Dott. Giuseppe Principe – Iniziativa Cube S.r.l., Corporate
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Dott. Giuseppe Principe – Iniziativa Cube S.r.l., Corporate
Progetto BioTTasa – Seconda giornata informativa «Dalla Ricerca al T Trasferimento f i t Tecnologico» T l i Pitch 30.06.2014 1 Iniziativa e le sue esperienze p con il CNR ISIB • INIZIATIVA è una società di consulenza direzionale che opera nei seguenti campi del Corporate Finance: – Finanza Fi strutturata; t tt t – Finanza agevolata per le imprese con particolare riferimento a progetti di insediamento industriale, progetti di potenziamento infrastrutturale, creazione d’impresa, programmi di innovazione tecnologica; – Valutazioni d’azienda e Fusioni e Acquisizioni; – Finanza per lo sviluppo del territorio ed il potenziamento infrastrutturale • INIZIATIVA vanta un’esperienza di oltre 30 anni nel settore del Corporate Finance perché nasce all’inizio degli anni ’80 operando inizialmente su Napoli, Milano e Vicenza e diventando prima parte integrante di Ernst & Young e poi distaccandosene creando uno spin off. Oggi opera sulle ll due d sedi d di d Napoli l e Roma, con 15 professional f l tutti con seniority molto l grandi. In ambito finanza agevolata, INIZIATIVA ha erogato servizi di assistenza tecnica e consulenza a programmi di ricerca e sviluppo per oltre € 200 milioni negli ultimi anni. In ambito Venture Capital INIZIATIVA è stata advisor di SPINVECTOR per l’ingresso nel suo capitale sociale di un fondo di investimenti del gruppo INTESA SAN PAOLO. • • • 2 Iniziativa e le sue esperienze p con il CNR ISIB 3 Tra le collaborazioni importanti si citano quella con l’ISIB / CNR i cui principali risultati sono riassunti nella tabella seguente. Cliente Innovum Biomedical S.r.l. (disclosure) (disclosure) (disclosure) Wireless Sensor Sensor Networks S.r.l. Strumento normativo Titolo MATSI ‐ Studio e sviluppo di un sistema di assorbimento del FAR ‐ D.M. farmaco in terapie a trasporto transdermico mediante 593/2000 art. 11 spettroscopia ad impedenza PIA Innovazione P.W.M. – Pulse Wave Monitor II bando ROBIODEP ‐ Robot per la deposizione tridimensionale L. 46 – Sportello nanometrica per la ricostruzione di tessuti biologici nanometrica per la ricostruzione di tessuti biologici Start up coltivando le cellule del paziente su supporti artificiali Bando sul Public Avviso Pubblico per la rilevazione di fabbisogni di innovazione Procurement ‐ all’interno all interno del settore pubblico nelle regioni convergenza in del settore pubblico nelle regioni convergenza in D.D. n.437 del convenzione ISIB CNR / DIETI Federico II 13/03/2013 Status del progetto Finanziato Finanziato Finanziato Presentato P.O.R. Campania S.A.M.O.E. – Sistemi Avanzati per il MOnitoraggio di pazienti in Bando sportello ossigenoterapia in ambienti Extraospedalieri in convenzione Presentato dell’innovazione ISIB CNR / DIETI Federico II MS Partners • • • • • Marco Sartarelli Business Development Advisor Opera nel ruolo di consulente in operazioni di M&A ed in progetti di sviluppo aziendale con respiro nazionale e internazionale. internazionale Ha lavorato sempre nel settore sanitario in supporto ad aziende attive nel comparto farmaceutico e delle tecnologie biomedicali, occupandosi di progetti strategici di sviluppo aziendale, aziendale operazioni di ristrutturazione e di riposizionamento. Advisor di Beacon PE, fondo internazionale di private equity che opera nello sviluppo di aziende Biofarmaceutiche. Biofarmaceutiche Healthcare Advisor di Efibanca dal 2005 al 2011 (attualmente incorporata nel Banco Popolare). 4 Il contesto di riferimento La propensione all’innovazione in Italia • • 5 Le imprese italiane puntano all’innovazione come tentativo di risposta alla ricerca di più elevati livelli di efficienza, produttività ed elasticità delle produzioni. In particolare nel nostro paese si registrano: Elevati tassi di innovazione implicita Minore propensione alla innovazione esplicita ed alla tutela della proprietà intellett ale proprietà intellettuale Scarsa propensione verso la ricerca applicata ed il la ricerca applicata ed il networking internazionale La ricerca “Si fa ma non si dice: l’innovazione implicita nella piccola e media industria” realizzata nel 2007 da Confindustria Piccola Industria e da Nadio Delai, documenta il p primato europeo p delle PMI italiane nell’innovazione di p processo implicita