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cosmetic dentistry Supplemento n. 1 di Dental Tribune Italian Edition - Anno VI, n. 12 Vol. 4 2010 • Dicembre 2010 _ beauty & science 4 2010 _fatti e opinioni Il dentista e la Medicina estetica _speciale sbiancamento Ricerca, Clinica e Pratica _speciality Estetica del viso nel paziente in crescita TURIN EDITORIAL ORGANIZATIONS Il Direttore scientifico Angelo Putignano, il Direttore responsabile Massimo Boccaletti, la Dental Tribune International e la Redazione tutta, in occasione delle imminenti vacanze natalizie augurano ai lettori di Dental Tribune e cosmetic dentistry i migliori auguri di un felice Natale e di un fortunato 2011. Arrivederci al prossimo anno! cosmetic dentistry 4_2010 03 sommario _ cosmetic dentistry 08 | notizie dalle aziende 10 16 _expert article 28 Lo sbiancamento dentale come complemento motivazionale nella prevenzione orale _prodotti 05 Regenyal Idea Una realtà tutta italiana _Loredana Bellia _Marco Zazzetta | notizie dalle aziende | fatti e opinioni 35 _prodotti _medicina legale 08 Il dentista e la Medicina estetica: si può fare? | speciality _Stefano Fiorentino | speciality _restaurativa 10 La ricostruzione complessa cambia la vita del paziente _Jim Arnold | speciale sbiancamento _ricerca 16 Studio in vitro sullo sbiancamento con perossido di idrogeno al 20% _Daniel C.N. Chan, Albert Kwok-Hung Chung, William D. Browning, So-Ran Kwon _case report 22 Sbiancamento dentale: case report 22 cosmetic dentistry 4_2010 _Maria Daniela Genovese, Claudia Caprioglio, Giovanni Olivi | meeting _l’intervista 44 La qualità nella pratica odontoiatrica per una vera Scienza dell’Igiene orale _cosmetic events 46 Tecnologia adesiva self-etching 48 Esthetics meets Aesthetics | l’editore _G.M. Nardi, A. Scattarella, A. Bizzarro 04 _ortodonzia estetica 38 Estetica del viso nel paziente in crescita: valutazioni estetiche e possibilità preventivo-terapeutiche 80 _gerenza 28 38 notizie dalle aziende_prodotti Regenyal Idea Una realtà tutta italiana _Il mercato dei Filler intradermici è in crescita continua, con nuovi prodotti che nascono ogni mese. In Europa ci sono oggi più di 100 filler con il marchio CE, mentre negli Stati Uniti solo 14 hanno l’approvazione dell’FDA. La maggior parte di questi iniettivi è costituita da prodotti riassorbibili, ossia a base di sostanze come ad esempio l’acido ialuronico o il collagene, che nel giro di alcuni mesi vengono completamente degradati dall’organismo. Ci sono poi i cosiddetti “filler semipermanenti e permanenti”, che contengono delle sostanze tra cui poliacrilammide o polimetilmetacrilato che non vengono invece riassorbite. Ma quali caratteristiche dovrebbe avere un “filler ideale”? Innanzitutto dovrebbe essere sicuro ed efficace, approvato con marchio CE per il mercato europeo e FDA per quello statunitense, dovrebbe essere biodegradabile e/o biocompatibile, di origine non animale e senza bisogno di test allergico. Dovrebbe, inoltre, avere una lunga persistenza e un costo ragionevole, ed essere di facile utilizzo e conservazione. Tutto questo rende più semplice capire perché i fillers in assoluto più utilizzati al mondo sono oggi a base di acido ialuronico, proprio perché possiedono tutte le caratteristiche tipiche del “filler ideale”. Ma quello che non è sempre chiaro è da dove proviene l’acido ialuronico utilizzato per la produzione di questi fillers. Questa informazione non è affatto secondaria, visto che dalla purezza della materia prima dipende la qualità del prodotto finito, e visto che sul mercato negli ultimi anni sono apparsi acidi Ialuronici di qualità scadente. Regenyal Idea è il primo filler a base di acido ialuronico reticolato completamente prodotto in Italia. L’acido ialuronico di partenza viene ottenuto per fermentazione batterica dalla Fidia Farmaceutici, azienda leader europea nella sintesi di biopolimeri, situata ad Abano Terme, proprietaria di svariati brevetti sulla produzione, purificazione e trasformazione dell’acido ialuronico, in grado di fornire una materia prima purissima e priva di residui proteici e/o acidi nucleici. Questa viene poi lavorata e trasformata presso la Regenyal Laboratories, il cui sito produttivo si trova a Spello in Umbria. Regenyal Idea nasce dopo due anni di ricerca in cui la nostra équipe composta da chimici, biologi e medici ha sperimentato varie metodologie produttive, utilizzando diversi pesi molecolari di acido ialuronico e diverse concentrazioni dello stesso, con lo scopo di ottenere un filler monofasico e con le giuste caratteristiche reologiche, sicuro e con una durata media di 7-8 mesi. Il compito è stato molto arduo, ma siamo fieri di aver ottenuto quello che ci eravamo prefissati. L’assoluta novità brevettata di questo filler è costituita dal fatto che vengono utilizzati due diversi pesi molecolari di acido ialuronico di partenza (1 milione di Dalton e 2 milioni di Dalton) e dal processo produttivo. Le polveri vengono infatti idratate e successivamente si aggiunge una soluzione alcalina contenente BDDE (1,4 butan-diol-diglicidil etere). L’aggiunta simultanea di agente alcalino (catalizzatore della reazione di crosslinking) e BDDE (agente reticolante), permette una distribuzione migliore del reticolante e quindi di ottenere un prodotto più omogeneo senza formazione di zone di over crosslinking, come avviene invece nei filler in cui il BDDE viene aggiunto successivamente al catalizzatore. Inoltre l’utilizzo di due pesi molecolari favorisce la formazione di una trama molto fitta che viene stabilizzata da quantità minime di BDDE, migliorandone la persistenza nel tempo. La fase della purificazione è stata ottimizzata per garantire l’eliminazione di tutti i residui. Abbiamo così ottenuto un filler estremamente puro, con un residuo di BDDE bassissimo (0,1 ppm) e una quantità di endotossine batteriche molto al di sotto di quella richiesta dalla farmacopea europea. Avendo come obiettivo primario la qualità del prodotto e la soddisfazione dei clienti, nel 2009 Regenyal Idea è stato certificato dall’Istituto Superiore di Sanità (Ente notificatore 0373) e la Regenyal Laboratories ha ottenuto le certificazioni per il proprio sistema di qualità ISO 9001 e la ISO 13485 per la progettazione e la produzione di dispositivi medici intradermici e intrarticolari. E questo è solo l’inizio… _Marco Zazzetta Marco Zazzetta, R&D Manager Regenyal Laboratories cosmetic dentistry 4_2010 05 : : diffusività : : idratazione : : correzione fisiologica : : effetto tensivo modellare modellare correggere correggere equilibrare equilibrare Distribuito da: - Via Saffi, 5 - BRESCIA Tel.: 030/2403294-2943687 - Fax: 030/2936736 fatti e opinioni_medicina legale Il dentista e la Medicina estetica: si può fare? _All’odontoiatra vengono sempre più richieste attività mediche di carattere estetico (infiltrazioni botuliniche, di collagene, acido ialuronico, fattori di crescita) localizzate nel viso e, in particolare, nella zona periorale. Da un altro punto di vista, cresce il numero dei dentisti operanti nel settore. La domanda, che sorge spontanea, è quindi legata alla legittimità o meno di tali attività da parte dell’odontoiatra. Come sempre, prescindendo dalle opinioni personali, un’indagine di questo tipo deve partire inevitabilmente dalla norma, ovvero da 08 cosmetic dentistry 4_2010 quella skyline giuridica entro la quale deve muoversi l’attività di ogni professionista iscritto ad un albo, ordine o ruolo professionale. Nel caso dell’odontoiatra, la norma istitutiva del ruolo professionale è la legge n. 409 del 1985. All’art. 2 dice che l’odontoiatra può svolgere “le attività inerenti alla diagnosi e alla terapia delle malattie e anomalie congenite e acquisite dei denti, della bocca, delle mascelle e dei relativi tessuti, nonché alla prevenzione e alla riabilitazione odontoiatrica”. Un’analisi della cruda norma potrebbe già consentirci di trarre alcune conclusioni: se da un lato le applicazioni di Medicina estetica nella zona periorale (labbra in primis) potrebbero essere ricondotte nella competenza dell’odontoiatra sotto il profilo del distretto anatomico, dall’altro la necessità che l’intervento abbia come scopo quello terapeutico (ovvero l’eliminazione e/o attenuazione di una malattia), sembrerebbe escludere le attività con valenza di tipo puramente estetico (“non terapeutico”). Questo concetto, che ha certamente un qualche fondamento, presta tuttavia il fianco a un’obiezione per nulla infondata: il diritto alla salute (art. 32 Costituzione) viene ormai inteso in modo sempre più ampio. Anche la bellezza (o meglio, il sentirsi belli) implica un concetto di salute che farebbe rientrare anche la Medicina estetica in ambito terapeutico. Un altro concetto, per nulla infondato, riguarda la questione se l’odontoiatra che effettua un intervento di estetica (ad esempio un filler di acido ialuronico sulle labbra) sia in grado di gestire gli effetti di eventuali complicanze legate al prodotto (granulomi ecc.). Seguendo fatti e opinioni_medicina legale questa impostazione potremmo distinguere tra medico odontoiatra (teoricamente in grado di gestire eventuali complicanze) e semplice odontoiatra (teoricamente non in grado). Tuttavia, anche questo approccio non soddisfa: la Cassazione, infatti, con sentenza 15078/2000, ha apertamente preso posizione, nel senso che l’odontoiatra, pur limitato al distretto orale e periorale, è a tutti gli effetti medico ed esercita attività medica. Anche l’approccio “assicurativo” non da certezze: molte polizze del dentista non coprono completamente il cosiddetto “rischio estetico”, ma è cosa risaputa che basta pagare qualcosa in più per avere maggiore copertura. A mio avviso, l’approccio per la soluzione del problema deve essere completamente diverso. Chi vi scrive è stato uno dei primi, in Italia, a sostenere che nei rapporti tra dentista e paziente si applichino le norme del Codice del Consumo, ovvero del D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206, che ha recepito organicamente una serie di direttive europee a tutela del consumatore, ossia (art. 3, lettera a) la persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svol- ta. Mentre per professionista (art. 3, lettera c) s’intende la persona fisica o giuridica che agisce nell’esercizio della propria attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale o un suo intermediario. In quanto consumatore, quindi, il paziente ha nei confronti del dentista (il professionista, come lo chiama la legge) una serie di diritti, primo fra tutti di avere una prestazione e/o un servizio di qualità (art. 2), che con tale incipit non è più una mera aspettativa, bensì elemento caratteristico del contratto cui deve adeguarsi la prestazione A questo punto applichiamo tali concetti alla domanda iniziale. Chiunque svolga attività di Medicina estetica deve farlo assicurando al paziente una prestazione di qualità: principio da attuare, a mio avviso, attraverso l’istituzione di un albo che raccolga professionisti i quali, pur operando in diverse discipline, abbiano specifiche competenze in Medicina estetica o per tipo di attività (chirurghi plastici, dermatologi) o per aver svolto corsi di perfezionamento, master o comunque attività formative ad hoc. In questo senso, peraltro, si sta muovendo anche la Comunità Europea. _Stefano Fiorentino speciality_restaurativa La ricostruzione complessa cambia la vita del paziente Autore_Jim Arnold, DDS _Prima _Dopo Fig. 1a Fig. 1b Fig. 1a_Al primo appuntamento, Carmen cerca di sorridere alla macchina fotografica. Fig. 1b_Carmen sta imparando a sorridere nuovamente. Dopo anni senza sorridere e di dolore causato dalla masticazione dei cibi, Carmen decise di fare qualcosa di significativo per cambiare la sua vita. Io e il mio team eravamo contenti di incontrarla perché sapevamo che il nostro lavoro avrebbe potuto aiutarla a ritrovare il sorriso, il confort e la salute dentale che lei desiderava. Carmen aveva visto alcuni esempi dei nostri lavori sul nostro sito web e quindi era sicura del fatto che stava venendo nel posto giusto per le sue esigenze. Comunque, nonostante riponesse fiducia in noi, era ancora in ansia riguardo al trattamento a cui doveva sottoporsi. Abbiamo quindi fatto di tutto per alleviare la sua ansia e rendere il tutto il più semplice e confortevole possibile. 10 cosmetic dentistry 4_2010 _La situazione della paziente La paziente aveva molti denti rotti a causa degli abusi subiti da un fidanzato precedente e provava un dolore intense a causa del trauma e della malocclusione che ne era derivate. Da giovane Carmen era stata una modella, ma da quando le erano rotti i denti sorrideva molto di rado (Fig. 1a). In realtà, era ben consapevole del fatto che raramente apriva la bocca in pubblico e che non mostrava mai I propri denti in fotografia. Dopo otto anni passati in questo modo, cominciò a sperare di poter riacquistare il suo sorriso, la fiducia in se stessa e la fiducia nelle persone grazie al nostro aiuto. Quando le dissi che avremmo potuto aiutarla speciality_restaurativa a riacquistare la sicurezza, la funzione masticatoria e il confort che aveva perso da tanti anni, pianse di gratitudine. _Risultati dell’esame clinico La nostra valutazione completa includeva una serie di radiografie, fotografie digitali, la valutazione clinica di denti a parodonto, modelli diagnosti e colloquio con la paziente. I denti di Carmen erano anche marcatamente pigmentati da tetracicline. Il pesante attrito, il deterioramento dei restauri e carie estesa aggiungevano complessità alla sua situazione globale. La mancanza di un’igiene dentale regolare e molti anni di fumo avevano contribuito a una moderata malattia parodontale e alla perdita di molti denti posteriori. La misurazione dalla giunzione amelo-cementizia (CEJ) degli incisivi centrali superiori alla CEJ degli incisivi centrali inferiori (misurazione di Shimbashi) era di soli 11 mm. Questo era il risul- tato di una grave usura dei denti residui (Figg. 2-4). In pazienti che mostrato un’occlusione di I Classe, tipicamente si riscontra una misurazione di Shimbashi di circa 16-18 mm. _Protocollo parodontale iniziale Abbiamo iniziato il trattamento di Carmen partendo dalla malattia parodontale. Le sono state impartite istruzioni approfondite di igiene orale e abbiamo immediatamente programmato sedute di ablazione e levigatura radicolare, prescrivendole sciacqui con clorexidina due volte al giorno. La mia igienista le ha quindi eseguito un’accurata ablazione dei denti in anestesia locale, nel corso di due sedute. Quattro settimane dopo, nel corso del follow-up di igiene, abbiamo rivalutato la sua salute parodontale. Il suo miglioramento era considerevole. La profondità delle tasche era diminuita significaFig. 2_I denti rotti e fortemente usurati di Carmen le rendono difficile mangiare e sorridere. Fig. 3_I denti superiori sono fortemente usurati, con ampi restauri e carie ricorrente. Fig. 4_I denti inferiori sono significativamente più corti a causa della forte usura. Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 cosmetic dentistry 4_2010 11 speciality_restaurativa tivamente (da 4-5 mm a 2-4 mm), non vi era più sanguinamento al sondaggio e l’indice di placca era migliorato notevolmente. Per la prima volta in molti anni, l’apparato gengivale appariva rosa e sano. Una volta convinti del suo impegno a mantenere la propria igiene orale, abbiamo eseguito ulteriori registrazioni per finalizzare il nostro piano di trattamento restaurativo. _Registrazioni diagnostiche e piano restaurativo Fig. 5_I nuovi provvisori fanno sì che Carmen si senta già meglio. Fig. 5 12 cosmetic dentistry 4_2010 Le necessità di Carmen erano notevoli e quindi abbiamo potato per una riabilitazione full-mouth per restaurare la sua forma naturale, la funzione e l’estetica. Sono stati realizzati nuovi modelli diagnostici per facilitare la preparazione di una ceratura diagnostica completa. Abbiamo fornito alla paziente un’applicazione NTI da indossare per diverse notti al fine di deprogrammare (o rilassare) I muscoli masticatori. Questo ci ha permesso di ottenere una misurazione più accurata della relazione centrica (CR). Sono state eseguite anche le registrazioni dell’arco facciale e del morso, nonché delle foto per aiutare il nostro ceramista (Marv Staggs, Precision Dental Restorations [PDR]; Salem, Ore). Queste registrazioni gli hanno permesso di montare in modo accurate I modelli di Carmen per una ceratura completa. Insieme a Carmen abbiamo esaminato foto di diversi modelli di sorriso per decidere con lei la forma del suo nuovo sorriso. Abbiamo determinato come desiderava che fossero i suoi denti, selezionando la forma, l’embrasura, le angolazioni e la texture. Abbiamo anche deciso il colore desiderato e la traslucenza incisale da utilizzare. Abbiamo somministrato un anestetico locale in modo da “sondare” l’osso e valutare quanto recontouring gengivale potevamo fare. Siamo stati in grado di migliorare la simmetria gengivale grazie all’utilizzo del laser e abbiamo poi rilevato delle nuove impronte in PVS. Dopo aver valutato le opzioni restaurative con il nostro ceramista, abbiamo deciso di riabilitare l’arcata inferiore e quella superiore di Carmen mediante un ponte e corone. Dato che la resistenza a l’estetica erano le priorità, abbiamo deciso di utilizzare corone Empress (Ivoclar Vivadent; Amherst, N.Y.) per i denti #4–#11 e #21– #29, e un ponte Lava (3M ESPE) per gli elementi #12–#14. I denti posteriori mancanti sarebbero stati restaurati successivamente con impianti o protesi mobili parziali. _Prima seduta restaurativa Nella seduta di preparazione, abbiamo valutato con Carmen la ceratura ed eravamo tutti soddisfatti. Abbiamo quindi proceduto con il trattamento restaurativo. Abbiamo modificato diversi denti con modelli di riduzione forniti da PDR in modo da trasferire in bocca prima del trattamento la ceratura con Luxatemp (Zenith/DMG; Englewood, N.J.). Questo ci ha permesso di verificare le nostre registrazioni, la lunghezza desiderata dei denti, le misurazioni da CEJ a CEJ, la guida canina e anteriore corretta e l’occlusione. Il mock-up completo in Luxatemp è servito anche come guida di preparazione intraorale, così che è stato possibile eseguire tagli profondi nel Luxatemp e nella struttura dentale. Questo ci speciality_restaurativa ha permesso di mantenere una riduzione omogenea e l’orientamento ideale nella forma dell’arcata. Abbiamo preparato in modo segmentale tutti I denti mascellari, eseguendo le registrazioni del morso (LuxaBite, Zenith/DMG) dell’anteriore, lato destro e lato sinistro, permettendo così di mantenere la nuova dimensione verticale che era stata stabilità con il mock-up. Una volta completate le preparazioni mascellari, abbiamo verificato il colore della preparazione, eseguito fotografie e rilevato un’impronta mascellare finale. Per realizzare dei provvisori ideali abbiamo utilizzato il Sil-Tech, e abbiamo Fig. 6 Fig. 7 nuovamente verificato le misurazioni da CEJ a CEJ e la lunghezza dei denti. Abbiamo utilizzato nuovamente le registrazioni sequenziali del morso, preparando l’arcata inferiore nelle sezioni sia anteriore sia posteriore. Abbiamo registrato in modo sistematico la relazione tra le preparazioni inferiori e superiori e tra le preparazioni inferiori e i provvisori superiori. Questo ha aiutato a fare in modo che tutti i modelli venissero facilmente montati in laboratorio e ha aiutato a mantenere la nuova dimensione verticale. Abbiamo rilevato l’impronta mandibolare e temporizzato gli elementi #21–#29 con Luxatemp. Abbiamo quindi registrato la relazione del morso tra le preparazioni superiori e i provvisori inferiori. Dopo la cementazione provvisoria dei provvisori superiori, abbiamo registrato la relazione del morso tra i provvisori superiori e inferiori. Sono state eseguite anche la registrazione dell’arco facciale e del morso, con relative fotografie. Abbiamo terminato la seduta di pre- Fig. 6_I nuovi restauri in ceramica vengono valutati in termini di estetica, adattamento, lunghezza e occlusione sull’articolatore. Fig. 7_I nuovi restauri di Carmen le permettono di tornare a sorridere e di masticare in modo confortevole per la prima volta dopo tanti anni. Fig. 8 Fig. 8_I nuovi restauri superiori in ceramica sostituiscono i denti rotti, cariati e usurati. Fig. 9 Fig. 9_I restauri inferiori aggiungono lunghezza e migliorano l’estetica globale e la funzione. cosmetic dentistry 4_2010 13 speciality_restaurativa Fig. 10_Finalmente la paziente ritorna a sorridere. Fig. 10 parazione con fotografie e impronte in PVS dei provvisori (Fig. 5). Tutte le foto di pertinenza sono state inviate su dischetto a PDR, insieme alla prescrizione di laboratorio, alle impronte, alle registrazioni del morso e ai modelli. Abbiamo fornito istruzioni dettagliate per il completamento del caso. _Periodo di prova con i provvisori Il nostro obiettivo era quello di portare Carmen a una misurazione di Shimbashi di 17 mm per permettere una funzione ideale, confort e massima estetica. L’occlusione è stata riportata in RC nella fase provvisoria e Carmen si è abituata molto bene ai provvisori. In caso avesse avuto problemi con la dimensione verticale aumentata, avremmo potuto modificare i provvisori in modo più confortevole, pur mantenendo la funzione corretta. Grazie ai provvisori, la sua autostima è aumentata notevolmente ed è di nuovo ritornata a sorridere. Carmen poteva quindi guardare al nuovo futuro colma di speranza e felicità, con una gioia interiore che si rifletteva sul suo viso. _Finalizzazione del caso La valutazione dei nuovi restauri sull’articolatore ha confermato che l’adattamento, le lunghezze, l’estetica, l’occlusione e il colore erano esattamente come descritti (Fig. 6). Quando è giunta per la seduta finale, i provvisori della paziente erano ancora molto con- 14 cosmetic dentistry 4_2010 fortevoli, così che poco più di tre mesi dopo la prima seduta eravamo in grado di consegnarle i restauri definitive in ceramica (Figg. 7-9). In regime di anestesia locale, abbiamo rimosso i provvisori superiori e pulito i denti preparati. Abbiamo provato ogni restauro singolarmente e tutti insieme e l’adattamento era molto buono. I restauri superiori occludevano bene con quelli inferiori. Dopo aver determinate che tutti preferivamo la tinta traslucente di RelyX (3M ESPE), abbiamo applicato i restauri superiori con protocollo adesivo standard e tecnica “tack-andwave”. I restauri superiori sono stati applicati contemporaneamente e sono stati polimerizzati in modalità “tacking” con lampada polimerizzatrice Bluephase (Ivoclar Vivadent) e puntale tacking per un secondo ciascuno. È stato poi utilizzato il puntale standard tip con modalità “wave” su tutta l’arcata per alcuni secondi sui lati frontali e linguali, indurendo il cement al punto da poter rimuovere facilmente gli eccessi. Lungo i margini è stato applicato Liquid Strip (Ivoclar Vivadent) (per assicurare che lo strato di inibizione d’ossigeno polimerizzasse completamente), abbiamo passato il filo interdentale ed è stata completata la polimerizzazione finale. L’arcata inferiore è stata anestetizzata ed è stata completata la pulizia superiore. Abbiamo rimosso i provvisori inferiori e utilizzato le stesse tecniche di prova e applicazione dell’arcata superiore. L’occlusione è stata leggermente modificata, sono state eseguite le fotografie e sono state impartite le istruzioni postoperatorie. Il vedere il proprio nuovo sorriso nello specchio ha fatto sì che Carmen piangesse di gioia (Fig. 10). Questo articolo è stato pubblicato la prima volta su Cosmetic Tribune, Vol. 3, No. 8, September 2010. _l’autore Il dr. Jim Arnold è membro del consiglio dell’Academy of Comprehensive Esthetics e suddivide il suo tempo tra la gestione di tre Studi dentistici, i suoi quattro figli e l’allenamento per il triathlon. Nel 2008, l’American Academy of Cosmetic Dentistry ha conferito ad Arnold il premio Partners in Peace Award per il suo intenso lavoro nel programma Give Back a Smile. Contatti: [email protected], www.SmilesByArnold.com. speciale sbiancamento_ricerca Studio in vitro sullo sbiancamento con perossido di idrogeno al 20% Autore_Daniel C.N. Chan, Albert Kwok-Hung Chung, William D. Browning, So-Ran Kwon, Usa Figg. 1a-b_Denti pigmentati prima e dopo l’applicazione di gel sbiancante al 10%. Fig. 1a Fig. 1b 16 cosmetic dentistry 4_2010 Nonostante il sistema di sbiancamento di denti con mascherine notturne sia la modalità di trattamento più diffusa, le procedure di sbiancamento eseguite in Studio con perossido di carbammide in concentrazioni superiori al 10% sono considerate un’alternativa accettabile. Spesso i pazienti scelgono di eseguire il trattamento in Studio perché desiderano uno sbiancamento dentale più rapido e/o non vogliono utilizzare le mascherine per lo sbiancamento domiciliare(1). speciale sbiancamento_ricerca Sebbene i produttori indichino che la maggior parte degli agenti sbiancanti possa essere utilizzata senza irradiazione luminosa, alcuni studi hanno riportato che l’attivazione mediante luce può migliorare i risultati dello sbiancamento(2). L’energia luminosa aumenta la percentuale di degradazione del perossido di idrogeno per formare radicali di ossigeno liberi, portando a un incremento del processo di sbiancamento(2-5). Introdotte nel 1948, le tetracicline (TCN) sono antibiotici ad ampio spettro che possono essere utilizzati nel trattamento delle infezioni più comuni in bambini e adulti. Uno degli effetti collaterali delle TCN è la loro incorporazione nei tessuti che calcificano al momento della somministrazione del farmaco, come i denti, la cartilagine e le ossa. Ne deriva quindi una decolorazione permanente della dentizione primaria e permanente che può variare dal giallo, al grigio al marrone, in base al dosaggio e al tipo di farmaco somministrato nonché alla durata di esposizione al farmaco stesso(6,7). Nella letteratura recente, è stato notato che la Minociclina, un membro semi-sintetico della famiglia TCN ampiamente utilizzato nel trattamento dell’acne, causa una pigmentazione anomala anche nei tessuti contenenti collagene, come la pelle, le ghiandole tiroidee, le unghie, le ossa, la sclera e la congiuntiva negli adulti. Il pigmento è il prodotto di una reazione da ossidazione, e studi di laboratorio hanno mostrato che la formazione di pigmenti può essere indotta dall’esposizione della luce ultravioletta in presenza di aria(8). In modo simile, è stato dimostrato che la Minociclina causa una colorazione da bluastro a grigio nei denti degli adulti. Questo sembra essere legato al ciclo di demineralizzazione e rimineralizzazione della superficie dello smalto e può produrre una pigmentazione che clinicamente risulta indistinguibile dalla decolorazione durante lo sviluppo dentale(9). Come continuazione di quanto riportato da Harada(10), recentemente abbiamo descritto un efficace metodo in vitro per produrre una pigmentazione standardizzata di molari umani estratti mediante Clortetraciclina e i suoi analoghi(11). Mediante questa tecnica è possibile ottenere prontamente denti pigmentati per valutare l’efficacia di diversi protocolli di sbiancamento. Scopo di questo studio era quello di valutare l’effetto di una procedura di sbiancamento professionale (Zoom 2, Discus Dental) su tali denti pigmentati in modo standardizzato per valutare la loro idoneità a essere utilizzati come modelli per la ricerca sullo sbiancamento. La nostra ipotesi era che i denti decolorati dalla tecnica in vitro si sbiancassero nello stesso modo dei denti non sperimentali. Fig. 2 Fig.2_Denti pigmentati con la dimostrazione dell’applicazione della lampada agli alogenuri di mercurio. Notare il modo in cui tutti i denti pigmentati sono disposti all’interno del fascio della lampada. Tabb. 1a-c_Schemi di regressione di L*, C* e H*. Tab. 1a Tab. 1b Tab. 1c cosmetic dentistry 4_2010 17 speciale sbiancamento_ricerca settimana prima di essere esposti a una fonte luminosa continua con due lampade Xenon da 60 W per sette settimane. Sono state acquisite immagini digitali del cambiamento di colore sia delle superfici buccali (B) sia di quelle linguali (L) su sfondo neutro grigio. I valori di croma (C*), luminosità (L*) e tonalità (H*) sono stati registrati mediante uno spettrofotometro e dai dati sono state calcolate le differenze di colore (ΔE) tra i valori di baseline e a sette settimane. Le differenze di colore sono state calcolate mediante CIE ΔE*, usando la seguente formula: Fig. 3a Figg. 3a-d_I denti pigmentati e quelli del gruppo controllo che dimostrano il progredire da baseline alle settimane 1, 3, 5 e 7. Fig. 3b 18 cosmetic dentistry 4_2010 _Materiali e metodi Venti molari umani estratti sono stati sezionati a circa 2 mm dalle loro formazioni per ricavarne corone cliniche adatte a questo studio. Le immagini delle superfici buccali e linguali sono state registrate con una camera digitale (Canon EOS-D30, Canon), utilizzando impostazioni standardizzate per tutto l’esperimento. Ciascun dente è stato analizzato con uno spettrofotometro dentale (VITA Easyshade, VITA) su sfondo grigio neutro. Dopo le registrazioni in baseline, le camere pulpari sono state mordenzate per 60 secondi con acido fosforico al 37% e quindi sciacquate accuratamente con acqua distillata. Sono state preparate soluzioni sature di Clortetraciclina, Doxuciclina e Minociclina, miscelando da 100 a 250 mg dei rispettivi cinque medicamenti in 5 ml di acqua distillata. Per l’uso, è stato recuperato solo il supernatante. Cinque camere pulpari sono state riempite con 0,5 ml di ciascuna delle soluzioni. Nelle rimanenti cinque camere pulpari, è stata utilizzata acqua distillata come controllo. Per sigillare le camere di tutti i denti, sono stati utilizzati dischi in composito. I denti sono quindi stati posizionati nel verso della corona in un dispositivo di centrifuga e sottoposti a ciclo di centrifuga a 2800 giri/min. per 20 minuti. Dopo la centrifuga, i denti sono stati conservati in acqua distillata per una ΔE* = [(ΔL*) 2 + (ΔC*) 2 + (ΔH*) 2]1/2 _Procedura di sbiancamento in Studio Completata la fase di pigmentazione, tre campioni di ciascun gruppo selezionati in modo random sono stati sottoposti a sbiancamento con sistema professionale Zomm 2. Il sistema Zoom 2 utilizza uno sbiancante a base di perossido di idrogeno preconfezionato in due singoli componenti: un gel al 25% di perossido di idrogeno e uno specifico attivatore. Questi due componenti vengono miscelati a temperatura ambiente per ottenere un gel operativo con una concentrazione di perossido di idrogeno pari al 20% e un pH compreso tra 7,5 e 8,5 (Figg. 1a e b). Prima dell’applicazione del gel sui denti, sui campioni è stata applicata la soluzione fornita dal produttore sotto forma di tamponi pre-trattamento. Le