Livello avanzato - Docente - Campus
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Prova invaLsi 1 LiveLLo 3 Ascolta l’audio del brano sul MEbook PRIMA PARTE - anaLisi DeL TesTo Il mistero elettronico 5 10 15 20 25 30 74 Che quel giorno era il suo compleanno glielo ricordò la figlia. Era domenica e Anna gli piombò in casa all’improvviso, la mattina mentre si stava ancora radendo. Gli consegnò un pacchetto ben infiocchettato e gli disse: «Auguri, papà!» Pier Giorgio era ancora stordito di sonno, ma si emozionò. Con un sorrisino imbarazzato cominciò a scartare il piccolo dono. Intanto la figlia metteva le mani avanti: «È l’ultimo modello, non l’avrai sicuramente. Ti cambierà la vita, sai, papà? Ti farà risparmiare tanto tempo!» Il padre si vide tra le mani una scatoletta nera poco più grande di un accendino. Su un lato pulsava una lucetta quasi invisibile, gialla. «Ma è stupendo!» fece, recitando una grandissima felicità. E la figlia: «Giurami che non ce l’hai!» Pier Giorgio scosse il capo: «Questo modello non ce l’ho! Ma è uscito adesso?» «È uscito questa settimana!» rispose Anna con fierezza. Il padre strinse a sé, forte, la ragazzina. «Grazie, amore mio, grazie… Non potevi farmi un regalo più bello». Lui la vide uscire di corsa tutta contenta. Pier Giorgio non aveva altri figli. Le aveva dato nome Anna diciotto anni prima, mentre era felicemente convinto di passare tutta la vita con la moglie. I due invece si erano separati quando Anna aveva appena cinque anni. Ma lei gli era cresciuta dentro il cuore e l’aveva seguita passo passo in tutta la sua carriera scolastica e nelle vacanze estive. Ora Anna aveva diciotto anni ed era fortemente indipendente e autonoma. Però, più passava il tempo e meno Pier Giorgio la capiva. Ma la novità veramente dolorosa per Pier Giorgio era la constatazione che Anna si faceva sentire e vedere sempre più raramente. Fino ad avere spesso l’impressione di essere stato del tutto dimenticato. Tutto il pomeriggio di quella domenica Pier Giorgio lo trascorse a tentare di capire cosa fosse l’aggeggio regalatogli da Anna. Gli occhiali sulla punta del naso, cercava di decifrare le minuscole scritte in tedesco, in inglese e in giapponese sul foglietto delle istruzioni. Passava il tempo e qualche cosina la afferrava. Per esempio si accorgeva che spingendo un bottone minuscolo quanto una testa di spillo la lucina da gialla diventava rossa e spingendo due volte di seguito, velocemente, ritornava gialla. Pier Giorgio tentava di capire come funzionasse quello strumento ancor prima di capire a che cosa servisse. Le istruzioni erano del tutto criptiche, compilate in un linguaggio che sembrava appartenere a una misteriosa setta religiosa. Le luci infinitesime che Prova I nvalsI 1 • l Ivello 3 35 40 45 50 pulsavano come un cuore gli facevano toccare l’oggetto con una certa cautela, quasi con la paura di fargli male. L’indomani mattina presto Pier Giorgio andò con quella scatolina nera in un negozio di elettronica. I clienti erano quasi tutti ragazzi. A piccoli gruppi discutevano fittamente e nei minimi dettagli di ogni apparecchiatura che erano in procinto di acquistare. Quando ricevevano le misteriose ordinazioni, i commessi rispondevano nella stessa incomprensibile lingua. Pier Giorgio ebbe l’impressione di aver varcato il confine di un paese straniero. Finalmente il capo dei commessi si rivolse a Pier Giorgio, che, preso alla sprovvista, consegnò nelle sue mani la scatoletta: «Scusi, questo non mi funziona, deve essere rotto…» Il giovanotto chiamò un assistente e dopo un attimo arrivò un quindicenne dall’aria stanca e frettolosa. Il