Informazioni e Tendenze Immobiliari
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Informazioni e Tendenze Immobiliari
MAGGIO 2012 NUMERO 14 Informazioni e Tendenze Immobiliari In questo numero 1 2 Introduzione Proposte 3 • Borsa Immobiliare di Roma Le compravendite • Banca d’Italia, - Tecnoborsa, - Agenzia del Territorio • Agenzia del Territorio - Abi • Istat • Findomestic • Spi e Cgil 4 • Jones Lang LaSalle Le locazioni • Solo Affitti 5 • Tecnocasa I mutui • Banca d’Italia • Abi • Istat • Crif • MutuiOnline.it 1. Introduzione C’è una novità editoriale da parte della Borsa Immobiliare di Roma: a maggio hanno ripreso le pubblicazioni di “Proposte”, il magazine della BIR, ricco di annunci immobiliari offerti dagli Agenti Accreditati alla Borsa stessa, disponibile sia in versione sfogliabile on-line che in versione cartacea. Per quanto riguarda, invece, l’andamento delle compravendite immobiliari così come rilevate dal Sondaggio trimestrale di Banca d’Italia, Tecnoborsa e Agenzia del Territorio – e riferito al 1° trimestre 2012 – le prospettive di medio periodo vedono un accentuarsi del pessimismo da parte dei circa 1.000 agenti intervistati. Di fatto, secondo l’Istat, considerando l’intero 2011 si registra una lieve diminuzione delle compravendite rispetto all’anno precedente. Viceversa, l’indice di affordability dell’Abi – ovvero di accessibilità delle famiglie italiane verso il mercato immobiliare – sembra indicare positivamente quanto queste siano in grado di accedere all’acquisto di una casa media, anche grazie all’ausilio dei mutui bancari. Complessivamente, fra i tanti fattori che influenzano il mercato immobiliare in questo periodo, l’aspetto fiscale è quello che più colpisce le famiglie italiane, mentre la novità più rilevante sembra essere l’incremento delle vendite in nuda proprietà. E sulle locazioni l’effetto dell’Imu entrata recentemente in vigore fa già registrare segnali di aumento dei canoni – che finora avevano avuto una tendenza verso una diminuzione dei valori – poiché i proprietari cercano di recuperare così le maggiori spese dovute all’inasprimento fiscale. Infine, i mutui vedono un continuo rallentamento delle richieste ma, contemporaneamente, sono diminuite anche le sofferenze bancarie e i tassi d’interesse. 2. Proposte Borsa Immobiliare di Roma Il magazine della Borsa Immobiliare di Roma “Proposte” riprende le sue pubblicazioni a partire da maggio 2012 Il magazine della Borsa Immobiliare di Roma “Proposte” riprende le sue pubblicazioni a partire da maggio 2012; si tratta, infatti, di una testata ‘storica’ della BIR che torna a gran richiesta con le sue uscite, sospese dal 2008. Questa iniziativa editoriale giunge in una fase molto delicata dell’economia nazionale che investe direttamente e su più fronti anche l’economia immobiliare; pertanto, proprio per dare il proprio contributo in termini di un’informazione chiara e attendibile in un momento congiunturale così denso di incognite, la Borsa Immobiliare di Roma ha ritenuto opportuno promuovere “Proposte”. La rivista si pone al servizio degli Agenti Accreditati BIR e del loro bacino di utenza, principalmente con le proposte (da cui il titolo del periodico), delle offerte immobiliari – residenziali e non – organizzate per zone e suddivise per: Rioni del Centro storico; Quartieri urbani e suburbani; Zone dell’Agro romano e Quartieri marini; Comuni della Provincia e Fuori Roma. In ottemperanza alle recenti disposizioni di legge, gli annunci sono corredati dalla necessaria Classe energetica o Ace, la cui classificazione-base parte dalla lettera G- per risalire fino alle prime lettere dell’alfabeto. Inoltre, ogni numero del magazine avrà una rubrica periodica intitolata “Informazioni e Tendenze”, che offrirà un panorama sintetico e aggiornato di quanto i principali osservatori del mondo immobiliare italiano avranno registrato nel periodo precedente l’uscita di “Proposte”, in tema di compravendite, locazioni, mutui e novità del settore. A garanzia dei Lettori, siano essi privati cittadini o altri soggetti coinvolti direttamente o indirettamente nel mercato immobiliare, “Proposte” pubblica nelle pagine iniziali l’elenco delle Agenzie accreditate della Borsa Immobiliare di Roma, complete di logo e loro ubicazione sulle relative cartine zonali. 