DIDATTICA IN EVOLUZIONE Le attuali linee di sviluppo della
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DIDATTICA IN EVOLUZIONE Le attuali linee di sviluppo della
DIDATTICA IN EVOLUZIONE Le attuali linee di sviluppo della didattica nella scuola Vladimiro Spallanzani di S. Antonino (RE) di Giuliano Romoli - Rettore È ormai evidente che la metodologia didattica tradizionale, fondata sulla lezione frontale e sul libro di testo come strumento esclusivo non è più efficace. Gli alunni hanno sempre più difficoltà a prestare attenzione, a concentrarsi per tempi lunghi, a leggere e scrivere, ad interiorizzare i contenuti. Le cause possono esser ricercate nei cambiamenti epocali che ha subito la nostra società, in particolare nella forma dei rapporti familiari e amicali, nelle modalità di comunicazione, negli strumenti di informazione. Non si può più far scuola come una volta, pena l’irrilevanza della funzione docente e la delega di fatto dell’istruzione ad agenzie di formazione extrascolastiche. Nella sua ormai lunga esperienza, la nostra scuola sta evolvendo la sua azione didattica secondo tre principali linee di sviluppo: la personalizzazione, la forma induttiva - laboratoriale, l’interdisciplinarietà. L’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO Occorre tuttavia una premessa sull’”ambiente di apprendimento” che rende possibile operare secondo queste direttive. Si tratta di un ambiente caratterizzato dalla condivisione dei fondamenti principi ideali e pedagogici da parte dei docenti e da una forte capacità di interazione tra loro. L’unità del corpo docente e la condivisione unanime del progetto educativo fa di un’istituzione scolastica una scuola “vera”, cioè un soggetto che compie un’azione educativa, non un insieme di individui che si muovono in modo indipendente. Il clima di cordialità operosa tra persone che condividono gli stessi ideali, la stessa impostazione pedagogica e che lavorano volentieri insieme si riflette necessariamente sulla classe, favorendo una posizione umana lieta e cordiale anche da parte degli alunni. Una posizione che apre all’apprendimento. La gioia, infatti, è condizione fondamentale dell’apprendimento; è solo in un ambiente in cui l’alunno si sente accolto con serenità e, direi quasi, con allegria che può dare il meglio di sé, sia dal punto di vista relazionale che cognitivo. LA PERSONALIZZAZIONE L’attenzione agli alunni con problemi di comportamento o di apprendimento è connaturata con le origini della nostra scuola, che fin dagli inizi, verso la fine degli anni 70, è stata frequentata da bambini con pesanti situazioni familiari e conseguenti difficoltà di apprendimento. Fummo, quindi, costretti ad attrezzarci per far fronte ad una situazione che, di fatto, imponeva l’elaborazione di metodologie didattiche innovative. Alcune insegnanti si resero disponibili a seguire nelle loro “ore buche” alunni che manifestavano un forte disagio cognitivo o comportamentale. Vedendo che i risultati erano positivi, a volte sorprendenti, ritenemmo di dover intensificare l’attività di recupero, rischiando di assumere educatrici adibite esclusivamente a tale attività. L’obiettivo di una piena integrazione degli alunni con difficoltà di apprendimento ci indusse a rimodulare l’attività didattica nella sua complessità in senso fortemente personalistico. Ad un certo punto ci siamo accorti di avere in mano uno stile didattico originale, fortemente personalistico, che abbiamo chiamato, non senza un pizzico di ironia, “propulsive learning”, perché “spinge” ogni alunno a dare il meglio di sé. In base alle osservazioni effettuate, gli alunni vengono suddivisi in quattro gruppi: uno standard, uno con lievi e/o momentanee difficoltà, uno con gravi difficoltà anche se non certificate, uno con difficoltà certificate. I gruppi, la cui composizione è flessibile e varia nel corso dell’anno scolastico, lavorano in ambienti e orari dedicati, in parallelo con le classi, sugli stessi contenuti. Anche la valutazione ha carattere personalizzato ed è finalizzata non tanto a suddividere gli alunni in classi di merito, ma a promuoverne le capacità e ad alimentarne l’autostima. Abbiamo