slides intervento Fargion

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L’identità professionale di fronte
alle sfide del presente
Silvia Fargion
Libera Università di Bolzano
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1
• Tre flash sul contesto operativo e sulla
professione
• Quali sfide
• La questione di un sapere che supporta la
riflessività
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Quali situazioni
• I cambiamenti nel mercato del lavoro e la svolta neo
liberista:
‘coloro che sono tagliati fuori dal gioco del mercato del
lavoro non sono più ‘l’esercito di riserva’ … sono
deprivati di qualsiasi funzione sociale: non hanno
neanche il ruolo di consumatori’
Bauman, S. 2001, Am I my brother’s keeper?, European
Journal of Social Work, 3(1), pp.5-11.
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L’aumento della forbice delle disuguaglianze e
vulnerabilità
• Esping Andersen sostiene che il problema non
è la povertà, la disoccupazione, il lavoro
sottopagato in un determinato momento, ma
la persistenza del fenomeno:
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La persistenza della povertà
• il livello di povertà nel Regno Unito è il doppio di
quello francese, ma la povertà è molto meno
persistente. L’Italia e soprattutto gli Stati Uniti sono i
paesi messi peggio, perché combinano elevati livelli
di povertà e livelli di intrappolamento
eccezionalmente alti. (Esping Andersen, G., 2005, Le
nuove sfide per le politiche sociale nel XXI secolo,
Stato e Mercato, 74, pp.181-206.
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La cronicizzazione della vulnerabilità
• ... una situazione di vita in cui l’autonomia e la
capacità di autodeterminazione dei soggetti è
permanentemente minacciata da un inserimento
instabile dentro i principali sistemi di integrazione
sociale e di distribuzione delle risorse. Essa sorge
dunque all’incrocio tra la scarsità di mezzi disponibili,
la debolezza delle reti sociali in cui si è inseriti e la
difficoltà di sviluppare strategie appropriate di
fronteggiamento delle situazioni critiche. (Ranci,
2002)
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Le diversità
• Le complessità della società multiculturale
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Le questioni demografiche
• Invecchiamento e crisi della solidarietà
intergenerazionale.
• Esping Andersen scomponendo e
commentando i dati sulla povertà osserva
l’aumento di povertà con l’aumento di età
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Cosa sta succedendo del welfare?
• Paolo Ferrario, 2011, documento che fa il
punto sullo stato delle politiche sociali nel
nostro paese dopo il varo definitivo della
manovra economica
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La legge 328/2000
• In Italia, la normativa vigente (in particolare la L.
328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali”) ha
individuato nuovi scenari per le Politiche Sociali
…superamento dell’assistenzialismo fine a sé stesso,
verso un sistema delle autonomie locali che
promuove l’auto-aiuto,… muovendosi per una
concreta sussidiarietà verticale (leale collaborazione
tra i livelli di Governo) e orizzontale, con un ruolo
forte in termini propositivi e di gestione, del Terzo
Settore, Impresa Sociale e della solidarietà sociale
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I Fondi
• Se si escludono i finanziamenti del Fondo
Affitti, i finanziamenti nazionali alle Regioni,
strettamente legati alle Politiche Sociali,
sono i seguenti:
• 2008: 1231,2 ml. euro
• 2009: 1147,2 ml. euro
• 2010: 900,0 ml. euro
• 2011: 178,5 ml. euro
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Elementi di identità del servizio
sociale
• Come si caratterizza la tua professione oggi
(Albano, Capo, Cava, 2006, Dentro la
professione, Socialia, Roma; focus group con
supervisori dell’università Trento, maggio
2004; )
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La sofferta assenza di riferimenti teorici nel
confronto con altre professioni
si deve parlare del livello teorico della
professione per poterci confrontare in
maniera coerente con le altre professioni.
Il confronto con gli altri professionisti è
difficile a volte si riscontra un vero e proprio
asservimento perché i riferimenti teorici non
ci sono chiari. Occorre avere chiari i
riferimenti teorici per non rischiare di essere
dei tuttologi o le nuove dame di s. Vincenzo.
