articolo pdf della rassegna stampa di dialogic srl
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13/08/2011 - PAG. 50 ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| ||| La storia ROBERTO FIORI ALBA erano già il torinese MacBun (o meglio M** Bun, come si dovrebbe scrivere per evitare grane con i grandi marchi) e il vicino Mac ‘d Bra, Alba non poteva certo restare a guardare. Così, per contrastare il predominio assoluto di MacDonald’s e affini, ecco che scendono in campo anche l’Alba-Burger, il Barolo-Burger e il Roero-Burger, per non parlare dell’arma segreta «SciulaBurger», caricata a cipolle. A schierarli, da questa settimana, è la «Burgheria italiana», nuovo locale nato con la curiosa idea di rivisitare in chiave langarola i piatti più tipici della cucina d’Oltreoceano. La location è in corso Torino, a due passi dal Tribunale e da via Cavour, ma soprattutto a pochi metri da uno dei tanti «kebabbari» che in pochi anni hanno preso piede in città facendo storcere il naso ai puristi dell’enogastronomia locale. La filosofia, ovvviamente, è agli antipodi. «Abbiamo voluto creare un modello di ristorazione innovativo che ancora non era presente nel nostro territorio» dicono i tre intraprendenti titolari, gli albesi Aurelio Corino, Piero Cottino e Alessandro Agnelli. Il loro motto è «fast food in slow mood»: ovvero, consumo veloce ma prendendosi tutto il tempo necessario per confezionare un panino con materie prime di qualità, magari abbinandolo a un calice di Dolcetto. Il piatto clou è l’Alba-Burger, una versione langarola del classico hamburgher americano realizzata utilizzando carne selezionata, tuma d’Alba e una grattatina di tartufo, bianco o nero, a seconda della stagione. Il C’ È un burger alle “trifole” la scommessa di Alba Nuovo fast food langarolo in corso Torino. Menù di panini e vini Il motto «Fast food in slow mood»: consumo veloce sì ma prendendosi tutto il tempo per fare un panino con materie prime di qualità. Lo pensano i titolari Aurelio Corino, Piero Cottino e Alessandro Agnelli Manzotto-Burger è invece arricchito con prosciutto di vitello piemontese alla piastra, ricotta e pistacchi. E poi il Barolo-Burger con la sua salsa al vino, e il Roero-Burger, che abbina alla carne di prima scelta la tradizionale crema di asparagi roerini. I prezzi non sono affatto astronomici: si va dai 4,50 ai 7 euro, con la possibilità di scegliere anche antipasti, primi, insalate e, alla sera, griglia- te e piatti più ricercati, sempre con l’obiettivo di accorciare il più possibile la filiera dal produttore al consumatore. «Se avremo successo, ci piacerebbe riproporre il progetto anche in altre città», dicono con lungimirante ottimismo i tre titolari. D’altra parte, il panino d’autore realizzato con ingredienti selezionati è un’idea che ormai seduce anche gli chef più rinomati. Se sotto la Zizzola la ricetta del Mac ‘d Bra, lanciata l’anno scorso nel regno del movimento slow, prevede salsiccia cruda (o alla piastra), formaggio Bra e una foglia di lattuga coltivata negli orti braidesi, durante la Fiera del tartufo 2010 il pluristellato chef Enrico Crippa si era cimentato in un sontuoso panino a base di carne cruda, pancetta di Zibello, salsa d’acciughe, sarset, nocciole e tartufo bianco d’Alba. Il prezzo, però, non era affatto «fast». PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1