sessioni di trattamento sono state suddivise in tre applicazioni da 15 minuti del gel al 20% di perossido di idrogeno. Tra un’applicazione e l’altra, il gel è stato rimosso con aspirazione ad alto volume e i campioni sono stati puliti con una garza di cotone saturata in acqua distillata. Quindi, l’esposizione totale dei denti all’agente sbiancante è stata limitata a 45 minuti per sessione. Le sessioni sono state eseguite una volta alla settimana per sette settimane. L’applicazione del gel è stata attivata mediante l’uso della lampada Zoom 2 agli alogenuri metallici che, secondo il produttore, emetta luce violetta con lunghezza d’onda nella gamma di 350-400 nm. Una volta in posizione, la lampada è in grado di illuminare tutti i denti contemporaneamente (Fig. 2). L’uso di questa fonte luminosa implica che una specifica lunghezza d’onda luminosa attivi lo sbiancante e migliori l’effetto dello sbiancamento. Un filtro a infrarossi aiuta a minimizzare la quantità di calore generato sulla superficie dei denti durante il trattamento. Immediatamente dopo il completamento di ciascuna sessione da 45 minuti, sono state acquisite le immagini digitali delle superfici buccali speciale sbiancamento_ricerca e linguali su sfondo grigio neutro. Sono stati registrati anche i valori L*, C* e H* mediante uno spettrofotometro. I campioni sono stati conservati in acqua distillata fino alla sessione successiva al fine di evitare la loro essicazione. _Risultati Le medie dei valori L*, C* e H* per ciascuno dei derivati delle TCN e del controllo, registrate mediante spettrofotometro a intervalli settimanali, sono riportate nella Tabella 2. Le Tabelle da 1a a 1c mostrano gli schemi di regressione dei valori L*, C* e H* dei gruppi TCN e controllo. È stata eseguita l’analisi statistica delle variazioni di L*, C* e H* tra baseline e la valutazione finale. Vi era una significativa associazione tra gruppo di trattamento, termine di valutazione e interazione, gruppo di trattamento per valutazione e L* (ANOVA two-way; rispettivamente p<0,001, p = 0,002 e p<0,001). Tutti i gruppi, eccetto quello della Doxicillina, hanno dimostrato differenze statisticamente significative nella luminosità tra la valutazione in baseline e quella finale (Holm-Sidak Multiple Comparisons Test; tutti confronti con baseline; p<0,05). Per i gruppi con pigmentazione da Clortetraciclina, Doxiciclina e Minociclina è stata rilevata una diminuzione della luminosità invece che un aumento. Il gruppo controllo ha dimostrato un aumento significativo della luminosità. Il valore medio di L* del gruppo controllo era significativamente superiore a quello dei gruppi Clortetraciclina, Doxiciclina e Minociclina in baseline. Dato che il valore medio di L* del gruppo controllo aumentava significativamente dalla valutazione in baseline a quella finale e i valori medi di L* dei gruppi Clortetraciclina, Doxiciclina e Minociclina diminuivano, queste differenze erano ancora più evidenti al momento della valutazione finale (Tab. 1a). Mentre queste variazioni spiegano le differenze significative tra i quattro gruppi, esse non indicano un effetto positivo dello sbiancamento. Vi era un’associazione significativa tra C* e gruppo di trattamento, termine di valutazione e interazione, gruppo di trattamento per valutazione (ANOVA two-way; rispettivamente p<0,003, p<0,001 e p = 0,002). Dalla valutazione in baseline a quella finale, tutti i quattro gruppi hanno dimostrato una riduzione significativa di C* (Holm-Sidak Multiple Comparisons Test; tutti confronti con baseline; p<0,05; Tab. 1b). Con i dati C*, ancora una volta si è potuto vedere che vi era una differenza significativa tra il gruppo controllo e il gruppo Clortetraciclina in baseline, Fig. 3c con il gruppo Clortetraciclina significativamente più cromatico. Al momento della valutazione finale, la riduzione di C* nel caso dei gruppi Clortetraciclina, Minociclina e Doxiciclina era così marcata che il gruppo controllo era significativamente più cromatico di questi tre gruppi (Holm-Sidak Multiple Comparisons Test; p<0,05). Vi era un’associazione significativa tra i dati H* e il periodo di valutazione (Tabella 1c). Vi era un’associazione significativa tra il gruppo di trattamento e H*. Confrontando le medie dei tre gruppi sperimentali con il gruppo controllo, il valore di tonalità della Clortetraciclina era significativamente inferiore (ovvero, più blu). I valori medi dei quattro gruppi includono i dati delle valutazioni in baseline e finali. Non indica che vi era una variazione significativa di H*, ma solo che i denti del gruppo Clortetraciclina erano più blu dei denti degli altri tre gruppi. _Discussione Il trattamento sbiancante è considerato essere la procedura più conservativa per il trattamento dei denti pigmentati e decolorati rispetto ai restauri mediante corone o faccette. Inoltre, lo sbiancamento può essere utilizzato per ridurre il colore dei denti scuri prima della preparazione e applicazione di restauri estetici indiretti. Fig. 3d cosmetic dentistry 4_2010 19 speciale sbiancamento_ricerca Tab. 2 Tab. 2_Medie della differenza di colore tra baseline e le settimane 1, 3, 5 e 7. 20 cosmetic dentistry 4_2010 Quindi, in base alla riduzione del colore, la preparazione del dente può essere più conservativa e preservare più sostanza dentale sana(7,12-14). Dalla sua introduzione in odontoiatria nel 1989, lo sbiancamento notturno di denti vitali ha dimostrato di essere una procedura semplice e sicura per schiarire i denti pigmentati. Grazie a un tempo di trattamento prolungato, ci si può aspettare uno sbiancamento dei denti macchiati da TCN in almeno l’86% dei casi. Gli effetti collaterali sono solitamente lievi e provvisori e scompaiono entro pochi giorni dal completamento del trattamento, senza conseguenze a lungo termine(15). Ultimamente, le procedure di sbiancamento professionale con perossido di idrogeno al 20% stanno acquisendo sempre più popolarità, in alternativa allo sbiancamento domiciliare. Questo studio ha valutato l’efficacia di uno di questi protocolli di sbiancamento professionale su denti umani pigmentati in vitro. Una delle osservazioni più significative è che visivamente il colore scuro dei denti pigmentati da TCN appariva molto più intenso con il progredire del protocollo di trattamento (Figg. 3a-d). Lo smalto appariva più traslucente in tutti i gruppi TCN, permettendo al colore più scuro della dentina sottostante di apparire. Questo è confermato dalle rilevazioni con lo spettrofotometro nelle quali i dati mostrano una riduzioen dei valori L* (Tab. 2). Una spiegazione è che lo strato di smalto superficiale veniva influenzato in modo più rapido da concentrazioni maggiori di agente sbiancante rispetto alla dentina più profonda. Haywood ha ipotizzato che la dentina può essere sbiancata nel caso di denti macchiati da Clortetraciclina(16). Generalmente, il successo si otteneva dopo 2-6 mesi di sbiancamento notturno al 10%(17,18). Nel nostro caso, la breve durata del trattamento può aver portato a un tempo di contatto insufficiente per modificare in modo efficace il colore della dentina. In caso di denti fortemente pigmentati da tetracicline, potrebbe essere neces- sario un processo più lento, come suggerito da Haywood. Un’altra spiegazione è che il colore dei denti pigmentati da TCN è diventato più intenso alla luce artificiale a causa della foto-ossidazione di questo complesso(19). D’altra parte, non vi sono studi sull’efficacia o sugli effetti collaterali della luce in caso di denti pigmentati da TCN. I risultati supportano la conclusione che Zoom 2 ha esplicato un effetto sbiancante positivo, in quanto ci si aspetta una diminuzione della saturazione del colore e/o un aumento della luminosità. Tutti i quattro gruppi di trattamento hanno dimostrato una riduzione di C* dalla valutazione in baseline a quella finale. Rispetto al gruppo controllo, la riduzione di8 C* dei gruppi TCN era molto più marcata. È interessante notare che solo il gruppo controllo ha dimostrato un aumento di luminosità, mentre tutti i gruppi TCN hanno fatto registrare una diminuzione della luminosità. _Conclusioni I denti pigmentati da TCN in modo standardizzato, sottoposti al sistema di sbiancamento professionale Zoom 2, hanno fatto registrare un effetto di sbiancamento in termini di modifiche del croma. Però, è stata notata una riduzione della luminosità in tutti i gruppi sperimentali, il che non è coerente con l’aumento di luminosità del gruppo controllo. Inoltre, alla fine del periodo di test, i gruppi sperimentali mostravano una tonalità più blu rispetto alla loro tonalità iniziale. Non è stata notata una variazione di tonalità significativa nel gruppo controllo. Gli studi sullo sbiancamento dei denti eseguiti come descritto in questo studio possono portare a risultati diversi rispetto agli studi eseguiti su denti pigmentati da TCN durante il loro sviluppo. La bibliografia è disponibile presso l’Editore. L’articolo è stato pubblicato per la prima volta su cosmetic dentistry, Vol. 4, Issue 2/2010, pagg. 28-32. VIRA-LINE: la forza disinfettante dei NUMERI 1 OGNA S.p.A. Laboratori Farmaceutici - Via Figini, 41 - 20053 Muggiò (MB) - Tel. 039 2782954 r.a. - Fax 039 2782958 - e-mail: [email protected] -www.ogna.it OGNA Laboratori Farmaceutici ORE 12.00. Quanti virus hanno invaso il vostro luogo di lavoro? speciale sbiancamento_case report Sbiancamento dentale: case report Autore_G.M. Nardi*, A. Scattarella**, A. Bizzarro***, Italia *Ricercatore Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche Università “Sapienza” di Roma. Direttore Prof.ssa A. Polimeni. **DDS, Dipartimento di Odontostomatologia Università di Bari. Cattedra di Parodontologia, Prof. F.R. Grassi. Direttore Prof.ssa D. De Vito. ***Libero professionista (Lecce). _L’estetica del sorriso riveste un ruolo importante nelle relazioni sociali. Le crescenti esigenze estetiche della popolazione hanno favorito lo sviluppo di varie metodiche per lo sbiancamento dei denti. Viene di seguito riportato il caso di una paziente di 42 anni, in buone condizioni di salute generale, che sentiva fortemente l’esigenza di voler sbiancare i suoi denti, sebbene presentasse fenomeni di ipersensibilità dentinale. Dopo la risoluzione di quest’ultima problematica, si è scelta una procedura di sbiancamento professionale, che, rispetto a quella domiciliare, presenta alcuni vantaggi quali la rapidità, l’efficacia, la garanzia di effettuare una procedura sotto stretto controllo di uno specialista. _Background L’estetica del sorriso riveste un ruolo importante nelle relazioni sociali. Un sorriso esteticamente piacevole influenza notevolmente l’espressione facciale: questo è uno dei motivi per cui negli ultimi anni si è riscontrato un netto incremento di pazienti che richiedono lo sbiancamento dentale. Le crescenti esigenze estetiche della popolazione hanno portato allo sviluppo di varie metodiche per lo sbiancamento dei denti. È possibile distinguere tra sbiancamento professionale, domiciliare e misto. Per lo sbiancamento domiciliare viene utilizzato un gel a base di perossido di carbamide al 10% o al 15%, posizionato direttamente all’interno di mascherine termostampate costruite sui modelli in gesso della bocca del paziente(1), utilizzate da alcuni minuti al giorno a tutta la notte, per un periodo variabile da alcuni giorni fino a sette settimane(2). Lo sbiancamento professionale viene effet- 22 cosmetic dentistry 4_2010 tuato dal professionista, odontoiatra o igienista dentale. I ruoli sono diversi e interdisciplinari, dal momento che all’odontoiatra spetta la prima visita, la diagnosi del caso, la valutazione di eventuali controindicazioni e la scelta del trattamento ideale, mentre l’igienista condivide con l’odontoiatra la scelta opportuna e passa alla preparazione pre-trattamento del paziente con sedute personalizzate di igiene, individuando punti di forza e punti di debolezza delle capacità manuali del paziente nelle procedure di igiene domiciliare, e promuoverà quegli stili di vita che portano alla durata nel tempo del trattamento. Lo sbiancamento professionale viene effettuato utilizzando perossido di idrogeno dal 30 al 38%, o perossido di carbamide al 35% , avendo cura di isolare il tessuto gengivale e applicando la sostanza soltanto sulla superficie dei denti(3). In questo caso è sufficiente una sola seduta per ottenere un risultato estetico gradevole. Per effettuare la foto attivazione (l’utilizzo della luce mira a ridurre il tempo di sbiancamento) si possono utilizzare delle lampade apposite (a luce alogena, a led, al plasma) oppure il laser. Lo svantaggio del laser consiste nel fatto che esso è in grado di attivare un solo dente per volta a causa del caratteristico fascio collimato(4). Il vantaggio del laser è quello di poter selezionare il dente da trattare nel caso in cui fosse interessato alla discromia solo qualche elemento. Se i professionisti eseguono le varie tecniche seguendo il paziente con una preparazione adeguata prima, durante e dopo il trattamento, con tutte le tecniche si possono ottenere risultati ideali. Scaldando il perossido, è possibile aumentare il tasso di decomposizione dell’ossigeno e formare radicali liberi dell’ossi- speciale sbiancamento_case report geno. Si riduce così, non solo il tempo alla poltrona, ma anche la concentrazione di prodotto da utilizzare. Lo smalto e la dentina sono tessuti permeabili ai perossidi. Il perossido di idrogeno agisce ossidando e formando radicali liberi e molecole reattive che attaccano i doppi legami cromofori scindendoli e formando molecole più piccole e meno cromogene(5) che, riflettendo la luce in modo diverso, fanno apparire il dente di un colore più chiaro e luminoso(6). Il perossido di carbamide è più stabile e maneggevole e, a contatto con gli enzimi salivari, si scinde in perossido di idrogeno e urea che genera a contatto con l’acqua anidride carbonica e ammoniaca(7). L’elevato pH di quest’ultima sostanza favorisce il processo di sbiancamento. È fondamentale al fine d’ intraprendere la tipologia di trattamento più idonea a ogni singolo caso il riconoscimento delle discromie, che possono essere generalizzate o localizzate e, in base all’eziologia, distinte in esogene o endogene. Le discromie esogene o estrinseche dipendono dall’adesione alle superfici dentali di pigmenti cromatici derivanti da agenti esterni quali: batteri cromogeni, cibi e bevande (tè, caffè, vino, liquirizia); colluttori (clorexidina); farmaci; pellicola acquisita; fumo; sali di metalli pesanti. Queste pigmentazioni sono facilmente eliminabili con una semplice seduta di igiene orale professionale. Le discromie endogene, che derivano dall’incorporazione di pigmenti all’interno della struttura dei denti, son distinte in pre-eruttive (dovute ad esempio a: dentinogenesi imperfetta; amelogenesi imperfetta, ipoplasia dello smalto, fluorosi dentale, tetracicline) e post-eruttive (dovute a decalcificazioni; lesioni cariose; erosione delle superfici dentali; materiali da otturazione; trattamenti endodontici; traumi dentali; necrosi pulpare). Le discromie endogene sono risolvibili con il ricorso a una o più sedute di sbiancamento dentale (odontoiatria cosmetica) o, nei casi più gravi, con sbiancamento interno (walking bleaching), oppure ricorrendo a faccette o corone (odontoiatria estetica)(8). Durante il loro impiego è necessario evitare il contatto delle sostanze sbiancanti con i tessuti molli poiché porterebbero alla formazione di lesioni variabili da piccole macchie bianche reversibili in poche ore, a bolle e ulcere dolorose reversibili in non meno di qualche giorno, a seconda della percentuale e del tempo di contatto tra gel e tessuti(9). _Case report Si è presentata alla nostra attenzione una paziente di 42 anni, in buone condizioni di salute generale, che sentiva fortemente l’esigenza di voler sbiancare i suoi denti, soprattutto perché avvertiva di avere denti dal “colore diverso l’uno dall’altro” (Fig. 1). La paziente è stata motivata alla necessità di un controllo quotidiano della placca, ottenendo la compliance della paziente stessa. Per quanto concerne le istruzioni di igiene orale domiciliare, è stato sottolineato come rimanga fondamentale l’uso dello spazzolino per la disorganizzazione del biofilm batterico su tutte le superfici del cavo orale e il controllo chimico della placca tramite l’utilizzo di un collutorio non pigmentante e di mantenimento. Poiché la paziente presentava fenomeni di ipersensibilità dentinale, prima di iniziare il trattamento le è stato prescritto l’impiego della pasta dentifricia Emoform Actisens denti sensibili tre volte al giorno associato(10) a quello del gel topico Emoform Actisens (contenenti nitrato di potassio e sodio fluoruro). Ciò ha permesso di ottenere una netta diminuzione dei fenomeni di ipersensibilità dentinale già dopo 2 settimane dall’inizio del trattamento. Emoform Actisens, inoltre, non causa discromie e non interferisce Fig. 1_Foto iniziale. Fig. 1 cosmetic dentistry 4_2010 23 speciale sbiancamento_case report Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 Fig. 2_Rilevazione colore. Fig. 3_Applicazione del balsamo per le labbra. Fig. 4_Posizionamento apribocca e rulli salivari. Evitare sedute di debridement parodale in concomitanza dello sbiancamento, per non incorrere nel sanguinamento gengivale. 