osservato che questa metodologia non consente solo l’apprendimento dei contenuti essenziali da parte degli alunni “meno capaci”, ma favorisce anche la loro socializzazione all’interno della classe, perché permette a tutti di capire e intervenire quando l’insegnante riprende in forma colloquiale gli argomenti trattati. Nessuno si sente escluso; la qual cosa previene anche molti problemi disciplinari. Questo lavoro implica un forte coordinamento tra i docenti della classe e tra i docenti di classe e insegnanti di sostegno – educatrici, tanto che a settimane alterne tutti i docenti si incontrano per esaminare le problematiche generali della didattica e quelle particolari degli alunni con difficoltà di apprendimento. L’attività didattica viene continuamente sottoposta a verifica e riprogrammata a seconda delle evidenze e delle esigenze emerse in corso d’opera. Abbiamo la gioia di vedere risultati straordinari. Una nostra alunna, alla quale era stata diagnosticata una grave forma di dislessia in terza elementare, seguita intensamente e sistematicamente sia a scuola che a casa fino alla terza media, ha frequentato il liceo classico, sempre promossa con una media superiore al sette. LA DIDATTICA INDUTTIVA E LABORATORIALE "Molto ragionamento e poca osservazione, conducono all'errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità" sono le parole di Alexis Carrel, premio Nobel per la medicina. Purtroppo il nostro sistema scolastico, a partire dalla scuola primaria, è fondamentalmente basato su molta astrazione e poca osservazione. Anche la virtualità degli odierni dispositivi multimediali è astrazione, con grave pericolo di soppressione o di manipolazione delle evidenze fondamentali di cui ognuno di noi è dotato. Nell’età dell’infanzia e preadolescenza, poi, gli alunni non sono ancora psicologicamente provvisti degli strumenti per il ragionamento deduttivo. Per questo è utile improntare la didattica a una metodologia induttiva e laboratoriale. Non si tratta di una prassi riservata ad alcune materie; si tratta di una visuale nuova riferita a qualsiasi disciplina. Occorre impostare una didattica che metta in primo piano l’osservazione e la manipolazione dei diversi aspetti della realtà per poi passare induttivamente alla scoperta dei principi generali che li governano; lo strumento è quello del laboratorio, cioè di attività proposte direttamente agli alunni che consentano l’individuazione di questi dati. L’osservazione della realtà genera stupore; lo stupore genera domande; le domande a loro volta determinano la necessità di ulteriori ricerche e approfondimenti; su questa dinamica si imposta l’azione di accompagnamento del docente. Ogni passo nella scoperta deve essere, poi, verificato attraverso il confronto e la condivisione con tutta la classe, sotto la guida del docente. Solo allora lo si potrà acquisire come dato attendibile. La didattica induttiva – laboratoriale viene, così, a richiedere una grande flessibilità operativa da parte del docente; a partire dalle domande degli alunni l’insegnante ridisegna in corso d’opera la sua programmazione, che non può essere fissata a priori, ma viene continuamente implementata. La forma didattica laboratoriale è particolarmente gradita agli alunni, tanto da sviluppare in loro un entusiasmo e un interesse inimmaginabili in rapporto alle lezioni tradizionali: la conoscenza diventa un’esigenza e non un’imposizione. Come abbiamo detto, la didattica laboratoriale non è riservata a particolari discipline. Può essere attuata tanto in Scienze quanto in Italiano, in Matematica o in Musica. Quando è possibile, l’esperienza della realtà va fatta utilizzando tutti i sensi, in particolare il tatto. La manipolazione di un oggetto, la sua trasformazione ce ne assicura l’esistenza e ne evidenzia i tratti caratteristici tanto dal punto di vista fisico, quanto dal punto di vista matematico ed estetico. Per fare alcuni esempi, è nostra consuetudine abbinare fin dalla scuola primaria Arte e Storia secondo il carattere che vogliamo dare alla nostra metodologia di insegnamento. Lo studio delle civiltà del passato è affiancato da un percorso teso alla