TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei solidi
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TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei solidi
TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei solidi I solidi volatili si possono purificare per sublimazione, processo che comporta il passaggio dalla fase solida a quella vapore e la condensazione dalla fase vapore alla fase solida Il campione si scalda sotto vuoto ed il vapore incontra una superficie fredda, dove solidifica. 1 dito freddo I solidi si purificano per CRISTALLIZZAZIONE, un processo che permette di ottenere selettivamente da una soluzione il composto solido, separandolo dalle impurezze (che non devono superare il 10%). Si basa sul fatto che sostanze diverse hanno solubilità diverse. Passaggi necessari per la purificazione per cristallizzazione ) 1. Scelta del solvente 2. Dissoluzione del campione 3. Decolorazione della soluzione non sempre necessario 4. Filtrazione a caldo 5. Raffreddamento della soluzione passaggio più critico 6. Filtrazione a freddo 7. Lavaggio dei cristalli 8. Essiccamento dei cristalli non sempre necessario sempre importante; non sempre facile 2 1. Scelta del solvente Un solvente adatto è quello che scioglie il campione a caldo, ma non a freddo, che scioglie le impurezze anche a freddo o non le scioglie neppure a caldo. 3 2 Il solvente 1 scioglie poco sia a freddo che a caldo: non va bene Il solvente 2 scioglie molto sia a freddo che a caldo: non va bene 1 Il solvente 3 è quello giusto: scioglie bene a caldo e poco a freddo Il solvente deve avere un punto di ebollizione tra 50°C e 150°C Solventi con p.e. basso evaporano e possono separarsi anche le impurezze Solventi con p.e. alto si allontanano difficilmente dai cristalli Il solvente deve avere un punto di ebollizione inferiore a quello del composto da cristallizzare Il composto può separarsi come olio e non come solido Se ci sono più solventi con le caratteristiche adatte, va scelto il MENO TOSSICO Per trovare un buon solvente di cristallizzazione si effettua una prova in piccolo, aggiungendo in una tubo da saggio circa 3 ml di solvente a circa 10 mg di composto ed agitando. Se tutto il solido si scioglie a temperatura ambiente, il solvente non è adatto. Se il solido si scioglie in parte, si scalda. Se il solido NON si scioglie tutto a caldo, il solvente non è adatto. Se tutto il solido si scoglie a caldo, raffreddare il tubicino: se si forma precipitato, il solvente è ADATTO. Se dopo il raffreddamento non si forma precipitato, provare a sfregare all’interno con una bacchetta di vetro. Se continua a non formarsi precipitato, il solvente non è adatto Se non si trovassse un solvente adatto, si può provare con una miscela di solventi. 3 Passaggi necessari per la purificazione per cristallizzazione 1. Scelta del solvente del campione ) 2.3. Dissoluzione Decolorazione della soluzione non sempre necessario 4. Filtrazione a caldo 5. Raffreddamento della soluzione passaggio più critico 6. Filtrazione a freddo non sempre necessario 7. Lavaggio dei cristalli 8. Essiccamento dei cristalli sempre importante; non sempre facile 2. Dissoluzione del campione Il solido da cristallizzare si mette in una beuta delle dimensioni giuste (il campione non deve beute occupare più di 1/5-1/4 del volume) becker “beacker” In un beker il solvente evapora più in fretta ed solido sale lungo le pareti e può traboccare (Erlenmeyer flask) In un’altra beuta si salda del solvente che poi si aggiunge lentamente alla beuta con il solido da cristallizzare. LENTAMENTE !!! Si deve aggiungere la quantità sufficiente di solvente per sciogliere tutto il composto, più qualche cosa, per tener conto dell’evaporazione aperto!! Se il solvente è molto volatile, si può usare una beuta con smeriglio ed un refrigerante ) 3. Decolorazione della soluzione Se la soluzione è colorata (e si è sicuri che il composto sia incolore!) la colorazione è dovuta ad impurezze, che si possono eliminare aggiungendo polvere di carbone (dopo ave raffeddato un po’!) 