che non viene registrata e contabilizzata come tale e, quindi, sfugge alle statistiche. L’orientamento che, generalmente, viene assunto dalle PMI italiane porta alla seguente specificazione in termini di innovazione: • contabilizzata,, concernente l’acquisizione q di macchinari,, l’acquisizione q di tecnologia e prodotti innovativi, le attività di design e la progettazione industriale.; • non contabilizzata, concernente i processi di supporto, il marketing, l’organizzazione, g , la logistica, g , la finanza,, l’efficienza energetica‐ g Le richieste di brevetti all'ufficio europeo sono in continuo aumento ma quelle in arrivo dall’Italia sono in contrazione: ‐2,7% nell'intero 2013 sull'anno precedente. L’Italia rimane comunque all’11° posto nella classifica mondiale delle domande di brevetto presentate all’UEB. L'Italia ha un ranking non buono nella classifica degli innovatori della Commissione europea, che valuta i risultati raggiunti dai Paesi dell'Ue in tema di ricerca (Fonte: I Innovation ti U i Union S Scoreboard). b d) L'Italia L'It li è in i testa t t all terzo t gruppo, quello ll degli d li “innovatori moderati”, posizionandosi al 15° posto. A livello regionale, le regioni italiane più innovative sono Piemonte, Friuli‐Venezia Giulia ed Emilia‐Romagna, followers dei leader dell’innovazione (Svezia, Danimarca, Finlandia e Germania). Il contesto di riferimento Primato negativo della nuova imprenditorialità italiana • • L’Italia è un paese ricco di humus imprenditoriale che non trova però oggi adeguato sfogo nella capacità di creare nuove e innovative iniziative economiche i h che h invece i potrebbero bb rappresentare i driver d i di sviluppo il e innovazione per il paese; Le principali cause della scarsa imprenditorialità del nostro paese sono identificabili in: – – – – sindrome del fallimento (la paura di fallire è a quota 48,6 contro il 39,8 nella media UE28), minore partecipazione femminile (tre volte sotto la media UE), carenza di educazione imprenditoriale, il fatto che l'imprenditorialità non è in Italia una questione economica così rilevante come negli altri Paesi dell'Unione. • I Inversione i auspicabile i bil di tendenza: t d l start-up le t t i innovative ti • Con il Decreto Sviluppo Bis di fine 2013 è stato introdotto un apposito registro per l’iscrizione delle start up innovative. Oggi a circa un anno di distanza dall’attivazione del registro: Oggi, • – le iscrizioni delle start up innovative in Italia hanno raggiunto quota 1.618; – le nuove start up nate negli ultimi 12 mesi e iscritte al registro sono state invece 752: in pratica ne nascono 2 al giorno; – alcune stime parlano, in realtà, di almeno 3mila nuove aziende innovative comprendendo quelle che non si sono iscritte. 6 Il contesto di riferimento Difficoltà di crescita e sviluppo pp delle start-up: p le 10 p principali p cause di mortalità (1/3) • 7 In Italia mediamente sopravvive solo una start-up su 10. Si sta registrando, quindi,, una situazione in cui: q – Nascono e si concretizzano nuove idee che portano i neo-imprenditori ad affrontare con successo la fase di START – Le nuove iniziative non stanno riuscendo a superare p le sfide e g gli impegni p g connessi con la fase di • UP Le principali cause del fallimento delle start-up italiane sono: 10. POOR PRODUCT Il prodotto viene ritenuto come qualcosa destinato a rivoluzionare (distruptive innovation) ma non trova medesimo consenso dal mercato 9. FAILURE TO PIVOT Erronea interpretazione dei risultati di test e sperimentazioni ed incapacità di correggere errori 8. LACK PASSION Perdita di «passione» e progressiva riduzione di motivazione con il trascorrere del tempo ed il mancato raggiungimento dei risultati attesi 7. PRODUCT MIS-TIMED Importanza del momento in cui lanciare un prodotto sul mercato per evitare di proporre o prodotti ancora acerbi e non ben collaudati o per i quali il mercato ancora non è maturo (…l’inventore dell’airbag è morto povero…) Il contesto di riferimento Difficoltà di crescita e sviluppo pp delle start-up: p le 10 p principali p cause di mortalità (2/3) 8 6. NEED BUSINESS MODEL Fondamentale stabilire il modello teorico dal quale partire, soprattutto per il confronto con gli investitori, che così possono capire subito se hanno a che fare con un team organizzato e dalle idee chiare 5 RUN OUT OF CASH 5. Indisponibilità di risorse finanziarie adeguate per lo sviluppo e la