3. Le Compravendite Banca d’Italia, Tecnoborsa, Agenzia del Territorio Nel I° trimestre 2012 il mercato immobiliare è rimasto debole Secondo il Sondaggio Banca d’Italia, Tecnoborsa, Agenzia del Territorio relativo al I° trimestre 2012, il mercato immobiliare è rimasto debole: a fronte di un aumento degli incarichi a vendere, nelle valutazioni degli agenti intervistati si sono allungati i tempi di vendita e si sono ridotti i prezzi di mercato; inoltre, sono aumentati ancora i margini di sconto rispetto alle richieste iniziali dei venditori, mentre – sia pur in lieve miglioramento – rimangono sfavorevoli le aspettative a breve termine (cioè nel trimestre in corso), sulle condizioni del mercato di riferimento degli agenti e di quello nazionale; per quest’ultimo, si è accentuato il pessimismo sulle prospettive di medio periodo. Agenzia del Territorio Abi Lo studio, realizzato dall’Agenzia del Territorio in collaborazione con l’Abi, evidenzia per il mercato delle abitazioni nel 2011: • una riduzione dei volumi di compravendita delle abitazioni, 603.176 NTN (numero delle transazioni normalizzato), -2,3% rispetto al 2010, con un calo inferiore per i capoluoghi (-0,6%), maggiore nei comuni non capoluoghi (-3,1%); Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 2 Quanto allo studio sull’accessibilità all’acquisto dell’abitazione, l’analisi individua i vari fattori che influenzano la possibilità per le famiglie di comprare casa indebitandosi e ne descrive l’andamento tramite un “indice di affordability” (letteralmente “indice di accessibilità”) • si sono vendute abitazioni per un totale di circa 62 milioni di metri quadrati, -1,5% rispetto al 2010, con una superficie media per unità abitativa compravenduta pari a 103 mq circa; • la quotazione media risulta pari a 1.584 €/mq, in leggero aumento rispetto al 2010, +0,7%, e di simile entità sia nei capoluoghi sia nei comuni minori; • il valore di scambio complessivo stimato nel 2011 è sostanzialmente stabile (-0,4%) rispetto al 2010 ed è pari a circa 101,8 miliardi di euro; è in aumento nei capoluoghi, +0,9%, e in calo nei comuni minori, -1,4%; • è positivo l’andamento del mercato residenziale nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze), con un rialzo delle compravendite del +2,4% nel 2011; il “fatturato” stimato è pari a circa 25,2 miliardi di euro, con un aumento del +3,2% rispetto al 2010. Quanto allo studio sull’accessibilità all’acquisto dell’abitazione, l’analisi individua i vari fattori che influenzano la possibilità per le famiglie di comprare casa indebitandosi e ne descrive l’andamento tramite un “indice di affordability” (letteralmente “indice di accessibilità”), elaborato secondo le prassi metodologiche e le esperienze di matrice anglosassone. La collaborazione instaurata tra l’Abi e l’Agenzia del Territorio viene rinsaldata con questa iniziativa, grazie al concreto conseguimento di uno degli obiettivi stabiliti nell’intesa siglata a fine 2009, finalizzata ad accrescere trasparenza ed efficacia delle informazioni sul mercato immobiliare. L’indice di affordability viene offerto in primo luogo all’attenzione di analisti e operatori di mercato (costruttori, reti di vendita, industria bancaria), ma guarda idealmente anche ai policy maker, cui offre un set di informazioni per orientare in modo più consapevole le scelte in materia di politiche per la casa. Secondo le elaborazioni dell’ufficio studi Abi, l’indice di affordability continua a stazionare in territorio positivo, a indicare che la famiglia media italiana è in grado, grazie all’ausilio del mutuo bancario, di accedere all’acquisto di una casa media. Tale possibilità si riduce solo lievemente nel 2011 rispetto al 2010. La quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo per l’acquisto di una casa è, infatti, di poco superiore al 50% come per il primo semestre 2010 (13 milioni di famiglie circa, dopo aver toccato il minimo nel 2008 quando