conoscenza dell’arte che ne è stata sviluppata. Da qualche anno i bambini di quarta primaria realizzano, utilizzando diversi materiali e lavorando a piccolo gruppo, vari manufatti: lo ziggurat sumero, tavolette d’argilla con scrittura cuneiforme, riproduzione della Porta di Ishtar, amuleti egizi (imparandone il significato), il Seneth (antico gioco egizio). Recentemente, poi, i bambini hanno sceneggiato la leggenda di Teseo e il Minotauro producendo le scenografie in cartone e i vari personaggi sempre in cartone mossi a mo’ di marionette sul fondale e scrivendo collettivamente il copione, per poi realizzare un piccolo filmato. In questo modo di sono state coinvolte laboratorialmente diverse discipline: storia, arte, italiano, religione. Si è poi rivelata proficua sotto molti aspetti la settimana laboratoriale. Si tratta di una settimana in cui tutti gli alunni vengono coinvolti in attività di tipo laboratoriale, di carattere principalmente manipolativo. L’orario settimanale e la composizione delle classi vengono sconvolti, si formano diversi gruppi seguiti da esperti e insegnanti curricolari, che spesso moltiplicano gratuitamente le ore di presenza a scuola. I laboratori della settimana laboratoriale sono improntati allo svolgimento in forma laboratoriale del tema conduttore. IL TEMA CONDUTTORE Ogni anno individuiamo un tema conduttore su cui riflettere per l’intero anno scolastico, che viene sviluppato in forme diverse. Sono stati temi conduttori degli ultimi anni la bellezza, la sapienza, la libertà e nel corrente anno scolastico la verità. Il tema conduttore guida l’impostazione delle diverse attività didattiche e viene approfondito nell’incontro con “esperti”, cioè con personalità di particolare rilievo. Questo permette una riflessione approfondita sui temi che caratterizzano l’esperienza umana ed educa ad una elaborazione critica delle ipotesi di interpretazione del reale, contrastando l’attitudine ad una percezione superficiale e provvisoria della realtà. Per fare un esempio, sul tema della libertà la nostra scuola primaria ha letto e analizzato durante tutto l’anno scolastico il libro di Pinocchio, cogliendo ed elaborando i diversi spunti attinenti al tema. La scuola media, tra l’altro, ha incontrato diversi “testimoni” di libertà: un giornalista sulla libertà di stampa e di opinione, un sacerdote che opera con tossicodipendenti e carcerati sul tema della libertà - arbitrio , una suora di clausura (per lettera), una mamma in attesa. Un esperto di dispositivi multimediali e social network ha parlato ai genitori sui pericoli e sul’uso corretto di tali strumenti. In relazione al tema conduttore lanciato di anno in anno la scuola media ha realizzato laboratori di icone, mosaico, cucina e balli etnici, erbario officinale, rilegatura e restauro libri, produzione della carta e tanti altri. La scuola primaria ha realizzato pittura su stoffa, falegnameria, burattini, giochi di abilità, tiro con l’arco, abbecedario e diverse altre attività. LA DIDATTICA INTERDISCIPLINARE E RETICOLARE Le diverse discipline sono finestre sulla realtà, ma la realtà è “una”. Conoscenze a livello disciplinare non collegate in una rete che fornisca una visione olistica della realtà sono irrilevanti da un punto di vista culturale e vengono immediatamente rimosse dopo la “verifica” valutativa. Le competenze, cioè gli elementi del patrimonio culturale e operativo permanente di una persona, possono essere definite "conoscenze in relazione". È quindi necessario osservare l’oggetto in tutte le sue dimensioni, mettendo in relazione tra loro le diverse componenti disciplinari. Oltre agli esempi citati, vorrei segnalare il progetto “Il giro del mondo 80 giorni” svolto nella classe terza media. Il progetto è teso all'apprendimento della geografia e, nello specifico, dei continenti. Delle principali aree geografiche del mondo vengono studiati, però, non solo gli aspetti geografici in senso stretto, quali la morfologia del territorio e l'economia, ma, in modo più ampio, la storia e la cultura, ponendo di volta in volta l'accento sulla lingua parlata, sulla religione maggiormente praticata e sulla musica, l'arte e