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L’aspirazione ad una scientificità
tradizionale
Le valutazioni del SS devono essere scientifiche, dobbiamo
avere strumenti nostri che ci diano specificità. Molti AS sono
in prima linea, con una panoramica per conoscere i
fenomeni, ma quando si tratta di salire di livello rispetto a
quello che si osserva, di riflettere, dare un senso a ciò che si
osserva, occorre avere e applicare un metodo di
osservazione scientifico. Ad esempio il sociologo non
conosce la quotidianità, non ha un contatto vero con la
realtà, ma sa leggere i fenomeni perché ha un’ attrezzatura
scientifica, ha un metodo.
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Conoscenza consapevolezza
“Oggi la mia professione mi gratifica di più
che in passato, le conoscenze lo studio e
l’esperienza hanno rafforzato e chiarito un
ruolo che all’inizio mi sembrava ambiguo e
confuso e così sono arrivata ad una
maggiore consapevolezza del lavoro e di
come si può svolgere”
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La saggezza pratica
E’ un modo di conoscenza personale e orientato da
valori, che si sviluppa nell’interazione tra l’esperienza
peculiare delle situazioni, le differenti visioni e forme
di conoscenza, e la conoscenza scientifica
sistematizzata. Il risultato di questa interazione è una
conoscenza incerta, spesso non articolata e
verbalizzata, che costituisce la base per una
formulazione di ipotesi contingenti che consentano
dei progressi in situazioni in cui non ci sono metodi
validati per risolvere il problema.
Klein, W. e Bloom M. (1995) Practice wisdom, Social Work, 40(6), pp. 799-807.
O’ Sullivan, T. (2005) Some theoretical proposition on the nature of practice
wisdom, Journal of Social Work, 5(2), pp.221-242.
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Il significato della professione: la
dimensione etica
“L’identità professionale è più forte, è
riuscita ad andare al di là degli
interventi/prestazioni, i quali sono
diventati strumenti che permettono
di raggiungere obbiettivi. Questo
consente di non trattare la vita con
superficialità, ma con professionalità”
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La centralità dell’ aiuto e dimensione
creativa
“Considero la mia professione come un
‘luogo’ accogliente dove le persone
possono portare le proprie fatiche,
preoccupazioni e problemi, dove sia
possibile stabilire una relazione costruttiva
capace di produrre,condividere,
confrontare ipotesi di soluzione, di
riscoperta. E’una professione creativa, è un
luogo di ascolto e non giudizio”
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Quali problemi nelle auto
rappresentazioni degli operartori?
•
Forte attenzione alla dimensione
sociale
Nebulosità di una rappresentazione
della dimensione politica del
servizio sociale
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Quali sfide?
• comprendere gli stravolgimenti di significato
del lavoro sociale introdotti dal diffondersi
dell’ideologia neo liberista
• contrastare una strumentalizzazione delle
professione in disegni e interventi che sono
opposti al progetto del servizio sociale e che,
in ultima analisi, erodono la autonomia
professionale.
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Autonomia e autodeterminazione
Promozione delle opportunità/possibilità di
scelta
Oppure abbandono dei soggetti più vulnerabili
e de-responsabilizzazione sociale?
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Coinvolgimento della comunità:
• Promozione di partecipazione
• o scaricamento di responsabilità da parte
dello Stato?
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Attivazione
• Supporto all’autorealizzazione
• O strumento per espellere le persone dal
sistema assistenziale?
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• Gli assistenti sociali in tutte le nazioni sono
sempre più impegnati in programmi di
‘attivazione’, nel senso che hanno il mandato
di motivare gli utenti dei servizi, in modo
particolare le persone disoccupate da lungo
tempo o genitori single, alla ricerca di una
partecipazione attiva al mercato del lavoro
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• Questo compito può essere visto da due
prospettive fondamentalmente opposte. Da
una parte, letto come aiuto alle persone a
sollevarsi da una posizione di dipendenza,
l’attivazione corrisponde ad uno dei più
antichi principi metodologici del servizio
sociale
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• D’altra parte l’attivazione può essere vista
politicamente come una misura punitiva, una
sorta di test delle capacità disegnato per
identificare e segregare gli ‘immeritevoli’ e gli
imbroglioni, che sfruttano il sistema per
coltivare la propria pigrizia….
