parrocchia ns della concordia - Parrocchia Nostra Signora della

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parrocchia ns della concordia - Parrocchia Nostra Signora della
MARZO – APRILE 2016
Abbiamo cercato la vita
lontani da Te
PARROCCHIA N.S. DELLA CONCORDIA
e abbiamo trovato solo noi stessi:
Carissimo fratello/sorella,
il nostro cuore ferito
hai l'occasione di fermarti un attimo
alla presenza del Signore. Questo “foglietto” vuole essere un
piccolo aiuto per vivere questo momento:
la nostra solitudine.
Abbiamo anche pensato
che Tu non avresti capito,
che ci avresti giudicato,
che non sarebbe stato possibile per Te amarci.
• Resta qualche momento in silenzio: lascia pure uscire da
dentro di te i pensieri, le preoccupazioni, il dolore, la
rabbia, la gioia, la speranza, i tuoi sentimenti … Offrili al
Signore: Lui sa accoglierci ed amarci più di quanto noi
amiamo noi stessi!
Ma avevamo nostalgia di Te
della tua Vita data “ai servi”
del tuo legame di Padre.
E tu ci sei venuto incontro – possibile? –
ci hai amato nella nostra debolezza
hai sanato il nostro cuore frantumato
e chi hai chiamato a far festa!
La gioia, Signore,
quella che ci sembrava impossibile da te,
Tu ce l’hai ridonata
e ce la fai gustare ogni giorno.
• Leggi la Parola di Dio: senza fretta, con il tempo che
richiede. Soffermati sulle cose ti colpiscono, su quelle
che non ti sembrano chiare, sulle parole che ami di più.
• Un piccolo commento proposto può aiutarti a non
fermarti alla lettera, ma a scoprire il senso spirituale
della Parola, a entrare in quel mondo che è di Dio
• Il salmo può essere una risposta a quella Parola: una
risposta che si fa preghiera. I Salmi sono le preghiere che
Gesù ha usato nella sua vita: prega insieme a Gesù.
• L'ultima preghiera che trovi può servirti a concludere il
tuo tempo col Signore per riprendere il cammino con
cuore consolato e rinnovato.
Il Signore ti accompagni sempre, ti guidi e ti illumini nella
vita di tutti i giorni.
La comunità parrocchiale
Dalla Vangelo secondo Luca
15,1-3.11-3210
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per
ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più
giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che
mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio
più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là
sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso
tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a
trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti
di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe
voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli
dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno
pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre
e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più
degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si
alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli
corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho
peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato
tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello
e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete
il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo
mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E
cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a
casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa
fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si
indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli
rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai
disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far
festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha
divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello
grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è
mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era
morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Il perdono dei peccati è come una risurrezione: passare dall’essere come
morti, ad avere una nuova possibilità di vita. Senza legami, senza relazioni
vive, con la lacerazione dentro il cuore viviamo solo il peso del distacco e
della solitudine.
La vita, quella ci sembrava impossibile tanto da farci andar via, è invece
nella casa del Padre, insieme con lui che è capace, meravigliosamente, di
venirci incontro di ridarci dignità e di far festa: bisognava far festa… La
risurrezione è comprendere che grazie a Lui possiamo di nuovo essere figli,
uscire dall’isolamento del peccato, ritrovare un Padre e i fratelli.
Non lasciamo che l’invidia o l’orgoglio rovinino il nostro cuore come il
secondo figlio: lasciamoci riconciliare con Dio, non abbiamo paura di Lui!
Lasciamoci coinvolgere dalla sua misericordia, da Lui che è in grado di
amarci fino in fondo e di far emergere sempre la verità del nostro cuore. Dio
non ama il peccato: Dio ama noi anche dentro la nostra fragilità e le nostra
inconsistenza perché sa che il suo amore è la nostra forza, l’Amen sul qual
quale costruire la nostra vita.
E allora… bisognava far festa!
Dal Salmo 149
È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele;
risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.
Intonate al Signore un canto di grazie,
sulla cetra cantate inni al nostro Dio.