la quota di famiglie in grado di acquistare una casa era intorno al 46%). L’andamento del 2011 è la risultante di un lieve incremento del costo del credito, conseguenza della crisi dei debiti sovrani, parzialmente contrastato da un miglioramento, per la prima volta dal 2004, del prezzo relativo delle case rispetto al reddito disponibile. Viene fornita anche una disaggregazione territoriale dell’indice di affordability che mostra una notevole variabilità di situazioni, in relazione principalmente al diverso rapporto tra prezzo delle case e reddito disponibile delle famiglie. Delle 19 regioni considerate, 4 presentano condizioni di minore accessibilità, ma a causa di fattori quali la presenza di grossi agglomerati urbani, la notevole attrattività turistica e un patrimonio residenziale di particolare pregio, elementi che esercitano tutti una considerevole pressione sulle quotazioni delle case. Generalmente le regioni meridionali presentano una più alta facilità di accesso all’acquisto di abitazioni. In analogia con il settore residenziale, che registra un calo del -2,2% delle compravendite rispetto al 2010, anche il settore non residenziale, con 61.845 unità immobiliari scambiate nel 2011, mostra segnali di flessione con un calo medio del 2,1%. In particolare, il terziario segna una perdita delle transazioni del -5,1% e il commerciale del -3,3%, rispetto al 2010. In controtendenza, il settore produttivo mostra nel 2011 un rialzo dei volumi scambiati del +5,3%. È questo il settore in cui lo strumento finanziario del leasing ha la sua massima penetrazione. Non a caso, la maggiore vivacità del comparto è stata accompagnata nel 2011 da un visibile aumento del numero di contratti di leasing immobiliare, seppure su importi mediamente più contenuti rispetto al passato. Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 3 Sempre rispetto al 2010, nel 2011 nelle principali aree territoriali risulta un generale calo dei volumi di compravendita per uffici e negozi. L’unico segno positivo si registra, come si è visto, per i capannoni, con un aumento più accentuato nel Sud (+22,9%) e nelle Isole (+11,3%) ed andamenti comunque positivi in tutte le macroaree considerate. Quasi in linea con l’anno precedente, risultano le quotazioni medie per i negozi (+0,1%), per i quali si rileva un prezzo al mq di 1.848 euro, e per gli uffici (+0,3%), per i quali il prezzo al mq si attesta su 1.564 euro. Risulta invece in lieve aumento - in linea con la maggior dinamicità di questo comparto - il prezzo dei capannoni industriali (+0,6%), con una quotazione media di 546 euro al mq. Nel 2011, la stima del valore di scambio delle tipologie uffici, negozi e capannoni ammonta complessivamente a circa 18,9 miliardi di euro. Rispetto al 2010, il valore di scambio totale si è mantenuto sostanzialmente invariato nonostante il calo del settore uffici, -7,9% e la lieve diminuzione del ‘fatturato’ dei negozi, -0,9%. Tale risultato va imputato alle buone performance nel settore dei capannoni che mostra, infatti, un aumento del valore di scambio del +4,9%. Istat Rispetto al 2006, anno che precede la fase di discesa, le compravendite in totale sono diminuite del 26,6%, quelle ad uso residenziale del 26,3% e quelle ad uso economico del 28,3% Findomestic Il costante calo sia delle richieste dei mutui sia delle concessioni da parte delle istituzioni bancarie, è coerente con la frenata di ristrutturazioni e acquisto di immobili Secondo l’Istat nel quarto trimestre 2011 le compravendite di unità immobiliari (234.985 in totale) sono aumentate dell'1,7% rispetto allo stesso periodo del 2010. Il 93,1% delle convenzioni ha riguardato immobili per abitazione, il 6,2% unità immobiliari ad uso economico. Rispetto al quarto trimestre 2010, le compravendite di immobili ad uso residenziale sono aumentate del 2,1%, quelle di immobili ad uso economico sono diminuite del 4,8%. Considerando l'intero anno 2011 si registra una lieve diminuzione delle compravendite (-0,1%) rispetto all'anno precedente. Rispetto al 2006, anno che precede la fase di discesa, le compravendite in totale sono diminuite del 