PROVA inVAlsi Di iTAliAnO - “Dante Alighieri”, Cerignola

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PROVA inVAlsi Di iTAliAnO - “Dante Alighieri”, Cerignola
Rilevazione degli apprendimenti
Anno Scolastico 2010-2011
PROVA invalsi DI ITALIANO
Scuola secondaria di secondo grado
Fascicolo 2
Classe .................................................................................................
Studente .......................................................................................
Simulazioni di prove costruite secondo il Quadro di riferimento Invalsi pubblicato il 28-02-2011
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L’istante
Testo A
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Era una mattina nata col vento. Le onde alte si rompevano in fragorose
scrollate, nella risacca color ghiaccio. Era un mare forte e giocoso, come
un cavallo giovane. E i bambini lo affrontavano con urla e risa, si lasciavano sommergere dalle onde, le attraversavano con grida, ne uscivano
trionfanti. Le schiene abbronzate apparivano e scomparivano nella spuma. Genitori, nonni, fratelli li controllavano perché non si allontanassero,
nell’aria limpida risuonavano avvertimenti allegri o arrabbiati. Una bimba
uscì piangendo dal mare, a un ordine più deciso e squillante della madre.
Tre ragazzi eccitati presero la rincorsa per tuffarsi di colpo, e un’onda li
rimandò indietro con uno schiaffone.
Un uomo, all’ombra dello spalto bianco di arenaria, osservava con stupore e allegria.
Non aveva figli. Aveva avuto una moglie, ma gli anni erano passati e,
senza sapere perché, un giorno avevano cominciato a parlarne come di
una cosa lasciata indietro, non più possibile.
L’uomo non aveva una particolare predilezione per i bambini: aveva
dei nipoti, qualcuno simpatico qualcuno odiosetto. Ma i giovani e audaci
delfini di quella mattina gli piacevano.
E strani pensieri gli nuotavano in testa, leggeri e gravi, proprio come
il mare che fingeva una tregua e poi si animava in sequenze di tre, quattro onde più grandi. Una di queste arrivò ai suoi piedi, fino a bagnargli i
sandali.
Era l’unico bagnante solitario, tra coppie, famigliole e tribù sotto fungaie di ombrelloni. Ma si sentiva bene, come fosse tornato giovane, e si
godeva ogni immagine di quella giornata, fino al lontano orizzonte.
Improvvisamente, sul tratto di spiaggia davanti a lui, apparve una donna. Era magra e abbronzata, il vento le scompigliava i capelli e camminava
con passi svelti. Guardava il mare inquieta.
L’uomo capì subito perché.
La donna non vedeva più tra le onde la figlia. Non scorgeva la cuffietta,
il colore del costume, il profilo lontano, qualcosa di unico e prezioso che
avrebbe potuto calmarle l’affanno del cuore.
Perciò chiamava un nome a voce alta, sempre più forte. Alcuni bagnanti
si avvicinarono, e lei indicava lontano.
Il frastuono del mare copriva le sue parole. Solo quel nome, ogni tanto,
risuonava chiaro e doloroso, e gli faceva eco il lamento di un gabbiano.
Finché la donna si fermò nel punto più luminoso della spiaggia, una
chiazza abbagliante di granelli di quarzo, e sembrava non avesse più la
forza di muoversi, né di gridare.
In quel preciso istante, l’uomo vide qualcosa di inspiegabile.
Il ghiaccio azzurro delle onde si sommò al candore della sabbia e al fuoco del sole, e ne nacque una zona di luce abbacinante, la muta esplosione di
una Stella. In questo bagliore la snella figura della donna sembrò torcersi e
dividersi in due, due corpi gemelli che sbocciarono e si separarono.
Una donna corse subito verso levante, incontro alla figlia che usciva
dall’acqua. La abbracciò e pianse, tenendola in braccio.
Nello stesso tempo, un’altra identica donna correva dalla parte opposta,
verso un gruppo di persone radunate sul bagnasciuga, chine sopra qualcosa, mentre una vecchia si metteva le mani nei capelli.
Un attimo prima il mondo era uno solo. Ora niente era diverso come
quei due mondi, nati in quell’istante.
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L’uomo non riuscì a fare un passo, non capì se doveva andare da una
parte e sorridere alla madre e alla figlia ritrovata, o correre dall’altra a
guardare se era accaduto davvero qualcosa di terribile.