4 Il carbone attivo ingloba di preferenza le impurezze colorate. Se ne aggiunge una quantità piccola (1-2% in peso rispetto al campione o 1 mg per ml di soluzione), si riporta all’ebollizione per qualche tempo. ) 4. Filtrazione a caldo La presenza di impurezze insolubili a caldo (o l’aver usato il carbone attivo) rende necessaria la filtrazione a caldo. Si effettua una filtrazione per gravità, usando un imbuto ed un filtro di carta spazio per l’aria soluzione senza impurezze insolubili E’ meglio usare un imbuto a gambo corto, perché l’evaporazione del solvente caldo potrebbe far cristallizzare del composto lungo il gambo La carta da filtro va piegata, in modo da favorre la filtrazione a metà ancora a metà Si riapre fino ad avere un semicerchio con pieghe: verso il basso ancora a metà verso l’alto verso il basso 5 in giù in su in su in giù a ventaglio Per adattare bene il filtro all’imbuto si piegano le due facce opposte a metà: Passaggi necessari per la purificazione per cristallizzazione 1. Scelta del solvente 2. Dissoluzione del campione 3. Decolorazione della soluzione non sempre necessario 4. Filtrazione a caldo )5. Raffreddamento della soluzione passaggio più critico 6. Filtrazione a freddo 7. Lavaggio dei cristalli 8. Essiccamento dei cristalli Cristallizzazione Precipitazione non sempre necessario sempre importante; non sempre facile Crescita lenta dei cristalli, con un processo di equilibrio cristalli puri Formazione veloce dei cristalli cristalli impuri (le impurezze rimangono inglobate nei cristalli) Non bisogna raffreddare troppo in fretta. La velocità del riscaldamento determina le dimensioni dei cristalli. Cristalli molto grandi vanno evitati, perché spesso inglobano il solvente e le impurezze in esso dsciolte. 6 Cristalli troppo piccoli sono da evitare, perché è difficile lavarli bene dal solvente e dalle impurezze solubili e ci vuole più tempo ad asciugarli. Il compromesso migliore tra rapidità, convenienza e qualità dei cristalli si raggiunge lasciando raffreddare la soluzione a temperatura ambiente. NON BISOGNA AVERE FRETTA! Se I cristalli si raccolgono troppo presto, si può perdere del prodotto che ancora non è cristallizzato. Il tempo minimo per la cristallizzazione varia da minuti a giorni. Si determina solo facendo delle prove ) 6. Filtrazione a freddo Completata la cristallizzazione, il solido si rccoglie per filtrazione sotto vuoto, usando un imbuto Büchner o un imbuto Hirsch serve una beuta da vuoto Büchner Hirsch i fori del Büchner sono coperti con carta da filtro Se il solvente è molto, se ne può decantare un po’ sull’imbuto di solito bisogna agitare la beuta prima di versare Dopo che tutto il solvente è stato versato, spesso rimangono dei cristalli nella beuta. Si possono riprendere con del solvente fresco o con un po’ del filtrato. 