26,6%, quelle ad uso residenziale del 26,3% e quelle ad uso economico del 28,3%. Nel quarto trimestre del 2011 le compravendite ad uso residenziale sono stabili al Nord-est, crescono in misura inferiore alla media nazionale nel Nord-ovest (+1,7%) e in misura superiore al 3% nelle altre ripartizioni territoriali. Le compravendite ad uso economico diminuiscono in tutte le ripartizioni territoriali ad eccezione del Sud (+3,2%) e, soprattutto, delle Isole dove registrano un incremento del 20,4%. Per le compravendite ad uso residenziale l'aumento tendenziale osservato nelle grandi città (+2,2%) è lievemente superiore a quello delle altre città (+2,1%). Le compravendite ad uso economico diminuiscono in egual misura (-4,8%) nelle grandi città e negli altri centri. Anche il mercato immobiliare non sembra sottrarsi alla spirale negativa che tange l'intera economia italiana: sia i dati campionari dell'osservatorio mensile Findomestic sia quelli più 'strutturali' lo descrivono come statico per alcuni versi e in netto peggioramento per molti altri: il costante calo sia delle richieste dei mutui sia delle concessioni da parte delle istituzioni bancarie, è coerente con la frenata di ristrutturazioni e acquisto di immobili. • Coloro che hanno acquistato mobili nel mese precedente passano dal 9% dell'osservatorio di marzo a un minore 7%; si riducono anche il prezzo medio speso per l'acquisto della mobilia nei trenta gironi precedenti (seppur di pochissimo), e il prezzo medio che si prevede di spendere nei prossimi tre mesi (in questo caso in modo più consistente). • Le previsioni di acquisto di una nuova casa, dei mobili e le previsioni di ristrutturazione sono in linea con una situazione negativa e pessimistica, dato che si contraggono ulteriormente rispetto al mese precedente. Tra i tanti fattori che determinano questo mercato (andamento dei prezzi, per tanti anni in crescita ma difficilmente sostenibili da una classe media in difficoltà e, in particolare, dai giovani precari o senza lavoro, che per fase di vita attraversata dovrebbero essere tra i maggiori destinatari; prospettive incerte sui tassi di interesse, Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 4 Spi-Cgil Nei primi mesi del 2012 si è registrato un vero e proprio boom della vendita di immobili in nuda proprietà con un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente stretta creditizia, ecc.), quello che più di tutti in questo momento sembra avere un peso rilevante sull'atteggiamento dei portatori d'interesse, è il nuovo regime di tassazione: le rivalutazioni catastali, l'IMU e le addizionali locali sono sempre più vicine e non potranno che influire negativamente sul reddito delle persone, riducendo ulteriormente potere di acquisto, reddito disponibile, quota di reddito destinata al consumo, e quota di reddito destinata al risparmio, tutte variabili cruciali per l'economa italiana. Nei primi mesi del 2012 si è registrato un vero e proprio boom della vendita di immobili in nuda proprietà con un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono ben 80mila gli anziani che hanno scelto questa particolare formula, soprattutto nelle grandi città. E’ quanto emerge da un’analisi realizzata dallo Spi-Cgil sull’andamento del mercato immobiliare. Il fenomeno della nuda proprietà rappresenta il segno tangibile di una crisi che avanza sempre di più e che porta gli over 65 anni a dover ‘sacrificare’ la propria casa pur di avere una liquidità che gli possa garantire il proprio mantenimento a fronte di un potere d’acquisto delle pensioni drasticamente in calo e del costante aumento del costo della vita, dei servizi, dei prezzi e delle tariffe. Altrettanto determinante nella decisione dell’anziano di vendere il proprio immobile in nuda proprietà è la possibilità di avere le risorse con le quali aiutare figli e nipoti alle prese con la crisi occupazionale o con le difficoltà ad accedere al mercato del lavoro. Il primato del ricorso degli anziani alla vendita in nuda proprietà spetta al Lazio, con oltre il 40%. Il 36% è stato registrato nella sola città di Roma dove gli annunci di vendita con