Un’onda luminosa, alta, azzurra, sorse dal mare, si innalzò come un
cielo liquido sulla sua testa, l’uomo chiuse gli occhi.
Quando si svegliò era già notte, e la spiaggia era deserta.
Non sapeva quale dei due mondi esisteva ancora. E in quale dei due
viveva. Ed ebbe paura.
(Testo tratto e adattato da: Stefano Benni, La grammatica di Dio, Milano, Feltrinelli, 2010)
A1.L’espressione «come un cavallo giovane» (righe 2-3) è
q A. una metafora.
q B. una similitudine.
q C. un’informazione necessaria.
q D. un’eleganza stilistica.
A2. Nella frase «i bambini lo affrontavano con urla e risa» (riga 3), a che cosa si riferisce il pronome
lo?
q A. Al cavallo giovane.
q B. Al mare forte e giocoso.
q C. Al vento.
q D. Al ghiaccio.
A3.
A chi e a quale argomento si riferisce l’espressione «avevano cominciato a parlarne» (riga 14)?
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A4.
A chi si riferisce il termine delfini alla riga 18?
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A5.L’espressione «E strani pensieri gli nuotavano in testa» (riga 19) è
q A. un modo di dire.
q B. una metonìmia.
q C. una litote.
q D. una metafora.
A6.
Che cosa significa la metafora «fungaie di ombrelloni» (righe 23-24)?
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A7.
Da quali elementi precedentemente introdotti è giustificata la frase «L’uomo capì subito perché» (riga 29)?
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A8.L’espressione «qualcosa di unico e prezioso» (riga 31) indica
q A. la figlia della donna.
q B. un oggetto di grande valore monetario.
q C. un oggetto unico per il suo valore affettivo.
q D. dei granelli di quarzo.
A9.L’espressione «Il ghiaccio azzurro delle onde» (riga 41) significa che
q A. per il freddo la superficie del mare si era ghiacciata.
q B. il bagliore del sole faceva brillare l’acqua come se fosse ghiaccio.
q C. le onde sollevavano spruzzi azzurri e freddi come ghiaccio.
q D. tra le onde apparivano e sparivano pezzi di ghiaccio.
A10.L’enunciato «Un attimo prima il mondo era uno solo. Ora niente era diverso come quei due
mondi, nati in quell’istante» (righe 50-51) esprime
q A. una considerazione soggettiva dell’uomo che guarda la scena.
q B. un pensiero della donna che corre incontro alla figlia.
q C. un pensiero della donna che corre verso le persone sulla spiaggia.
q D. un dato oggettivo che presenta la realtà delle cose.
A11. Due ragazzi, Marco e Francesca, hanno letto il brano. Marco ha capito che nello stesso istante
sulla stessa spiaggia ci sono due diverse donne: una ritrova la figlia sana e salva; l’altra vede il
corpo della figlia disteso a terra. Francesca invece ha capito che l’uomo che osserva la vicenda
vede contemporaneamente la stessa donna in due situazioni ugualmente possibili. Chi dei due
ha ragione? Per quale motivo?
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A12.Il testo che hai letto è
q A. un articolo di cronaca tratto da un quotidiano.
q B. un episodio tratto da una biografia.
q C. un racconto letterario di fantasia.
q D. una relazione sui fenomeni paranormali.
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Second Life. Quel sogno di un Altrove
motore delle nostre vite
Testo B
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Sognare un’altra vita rispetto a quella che ci capita di vivere è, tra i sogni
dell’uomo, quello più antico. Senza questo sogno forse non sarebbero nati
i miti dove nelle vicende degli dèi ci si rappresenta la vita che si vorrebbe
vivere, le religioni che promettono una vita eterna al di là di quella che trascorriamo sulla Terra, la letteratura dove storie fantastiche ci trasportano
in mondi altri rispetto a quello in cui siamo costretti a vivere, la musica
che ci porta fuori dallo spazio e dal tempo abituali per immergerci in assonanze e dissonanze sconosciute al nostro trascorrere quotidiano. Senza
il sogno di un’altra vita non avremmo immaginato alcuna utopia dove
possa aver luogo quello che al momento non ha luogo, alcuna rivoluzione che, rispetto all’esistente, promette «nuovi cieli e nuove terre» o, se
non proprio, almeno altre condizioni di vita, alcun progresso scientifico
promosso dal sogno di ridurre la fatica del lavoro e la crudeltà del dolore,
quando non addirittura quello di procrastinare la morte. Senza il sogno
di un’altra vita, davvero, ma proprio davvero, non riusciremmo a vivere.
