VOLANTINO DI NAZZANO informativa ai cittadini

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VOLANTINO DI NAZZANO informativa ai cittadini
INSTALLAZIONE DI UNA CENTRALE A BIOMASSE A NAZZANO
*** RISCHIO PER LA SALUTE ***
AGGIORNAMENTO DEL 15/05/2013
Cari cittadini, durante lo scorso consiglio comunale abbiamo appreso che con molta probabilità verrà presentato un progetto al comune di
Nazzano per la realizzazione di una centrale a biomasse legnose. Abbiamo quindi formato un comitato ed iniziato una campagna
informativa tra la cittadinanza. Parlando con il presunto Proponente, questi ci ha confermato la sua intenzione di REALIZZARE IN
TEMPI STRETTISSIMI UN IMPIANTO A BIOMASSE A GASSIFICAZIONE (PIROLISI) da 200 kW.
Dove verrebbe istallato l’impianto? Non avendo ancora un progetto presentato, dobbiamo riferire alle indicazioni del proponente, che
parlano della zona di Via Civitellese/Via Tiberina. Il sito è distante circa 90 mt dalla prima abitazione , 100-150 mt da altre abitazioni, 500 mt
dal primo centro abitato, 800 metri dalla scuola di Nazzano ,4 km dalla centrale a biogas di Ponzano, 380 mt dall’autostrada A1, 500 mt dal
confine con la riserva naturale Tevere Farfa e si trova ALL’INTERNO DELLA ZONA ZPS (zona protezione speciale) DELLA RISERVA
NATURALE TEVERE FARFA.
Chi ci guadagna? A GUADAGNARE E’ SOLO L’IMPRENDITORE CHE REALIZZA L’IMPIANTO, che beneficia di importanti incentivi statali
sulle “fonti rinnovabili” (che paghiamo noi con le tasse sulla bolletta dell’energia elettrica).
SENZA INCENTIVI STATALI LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA BIOMASSE SAREBE ECONOMICAMENTE SCONVENIENTE.
Noi cittadini paghiamo quindi due volte: con i soldi e con la salute.
Quali vantaggi hanno i cittadini? ASSOLUTAMENTE NESSUNO. NON CI SONO SCONTI SULL’ENERGIA, NÉ ACQUA CALDA PER IL
RISCALDAMENTO, NÉ CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO (una centrale impiega pochissimo personale per funzionare perché è
completamente automatica).
Che cos’è una centrale a biomasse? E’ una caldaia che sfrutta il calore prodotto dalla combustione della biomassa (combustibile secco) per
far girare turbine e produrre energia elettrica. Nella fattispecie, quella di cui ha parlato il proponente è a “PIROLISI” da 200 kW totali, (GEK 20
kW x 10 moduli– All Power labs) e utilizza una tecnica particolare e SPERIMENTALE (!). Nelle centrali “a pirolisi” la combustione avviene ad
alte temperature (700-800°C) ed in assenza quasi totale di ossigeno, dando origine ad una miscela gassosa (SYNGAS) che viene quindi a sua
volta bruciata per produrre energia elettrica. Dai dati scientifici in nostro possesso, le emissioni sono comunque pericolose e dannose quanto
quelle tradizionali (oltre al metano ed al monossido di carbonio, sono presenti altri residui tra cui idrocarburi aromatici di tipo catramoso e
nanoparticolato). (Vedere es. http://it.wikipedia.org/wiki/Gassificatore o Studi Dott.ssa P Giudicianni – Relazione Dr. A. Ciaula su Lucera)
Ma non è come se costruissero un grande camino o forno a legna? Bruciare al caminetto o sul campo non è la stessa cosa che in un
inceneritore a biomasse, per la quantità del materiale bruciato, per tipologia di materiale e composizione delle emissioni, (ceneri e fumi di
scarico), che per il tempo di funzionamento (24h).
Come si compongono i fumi di scarico?
Raggiungendo temperature decisamente elevate (fino a 800 °C), tali impianti sprigionano molte sostanze inorganiche che volatilizzano per poi
ricombinarsi sotto forma di polveri sottili (PM10) e sottilissime (PM2,5 e PM0,1 o nanoparticelle).
Dagli studi effettuati, le nanoparticelle sono in grado di penetrare all’interno delle cellule ed alterarne il DNA, con conseguente rischio di
sviluppare gravi patologie quali tumori, malattie cardiovascolari, leucemie e malformazioni fetali.