24 cosmetic dentistry 4_2010 con lo sbiancamento a base di perossido. La paziente si è presentata regolarmente alle visite di controllo e alle sedute di deplaquing con uso di polvere micronizzata terminate con applicazione di mousse alla caseina e fluoro. Riferendo ormai di non accusare più ipersensibilità dentinale, dopo tre mesi si è deciso di iniziare lo sbiancamento professionale dei denti. Per la rilevazione del colore è stato attuato il confronto degli elementi dentali con una scala colorimetrica di riferimento Vitapan, Classical Shade Guide (Vita Zahnfabrik, Bäd Sackingen, Germany). Al fine di responsabilizzarla e motivarla, la paziente, specchio e scala alla mano, ha preso parte attivamente all’individuazione del colore prima dello sbiancamento. Sono state quindi scattate fotografie iniziali dei denti naturali con accanto i campioni colorimetrici scelti (Fig. 2). Si è proceduto così con l’applicazione del balsamo per le labbra, fornito nel kit Sapphire, sulle mucose e sulle labbra della paziente (Fig. 3) e con l’ inserimento dell’apposito apribocca, che consente di tenere scostate le labbra e le guance dalla superficie vestibolare dei denti e al contempo distanzia le arcate tra loro e mantiene la lingua in posizione arretrata rispetto alla superficie linguale o palatale degli elementi dentali. Una guaina protettiva è stata applicata al di sotto dell’apribocca (Fig. 4). L’inserzione di rulli di cotone nel fornice superiore e/o inferiore, ha garantito un miglior controllo della posizione dei tessuti molli; è stata quindi applicata la diga liquida polimerizzabile (Paint-on) sulla gengiva libera e aderente delle arcate dentali, al fine di evitare le irritazioni gengivali (Fig. 5). Con degli appositi occhiali si proteggono gli occhi dall’attivazione luminosa. Fotopolimerizzata la diga per 1-2 secondi con una lampada all’arcoplasma Sapphire (Fig. 6), è stata rimossa la punta dalla siringa del desensibilizzante ed erogato il prodotto in uno strato molto sottile (circa 0.2 mm) sulla superficie labiale dei denti. È stato distribuito il gel con lo spazzolino in dotazione e lasciato agire per un minuto (Fig. 7). Rimossa la punta dalla siringa del gel sbiancante (Fig. 8), è stato applicato uno strato di 1-1.5 mm direttamente sulla superficie labiale dei denti, anche sopra i denti trattati con il desensibilizzante. Il prodotto è stato quindi foto attivato per 30 minuti con l’apposita lampada Sapphire(9). È stato quindi rimosso il gel con l’aspirasaliva senza beccuccio (Fig. 10). Con l’aiuto di uno specillo si è proceduto alla rimozione della diga. Sono stati rimossi quindi i rulli di cotone e l’apribocca; è stato quindi consentito alla paziente di risciacquare il cavo orale con un bicchiere colmo d’acqua. Il risultato ottenuto (Figg. 11, 12) viene valutato con uno specchio consegnato alla paziente e con una fotografia dei denti sbiancati con accanto il campione colorimetrico scelto all’inizio; questo consente di valutare la variazione di colore, indipendentemente dall’osservazione soggettiva(11). La paziente è stata messa al corrente del fatto che l’azione sbiancante è attiva ancora nelle 24 ore successive alla seduta, per questo motivo in questo periodo di tempo è assolutamente vietata l’assunzione di sostanze colorate speciale sbiancamento_case report (caffè, tè, cioccolata, sigarette, zafferano ecc.) e di sostanze particolarmente acide (ad esempio agrumi), per evitare che ci siano delle alterazioni e modificazioni del risultato finale. Durante la visita di controllo a una settimana dal trattamento, l’igienista dentale ha rinforzato la motivazione al buon mantenimento della salute del cavo orale, all’importanza dei controlli periodici dall’odontoiatra e dall’igienista dentale, ed è stata invitata a eseguire trattamenti di conservativa. _Conclusioni Uno dei fattori in grado di rendere un sorriso esteticamente piacevole o meno è rappresentato dal colore degli elementi dentari. Questo parametro tutt’oggi viene spesso considerato fondamentale per il successo estetico di un volto. Problematiche che una volta si sarebbero potute risolvere solo tramite terapie protesiche, oggi possono essere affrontata in modo più conservativo(12). Lo sbiancamento professionale in Studio, rispetto a quello domiciliare presenta alcuni vantaggi quali la rapidità, l’efficacia, la garanzia di effettuare una procedura sotto stretto controllo di specialisti, la minore probabilità di ingerire il prodotto, la preservazione accurata dei tessuti molli. Il kit professionale per lo sbiancamento “Sapphire Professional” è stato progettato per sbiancare i denti dei pazienti comodamente e rapidamente. La combinazione del desensibilizzante e dello sbiancante riduce i tempi della seduta necessari per l’effettivo sbiancamento rispetto al trattamento tradizionale; inoltre contiene il fluoruro quale beneficio aggiunto. È importante selezionare adeguatamente i pazienti che richiedono lo sbiancamento dentale. Fig. 5 Fig. 6 Fig. 5_Applicazione della diga liquida. Fig. 6_ Polimerizzazione della diga liquida. Fig. 7_ Applicazione del desensibilizzante. Fig. 7 cosmetic dentistry 4_2010 25 speciale sbiancamento_case report Fig. 8_Applicazione del gel sbiancante. Fig. 9_Fotoattivazione. Fig. 8 Fig. 9 Fig. 10 Fig. 11 Fig. 10_Rimozione del gel sbiancante. Fig. 11_Verifica del nuovo colore ottenuto. Devono essere valutati da un punto di vista psico-comportamentale e deve essere controllato il loro stato di salute generale e orale(13). È importante che gli elementi dentali si presentino privi di tartaro prima dello sbiancamento e che il paziente sia sempre informato riguardo ai risultati ottenibili nel suo caso specifico(14). Le tecniche di cosmesi dentale possono essere motivanti per il paziente e possono abituarlo al concetto di “fitness del sorriso”(15-17), concetto di salute e benessere. _Prima _Dopo Mailing address: [email protected] Fig. 12_Confronto tra foto pre e post sbiancamento professionale. _bibliografia 1. Christensen G. To bleach or not to bleach. J Am Dent Assoc 1991 Dec;122(13):64-65. 2. Christensen GJ. The tooth-whitening revolution. J Am Dent Assoc 2002 Sep;133:1277-1279. 3. Sarrett DC. Tooth whitening today. J Am Dent Assoc 2002 Nov;133:1535-38. 4. Caprioglio C, Vitale MC, Siani L, Baldiraghi M, Borgioli G. Lo sbiancamento dentale laser assistito. Dent Mod 2006;4:21-52. 5. Pallesen U, Dahl JE. Tooth bleaching – a critical review of the biological aspects. Crit Rev Oral Biol Med 2003;14(4):292-304. 6. Condò SG. Sbiancamento dei denti. Come e perché. Bologna: Martina Ed, 1999. 7. Polizzi EM. Il trattamento sbiancante: metodolo- 26 cosmetic dentistry 4_2010 gie a confronto. Cosmetic Dentistry 2008;1:38-43. 8. Guastamacchia C, Cortesi Ardizzone V. Igiene orale domiciliare (cap V). In: Bresciano S, Cortesi Ardizzone V. Discromie e pigmenti dentali. Milano: Masson, 2001. 9. Nuss EF. How safe is tooth bleaching? Dent Assist 2004;73:26-8,33. 10. Cappelletti C., Sorrentino R., Carratù P., Amato M. Effetti dell’azione combinata del gel topico e della pasta dentifricia Emoform Actisens denti sensibili sulla sensibilità dentinale indotta dal trattamento con agenti sbiancanti. Journal of health science. Periodico mensile Dic. 2009 Anno 7 n° 7. 11. Brenna F, Giani S, Striuli S, Tagliabue A. Sbiancamento professionale: luce-assistito contro le tecniche tradizionali. Il Dent Mod 2007 4:36-64. 12. Kugel G, Ferriera S. The art and science of tooth withening. J Mass Dent Soc 2005;53:3-7. 13. Cortesi Ardizzone V, Ardizzone R. Lo sbiancamento dentale domiciliare e professionale. Colore del dente e discromie. Parte I. Dental Cadmos 2005 dic;10:1-20. 14. Christensen GJ. 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Ecco perchè lo spazzolino elettrico Oral-B® può aiutare i suoi pazienti: • Rimuove fino a due volte in più la placca* • Riduce le gengiviti migliorando la loro salute gengivale • Sviluppa una miglior attitudine allo spazzolamento • Pulisce gentilmente lo smalto, le gengive e i lavori dentali Oral-B® lo spazzolino elerico più raccomandato al mondo dai dentisti Per maggiori informazioni visitare il sito oralb.com *rispetto ad uno spazzolino manuale tradizionale. Referenza: 1. Data on file, P&G. © 2010 P&G PGW-3023B Attenzione continua per i pazienti, a casa come nel suo studio speciale sbiancamento_expert article Lo sbiancamento dentale come complemento motivazionale nella prevenzione orale Autore_Loredana Bellia, Italia Avere un sorriso con i denti bianchi e luminosi aiuta senz’altro a migliorare e a rendere più gradevole l’aspetto generale di una persona. Il sorriso è energia positiva che irradia il nostro corpo, trasmette uno stato d’animo buono, ed è soprattutto straordinariamente contagioso. La parola d’ordine oggi è “co-terapia”, tutto in una visione olistica del benessere: l’uomo, i suoi bisogni, la sua complessità vengono messi al centro del percorso verso la salute e verso il sorriso. Benessere significa “star bene”, trovarsi in uno stato di salute fisica e mentale nel quale l’organismo è in condizioni ottimali e questa considerazione trova conferma in tutti i trattamenti che possono influire su un generico benessere psichico. In oltre vent’anni, l’estetica ha cambiato il volto della professione, i pazienti cercano infatti sempre più di migliorare il proprio aspetto orale, non limitandosi a ricorrere al professionista solo in occasione di dolore o di traumi. Ma che cos’è l’estetica? L’estetica è una branca della filosofia , si basa sul concetto di bellezza soggettivo e può essere considerata una percezione oggettiva. Il crescente valore che si vede assegnare all’aspetto estetico deriva da un’esigenza ormai consolidata dell’età moderna, nella quale la valorizzazione dell’apparenza è particolarmente esaltata. La richiesta di migliorare l’aspetto del proprio sorriso, nel rispetto dell’integrità dei tessuti dentari e delle mucose orali, può attualmente disporre, dopo lunghe sperimentazioni di materiali e di metodiche, di diversi presidi terapeutici, in grado di ottenere risultati soddisfacenti nella maggior parte dei casi. 28 cosmetic dentistry 4_2010 La scienza odontoiatrica, nel tempo, ha elaborato soluzioni terapeutiche che ci consentono di affrontare gli effetti antiestetici delle discromie dentali(1) con trattamenti più conservativi, come la tecnica di sbiancamento dentale degli elementi dentari vitali, rispetto a tecniche che per la loro realizzazione possono comportare il sacrificio dei tessuti dentari ( presidi protesici,restauri estetici ecc.). La richiesta e il successo di tali procedure è dovuto essenzialmente a due fattori: 1_ perché risponde all’esigenza dei pazienti di un sorriso più “bianco”, nel rispetto della biologia dei tessuti dentari; 2_ perché la tecnica, divenuta nel tempo più semplice ed efficace, è meno costosa, soprattutto confrontandola alle altre soluzioni, meno conservative(2). Non è perciò sorprendente che l’alterazione del colore del dente sia oggetto di studi scientifici da molti anni. Le prime ricerche su questo tema si sono focalizzate sulle cause che determinano il cambiamento cromatico dell’elemento o degli elementi dentali, per poter meglio utilizzare la tecnica di sbiancamento. Le discromie dentali sono delle alterazioni del colore del dente che interessano principalmente lo smalto. I fattori che alterano il colore dei denti possono aderire direttamente alla superficie dentale o essere incorporati nella struttura dentale. Tali fattori sono: _ fattori genetico-costituzionali; _ colore e spessore della dentina sottostante; _ usura naturale dei tessuti duri del dente; speciale sbiancamento_expert article _ restauri dentali; _ accumulo di pigmenti di natura diversa. Classificazione delle discromie(3): _ Discromie estrinseche: sono pigmenti estrinseci situati all’esterno del dente ed eliminabili mediante scaling e polishing dentale. _ Discromie intrinseche: sono incorporate nel dente e non eliminabili con le semplici manovre di profilassi dentale. Si dividono a loro volta in: - endogene post-eruttive; - endogene pre-eruttive; - esogene. - da affezioni sistemiche. Esaminando tale classificazione nel dettaglio, distinguiamo: Discromie intrinseche endogene post-eruttive _ Dente non vitale: in seguito a necrosi della polpa ed emorragia nel canale radicolare l’emoglobina si deposita nei tubuli dentinali, l’emolisi rilascia ioni ferro che colorano il dente non vitale. _ Melanodonzia: colpisce esclusivamente i denti decidui, inizialmente si presenta come una piccola macchia bruna a carico dello smalto vestibolare che, progredendo, distrugge tutto lo smalto fino a che il dente diventa un moncone di dentina liscia e scura. Il pigmento che conferisce il colore è la melanina. _ Cementi canalari. Discromie intrinseche endogene pre-eruttive _ Dentinogenesi imperfetta: difetto genetico di formazione della dentina che causa distacco parziale dello smalto, con esposizione della dentina sottostante più scura. _ Amelogenesi imperfetta: difetto genetico di formazione dello smalto che si presenta sottile e ipoplasico, tanto che si asporta facilmente e scopre la dentina sottostante. _ Ipoplasia dello smalto: consiste in macchie bianche dovute ad alterazione dell’attività ameloblastica di breve durata, durante la formazione dello smalto. Sono dovute a ipocalcemia, carenza di vitamina D, prematurità, ipoparatiroidismo, tetania neonatale. _ Fluorosi: alterata formazione dello smalto dovuta all’assunzione prolungata di fluoro in dosi