colombia - Aiuto alla Chiesa che Soffre

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colombia - Aiuto alla Chiesa che Soffre
Cristiani 92,5%
Cattolici 82,3% - Protestanti 10,2%
Altre religioni 0,9%
Non affiliati 6,6%
AREA
POPOLAZIONE RIFUGIATI (interni*) RIFUGIATI (esterni**) SFOLLATI
1.141.700 km2 42.889.000
223
394.007
4.744.096
*Rifugiati stranieri che vivono in questo Paese **Cittadini di questo Paese rifugiati all’estero
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APPARTENENZA RELIGIOSA
La Costituzione garantisce la libertà di coscienza e stabilisce che lo Stato non ha
alcuna religione ufficiale, definendolo, al contempo, «ateo» o «agnostico». Di
conseguenza, nessuno può essere discriminato per le proprie convinzioni o essere obbligato ad agire in contrasto con la propria coscienza. La Costituzione garantisce la libertà di espressione religiosa e dispone che ognuno ha il diritto di
professare il proprio credo e di promuoverlo, singolarmente o comunitariamente.
La Carta costituzionale indica altresì che tutte le confessioni religiose sono uguali davanti alla legge1. La discriminazione religiosa è un reato punibile con multe
che vanno dai 5,3 agli 8 milioni di pesos (US$ 2.700-US$ 4.100), nonché con pene detentive da uno a tre anni2.
I rapporti Stato-Chiesa cattolica sono regolati dal Concordato firmato con la Santa Sede nel 1973. Quelli con le altre religioni riconosciute sono, invece, disciplinati da una Convenzione di diritto pubblico del 1997. Il Ministero degli Interni è incaricato del riconoscimento ufficiale delle Chiese e degli altri gruppi religiosi; quando esso è avvenuto, tali gruppi possono accordare lo statuto di affiliato e dare un
riconoscimento pubblico ad altre formazioni con le stesse convinzioni. La registrazione si ottiene al termine di una procedura – lunga, ma non complicata – che
prevede come unico obbligo quello di presentare una domanda formale che fornisca informazioni generali sul gruppo religioso richiedente.
In materia di matrimonio, lo Stato riconosce giuridicamente vincolanti soltanto quelli celebrati dalla Chiesa cattolica, dai 13 gruppi religiosi firmatari della Convenzione
di diritto pubblico del 1997 e dei gruppi religiosi ad essi associati. Affinché lo Stato
riconosca il matrimonio contratto da membri di gruppi religiosi non firmatari della
Convenzione o associati, deve essere celebrato un matrimonio civile.
I missionari stranieri devono rivolgersi al Ministero degli Esteri per ottenere un visto speciale (valido per un massimo di due anni), avendo preliminarmente ottenuto un certificato del Ministero degli Interni che attesti la loro appartenenza a un
1 2 http://colombia.justia.com/nacionales/constitucion-politica-de-colombia/titulo-ii/capitulo-1/
http://www.state.gov/documents/organization/208678.pdf
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gruppo religioso già registrato. È inoltre richiesta una c.d. lettera di indennizzo finanziario da parte dei vertici del gruppo religioso di appartenenza3.
In alcune zone del Paese, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC)
hanno continuato a minacciare, rapire e talvolta uccidere, esponenti religiosi. Il
Dipartimento dei Diritti umani dell’Ufficio del Procuratore generale ha continuato
a indagare sugli omicidi di ecclesiastici che erano noti per le critiche mosse a organizzazioni terroristiche.
Nel settembre 2012, un pastore della Chiesa pentecostale unita di Colombia è
stato assassinato a Bogotà da uno sconosciuto, probabilmente membro di uno
dei numerosi gruppi armati illegali attivi nel Paese. Da notare che – come reso noto dal Consiglio delle Chiese evangeliche della Colombia – sono una media di
20/30 gli esponenti religiosi protestanti che ogni anno sono uccisi da questi gruppi4. Nel febbraio 2013, la Chiesa cattolica – che considera i loro attacchi un ostacolo ai negoziati di pace – ha lanciato un appello ai guerriglieri delle FARC, affinché pongano fine ai loro violenti attacchi e partecipino al dialogo.