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• Il cuore del problema non è l’aspetto
metodologico isolato, se l’attivazione viene
fatta in modo gentile, e non in modo
punitivo, freddo e di controllo. Il problema è,
invece, il contesto di politica sociale in cui si
colloca questo intervento (Lorenz, 2005, p.
99).
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Servizio sociale e solidarietà
• ‘La relazione di aiuto era ed è al centro della
professione. Tuttavia quando le politiche e le
condizioni che determinano il lavoro nei
servizi alla persona stanno progressivamente
e profondamente cambiando, emerge con
chiarezza che il livello ‘micro’ della relazione di
aiuto non può costituire l’unico orizzonte nè
conoscitivo nè di intervento per il servizio
sociale’ (Nothdurfter, 2011)
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Ripensare al progetto professionale
• La dimensione politica
• La dimensione etica
• La dimensione del sapere e della ricerca
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Quali conoscenze per sostenere il
progetto professionale?
• Tre strade:
- L’importazione di approcci teorici da altri
campi disciplinari già legittimati
- Lo sviluppo di una ricerca scientifica secondo
un modello tradizionale di scienza
- La ricerca sulla pratiche
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1 L’importazione di modelli teorici
• Gli approcci teorici sono diversi, ma i principali
riferimenti vengono dalla psicologia e i più
nominati sono:
1. Psicoanalisi
2. Approccio sistemico – la scuola della
pragmatica della comunicazione
3. Psicologia umanistica
4. Cognitivismo
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• In questo caso la scientificità del servizio
sociale viene misurata attraverso una
coerenza delle pratiche con un approccio
teorico elaborato in un altro contesto e
riadattato al servizio sociale
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Nonostante i riadattamenti si tratta di una
posizione in cui il baricentro è esterno alla
professione. Come è possibile per la
professione acquisire un equilibrio
autonomo?
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• Harris, considerando gli studi di servizio sociale osserva che gli
assistenti sociali che operavano nei servizi pubblici negli anni
’50 non era nelle condizioni di applicare le teorie
psicoanalitiche, che venivano perciò annacquate
Harris, J. (2008)State Social Work: Constructing the Present from Moments in the Past, British
Journal of Social Work (2008) 38, 662–679
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Psicoanalisi e stereotipi sociali
• Piuva, ri analizzando la formazione in Svezia
nel cosiddetto periodo del ‘diluvio
psichiatrico’, attraverso una revisione dei casi
didattici, mette a fuoco la commistione tra
teoria psicoanalitica e stereotipi di genere e il
senso di sfiducia nei confronti della storia del
cliente inscritto negli approcci psicoanalitici
•
Piuva, K (2007) 'The Case of Psychosocial Work: The Pedagogic Discourse of
Psychosocial Education in Sweden 1938-1989', Social Work Education, 26:3, 261 –
279.
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• Piuva osserva come, anche quando comincia
svilupparsi una letteratura autonoma di
servizio sociale l’idea dominante è che il
riferimento teorico è esterno:
La teoria psicoanalitica applicata al servizio
sociale crea ‘un assistente sociale che non è
propriamente un terapeuta e un utente che
non è propriamente un cliente’
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I rischi inscritti nell’applicazione di
teoria
• La ricerca di Piuva fa anche emergere come
l’utilizzo di approcci teorici per identificare
indicazioni operative spesso svuota le teorie
della loro dimensione di incertezza ed
euristica
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L’importazione di teorie dall’estero
• L’Italia è solo una delle realtà in cui la
professionalizzazione del servizio sociale si è
avviata attraverso una doppia ‘importazione’
di sapere. Da altre discipline e da un’altra
realtà cioè gli Stai Uniti.
