Il Resto del Carlino Melanoma e tiroide, visite gratis sul camper Ant

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Il Resto del Carlino Melanoma e tiroide, visite gratis sul camper Ant
13 maggio 2014
Il Resto del Carlino
Melanoma e tiroide, visite gratis sul camper Ant
LA MISSION di Ant Copparo prosegue sulla linea della prevenzione e della solidarietà.
Anche quest’anno, infatti, l’associazione è pronta per la tre giorni di ‘Progetto Tiroide e
Melanoma’ e dà appuntamento oggi, domani e giovedì, dalle 9 alle 18, sul bus della
solidarietà davanti alla residenza municipale in piazza della Libertà. Il progetto, che
l’associazione propone ormai da 3 anni, vede la presenza a Copparo di un’equipe medica
che visiterà gratuitamente i cittadini che lo desiderano. «COI TEMPI che corrono non è
facile trovare risorse per creare eventi — spiega Ivonetta Bini, cuore di Ant — uniamo le
forze per un progetto che riguarda lo scottante tema della salute. La raccolta fondi per
l’iniziativa di beneficenza dura tutto l’arco dell’anno, e grazie anche al contributo di Comart
(Consorzio dei commercianti) di 700 euro e dell’amministrazione comunale, riusciamo per
questa edizione a garantire ottimi risultati. La tre giorni ha un costo oneroso, di circa 3.600
euro, ma è un progetto importante che non ci stancheremo mai di organizzare, anzi
pensiamo sempre a come ampliarlo e migliorarlo». Proprio in questi anni il ricorso alla
prevenzione è fondamentale e la fondazione Ant, che rappresenta la più ampia esperienza
al mondo di assistenza socio sanitaria domiciliare gratuita ai malati di tumore, vuole offrire
ai cittadini la possibilità di usufruire gratuitamente di visite per la diagnosi precoce di tumori
legati della pelle e alla tiroide. SONO disponibili 60 ecografie per la tiroide, che si
effettueranno nelle giornate di oggi e domani; mentre per il melanoma saranno 40 le visite
da eseguire giovedì. «Si tratta di un evento sempre partecipato — conclude Bini — Lo
scorso anno abbiamo registrato oltre 200 iscrizioni, e anche per questa edizione abbiamo
tantissime richieste. È ancora possibile prenotare al 348-3102541; in tempi dove una visita
specialistica da un professionista si aggira sui 130 euro, questo è un grande gesto per la
comunità copparese, la quale dovrà cogliere la palla al balzo per prevenire la propria
salute».
La Nuova Ferrara
Ancora in aula per aver interrotto i medici
Ormai è destinato a diventare il precedente giudiziario, per altri fatti che sicuramente si
registreranno negli ospedali: le proteste per le attese ai pronto soccorso. Il caso di cui
parliamo è quello che venne denunciato nel luglio scorso, dai medici del Pronto soccorso
di Cona, i quali mentre stavano tentando di salvare la vita di un ragazzo dovettero
affrontare la moglie di un paziente che fece irruzione nei reparti dove stavano lavorando:
la donna minacciò, armata di telefono, di filmare e pubblicare foto e video su You Tube per
dimostrare quello che lei riteneva essere un disservizio dei sanitari. Oggi dopo quasi un
anno, è la donna ad essere di nuovo sotto processo per aver interrotto il loro lavoro, un
pubblico servizio: il caso, infatti, rimbalza di nuovo negli uffici giudiziari e avrà la sua
conclusione davanti al giudice per le indagini preliminari, all’udienza del prossimo 22
maggio, quando la donna e un’altra signora che protestò, ma in modo meno veemente,
saranno imputate e processate. Quella notte del 21 luglio scorso, i medici fecero il
possibile - inutilmente -per salvare la vita di un ragazzo di 25 anni, Denis Magni, arrivato a
Cona in fin di vita, quasi morto come lo era già l'altro giovane Giacomo Querzola, in un
incidente stradale. Il «trauma team» (medici e infermieri specializzati) era concentrato nel
rianimare il giovane, ma venne interrotto dalla donna che urlava: «Basta con questo
servizio lento, io vi sbatto tutti su You Tube in modo che tutti vedano cosa succede al
Pronto Soccorso di Cona». L'inchiesta venne aperta subito dopo i fatti di quella
drammatica notte del luglio scorso: il Posto di polizia attivò le indagini su denuncia della
direzione Sant'Anna e l’inchiesta accertò le posizioni delle due donne. La procura tuttavia
ritenne non vi fossero elementi per sostenere il processo e chiese l’archiviazione.
Archiviazione che il gip Bighetti bocciò su sollecitazione della stessa direzione sanitaria
S.Anna, assistita dall’avvocato Marco Linguerri, e ordinò l’imputazione coatta, il processo.
A questo punto, la procura decise per un decreto penale di condanna (epilogo giudiziario
per reati minori) e fissò la pena, convertita in pecuniaria, a 3000 euro per le due imputate
di interruzione di pubblico servizio. I legali delle due donne, tuttavia, hanno fatto
opposizione al decreto penale di condanna e pertanto è stata fissata l’udienza preliminare
davanti ad un nuovo gip, in cui le due donne e i loro legali si difenderanno contestando le
accuse: hanno sempre sostenuto la loro estraneità alle accuse e che non vi fossero
elementi tecnico-giudiziari per contestare questo tipo di reato: si trattava di legittime
proteste, esasperate dalla attesa di ore e ore, e la ricostruzione dell’accusa - per le difese non era condivisibile: «Noi abbiamo solo chiesto l’intervento dei medici, con
l’esasperazione giustificata di quei momenti di pazienti in attesa da ore», ha sempre
sottolineato Simona Maggiolini che assiste la signora Olga Petrova, la donna che l’accusa
sostiene aver detto di mettere tutto su You Tube. Anche Saverio Stano, che assiste la
signora Katia Bonora, ha dato una ricostruzione diversa al fatto: «La mia assistita si
permise di chiedere conto della attesa di 7 ore, visto che il marito non era ancora stato
visitato». La donna si limitò a bussare la porta e alla risposta ’se ne vada’ lo fece e
aspettò. Per lei il legale ha anticipato che patteggerà la pena, per chiudere il caso che
potrebbe diventare un precedente da massimario di giurisprudenza.