomi di Dog Fever
e Cat Fever, due collezioni che includono gioielli
in argento 925° e smalti con le fattezze standard
di molte razze di cagnolini e gattini, ma c’è anche
la possibilità di inviare la foto del proprio cucciolo
per avere una riproduzione fedele. Il successo è
già europeo, con vendite online e nei negozi, ma i
prezzi sono abbastanza alti (tra i 90 e i 285 euro).
Non mancheranno imitazioni.
Rosmeri Marcato