Tale è infatti la condizione umana, il suo tratto specifico, la sua peculiarità,
la sua bellezza.
Una realizzazione di questo bisogno tipico dell’uomo − che nasce in un
mondo «dato» al solo scopo di ri-nascere in un mondo da lui «creato»,
perché solo nelle nostre creazioni reperiamo un senso che sia davvero «nostro» − oggi ce la concede la frequentazione del virtuale, dove ciascuno di
noi può identificarsi nel mito di se stesso, nella storia che vorrebbe e che
non può vivere nella realtà, negli amori che gli sono impediti, in spazi che
non ha mai frequentato, abitando case o castelli, spiagge o deserti che ha
solo sognato, indossando abiti che non sono sul mercato, ma in cui ciascuno, vestendoli, sente di essere finalmente se stesso. Forse tante terapie
psicoanalitiche potrebbero accorciare i loro tempi alla scoperta dell’inconscio, se ogni paziente portasse al suo analista un dischetto in cui descrive
la sua «Second Life» e se l’analista avesse l’accortezza di non ricondurre
subito l’immaginazione del paziente alla realtà. Perché senza sogni la vita
è invivibile, e i sogni forse non vanno solo interpretati ma anche realizzati,
a meno che non si voglia rinunciare totalmente al proprio sé profondo.
Naturalmente più solerte e più attento degli psicoanalisti è il mercato che
studia il «Second Life Style» per consentire ad architetti, designer e creatori di moda di alimentare la loro creatività consunta e in via di estinzione
e di andare incontro ai desideri segreti, ma in Second Life manifesti, di
personalità creative a cui il «sano realismo» che regola la nostra cultura
non concede di esprimersi se non nel virtuale.
Ma la Second Life, oltre a essere un inno alla magia del sogno, è anche un
sintomo dell’intollerabilità della vita a cui siamo costretti. Una vita dove
ciascuno di noi ha dimenticato il proprio nome perché è riconoscibile solo
dalla propria funzione, a sua volta regolata dalle maglie strette e dalle regole
ferree dell’apparato di appartenenza. C’è solo da augurarsi che la promessa
di una seconda vita virtuale non rimanga solo un’evasione, ma diventi
spunto per una progressiva modificazione del reale, senza che un’anticipata rassegnazione lasci tutto irrimediabilmente così com’è. Sarebbe la fine
della vicenda umana in quel che ha di più creativo e ideativo.
(Testo tratto e adattato da: Umberto Galimberti, “la Repubblica”, 24 giugno 2007)
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B1.
Quali espressioni artistiche e culturali, secondo Umberto Galimberti, non sarebbero nate senza
il sogno di un’altra vita?
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B2.
A che cosa fa riferimento l’autore quando dice «Tale è infatti la condizione umana» (riga 16)?
q A. Al fatto che non si può vivere senza sognare.
q B. Alla bellezza della condizione umana.
q C. Alla possibilità di allontanare la morte.
q D. Alla specificità dell’essere umano.
B3.La frequentazione del virtuale che cosa permette oggi all’uomo?
q A. Di avere amori che altrimenti gli sarebbero impediti.
q B. Di costruire il mito di se stesso.
q C. Di essere se stesso.
q D. Di realizzare il bisogno antico di sognare un’altra vita.
B4.Nella frase «ma in cui ciascuno, vestendoli, sente finalmente di essere se stesso» (righe 25-26),
con quale delle seguenti espressioni può essere sostituito il gerundio vestendoli?
q A. «Poiché li veste.»
q B. «Invece di vestirli.»
q C. «Quando li veste.»
q D. «Come li veste.»
B5.In quali modi «tante terapie psicoanalitiche potrebbero accorciare i loro tempi alla scoperta
dell’inconscio»?
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B6.
Chi è «più solerte e più attento degli psicoanalisti» (riga 33)?
q A. Il mercato.
q B. Chi riesce a realizzare i propri sogni e non si limita a interpretarli.
q C. Gli architetti, i designer e i creatori di moda.
q D. Second Life.
B7.
Che cosa si intende con l’espressione «creatività consunta» (riga 35)?
q A. Una creatività legata al consumismo.
q B. Una creatività legata al costume sociale e alla moda.
q C. Una creatività costruita, artificiale e non spontanea.
q D. Una creatività consumata, logora.