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La seconda strada
• Lo sviluppo di un sapere autonomo attraverso
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I sostenitori del modello scientifico nel servizio sociale
sostengono due idee fondamentali
(Reid,W.J., 2001, ‘The Role of Science in Social Work. The Perennial
Debate’, in Journal of Social Work, 1(3), pp.273-293)
La prima è che il servizio sociale deve essere una
pratica svolta scientificamente nel senso che applica
un metodo scientifico alla relazione d’aiuto
Questo consente di onorare l’impegno che la
professione si assume di offrire un trattamento
efficace
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La seconda è che il servizio sociale professionale è
impegnato a costruire ed avvalersi di conoscenza
scientifica in relazione ai problemi che tratta
La conoscenza scientifica è quella conoscenza che dà
maggiori garanzie di verità, consente di operare dei
nessi causa effetto e quindi di intervenire sulle cause.
Consente di fare delle previsioni.
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Evidence Based Social Work
Si considera l’erede del filone scientifico nel
servizio sociale
E’ una prospettiva che si pone come obbiettivo
principale di basare la pratica su un’evidenza
empirica che, identificano nessi di causa–effetto tra
i fenomeni, dia maggiori garanzie di successo
La caratteristica di questa prospettiva è di
concentrarsi sugli effetti dell’intervento più che sui
processi
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Si sostiene che l’agire degli operatori, le loro decisioni
in merito alle metodologie adottate o in merito a cosa
fare nelle situazioni degli utenti, devono essere fondate
sui piu’ aggiornati e convalidati esiti della ricerca
scientifica
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PUNTI CENTRALI DELLA EVIDENCE BASED SOCIAL
WORK
Le situazioni che l’assistente sociale incontra sono situazioni
che fanno parte dell’esperienza quotidiana di tutti. Usare il
senso comune e’ pericoloso perche’ porta ad errori e uso di
pregiudizi
L’utilizzo di conoscenza sottoposta a test scientifico consente
di evitare le distorsioni del senso comune
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PERCHE’ SIA POSSIBILE APPLICARE LA EBP E’
NECESSARIO CHE:
1. L’intervento sia organizzato in modo esplicito,
sistematico e razionale
2. Siano approntati delle modalita’ appropriate snelle per
far conoscere agli operatori gli esiti della ricerca
empirica
3. E’ necessaria una notevole flessibilita’ nell’applicare
gli esiti delle ricerche e le generalizzazione a casi
specifici
4 Durante l’intervento gli operatori devono impegnarsi
in un continuo processo di valutazione di analisi del
feed-back
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La critica al modello scientifico
• Il modello della ebp si appiattisce su
concezioni consolidate e legittimate di
conoscenza che però non sono adatte alle
specificità del servizio sociale e oscurano la
complessità e la dimensione politica
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Il costruttivismo nel servizio sociale
Molteplici soggetti, molteplici verità.
La centralità delle pratiche
La riflessione sui linguaggi quali pratiche di
costruzione della realtà
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Servizio sociale postmoderno
• frammentazione delle conoscenze: il
‘multiverso’
• perdita di rilevanza dei tradizionali centri in
posizione di privilegio rispetto alla
costruzione del sapere
• delegittimazione di qualsiasi meta- teoria
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Servizio sociale postmoderno
• Nuove riflessioni sul rapporto tra sapere e
potere
• Nuove riflessioni sul ruolo del servizio sociale
in relazione ai saperi marginali o sommersi
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Servizio sociale costruttivista e fonti
del sapere
• I saperi delle persone che si rivolgono ai
servizi
• I saperi di chi pratica e connessi ad una
riflessivita’ degli operatori
• I saperi derivati dalla ricerca sistematica
qualitativa e quantitativa sul
fronteggiamento dei bisogni (la resilience)
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La ricerca qualitativa viene vista come
rilevante nel servizio sociale:
- in quanto consente di cogliere le prospettive, la
soggettività degli informatori e questo rappresenta
un nodo centrale nel servizio sociale
- in quanto si fonda su competenze che l’assistente
sociale possiede (es. colloquio non direttivo)
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La Practice Research
• La Practice risearch si fonda su una curiosità
relativa alle pratiche.