gli sport in esse sviluppatesi. Allo stesso tempo ogni area è occasione per approfondire le fonti energetiche in essa maggiormente impiegate, come il petrolio, l'energia eolica, solare etc., e i fenomeni naturali, quali terremoti, cicloni, eruzioni vulcaniche etc., ad essa legati. Tale progetto, dunque, coinvolge tutte le discipline la cui programmazione è stata coordinata e sincronizzata il più possibile al fine di trattare in modo parallelo i temi sopra evidenziati. La professoressa di inglese, pertanto, tratta di volta in volta il tema delle lingue, della loro diffusione e distribuzione, facendo opportuni approfondimenti culturali in lingua legati a determinate aree geografiche (ad esempio uno studio su Martin Luter King legato all'America). Il professore di tecnologia affronta per ogni continente il tema delle fonti d'energia in esso maggiormente utilizzate, la professoressa di religione fa approfondimenti sulle principali religioni, quella di educazione motoria sugli sport, quella di musica sulle varie musiche del mondo. Nelle ore di geografia si studieranno gli aspetti morfologici ed economici dei diversi stati con riferimenti alle vicende storiche degli stessi e collegamenti a questioni e temi contemporanei (quali conflitti ancora accesi, il razzismo, l'emigrazione e il problema del lavoro, le forme di governo e i totalitarismi). La professoressa di scienze, infine, studierà i fenomeni naturali legati alle diverse parti della terra. Concordemente con il programma descritto, è prevista un'uscita didattica a teatro in cui i ragazzi saranno attivamente coinvolti nella realizzazione dell'opera “Milo, Maya e il giro del mondo”, che tratta dei diversi paesi e delle diverse culture del mondo. UN ESEMPIO SINTETICO: LO SFONDO INTEGRATORE NELLA PRIMA CLASSE DELLA SCUOLA PRIMARIA Un esempio di come possano convivere didattica induttiva - laboratoriale e didattica interdisciplinare è lo “Sfondo integratore” realizzato nella prima elementare della scuola primaria. Lo sfondo integratore non è una novità nella prassi didattica della scuola italiana, soprattutto nella scuola dell’infanzia. Si tratta di un oggetto intorno al quale costruire un percorso didattico organico e, al tempo stesso, aperto ad una implementazione creativa nel corso dell’anno scolastico. Lo sfondo integratore rende gli alunni protagonisti del loro apprendimento coinvolgendoli in situazioni problematiche, che richiedono la formulazione di ipotesi e la ricerca di soluzioni. L’apprendimento, non più scomposto in comparti stagni, si sviluppa con continuità collegando tra loro le diverse conoscenze e abilità. Lo sfondo integratore ideato dalla nostra maestra di prima primaria nello scorso anno scolastico è consistito in un murales realizzato con carta colorata in moduli di vario formato, che occupava tutta la parete di fondo aula. Seguiamone la realizzazione e l’uso dalle con le parole della stessa maestra. “Prima che iniziasse l'anno scolastico ho preparato un grande murales lungo tutta la parete della classe, fatto di carta ; questo disegno rappresentava il paesaggio dove vive Giulio Coniglio. Giulio Coniglio, personaggio amato dai bambini, vive in una tana scavata in un grande albero all’interno di un bosco e ha tanti amici animali; ne ho scelto uno per ogni lettera dell'alfabeto. Per esempio: A Ape Allegra, E Elvis Elefante, I Istrice Ignazio, O Oca Caterina U Uccellino Ugo. Durante l'estate insieme ad un’amica ho realizzato i pupazzi di ogni animaletto, che mi sarebbero serviti per dar vita al mio murales e alle storie che avrei raccontato per presentare ogni lettera. Abbiamo poi trasformato l'albero, ovvero la casa di Giulio Coniglio, nel nostro laboratorio di storia. Davanti all'albero di Giulio Coniglio, appeso teso tra due chiodini, ho messo un filo con attaccate quattro mollette. Sulle mollette abbiamo appeso, ogni giorno, nome del giorno, numero del giorno, mese e occasioni speciali (torta per i compleanni, santi o festività ). L’albero, inoltre, ci ha aiutato a capire meglio le stagioni, cambiando la sua chioma. Quando è iniziata la scuola era ancora estate quindi l'albero aveva meravigliose foglie verdi