ragazzino, in meno di un attimo, manovrò bottone e lucette e riconsegnò la scatolina al cliente: «Funziona perfettamente!» E andò a servire a un altro banco. Pier Giorgio se ne tornò malinconicamente a casa, chiedendosi come mai fosse saltato in testa ad Anna di regalargli quella tortura. Passò accanto a un cestino dei rifiuti, ma non poteva gettare nella spazzatura il regalo della sua piccola. Né avrebbe mai potuto confessare alla ragazzina che non sapeva a che cosa servisse il dispettoso attrezzo. Avrebbe perso quel poco di autorità che gli era rimasta. Niente, doveva rassegnarsi a convivere con quel piccolo mistero, con la scatolina che avrebbe tentato eternamente di parlargli, mentre lui, eternamente, non avrebbe capito. (adattato da V. Cerami, Il mistero elettronico, in La gente, Mondadori, 2010) il tempo A1. Il racconto non può che ambientarsi ai giorni nostri. Quale elemento del racconto lo rivela? ✗ A.Ilriferimentoall'elettronica. B. Unamarcatemporaleprecisa. C. Ilriferimentoalrapportoaffettuosotrapadreefiglia. D. Ilriferimentoallagiovaneetàdelcommesso. A2. La storia si sviluppa nell’arco di una giornata e del mattino seguente. Individua nel testo e trascrivi qui sotto le marche temporali (cioè le espressioni che scandiscono i vari momenti del racconto) che forniscono in modo esplicito questa informazione. La mattina, tutto il pomeriggio, l’indomani mattina il luogo A3. Il racconto è ambientato in due luoghi chiusi e in un luogo aperto: elencali qui sotto. Luoghichiusi: la casa del protagonista, il negozio di elettronica Luogoaperto: la strada che il protagonista percorre per tornare a casa 75 i fatti A4. Pier Giorgio dice alla figlia: “Questo modello non ce l’ho” (riga 11). Con questa frase il padre A.vuoletranquillizzarelafiglia:ilsuoregalononèun“doppione”. ✗ B. vuolfarintendereche,senonhailmodellopiùnuovo,haperòquelloprecedente:dunqueèben fornitodistrumentielettronici,sitienealpassoconitempi. A5. Lunedì Pier Giorgio si reca in un negozio di elettronica dicendo che “l’aggeggio” è rotto. Che cosa spera? A.Sperachel’“aggeggio”siarotto:cosìsispiegherebbeperchénonèriuscitoafarlofunzionare. ✗ B. Speracheilpersonaledelnegozioloaiutiacapirecos’èl'“aggeggio”eachecosaserve. A6. Entrando nel negozio “Pier Giorgio ebbe l’impressione di aver varcato il confine di un paese straniero” (righe 39-40). Che cosa significa questa espressione del testo? ✗ A.Illinguaggiofortementespecialisticocheparlanolepersonenelnegozioèperluicomeunalingua stranierasconosciuta. B. All’internodelnegoziovienetrattatoinmodoostile,maleducato. C.All’internodelnegoziononconoscenessuno. D.All’internodelnegoziosonotuttimoltogiovani,percuiPierGiorgiosisenteadisagio. A7. Pier Giorgio non se la sente di gettare via il misterioso “aggeggio”. Perché? A.Sacheèunoggettomoltocostoso. B. Spera,ungiorno,diimparareausarlo. C.Temechelafigliasiarrabbi,sevenisseasaperechel’hagettatovia. ✗ D.Nonpuòbuttareunregalodellafigliatantoamata. A8. Perché Pier Giorgio non rivela alla figlia di non sapere niente del “dispettoso attrezzo” (righe 49-50)? A.Temechelafigliasidispiacciadiaverglifattounregalo“sbagliato”,nonadattoalui. B. Sivergognadiesserecosìpocoaggiornatosuciòcheriguardal’elettronica. ✗ C.Temedisminuirsiagliocchidellafigliaperdendolasuaautorevolezza. D.Infondo,nongliimportanulladell’aggeggioedelsuofunzionamento. A9. Nel complesso, com’è il rapporto tra Pier Giorgio e la figlia? Quali delle seguenti affermazioni corrispondono al contenuto del testo (sono 3)? A.Trailpadreelafiglianonc’èalcunproblema. ✗ B. Inpassato,ilrapportoeramoltostretto,manegliultimitempicisonostatedelleincomprensioni. ✗ C.PierGiorgiohal’impressionechelafigliasistiastaccandodalui. D.Laragazzaèsemprevissutaconlamadre,PierGiorgioèstatopocopresentenellasuacrescita. E. Laragazzacriticaspessoilpadre. ✗ F. Laragazzasifasentirepocoancheperchénonvivonopiùinsiemedatredicianni. 