Circa l’80% delle polveri emesse sarebbero polveri ultrafini (< PM2,5), con conseguente elevato rischio sanitario non calcolato. Tutto il mondo
scientifico indipendente (Dott. L.Tomatis, Dott. F.Valerio, Dott. G.Tamino, Dott. S.Montanari, Dott.sa A.Gatti, Dott. G.Vantaggi, Dott.ssa
P.Gentilini, Dott. P.Connett, ISDM, ecc.) afferma da tempo che non è possibile filtrare in alcun modo le polveri al di sotto del PM2,5 e nessun
organismo scientifico e di controllo riconosciuto (ISPRA, ARPA, CNR, ecc.) ha potuto mai smentire tale affermazione.
Tutte le sostanze contenute nei fumi si diffonderebbero per chilometri ed andrebbero a spargersi nei terreni contaminando anche le
colture.
Che quantità di biomassa è necessaria per far funzionare un inceneritore a biomasse?
Una centrale a biomassa è accesa TUTTO L’ANNO, TUTTI I GIORNI, 24 ORE AL GIORNO.
Di conseguenza le quantità di materiale necessario sono estremamente elevate, secondo la potenza. Esempio di consumi di una centrale a
biomasse legnose standard:
Potenza elettrica
della centrale
100 kW
250 kW
500 kW
1 MW
Consumo orario
biomassa
125 kg/h
450 kg/h
670 kg/h
1800 kg./h
Consumo giornaliero
biomassa
3.000 kg
10.800 kg.
16.000 kg.
43.200 kg.
Ore operative annue
8.000 h
8.000 h
8.000 h
8.000 h
Consumo annuo biomassa
(333 gg x 24h)
1.000 ton (10.000 q.li)
3.600 ton (36.000 q.li)
5.300 ton (53.000 q.li)
14.400 ton (144.000 q.li)
Considerate tali quantità, è facile immaginare L’ENORME INQUINAMENTO DERIVANTE DALLA COMBUSTIONE DI UNA COSI’ ELEVATA
QUANTITA’ DI MATERIALE. Basti pensare all’entità dei fumi prodotti (in natura nulla si crea e nulla si distrugge, quindi ciò che non resta nella
cenere diviene necessariamente fumo di scarico), oltre a tener conto del traffico di camion conseguente all’arrivo continuo della biomassa da
bruciare.
Dove verrebbe reperita la biomassa?
Il più delle volte chi presenta il progetto si impegna ad impiegare “materiale reperito in zona” (legname, potature ecc), ma visti i consumi di
questi inceneritori, non è difficile capire come sia impensabile raggiungere tali quantità solo con le potature degli alberi o con il legname del
taglio consueto dei boschi di zona.
Quindi il materiale da bruciare (cippato o altro) viene reperito dalle società di import, spesso proveniente da ZONE ALTAMENTE INQUINATE
(cippato con prezzo più vantaggioso).
L’inceneritore a biomassa brucia solo legname?
Tecnicamente le centrali a biomasse POSSONO BRUCIARE QUALSIASI TIPO DI COMBUSTIBILE SECCO. Molteplici casi di cronaca hanno
riferito di centrali in cui venivano inceneriti illegalmente altri prodotti (immondizia, plastica, gomma).
Il recente decreto CLINI ha inoltre introdotto la possibilità di BRUCIARE NELLE CENTRALI A BIOMASSA ANCHE IL CSS (combustibile solido
secondario) ovvero il RIFIUTO SECCO TRATTATO.
Quindi in questi impianti ad oggi è purtroppo tecnicamente e lecitamente possibile bruciare i rifiuti.
Rischio PROLIFERAZIONE delle centrali sul territorio:
Una prima autorizzazione potrebbe invogliare altri imprenditori a presentare progetti analoghi, anche per centrali più grandi, poiché sarebbero
tranquillizzati dal fatto che troverebbero una comunità disponibile ad accogliere questo tipo di impianti.
Che tempi di realizzazione ci sono
I tempi variano secondo la tipologia e grandezza dell’impianto. V. http://rinnova.gse.it/autorizzazioni/Pages/default.aspx
PURTROPPO LA RECENTE NORMATIVA PERMETTE L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI TIPO QUELLO PROPOSTO PER NAZZANO SENZA
PARTICOLARI ITER DI APPROVAZIONE, MA CON UNA SEMPLICE COMUNICAZIONE AL COMUNE.