attaccate con il velcro, pronte per essere sostituite, con l'arrivo dell'autunno, da quelle arancioni, rosse, marroni. In inverno sarebbero tutte cadute, mentre, all’interno di un laboratorio d'arte, avremmo preparato il nostro albero di natale, attaccandovi sempre con il velcro bellissime decorazioni. Al rientro delle vacanze di Natale l’albero si è coperto di neve, e a primavera si è vestito di fiori e frutti. Il primo giorno di scuola sulla mia cattedra ho fatto trovare quattro scatoline. In una dentro c'erano i numeri, nell'altra i giorni della settimana, in un 'altra i mesi e nell'ultima le torte e i santi. Le scatoline avevano il coperchio di colore diverso: giallo, rosso, verde e blu proprio come le mollette. Nel mese di settembre due bambini alla volta guidati da me andavano a sistemare la data sull'albero. In un'altra parete ho sistemato un cartellone bianco con tabelle verticali dedicate ad ogni mese e sotto i bimbi dovevano incollare il giorno che staccavano dal calendario dell'albero. Obiettivo di storia in prima elementare è conoscere la scansione dei giorni della settimana , il nome dei mesi e le stagioni. A dicembre, senza fare alcuna lezione teorica o dettare alcunché, posso dire che i bimbi avevano tutti acquisito perfettamente le conoscenze prescritte. La scelta dei personaggi non è stata casuale: ho scelto quelli che avevano una storia che raccontasse di una loro avventura. Ho iniziato dalla vocale A. I bambini non sapevano che quel giorno avremmo iniziato a scrivere la lettere A; sono entrata in classe ho tirato fuori dalla mia borsa un libro, intitolato L'ape allegra. Finita la storia ho fatto oralmente qualche attività di comprensione, poi ho dato ad ognuno di loro una fotocopia con disegnato l'ape allegra. Poi abbiamo scritto una pagina di A e disegnato tante cose che iniziano con la lettera A. IIgiorno dopo è arrivato per posta un pacco per noi, i bimbi erano emozionatissimi l'abbiamo aperto e dentro c'era il pupazzo dell' ape allegra. Così per tutte le lettere dell’alfabeto. Chi recapitava i pacchi ogni giorno era C… , una bimba con paralisi cerebrale che ogni giorno entrava in aula con la sua sedia a rotelle per partecipare alla gioia della sorpresa. La lettura della storia è importante, perché stimola ascolto e attenzione, ma permette anche di lavorare in un modo interdisciplinare sul tempo: riordino sequenze, prima, dopo, causa effetto, sempre però in un modo implicito e divertente, eliminando le classiche fotocopie o attività proposte dagli eserciziari, utili, ma non essenziali. Visto l'entusiasmo e l'attenzione prestata alle storie lette in classe, ho prelevato dalla biblioteca comunale 30 libri di Giulio Coniglio assegnandoli ad ogni bambino con rotazione settimanale, perché li leggessero insieme ai genitori, facendo così scoprire non solo il piacere della lettura ai bambini, ma anche la bellezza di un momento di intimità a tutta la famiglia. Abbiamo poi realizzato un “memory” dell'alfabeto coi personaggi di Giulio Coniglio che ha contribuito a rendere piacevole l'apprendimento delle lettere e l’iniziazione alla lettura. La classe è il nostro laboratorio e i bambini sono i protagonisti attivi del loro apprendere. Le tradizionali nozioni vengono svestite della loro monotonia e astrattezza e diventano strumenti indispensabili per leggere la realtà, anche se in forma di fiaba. IL RUOLO DEL DOCENTE Nell’ottica che abbiamo descritto il docente ha un ruolo fondamentale: non è quello di colui che trasmette nozioni acquisite e inconfutabili, che gli alunni devono semplicemente recepire, tipico della scuola tradizionale; non è quello di “coach”, di chi si limita a fornire all’alunno un metodo per un sostanziale autoapprendimento, tipico della concezione costruttivista. Il ruolo dell’insegnante è quello di accompagnare l’alunno nella scoperta della realtà, fornendogli sì gli strumenti di lavoro, ma soprattutto comunicandogli le motivazioni, l’entusiasmo e la sua personale ipotesi interpretativa. Al tempo stesso, occorre dotare l’alunno dei mezzi per una valutazione critica di ciò che gli viene comunicato e lo stimolo per un suo approfondimento o superamento.