eccessive. L’intossicazione può coinvolgere sia i denti da latte che i permanenti (Fig. 1). _ Discromie da tetracicline: le tetracicline sono antibiotici che hanno affinità con i tessuti mineralizzati e vengono assorbiti da ossa e denti. A differenza dell’osso, la tetraciclina si fissa e non viene più rimossa dallo smalto e dalla dentina, a causa del basso turn-over del calcio a livello del dente. Le tetracicline sono farmaci che riescono ad attraversare la placenta e a penetrare nel circolo sanguigno fetale. Se assunte dalla madre nell’ultimo trimestre di gravidanza, provocano decolorazioni dei denti decidui, mentre se somministrate al neonato o nella prima infanzia, si fissano sui denti permanenti. I depositi di tetraciclina si riscontrano solo nella struttura dentale che sta calcificando al momento dell’assunzione del farmaco. Tali colorazioni vanno dal giallo-marrone al grigio. _ Denti di Turner: un trauma del dente deciduo può danneggiare la formazione e la calcificazione del permanente durante la fase finale di mineralizzazione. Discromie intrinseche esogene _ Decalcificazioni. _ Lesioni cariose. _ Erosioni. _ Materiali da otturazioni: i materiali metallici trasparendo attraverso lo smalto cambiano il colore del dente; le otturazioni estetiche in resine composite, essendo porose, nel tempo tendono a pigmentarsi per fattori estrinseci. _ Ipoplasie da radioterapia: sulla parete vestibolare dei denti colpiti da radiazioni si osserva la comparsa di erosioni giallo-bruno-nere simili a processi cariosi. Discromie intrinseche da affezioni sistemiche Esistono alcune patologie sistemiche, più o meno rare, in grado di provocare discromie e danni alla dentatura. Pigmentazioni estrinseche o esogene Le pigmentazioni esogene o estrinseche possono essere rimosse con sostanze o dispositivi abrasivi e sono causate dalla deposizione di un film di pigmenti o di detriti sulla superficie dentale. In tali casi, il colore può variare secondo il Fig. 1 cosmetic dentistry 4_2010 29 speciale sbiancamento_expert article Fig. 2 pigmento contenuto negli alimenti della dieta o nei collutori e secondo la formazione di bio-prodotti da parte di batteri cromogenici della placca dentaria. Pigmenti estrinseci di origine batterica a_ Pigmentazioni verdi (green-staining)(4). Costituiscono il 4,4-6,0% delle pigmentazioni estrinseche. L’incidenza è maggiore nel sesso femminile. Clinicamente si presentano come una sottile linea a forma di mezzaluna sul cervicale delle superfici vestibolari, maggiormente del gruppo anteriore dell’arcata superiore. Nel 25% dei casi metà della superficie dentale risulta ricoperta. La superficie smaltea al di sotto della pigmentazione è spesso rugosa e presenta aree di ipomineralizzazione, il che si associa a un aumentato livello di incidenza cariosa (DMF 6,06+-0,40). Clinicamente la colorazione oscilla tra il verde chiaro e il verde scuro. L’eziologia ha considerato numerosi fattori tra i quali: 1_ clorofilla; 2_ microrganismi cromogeneci del genere Bacillus pyocyaneus; 3_ funghi del genere Penicillum glaucum, Aspergillum. La loro formazione sarebbe dovuta all’interazione tra i pigmenti ematici (liberati in seguito a gengivite acuta in soggetti con cattiva igiene orale) e microrganismi cromogenici, con formazione di sulfome-taemoglobina). b_ Pigmentazioni arancioni (orange-staining). Rappresentano circa il 3% delle pigmentazioni estrinseche. Sono equamente distribuite tra uomini e donne. Sono presenti sul primo terzo cervicale delle superfici vestibolari e/o linguali dei denti. La superficie dentale sottostante risulta integra, frequente l’associazione con uno stato di cattiva igiene orale ed elevata cario recettività (DMF 4,91+-0,69). L’eziologia è tipicamente batterica. Nel corso degli anni, varie specie sono state 30 cosmetic dentistry 4_2010 segnalate (bacillus prodigiousus, B. rouge de Kiel, B. mesentericus ruber, B. roseus, sarcina rosea, Micrococcus roseus). Attualmente, l’agente eziologico è stato individuato nel flavobacterium lutescens, un bacillo pleomorfo, Gram +, aerobio. A differenza delle pigmentazioni verdi sono facilmente rimovibili. La recidiva può essere controllata se si mantiene una sufficiente igiene orale. c_ Pigmentazioni nere (black-staining)(5). Costituiscono all’incirca l’1,5-2% di tutte le pigmentazioni dentarie estrinseche. Clinicamente si presentano come una sottile banda nera lungo il primo terzo cervicale delle superfici dentali (Fig. 2). Riconoscono un’eziologia multifattoriale in cui specie batteriche black-produced costituiscono un pilastro fondamentale della catena patogenetica. Sono caratteristicamente associate a bassa esperienza cariogena (diminuito indice DMF, pari a 3,06+-0,50) e si riscontrano in soggetti con buone condizioni di igiene orale. È praticamente costante la recidiva dopo l’igiene professionale, se non vengono eseguite scrupolose manovre di igiene domiciliare. È bene sottolineare il carattere di familiarità peculiare dell’orletto pigmentato nero. Pigmenti estrinseci di origine non batterica a_ Pigmentazioni marroni (brown staining). Rappresentano il 19,8% delle pigmentazioni estrinseche, colpendo più i maschi che le femmine, e sono caratteristicamente esenti da batteri (bacteria-free), riconoscendo un’eziologia eterogenea, pertanto sono accomunate unicamente dall’aspetto cromatico, di qui la moltitudine di forme esistenti: b_ Pigmenti estrinseci da fumo: sono pigmenti neri-marroni dovuti alla nicotina, oppure verdi dovuti alla marijuana. Sono generalizzate, con maggiore accumulo nelle fessure, nei solchi e nelle zone più ruvide e porose. I pigmenti da tabacco possono penetrare nei prismi dello smalto e diventare intrinseci. L’accumulo di tali pigmenti non è proporzionale al numero di sigarette ma alla predisposizione dell’individuo e alla sua qualità di igiene orale. c_ Pigmenti estrinseci da alimenti: molto simili ai pigmenti da fumo, sono pigmenti nerimarroni dovuti a particolari cibi e bevande come caffè, tè, spezie, liquirizia, coloranti, vini rosso, barbabietola, lampone, pepe rosso, zafferano ecc.; d_ Pigmenti estrinseci di origine chimica: sono speciale sbiancamento_expert article pigmenti neri-marroni dovuti ad alcuni farmaci come la clorexidina e il fluoruro stannoso, a causa del loro effetto sulla placca muco-batterica. e_ Pigmenti estrinseci di origine metallica: alcuni metalli contenuti nei farmaci, nei cibi e nell’acqua possono depositarsi direttamente sui denti. Sono pigmenti generalizzati e si distinguono in pigmenti verdi-blu provocati da rame, ottone e nichel, e pigmenti marroni provocati da ferro e cadmio. Si presentano clinicamente con una pellicola sottile e traslucida, di aspetto cromatico compredente tutte le sfumature del marrone. Si associano a scarsa igiene orale in concomitanza di un indice di esperienza cariosa intermedio tra quello delle black-stain e quello delle green-stain (DMF 4,83+-0,17). Si formano attraverso la denaturazione proteica della pellicola acquisita a opera di sostanze presenti negli alimenti sopra indicati (tannini) o nel tabacco, o direttamente da parte degli antisettici orali e di quelli presenti nelle acque di piscine. Sono facilmente rimovibili e, allontanate le cause, si elimina la recidiva. Sulla base delle considerazioni in merito all’eziologia delle discromie possiamo quindi passare in esame le metodiche di sbiancamento dei denti vitali. Gli elementi dentari possono essere sbiancati in due modi: 1_ Con prodotti contenenti agenti sbiancanti “non decoloranti”. Dentifrici nella cui formula sono presenti sostanze chimiche o fisiche in grado di agire solo sulle macchie superficiali dello smalto. 2_ Con prodotti contenenti agenti sbiancanti “decoloranti”, a base di perossidi, capaci di eliminare le macchie attraverso un’azione chimica che ha come scopo quello di riportare i denti al loro colore naturale ottimale, geneticamente determinato, senza ledere la struttura e la polpa dei denti(6). Una delle pratiche più comuni dell’odontoiatria estetica è lo sbiancamento dentale professionale che prevede l’applicazione in studio di dispositivi medici di classe II A (agente sbiancante/lampada a LED- Light Emitting Diodes/Laser a diodi)(7) e il trattamento domiciliare il quale può anche essere utilizzato come ritocco o rifinitura dopo lo sbiancamento professionale. _Lo sbiancamento dentale: un trattamento di cosmesi o estetico ai fini del contenzioso? speciale sbiancamento_expert article Quando parliamo del preciso dovere di compiere quanto è possibile, si può parlare di obbligazione di mezzi. Che dire quindi, quando il paziente chiede di avere una “bella bocca” o di ottenere un “bel sorriso”? Volenti o nolenti, in questi casi abbiamo il sorgere di una obbligazione di risultato quando il rapporto posto tra paziente e professionista ha lo scopo di ottenere un risultato in termini prettamente estetici(8). Sarà bene sottolineare che il trattamento di sbiancamento dentale deve considerarsi un trattamento di cosmesi poiché in questo caso, al di là del raggiungimento del concetto di “bello”, potrebbe non rispecchiare le aspettative soggettive del paziente sottoposto a un unico trattamento. Inoltre, la possibilità che il paziente non adotti stili di vita congrui a perdurare il risultato ottimale raggiunto, pone una responsabilità di obbligazione di risultati, se insorge la recidiva. _Sbiancamento chimico Con questo termine si intende la distruzione dei gruppi cromofori presenti in composti organici o inorganici. Questa metodica si realizza grazie all’azione di perossidi e di altri agenti sbiancanti che attraversano lo smalto, raggiungono la zona di unione tra smalto e dentina determinando processi di ossidazione che degradano i sistemi pigmentanti(9) (Fig. 3). Rompere una molecola cromogena in corrispondenza del doppio legame, oppure trasformare il doppio legame in un legame semplice, significa modificare radicalmente le proprietà fisiche e chimiche della molecola stessa e di conseguenza indurre nei prodotti di reazione l’effetto ottico di decolorazione. I doppi legami presentano una più elevata densità elettronica, per cui essi risultano di facile attacco da parte delle sostanze con spiccata attività. L’azione ossidante complessiva viene condotta dalle molecole elettrofile che si producono in questo processo di scomposizione del perossido di idrogeno: ossigeno nascente o atomico, radicale idrossile, idrogenione e ione ammonio. Tali molecole si muovono per diffusione nella struttura prismatica dello smalto, e a livello della zona amelo-dentinale, reagiscono con le molecole cromogene che si sono depositate nel tempo e responsabili dell’imbrunimento progressivo del dente. Le sostanze cromogene presentano doppi legami coniugati nella loro struttura chimica, e detti legami sono i principali responsabili della disposizione della molecola nello spazio e del fenomeno di risonanza elettronica strettamente connessi alla percezione del colore. Le onde elettromagnetiche, comprese nel campo del visibile (400 nm < λ < 700 nm) e considerate energia a bassa frequenza, sono in grado di eccitare gli elettroni di questi legami (assorbimento) e di essere poi ri-emesse, per caduta energetica, sempre nel campo del visibile; a questa componente riflessa è imputabile la percezione del colore. Il variare della concentrazione delle sostanze reagenti e della somministrazione di energie attivanti, modificano la quantità di specie chimiche elettrofile prodotte e questi determinano un più o meno efficace processo sbiancante. Il problema che bisogna risolvere sullo smalto è quello di gestire ambulatorialmente, in modo semplice e in assoluta sicurezza operativa, un efficace sbiancamento che non provochi potenzialmente irritazioni pulpari e sensibilità dentinale, e che elimini i radicali liberi prodotti durante la reazione chimica dello sbiancamento. L’efficacia del trattamento di sbiancamento dentale è relativa al singolo paziente (colore base: spessore dello smalto e dentina) e dipende fortemente anche dal tipo di colorazione presente: colorazioni arancioni, gialle o marroni hanno dimostrato, infatti, di rispondere meglio al trattamento chimico rispetto a macchie grigie o bluastre. _Analisi delle fasi che compongono la procedura clinica nell’intervento di sbiancamento professionale Prima di effettuare un qualsiasi trattamento sbiancante è necessario valutare le condizioni del cavo orale del paziente. Inoltre, l’approccio psicologico al paziente che deve sottoporsi a trattamento sbiancante è Fig. 3 32 cosmetic dentistry 4_2010 speciale sbiancamento_expert article di estrema rilevanza. Infatti, l’ambiente odontoiatrico viene percepito dalla maggior parte della popolazione come un luogo che conferisce al soggetto uno stato di disagio. Sarà bene quindi, da parte dell’igienista/odontoiatra, accogliere il paziente con un sorriso e mostrare cordialità. In un modo molto semplice il paziente si sente più rassicurato di poter risolvere i suoi problemi senza dolore o intensi fastidi. A questo punto, vengono indicate al paziente tutte le istruzioni necessarie per una buona collaborazione allo scopo di realizzare un successo del trattamento. Prima di iniziare è opportuno mostrare al paziente i prodotti e gli strumenti che verranno utilizzati, effettuando una brevissima prova nel suo cavo orale. In questo modo il paziente potrà riconoscere e accertarsi della validità delle parole dette dal professionista. Dopo aver preparato il paziente (igiene orale, profilassi e determinazione del colore), vengono applicati i dispositivi di protezione: per le labbra (che potrebbero venire in contatto con la miscela a base di perossido) e per gli occhi (protezione dalla luce a Led - Light Emitting Diodes). Si passa quindi alla protezione delle mucose dentali, applicando una barriera siliconica, polimerizzata con la stessa lampada a Led. Partendo dal solco gengivale, si estende il silicone per 2 mm in senso vestibolare. Tale protezione salvaguarda i tessuti molli dall’azione caustica che avrebbe il perossido d’idrogeno a contatto con essi (Fig. 4). Viene in seguito preparata una miscela di perossido d’idrogeno (concentrazioni consigliabili dal 25% al 30%) in forma liquida con il carrier sotto forma di polvere; la consistenza del gel ottenuto dovrà essere densa, in modo tale che rimanga adesa alla superficie dei denti. Si passa all’attivazione del gel con la lampada a Led. I tempi di attivazione variano dai 10 ai 16 minuti. Possono essere effettuate dalle due/tre applicazioni, e il gel tra un applicazione e l’altra Fig. 4 va sempre ripreparato. Per il trattamento Laser, i tempi di attivazione sono 20/30 sec. ad elemento dentario; due applicazioni con una pausa di 3/4 minuti tra l’una e l’altra. È importante informare il paziente di non assumere nelle prime 48 ore sostanze tannine (tè, caffè, vino rosso), alimenti acidi o ipertoniche (agrumi, soft drinks). Al termine del trattamento (Figg. 5, 6) si passerà al controllo dei risultati ottenuti, a tale scopo è possibile utilizzare lo Spettrofotometro(10). _Complicanze, tossicità ed effetti collaterali dello sbiancamento dentale? Diversi studi hanno suggerito che lo sbiancamento dentale può incrementare la solubilità di vari cementi tra cui i vetroionomerici. È stata riscontrata una riduzione della forza di legame tra smalto e materiali resinosi nelle prime 24 ore Fig. 5 Fig. 6 cosmetic dentistry 4_2010 33 speciale sbiancamento_expert