crescita dell’iniziativa proposta 4. POOR MARKETING Un adeguato piano di marketing ed il saper «comunicare» e vendere un prodotto ha un’importanza cruciale per il buon esito di un’iniziativa imprenditoriale nuova 3. NOT RIGHT THE TEAM È fondamentale che il team sia amalgamato in termini di completezza e complementarietà delle competenze possedute e affinità e compatibilità personali e caratteriali 2. NO MARKET NEED 1. IGNORE CUSTOMERS Saper individuare chiaramente il bisogno che si intende soddisfare, costruendo i propri prodotti in maniera da rispondere alle effettive domande provenienti dal mercato: non l’ottimo tecnologico ma performance superiori per il cliente Poca attenzione mostrata verso i gusti dei consumatori Dec cline Matturity Expa ansion First stage financing g Gro owth Ro oll-out Proto otype Second stage financing Ince eption ---Fa ase di s svilupp po-----Cash--- Il finanziamento delle start-up Ciclo di vita di una start start-up up e fonti di finanziamento Start-up Seed Tempo Early stage Late stage 9 Il finanziamento delle start-up Mercato e cato de del Venture e tu e cap capital ta e d disallineamento sa ea e to ttra a domanda do a da e offerta di capitali (1/4) • 10 Nel corso del 2012 il numero totale di investimenti «early stage» posti in essere in i Italia I li risultano i l parii a 186 deals: d l – 70 da fondi di Venture Capital – 116 da Business Angels • • • Il mercato t d li «early degli l stage» t vale l circa € 80 milioni nel 2012, nella fattispecie, circa € 50 milioni sono riconducibili ad investitori istituzionali, mentre IBAN ha attratto investimenti per circa € 30 milioni. Fonte: Rapporto 2013 Early Stage in Italia Una delle principali novità del 2012 è riconducibile alla crescita dell’interazione tra venture capitalist e business angels; si riscontrano infatti 14 operazioni caratterizzate dalla compresenza delle due tipologie di soggetti. In tema dimensionale delle target si registra la sostanziale stabilità delle scelte d’investimento dei business angels e la maggior propensione del fondi a spostarsi verso operazioni più piccole: – Fondi Venture: target con un fatturato medio di 1,0 1 0 milione di Euro rispetto all all’1 1,5 5 milioni di Euro del 2011 e 7 dipendenti. – IBAN: target con un giro d’affari nell’ordine dei 100.000 Euro e una forza lavoro di 3 unità, sostanzialmente in linea con l’anno precedente. Il finanziamento delle start-up Mercato e cato de del Venture e tu e cap capital ta e d disallineamento sa ea e to ttra a domanda do a da e offerta di capitali (2/4) • • • • 11 Per quanto attiene al taglio medio dell’ammontare investito dai venture capitalist, si evidenzia una riduzione del valore medio investito passato da 1,0 milione l d Euro per ill 2011 di 20 a circa 800.000 800 000 Euro per ill 2012. 20 2 Con riferimento ai business angels si assiste ad un sostanziale raddoppio dell’investimento (a fronte della riduzione delle operazioni), che nel 2012 è mediamente pari a 360.000 360 000 Euro per target. target Nel complesso, il mondo dell’early stage italiano esprime un dato mediano di ammontare medio pari a 650.000 Euro investiti. Sotto il profilo della quota di partecipazione acquisita: – per i fondi si denota il passaggio da un’acquired stake medio del 40% (2011) ad un valore del 30%. – Per i business angels, nonostante la crescita del taglio medio delle risorse investite il valore investite, medio della quota di controllo acquisita rimane costante nella misura del 20%. 11 Il finanziamento delle start-up Mercato del Venture capital p e disallineamento tra domanda e offerta di capitali (3/4) • 12 L’innovazione è un motore di crescita per le start-up, che ha bisogno di un fabbisogno finanziario per il suo sostentamento. Alcune importanti iniziative nazionali ed Europee stanno andando nella direzioni di alimentare finanziariamente l’innovazione, alcune tra queste sono: A livello nazionale: Il Decreto Crescita 2.0 2 0 (D.L. (D L 18 ottobre 2012, 2012 n. n 179), 179) ai sensi dell’art. 29, ha introdotto alcune misure di incentivo agli start up d’impresa, nello specifico si tratta di incentivi fiscali all’investimento in startup innovative (SUI). Il decreto attuativo della misura agevolativa è di prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. L’agevolazione in esame si rende applicabile agli investimenti effettuati in una o più SUI sia da soggetti IRPEF - detrazione pari al 19% della somma investita - che da soggetti IRES - detrazione pari al 20% della somma investita - per i periodi d'imposta 2013 2014 e 2015. 