• Concerne l’identificazione di buone e
promettenti modalità di aiutare le persone
• e la messa in discussione di pratiche
‘problematiche’
• attraverso un esame critico delle pratiche e lo
sviluppo di nuove idee alla luce
dell’esperienza. (Salisbury Statement)
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La finalità
La Practice research intende contribuire allo
sviluppo della professione in quanto
generativa della specifica conoscenza ed
expertise di servizio sociale
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Quali strategie di ricerca
• Riconosce la molteplicità di prospettive e
quindi una molteplicità di approcci di ricerca
sia qualitativa che quantitativa.
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Quali caratteristiche
– Collaborativa e partecipata (Formatori, ricercatori,
assistenti sociali, mangers, politici, utenti)
– Connessa al contesto operativo
– Relazionale
– Dinamica e fluida
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Quali conoscenze
• Lo studio delle pratiche guarda ai modi e ai
frames utilizzati dagli assistenti sociali per
ricostruire un senso del loro lavoro e delle
situazioni che affrontano
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• Ma riguarda anche i modi di produrre i frames
stessi
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Il fuoco sulle pratiche
• la pratica non può essere ridotta a una mera
applicazione di idee più o meno elaborate in
altri luoghi, ma che, al contrario, guarda al
concreto lavoro degli assistenti sociali come
ad una forma di produzione di conoscenza
(Kondrat, 1992)
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• L’attività degli operatori è descritta come un
coinvolgimento ed un dialogo con una
situazione unica e irripetibile, sottoposta a
continue interpretazioni e re-interpretazioni
mentali.
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Razionalità o ragionevolezza
• Kondrat contrappone una razionalità tecnico
strumentale, formale, ad una ad una
razionalità pratica o sostantiva. La razionalità
strumentale presuppone obbiettivi chiari ed
un sistema di regole che definiscono l’utilizzo
di mezzi dati per il raggiungimento di
obbiettivi definiti ed è basata su un rapporto
esplicito e formalmente corretto tra mezzi e
obbiettivi.
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• La razionalità pratica, al contrario, in primo
luogo non assume una chiarezza di obbiettivi,
né una definizione chiara dei mezzi. In questo
caso la costruzione di significati condivisi, in
un contesto in cui si riconosce la pluralità dei
soggetti interagenti, rappresenta la base per
la costruzione delle regole di azione e degli
obbiettivi, che sono quindi un esito del
processo e non un punto di partenza.
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Senso comune e pensiero scientifico
Furnham (1994)
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Furnham sostiene che ci sono dei tratti che distinguono le caratteristiche
associate al ragionamento del senso comune e il modo di procedere
scientifico:
Il pensiero basato sul senso comune non è esplicito e non esplicita i propri
riferimenti
Non ricerca e non esamina la propria coerenza interna
Si fonda sulla verifica e non sulla falsificazione
È induttiva invece che deduttiva
Assume relazioni di causa effetto senza verificarle
Si concentra sui contenuti rispetto ai processi
Tende a sottovalutare l’impatto di fattori non immediatamente visibili e
presenti
Tende a raggiungere conclusioni estremamente generali e non specifiche
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La saggezza professionale
‘professional wisdom’
• Krill (1990: 14): la saggezza pratica può essere
definita come qualcosa di altamente personale che
comporta l’integrazione tre teoria, principi religiosi o
filosofici, esperienza soggettiva e i modi di tenere
insieme la propria conoscenza di sé e cio che si sa
sulle persone con cui si lavora e ciò che sta
succedendo
• Klein and Bloom (1995) definiscono la saggezza
pratica come il ponte tra le limitazioni della
conoscenza scientifica, ciò che si conosce
dall’esperienza pratica e la situazione immediata che
si sta affrontando
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Esempio: la ‘critical best practice’
Ferguson, H (2003) Outlines for a critical best practice, British Journal of Social Work, 33:8, 10051024
• La ricerca di standard per identificare pratiche
che non solo diano buoni esiti, ma che siano
coerenti con i valori. Questa ricerca apre la
possibilità di identificare mettere in luce e
riconoscere le buone pratiche e consente di
renderle disponibili per apprendere da esse.