Nell’aprile 2013, le autorità sanitarie hanno emanato una Circolare in materia di
aborto – pratica legalizzata o, meglio, depenalizzata (dopo una sentenza della
Corte suprema molto controversa) nel maggio 2006 – riguardo a tre situazioni
specifiche: quando la vita della madre è in pericolo, quando ci sono malformazioni congenite incompatibili con la vita e quando c’è stato uno stupro. Ispirandosi alla Costituzione, ai Trattati internazionali e alle sentenze della Corte costituzionale, la Circolare dispone che tutti gli operatori sanitari, pubblici o privati, laici o confessionali, adottino le misure necessarie per fornire questo “servizio” alle donne,
la cui situazione corrisponda a una delle sopra citate. Pur riconoscendo il diritto
all’obiezione di coscienza per i singoli medici, la Circolare afferma che essa si applica alle singole persone e non alle istituzioni e sostiene, pertanto, che esse hanno l’obbligo di fornire il personale medico e disporre di quanto necessario per
espletare l’interruzione volontaria di gravidanza. Inoltre, in essa si asserisce che
i medici obiettori di coscienza hanno comunque il dovere di indirizzare le donne a
medici disposti a intervenire per praticare l’aborto.
La Circolare è stata emanata sebbene, soltanto un mese prima, analogo provvedimento (Decreto N. 4444 del 2006) del Ministero della Salute, fosse stato sospeso
(2009) e poi annullato per incostituzionalità (2013). Gli operatori sanitari cattolici e
altri hanno affermato che, non solo l’autorità sanitaria non ha alcuna podestà legale per emanare tale ordine, ma che quest’ultimo – come il precedente decreto – è
giuridicamente infondato, poiché basato su un’interpretazione fallace della sentenza della Corte suprema del 2006 sull’esistenza di un presunto “diritto” all’aborto. In
realtà, questo diritto non è riconosciuto nella normativa del Paese, poiché l’aborto
non è stato legalizzato, ma (soltanto) depenalizzato e (solo) nelle tre situazioni speibid.
www.noticiacristiana.com/sociedad/policialjudicial/2012/09/pastor-colombiano-es-asesinado-por-sicarios-por-razones-aun-desconocidas.html
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cifiche sopra citate5; di fatto e in modo persistente, i fautori dell’aborto hanno cercato di manipolare la sentenza della Corte Suprema, un tentativo avversato anche da
esperti costituzionalisti. Da segnalare che, nel maggio 2014, il Congresso ha specificamente rimosso ogni riferimento all’aborto come diritto.
A seguito della non conversione in legge della proposta legislativa che avrebbe
legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, dal 20 giugno 2013 ha
acquisito valore giuridico – come peraltro previsto dalla sentenza stessa in caso
di vuoto legislativo – un pronunciamento della Corte Costituzionale che dispone
per giudici e notai l’obbligo di celebrare «contratti solenni vincolanti» tra persone
dello stesso sesso. Nel mese di aprile 2013, Sovraintendente del Notariato e della registrazione, Jorge Enrique Vélez, ha dichiarato che notai e cancellieri hanno
l’obbligo di presenziare e convalidare “matrimoni” tra due persone dello stesso
sesso, senza potersi opporre per motivi di coscienza. Vélez ha affermato che l’accordo in questione è «un documento, un accordo volontario in cui due persone
sottoscrivono un contratto rispetto al quale il notaio è soltanto un testimone. Cosa che può essere fatta tra due uomini, tra due donne o tra un uomo e una donna, secondo le loro esigenze6.
http://www.celir.cl/v2/legislacion/SuperintendenciaDeSaludColombia.pdf
www.vanguardia.com/actualidad/colombia/205851-notarios-no-pueden-alegar-objecionde-conciencia-en-las-uniones-gay
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