article _Lo sbiancamento dentale come complemento motivazionale al programma di igiene orale? Fig. 7 Fig. 8 successive allo sbiancamento(11). La letteratura ha evidenziato che la maggior parte dei prodotti sbiancanti contenenti perossidi non hanno effetti sulla morfologia, la chimica, la micro durezza e l’ultrastruttura di smalto e dentina(12). La contraddizione nasce dall’aspetto limitante di alcuni studi in vitro che non rispettano fedelmente la situazione in vivo o che utilizzano prodotti che hanno un pH particolarmente basso da giustificare le variazioni riscontrate su smalto e dentina. Episodi di ipersensibilità dentinale dopo il trattamento di sbiancamento sono risultati essere fra gli inconvenienti maggiormente riportati dai pazienti. Alcuni studi hanno dimostrato che la sensibilità dentinale aumenta secondo una relazione lineare all’aumentare della concentrazione del perossido dallo 0 al 35%. Oltre il 35% la relazione diventa esponenziale o logaritmica(13). Lo sbiancamento dentale non deve essere considerato un trattamento di cosmesi che può esaurirsi in un solo atto, bensì un trattamento che possa venir ripetuto nel tempo, anche in occasione di richiami professionali di igiene orale. Lo stato motivazionale, nel riportare sempre più un sorriso gradevole, influenzerà positivamente l’adesione del paziente ai richiami professionali di prevenzione orale. L’obiettivo del richiamo di sbiancamento dentale deve essere rivolto a migliorare la luminosità, cioè il valore dello smalto (Figg. 7, 8). Infatti, già dopo i 50 anni si inizia ad evidenziare delle modifiche del colore dello smalto (sfumatura giallognola o giallo-marrone). L’aumento di spessore della dentina e del cemento contribuiscono alla prevalenza del colore giallo, mentre la diminuzione dello spessore dello smalto ne fa perdere la translucentezza. Oggi il mercato ci permette di scegliere i tempi e le concentrazioni che soddisfano le esigenze dei pazienti, e di attuare un programma di trattamento preventivo nel controllo dell’igiene professionale e domiciliare che consenta il mantenimento di una tecnica di sbiancamento attuata in ambito professionale. L’obiettivo proposto sarà di raggiungere un’igiene orale ottimale che valorizzi e aumenti nel tempo la durata dello sbiancamento dentale, valutando l’effettiva applicabilità e successo della metodica di trattamento sbiancante. La compliance positiva del paziente e la professionalità dell’igienista dentale e/o dell’odontoiatra saranno elementi chiave per il successo del trattamento. Infatti, la fiducia, l’empatia, la disponibilità, la cordialità e la semplicità sono tutti elementi da considerarsi contribuenti al successo terapeutico nella prevenzione orale. La tendenza all’adozione di stili di vita sani porterà sicuramente a una maggiore consapevolezza della salute rivolta verso un concetto positivo di benessere. _bibliografia 1. Eriksen HM, Nordbo H,Kantanen H et al. Chemical plaque control and extrinsic tooth discoloration. J Clin Periodontol 1985; 12:345-50. 2. Haywood VB, Heymann HO. Nightguard vital bleaching. Quintessence Int. 20:173-176, 1989. 3. Haywood VB, Leonard RH. Nightguard vital bleaching removes brown discoloration for 7 years: A case report. Quintessence Int 1998;7(20):450-1. 4. Sutcliffe P. Extrinsic tooth stains in 34 cosmetic dentistry 4_2010 children. Dent Pract 1967;(17)5:175-9. 5. Koeh MJ, Bove M, Schroff J et al. Black stain and dental caries in schoolchildren in Potenza, Italy. J Dent for Children; 2001; Sept/dec.;353-55. 6. Kugel G, Ferreira S. The art and science of tooth whitening. J Mass Dent Soc. 2005 Winter;53(4):34-7. 7. Decreto legislativo 24 febbraio 1997 n.46 in attuazione della direttiva 93/42/CEE: 8. Montagna F, De Leo D, Carli PO. La Responsabilità nella professione odontoiatrica. Ed. Promoass, Roma, 1998:125-126. 9. Maldonado R, Patino-Marin N, Hernandez Hernandez F. Effectiveness of treatment with carbamide peroxide and hydrogen peroxide. J Clin Pediatr Dent. 2003 Fall;28(1):63-7. 10. Fani G, Vichi A, Davidson CL. Spectrofotometric and visual shade measurements of human teeth using three shade guides. American Journal of Dentistry, Vol. 20, No. 3, June 2007. 11. Marigo L, La Torre D, Tomassi - Rumi G. Sbiancamento dei denti vitali, studio al S.E.M. con repliche. Dental Cadmos 8: 21-34, 2000. 12. Homewood C et al. Bonding to previously bleached teeth. Austr Orthodont J.2001;17:27-34.13. 13. Bowles WH, Ugweneri Z. Pulp chamber enetration by hydrogen peroxide following vital bleaching procedures. J.Endod 1987;13:375-7. notizie dalle aziende_prodotti L’equazione del benessere prevenzione = salute orale = estetica = benessere Pensate che i vostri pazienti si siano mai soffermati su questa considerazione? La risposta ve la dà GiDiEmmeSmile che da anni sta portando avanti una campagna di informazione e sensibilizzazione riguardo l’igiene e lo sbiancamento dentale. Nel corso del 2010, in collaborazione con importanti studi odontoiatrici del territorio, ha condotto una campagna promozionale presso i principali centri commerciali della città, analizzando attraverso un semplice questionario l’attuale stato dell’arte. Quanto ne è emerso è un pubblico tanto interessato, quanto disinformato: solo nel 34% dei casi, gli intervistati hanno dichiarato di aver ricevuto informazioni sul trattamento sbiancante all’interno dello Studio odontoiatrico, informazione peraltro giudicata non soddisfacente nel 66% dei casi. Come mai avviene ciò, considerato anche il fatto che oggi la ricerca è fortemente impegnata nella cura dell'aspetto fisico, salute e benessere? Tanto più che questo trattamento, nella sua economicità e immediatezza, rappresenta un potente strumento di fidelizzazione per lo Studio e di soddisfazione per il paziente. GiDiEmmeSmile ha trovato la risposta a questi interrogativi e, alla luce di quanto emerso, ora è al vostro fianco proponendo al professionista della salute orale una gamma di prodotti, servizi e formazione, personalizzati in base alle esigenze dello Studio per supportare lo staff dell’odontoiatra verso una proposta di salute e benessere, complementare alle cure specialistiche, che consolidi nel cliente la percezione di un servizio d’eccellenza. Per informazioni: GiDiEmmeSmile Srl Via Parini 1/8 40033 - Casalecchio di Reno (BO) Tel.: 051.6167418 - Fax: 051.6187757 [email protected] www.gdmsmile.com notizie dalle aziende_prodotti GripTab: un sistema efficace per manipolare i restauri indiretti Per informazioni: Micerium Spa Via G. Marconi, 83 16036 Avegno (GE) Tel.: 0185.7887.870 Fax: 0185.7887.970 E-mail: [email protected] www.micerium Finalmente un modo efficace per “manipolare” i restauri indiretti il cui posizionamento richiede precisione e mano ferma, e questo, a volte, può essere frustrante per il professionista. Può accadere che alcuni sistemi di posizionamento rilascino inaspettatamente il manufatto facendolo cadere per terra o in gola al paziente; il rischio è lo stesso se si usano le dita, considerando poi che non è mai facile lavorare con il cemento che si spande sui guanti. Quello che l’odontoiatra desidera è uno strumento che garantisca una tenuta pulita e sicura, e faciliti il posizionamento consentendo anche un facile rilascio del manufatto. Griptab risponde a questa esigenza. Pensiamo all’utilità del manico in una tazza; abbiamo applicato lo stesso principio ai restauri: Griptab è una sorta di manico che consente di manipolare questi piccoli oggetti con facilità, tenendoli sotto controllo. 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Sistematica cad/cam Echo: Soluzioni estetiche personalizzate in totale sicurezza Per informazioni: Sweden & Martina Spa Via Veneto, 10 35020 - Due Carrare (Pd) Tel.: 049.9124300 www.sweden-martina.com 36 cosmetic dentistry 4_2010 La sistematica cad/cam Echo permette di realizzare un’ampia gamma di protesi personalizzata caratterizzata da massima precisione, stabilità, biocompatibilità, ricercatezza estetica e versatilità di utilizzo. Attraverso l’utilizzo della sistematica Echo, gli odontoiatri posso offrire ai propri pazienti restauri traslucenti di elevato valore estetico e con elevatissima resistenza ai carichi occlusali, perfettamente adattati ai profili anatomici. La gamma dei prodotti comprende gli innovativi direct bridge (ponti implantari avvitati individuali), pilastri individuali e corone avvitate, cappette e strutture a ponte. 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Fig. 2_Paziente normodivergente: frontale (a), profilo (b), teleradiografia latero-laterale (c). Fig. 1a 38 Il concetto più attuale di odontoiatria e ortodonzia estetica e di estetica del volto deve tendere al raggiungimento dell’armonia facciale nel rispetto dell’equilibrio individuale tra forma e funzione. Come in ogni campo, la prevenzione è fondamentale, e un’efficace ortodonzia intercettiva nel bambino, abbinata a importanti valutazioni posturali, può essere utile nel ridurre la necessità di intervento. I riferimenti alle proporzioni auree, nella valutazione estetica della crescita cranio-facciale del bambino e dell’adolescente, sono state già considerati nel passato: Ricketts(1) ha riscontrato relazioni tra le divine proporzioni e la bellezza facciale in giovani donne, mentre al contrario Heiss(2) sosteneva che un viso attraente non era necessariamente basato sulle divine proporzioni(3). Uno studio recente(4) – condotto nel 2007 in retrospettiva su 183 soggetti selezionati tra quelli (età media 6,5 anni) trattati ortodonticamente nel Dipartimento di Ortodonzia della Rijks University, Groningen, Olanda, dal 1951 al 1976, e controllati poi nel tempo a un’età media Fig. 1b cosmetic dentistry 4_2010 Fig. 2a di 17 e 30 anni – ha riportato come, nella popolazione esaminata, le divine proporzioni facciali siano solo raramente presenti o vengano terapeuticamente raggiunte (Figg. 1a, b). La percentuale media di deviazione dal valore ideale di tutte le misurazioni, trasversali e verticali (indice di sproporzione) variava tra il 10,5% e il 18,1% per le femmine, e tra il 12% e 18,3% nei maschi, mentre le proporzioni tra dimensione trasversale e verticale della faccia cambiano mediamente molto poco dall’infanzia all’età adulta, pur essendoci grande variabilità tra i diversi soggetti (Figg. 2a-c; 3a-c; 4). Tutto ciò testimonia come le proporzioni di crescita variano in modo imprevedibile in rapporto alle proporzioni divine, considerate standard di bellezza, e che il riferimento alle proporzioni auree del volto, pur mantenendo un’importanza teorica come concetto filosofico del bello, non può avere importanza decisiva nella valutazione e programmazione di un intervento terapeutico nel bambino, adolescente o adulto. Lo studio estetico del volto nei bambini e Fig. 2b Fig. 2c speciality_ortodonzia estetica Fig. 3a Fig. 3b adolescenti deve considerare l’età del paziente e la sua crescita residua; le differenti analisi cefalometriche proposte nel passato, basate su misurazioni angolari e lineari dei tessuti molli e duri del volto, possono risultare incomplete o parzialmente efficaci per ottenere una diagnosi globale e un risultato estetico soddisfacente(5). Al momento della nascita, ad esempio, lo splancnocranio è considerevolmente meno sviluppato del neurocranio: nel bambino la relazione tra neurocranio e splancnocranio è 8:1; nell’adulto questa proporzione è ridotta a 2,5:1, perché lo splancnocranio cresce di più del neurocranio(6,7). La mandibola meno sviluppata rispetto al terzo inferiore tende a crescere più tardivamente, completando prima una crescita in larghezza, poi in lunghezza e quindi in altezza, secondo schemi di crescita di normo, ipo, o iperdivergenza del cranio, che possono essere controllati e contenuti ma difficilmente modificabili (Fig. 5). Il completamento della crescita craniale e del volto avviene in diversi momenti temporali per i tre piani dello spazio. La crescita trasversale delle ossa (compresa la larghezza delle arcate dentarie) tende a completarsi intorno al picco di crescita puberale (12-14 anni) ed è scarsamente influenzata dalle varianti di crescita nell’adolescenza. La crescita sagittale dei due mascellari continua durante la pubertà, completandosi prima nel sesso femminile tra i 14 e 15 anni, più tardi per il sesso maschile, mai prima dei 18 anni. La crescita verticale dei mascellari e della faccia continua più a lungo se comparata alla crescita longitudinale. Secondo Blanchette, i tessuti molli tendono a mascherare le discrepanze delle basi ossee; si osservano tessuti molli più spessi nei soggetti con angoli più piccoli e tessuti molli più spessi nei soggetti con angoli più grandi(8), ed anche Ferrario et al. riscontrarono correlazioni significative tra classe scheletrica e tessuti molli(9). Burnstone et al. ipotizzarono per questo la difficile prevedibilità dell’estetica facciale finale basandosi sugli standard dento-scheletrici(10) (Figg. 6a, b). Fig. 3c Fig. 4 Alla luce di questo, i canoni di valutazione estetica sono stati modificati e adattati a quelli del paziente in crescita. Tali canoni non prevedono misure lineari definite perché per i pazienti in crescita non si possono stabilire valori fissi, essendo la crescita individuale influenzabile e modificabile continuamente. Valutazioni posturali, considerate in una precedente trattazione(11), aiutano nelle varie fasi della crescita a intercettare atteggiamenti posturali anomali che possono nel tempo fissarsi e indirizzare la crescita di tutto il corpo verso condizioni non modificabili. Fig. 5 Fig. 3_La medesima paziente di Fig. 4: le proporzioni tra dimensione trasversale e verticale della faccia cambiano poco durante la crescita (a, b). Teleradiografia latero-laterale (c). Fig. 4_Sovrapposizioni dei tracciati cefalometrici: le proporzioni di crescita variano in modo imprevedibile in rapporto alle proporzioni divine (linea tratteggiata più finemente). Fig. 5_Teleradiografia latero-laterale. Soggetto maschio di 7,6 anni. Retroposizione mandibolare con ipodivergenza. _Valutazione del volto in visione frontale nel bambino Simmetria tra le diverse parti del viso Come per gli adulti, il volto del bambino deve tendere alla simmetria tra le parti sinistra e destra, valutando la linea mediana del volto, le diverse proporzioni delle due metà sinistra e destra, un’eventuale deviazione mandibolare, la posizione e la simmetria di occhi, orecchi e angoli della mandibola(12) (Fig. 7). Distanza tra occhi, naso e labbra Il rapporto 1:1 tra la larghezza delle labbra e la distanza tra i margini interni dell’iride rimane valido. Tuttavia, la base del naso del bambino dovrebbe essere più piccola della distanza intercantale e tenderà a crescere considerevolmente, Fig. 6a Fig. 6b Fig. 6_Visione laterale di soggetto maschio di 8,7 anni: i tessuti molli peri-orali tendono a mascherare le gravi discrepanze delle basi ossee (a). Teleradiografia latero-laterale del paziente (b). cosmetic dentistry 4_2010 39 speciality_ortodonzia estetica Fig. 7 Fig. 8 Fig. 7_Viso simmetrico di bambina. Fig. 8_Corretta distanza fra gli occhi, il naso e le labbra. Fig. 9_Il rapporto Tr-Me/Za-Za dovrebbe essere pari ad 1 nei soggetti giovani. Fig. 10_Eccessiva esposizione della sclera e deficit di sviluppo del terzo medio. Fig. 11_Il labbro superiore è leggermente più corto di quello dell’adulto con lieve incompetenza è normale nel bambino. Fig. 9 cosmetic dentistry 4_2010 Fig. 11 