7 ) 7. Lavaggio dei cristalli Dopo aver raccolto I cristalli sul filtro, bisogna lavarli con la minima quantità di solvente fresco, per togliere il liquido che contiene le impurezze solubili. Se I cristalli sono relativamente solubile, il solvente di lavaggio deve esssere freddo Attenzione: durante il lavaggio non spostare o rompere il filtro di carta. ) 8. Essiccamento dei cristalli Facendo passare aria attraverso il filtro, con l’aiuto del vuoto bisogna rimuovere quanto più solvente è possibile POSSIBILI INCONVENIENTI 1. Si separa un olio: la soluzione prima diventa opalescente e poi si separano le goccioline Le impurezze restano sciolte nell’olio 2. Non si ha cristallizzazione dopo raffreddamento soluzione sovrassatura: la cristallizzazione si innesca sfregando con una bacchetta o mettendo un cristallo di composto puro (germe di cristallizzazione) PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA 1. Si purificano (se necessario) reagenti e solventi. ) 2. Si mescolano i reagenti nelle opportune condizioni di reazione. 3. Si segue l’andamento della reazione. 4. Si lavora la reazione. 5. Si analizza il grezzo della reazione. 6. Si separano i prodotti. 7. Si controlla la purezza dei prodotti. 8. Si purificano (se necessario) i prodotti. 2. Mescolamento dei reagenti I reagenti vanno mescolati in soluzione, in un pallone, munito di piastra magnetica riscaldante. Generalmente uno dei reagenti si aggiunge all’altro (mediante imbuto di gocciolamento autoequilibrante). Se necessario, si mantiene l’atmosfera inerte e/o anidra. 8 tubo a CaCl2 refrigerante a bolle imbuto di gocciolamento autoequilibrante bagno esterno piastra magnetica (riscaldante o refrigerante) AMMINE Caratteristica strutturale delle ammine N: Caratteristiche Spettrali Spettrometria di massa Lo ione molecolare è quasi sempre presente La frammentazione più importante avviene tra il C α all’N ed il C β (carbocatione stabile) +. R'' R C R' N . R + R'' + C N R' R'' C + N R' Per le ammine vale la “regola dell’azoto” 9 La regola dell’azoto E’ una regola universale che riguarda sia gli ioni molecolari che i frammenti con una singola carica. “tutti gli ioni con numero dispari di elettroni hanno valori m/z pari, tranne quando contengono un numero dispari di atomi di azoto” Questa regola viene dal fatto che l’azoto ha massa atomica pari e valenza dispari. 1-butanammina, P.M. 73 30 (CH2=NH2+) M+ dietilammina, P.M. 73 M+-CH3 M+ UV-visibile IR Solo legami σ: le transizioni n → σ* richiedono λ = 185-195 nm (lontano UV): fuori dal comune intervallo stretching N-H 3500-3300 cm-1 DUE bande per le ammine primarie; una banda per le ammine secondarie (debole se alifatiche, forte se aromatiche). Le amine terziarie non hanno assorbimento 10 bending N-H stretching C-N nelle ammine primarie, banda larga 1640-1560 cm-1 nelle ammine secondarie verso 1500 cm-1 1350-1000 cm-1 %T 1-butanammina 2-butanammina cm-1 dietilammina 11 13C NMR 1-butanammina L’effetto -I dell’N diminuisce la densità elettronica attorno al nucleo del 13C: deschermato AB C CH3 CH2 CH2 CH2 NH2 D C B A D 1H NMR L’effetto -I dell’N diminuisce la densità elettronica attorno al nucleo del 1H: deschermato a 2.5-3 δ Anche l’H sull’N è mobile: scambia abbastanza rapidamente da non dare accoppiamento con nuclei adiacenti terz-butilammina 12 atomo basico, atomo nucleofilo N: cattivo gruppo uscente, anche in seguito a protonazione RNH2 + H+ R + NH3 NESSUNA REAZIONE 1. N come atomo basico o nucleofilo + RNH2 + H+ con acidi R con O come elettrofilo H2O2 (CH3)3N NH3 SOLO con ammine terziarie (CH3)3N O + H2O CH3 CH CH3 +N O 98% CH3 CH3 H O CH .. CH3 2 2 N H2O CH3 O R C invece di H2O2 si possono usare peracidi O O O R C H :N R C O + OH O OH -O + N con alogenuri alchilici La reazione dà miscele di prodotti, perché anche il prodotto della sostituzione è nucleofilo R R .. NH2 + CH3 CH2 Br .. NH + CH3 CH2 Br + R NH CH2 CH3 R NH2 CH2 CH3 + Br+ HBr CH2 CH3 + HBr R NH + CH R N Br 2 CH3 CH2 CH3 CH2 CH3 R .. N CH2 CH3 + CH3 CH2 Br CH2 