2013, 2015 L’investimento può essere effettuato sia direttamente che indirettamente per tramite di OICR o altre società di capitali che investono prevalentemente in SUI. Non saranno agevolabili gli investimenti superiori al 30% del capitale della startup. A livello europeo: si è consolidato un orientamento estremamente positivo relativamente al finanziamento degli start up innovativi tanto che per il periodo 2014/2020 sono previste specifiche misure di sostegno debt ed equity sia alle imprese (attraverso il COSME e l’Horizon 2020) che agli investitori istituzionali (attraverso il FEI) Il finanziamento delle start-up Mercato del Venture capital p e disallineamento tra domanda e offerta di capitali (4/4) 13 • Nonostante il potenziale rilevante in termini di creatività e capacità di R&S e malgrado la rinnovata disponibilità di fondi, anche agevolati, per sostenere l’i l’innovazione i e lo l sviluppo il di imprese i i innovative, i i Italia in I li sussiste i un grande d divario tra idee – idee finanziabili - disponibilità di fondi. • Una rilevante quantità di idee, infatti, non riescono a diventare idee imprenditoriali di successo per carenze di carattere manageriale e di skill oltre alle limitate disponibilità finanziarie delle compagini. • • idee Start up Fondi disponibili Alla luce dello scenario sinteticamente delineato si può individuare ll’introduzione introduzione e lo sviluppo di figure di «facilitazione dell’innovazione» che possono offrire supporto per cogliere l’opportunità nel campo del venture capital di sviluppare percorsi di supporto p pp allo start up. p I «facilitatori dell’innovazione» si prefiggono di offrire un servizio di technology liasion office, anche grazie all’apporto di team di tecnologi esperti prevalentemente in tecnologie meccaniche e informatiche, che contribuisca alla valutazione l t i d ll idee delle id emergenti ti dai d i centri t i di ricerca i i termini in t i i di mercato t e quindi, operativamente avvicinare i due mondi. Mission dei facilitatori • 14 I Facilitatori potranno attivare un servizio di consulenza direzionale che: – in particolare per le start start-up, up, concorra nella gestione dell dell'impresa impresa nella fase di nascita/crescita/primo consolidamento delle conoscenze nuove acquisite; – supporti le imprese nell’approfondimento di temi ricerca di medio/lungo termine svolti dagli enti pubblici; – analizzi i fabbisogni strategici di miglioramento di processi e prodotti per proporre alle aziende le innovazioni appetibili per il proprio business e le tecnologie esistenti; – supporti ll’azienda azienda nel processo di industrializzazione dell dell’innovazione innovazione, anche con attività di formazione e tutoring dell’innovazione – partecipi alla selezione e formazione on the job delle future figure apicali. • I Facilitatori – anche a fronte dell’assunzione di partecipazioni di minoranza – potranno fornire alle compagini: – Finanziamento delle prime attività (seed capital o pre – venture); – Supporto manageriale allo sviluppo e alla prima implementazione del piano d’impresa (24/30 mesi) IP Management: g dall’idea/innovazione………al / Mercato • • • • • • Intervista I t i t con il Ricercatore Ri t Analisi dei punti di forza e debolezza Costituzione di un Team formato dal Ricercatore,, Marketing g e Financial Advisor Realizzazione di un Executive Summary e Business Plan Individuazione successiva dei Partner Industriali e/o Finanziari ideali per lo sviluppo e la commercializzazione Condivisione con il Ricercatore dell’Exit Strategy 15 Stadio del p progetto g Early stage Later stage ‐ Expansion 16 Fasi e dimensione di investimento Early stage Later stage stage ‐ Expansion 17 Forme di Collaborazione con Partners Industriali • All Alleanze Strategiche St t i h • Joint Venture • • Licensing Outsourcing 18 Ipotesi p di lavoro: valorizzazione Un esempio di progetto di valorizzazione delle idee A i t Assistenza alla ll valorizzazione l i i di id idee (b (brevetti, tti d domande d di b brevetti, tti idee e tecnologie) provenienti da un patrimonio di know how, come ad esempio quello del CNR: • Analisi dei requisiti di base per attrarre l’interesse industriale sui temi oggetto delle conoscenze • Scouting delle idee in portafoglio sulla base dei requisiti di classificazione del database originario • Selezione di un gruppo di 10 idee da valorizzare • Road oad map ap pe per la a loro o o valorizzazione ao a o e con co redazione eda o e di d documentazione informativa da utilizzare per coinvolgere investitori, sia finanziari che industriali • Selezione dei potenziali partner industriali interessati • Strutturazione del possibile intervento sia in money che in kind, e relativa proposta di partecipazione. 