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B8.L’aggettivo manifesti alla riga 36 si riferisce
q A. ai desideri umani che nella vita reale sono nascosti.
q B. ai desideri di architetti, designer e creatori di moda.
q C. ai desideri degli psicoanalisti.
q D. al frutto della creazione di architetti, designer e creatori di moda.
B9.
Quale elemento viene indicato come causa «dell’intollerabilità della vita» (riga 40)?
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B10.Nell’enunciato «C’è solo da augurarsi che la promessa di una seconda vita virtuale non rimanga
solo un’evasione, ma diventi spunto per una progressiva modificazione del reale» (righe 43-45),
la congiunzione ma determina tra le due frasi un rapporto di
q A. consequenzialità.
q B. opposizione.
q C. causa / effetto.
q D. esclusione.
B11.In base a quali elementi precedentemente introdotti l’autore può augurarsi che «la promessa di
una seconda vita virtuale non rimanga solo un’evasione, ma diventi spunto per una progressiva
modificazione del reale» (righe 44-45)?
q A. In base al riconoscimento che Second Life potrebbe essere di aiuto nelle terapie psicoanalitiche. (righe 26-30)
q B. In base al riconoscimento che moltissime attività umane e moltissimi progressi dell’umanità sono scaturiti proprio dall’esigenza umana di sognare. (righe 1-14)
q C. In base all’ironico riconoscimento che Second Life è un’importante attività economica, che
può essere molto redditizia. (righe 33-38)
q D. L’espressione è solo un augurio dell’autore, che non si fonda su motivazioni precedentemente esposte.
B12.Il titolo del testo «Second Life. Quel sogno di un Altrove motore delle nostre vite» vuol farci
capire che
q A. vorremmo sempre essere in un posto diverso da quello in cui siamo.
q B. esiste una regione chiamata Altrove.
q C. poter sognare dà una spinta e un significato alla vita.
q D. quando sogniamo dobbiamo essere altrove.
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«Mangialo, fa bene»
L’Authority smaschera i falsi alimenti
della salute: 4 volte su 5 solo promesse
Testo C
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ROMA − «Difende il cuore.» «Riduce il colesterolo.» «Aiuta a perdere
peso.» «Evita l’ipertensione.» Irresistibili questi annunci sirena. Fanno capolino su una confezione di yogurt, su una busta di patate, su un’aranciata.
Basta allungare una mano e mangiando ci si cura: fantastico. Peccato che
sia falso. Non sempre ma spesso. Quattro volte su cinque per l’esattezza. Lo
dice l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha bocciato
l’80 per cento dei 400 prodotti controllati.
L’ente nato per vigilare sulla sicurezza della nostra tavola ha iniziato la
sua lunga marcia tra gli oltre 4 mila prodotti alimentari che annunciano
prestazioni mirabolanti. Stando alle etichette, si ha quasi la sensazione di
poter guarire a tavola: un menu composto da un purè di patate arricchite
al selenio, una verdura innaffiata con olio migliorato da vitamine liposolubili e uno yogurt animato da fermenti probiotici sembra sostituire un
giro in farmacia. Secondo gli esperti europei però queste speranze sono
spesso mal riposte.
Un colpo pesante per un settore in piena espansione che, secondo i dati
di Federsalus, conta 1200 aziende con 25 mila dipendenti. Un settore in
corsa verso la «nutraceutica», una nuova frontiera che vuole far saltare la
distinzione tra cibo e medicina creando prodotti con caratteristiche miste,
metà farmaci metà alimenti: si va dai pomodori ricchi di antiossidanti
all’olio d’oliva ritoccato per chi ha problemi cardiaci, al riso con aggiunta
di ferro, passando per il latte artificiale che immunizza i bambini come
quello vero.
Il pollice verso dell’Efsa rischia di avere ripercussioni visibili. E infatti
l’Aiipa, l’Associazione italiana industrie prodotti alimentari, è subito passata alla controffensiva: «I problemi nascono perché si sono adottati nel
campo nutrizionale criteri scientifici messi a punto per la ricerca farmacologica. Le industrie del settore si sono trovate così di fronte a difficoltà che
rischiano di bloccare gli investimenti necessari alla ricerca e all’innovazione». Un parere condiviso da Federchimica, che difende le categorie degli
alimenti arricchiti e degli integratori alimentari a cui fornisce i principi
attivi.
