Rimesso a nuovo l`antico ponte di San Carlo
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Rimesso a nuovo l`antico ponte di San Carlo
L’ECO DI BERGAMO 33 MARTEDÌ 27 DICEMBRE 2016 Valli Seriana e di Scalve Rimesso a nuovo l’antico ponte di San Carlo Gromo piange la sua decana: Agnese, 101 anni Agnese Bonetti, 101 anni Vertova. Il manufatto sul torrente mostrava segni d’usura, sostituite le pietre con lastre di granito È raffigurato anche nel gonfalone VERTOVA FRANCO IRRANCA Lo storico ponte sul torrente Vertova che attraversa il paese è stato rimesso a nuovo con il rifacimento della pavimentazione che ricopre l’impalcato. Ora pedoni e macchine possono transitare su un fondo nuovo e più solido. Il manufatto è chiamato dai vertovesi ponte di San Carlo perché, in passato, ad una delle testate sorgeva un oratorio dedicato a San Carlo Borromeo che, nel 1575 in visita apostolica alle parrocchie della Valle Seriana aveva fatto sosta a Vertova. Il manufatto mostrava da tempo segni di degrado, in particolare le lastre in pietra serena, posate nel 1997, che coprivano il dorso del ponte. L’amministrazione comunale ha deciso di sostituire le pietre ammalorate con lastre di granito grigio-nero Africa, più resistenti dell’arenaria, e di reinserire, tra le fasce in pietra, i ciottoli di fiume, parte dei quali è stata sostituita con bor- efJfznfTvwH/d2nfrjDk3cmxUzb5g9KhLk2jiS+ywLE= lanti di dimensione maggiore. L’intervento è stato portato a termine dall’impresa Andrea Grassi di Vertova nell’arco di una quindicina di giorni e, dopo un breve periodo di consolidamento della malta, venerdì scorso il ponte è stato riaperto al traffico e al transito pedonale. I lavori che hanno riguardato anche l’impermeabilizzazione dell’impalcato e la stuccatura delle parti in pietra per rendere più aderente la pavimentazione, hanno comportato una spesa di 20.000 euro. Il ponte compare nel gonfalone del Comune dove è disegnato a tre arcate, una delle quali è stata inglobata nella via 4 Novembre realizzata all’inizio del ’900 per consentire l’accesso e il movimento delle merci del Cotonificio Bustese, sorto nel 1886, che sostenne le spese dell’opera viaria. Il ponte fu costruito in pietra dopo che, nel 1396 quello in legno era andato distrutto nell’incendio appiccato dai Guelfi Gromo Il ponte di San Carlo dopo i lavori di ristrutturazione: sostituite le pietre usurate, è stato riaperto al traffico che misero a ferro e a fuoco il paese che era di parte ghibellina. La costruzione compare anche nella cornice seicentesca della pala d’altare del Santuario di San Patrizio che un tempo conteneva una tela di grande pregio del pittore Enea Salmeggia detto il Talpino dipinta nel 1611. Il committente del dipinto (La Madonna in trono col bambino, San Giovanni Battista, San Marco, San Giuseppe, San Patrizio) ossia la famiglia Zollio, ascritta alla nobiltà veneziana e arricchitasi per via dei commerci, era originaria di Vertova. Anche questa riproduzione in legno rappresenta un ponte a schiena d’asino con tre arcate divenuto il simbolo di Vertova. ©RIPRODUZIONE RISERVATA In televisione Striscia trova Babbo Natale a Gandino Un’immagine del servizio Una tavola imbandita, un paiolo sul fuoco, due elfi furbetti e una polenta fumante, naturalmente a base di mais spinato. C’è stato un tocco legato alla terra orobica nella puntata natalizia di «Striscia la Notizia», andata in onda sabato in prima serata su Canale 5. Lo storico tg satirico, condotto da Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti, ha proposto il servizio dell’inviato Luca Galtieri. Un tour semiserio lungo la Penisola «a caccia di Babbo Natale». Ha finito per scovarlo a Gandino, nell’antico Palazzo Rudelli dove è aperta la Casa Bergamasca di Babbo Natale, grazie allo staff della Fattoria didattica Ariete di Gorno. Oggi è l’ultimo giorno utile (dalle 14 alle 18) per visitare la Casa. Dalle 17,30 è in programma la festa di chiusura con il gruppo de «La Pastorèla» e l’estrazione delle letterine fortunate. Si è spenta serenamente alle 2,40 della notte di Natale Agnese Bonetti. Con i suoi 101 anni di età era la decana di Gromo. Fino all’ultimo ha mantenuto una grande lucidità mentale, tanto è vero che, come afferma il nipote Fausto Santus, rivolgendosi ad una infermiera della Casa di riposo «Milesi», dove da otto anni era ricoverata, verso le 21,30 della vigilia di Natale, le ha detto: «Sento che è giunta la mia ora, il Signore mi chiama a sé». Una premonizione, la sua, al termine di una vita fondata sugli affetti familiari e sulla fede profonda. Nata a Gromo il 6 giugno 1915 da Gaetano Bonetti e Matilde Scacchi, nubile, Agnese era terza di otto figli, alcuni emigrati in Francia, dove poi si sono stabiliti. Dopo aver frequentato le elementari Agnese è diventata sarta. Con il suo lavoro ha contribuito ad aiutare la numerosa famiglia, assistendo poi amorevolmente, fino alla loro scomparsa, gli anziani genitori , con i quali è sempre vissuta. La comunità gromese si stringe affettuosamente ai nipoti, tra i quali il sindaco di Piario, Pietro Visini. Le esequie si svolgeranno oggi, alle 15, nella parrocchiale di Gromo. E. V.