19 Il team Alessandro Soluri Sol ri • • • • • • I° Ricercatore CNR, Responsabile della UOS dell’ ISIB-CNR di Roma, Responsabile del Progetto “Innovazione-integrazione tecnologica in Medicina” del Dipartimento di Scienze Biomediche; Medicina E’ autore di 14 brevetti attualmente depositati e concessi in Europa ed USA, oltre ad essere autore di un oltre un centinaio di lavori scientifici su riviste internazionali;; E’ stato Presidente per 7 anni (2003-2010) della Azienda di spin-off Li-tech SpA che ha visto il CNR come socio fondatore. Le principali attività di ricerca sono orientate allo sviluppo di nuovi dispositivi scintigrafici avanzati per diagnostica e sala operatoria. E’ proponente di alcuni progetti di ricerca industriale per dispositivi morfofunzionali integrati (PET-TC) e mini gamma camere per uso in chirurgia radio-guidata. di id t Membro della Commissione GILDA BeamLine (Italian beam Line for X-ray Diffraction and Absorption) presso ESRF Grenoble 20 Il team Gi seppe Principe Giuseppe P incipe • • • • • Partner – Già senior manager nell’area corporate finance dell’ufficio di Napoli di Ernst & Young Financial – Business Advisors S.p.A., nel 2005 ha q , con un operazione p di MBO,, il relativo ramo da E&Y,, divenendo acquisito, A.D. di Iniziativa. Ha maturato un’esperienza ventennale nella gestione della società di consulenza, interfacciandosi con le agenzie e le istituzioni finanziarie e gestendo direttamente i principali clienti. clienti Ha gestito progetti di corporate finance principalmente nei seguenti settori: aeronautico, agro alimentare, ICT, meccanico. Le principali aree di expertise sono: Private Equity and Venture Capital, investimenti produttivi e R&S, business start-up, project management, Business & Financial Planning, Studi di fattibilità, gestione di programmi complessi di finanza agevolata. Laureato in Economia e Commercio presso ll’Università Università degli studi di Napoli “Federico II” ha conseguito l’MBA presso la L.U.I.S.S. “Guido Carli” di Roma e ha sviluppato una ventennale esperienza consulenziale nell’area Amministrazione, Finanza e Controllo. 21 Il team 22 Marco Sartarelli • • • • • • • • • • Business Development Advisor Opera nel ruolo di consulente in operazioni di M&A ed in progetti di sviluppo aziendale con respiro nazionale e internazionale. Ha lavorato sempre nel settore sanitario in supporto ad aziende attive nel comparto farmaceutico e delle tecnologie biomedicali, occupandosi di progetti strategici di sviluppo aziendale, operazioni di ristrutturazione e di riposizionamento. Advisor di Beacon PE, fondo internazionale di private equity che opera nello sviluppo di aziende Biofarmaceutiche. Healthcare lh Advisor d d Efibanca di fb d l 2005 dal 200 all 2011 20 ( (attualmente l incorporata nell Banco Popolare). l ) Durante il precedente periodo, ed attualmente, è coinvolto in progetti di consulenza per l’individuazione di Aziende aventi un profilo interessante per operazioni di M&A (Fusione e/o Aggregazione). I principali progetti hanno coinvolto aziende quali Actavis, Azad, Aurobindo, Torrent, Dr. Reddy’s, Mylan, Ebewe IBSA, Ebewe, IBSA Vemedia Pharma ed altre società farmaceutiche italiane. italiane Dal 2002 al 2004 Marco Sartarelli ha ricoperto varie posizioni in Coloplast S.p.a. (Business Manager), Pulitzer S.p.A. (General Manager – azienda attualmente parte di Stada Group AG) IBI S.p.a. (Marketing & Sales Director e Membro del CDA). Fra il 1993 ed il 2001 ha ricoperto vari incarichi presso Astra Zeneca SpA (farmaceutico) tra cui quello di Sales Coordinator (dal 1995 al 2001) ed Area Manager della Divisione Ospedaliera (dal 1993 al 1995). In precedenza ha ricoperto diversi incarichi in Centocor (attualmente divisione Biotecnologica di J&J), Industrie Farmaceutiche Riunite A. Menarini Srl e Giuliani Spa. Marco Sartarelli ha conseguito un Executive Master in Business Administration presso LUISS Business School di Roma.