Biogas, l`altra faccia della medaglia

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Biogas, l`altra faccia della medaglia
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Giudicarie e Rendena
mercoledì
22 novembre 2006
ENERGIA
LE PERPLESSITÀ
Dal Cige elenco
di dieci motivi
per i quali
preoccuparsi
«Il letame da solo
non basterà»
DAONE - Preannuncia battaglia per questa sera Giantomaso Aliprandi, il rappresentante di «Daone libero e democratico», la lista di opposizione che
si è presentata alle elezioni del
maggio 2005 con una caratteristica particolare: quasi tutti i
candidati sono bresciani.
La riunione di consiglio comunale in sé sembra di quelle
destinate a finire in fretta. Infatti all’ordine del giorno il sindaco Ugo Pellizzari ha messo
quasi esclusivamente l’approvazione di regolamenti. Ma c’è
un ma. Aliprandi ha presentato il 31 ottobre un’interrogazione, che non è stata messa all’ordine del giorno, cosa che
Daone, il consigliere denuncia misure diverse sugli abusi edilizi
Aliprandi preannuncia battaglia
ha fatto imbufalire l’interessato. Il fatto è che, come denuncia Aliprandi, «non è la prima
volta che dimenticano di mettere le mie interrogazioni all’ordine del giorno. Per questo
ho già fatto un ricorso al Servizio autonomie locali della Provincia».
Anche questa volta il consigliere bresciano si è rivolto alla Provincia, e ha pure chiesto
l’inserimento dell’interrogazio-
ne fra i punti da discutere. Si
tratta, peraltro, di un’interrogazione spinosa perché pone
l’accento sui comportamenti
dell’Ufficio tecnico intercomunale a proposito di controlli su
abusi edilizi.
«Faccio presente - scrive nell’interrogazione Aliprandi - che
l’esperimento di sindacato politico esercitato da me come
consigliere comunale di minoranza viene considerato da que-
sta amministrazione come una
perdita di tempo per gli uffici
e per l’amministrazione stessa». E poi entra nel merito per
spiegare che «dalla verifica di
alcune pratiche urbanistico-edilizie da me consultate sono sorti dubbi su procedimenti che a
mio parere presentano delle incongruenze, contrapposizione
di applicazione, confusione interpretativa su contenuti simili, cioè mancanza del principio
Biogas, l’altra faccia della medaglia
Opuscolo critico nelle case
di Bleggio, Fiavé e Lomaso
di ANGELO ZAMBOTTI
FIAVÉ – Nei giorni scorsi è
stato recapitato alle famiglie
di Bleggio, Fiavé e Lomaso un
opuscolo con il quale il Comitato Iniziative Giudicarie Esteriori «La mia valle è la mia casa» espone dettagliatamente
le proprie perplessità sull’impianto di biogas che dovrebbe sorgere sul territorio comunale di Fiavé, nella zona di
Valéc, interessando poi anche
i Comuni di Lomaso e Bleggio
Superiore, nei quali è prevista la locazione di vasche per
il digestato .
Nelle otto pagine del fascicolo, intitolato appunto «Maxi-impianto di biogas a Fiavé… dieci buoni motivi per
preoccuparci», il Cige presenta le conseguenze che porterebbe tale opera. Innanzitutto ci si chiede com’è possibile affermare che l’impianto risolverà il problema dell’inquinamento derivante dai liquami, e soprattutto perché non
si sia cercata una soluzione
alternativa. Il Cige osserva poi
come nel tempo sia mutato lo
scopo primario dell’impianto: inizialmente doveva provvedere a risolvere il citato
problema ambientale, ora il
fine principale sembra la produzione di energia. La capacità del liquame bovino di
produrre energia è però estremamente bassa, quindi si prevede di utilizzare anche letame, silomais, siloerba, mele
e patate; da qui nasce un altro interrogativo: viste le considerevoli dimensioni del-
Via libera provinciale
Casa Coni
ok al prezzo
TRENTO – Il Comitato
dal Comitato tecnico amministrativo della Provincia
ha ritenuto congruo, nella
seduta di ieri, il prezzo di
stima del compendio immobiliare della «Casa Coni» di Madonna di Campiglio, che passerà in proprietà alla Patrimonio del Trentino Spa per un valore di
nove milioni di euro.