Tant’è che IL PROPONENTE AFFERMA DI ESSERE IN GRADO DI METTERE IN FUNZIONE L’IMPIANTO GIA’ ENTRO IL
MESE DI MAGGIO e comunque all’indomani dell’arrivo dei macchinari.
Chi può tutelarci contro il rischio delle centrali?
IL SINDACO E’ LA PRIMA AUTORITA' SANITARIA LOCALE, ha quindi il DOVERE di vigilare e tutelare la salute della cittadinanza. Le Centrali
Termoelettriche (tutte, anche quelle a biomassa!) sono classificate per legge come INDUSTRIE INSALUBRI di prima classe (quindi dannose
per la salute pubblica) che devono essere ISOLATE e TENUTE LONTANE DALLE ABITAZIONI. (D.M. 05/09/94, elenco di cui all'art. 216 del
Testo unico delle leggi sanitarie n.1265/34.) La costruzione di un impianto a biomassa implica necessariamente un PEGGIORAMENTO DELLA
QUALITA' DELL'ARIA, contravvenendo quindi alla normativa europea sul “Mantenimento o miglioramento della qualità dell'aria” (Decreto
Legislativo 155/2010 - 2008/50/CE). Il Sindaco ha per legge il dovere di disporre un Regolamento di Igiene del Comune, (art. 216 e 217 del
R.D. 27 luglio 1934 n.1265) ed ha oggi per legge la possibilità (nonché il dovere politico) di RIVEDERE ED AGGIORNARE IL REGOLAMENTO
DI IGIENE E SANITA’ PUBBLICA DISCIPLINANDO LA DISTANZA DELLE INDUSTRIE INSALUBRI DA ABITAZIONI E CENTRI ABITATI.
L’ADOZIONE DI UN REGOLAMENTO DI IGIENE E SANITA’ FORTEMENTE RESTRITTIVO VERSO LE CENTRALI A BIOMASSE E’ STATO
UNO DEGLI ELEMENTI DETERMINANTI PER IL DINIEGO ALLA CENTRALE DI FARA SABINA ED E’ GIA’ STATO ADOTTATO DA MOLTI
ALTRI COMUNI DEL LAZIO.
PERSEVERIAMO NEL CHIEDERE AL SINDACO DI RIVEDERE URGENTEMENTE IL REGOLAMENTO DI IGIENE E SALUTE,
E PER QUESTO OPEREREMO INNANZITUTTO UNA CAMPAGNA INFORMATIVA E UNA RACCOLTA FIRME TRA I CITTADINI.
Cosa altro possiamo fare ?
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Pur non dubitando necessariamente che il proponente sia in buonafede, non dobbiamo credere ciecamente alle sue rassicurazioni, così
come limitarci alla documentazione fornita dalle aziende produttrici di impianti o agli enti di ricerca da questi commissionati, ma informarci
ed approfondire l’argomento personalmente, con documentazione scientifica indipendente (su internet ce ne è un’ampia disponibilità).
ORGANIZZIAMOCI PER FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE!!! Nessun imprenditore e nessun politico vuole agire contro una popolazione
motivata e ben organizzata nella difesa del territorio! Parliamone con amici e conoscenti, facciamo pressioni sull’amministrazione, creiamo
gruppi o comitati, organizziamo eventi e manifestazioni, dobbiamo mandare un segnale unito del nostro dissenso.
INVITIAMO TUTTI AD ADERIRE AL COMITATO “NAZZANO VITA E TERRITORIO” che nasce come comitato spontaneo di cittadini che
vogliono dire no alle centrali a biomassa/biogas ed allo sfruttamento della nostra terra a danno della salute e dell’ambiente. (email
[email protected] – gruppo fb NAZZANO.VITAETERRITORIO)
Crediamo sinceramente che lo sviluppo del territorio non venga dal suo sfruttamento, bensì dalla sua valorizzazione. Pensare a
Nazzano come una realtà industriale ci sembra un insulto alla sua natura protetta (la Riserva Naturale è un nostro tesoro di interesse
internazionale), al suo valore storico, alla qualità della vita e dell’aria, alle potenzialità turistiche ed economiche che il nostro bel paese
possiede.
Perché la terra che abitiamo non l'abbiamo in eredità dai Padri ma in prestito dai Figli.
Comitato spontaneo
NAZZANO VITA E TERRITORIO - NO BIOMASSE [email protected]
Gruppo fb NAZZANO.VITAETERRITORIO