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Obbiettivi della Critcal best practice
• La CBP può essere utile per una crescita di
conoscenza nel servizio sociale
• Ma può anche essere positiva per togliere
l’aura di negatività al servizio sociale e per
promuovere le sue buone pratiche
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Approccio critico alle buone pratiche
• Le buone pratiche sono tali non sulla base
della definizione di qualcuno, ma sulla base
dell’esperienza di tutti i soggetti coinvolti:
• La pratica è il prodotto di una co-costruzione
di tutti gli attori e sistemi coinvolti
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Il punto di partenza
• Un’ ipotesi da provare o disconfermare:
E’ vero che nei casi di genitori con problemi di
tossicodipendenza l’affido intrafamiliare dà
esiti negativi?
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Il punto di partenza
• Un problema incontrato nella pratica:
Julie Cooper Altman: A Study of Engagement in NeighborhoodBased Child Welfare Services Research on Social Work
Practice 2008; 18; 555
Il processo di valutazione delle famiglie che aspirano
all’adozione è spesso vissuto in modo traumatico dalle
famiglie:
Come è possibile garantire una valutazione accurata, limitando
l’impatto negativo sulla famiglia?
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Il punto di partenza
• Un’area di intervento che si ritiene rilevante
esplorare:
Mary Larkin ‘Life after Caring: The Post-Caring
Experiences of Former Carers’, British Journal
of Social Work (2009) 39, 1026–1042
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Il punto di partenza
• Un’assenza di dati:
Femmie Juffer and Wendy Tieman
Being adopted: Internationally adopted
children’s interest and feelings International
Social Work 2009; 52; 635
• Come le persone che godono di misure
alternative alla carcerazione percepiscono
l’intervento dell’assistente sociale?
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Un nuovo metodo o approccio che
richiede sperimentazione
CHRISTER ENGSTRÖM (2009) Social Workers’
Ability to Assess How Clients Experience
Investigation Sessions – With and Without
the ASI, Journal of Social Work, 2009; 9; 309.
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Il punto di partenza
• Un fenomeno o un concetto che si vuole spiegare
meglio:
Ungar, M; Barter, K.; McConnell, S. M. (2009)
Patterns of Abuse Disclosure among Youth
Qualitative Social Work, Vol. 8(3): 341–356
Cosa si intende per successo in un intervento
Quali significati sono stati attribuiti al concetto di
accettazione nell’intervento dell’assistente sociale
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Il punto di partenza
• Un servizio o un intervento da valutare:
Quali sono gli esiti di una presa in carico dei servizi vs
una assenza di interventi?
Does Social Work Make a Difference?: A Controlled
Study of Former `Looked-After-Children' and
`Excluded-From-School' Adolescents, Colin Pritchard
and Richard Williams, Journal of Social Work 2009; 9;
285
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nuoviparadigmi
paradigmidella
dellaconoscenza
conoscenza(Lymbery,
(Lymbery,2003,
2003,p.p.112)
112)
IInuovi
RIFLESSIVE/ APERTE
Tradizioni professionali:
Conoscenza pratica e
esperienziale
Processi conoscitivi in
partnership:
Conoscenza orientativa
LE FORME DI
PRODUZIONE
TRADIZIONALI
FORME DI
PRODUZIONE
INNOVATIVE
Tradizione e monopolio
conoscenza accademica
Emergenza di nuove strutture:
Evidence based practice
ISTITUZIONALIZZATE / CHIUSE
Tratto da Synnove Karvinen- Niinikoski, Research orientation and expertise in Social WorkFargion
challenges for social work education, EuropeanSilvia
Journal
of Social Work, 3, 2005.
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