proporzionalmente alla crescita trasversale del cranio (Fig. 8). Gn = punto mediano tra il punto più anteriore e più inferiore del mento Rapporto tra terzo superiore, medio ed inferiore della faccia I parametri validi per gli adulti non lo sono per i bambini. Come già affermato precedentemente, il neurocranio cresce prima dello splancnocranio; per questo il terzo superiore della faccia si sviluppa prima del terzo medio e quest’ultimo prima del terzo inferiore. Infatti, il terzo inferiore dovrebbe essere più piccolo dei terzi medio e superiore. Quando il terzo inferiore della faccia si sviluppa precocemente ed è già ben rappresentato nel bambino, desta forti preoccupazioni e allarme, perché depone per una crescita eccessiva in senso sagittale e verticale. Esposizione della sclera Un’eccessiva esposizione della sclera, può esprimere un deficit dello sviluppo del terzo mediano del volto e/o un eccessivo sviluppo verticale (Fig. 10). Se ciò è visibile, e sono presenti altri sintomi (per esempio una respirazione orale, con naso a punta stretta, ridotti diametri trasversali del mascellare superiore con morso crociato, affollamento dentale nell’arcata superiore), si è in presenza di ipoplasia del mascellare superiore, con crescita di tipo iperdivergente e profilo convesso. Rapporto per l’equilibrio estetico Si suddivide la faccia con una linea simmetrica che passa attraverso la gabella, la punta del naso, il punto mediano del labbro superiore, il punto mediano del mento e la linea sub-orbitale. Il rapporto Tr-Me/Za-Za – che nell’adulto è 1,35 per il maschio e 1,3 per la femmina – dovrebbe avere un valore più basso nell’adolescente, che cresce più in altezza che in larghezza. Per questo motivo, il valore dovrebbe essere pari ad 1 nei soggetti più giovani e aumentare gradualmente durante la crescita per avere alla fine valori di riferimento normali (adulti) (Fig. 9). Tr = trichion; definisce il punto della linea dei capelli sulla linea mediana della fronte. Nella prima infanzia, può essere difficile identificare questa caratteristica a causa della irregolare linea di attaccatura dei capelli Za = angolo zygion; descrive il punto più laterale di ciascuna arcata zigomatica e corrisponde allo zygion osseo dell’osso malare Me = menton, esprime il punto mediano più basso sul bordo inferiore della mandibola NPT= punta del naso Sn = punto sub nasale Pg = punto mediano più anteriore del mento 40 Fig. 10 Esposizione incisale Nei bambini, durante la permuta, quando i denti sono esfoliati o sono in eruzione, non sono presenti punti di riferimento affidabili. Tuttavia, nel caso sia esposta una quantità considerevole di gengiva marginale durante il sorriso, si può essere in presenza di una crescita verticale anteriore eccessiva o di un’eccessiva protrusione mascellare. Chiusura delle labbra senza tensione Con la crescita, i tessuti molli tendono a rilassarsi, per cui un labbro superiore leggermente più corto di quello dell’adulto con modesta incompetenza labiale è normale nel bambino. Deve comunque tendere a scomparire dopo gli 8-9 anni (Fig. 11). _Valutazione del volto in visione laterale nel bambino Convessità scheletrica dell’area zigomatica alla commessura labiale Nei bambini il terzo facciale inferiore si sviluppa più tardi del terzo facciale medio, e la bolla adiposa del Bichat è molto sviluppata, giustificando una maggiore convessità del profilo delle guance rispetto all’adulto. speciality_ortodonzia estetica Prominenza del naso La prominenza del naso si misura dal punto subnasale (Sn), punto in cui la columella continua con il labbro superiore, alla parte pronasale del naso (punto anteriore più prominente del naso). Questa distanza (i cui valori normali nell’adulto variano da 16 a 20 mm) presenta ovviamente un valore inferiore nei bambini. Anche la forma del naso deve essere presa in considerazione, calcolando che con la crescita la punta tende a cadere in basso e in avanti (Fig. 12). Un angolo nasolabiale aumentato va considerato prima di una terapia. Un naso prominente controindica a un trattamento con estrazioni, e una forma convessa del naso e del profilo tende a peggiorare con la crescita; viceversa, la prognosi è migliore nei soggetti con profilo piatto o concavo del naso. In questi casi è assai utile osservare i genitori del bambino: occhi e naso sono infatti caratteristiche somatiche del volto con il più alto livello di ereditarietà. Angolo naso-labiale L’angolo naso-labiale può essere più aperto nel bambino se si calcola che la crescita della punta del naso verso il basso è più tardiva e che negli adulti la progressiva lassità dei tessuti molli tende a seguire le forze di gravitazionali. Per questa ragione, un labbro superiore leggermente più corto o in tensione e un sorriso gengivale maggiore di 3-4 mm, sono accettabili nel bambino. Curva delle labbra Entrambe le labbra superiori e inferiori devono presentare una lieve curva e concavità in avanti. Un solco labio-mentoniero molto marcato nel bambino può indicare un deficit sagittale e verticale mandibolare, e presuppone una tipologia di volto con angolo piccolo. Viceversa, la totale assenza di questo solco può indicare un marcato sviluppo mandibolare sagittale e verticale. I soggetti con angolo grande mascherano una III classe di Angle dento-scheletrica, e quelli con angolo piccolo una II classe, migliorando le compensazioni dentali che possono essere presenti in questi casi. _Rapporto corretto tra area sottomentoniera e terzo inferiore del volto Questo rapporto NTP-Gn/Sn-Gn, il cui valore normale è di circa 0,8, è più alto nei bambini, anche se la mandibola si sviluppa in lunghezza per due motivi: il terzo inferiore del volto continuerà a svilupparsi in altezza(13) e il profilo mento-collo è modesto nei bambini(14). Per queste ragioni, il valore normale nei bambini varia da 1 a 1,2; valori inferiori depongono per un deficit di crescita mandibolare, mentre valori più alti per una crescita maggiore della mandibola. Anche il tipo scheletrico del paziente deve essere esaminato; è ipotizzabile un valore diminuito in un bambino obeso e aumentato in un bambino longilineo(12). _Orientamenti ortodontici preventivi e terapeutici del paziente in crescita Eziopatogenesi delle dismorfosi del cranio e del volto Nel valutare una dismorfosi del cranio e del volto (fenotipo) dobbiamo considerare la complessa interazione tra il patrimonio genetico (genotipo) dell’individuo e i numerosi fattori ambientali che lo influenzano(12). Alcune volte è difficile valutare il peso dell’influenza dei fattori genetici nella determinazione di un certo fenotipo, altre volte il peso principale dei fattori ambientali e/o genetici è più palesemente evidente (ad esempio nel succhiatore cronico del dito con morso aperto, oppure in un paziente con agenesia familiare di alcuni elementi dentali). Fig. 12 Fig. 12_Bolla adiposa del Bichat molto sviluppata. Angolo naso-labiale aumentato. _Fattori genetici Il fattore genetico trasmesso riguarda per i denti, la formazione, le dimensioni e la forma, il numero con eventuali agenesie o soprannumerari. Il controllo genetico della crescita delle ossa mascellari si manifesta con maggiore evidenza sulla crescita verticale del cranio e sulla larghezza bizigomatica e bigoniale, mentre la crescita sagittale sembra essere maggiormente influenzata dall’ambiente(15). Peraltro, sono riportate alterazioni scheletriche ereditate in modo mendeliano (III classe di Angle), ma se a volte si tratta di alterazioni fenotipche controllate da geni singoli (ereditarietà monogenica), in altri casi si tratta di ereditarietà poligeniche, di più difficile previsione. Accanto alla considerazione dell’influenza genetica sul tessuto osteo-cartilagineo, molto importante è la componente geneticamente trasmessa del sistema neuromuscolare, che riconosce anche una sua componente acquisita. _Fattori ambientali Se i problemi di crescita alla base delle diverse dismorfosi scheletriche fossero unicamente legati a fattori genetici, l’ortodonzia avrebbe poche possibilità di modificare i “patterns” di crescita scheletrica, avendo l’unica possibilità di adattare (minimamente) le strutture dentali alla struttura scheletrica, che non può altrimenti essere modificata. È quello che avviene con l’orto- cosmetic dentistry 4_2010 41 speciality_ortodonzia estetica Fig. 13_Visione frontale del volto (a) e delle arcate (b) di un soggetto femmina di 8,7 anni con deglutizione atipica, respirazione orale e grave incompetenza labiale. Fig. 14 _La stessa paziente di Fig. 13 con un dispositivo funzionale in situ (a) e alla fine della terapia di rieducazione neuro-muscolare (b). Fig. 15_La stessa paziente di Fig. 1314 dopo 10 anni. Viso (a) e arcate (b). donzia del paziente adulto o del giovane in dentizione permanente. È ormai chiaro come la durata sia molto più importante dell’intensità nella biomeccanica della pressione sull’unità dento-scheletrica responsabile della crescita. Grande influenza sulla morfogenesi deriva dalle pressioni muscolari anomale derivate da parafunzioni (deglutizione atipica, respirazione orale), abitudini viziate (succhiamento del dito ecc.), funzioni neuromuscolari alterate che si perpetuano per lunghi periodi, prima che vengano intercettate e risolte (Figg. 13a, b; 14a, b; 15a, b). Si possono avere pressioni neuromuscolari anomale in statica e dinamica. I disequilibri neuromuscolari legati alla postura sono in grado di modificare la crescita cranio-facciale, quindi una valutazione dell’intera postura corporea deve valutare non solo capo, colonna, bacino ed arti, nelle diverse proiezioni, ma anche collo, mandibola, lingua, guance e labbra(12). _Disgnazie sul piano sagittale Terapia intercettiva delle 1e classi La classe I scheletrica, definita con rapporti di normo-occlusione molare e canina, può presentare: _ affollamento per disarmonia dento scheletrica; _ alterazione della linea mediana per agenesie o sovrannumerari; _ presenza di diastemi; _ linguo o vestiboloversione anteriore. Si può associare ad alterazioni sul piano frontale (deviazione mandibolare, morso crociato laterale mono o bilaterale) e verticale (morso aperto o profondo). Queste alterazioni possono condizionare nell’adulto, l’estetica del volto, influenzando le proporzioni del viso (altezza e larghezza), il tono e la prominenza labiale, l’estetica del sorriso, la presenza di asimmetrie sul piano frontale, legate a morso crociato monolaterale e/o deviazione mandibolare. _Terapia intercettiva delle 2e classi Fig. 13a Fig. 13b Fig. 14a Fig. 14b Fig. 15a 42 L’obiettivo di questa terapia è di correggere precocemente la discrepanza scheletrica sagittale tra mascellare superiore e inferiore, agendo sulla loro crescita. Apparecchi funzionali possono stimolare la crescita mandibolare, se le indicazioni diagnostiche depongono per un deficit di crescita mandibolare, o ostacolare l’eccessiva crescita mascellare, o agire in entrambi i modi se la 2a classe ne è la risultanza. Un’eccessiva prominenza del mascellare superiore condiziona profilo e competenza delle labbro, con concomitante o meno presenza di un sorriso gengivale. Nelle forme di classe 2a II divisione, invece, le eccessive forze muscolari dei muscoli mentali e labiali determinano un profilo con angolo labiodentale piccolo. Fig. 15b cosmetic dentistry 4_2010 _Terapia intercettiva delle 3e classi L’obiettivo è quello di ripristinare al più presto i rapporti di classe 1a con azione di ostacolo ortopedico-funzionale alla crescita mandibolare e concomitante stimolo alla crescita mascellare. Inoltre, per la componente genetica della 3a classe, è consigliabile intervenire il più precocemente possibile – ricordando che la crescita del terzo inferiore continua più a lungo del resto dello splancnocranio, soprattutto nei maschi – e considerare la concreta possibilità di parziale insuccesso della terapia. speciality_ortodonzia estetica _Disgnazie sul piano verticale Come descritto per le forme a prevalente componente sagittale, morso profondo e morso aperto caratterizzano in modo prevalente la crescita del viso in modo ipodivergente e iperdivergente, rispettivamente. Intercettazioni precoci della patologia e delle alterazioni cause di esse condizionano la crescita e l’aspetto futuro del volto, soprattutto nella componente verticale. _Disgnazie sul piano frontale Lo studio delle asimmetrie cranio-facciali considera la simmetria delle due metà destra e sinistra, la centratura della linea mediana dentale, i rapporti tra linea mediana dentale e frenuli labiali superiori e inferiori e centro del naso e del mento nei punti NPT e Pg, per identificare eventuali deviazioni anche solo dentali. La risoluzione del morso crociato monolaterale, con dispositivi ortodontici permette la crescita anteriore della mandibola senza componenti laterali devianti, che potrebbero condurre ad asimmetrie strutturali per ipersviluppo e iposviluppo delle due metà. Deviazioni della linea mediana possono anche essere dovute a deviazioni funzionali della mandibola a livello condilare: l’intervento precoce con apparecchi decodizionanti la muscolatura (bite) permette il riallineamento mandibolare. _Conclusioni La valutazione estetica nelle diverse fasi della vita, dal bambino all’adolescente sino al giovane adulto, deve indirizzare verso modalità di intervento differenti: preventive, intercettive e terapeutiche. Un approccio preventivo multidisciplinare rappresenta la chiave vincente nell’intercettazione e risoluzione di quei problemi morfo-funzionali, che amplificandosi con il trascorrere del tempo renderebbero più difficile il raggiungimento dell’equilibrio estetico individuale, dove anche l’aspetto psicologico con la migliore accettazione di sé, percepita ad ogni età, rappresenta un altro elemento irrinunciabile per il raggiungimento del completo successo terapeutico. Per contatti: prof. Giovanni Olivi E-mail: [email protected] La bibliografia è disponibile presso l’Editore. TECNICHE DI MEDICINA ESTETICA DEL VISO Autori: Ezio Costa Alessio Redaelli La collana presenta i materiali d’uso più recenti e innovativi nelle varie concentrazioni. Naturalmente tutte sostanze riassorbibili e assolutamente sicure. Verranno illustrate modalità di utilizzo, profondità e zone di iniezione e le tecniche per avere i migliori risultati. Per la parte pratica, l’opera dà la possibilità di valutare anamnesi, analisi facciale e piano di trattamento. Seguiranno per ognuno dei casi la dimostrazione accurata di ogni fase terapeutica con immagini video e documentazione fotografica. L’intenzione è quella di dare un facile supporto consultativo. 