questa formula erano 2.300 nel 2008, 3.100 nel 2009, 5.100 nel 2010 fino ad arrivare ad 8.700 nel 2011. Seguono la Lombardia con il 14%, la Toscana con il 12%, la Liguria con l’11%, il Piemonte con il 9% e l’Emilia-Romagna con il 5%. Jones Lang LaSalle Il mercato degli immobili ad uso logistico continua la sua crescita, tanto da aver raggiunto nel 2011 il livello più alto dal 2000 con un valore nettamente al di sopra della media storica degli ultimi dieci anni Il mercato italiano degli immobili ad uso logistico continua la sua crescita, tanto da aver raggiunto nel 2011, secondo Jones Lang LaSalle, un livello di assorbimento di 910,000 mq (+26% rispetto al 2010), il dato più alto da quando Jones Lang LaSalle registra i dati sul settore. Il dato è il più alto dal 2000 ed è nettamente al di sopra della media storica degli ultimi dieci anni (+40%), pari a 644.000 mq. È opportuno sottolineare come questa crescita non dipenda solo dall’incremento dell’attività di locazione, ma anche da una progressiva, seppur lenta, tendenza del mercato immobiliare italiano verso una maggiore trasparenza, che permette di raccogliere informazioni anche su regioni tradizionalmente meno rilevanti dal punto di vista del mercato immobiliare logistico. Si conferma la tendenza, registrata nel primo semestre del 2011, di un calo delle operazioni di semplice locazione, pari al 30% del take-up complessivo dell’anno (contro il 52% del 2010). La percentuale delle transazioni di tipo pre-let sul totale delle superfici assorbite è in aumento e pari al 36% del totale nel 2011, a confronto con il 25% registrato nel 2010. Si è verificato un incremento anche delle transazioni di tipo owner-occupier, con una quota del 32% del take-up nel 2011 rispetto al 23% del 2010. L’interesse degli utilizzatori per prodotti di grado A rimane elevato; questo trova evidenza nel fatto che nella maggior parte dei casi i magazzini oggetto di transazione sono immobili recenti o di nuova costruzione. I tempi di assorbimento per immobili già edificati e/o di qualità minore, soprattutto se collocati in location secondarie, restano più lunghi. L’analisi dell’assorbimento a livello regionale evidenzia la crescita dell’Emilia Romagna rispetto al 2010, con un incremento dal 19% al 28% del take-up nazionale. Segue la Lombardia con il 23% del totale nazionale 2011. Per quanto riguarda le altre regioni, si registra un sostanziale incremento dell’assorbimento in Lazio, con un peso del 18% sul totale nazionale rispetto al 5% del 2010; seguono Piemonte (12%) e Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 5 Veneto (7%) e le restanti regioni che pesano complessivamente per il 12% del totale assorbimento di spazi.” 4. Le locazioni Solo Affitti L'effetto Imu sui contratti di affitto ha registrato aumenti fra i 30 e i 100 euro al mese Tecnocasa Nel secondo semestre del 2011 i canoni di locazione hanno registrato una diminuzione dei valori per bilocali e trilocali L'effetto Imu comincia a farsi sentire. E i primi ad accusare i colpi sono i contratti di affitto l'11% dei quali, secondo un sondaggio effettuato da Solo Affitti, franchising immobiliare specializzato nella locazione, ha registrato un aumento di oltre 100 euro al mese. Nel 66% dei casi registriamo aumenti entro 50 euro al mese, nel 33% compresi fra 50 e 100 euro. I rincari sono più contenuti nel nord-ovest, maggiori (superiori a 50 euro) nel centro (35%) e nel sud Italia (43%) e soprattutto nelle grandi città (63% dei rispondenti). Punta massima per l'incremento degli affitti nel centro di Milano dove dall'inizio di quest'anno nel 90% dei casi i canoni sono aumentati fino a 100 euro al mese Nel secondo semestre del 2011 i canoni di locazione hanno registrato una diminuzione dei valori dell’1,2% sui bilocali e dell’1,3% sui trilocali. Nelle grandi città la contrazione è stata simile: -1,4% per i bilocali e -1,7% per i trilocali. Per quanto riguarda i valori medi, quelli più elevati si registrano a Roma (860 € al mese per un bilocale e 1020 € al mese per un trilocale) e a Milano (750 € al mese per un bilocale e 1020 € al mese per un trilocale). I canoni