L’Europa però sembra frenare la visione medicamentale dell’alimentazione. Anche le ultime due scelte vanno in questa direzione. Da una
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parte Bruxelles ha bocciato l’idea di mettere un semaforo sulle etichette
per segnalare con un rosso o con un verde la bontà del prodotto in termini di grassi, zuccheri e sali: «rischiano di indurre il consumatore in errore
convincendolo che ci sono cibi buoni e cibi cattivi», dimenticando che
essenziale è la dose e lo stile di vita. Dall’altra la commissione Ambiente e
salute del Parlamento europeo ha deciso di inserire sull’etichetta di carni,
formaggi e frutta il luogo di provenienza.
«Il rafforzamento delle indicazioni sulle etichette è un passo avanti
importante», commenta il sottosegretario alle Politiche agricole Antonio
Buonfiglio. «Gli integratori alimentari non vanno demonizzati, sono una
frontiera interessante, anche se bisogna garantirsi da un uso fraudolento
dei termini. Ma il futuro del settore agricolo sta nei prodotti di qualità e
nella capacità di aumentare i livelli di certificazione.»
Più netto il parere di Mauro Rosati, segretario della Fondazione Qualivita che cura l’atlante dei prodotti dop e igp: «I cibi-farmaci sono esattamente quello che non ci serve. Abbiamo bisogno di prodotti tradizionali,
legati al territorio e capaci di arrivare in tutte le case. E anche di una politica del cibo che scavalchi le varie caselle burocratiche per puntare sul
rilancio degli alimenti con il marchio legato al territorio, quelli che danno
le maggiori garanzie».
(Testo tratto e adattato da: Antonio Cianciullo, “la Repubblica”, 25 marzo 2010)
C1.
Che cosa sono gli «annunci sirena» citati alla riga 2?
q A. Sono annunci urlati prepotentemente, come i segnali acustici delle sirene, udibili da molte
persone.
q B. Sono annunci allarmistici, come i segnali acustici delle sirene, che annunciano un pericolo.
q C. Sono annunci belli ed eleganti.
q D. Sono annunci che ingannano come il canto delle sirene della mitologia classica.
C2.
Quale figura retorica puoi riconoscere nell’espressione «Fanno capolino» (righe 2-3)?
q A. Una metafora.
q B. Una litote.
q C. Un’anafora.
q D. Nessuna.
C3.
A che cosa si riferisce l’espressione «Peccato che sia falso» (righe 4-5)?
q A. Al fatto che sia fantastico curarsi mangiando.
q B. Al fatto che sia possibile curarsi mangiando.
q C. Al fatto che gli annunci facciano capolino su una confezione di yogurt, una busta di latte o
un’aranciata.
q D. Al fatto che sia stato bocciato dall’Efsa l’80 per cento dei 400 prodotti controllati.
C4.L’espressione «Il pollice verso dell’Efsa» (riga 24) indica
q A. la bocciatura da parte dell’Efsa di alcuni cibi.
q B. l’inversione di tendenza dell’Efsa nei confronti dei cibi curativi.
q C. un modo di dire positivo, simile al «pollice verde» nel giardinaggio.
q D. l’indicazione fornita dall’Efsa dei cibi realmente curativi.
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C5.Secondo quanto dichiarato dall’Aiipa, perché nascono problemi per le industrie dei prodotti
alimentari?
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C6.
Quali scelte attuate in Europa confermano la volontà di frenare la «visione medicamentale
dell’alimentazione»?
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C7.
Perché l’Europa «ha bocciato l’idea di mettere un semaforo sulle etichette» alimentari (riga
35)?
q A. Perché non permette l’immediata ricezione del messaggio.
q B. Perché non è opportuno usare un simbolo tipicamente legato al codice stradale sui cibi.
q C. Perché è fuorviante, in quanto induce a credere che esistano cibi buoni e cibi cattivi.
q D. Perché è fuorviante, in quanto induce a credere che non esistano cibi buoni e cibi cattivi.
C8.
Quale percentuale di famiglie italiane consuma alimenti arricchiti e quali sono le preferenze?
q A. Questa informazione non è ricavabile.
q B. L’80 per cento; yogurt, succhi di frutta, latte e pane.
q C. 4 famiglie su 5; yogurt, integratori e latte.
q D. Il 30 per cento; yogurt, succhi di frutta, latte e pane.
C9.
Qual è il significato dell’espressione «uso fraudolento dei termini» (righe 45-46)?
q A. I termini sono usati in maniera impropria.
q B. I termini sono usati in contesti inappropriati.
q C. I termini sono usati con intento di frode, per ingannare.
q D. I termini sono usati per mettere in luce le caratteristiche negative dell’oggetto a cui si riferiscono.