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Questo significa che il nostro sforzo dovrà rivolgersi al passaggio da una pratica fondata sulla tradizione a una supportata dall’evidenza scientifica. Conseguenza diretta di questo orientamento è la necessità di un collegamento tra ricerca e pratica professionale, vissuto ed elaborato da noi Igienisti. Per questo è nata la Società Italiana di Scienza dell’Igiene Orale. Per aiutare gli Igienisti a basare la pratica sulle prove di efficacia rinunciando a una comoda autoreferenzialità e sviluppando spirito critico e capacità di mettersi in discussione attraverso un aggiornamento continuo. Sisio intende proporre questo percorso a tutti gli Igienisti, ma soprattutto a coloro che nel settore sono in grado di mantenere una mente aperta e una vera attitudine scientifica, ovvero capacità di cogliere il nuovo anche quando questo contraddica la propria quotidianità. John Dewey, filosofo e pedagogista statunitense, scriveva che l’educazione è ricostruzione e riorganizzazione dell’esperienza, a partire dai fatti. Queste sono le nostre idee da cui scaturisce il sogno di un processo per mezzo del quale gli Igienisti assumano le decisioni cliniche utilizzando le migliori ricerche, la loro ’esperienza clinica e le preferenze del paziente, nel contesto dell’ambiente professionale in piena autonomia. Arrivederci dunque a Pisa il 6 e 7 maggio per il nuovo Congresso della Società, che, non a caso, si svolgerà con lo slogan “Facciamoci avanguardia: riflessioni critiche sulla pratica quotidiana”. Quali sono e saranno i rapporti con le altre associazioni scientifiche internazionali di igienisti? L’importanza dell’aggiornamento scientifico e di ricerca va oltre i confini nazionali. Per questo riteniamo una nostra mission quella di intraprendere scambi culturali, di idee e rapporti con altre Società Scientifiche del settore. Nel 2009 insieme con tesoriere Olivia Marchisio, abbiamo avuto modo di partecipare al Congresso Internazionale - America 44 cosmetic dentistry 4_2010 del Nord delle rispettive Società scientifiche di Igiene Orale, organizzato presso la prestigiosa sede del National Institutes of Health di Bethesda nell’Auditorium del National Institute of Dental and Craniofacial Research. La North American Dental Hygiene Research Conference, dal titolo “Opportunities for Advancing Dental Hygiene Research”, ci ha confermato che sta nascendo col pieno coinvolgimento degli Igienisti, la Scienza dell’Igiene Orale. L’occasione ci ha portato a intraprendere una fitta rete di scambi: l’anno scorso ha partecipato al nostro nazionale la Presidente della società canadese, Salme Lavigne e quest’anno parteciperà Joann Gurenlian che fa parte della Società di Ricerca di Igienisti Dentali Americana. Ovviamente i nostri obiettivi non finiscono qui ma siamo sempre aperti ad interfacciarci con colleghi professionisti nel settore della ricerca. Può anticiparsi alcuni temi clou del congresso in attesa del programma definitivo? Quest’anno abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sull’approccio clinico e di ricerca della pratica quotidiana dell’igienista. Questa affermazione sembra in contraddizione, ma non esiste un bravo ricercatore che non sia anche un bravo clinico. Per questo abbiamo invitato esponenti del mondo della prevenzione, leader nella clinica e nella ricerca. Si parla molto di qualità nella pratica odontoiatrica. La Sisio se ne farà portatrice per la vostra pratica clinica? Nella pratica può capitare che pazienti appena trattati da altri operatori presentino ancora lesioni che, trattate nuovamente da un altro, finiscono con l’andare a posto o migliorare ulteriormente in modo netto. Tali rilievi e considerazioni introducono la necessità di un controllo di qualità della nostra prestazione come premessa per una reale affermazione di una Scienza dell’Igiene Orale. In altre parole, per affermare la nostra professionalità e nella prospettiva di garantire al paziente la cura migliore, occorre giungere alla presa di coscienza che occorre valutare e promuovere la qualità delle prestazioni fornite. Da ciò la necessità dello sviluppo di competenze specifiche e di strumenti per il monitoraggio della qualità. _Patrizia Gatto meeting_cosmetic events Tecnologia adesiva self-etching Lo stato dell’arte secondo i suoi aspetti clinici e scientifici Dr. Toru Nikaido Tokyo Medical and Dental University. Dr. Mauro Belluz Università degli Studi di Milano (Polo S. Paolo). 46 cosmetic dentistry 4_2010 _In collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, lo scorso 21 ottobre Kuraray Dental ha organizzato una serata di approfondimento sull’adesione ai substrato dentali e su ciò che questa tecnologia ha significato per la moderna odontoiatria. Organizzato nell’elegante cornice dell’Hotel Melià di Milano e presentato e condotto dai professori Dino Re e Eugenio Brambilla, l’evento ha visto salire sul podio due relatori d’eccezione, il dottor Toru Nikaido di Tokyo e il dottor Mauro Belluz di Milano. In qualità di ricercatore della Tokyo Medical and Dental University, il dottor Nikaido ha portato il suo contributo sugli aspetti basilari della tecnologia adesiva, analizzando in modo particolare le tecniche e i materiali che nel corso degli anni sono stati i protagonisti di rilievo dello sviluppo della moderna odontoiatria. La spiegazione dei meccanismi d’azione degli adesivi 3 step, 2 step e 1 step, con i relativi vantaggi e svantaggi dal punto di vista clinico e operativo, è stata supportata da un’approfondita evidenza scientifica, presupposto indispensabile per la validazione di qualunque nuovo protocollo o prodotto. L’attenzione si è poi focalizzata sugli adesivi self-etching e su come questa formulazione risponda alle esigenze cliniche di forza adesiva e di riduzione dei fenomeni di sensibilità post-operatoria. In particolare, la messa in evidenza delle caratteristiche dell’adesivo Clearfil SE Bond è stata l’occasione per illustrare l’innovativa molecola MDP, di cui Kuraray detiene il brevetto esclusivo, che risulta essere più efficace e stabile rispetto ad altri monomeri funzionali. Infine, la relazione del dottor Nikaido ha evidenziato come le moderne tecniche di adesione siano legate all’innovativo concetto di “super dentina”. La capacità del monomero adesivo di interagire con l’idrossiapatite porta infatti alla creazione di una dentina che risulta superiore in termini meccanici, chimici e biologici. La super dentina permette quindi al dente di essere più resistente e meno soggetto all’insorgere di carie secondaria. La parola è poi passata al dottor Mario Belluz, dell’Università di Milano Polo S. Paolo, la cui relazione ha permesso a tutti i partecipanti di ripercorrere le tappe fondamentali dello sviluppo dell’odontoiatria adesiva, a partire dalle intuizioni di Bonocore, considerato il padre dell’adesione, fino ai giorni nostri. Con uno stile espositivo chiaro e coinvolgente, il dottor Belluz ha più volte sottolineato che gli adesivi sono prodotti complessi e che quindi è necessario conoscerne bene le caratteristiche e i diversi meccanismi di azione – e di conseguenza di applicazione – per poterli utilizzare al meglio. La prima parte della sua relazione è stata quindi dedicata all’approfondimento dei vantaggi e dei limiti di ogni tipologia di adesivo, con particolare attenzione alle metodiche etch and rinse e selfetch e alle ultime evidenze relative all’utilizzo di materiali antibatterici in grado di garantire nel tempo una maggiore durata del legame adesivo. Nella seconda parte, le immagini di diversi casi clinici hanno permesso di evidenziare ancora una volta come la conoscenza delle diverse caratteristiche dei prodotti possa aiutare il clinico a scegliere quello più idoneo all’applicazione specifica. Concludendo, il dottor Belluz ha affermato che se da una parte la ricerca deve proporre materiali sempre meno operatore-dipendenti, dall’altra il clinico deve imparare a essere sempre più preciso e rigoroso nell’utilizzare prodotti così fondamentali per il successo a lungo termine di un restauro. Le domande rivolte a entrambi i relatori a fine serata hanno rappresentato l’ulteriore testimonianza dell’interesse suscitato dall’argomento, confermando ancora una volta come gli eventi aziendali, se organizzati nel rispetto di uno scopo formativo, possano rappresentare una reale occasione di approfondimento culturale per il clinico. meeting_cosmetic events Esthetics meets Aesthetics Guido Picciocchi, responsabile scientifico studenti ESCD (European Society of Cosmetic Dentistry) 48 cosmetic dentistry 4_2010 _Secondo il filosofo Hegel, la verità sta all’apice di un triangolo, le sue basi, invece, sono una tesi e un’antitesi; ciò significa che per capire un concetto più grande bisogna analizzare un fatto e il suo contrario (analizzando il bianco e il nero arriviamo al concetto di colore). Con questa premessa, il Congresso svoltosi a Londra, “Esthetics meets Aesthetics” nel mese di settembre, può essere un buon canale per fare luce sul mondo dell’Odontoiatria estetica. Cio che è avvenuto dal 23 al 25 settembre è stato un confronto tra due scuole di pensiero contrapposte, l’Associazione Americana di Cosmetica Dentale, e il filone europeo guidato dalla Società Europea di Cosmetica Dentale, insieme ai padroni di casa inglesi della BACD. Il Congresso si è sviluppato in tre giorni di relazioni, comprensivi di workshop su iscrizione. Ad aprire l’evento è stato Frank Spear, che ha tenuto una lectio magistralis su un argomento di grande attualitàil bruxismo, le sue fasi e le perdite di dimensione verticale determinate da cibi acidi o reflussi gastrici. Quasi tutto il primo pomeriggio è stato affrontato su come risolvere le problematiche estetiche in maniera orto-protesico-conservativa nei vari casi clinici. Il secondo giorno è cominciato da una presentazione a 360 gradi su come implementare il proprio volume di affari con i media e i social network, dato lo spostamento sia dell’informazione che del marketing via etere, sull’ utilizzo del laser in Cosmetica per quanto riguarda la gestione di tessuti rosa e bianchi, di Veneers senza preparazione e filler estetici; in questo modo, l’auditore ha potuto avere visione dei vari aspetti clinici e multidisciplinari di cui si deve tenere conto du- rante un piano di trattamento e un piano di lavoro. Il cuore della giornata è stato però la sessione combinata del prof. Le Sage, a rappresentare gli americani insieme al dr. Dalloca, sostenitore del pensiero del vecchio continente. Entrambi hanno illustrato durante la sessione mattutina la loro visione dell’Estetica, la scuola d’oltreoceano e soprattutto della costa ovest, che si affida soprattutto a concetti di proporzioni matematiche, “contro” quella europea bastata su concetti artistici e di percezione, per poi proseguire il pomeriggio con un interessante e divertente dibattito, dove un singolo caso veniva affrontato dai due relatori in maniera quasi opposta secondo i loro principi. La sera ci si è spostati poi nell’affascinante zona di Westminster, dove è stato organizzato un elegante tour notturno della House of Common, il Parlamento inglese, terminato con un aperitivo nella sala del Big Bang, davvero suggestivo per un contesto di artisti dell’uomo nell’ arte prodotta dall’uomo. Si è concluso, quindi, con una mattinata su argomenti di restaurativa, comunicazione strategica con il paziente, per ben centrare gli obiettivi finali del trattamento e sessioni di odontotecnica per l’approfondimento dei materiali protesici, oltre alle classiche certificazioni per i membri attivi delle tre società organizzatrici. Come già sottolineato, la bellezza di questi eventi è la multidisciplinarietà degli argomenti trattati, necessari per chi si occupa di estetica, nonché l’occasione di ascoltare e confrontarsi con menti brillanti del panorama odontoiatrico. Aprire la mente, nuove idee, innovare: tre suggerimenti per crescere. _Guido Picciocchi meeting_cosmetic events Cosmetic events _italia USO DELLE TECNICHE DI MEDICINA ESTETICA NEL TERZO MEDIO/INFERIORE DEL VOLTO Data: Dove: Corso pratico di perfezionamento Tel.: 15 gennaio 2011 Studio Dott. Ezio Costa - via Mancalacqua 62, Lugagnano (VR) +39.346.1294010 CORSO PRATICO SU PAZIENTI DEI DENTI VITALI Data: 22 gennaio 2011 Dove: Istituto Stomatologico Tirreno - Centro di Odontoiatria dell’Ospedale della Versilia - via Aurelia 335, Lido di Camaiore (LU) Contatti: Dott.ssa Annamaria Genovesi, Dott.ssa Chiara Lorenzi Tel.: 0584.6059888/89 _ [email protected] CORSO DI AGGIORNAMENTO IN ODONTOIATRIA ESTETICA E RESTAURATIVA Data: febbraio-dicembre 2011 Dove: Ospedale S. Martino - Pad. 4 - Largo R. Renzi 10, Genova Contatti: Sig.ra Alessandra Leonardi Tel.: 333.8978372 [email protected] _ www.centrolaser.unige.it CONGRESSO NAZIONALE SIO: NUOVE FRONTIERE IN IMPLANTOLOGIA Data: 11-12 febbraio 2011 Dove: Palazzo della Cultura e dei Congressi, Bologna Contatti: MV Congressi Tel.: 0521.290191 Fax: 0521.291314 [email protected] _ www.osteoinegrazione.it _europa AMWC 2011 – MONACO: 9TH ANTI-AGING MEDICINE WORL CONGRESS Data: 24-26 marzo 2011 Dove: Grimaldi Forum, Monte Carlo Contatti: Euromedicom Tel.: +33(0)1.56837800 _ www.euromedicom.com _resto del mondo AEEDC - DUBAI 2011: 15° ANNIVERSARY UAE INTERNATIONL DENTAL CONFERENCE & ARAB DENTAL EXIBITION Data: 1-3 febbraio 2011 Dove: Dubai International Convention & Exibition Centre _ www.aeedc.com I pazienti e le loro famiglie sono il patrimonio più importante dello Studio Dentistico Informi i suoi pazienti e promuova la sua professione SORRIDIAMO È IL PRIMO PERIODICO DI INFORMAZIONE AL PAZIENTE SU NOVITÀ IN CAMPO ODONTOIATRICO, SALUTE, BELLEZZA E BENESSERE. 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Srl C.so Sebastopoli, 225 10137 Torino Tel. 011 0463350 Fax 011 19715882 E-mail: [email protected] www.tueor.it TURIN EDITORIAL ORGANIZATIONS Amministratore Patrizia Gatto Comitato scientifico Giancarlo Barducci Gaetano Calesini Antonio Cerutti Matteo Chiapasco Ezio Costa Lorenzo Favero Gianni Maria Gaeta Francesco Mangani Domenico Massironi Giovanni Olivi Daniele Rondoni Tiziano Testori Fernando Zarone Realizzazione TU.E.OR. Srl - www.tueor.it Stampa Graphichescalve Spa, Loc. Ponte Formello Vilminore di Scalve (BG) Coordinamento e Spedizione Edizioni Grafiche Mazzucchelli Srl Pubblicità Enrica Casalegno [email protected] Alessia Murari [email protected] Carla Ragni [email protected] cosmetic_Copyright Cosmetic Dentistry è una pubblicazione a periodicità trimestrale di Tueor Srl. Rivista, immagini e articoli pubblicati sono protetti dal copyright. È quindi proibito qualunque tipo di utilizzo senza previa autorizzazione dell’Editore, soprattutto per quanto concerne duplicati, traduzioni, microfilm e archiviazione su sistemi elettronici. Le riproduzioni, compresi eventuali estratti, possono essere eseguite soltanto con il consenso dell’Editore. In mancanza di dichiarazione contraria, qualunque articolo sottoposto all’approvazione della Redazione presuppone la tacita conferma alla pubblicazione totale o parziale. La Redazione si riserva la facoltà di apportare modifiche, se necessario. Non si assume responsabilità in merito a libri o manoscritti non citati. Gli articoli non a firma della Redazione rappresentano esclusivamente l’opinione dell’Autore, che può non corrispondere a quella dell’Editore. La Redazione non risponde inoltre degli annunci a carattere pubblicitario o equiparati e non assume responsabilità per quanto riguarda informazioni commerciali inerenti associazioni, aziende e mercati e per le conseguenze derivanti da informazioni erronee. Cosmetic Dentistry è pubblicata in Italia su licenza di Cosmetic Dentistry International. Per la foto di copertina: © iStockphoto.com. 50 cosmetic dentistry 4_2010 MOLTO DI PIÙ PER L’ESTETICA “Enamel plus HRi” • Unico smalto in composito con stesso indice di rifrazione dello smalto naturale • Aumenta la qualità • Semplifica la tecnica • Riduce il tempo operatorio CHR6B Enamel Family è composto da: Enamel plus HRi e HFO, Enamel Temp, Enamel Tender, Ena Post, Ena Cem, Ena Bond, Tender Fiber, Ena White, Ena Soft, Flow, Shiny, ecc. 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