76 Prova I nvalsI 1 • l Ivello 3 la struttura A10. La narrazione è condotta in terza persona da un narratore esterno. Questo narratore A.èonnisciente. ✗ B.assumeilpuntodivistadiunpersonaggio. A11. La narrazione si sviluppa sostanzialmente in ordine cronologico; in un punto, però, torna indietro nel tempo, narrando fatti accaduti in precedenza. Rileggi il testo e completa le frasi che seguono. 1. L’espressioneinizialeequellafinaledelflash backsono:Pier Giorgio non aveva altri figli [...] nelle vacanze estive . 2. Iltempoverbalechesegnalailflash backèil trapassato prossimo . A12. Nel racconto è possibile individuare una previsione di Pier Giorgio su fatti futuri: come andranno le cose tra lui e il misterioso oggetto elettronico? Trascrivi le parole del testo che rispondono a questa domanda. Doveva rassegnarsi a convivere con quel piccolo mistero, con la scatolina che avrebbe tentato eternamente di parlargli, mentre lui, eternamente, non avrebbe capito. A13. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false. 1. 2. 3. 4. Neltestosonopresentibrevisequenzedialogate. Neltestosonopresentisequenzedescrittivecheillustranol’aspettofisicodeipersonaggi. Neltestosonopresentisequenzedescrittivecheillustranogliambientidellastoria. Neltestoprevalgonolesequenzeriflessive. Logica e ✗ V F V ✗F V ✗F ✗ V F grammatica Le sequenze del testo narrativo Per capire che tipo di sequenze prevale nel testo che hai letto domandati: 1. i personaggi dialogano costantemente tra loro? 2. la narrazione si sofferma sulla descrizione dell’aspetto fsico di Pier Giorgio e della fglia? 3. la narrazione si sofferma nella descrizione dell’ambiente in cui Pier Giorgio e la fglia si muovono? 4. viene dato molto spazio ai pensieri e alle emozioni di Pier Giorgio? il genere A14. Quello che hai letto è un testo narrativo di genere realistico. All’interno di tale genere, di che tipo di racconto si tratta più specificatamente? A.raccontodiformazione B. raccontod’avventura C.raccontosociale ✗ D.raccontopsicologico 77 il lessico A15. Rispondi alle seguenti domande. 1. Qual è il significato del verbo scartare nella frase “… cominciò a scartare il piccolo dono” (riga 5)? Liberare dalla carta Buttare via 2. Che cosa significa lo stesso verbo nella frase “Ho scartato alcuni vecchi abiti”? Schivare 3. Che cosa significa lo stesso verbo nella frase “Il calciatore scartò l’avversario”? A16. Le istruzioni allegate al misterioso oggetto elettronico vengono definite criptiche (riga 31). Che cosa significa l’aggettivo criptico? ✗ A.oscuro,incomprensibile B. straniero C.segreto D.ambiguo Logica e grammatica Ricavare il signifcato di una parola dal contesto e dalla sua struttura L’aggettivo criptico non è una parola di uso comune, ma puoi intuirne il signifcato rifettendo sul contesto della frase e sulla radice della parola. Per quanto riguarda il contesto, considera che Pier Giorgio non riesce a comprendere le istruzioni perché erano compilate “in un linguaggio che sembrava appartenere a una misteriosa setta religiosa”. Per quanto riguarda la radice dell’aggettivo, cript- è la stessa radice di termini come cripta e criptare. Conosci il signifcato di queste parole? La prima indica un luogo sotterraneo, nascosto; la seconda è un verbo che potresti aver trovato in espressioni come programma (televisivo) criptato. Pertanto l’aggettivo criptico signifca misterioso, oscuro . 78