Su quest’area vi è un progetto intercomunale, portato avanti dalle amministrazioni di Ragoli e di Pinzolo, che prevede la realizzazione di un centro scolastico, di una palestra-palazzetto dello sport, edifici residenziali e a destinazione
alberghiera, un grande parcheggio ed un centro commerciale. Il tutto per una
volumetria complessiva di
22.000 metri cubi. Un’operazione da 10.746.000 euro, secondo il progetto preliminare approvato un paio di mesi fa, escluso l’acquisto dell’immobile.
CRITICATO. L’impianto
di biogas visto in Germania
dagli amministratori
delle Giudicarie Esteriori
l’opera (dimensionata per lavorare circa 100.000 tonnellate di matrici all’anno), non
c’è il rischio che l’impianto
diventi una discarica per il
Trentino, come successo all’impianto di biogas di Aldino, concepito inizialmente
per lavorare liquami e biomasse locali, ma che ora accoglie anche parte dell’umido domestico raccolto a Bolzano? C’è poi da chiedersi dove andranno a finire 100.000
tonnellate di digestato: secondo il Cige c’è il pericolo che
Stasera a Darzo primo evento con la Rurale: la presentazione del libro di Gianni Poletti
Nuova sede, la Giudicarie Valsabbia festeggia
DARZO – La seconda parte della settimana si
presenta per la Cassa Rurale Giudicarie-Valsabbia-Paganella all’insegna dell’intensità. L’occasione è fornita dall’inaugurazione della sede, a Darzo, sottoposta ad un lavoro di ristrutturazione.
Si comincia questa sera (appuntamento alla casa sociale di Darzo alle 20.30) con la presentazione di un libro. Si tratta della pubblicazione degli
Statuti del paese, con un inserto particolare: una
ricerca effettuata dallo storico locale Gianni Poletti sugli alberi genealogici delle famiglie storiche di Darzo.
Sugli statuti ci sarebbe molto da raccontare. Ci
limitiamo a sottolineare che comunità senz’altro
meno istruite delle attuali erano comunque in grado di dotarsi di forme di autogoverno e di regole
precise anche 500 anni fa, con l’obiettivo di vivere meglio, anzi, di convivere meglio. Nascevano
così gli statuti.
Quanto alla ricerca, se ne parlava da tempo in
Cassa rurale. Nel paesino minerario del basso Chiese i cognomi presenti oggi e anche nell’Ottocento sono ed erano sei. Certo, soprattutto negli ulti-
NATURA
mi decenni il mondo si è rovesciato: in paese (come in tutti i paesi, intendiamoci) sono arrivati immigrati dall’interno e dall’estero. Basti guardare
l’elenco telefonico per averne buona testimonianza: ai Beltrami e ai Marini, ai Rinaldi e ai Giacometti, ai Donati e ai Briani si sono aggiunti cognomi mai sentiti e talvolta complicati da pronunciare. La ricerca di Poletti (fatta consultando i registri parrocchiali del 1800) rappresenta in un certo senso una forma di recupero delle radici da parte degli abitanti storici del paese.
Le celebrazioni per l’inaugurazione della sede
proseguiranno venerdì sera con un incontro conviviale in cui l’economista francese Jean Paul Fitussi (collaboratore di quotidiani importanti e consigliere di amministrazione di Telecom) parlerà
ad un parterre di imprenditori, mentre il clou è
previsto per sabato, con un convegno al mattino,
cui interverrà lo stesso Fitussi, accanto ai professori Enrico Zaninotto ed Ugo Morelli, moderati
dall’ex direttore generale della Rai Franco Iseppi.
Sabato pomeriggio inaugurazione vera e propria, con cena finale a base di prodotti tipici.
finiscano anche nei terreni di
persone che non hanno nulla
a che vedere con le aziende
agricole.
L’impianto porterà poi un
notevole traffico di mezzi pesanti nella zona di Valéc, e di
riflesso sulle strade dei paesi limitrofi. Si calcola che verranno effettuati circa 4.500
viaggi annui per il solo conferimento dei materiali all’impianto di Valéc, oltre a tutti i
successivi spostamenti per il
trasporto del digestato alle
vasche di stoccaggio e quindi da queste verso i campi per
lo spargimento. Oltre a peggiorare la qualità di vita dei
giudicariesi, il traffico causato e l’impatto ambientale, saranno, secondo il Cige, volano del declino turistico della
zona. Problema non irrilevante è anche il costo dell’opera:
saranno investiti 7.200.000 euro, a fronte di un utile previsto stimato in 30.000 euro.