C10. Qual è la proposta fatta da Mauro Rosati?
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Quesiti grammaticali
1.
Analizza le seguenti frasi e indica se sono scritte in modo corretto (Sì) oppure se non lo sono
perché contengono un errore (No). Metti una crocetta per ogni frase.
Sì
2.
A.
Ti piace il vestito che ho acquistato una settimana fa?
B.
Ho acquistato un libro per Gino ma non glielò ancora dato.
C.
Il tuffatore riemerse in superficie con sufficiente velocità.
D.
Volevo un pò d’aranciata: qualcuno può darmene?
E.
Cade un’acquerugiola proprio antipatica e fà freddo.
F.
Carlo è uno studente coscienzioso che ama stare in compagnia.
No
Analizza le due seguenti frasi e riconosci in ognuna con quale funzione grammaticale è usata la
parola sotto. Scrivi nello spazio indicato.
Frase
A.
B.
Funzione della parola sotto
Il mio orecchino era finito sotto il tavolo.
Al piano di sotto si sono trasferiti i nuovi inquilini.
……………………………………………………...………………
……………………………………………………...………………
……………………………………………………...………………
……………………………………………………...………………
3.Nelle seguenti frasi il pronome lo sostituisce una o più parole. Per ogni frase indica quali parole
sostituisce, come nell’esempio.
Nella frase
lo sostituisce
Es.
Giorgio è un ragazzo riconoscente: io lo aiuto sem- Giorgio
pre volentieri.
A.
Se hai il mio libro, riportamelo subito.
B.
Carlo è un caro amico, mi piacerebbe che tu lo invitassi.
C.
Il quadro della “Primavera” di Botticelli è al museo
degli Uffizi: io l’ho visto l’anno scorso.
D.
Non so se la lettera sia arrivata: è presto per dirlo.
………………………………………………….…
E.
Lo sai che Luigi ha cambiato lavoro?
………………………………………………….…
………………………………………………….…
……………………………………………….……
………………………………………………….…
4.In quale delle seguenti frasi i verbi non sono usati in modo corretto?
q A. Sarei potuto arrivare in tempo, se avessi ricevuto prima l’invito.
q B. Qualora abbiate terminato di leggere quel libro, dovreste restituirlo a Carlo.
q C. Se non si sarebbero verificati alcuni incidenti, non avrei fatto tardi.
q D. I giocatori erano convinti che avrebbero potuto vincere anche quella partita.
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5. Nella frase «Luigi si è addormentato davanti alla televisione e non si è accorto di essersi bruciato
con la sigaretta» ci sono
q A. un verbo pronominale e due verbi riflessivi.
q B. due verbi pronominali e un verbo riflessivo.
q C. un verbo pronominale e un verbo riflessivo.
q D. tre verbi riflessivi.
6. In quale coppia, tra quelle in elenco, le parole sono collegate da un rapporto di inclusione (cioè
una è un iponimo e l’altra il suo iperonimo)?
q A. Bicicletta, veicolo.
q B. Urlo, silenzio.
q C. Madre, figlia.
q D. Allegria, tristezza.
7. Tra le seguenti coppie di parole, qual è quella in cui una parola è derivata dall’altra mediante
alterazione?
q A. Capra, capriccio.
q B. Mulo, mulino.
q C. Rubino, rubinetto.
q D. Caldo, calduccio.
8. Quanti predicati ci sono nella frase «Guidando in autostrada, devi ricordarti che è necessario
che tu metta la freccia prima di fare un sorpasso»?
q A. Tre.
q B. Quattro.
q C. Cinque.
q D. Sei.
9. Quali complementi sono presenti nella frase «Ieri sono accaduti degli incidenti per la caduta di
un masso»?
q A. Oggetto, di specificazione, di causa.
q B. Oggetto, di tempo, di causa.
q C. Di causa, di specificazione, di tempo.
q D. Partitivo, di causa, di specificazione.
10. Analizza il seguente periodo: «Se tu me l’avessi chiesto, ti avrei prestato volentieri il libro che ti
occorreva per preparare l’esame». Distingui le diverse proposizioni che lo compongono completando la tabella.
Proposizione principale
Proposizioni subordinate
di 1° grado
Proposizione subordinata
di 2° grado
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1. ……………………………………………………...………………………………...
2. ……………………………………………………...………………………………...
……………………………………………………...……………………………………
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