CH3 CH2 CH3 CH2 CH3 R + N CH2 CH3 Br- CH2 CH3 Quando l’alchilazione dell’ammina si esegue fino al sale di ammonio si parla di METILAZIONE ESAURIENTE 13 con acido nitroso HNO2 La reazione con HNO2 è la reazione più caratteristica delle ammine, che permette di distinguere tra ammine primarie, secondarie e terziarie. Fatti sperimentali: HNO2 H+ ammine primarie RNH2 HNO2 H+ ammine secondarie R2NH precipitato giallo R2N-NO nitrosammina HNO2 H+ R3N ammine terziarie sviluppo di gas alcooli, alcheni, N2 NESSUNA REAZIONE L'acido nitroso si genera in situ NaNO2 + HCl HNO2 + NaCl MECCANISMO H + HO NO + H +O H2O + NO H catione nitrosonio ammine primarie .. R NH2 + +NO E+ +NO alcool H2O + R R NH2 NO + N R+ N alchene N2 H2O H+ i sali di diazonio si possono isolare solo con le ammine aromatiche NH2 + N NaNO2 N isolabile H+ 0°-5°C + N N + N + N + - N N - + + N N - + N N + 14 ammine secondarie H + R N NO R .. R NH + +NO R R N NO R H+ ammine terziarie R R R N: + +NO R N + NO R R i sali di ammonio quaternari possono essere usati come catalizzatori di trasferimento di fase - CH3 CH2 CH2 CH2 CH2 CH2 CH2 CH2 Cl + Na+ C N solubile in solvente idrocarburico (solvente non polare) NESSUNA REAZIONE (neanche a caldo) solubile in acqua se R contiene almeno 4 atomi di C, è solubile sia in acqua (per l'N positivo) che in solventi non polari (per R) R4N+ R4N+ Cl- + Na+ C N R4N+ -C N + Na+ Cl- porta in fase organica il reagente nucleofilo R4N+ -C N + R' Cl + R4N+ C N + Na Cl + R3N- R4N+ Cl- + R4N+ Cl- + R' C N Na+ -C N pessimo gruppo uscente 15 i sali di ammonio quaternario reagiscono con -OH solo a temperatura elevata e danno SOLO eliminazione (orientamento di Hofmann) Fa eccezione il sale di tetrametilammonio, perché non può dare β-eliminazione (CH3)4N+ X- -OH Δ CH3OH + (CH3)3N + X- meccanismo: HO:- δ- H3C N(CH3)3 H =/ δ+ HO ----C----N(CH3)3 H H HO CH3 + N(CH3)3 il tetrametilammonio non ha H in β β β 150°C CH3 CH CH2 CH3 OH + N(CH3)3 AgOH CH3 CH CH CH3 + CH2 CH CH2 CH3 95% 5% AgBr CH3 CH CH2 CH3 + N(CH ) 3 3 Br- L’orientamento di Hofmann NON si ha se il sale ditetraalchilammonio si fa reagire in condizioni di E1. Metilazione esauriente - Degradazione di Hofmann Reazione utilizzata per la determinazione della struttura di ammine Esempi: .. CH3 CH2 CH2 N H H CH3 CH2 CH2 N CH3 ICH3 Δ + CH3 CH2 CH2 N CH3 I- metilazione esauriente CH3 2 HI CH3 + CH3 3 CH3I AgOH AgI β CH3 + CH3 CH CH2 N CH3 HO:H CH3 β-eliminazione CH3 CH3 CH CH2 + : N CH3 + H O 2 CH3 16 2 CH3I + N H βH H HI H3C + H3C CH3I H3C N H3C CH CH3 3 N 2) AgOH CH3 Δ +N N CH3 -OH N 2) AgOH H3C + CH3 2) AgOH H3C CH CH3 3 + H2O + H3C CH CH3 3 -OH -OH AgI HO- N .. N 1) CH I 3 1) CH I 3 + H3C CH CH3 3 CH3 H3C AgOH I- + Δ 1) CH I 3 CH3 N N Hβ H + H3C CH3 H2C CH3 N AgI H Δ HO:- + N N HO- AgOH I- Δ N H3 C CH3 CH3 Δ N + CH3 -OH CH3 + H3C N CH3 + H2O 17 Applicazione: sintesi del cicloottatetraene (Wilstätter) O N H3C OH Na, CH3CH2OH H2SO4 N H3C 84% Composto naturale estratto dalla corteccia del melograno H3C CH3I H3 C H 3C N+ Ag2O/H2O Δ H3C CH3 N CH3 CH3I H3C N Br (CH3)2N HBr N(CH3)2 68% (per i due passaggi) Ag2O/H2O H3C I- 94,5% CH3 non isolato 10-20% Δ CH3 I- I- 90% 72% 97,5% 3 H H3 C + H 3C N CH3I H3C CH3 HC N+ N Br Br2 84% CH3 Δ 96% N H2O Ag2O/H2O I- H3C + N CH 3 CH3 + 2 (CH3)2N + 2 H2O + 2 AgI Resa complessiva: 3% Gli N-ossidi delle ammine terziarie danno β-eliminazione Eliminazione di Cope -O N(CH3)2 R CH2CH R' [O] + N(CH3)2 R CH2CH R' ([O] = reagente ossidante, per esempio H2O2) meccanismo: - .. :O .. + N(CH3)2 H R C H C H R' reazione stereospecifica δ- H O δ+ N(CH3)2 R C ------ C H H =/ R R' C R' H C H + HO-N(CH3)3 eliminazione sin 18