Al finanziamento dell’opera, oltre alla Co.Ge.Gas. (consorzio di imprenditori agricoli locali costituito ad hoc),
parteciperanno anche Comuni e Ceis, quindi con il coinvolgimento indiretto di cittadini giudicariesi e di soci del
Consorzio elettrico.
Chiudendo l’opuscolo informativo, il Cige si augura che
la Commissione impegnata
nella progettazione dell’impianto renda partecipi i cittadini, informandoli su finalità,
finanziamenti, caratteristiche
e rischi di tale opera che rivoluzionerà, nel bene o nel
male, la vita dei paesi delle
Esteriori alla destra del Sarca.
l'Adige
di equità e giustizia nell’applicazione delle norme. In un caso si usa un metro applicativo,
nell’altro ci si comporta esattamente all’opposto».
In sostanza, «il principio normativo applicato è che in assenza del consenso dei rispettivi
proprietari e con la mancanza
del necessario titolo non è possibile sanare opere abusive realizzate su fondi non di proprietà. Nel caso che descrivo si adotta invece una soluzione esattamente contraria alla precedente».
Ciò detto, Aliprandi pone
una serie di domande al sindaco e, come detto, preannuncia
«una seduta infuocata».
Addio a Rosy Serafini
Si è spenta
l’anima della
Croce rossa
giudicariese
BLEGGIO SUPERIORE Aveva appena compiuto 52
anni, e si è spenta all’ospedale di Rovereto, dov’era ricoverata da alcuni giorni, Rosy Serafini di Madice di Santa Croce, Bleggio Superiore.
Ci sono persone che morendo lasciano un grande
vuoto. Nel caso di Rosy Serafini questa frase non è retorica. Infatti era attiva da sempre nel mondo del volontariato. Era stata fra i fondatori del gruppo giudicariese
della Croce Rossa, di cui era
stata ispettrice per 14 anni,
fino ad un paio di anni fa.
Durante la sua guida, il
gruppo si era ingrossato a tal
punto da avvertire la necessità di essere diviso in due.
Erano così nati i gruppi delle Giudicarie Esteriori e del
Chiese.
Ad un certo punto, Rosy
aveva deciso di gettare la spugna come ispettrice, anche in
considerazione delle sue condizioni di salute, tuttavia era
rimasta attiva nel gruppo di
volontari, prestando la propria esperienza a chi aveva
meno anni di lei, almeno sul
piano del volontariato.
Recentemente le sue condizioni di salute si erano aggravate, tanto che era stata
ricoverata ad Arco, dove aveva subìto un’operazione. Pochi giorni fa era stata trasportata a Rovereto, dove si è
spenta ieri.
Sono in tanti a piangere
Rosy, ma prima di tutto i suoi
due figli: una ragazza di 29
anni e un bambino di 10.
L’avvistamento domenica scorsa in località Magnabò. Notato l’uomo, mamma e cuccioli hanno guadagnato il bosco
Guado nel Sarca per orsa e orsacchiotti
La famigliola fotografata a Carisolo da un turista bresciano
CARISOLO - Incontro ravvicinato con l’orsa ed i suoi due orsacchiotti domenica scorsa per
Pino Antelmi, turista bresciano
affezionato alla Val Rendena. Un
faccia a faccia emozionante, che
l’uomo è riuscito a documentare
grazie alla fotocamera digitale che
portava con sè. Antelmi mentre
si trovava in località Magnabò,
nel Comune di Carisolo, ha notato ad una certa distanza da un
ponte, il plantigrado e i piccoli
che attraversavano il fiume Sarca. Uno scatto fotografico e l’uomo, di... scatto, si è messo discretamente sulle tracce dell’animale e della prole. Una sorta di inseguimento, visto che la famigliola
percepita la presenza dell’uomo,
si è diretta immediatamente verso il bosco: è notorio, infatti, che
qualora la femmina d’orso si trovi in compagnia dei cuccioli e fiuti situazioni anomale, diventa particolarmente protettiva e potenzialmente pericolosa. Muovendosi con molta cautela ma ignorando comunque una regola di sicurezza fondamentale, l’uomo è riuscito poi a scattare altre foto da
distanza inferiore.
Uno dei tre orsi impegnato a guadare il Sarca
Il ritorno nei boschi della famigliola di plantigradi (Foto Pino Antelmi)