di locazione non sono aumentati a causa di una minore disponibilità di spesa dei potenziali affittuari e della maggiore offerta di abitazioni sul mercato. Anche in questo semestre tra coloro che alimentano la domanda di immobili in affitto si registrano numerosi casi di persone che non riescono ad accedere al mercato del credito, primi fra tutti i giovani, i monoreddito e gli immigrati. A questi si aggiungono poi gli studenti e i lavoratori fuori sede. L’analisi demografica di coloro che cercano casa in affitto ha evidenziato che nel secondo semestre del 2011 il 49,3% è rappresentato da single, il 37,0 % da coniugati, il 10,9% da separati. Per quanto riguarda le fasce di età il 45,7% di coloro che cercano casa in affitto ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, il 29,5% ha un’età compresa tra 35 e 44 anni. Il 51,2% di chi cerca in affitto lo fa per trovare l’abitazione principale, seguono coloro che cercano casa in affitto per motivi legati a trasferimenti di lavoro e quindi una motivazione di tipo professionale (37,3%) ed, infine, ci sono coloro che si trasferiscono per motivi di studio (11,5%). Quanto alle tipologie di contratto di locazione, quello più praticato è il canone libero (4+4), seguito da quello ad uso transitorio e infine da quello concordato. La domanda di abitazioni in affitto si concentra in particolare sui bilocali (40,1%), a seguire il trilocale (34,3%). In questo semestre non sono emerse particolari novità. Infatti resta la maggiore rigidità da parte dei proprietari ad affittare l’immobile. Si desiderano sempre maggiori garanzie sull’affidabilità dell’inquilino e la continuità dei pagamenti dei canoni di locazione. Anche i potenziali locatari sono sempre più esigenti nella ricerca dell’immobile e si evidenzia una maggiore facilità di affitto per le soluzioni di “qualità”, dove per qualità si intende non solo lo stato di conservazione dell’immobile ma anche la qualità dell’arredamento, la presenza di ambienti luminosi e di servizi in zona. La presenza del riscaldamento autonomo è apprezzata perché consente una riduzione dei costi condominiali. Si segnala una buona adesione da parte dei proprietari rispetto all’applicazione della cedolare secca. L’introduzione dell’Imu sta determinando dei timori nei proprietari che appaiono disorientati e cercano più informazioni possibili sull’impatto che potrà avere la nuova tassa sulla redditività del loro investimento. Al momento c’è ancora incertezza e non si sa bene quali potranno essere le decisioni che saranno prese dai proprietari. Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 6 5. I Mutui Banca d’Italia Segnali positivi sul fronte dei tassi sui mutui per l'acquisto di case che sono calati al 4,54 dal 4,61 per cento del mese precedente Abi La dinamica dei prestiti bancari ha manifestato, alla fine del primo quadrimestre del 2012, una lieve ripresa Secondo Bankitalia la crisi colpisce le famiglie che registrano un continuo rallentamento nella dinamica dei prestiti bancari. A marzo il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle famiglie si è attestato al 2,2 per cento (2,7 per cento a febbraio), quello dei prestiti alle società non finanziarie ha registrato un valore nullo (0,9 per cento a febbraio), quello al settore privato è stato pari all'1,2 per cento, pressoché invariato rispetto a febbraio. Contestualmente, il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze è diminuito al 14,6 per cento rispetto al 16,6 per cento del mese precedente. Nello stesso mese è cresciuta la raccolta, con il tasso di crescita annuale dei depositi del settore privato è cresciuto al 2,4 per cento rispetto allo 0,5 per cento registrato a febbraio. Il tasso di crescita sui dodici mesi della raccolta obbligazionaria è stato pari al 15,3 per cento (17,7 per cento nel mese precedente). Segnali positivi, invece, sul fronte dei tassi sui mutui per l'acquisto di case che sono calati al 4,54 dal 4,61 per cento del mese precedente; quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono scesi al 9,99 dal 10,10 per cento di febbraio. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all'1,24 per cento (1,19 per cento a febbraio). A marzo i tassi d'interesse sui nuovi prestiti erogati alle società non finanziarie sono diminuiti al 3,59 per cento (3,79 a febbraio). Dai dati resi noti dall’Abi emerge che la dinamica dei prestiti bancari ha manifestato, alla fine del primo quadrimestre del 2012, una lieve ripresa; sulla base di prime stime il totale prestiti a residenti in Italia si colloca a 1.949,4 miliardi di euro, segnando un incremento annuo di +1,2% (+0,9% il mese precedente). Di circa +1,2% sono aumentati i prestiti a residenti in Italia nel settore privato (+0,7% a marzo 2012); alla fine di aprile 2012 risultano pari a 1.682 miliardi di euro. Rispetto ad aprile 2011 il flusso netto di nuovi prestiti è stato di quasi 20 miliardi di euro. I prestiti a famiglie e società non finanziarie ammontano, sempre ad aprile 2012, a 1.504 miliardi di euro, in crescita tendenziale del +0,9% (+0,4% a marzo 2012; +0,1% nella media Area Euro a febbraio 2012). Ove si consideri la disaggregazione per durata, si rileva come il segmento a medio e lungo termine (oltre 1 anno), abbia segnato un ritmo di crescita tendenziale del +0,2% (+0,8% a marzo 2012), mentre quello a breve termine (fino a 1 anno), ha segnato una crescita di +3% (-0,9% a marzo 2012). A fine marzo 2012 la dinamica dei finanziamenti destinati alle imprese non finanziarie è risultata pari a -0,7% (+0,2% il mese precedente; +4,7% un anno prima). In decelerazione anche la dinamica tendenziale del totale prestiti alle famiglie (+2% a fine marzo 2012, +2,7% il mese precedente; +8,2% a marzo 2011). Comparativamente di poco superiore è stata la crescita dei finanziamenti per l’acquisto di immobili, risultata a fine marzo 2012 pari al +3% (+3,7% il mese precedente e +8,1% a fine marzo 2011). Dalle segnalazioni del Si-Abi si rileva che ad aprile 2012 il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società non finanziarie è risultato pari al 4,06%. In lieve flessione e sempre su livelli contenuti, i tassi praticati sulle nuove operazioni alle imprese e alle famiglie: ad aprile 2012 il tasso sui prestiti in euro alle società non finanziarie si è posizionato al 3,50% (3,59% a marzo 2012), mentre il tasso sui prestiti in euro alle famiglie per l’acquisto di abitazioni – che sintetizza l’andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo – è risultato pari al 4,15% (4,27% il mese precedente). Nell’ultimo mese la quota del flusso di finanziamenti a tasso fisso è risultata pari al 30,2% (32,7% il mese precedente; era 36,6% a febbraio 2012). Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 7 Istat Considerando l'intero anno 2011, rispetto al 2010 si registra una diminuzione del 14,3% per i mutui in totale Crif Per i mutui ipotecari, il singolo mese di aprile ha fatto registrare un -45% MutuiOnline.it Le uniche quote che sono aumentate rispetto al mese precedente sono quelle dei lavoratori a tempo indeterminato Secondo l’Istat nel quarto trimestre 2011 i mutui (144.709 in totale) sono diminuiti del 31,3% rispetto al quarto trimestre 2010. In particolare, quelli con costituzione di ipoteca immobiliare (100.022) sono diminuiti del 19,6%, mentre i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare (44.687) si sono ridotti del 48,2%. Considerando l'intero anno 2011, rispetto al 2010 si registra una diminuzione del 14,3% per i mutui in totale e dell'8,4% e del 22,9%, rispettivamente, per quelli con e senza costituzione di ipoteca immobiliare. Rispetto al 2006, i mutui in totale registrano una flessione del 29,0%; quelli con garanzia di ipoteca immobiliare sono diminuiti del 27,6% e quelli non garantiti da ipoteca immobiliare del 31,3%. Tutte le ripartizioni territoriali mostrano variazioni tendenziali negative per entrambe le tipologie di mutuo. I mutui garantiti da ipoteca immobiliare diminuiscono in misura maggiore nelle Isole (-27,9%), mentre quelli non garantiti da ipoteca immobiliare, con una diminuzione tendenziale del 62,7%, sono in calo soprattutto al Centro. Per i mutui garantiti da ipoteca immobiliare il calo registrato nelle grandi città (-17,3%) è minore di quello osservato negli altri centri (-21,2%). I mutui senza costituzione di ipoteca immobiliare registrano una diminuzione maggiore nelle grandi città (-51,1%) rispetto alle altre (-46,3%). Le evidenze dell’analisi del patrimonio informativo di Crif mostrano che per i mutui ipotecari, il singolo mese di aprile ha fatto registrare un -45% ma analizzando l’andamento della domanda aggregata emerge che nel primo quadrimestre dell’anno in corso c’è stata una contrazione complessiva pari a -46% rispetto al corrispondente periodo del 2011. Si evidenzia, invece, una dinamica sostanzialmente differente nel confronto tra gli anni precedenti che avevano fatto segnare andamenti poco distanti dallo zero, rispettivamente -4% per il 2011, 0% per il 2010 e +2% per il 2009. Confrontando il trend delle richieste di mutui nei primi quattro mesi del 2012 con il corrispondente periodo degli anni precedenti, la contrazione del numero delle richieste risulta, nella sua pesante dimensione negativa, fondamentalmente costante. Nell’analizzare le richieste di mutui bisogna anche considerare che, come emerso dalle ultime elaborazione prodotte da Crif, mutui di sostituzione e surroghe nel I quadrimestre 2012 hanno rappresentato una quota di poco superiore al 2% del totale (nel solo mese di aprile la percentuale è scesa ulteriormente, attestandosi ad un ancor più contenuto 1,6%), ben distante rispetto al 9,7% registrato nel I quadrimestre 2011. Del resto, i mutui per surroga e sostituzione sono giunti a una fase di maggiore maturità, non essendo più presenti le condizioni di estremo favore che si erano verificate in passato. La cautela che sta caratterizzando l’atteggiamento degli italiani nel richiedere nuovi finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione, trova riscontro anche nello spostamento verso le classi di durata più lunghe e verso importi medi più contenuti rispetto al recente passato. Nel dettaglio, per quanto riguarda i mutui nel quadrimestre 2012 la classe di durata preferita è risultata essere quella compresa tra i 25 e i 30 anni, con una quota pari al 31% del totale, mentre le fasce di importo che aumentano sono proprio quelle fino ai 100.000 euro, a scapito di quelle di entità superiore. Inoltre, a fine aprile 2012 l’importo medio dei mutui richiesti è ulteriormente sceso, assestandosi a 131.803 euro. Secondo i dati forniti da MutuiOnline.it il mese di aprile ha registrato alcune novità sulle erogazioni dei mutui che descrivono l’attuale momento del mercato. Partendo dai dati relativi alle professioni, le uniche quote che sono aumentate rispetto al mese precedente sono quelle dei lavoratori a tempo indeterminato (che si consolida all’82,6%) e quella dei lavoratori atipici, che passa dallo 0,4% al 3,2% di aprile. In netto aumento anche alcune quote significative dei dati di loan to value, cioè il valore del mutuo rispetto al prezzo dell’immobile: la quota 51-60% fa un balzo in avanti di 5,6 punti percentuali (ora si attesta al 19,2%), mentre quella 41-51% cresce del 4,6% (17%). In aprile si conferma la stessa tendenza di questa prima parte Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 8 del 2012 per i dati di finalità e tipo di tasso scelto dai mutuatari per il proprio finanziamento: l’acquisto prima casa ha incrementato ulteriormente la propria percentuale, passando da 81,7% a 85,2%. Tra le altre finalità è da segnalare il netto calo della sostituzione e surroga, che passa da una quota del 4,3% all’attuale 1,3%. Per quanto riguarda i tassi d’interesse, il variabile consolida la propria posizione di tasso più erogato con il 47,6% (+6,7% sul mese precedente); in calo tutti gli altri tassi, soprattutto quello fisso che ora è a 19,6% (-2,8%). Come a marzo, i mutui con durata 30-40 anni sono quelli che vanno per la maggiore (32,5% sul totale), ma aumentano la propria quota anche le durate inferiori, in particolar modo i mutui con durata di 15 anni che passano da 13,4% a 18,9%. Si conferma in calo anche il trend dell’importo medio che ad aprile scende a 124.133 euro. Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 9